RARI INC. 001

Federico : da Venezia

 

[I]Ncipit liber apocalipsis S[an]c[t]i] Ioha[n]nis apostoli & eua[n]geliste cum glosis Nicolai de lira ordi[ni]s fra[tr]um Mino[rum]

[circa 1469]

[176] carte ; 4° (187×153 mm)

Segnatura: [1-1410 15-168 1710 188]

Carattere romano, 37 linee

Impronta: doo- p-u- b*e. &ete (C) 1469 (Q) (*=segno di abbreviazione per us)

Testo a piena pagina

La Biblioteca Apostolica Vaticana cita Proctor che attribuisce la stampa a un tipografo non identificato di Napoli e BMC, seguito da IGI, IV, che scrive invece di uno stampatore di Roma. Sixtus Riessinger e Ulrich Han identificati come possibili stampatori. Inoltre, inserito da Goff, IGI e Walsh sotto Johannes Evangelista, e attribuito il libro stesso a Nicolaus de Lyra, il lavoro è un commento italiano all’Apocalisse, con lemmi in latino, del teologo domenicano Federico da Venezia (Veneziano, de Renoldo), che ha usato il più noto Nicolas de Lyre (esegeta e teologo francescano, nato a Lyre, in Normandia, e morto a Parigi nel 1340) come una delle sue fonti (cfr. la scheda della Biblioteca Apostolica Vaticana consultata on line, OVL – Biblioteca Apostolica Vaticana (vatlib.it)


Incipit
in rosso. A carta [1]r la Q di QUISTO LIBRO tratteggiata in oro entro un riquadro (50×50 mm) decorato con motivi floreali su fondo azzurro, verde e viola. Le iniziali, apposte dall’amanuense, sono in corpo minore, alternativamente, in rosso e in azzurro, in alcuni casi sono presenti le letterine guida; le intestazioni dei capitoli sono sempre in rosso

Esemplare senza segnatura e numerazione, mutilo in fine, si interrompe alla c. [156], alle parole Cioe adire Et ascendero sopra la largecza della terra & circundaro li castelli delli sancti & la cripta di… Le carte finali sono state riscontrate dall’esemplare della Bayerische StaatsBibliothek consultato on line (http://daten.digitale-sammlungen.de/~db/0006/bsb00064355/images/)

In occasione del restauro eseguito nel 1962, rilegato in pelle marrone, 3 nervi al dorso in rilievo e capitelli bicolore (etichetta sul contropiatto posteriore: Badia di Grottaferrata Monumento nazionale –Roma – Laboratorio Restauro del Libro, ottobre 1962). Sul contropiatto anteriore ex libris, stemma di Raffaele De Cesare (1763-1850), abate di Montevergine dal 1847 al 1850; lo stemma, di 48×50 mm, rappresenta uno scudo araldico bipartito in senso verticale, incorniciato dal cappello ecclesiastico con due cordoni laterali da cui si apre una fioccatura di nappe; a sinistra stemma di Montevergine (sulla base dei tre monti, si erge una duplice Croce, di cui la superiore, cerchiata, simboleggia la Vergine SS.ma, che dà alla luce il Figlio di Dio incarnato, rimanendo vergine. La corona, qui mancante, che sormonta la Croce cerchiata indica la protezione regia e imperiale di cui godeva Montevergine fino all’Unità d’Italia. Le lettere puntate M. V. si svolgono in Monte Vergine); a destra una torre, sulla cui sommità una figura maschile con elmo e lancia (l’arcangelo Michele?) schiaccia i serpenti
Numerazione delle carte manoscritta, recente
Alcune note di attenzione in inchiostro bruno. Sulla carta di guardia anteriore etichetta con vecchia segnatura. Sulla carta di guardia posteriore scheda manoscritta, a matita, di mano forse del libraio antiquario presso il quale l’incunabolo fu acquistato: Johannes (S.) Evangelista/Apocalypsis [in lat] comm. [in/ital.] Nicolaus de Lyra./[Roma, Tip. dell’Apocalisse, c. 1470]/IGI. App. BMC IV, 143

 

SBN NAPE058623; ISTC if00052700; IGI 5216-A; BATTAGLIA p. 236

Risorsa digitale, Bayerische StaatsBibliothek, München, (ultima data di consultazione: 28 aprile 2016)

torna a inizio pagina