1300-1399
Dal Regesto delle pergamene / Abbazia di Montevergine ; a cura di Giovanni Mongelli, v. 4: sec. XIV (Roma, 1958)
(Pagina a cura di Anna Contursi, Alessia Petrone* e Francesco Maria Guerriero**)
2662.
1300, gennaio 11, ind. XIII – Carlo II re a. 16
Ospedale di M.V.
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Pietro de Jannello, giudice di Mercogliano
Ruggiero e Paolo, fratelli, figli del q. Guglielmo de Tora, — il primo abitante in Avellino, l’altro in Tufo —, col consenso di Guglielmo «dei gratia» ab. di M.V., cedono e rinunziano a Roberto de Ysabella, f. naturale di Filippo de Tora, abitante in Pietrastornina, i seguenti beni, che essi tenevano a censo dal monastero di M. V. per il canone annuo di 3 libbre di cera, beni che erano siti in Pietrastornina ed erano: una casa «cum caminata, cellario et stabulo» nel luogo detto Campanario; una terra con vigna e altri alberi nel luogo detto Moppita; un castagneto nel luogo detto Paulisio; una selva nel luogo detto Croce; un castagneto nel luogo detto Bairano; una vigna con corte nello stesso luogo di Bairano; due parti di un tenimento che ora teneva a censo Pietro de Aliberto per un augustale all’anno. E per questa concessione i suddetti fratelli ricevono da Roberto 3 once e 9 tarì, salvo l’obbligo di corrispondere al monastero di M. V. il suddetto canone annuo nella festa di S. Maria a settembre (CI, 210)
2663.
1300, gennaio 20, mercoledì, ind. XIII – Carlo II re a. 16
Avellino
Pietro, detto de Montefredane, pubbl. not. di Avellino
Giovanni de Marracchia, giudice di Avellino
Fra Riccardo da Monticchio («de Monticulo»), vestarario di M.V., in cui ora è abate Guglielmo, fa riprodurre in pubblica forma uno strumento di ratifica, rogato il 10 aprile 1297 (riferito, Reg. 2595), perché il monastero di M.V. aveva dei diritti su quei beni (XIX, 139)
Bibl.: F. Scandone, Storia di Avellino, II, II, p. 239-240
2664.
1300, gennaio 20, mercoledì, ind. XIII – Carlo II re a. 16
Avellino
Pietro, detto de Montefredane, not. di Avellino
Giovanni de Marracchia, giudice di Avellino
Fra Riccardo da Monticchio, monaco e vestarario di M.V., procuratore di don Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., si fa trascrivere un doc. del 25 marzo 1258 (riferito, Reg. 2073) e un altro doc. del 20 dicembre 1291 (riferito, Reg. 2516), nel quale ultimo si riferiva un ordine del re Carlo II (riferito, Reg. 2514) e un mandato della Curia regia del 15 dicembre 1291 (riferito, Reg. 2515) (XXI, 42)
2665.
1300 («1299»), gennaio 23, ind. XIII – Carlo II re a. 16
Salerno
Andrea Dardano, pubbl. not. di Salerno
Nicola Castellometa, giudice della città di Salerno
Dietro richiesta di fra Pietro, infirmarario di M.V., si riporta il testamento del nobil uomo salernitano Corrado de Aversa, dell’8 maggio 1299. Ind. XII (cfr. Reg. 2634) (CV, 48)
Bibl.: Carucci C., Codice Diplomatico Salernitano del sec. XIII, vol. III, p. 375
2666.
1300, gennaio, ind. XIII – Carlo II re a. 15
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Racco, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Giovanni de Riso, f. del q. Tommaso, di Mercogliano, una vigna con terra «vacua», nel luogo detto «Aqua de Marciis», rinunziata al monastero da Stefano de Riso, f. del q. Riso de Daniele, per il canone annuo di un tarì d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, tre augustali per questa concessione, e 3 once d’oro al suddetto Stefano per la rinunzia (LX, 67)
2667.
(1300), febbraio 6, ind. XIII – Carlo II re a. 16
Napoli
Riccardo Principe, pubbl. not., f. di Guglielmo Principe, insieme con sua moglie Lonarda, vende a suo fratello Marino Principe due botteghe dentro la città di Napoli (XCVII, 8)
2668.
1300 («1299»), febbraio, ind. XIII – Carlo II re a. 16
Taurasi
Giovanni, pubbl. not. di Taurasi
Tommaso, giudice di Taurasi
Fra Santoro, preposito di M.V., dietro procura di Guglielmo «miseratione divina» ab. di M.V., — per la quale era autorizzato a procedere ai seguenti contratti di beni, esistenti in Taurasi: 1º una permuta col vescovo di Ascoli («episcopo esculano») di una terra dell’episcopio con una del monastero; 2° una permuta con Francesco de Scire Mattia, di Taurasi, di due pezzi di terra di costui con uno del monastero; 3° una permura di un casalino del monastero con un vignale del giudice Bartolomeo de Troia; 4° una locazione da farsi al cantore della chiesa maggiore di Ascoli di un censo annuo —, procede ad una permuta con Francesco de Scire Mattia, di Taurasi, ricevendo da costui due pezzi di terra, dei quali uno nel luogo detto «ad quellu de Risu», e un altro nel luogo detto «a la tufara»; e dando a lui, a titolo di permuta, un pezzo di terra che il monastero di M. V. possedeva in Taurasi, nel luogo detto «a gayta de Serino». La permuta è stimata vantaggiosa per il monastero di M.V., perché i periti, invitati per l’apprezzamento dei terreni, hanno riferito che le terre del suddetto Francesco erano migliori della terra del monastero, specialmente perchè quelle erano fruttuose e ridotte a coltura, mentre la terra del monastero era nella maggior parte silvestre (CXXI, 15 bis)
2669.
1300, maggio 12, ind. XIII – Carlo II re a. 15
Casale di M. V., detto Santa Maria del Preposito
Matteo, pubbl. not. Mercogliano e del Casale di M.V.
Benevento, giudice del Casale di M.V.
Guglielmo, «dei gratia» venerabile ab. di M.V., concede a Riccardo, Stefano e Giovanni, figli di Bartolomeo Coco, del Casale di M.V., una casa nel suddetto casale, per 3 tarì d’oro di censo annuo da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, mentre prima si corrispondeva solamente mezzo braccio di cera, e 5 tarì d’oro per questa concessione (CXVII, 4)
2670.
1300, giugno 4, ind. XIII – Carlo II re a. 16
Cervinara
Francesco de Sasso, di Cervinara, pubbl. not.
Giovanni de Martino, giudice dei vassalli del nobile don Pandulfo Cappello di Cervinara.
Gregorio Bubulco, di Cervinara, col consenso di Secligarda, sua moglie, vende a Giovanni, figlio suo e figliastro di sua moglie, un pezzo di terra in Cervinara, nel casale dei Ferrari, per il prezzo di un’oncia e 10 tarì (XXXVIII, 23)
2671.
1300, agosto 10, ind. XIII – Carlo II re a. 16
Ascoli
Leone, pubbl. not. di Ascoli
Nicola de Pietro, giudice di Ascoli
Sicinulfo de Bella, di Ascoli, vende a Stefano de Nubilia, pure di Ascoli, un casile in Ascoli, dalla parte del Frontile («in parte frontilis»), per il prezzo di un’oncia d’oro, 26 tarì e 5 grana d’oro (XV, 62)
2672.
(1300), agosto 12, ind. XIII – (Carlo II) re a. 15
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Pietro de Jannella, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M. V., voleva muovere lite al not. Matteo de Tristayno, di Mercogliano, vassallo dello stesso monastero a causa di una terra con vigna nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Pretorio, metà della quale terra lo stesso notaio Matteo teneva per ragione di dote avuta da donna Caratenuta, sua moglie, figlia del giudice Pietro de Jannello e ved. del q. Nicola di Tommaso Cardillo, e l’altra metà a titolo di compra-vendita a lui fatta da donna Ysolda, figlia ed erede del suddetto q. Nicola di Tommaso Cardillo, primo marito di sua moglie. Questa terra era stata da Nicola di Tommaso Cardillo, comprata come franca e libera da Nicola Barile, «angarario» del Casale di M.V., dal tenimento che lo stesso Nicola Barile e i suoi antecessori tennero dal monastero come «angararii» per un certo annuo servizio personale, «videlicet angarie». Ora l’ab. Guglielmo intendeva provvedere alla salute dell’anima sua e alla diligente amministrazione dei beni del monastero, «ut tenetur ex debito et de iure», e revocare quella vendita e alienazione, fatta in danno e pregiudizio del monastero, perchè il venditore Nicola Barile non aveva alcun diritto di trasferire alcunchè di quel tenimento in altra persona in pregiudizio dei diritti del monastero e in diminuzione del servizio dovuto al monastero per lo stesso tenimento. D’altra parte Matteo, «ad cor rediens», riconosce che la vendita fu in pregiudizio dei diritti del monastero, e perciò rinunzia esplicitamente nelle mani dell’abate ad ogni diritto che gli potesse competere quella terra in seguito a tale contratto. Vedendo ciò l’ab. di M.V., non volendo esasperare i sudditi, ma usare piuttosto il giusto mezzo con loro, pur potendo ragionevolmente revocare quella terra al diritto e alla proprietà del monastero, addiviene con Matteo a questa concordia «de equitate potius quam de iure»: l’ab., col consenso della Comunità di M.V., gli concede e conferma per se stesso e per i suoi eredi quella terra, salvo l’obbligo di corrispondere ogni anno al monastero nella festa di S. Maria a settembre un tarì d’oro, e non diminuendosi in nulla il dovuto servizio a cui si era obbligati per il tenimento. E per questa concessione Matteo paga al monastero un’oncia d’oro, che a sua volta egli riceverà da Nicola Barile e dai suoi eredi, secondo l’ordine dato «de communi voluntate predicti domini abbatis et universitatis hominum Merculiani pro communi bono et utilitate ipsorum» (LX, 69)
2673.
1300, ottobre 8, ind. XIV – Carlo II re a. 16
Montefusco, nella piazza pubblica detta «a la stallata»
Tommaso, pubbl. not. di Montefusco
Benevento de Goffrido, giudice di Montefusco
Matteo di Giovanni, giudice, vende a Giovanni de Silano, di Montefusco, una casa in Montefusco, nella parrocchia di S. Bartolomeo, per il prezzo di 2 once d’oro, 3 tarì e 15 grana (LXXXV, 53)
2674.
1300, ottobre 21, ind. XIV – Carlo II re a. 16
Capua
Rainaldo de Giorgio, pubbl. not. di Capua
Criscio, giudice della città di Capua
Paolo Russo, cittadino di Aversa, vende a don Guglielmo Rainano, presb. della chiesa di S. Rufo in Capua, due terre incolte e «licticosas», divise fra loro dalla via pubblica, site fuori Capua, presso il casale «Turris Onelli», nel luogo detto «le curti ubi cognominantur a le balli», per il prezzo di 9 once d’oro (XXXII, 26)1)
¹)Si trova nel nostro Archivio una copia secentesca, eseguita dall’archivista Guglielmo da Manocalzati, di una bolla di Bonifacio Pp. VIII, il cui originale si dice esistente nell’Archivio di Capua, vol. VI, f. 3, intitol. Script. Variae, etc., tom. I.
Ne riportiamo il regesto:
1300, novembre 22 («X kal. dec.») – Bonifacio Pp. VIII a. 6
Roma, dal Laterano
Bonifacio Pp. VIII dà facoltà a Bartolomeo de Capua di fondare un Ospedale con chiesa nella città di Capua, presso il luogo degli Eremiti di Sant’Agostino. — quello che sarà poi il monastero verginiano —, e lo esime sin d’ora dalla giurisdizione del l’arcivesc., dichiarandolo immediatamente soggetto alla Santa Sede (I, 85-86)
2675.
1300, novembre 23, ind. XIV – Carlo 11 re a. 16
Mercogliano
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Racco, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Nicola Pellerio, f. del q. Modestino, una casa in Mercogliano, presso la porta del Capo, donata al monastero da Giacomo, f. del q. Giovanni Carrisio, oblato di M. V., per il canone annuo di mezzo tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e mezza oncia d’oro per questa concessione (LX, 70)
2676.
1300 («1301»), dicembre 27, ind. XIV (in: 1325, settembre 8, ind. IX)
Guglielmo, ab. di M.V., concede a Guerriero, di Ceppaloni, per 29 anni, un pezzo di terra «vacua», sterile e incolta, con patto di piantarvi, nello spazio di 8 anni, «de bonis vitibus quarantanas duas», secondo l’uso della città di Benevento, e frattanto obbligandosi a corrispondere il censo annuo di 3 tarì e 15 grana (in XXV, 11)
2677.
1301 («1300»), gennaio 3, ind. XIV – Carlo II re a. 17
Marigliano
Nicola Pepe («Piper»), di Marigliano, pubbl not.
Tommaso del Giudice, giudice di Marigliano
Essendoci controversia tra Fra Riccardo, vestarario, procuratore economo («inconimum»), sindaco e attore del monastero di M. V. da una parte, e Florisinda, ved. di Aversano Calendo, di Marigliano dall’altra, riguardo ai sottoscritti beni, esistenti in Marigliano e sue pertinenze, beni che fra Riccardo asseriva appartenere al monastero di M. V. per il fatto che Sulimia, moglie di Giovanni de Summa, li donò legittimamente al monastero, mentre Florisinda lo negava: ora si addiviene ad un accordo per cui il monastero di M.V. concede alla suddetta Florisinda e ai suoi eredi la metà di quei beni che si possedevano «pro indiviso», con obbligo di corrispondere al monastero nella festa di S. Maria a settembre una libbra di cera come censo annuo. I beni sono i seguenti: un sedile nel casale di Tricenta, in territorio di Marigliano, con una casa coperta de scandulis», forno e palmento, corte e antecorte adiacente alla stessa casa; una terra con alberi di nocciuole nelle pertinenze di Marigliano, nel luogo detto «a la pica»; una terra con alberi di nocciuole nelle stesse pertinenze di Marigliano, nel luogo detto «a lu cheruleu»; una terra nel luogo detto «fossa lupara»; un’altra terra ivi; un sedile in Marigliano (LIII, 27)
2678.
1301, gennaio, ind. XIV – Carlo II re a. 17
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Pietro de Jannello, giudice di Mercogliano
Pietro Ugolotta, f. del q. Tommaso Ugolotta, e sua moglie Giacoma, cedono a Guglielmo, «dei gratia» ab. di M. V., tre socce («socias») di vigna, site nel luogo detto Raccanella, che essi tenevano a censo dallo stesso monastero, una per il canone di 7 grana e mezzo, un’altra per il canone di 14 grana, e la terza per 3 grana — che fanno complessivamente un tarì e 4 grana e mezzo —; e in cambio ricevono dal monastero una vigna nel luogo detto Cardito, con obbligo di corrispondere lo stesso censo annuo di un tarì e 4 grana e mezzo nella festa di S. Maria a settembre, che essi dovevano corrispondere per le tre socce di vigna (LVIII, 29)
2679.
1301, marzo 21, mercoledì, ind. XIV – Carlo II re a. 16
Giovanni de Sico, pubbl. not. di Cicala
Nicola Infante, giudice di Nola e di Cicala
Domenico de Marino, di Visciano, abitante in Nola, vende a Bartolomeo de Composta, abitante in Visciano, una casa con corte in Visciano, redditizia al monastero di M.V., per il prezzo di 6 tarì e con l’onere suddetto (XXVII, 18)
2680.
1301, marzo 26, ind. XIV – Carlo II re a. 17
Mercogliano
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano
Pietro, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V. e signore di Mercogliano («Gulielmus … abbas, qui dominus est castri Merculiani predicti»), in presenza di tutta la Corte, asserisce di aver bisogno, perchè non poco utile e necessaria al monastero, di una terra con vigna, contigua al demanio del monastero e sita nel luogo detto Vesta («Besta»), vigna che era posseduta da Giacomo Fellicola, di Mercogliano, che l’aveva ricevuta dallo stesso abate in cambio di un’altra terra con vigna nel luogo detto Urrita; perciò egli se la riprende, e cede a Giacomo un’altra terra con vigna, detta «vinea de sclavis», nelle pertinenze di Mercogliano, con l’obbligo di un censo annuo di un tarì e mezzo, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (LVIII, 27)
2681.
1301, marzo, ind. XIV – Carlo II re a. 17
Capua
Pietro de Vincenzo, pubbl. not. di Capua
Giovanni di Gravina, giudice di Capua
Benedetta, ved. di Bartolomeo de Forenza («de Florencia»), di Capua, col consenso dell’ab. Nicola, suo figlio, vende a Lorenzo Stabile de Buonfiglio («de bono filio») un pezzo di terra che essa aveva ereditato dal suo primo marito, il not. Giacomo Guandelando, di Capua, in ragione della quarta dei beni. La venditrice, a dimostrare il suo legittimo possesso di quella terra, riporta uno strumento del gennaio 1284 Ind. XII, rogato dal not. Nicola Aligrimo, pubbl. not. di Capua, e sottoscritto da Giovanni Monaco, giudice di Capua, nel quale don Sinado, «del loco Sancti Clementis», Antonio Guagnone, Bartolomeo de Vincenzo e Benedetta, ved. del q. not. Giacomo Guandelando, si divisero le sottoscritte terre, lasciate loro dal suddetto not. Giacomo nel suo ultimo testamento, e in questa divisione vengono a toccare: a don Sinado: metà di un pezzo di terra nelle pertinenze di San Clemente e Bagnara, nel luogo detto Grotta («ad. criptam»), e quattro pezzi di terra, fuori la città di Capua nelle suddette ville di Bagnara e di San Clemente, e propriamente la prima nel luogo detto «a li grecki et ubi nominatur nannariu», la seconda nel luogo detto Bagnara («intra Bagnaram»), la terza nelle pertinenze di Bagnara presso la terra detta «ad limatam Rogerii», e la quarta, pure nel luogo di Bagnara, confinante da una parte con la terra del monastero di San Vincenzo di Capua; a Bartolomeo de Vincenzo: l’altra metà della terra nel luogo detto Grotta, e quattro pezzetti di terra nella suddetta villa di Bagnara e nelle sue pertinenze, e propriamente il primo nel luogo detto Dentro Bagnara, il secondo nello stesso luogo, il terzo nel luogo detto Anglone, il quarto nel luogo detto Trivio; ad Antonio Guagnone: cinque pezzi di terra fuori la città di Capua nella villa di Marando, dei quali i primi due nel luogo detto «a lu puzale», gli altri nel luogo detto «a la pulla»; a Benedetta: quattro pezzi di terra, dei quali il primo nella villa di Santa Maria «ad cagnellas», il secondo nella suddetta villa di Bagnara, il terzo pure ivi nel luogo detto Anglone, e il quarto nella villa di San Clemente (XXXII, 27)
2682.
1301, aprile 15, martedì, ind. XIV – Carlo II re a. 17
Palma
Giordano de Milo, pubbl. not. di Nola, Cicala e Palma
Tadeo de Giordano, giudice di Palma
Il signor Egidio de Mustarola, «miles», signore di Palma, avende fatto costruire una cappella in M.V. (che però non si specifica), affinchè in essa si possano celebrare i divini offici, ora la dota dei seguenti beni: una terra nel luogo detto Calcarola; una terra nel luogo… (corroso); un’altra «ad la valle»; un’altra nel luogo… (corroso); una terra nel luogo detto «lu mandrile»; e una terra nel luogo detto «la padule»; inoltre dona alcuni censi su certe terre date in enfiteusi per la metà dei frutti, e cioè: due terre nel luogo detto Nauranu, un castagneto nel luogo detto «la Claya», un altro castagneto nello stesso luogo, un arbusto nel luogo detto Lucone, un arbusto nel luogo detto Santa Maria de Miana, un castagneto nel luogo detto Patanella, un altro castagneto nello stesso luogo, una terra in territorio del castello di Palma, un arbusto nel luogo detto Mancula, una terra nel luogo detto Pastino, un arbusto determinato da certi suoi confini, un altro arbusto nel luogo detto Bosco di Mercito, una casa nel casale di Palma, un’altra casa nello stesso casale, e un oliveto nel luogo detto Pendino di Agello (XCVIII, 4)
2683.
1301, aprile 21, ind. XIV – Carlo II re a. 17
Marigliano
Nicola Pepe («Piper»), pubbl. not. di Marigliano
Tommaso del Giudice, giudice di Marigliano
Fra Riccardo, vestarario e procuratore di Guglielmo, ab. di M.V. si accorda con Florisinda, ved. di Aversano Calendo per la divisione dei beni che possedevano in comune («pro indiviso»), e in questa divisione toccano al monastero i seguenti beni: una terra con nocelleto, pioppi e viti latine nelle pertinenze di Marigliano, nel luogo detto «a lu cheruleo», metà di un’altra terra nel luogo detto «fossa lupara seu a la arbusta», metà di una terra in questo stesso luogo, un’altra terra pure nel medesimo luogo, un sedile in Marigliano; toccano invece a Florisinda: un sedile nel casale di Tricenta, un territorio di Marigliano, con una casa coperta «de scandulis», forno e palmento, orto e antecorte, adiacenti alla casa, una terra con alberi di nocciuole nelle pertinenze di Marigliano, nel luogo detto Alapica, metà di una terra nel luogo detto «fossa lupara seu a la arbusta» (LIII, 9)
2684.
1301, maggio 29, ind. XIV – Carlo II re a. 17
Mercogliano
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Racco, giudice di Mercogliano
Pietro de Caracita, di Mercogliano, col consenso di Guglielmo, «dei gratia» ab. di M. V., spinto dalla povertà in cui versava («in paupertate plurima»), vende una casa nel Gerone di Mercogliano, nel luogo detto Orticella, a Giacomo, f. di Giovanni Molinaro, di Mercogliano, per il prezzo di 29 tarì d’oro e con l’onere di un censo annuo di 5 grana d’oro al monastero di M.V., da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e per l’assenso si pagano al monastero 6 tarì d’oro (LXIII, 26)
2685.
1301, giugno 15, ind. XIV – Carlo II re a. 17
Mercogliano
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Racco, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M. V., cede a Tommaso, f. del q. Bartolomeo Stulto, di Mercogliano, un oliveto nel luogo detto Pretorio; e in cambio riceve una vigna con olivi nel luogo detto Urbiniano, vicino Urrita, vigna che costui teneva a censo dallo stesso monastero, con l’obbligo di corrispondere lo stesso censo che corrispondeva per l’oliveto, e cioè un tarì e mezzo all’anno, nella festa di S. Maria a settembre (LVIII, 28)
2686.
1301, luglio 8, sabato, ind. XIV – Carlo II re a. 17
Avellino
Pietro, detto de Montefredane, pubbl. di not. di Avellino
Ruggiero del Giudice, giudice di Avellino
Don Riccardo da Monticchio, monaco e vestarario di M.V., e procuratore dello stesso monastero, dove ora, «dei gratia», presiede l’ab. Guglielmo, riceve in permuta da don Roberto de Altopasso, arcidiac. di Avellino e ab. e rettore della chiesa di S. Lorenzo di Avellino, col consenso di Francesco, vesc. di Avellino (che si sottoscrive), due pezzi di terra con castagneto, poco discosti dall’Ospedale del monastero; e in cambio cede al suddetto arcidiac. un territorio con nocelleto e vigna nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Torrepenula, una terra con vigna e nocelleto nella contrada detta Bagno («Balneus»), una casa nel sobborgo di Avellino, nella parrocchia della chiesa di S. Luca, una terra con nocelleto nel luogo detto Escleta (XVIII, 77)
2687.
1301, luglio 15, ind. XIV – Carlo II re a. 18
Taurasi
Giovanni, pubbl. not. di Taurasi
Nicola, giudice di Taurasi
Pietro de Guerriero («Guirrerio»), di Taurasi, e sua moglie Frescarosa, offrono al monastero di M.V., nelle mani di don Angelo, monaco e proposito di M.V., le loro persone, e donano tutti i loro boni mobili e immobili, e in particolare una casa nelle pertinenze di Taurasi, nel Borgo di Santa Lucia, e una terra nel luogo detto Sala (Cand. VIII, 10)
2688.
1301, luglio 16, ind. XIV – Carlo II re a. 17
Avellino
Raimondo del Balzo («de Baucio»), f. di Bertrando, «domini Baucii et comitis Avellini», conferma al monastero di M. V. la donazione fatta dalla signora donna Porpora, ved. di Ruggiero Sclavo, di Avellino, la quale aveva donato al monastero di M.V. un pezzo di terra, lasciatole dal suddetto suo marito, e che era sito nel luogo detto Selva dell’Abate, con la condizione che il frutto di esso fosse devoluto a sostentamento dei poveri e dei pellegrini che si portano in visita a M.V. («in usus pauperum et peregrinorum ad dictum monasterium devote confluentium»); inoltre egli cede a favore del monastero tutti i diritti che la sua Curia potava avere su quella terra (XVIII, 18)
Bibl.: Scandone, Avellino feudale, II, II, pp. 241-242
2689.
1301, luglio 16, ind. XIV – Carlo II re a. 17
Aversa
Paolo di Maestro Magno, pubbl. not. della città di Aversa
Pietro de Nigna, giudice di Aversa
Il nobile Gentile de Amiterno, procuratore della nobile signora Sibilia de Amiterno, sua madre, ved. di Tommaso, vende al signor Bartolomeo de Capua, «milite», logoteta e protonot. del Regno, i seguenti beni nella villa di Cesa: una corte di case, palmento, orto; una casa nel luogo detto Campo restino; una terra nel luogo detto Clausura, di 10 moggi; una terra nel luogo detto Monumento; in Aversa nello Sticcato, una terra nel luogo detto Campo di San Filippo; nel casale di Marano, nelle pertinenze di Aversa, la terza parte di un prato; un territorio nel luogo detto «Septem Caynate», nella villa Tribunata, nelle pertinenze di Aversa; diritti su certi vassalli della villa di Carbonara; quattro moggi di terra nella stessa villa di Tribunata, nel luogo detto Starcitella; sei moggi di terra, pure ivi; un’altra terra nella stessa villa di Tribunata, data a censo per 2 tarì annui; dieci moggi di terra nella stessa villa Tribunata; altri venti moggi di terra ivi; ancora un altro territorio ivi; due altri pezzi di terra ivi; un altro territorio ivi; un altro territorio che era tenuto dalla Corte; inoltre molti vassalli, ecc. (LXXXIX, 79)
2690.
1301, luglio 17, lunedì – Carlo II re a. 17
Avellino
Castorio, pubbl. not, di Avellino
Ruggiero del Giudice, giudice di Avellino
Si riporta uno strumento del 1296, dicembre 9 («19»), domenica, Ind. X (cfr. Reg. 2589), contenente la donazione, fatta da donna Porpora, ved. del q. Ruggiero Sclavo, di Avellino, al signor don Raimondo del Balzo, primogenito del conte di Avellino, di tutti i suoi beni e della quarta delle sue doti, alla condizione di rimanerne usufruttuaria (XX, 13)
2691.
1301, luglio 19, ind. XIV – Carlo II re a. 17
Mercogliano
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Racco, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Riccardo, f. del q. maestro Jannello, del Casale di M.V., una casa nello stesso Casale di M.V., per il canone annuo di 5 grana d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, mentre prima si percepiva il canone di un solo braccio di cera, e un’oncia, 22 tarì e 10 grana per questa concessione (CXVII, 5)
2692.
1301, agosto 30, ind. XIV – Carlo II re a. 17
Mercogliano
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano
Pietro de Jannello, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Pietro de Ugolotto, f. del q. Tommaso, una vigna nel luogo detto Cardito, per il canone annuo di 4 grana d’oro, da corrispondersi al monastero nella festa di S. Maria a settembre, e 4 tarì d’oro per questa concessione (LX, 71)
2693.
1301, agosto 30, mercoledì, ind. XIV – Carlo II re a. 17 («16»)
Nola
Giovanni de Sico, pubbl. not. di Nola e di Cicala
Sergio Perario, giudice di Nola e di Cicala
Giovanni Veterone, f. del q. Gualtiero, di Visciano, vende a Giacomo Veterone una terra nel casale di Visciano, vicino al palazzo del suddetto Giacomo, per il prezzo di un’oncia d’oro e 18 tarì (XXVII, 36)
2694.
1301, settembre 19, ind. XV – Carlo II re a. 17 (in: 1302, luglio 12, ind. XV)
Carlo II comunica a Giovanni Verticillo, di Napoli, giudice di Nola, che, avendo Sibilia de Amiterno, ved. di Tommaso Amiterno, venduto a Bartolomeo de Capua, «milite», logoteta e protonot. del Regno, alcuni stabili vassalli in Cicala, Nola e loro pertinenze, egli riceva da quei vassalli il giuramento di fedeltà sia verso il re che verso il compratore: il che viene eseguito dai vassalli nominatamente elencati (in XXXIX, 23)
2695.
1301, ottobre 17, ind. XV – Carlo II re a. 17 (in: 1309, ottobre 31, Ind. VIII)
Napoli
Bartolomeo de Capua, «milite», logoteta e protonot. del Regno
Si comunica che tutti («Universis») che il Re, confermando la concessione del reddito annuo di 100 once d’oro a Clemenza Monti («de Montibus»), figlia primogenita del q. Ludovico Monti («de Montibus»), fatta dalla regina Maria e da Roberto, Duca di Calabria e Vicario generale del Regno (riferita, Reg. 2603), ha assegnato ad essa come beni, per il reddito di 20 once d’oro all’anno, certa terra feudale in Giffoni e sue pertinenze, e che appena saranno a disposizione della Curia regia altri beni feudali, gliene farà assegno per le altre 80 once che rimangono ancora; frattanto percepirà queste 80 once d’oro dai beni fiscali. Rimane invece intatto il dovuto servizio feudale che Riccardo de Bursone, marito di Clemenza, deve alla Curia per terre e beni feudali, che egli tiene da parte della stessa Curia (in: X, 13)
2696.
1301, ottobre 18, ind. XV – Carlo II re a. 17
Napoli
Maestri Razionali
Si comunica ai vicari, al maestro giustiziere, ai capitani, ecc., che il re Carlo II ha confermato a Clemenza Monti («de montibus») la concessione del reddito annuo di 100 once d’oro, fatto dalla regina Maria e da Roberto (riferito, Reg. 2603), e che le ha assegnato dei beni feudali (cfr. Reg. precedente) (X, 12)
2697.
1301, novembre 15, ind. XV – Carlo II re a. 17
Gualtiero, pubbl. not. di Aquaputida
Pasquale di Giovanni de Bonasera, giudice
Bibianulo e Maria, sua moglie, dimoranti nel casale di Sant’Angelo all’Esca, vendono a Guglielmo, f. de Guglielmo de Tiberio, dello stesso casale, una torricella nelle pertinenze dello stesso casale, nel luogo detto «a lu planu de lunnatu», per 10 tarì di carlini d’argento (Cand. VII. 10)
2698.
1301 («1302»), dicembre 28, ind. XV – Carlo II re a. 17
Casale di M.V.
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano e del Casale di M. V.
Benevento, giudice del Casale di M.V.
Guglielmo, «dei gratia» venerabile ab. di M.V., concede a Ruggiero e a Nicola, figli del q. Riccardo de Benincasa, del Casale di M. V. una terra nel Casale di M.V., nel luogo detto Layruni, per due tarì di canone annuo, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (CXVII, 10)
2699.
1302, gennaio 11, ind. XV – Carlo II re a. 18 (in: 1302, febbraio 6, ind. XV)
Napoli
Maestri Razionali della Gran Curia
Carlo II, re di Sicilia, dietro supplici preghiere dell’ab. e della Comunità di M.V., di voler far loro somministrare anche per il presente anno della XV Ind., come si è sempre fatto dai tempi dei Re cattolici di Sicilia fino ai nostri giorni, la solita quantità di anguille dal lago di Lesina, e cioè 60 «sertas» tra grandi e grandissime, e 50 fra piccole e mediocri, dà ordine al Vicario di suo figlio Raimondo Berengario, di far procedere all’esecuzione di questi diritti di M. V. (in VIII, 107)
2700.
1302 («1301»), gennaio 17, mercoledì, ind. XV – Carlo II re a. 18
Aversa
Pietro d’Achille, pubbl. not. d’Aversa
Tommaso, giudice
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., concede ad Angelo de Affinita, della villa di Casacugnano, in riguardo dei benefici ricevuti dal medesimo, un fondo e tre pezzi di terra nelle pertinenze di Aversa e della suddetta villa, — e precisamente il fondo nella suddetta villa, mentre un pezzo di terra era nel luogo… (corroso), un altro nel luogo detto Paterno, e il terzo nel luogo detto Fraulito —: il tutto per il canone annuo di 3 tarì e 15 grana d’oro, da corrispondersi metà a Pasqua e metà nella festa di S. Maria a settembre, e di prestare un’opera personale al mese, e 2 once d’oro una volta sola per la riparazione della Casa di M.V. in Casacugnano (XXII, 16)
2701.
1302, febbraio 6, ind. XV – Carlo II re a. 18
Lesina (apud Alexinam)
Bartolomeo, pubbl, not. di Lesina
Paone de Santoro, giudice di Lesina
Si presentano davanti al suddetto giudice e not. il giudice Giacomo de Porcina, Andrea Greco e Giovanni de Macone, di Lesina, gabellieri del lago di Lesina nel presente anno della XV indizione, e mostrano una lettera ad essi inviata dal nobiluomo il giudice Leone de Juvenacio, vicario di don Raimondo Berengario, f. del re Carlo, in cui si comunica che, essendo stato alla sua presenza fra Pietro, monaco e procuratore di M.V., gli aveva fatto vedere un mandato patente del re Carlo, in data 11 gennaio 1302 (riferito, Reg. 2699), e un privilegio patente del principe Carlo del 19 luglio 1278 (riferito, Reg. 2319); mostrano inoltre un mandato del suddetto don Raimondo Berengario al giudice Leone de Juvenacio, suo vicario, in data 21 gennaio del presente anno, in cui si dichiara che, essendo a lui giunta umile supplica da parte della Comunità di M.V. di far loro somministrare, secondo i loro privilegi, per il presente anno della XV indizione la dovuta quantità di anguille, e cioè 30 «sertas de grossis», altrettante «de supergrossis», 25 piccole e altrettante mediocri, egli ordina che se veramente la Comunità di M.V. non è stata ancora soddisfatta nei suoi diritti, si proceda alla debita esecuzione del presente mandato. Perciò Leone, volendo adempiere ai mandati ricevuti, in forza della sua autorità, ingiunge ai suddetti gabellieri di procedere a un diligente esame dei diritti del monastero di M.V., e, in caso che non siano stati ancora soddisfatti per il presente anno della XV indizione, si eseguisca il mandato. Ora, volendo i gabellieri procedere con cautela all’esecuzione del mandato, convocano alcuni uomini di Lesina dei più vecchi e, fatto loro prestare il giuramento sul santo Vangelo, domandano se veramente si sono somministrate negli anni precedenti le suddette quantità di anguille ai monaci di M.V. avendo ricevuta unanime conferma, si procede all’esecuzione del mandato (VIII, 107)
2702.
1302 («1301»), febbraio 8, giovedì, ind. XV – Carlo II re a. 18
Giovanni de Sico, pubbl. not. di Nola e di Cicala
Cicalo Pagano, giudice ali Nola e di Cicala
Giordano Gallardo, di Visciano, vende a Giacomo Veterone un pezzo di terra nelle pertinenze di Visciano, nel luogo detto Toro, per un’oncia e 6 tarì (XXVII, 35)
2703.
1302, febbraio 19, ind. XV – Carlo II re a. 17
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not., di Mercogliano
Giacomo, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Nicola, f. di Bartolomeo de Bastadia, una casa nel luogo detto Naspa, rinunziata al monastero da fra Nicola Cardillo e dalla moglie donna Stefania, oblati di M.V., per l’annuo canone di un tarì d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 15 tarì per questa concessione (LX, 72)
2704.
1302, febbraio ultimo giorno, ind. XV – Carlo II re a. 18
Mercogliano
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Racco, giudice di Mercogliano
Bernardo de Aurilia, di Mercogliano, e suo figlio Bernardello, essendo debitori verso Pietro, f. del q. Tommaso Sasso e donna Giacoma, sua moglie, figlia del suddetto Bernardo, nella somma di un’oncia d’oro, per complemento delle quattro once promesse per le doti, gli vendono per quello stesso prezzo una casa nel casale di Santa Margherita, casa che era redditizia al monastero di M. V. in 10 grana annue, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (LXIII, 27)
2705.
1302, marzo 6, ind. XV – Carlo II re a. 18
Ospedale di M.V.
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano e del Casale di M.V.
Benevento, giudice del Casale di M.V.
Guglielmo, «dei gratia» venerabile ab. di M. V., concede a Giovanni Russo («Rubeo»), del Casale di M. V., una terra con castagneto e terra «vacua» in territorio del suddetto Casale di M.V., nella contrada detta Layruni, per il canone annuo di 5 tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e un’oncia e mezza d’oro per questa concessione (CXVII, 6)
1302, marzo 10, ind. XV («I») – Carlo II re a. 18
Mercogliano
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano
Avendo Gualtiero de Barone sposata la mundualda di Guglielmo Ferraro, di Mercogliano, questi assegna per dote 13 once d’oro, distribuite in alcuni pezzi di terra, tra cui uno con castagneto e uno con vigna in territorio di Mercogliano (LXXII, 49)
2707.
1302, marzo 26, ind. XV – Carlo II re a. 18
Forenza
Angelo de Malgerio, pubbl. not. di Forenza
Luca de Durraccio, giudice di Forenza
Giovanni de Tribus, detto Cungo, vende a fra Guido de Cubena una casa in Forenza, per 22 tarì di Sicilia (XLIV, 69)
2708.
1302, maggio 10, ind. XV – (Carlo) II re a. 18
Napoli
Carlo Zanzale, pubbl. not. di Napoli
Paolo Mocia, giudice Napoli
Berterando, «vicecomes laurricensis» e signore di Aquaputida, rende noto che ha lasciato completa quietanza al nobile don Simone di Aquaputida, suo familiare e procuratore ad esigere dai gabellieri delle saline di Manfredonia, Salpi, ecc., 300 once d’oro a lui dovute ogni anno per i diritti sulle stesse saline, come pure ad esigere da tutti e singoli gli officiali della sua terra di Aquaputida tutto il danaro che gli spetta; il quale Simone ha reso ragione di quanto ha raccolto dal 1° aprile dell’anno precedente sino a tutto il mese di marzo della presente XV indizione, comparendo a Napoli alla sua presenza il 10 aprile scorso e prestando il giuramento sul Vangelo. Si elencano minutamente le singole entrate (LII, 18)
2709.
1302, maggio 20, ind. XV – Carlo II re a. 18
Ospedale di M. V.
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano
Benevento, giudice del Casale di M.V.
Pietro de Coradino dona al monastero di M.V., per le mani di Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., la metà di un castagneto nel luogo detto Baccanico (CXIV, 20)
(1302), luglio 1°, ind. XV
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Riccardo Racco, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., concede alle figlie di Giacomo Gramatico, di Camerino, abitante in Mercogliano, un orticello con casa in Mercogliano, nel luogo detto Gerone, una terra con nocelleto nel luogo detto Sariano, e una terra con vigna e nocelleto nel luogo detto Vesta, per il canone annuo di 3 tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre. Il monastero è però tenuto a dare a Nicola di Giacomo Fellicola, marito di Giacobella, 2 once d’oro, che il suddetto maestro Giacomo, padre della stessa ragazza, «convenit pro honorancia» al tempo del matrimonio, secondo il costume e la consuetudine di Mercogliano (LIX, 3)
2711.
1302, luglio 4, mercoledì, ind. XV – Carlo II re a. 18
Avellino
Pietro de Montefredane, pubbl. not. di Avellino
Giovanni de Marrachia, giudice di Avellino
Giovanna, ved. di Giovanni de Montefredane, vende al maestro Giovanni de Fortino, del Casale di M.V., una terra con castagneto nelle pertinenze di Avellino, nella contrada detta Campomarino («Campus de Marino»), per il prezzo di 7 once d’oro, e salvo un reddito annuo di 2 tarì al monastero di M.V. — in cui ora è abate Guglielmo — da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e per l’assenso il monastero riceve un’oncia e 15 tarì d’oro (CXIX, 5)
2712.
1302, luglio 10, ind. XV – Carlo II re a. 18
Ospedale di M.V.
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano e del Casale di M.V.
Benevento, giudice del Casale di M.V.
Guglielmo, «dei gratia» venerabile ab. di M.V., concede a Pietro de Coradino e ai suoi eredi una terra con castagneto nella contrada detta Baccanico, per il canone annuo di 5 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (CXVII, 7)
2713.
1302, luglio 12, giovedì, ind. XV – Carlo II re a. 18
Nola
Giovanni de Clarastella, pubbl. not. di Nola
Riccardo Staczano, giudice di Nola e di Cicala
Si riporta e si manda in esecuzione una lettera di re Carlo II del 19 settembre 1301, Ind. XV (riferita, Reg. 2694) (XXXIX, 23)
2714.
1302, agosto 7, ind. XV (in: 1343, marzo 26)
Napoli
Bartolomeo de Capua, protonot. del Regno
Giovanni Pipino, di Barletta («de Barolo»), «miles», essendosi recato per devozione al celebre cenobio di M. V. e avendo conosciuto che, siccome i monaci «in carnibus, ovis et casis abstinent», soffrivano «nimis inedia circa victum», affinchè essi possano avere «pietantia piscium», dona loro certi suoi beni in Acerra e nelle sue pertinenze, e sui quali domanda la conferma del Re e l’esenzione da ogni «servitio angaria et redditu censu tributo quolibet vel affictu». Il Re conferma la donazione e «de speciali utique gratia» concede l’esenzione richiesta sui beni donati, che sono i seguenti: una starza di terra, detta «fossa merara», che rende ogni anno 2 once d’oro; un censo annuo di 5 tarì d’Amalfi che debbono essere corrisposti da Giovanni, Ambrogio, Sinibaldo e Pietro de Giaquinto; quattro tarì annui amalfitani, meno una terza, e una gallina, dovuti da parte di Giovanni e Peregrino de Rivola; un tarì d’Amalfi da parte dell’erede del giudice Angelo, per la terra che fu di Cioffo; 13 tarì da parte di Giovanni del giudice Matteo; una casa in Acerra, che ogni anno rende un tarì d’Amalfi; una grotta, «que nihil valet cum palatio diruto»; 6 grana d’oro annue da parte di Radulfo Guadania e di Galieso; 2 grana d’oro da parte di Baldo; 10 grana d’oro annue da Guglielmo de Lauro; 10 tarì annui da Martino Guadagna; 12 tarì d’Amalfi e una gallina da Ludovico Gennario e Nicola Guadagna; 4 tarì d’oro e 4 galline dagli eredi del Guadagna per una certa «excadentiam» che essi tengono locata; 13 tarì d’Amalfi e una gallina da parte di Filippo Guadagna, per obblighi della moglie: un tarì d’Amalfi da parte dell’erede di Napolitano Guadagna, che tiene un certo fondo; 2 tarì d’oro e 17 grana da Filippo Principe; 5 tarì d’oro da Palmiero Mussa; 5 grana d’oro da Nicola de Paulino; un tarì d’oro e 10 grana dal not. Nicola Resta per una terra; 4 tarì d’Amalfi e mezza gallina da donna Maria de Lauro e Giovanni Sabatino; 4 tarì d’Amalfi, 8 grana e mezza gallina dall’erede di Simone Guadagna; un tarì d’Amalfi dall’erede di Pietro Mentano; 15 grana d’oro dagli abitanti di Somma; mezzo tarì d’Amalfi da Giovanni de Silvestro per una terra; 2 tarì d’Amalfi da Ricio; 2 tarì d’oro e 17 grana da Tommaso Carbone, in Cisterna; 7 grana d’oro da Terzo Bove («Tertius Bos»); e inoltre: una terra con arbusto in territorio di Pomigliano («Pomiliano»), nel luogo detto «lo piczono de lo foramanno», che rende ogni anno 7 tarì e mezzo; un pezzo di terra nel luogo detto «a la Campese de Summa», con arbusto, e che rende ogni anno 6 tarì: redditi che sono computati in 13 grana per ogni tarì d’Amalfi (in: IX, 63)
***Altra copia, pure cartacea, dello stesso tempo, «In Registro Caroli 2, signato 1302. E. fol. 51», ma solo l’inizio (IX, 20)
2715.
1302, agosto 17, ind. XV – Carlo II re a. 18
Ospedale di M.V.
Alessandro, pubbl. not. del Casale di M.V.
Benevento, giudice del Casale di M.V.
Guglielmo, «dei gratia» venerabile ab. di M.V., concede ad Antonello, f. del q. Giovanni de Marigliano («de Mariliano»), vassallo del monastero, abitante nel Casale di M. V., un pezzo di terra incolto e deserto con alcune piante di castagni selvatici e inutili in territorio del Casale di M. V., nel luogo detto Agnone («Angnone»), per il canone annuo della metà delle castagne e la decima dei seminati (CXVII, 8)
2716.
1302, settembre 12, ind. I – Carlo II re a. 18
Mercogliano
Alessandro, pubbl, not. di Mercogliano.
Riccardo Racco e Pietro de Jannello, giudici di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., concede al giudice Giacomo Racco, certe case e casaline, congiunte, vicino alla chiesa di S. Pietro, per 2 tarì e 10 grana annue, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 2 once d’oro per questa concessione (LX, 73)
2717.
1302, ottobre 27, sabato, ind. I – Carlo II re a. 18
Avellino
Pietro de Montefredane, pubbl. not. di Avellino
Ruggiero del Giudice, giudice di Avellino
Guglielmo Pellicza, di Avellino, rinunzia nelle mani di Guglielmo, ab. di M.V., a favore del maestro Eustasio Mannense, di Avellino, una casa diruta, nel sobborgo di Avellino, nel luogo detto Pignatari, che egli teneva a censo dal monastero di M.V. per il canone di una libbra e mezza di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e per questa rinunzia riceve dal suddetto maestro Eustasio un’oncia d’oro, al quale maestro Eustasio fra Angelo da Monticchio, monaco e vestarario di M.V., col consenso di Guglielmo, ab. di M.V., la concede per lo stesso canone che corrispondeva il Pellicza (XIX, 40)
2718.
1302, novembre 4, ind. I – (Carlo II) re a. 18
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Pietro de Jannello, giudice di Mercogliano
Giacomo Faraone, f. del q. not. Gualtiero, e Caratenuta, sua moglie, figlia del q. Matteo Fellicola (e «Fillicola»), vendono a Pietro, giudice di Mercogliano, una casa terranea, dotale della suddetta Caratenuta, e che era nel Gerone di Mercogliano, per il prezzo di 6 once d’oro e… tarì, e con l’onere di 10 grana d’oro all’anno, da corrispondersi al monastero di M.V. nella festa di S. Maria a settembre (LXIII, 28)
2719.
1302, novembre 18, domenica, ind. I («XV») – Carlo II re a. 18
Forenza
Angelo de Malgerio, pubbl. not. di Forenza
Giovanni de Parisio, giudice di Forenza
Giovanni e Guglielmo de «Pane e Vino», fratelli, cedono a titolo di permuta a Guido de Cubena, procuratore della chiesa di S. Maria degli Armeni, grancia del monastero di M.V., una casa in Forenza, nella parrocchia di S. Maria dei Longobardi, e in cambio ne ricevono un’altra nella stessa parrocchia (XLIV, 52)
2720.
1302, novembre 29, ind. I – Bonifacio Pp. VIII a. 8
Sasso d’Apice («Saxus de Apicio»), pubbl. not. di Benevento
Scampalupo, giudice di Benevento
Il nobile Francesco di Americo, avendo ricevuto in prestito da fra Angelo, monaco e preposito di M. V., 105 once d’oro, si obbliga verso il suddetto monaco, in quanto procuratore di Guglielmo, ab. di M. V., di restituirle nello spazio di 10 anni, restituendo cioè un’oncia e mezzo all’anno, «in bonis et elatis karolenis et florenis de auro» (XXIV, 212)
2721.
1302, novembre (giorno, corroso), ind. I – Carlo II re a. 18
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Riccardo Racco e Simone, giudici di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» venerabile ab. di M. V., concede a Giovanni, f. di donna Capuana, del Casale di M. V., una terra con castagneto, in territorio del Casale di M. V., nel luogo detto Pastino o Acqua di San Lorenzo, per il canone annuo della metà delle castagne e la decima come terratico dei seminati (CXVII, 9)
2722.
1302 («1303»), dicembre 1°, ind. I – Carlo II re a. 18
Mercogliano
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Racco, giudice di Mercogliano
Modestino Pisano, f. di Giovanni, di Mercogliano, per sovvenire ai suoi bisogni («pro victu suo et familie seu in necessitate plurima devolutum»), col consenso di Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., vende al giudice Riccardo Racco una terra con vigna, oliveto, castagneto, nocelleto, querceto e terra «vacua», nel luogo detto Cervaro, per 4 once d’oro, 7 tarì e 10 grana, e con l’onere di un canone annuo di 4 tarì e una libbra di cera al monastero di M. V. nella festa di S. Maria a settembre, e mezz’oncia d’oro per l’assenso (LXIII, 31)
2723.
1303, gennaio 8, ind. I – Carlo II re a. 19
Mercogliano
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Ibano, baiulo di Mercogliano, Giacomo Racco, giudice
Gualtiero de Barone dichiara emancipati i suoi figli Giovanni e Tommaso; e dopo questa emancipazione dona loro, con donazione irrevocabile «inter vivos», due parti «pro indiviso» dei suoi beni stabili e mobili e li costituisce suoi procuratori. In particolare avendo egli comprato al suddetto Giovanni, col suo danaro, dei libri di medicina e avendoglieli donati, ora gli rinnova tale donazione, però a compenso di questi libri, l’altro figlio Tommaso avrà dai suddetti beni 6 once d’oro. (LXVII, 27)
2724.
1303, gennaio 12, ind. I – Carlo II re a. 19
Mercogliano
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Racco, giudice di Mercogliano
Enrico, f. dell’ab. Nicola del giudice Leone, di Mercogliano, e Maria, sua moglie, figlia del q. Mainiero di maestro Landolfo, vendono a Giacomo de Benedetto, pure di Mercogliano, una vigna nel luogo (in bianco), per un’oncia d’oro (LXX, 21)
2725.
1303 («1302»), gennaio 14, ind. I – Carlo II re a. 19
Sarno
Ugolotto Bertone, pubbl. not. di Sarno
Pietro de Graziano, giudice di Sarno
Il giudice Pietro e l’ab. Roberto, fratelli, figli ed eredi del q. giudice Enrico de Casatone, vendono a Nicola Rapuano, di Rocca Piemonte, un territorio in Sarno, nelle pertinenze del casale di Casatone, nel luogo detto «a lo seccangnulu», con l’obbligo di corrispondere il terratico al monastero di M. V. nella decima, e alla Corte di Sarno nella sesta parte, per il prezzo di 4 once d’oro (CVI, 43)
2726.
1303, febbraio 2, ind. I – Carlo II re a. 19
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M. V., concede a Modestino di Angelo de Aliberto, di Mercogliano, un nocelleto nel luogo detto Sariano, devoluto al monastero per la partenza da Mercogliano degli eredi del q. Salamone, per il canone annuo della metà delle nocciuole, la decima dei seminati, e 6 tarì d’oro per questa concessione (LX, 74)
2727.
1303 («1302»), febbraio 17, ind. I – Carlo II re a. 19
Salerno
Pandolfo Dardano, pubbl. not. di Salerno
Giovanni Capograsso («Caputgrassum»), giudice di Salerno
Ruggiero Pagano, di Nocera, f. del q. Tommaso Pagano, promette di prendere in moglie Margarella, sorella di Tommaso di Ruggiero, cittadino di Salerno, e figlia del q. Riccardo di Ruggiero, milite, e della signora Mabilia, e le assegna la quarta dei suoi beni, secondo la legge longobarda (XCIII, 35)
2728.
1303, fobbraio 23, ind. I – Carlo II re a. 19
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Riccardo Racco, giudice di Mercogliano
Il nobile Giovanni di Roberto, di Mercogliano, col consenso di Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., vende a Centanni Pillerio, f. del q. Guglielmo Pillerio, di Mercogliano, una terra con orto e olivi, nel luogo detto Naspa, che egli teneva dal monastero di M.V. per il canone annuo di un tarì d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e gliela vende con l’onere di un tarì e 5 grana, da corrispondersi d’ora in avanti al monastero, e per l’assenso questo riceve 22 tarì e mezzo (LXIII, 39)
2729.
1303, febbraio 23, ind. I – Carlo II re a. 19
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Francesco de Potofrido, vassallo del monastero, abitante nel casale di Massa, una terra «vacua» nelle pertinenze di questo casale, nel luogo detto Pretara, per l’annuo censo di un tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (LIV, 54)
2730.
1303, marzo 6, mercoledì, ind. I – Carlo II re a. 19
Roberto de Romano, pubbl. not. di Lauro
Antonio de Cappellone, giudice di Lauro
Santoro de Riccardo e Floribella, sua madre, vendono a Giacomo Veterone, di Visciano, il diritto di perpetua colonia di una terra detta «Scampina Piginzani», che essi tenevano a censo dal monastero di M. V. e da Filippo, di Visciano, per il prezzo di un’oncia d’oro (ma non si specifica il censo annuo) (XXVII, 19)
2731.
1303, marzo 20, ind. I – Carlo II re a. 19
Altavilla
Antonio, pubbl. not. di Altavilla
Giovanni de Melchione, giudice di Altavilla
Alferio di Enrico de Averzana, di Ceppaloni, compra un pezzo di terra con piante di querce, nel territorio di Balva, nel luogo detto Luogo di Pietro Silvo, per il prezzo di 18 tarì d’oro, da Tommaso Calvo, di Altavilla, col consenso della nobildonna Sibilia de Tocco, ved. di Tommaso de Murrone e con l’onere di un tarì, da corrispondersi alla suddetta donna Sibilia e ai suoi successori ogni anno nella S. Martino (XII, 335)
2732.
1303, marzo 23, ind. I – Carlo II re a. 19
Ascoli
Desiderio, pubbl. not. di Ascoli
Alferio de Lupone, giudice di Ascoli
Maestro Francesco Subanario, di Melfi, abitante in Ascoli, cede a fra Angelo, monaco, vicario e preposito di M. V., agente a nome del monastero di S. Donato di Ascoli, una casa nella città di Ascoli, «in perracia Barre»; e in cambio riceve dal suddetto Padre un’altra casa nello stesso luogo (XV, 9)
2733.
1303, aprile 16, ind. I – Carlo II re a. 19
Mercogliano
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano
Pietro de Jannello, giudice di Mercogliano
Guglielimo, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Raone, di Rocca San Felice, abitante in Mercogliano, i seguenti beni stabili, che furono del tenimento di Riccardo de Sulimia e devoluti al monastero: una terra con vigna nel luogo detto Torelli; un nocelleto nel luogo detto Sariano; un castagneto nello stesso luogo di Sariano; un castagneto nel luogo detto Sala; un altro castagneto nel luogo detto Plaio; una vigna nel luogo detto Toppitella; un castagneto nel luogo detto milito; un castagneto nel luogo detto Sala; un orto vicino alla Porta del Capo; una casa in Mercogliano vicino alla stessa porta: tutti per il canone annuo di 3 tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre e 2 once d’oro per questa concessione (LX, 75)
2734.
1303, aprile 17, ind. I – Carlo II re a. 19 (in: 1318, settembre 9, ind. III)
Capua
Enrico de Magistro, pubbl. not. di Capua
Giacomo de Leucio, giudice di Capua
Il nobile Andrea de Cirro stipula il contratto in ordine al matrimonio con Benedetta, figlia del maestro Nicola de Lombardo, e si assegnano le doti secondo la legge longobarda (in: XXXII, 123)1)
1)Guglielmo da Manocalzati (sec. XVII) ci ha lasciato copia di una pergamena di cui allora si conservava l’originale nell’Archivio di M.V. Ne diamo un breve regesto:
1303, maggio 15, ind. I – Carlo II re a. 19
Nel casale di Penta di San Severino
Bonacurzo, not.
Matteo d’Oliseo, giudice di San Severino
Tommaso Sanseverino, conte di Marsico, dona al monastero di M.V., per mano di Guglielmo, ab. di M.V., le case, l’orto e il giardino che egli possedeva nel casale di Penta (CXI, 1)
2735.
(1303), luglio 1°, ind. I («II») (in: 1303, agosto 10, domenica, ind. I)
Ascoli («Exculi»)
Fra Angelo, vicario e preposito di M.V., crea suo procuratore fra Spenindeo, oblato di M.V. (in XXXIII, 85)
2736.
1303, luglio 15, ind. I – Carlo II re a. 19
Mercogliano
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Racco, giudice di Mercogliano
Bellicia, ved. di Giovanni Ruggiero, insieme con Raccolita, sua figlia, e con Nicola, suo nipote f. del q. Giovanni di Giovanni de Ruggiero, col consenso di Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., trovandosi in somma povertà, vende a Raone di Rocca San Felice, abitante in Mercogliano, un oliveto nel luogo detto Santo Stefano, per 15 tarì d’oro e il censo di 2 grana e mezzo al monastero di M.V., da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre. Per il dovuto assenso il monastero riceve mezzo augustale d’oro (LXIII, 29)
2737.
1303, agosto 10, domenica, ind. I – Carlo II re a. 19
Casalnuovo
Leonardo, pubbl. not. di Casalnuovo
Giovanni de Roberto, giudice di Casalnuovo
Fra Spenindeo, oblato di M.V., dietro procura di fra Angelo, vicario e preposito di M.V., data da Ascoli il 1° luglio (riferita, Reg. 2735), cede a Matteo di don Gabriele un casalino nel suddetto casale di Casalnuovo, presso la piazza; e in cambio riceve un pezzo di terra nella contrada e via pubblica di San Pietro in Campo (XXXIII, 85)
2738.
1303, agosto, ind. I – Carlo II re a. 19
Boiano
Giovanni de Solomeo, pubbl. not. di Boiano
Tommaso de Matteo, giudice della città di Boiano
Benedetto, ab. di S. Lupo di Benevento, in nome di S. Maria del Vivario, concede a Nicola de Lanzano e a donna Amelina, sua moglie, e ai loro figli, una casa con orto nella suddetta città di Boiano, nel vico dei Caldarari, per il canone annuo di 15 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e riceve per questa concessione 6 tarì d’oro (XXIX, 6)
2739.
1303, settembre 4, ind. II – Carlo II re a. 19
Capua
Stabile de Fontana, pubbl. not. di Capua
Rainaldo de Giorgio, giudice di Capua
Fra Pietro da Mercogliano, priore del monastero di M.V. di Capua, concede al maestro Enrico, f. del q. maestro Martino, di Capua, i diritti che quel monastero aveva su due parti di un mulino, detto Ferrantisco, sito nell’acqua «Saonis Trifisci», per l’annuo canone di 2 tarì e mezzo, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXXI, 64)
2740.
1303, settembre 18, ind. II – Carlo II re a. 19
Mercogliano
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Racco e Simone Janario, giudici di Mercogliano
Pietro, f. di don Roberto de Palma, abitante in Mercogliano, e donna Isolda, sua moglie, col consenso di Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., vendono a Giovanni de Gualtiero, medico, di Mercogliano, una casa nel Gerone di Mercogliano, per il prezzo di 10 once d’oro, e il canone di un tarì all’anno al monastero di M.V. nella festa di S. Maria a settembre, e 2 once d’oro allo stesso monastero per l’assenso (LXIII, 30)
2741.
1303, ottobre 20, ind. II
Roma
Filippo, principe di Taranto, dopo aver ricordato che durante il tempo in cui egli «in Sicilia manus hostiles tenebat», il nobile Giovanni Pipino di Barletta («de Barolo»), maestro razionale della Gran Curia Regia, rinunziò nelle mani del Re «decem unciatas in annuo redditu», — che riscuoteva su un feudo che teneva da parte dello stesso Re e che era nel contado di Acerra, ottenendo in cambio altra terra di regio demanio, mentre il re concesse quelle «decem unciatas» al maestro incisore Giovanni e ai suoi eredi, «sub servitio dimidii militis» —, e che lo stesso signor Giovanni Pipino cedette, col consenso del Re, al monastero ali M.V. il rimanente annuo reddito di sei once d’oro su quel feudo, ora, con suo privilegio accoglie la supplica che sia la parte rinunziata al re per permuta, e concessa al maestro incisore Giovanni, sia quella concessa in dono al monantero di M.V. vengano esentate da ogni peso ed onere (XI, 3)
***Altra copia in un doc. del 9 agosto 1305 (in: VIII, 122)
2742.
1303, novembre 15, venerdì, ind. II – Carlo II re a. 19
Lauro
Giacomo. pubbl. not. di Lauro
Antonio de Cappello («Cappellone»), giudice di Lauro
Riccardo de Divicia, abitante nel casale di Liveri («Liberi»), concede a Bartolomeo Pisaturo, abitante nel casale di Marzano, un pezzo di terra nel luogo detto In Capo della serra di Marzano («in capite serre Marzani»), per il censo annuo della metà dei frutti superiori e la decima degli inferiori (XLIX, 80)
2743.
1303, novembre 16, Ind. II – Carlo II re a. 19
Ospedale di M. V.
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano e del Casale di M. V. Benevento, giudice del Casale di M. V. Guglielmo, «dei gratia» venerabile ab. di M.V., concede a Stefano, f. di Ruggiero de Carisima, di Mercogliano, abitante nel Casale di M. V., e a donna Catania, sua moglie, una casa nel Casale di M.V., per il canone annuo di mezza libbra di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e mezz’oncia d’oro per questa concessione (CXVII, 11)
2744.
1303, novembre 19, ind. II – Carlo II re a. 19
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Pietro de Jannello, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Margherita, ved. del q. Gentile Bonapace de Aurilia, e a Giovanni, Giacomo e Filizunda suoi figli, una vigna nel luogo detto Cervaro, donata al monastero dal suddetto Gentile, per il canone annuo di una libbra di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (LX, 76 )
2745.
1303, novembre 22, ind. II – Carlo II re a. 19
Mercogliano
Matteo, pubbl. not, di Mercogliano
Giacomo Racco, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» venerabile ab. di M.V., concede a Pietro de Coradino, del Casale di M.V., un pezzo di terra con castagneto nelle pertinenze del Casale di M.V., nel luogo detto Baccanico, per il canone annuo di mezza libbra di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (CXVII, 12)
2746.
1303, novembre 26, ind. II – Benedetto Pp. XI a. 1
Benevento
Marco de Frasso, pubbl. not. di Benevento
Scampalupo, giudice di Benevento
Il nobile Francesco de Americo, cittadino beneventano, vende a fra Santoro, priore di S. Giovanni a Marcopio, agente a nome del monastero di M.V., due pezzi di terra congiunti fra laro, nelle pertinenze di Montefusco, nel luogo detto Paritulo e Santa Maria de Fellitto, per 16 once d’oro (XCVIII, 43)1)
¹) Il not. Salvatore Jacenna ci ha lasciato un breve regesto di un doc. cui si desidera la pergamena corrispondente. Esso dice:
1303. – Carlo II re a. 19
Guglielmo, ab. di M. V., concede a Francenco Petrofido, vassallo del manastero di M. V., abitante nel Casale della Madonna (= Casale di M. V.), e ai suoi legittimi eredi, un pezzo di terra, nello stesso casale, nel luogo detto La Pretora, per il canone annuo di un tarì d’oro, da corrispondersi l’8 settembre (LIV, 49 t.)
2747.
1301 («1303»), gennaio 7, ind. II – Carlo II re a. 19
Cervinara
Francesco de Sasso, pubbl not. di Cervinara
Giovanni de Martino, giudice di Cervinara
Pandolfo de Cappello concede a Giovanni e a Francesco de Gregorio, fratelli, due pezzi di terra nelle pertinenze di Cervinara, nel luogo detto Croce, per il censo annuo di 7 grana e mezza (XXXVIII, 94)
2748.
1304, marzo 8, ind. II – Carlo II re a. 20
Forenza («apud Florenciam»)
Giacomo de Durracio, pubbl. not. di Forenza
Nicola de Ogerio e Luca de Durracio, giudici di Forenza
Fra gli altri beni del monastero di M.V. essendovi i beni stabili che furono di Giovanni de Cara, oblato di M.V., — beni che egli teneva «pro indiviso» con sua moglie Giovanna, e che non si potevano convenientemente coltivare sino a che rimanevano indivisi —, ora viene disposto che rimangano ancora indivisi i beni mobili, perchè del governo dello stesso Giovanni nei predetti beni non ci può essere alcun sospetto; invece per quel che riguarda i beni stabili, fra Guido, oblato e procuratore dei beni di M. V. nella grancia di S. Maria degli Armeni in Forenza, e nelle sue pertinenze, li fa dividere in tre parti uguali e ne assegna la terza parte alla suddetta Giovanna, mentre le altre due parti vengono assegnate al monastero (XLIV, 47)
2749.
1304, marzo 28, ind. II – Carlo II re a. 20
Antonio, pubbl. not. di Altavilla
Maffeo Brunelli, giudice di Altavilla
Tommaso Calvo, di Altavilla, rimette alla nobile signora Sibilia de Tocco, ved. di Tommaso de Murrone, vivente «more francorum», tutti i diritti che aveva su certi territori, colti e incolti, con piante di querce, noci, ecc., nelle pertinenze di Balva, che egli teneva dalla stessa donna Sibilia, e riceve da essa 2 once d’oro. Inoltre Tommaso si obbliga a corrispondere a donna Sibilia 10 grana d’oro nella festa di S. Martino, per una casa in territorio di Altavilla, nel luogo detto Dentro la terra («intus terram»); e corrobora con giuramento sul Vangelo questa cessione (XII, 319)
2750.
1304, aprile 5, ind. II – Carlo II re a. 20 («21»)
San Lorenzo
Angelo, pubbl. not.
Pietro de Limata, giudice di Limata e della baronia di San Fraimondo.
La nobile Sibilia, di Limata, ved. di Tommaso de Murrone, perchè se ne abbia piena fede, si fa trascrivere uno strumento del giugno 1246, indizione quarta, nell’anno 26 di impero di Federico, rogato in Altavilla da Stefano, pubbl. not. di Altavilla, e sottoscritto da Roberto, giudice di Altavilla, nel quale Raone de Limata, f. del q. don Raone de Limata, dietro preghiera del maestro Matteo de Durante, suo vassallo, e in considerazione dei grati servizi da lui resigli, concede e conferma in perpetuo a lui e ai suoi eredi la metà delle nocciuole («medietatem nucillarum») di un nocelleto e la quarta parte dei frutti dello stesso nocelleto, con l’obbligo di un censo annuo, secondo precedenti strumenti, da corrispondersi nella festa di S. Martino (L, 15)
2751.
1304, aprile 10, venerdì, ind. II – Carlo II re a. 20
Deuchiludedo Perario, pubbl. not. di Nola
Giacomo Scazano, giudice di Nola e di Cicala
Pietro de Finicia, del casale di Tufino, nelle pertinenze di Nola, dichiara di dover rendere un censo annuo di 15 grana, distribuite in tre rate uguali di cinque grana ciascuna, a Natale, a Pasqua e nella festa di S. Maria ad agosto, per una terra posta sul ponticello, nel luogo detto Turticelle: perciò prega fra Stefano, priore della chiesa di S. Maria del Plesco, di ratificare il contratto di permuta che egli ha concluso con Matteo de Forenza («de Florencia»), al quale ha ceduto quella terra, in cambio di un territorio nel luogo detto Santa Domenica («ad Sanctam Dominicam») (CXXV, 203)
2752.
1304, aprile 23, ind. II. – Carlo II re a. 20
Tommaso, pubbl. not. di Montefusco
Matteo de Ruggiero, giudice di Montefusco
Il maestro Pasquale de Flora vende a donna Damiata, ved. di Giorgio de Jandina, una vigna nelle pertinenze di Montefusco, nel casale di Santa Maria a Vico, nel luogo detto «a lu calla macza», per il prezzo di 3 once d’oro (LII, 66)
2753.
1304, giugno 23, martedì, ind. II – Carlo II re a. 20
Mercogliano
Giacomo, pubbl. not. di Mercogliano
Simone e Giacomo, giudici di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Pietro Fellicola, f. del q. giudice Giovanni, una casa con orto nel Gerone di Mercogliano, per il canone annuo di un tarì d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e per questa concessione riceve un’oncia d’oro (LX, 77)
2754.
1304, giugno 30, ind. II – Carlo II re a. 20
Avellino
Pietro de Montefredane, pubbl. not. di Avellino
Giovanni de Marracchia e Giovanni de Silvestro, giudici di Avellino
Fra Roffrido, priore della chiesa di S. Leonardo d’Avellino e procuratore e sindaco di Roberto, ab. della SS. Trinità di Cava, cede a fra Riccardo, monaco, vestarario e procuratore di Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., la metà di un mulino, che si chiama il Mulino del Capo, mentre l’altra metà era posseduta già dal monastero di M.V. insieme con la chiesa di Santo Spirito e parecchie altre persone della città di Avellino; e fra Riccardo, in nome di M. V., gli cede la metà di un altro mulino, che il monastero possedeva nel castello di Atripalda, sull’acqua detta Sulfula, nel luogo detto Archi, mentre l’altra metà dello stesso mulino era già posseduta dal monastero di Cava (XVIII, 78)
2755.
1304, agosto 4, ind. II – Carlo II re a. 20
Telese
Pietro, pubbl. not. della città Telese
Raone de Massa, giudice della città di Telese
La signora donna Sibilia de Limata, ved. di don Tommaso di don Antonio de Murrone, — dietro preghiere di Guglielmo, f. ed erede del q. Giovanni de Angelo, del casale di Venere, in territorio di Telese —, dà il suo assenso alla vendita fatta al q. Giovanni de Angelo, padre del suddetto Guglielmo, senza il suo consenso, da Roberto di Riccardo de Millizano, di Limata, e riguardante un pezzo di terra in territorio di Limata, nel luogo detto «li vassalli», e un’altra terra nelle pertinenze di Limata, nel luogo detto San Bartolomeo. Ora essa convalida col suo assenso tale compra-vendita e riceve da Guglielmo un’oncia d’oro e l’obbligo di un censo annuo di mezzo tarì d’Amalfi (L, 16)
2756.
1304, agosto 16, ind. II – Carlo II re a. 20
Mercogliano
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano
Pietro Fellicola, giudice di Mercogliano
Giacomo de Opera, di Mercogliano, col consenso di Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., vende al giudice Riccardo Racco un pezzo di terra con castagneto nel luogo detto Sala, per 25 tarì e mezzo e un canone annuo di mezza libbra di cera al monastero di M. V. (LXIII, 32)
2757.
1304, ottobre, ind. III – Carlo II re a. 20
Boiano
Giovanni de Solomeo, pubbl. not. di Boiano
Rainaldo de Limosano, giudice della città di Boiano
Giovanni, monaco e procuratore di Benedetto, «dei gratia» ab. di S. Lupo, agendo a nome della chiesa di S. Maria del Vivario, concede a Riccardo de Amico e a Maria, sua moglie, e ai loro figli, una casa con orto contiguo, nel sobborgo di Boiano, per il canone annuo di un tarì e 5 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e 6 tarì per questa concesione (XXIX, 7)
2758.
1304, novembre 22, ind. III – Carlo II re a. 20
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Riccardo Racco e Simone Janario, giudici di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Giovanni de donna Capuana, del Casale di M.V., due pezzi di terra con orto e una terra con castagneto nel Casale di M.V. e nel suo territorio, e in particolare un pezzo di terra nel luogo detto «in pede casalis Montis Virginis», e l’altro nel luogo detto Fontana, mentre il castagneto era «in pede dicti Casalis»: il tutto per il canone di 2 tarì d’oro all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (CXVII, 13)
2759.
1304, novembre 22, ind. III – Carlo II re a. 20
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Riccardo Racco e Simone Janario, giudici di Mercogliano
Tommaso, f. del q. Tommaso de Tristaino, e Flaudina, sua moglie, vendono a Giovanni de Riso, f. del q. Tommaso del Riso, di Mercogliano, una terra con castagneto nel luogo detto Pretorio, per il prezzo di 3 once e 15 tarì d’oro, e il canone annuo di 10 grana al monastero di M. V., da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e pagando allo stesso monastero 12 tarì per l’assenso (LXIII, 33)
2760.
1304, novembre 25, mercoledì, ind. III – Carlo II re a. 20
Nola
Ruggiero de Lando, pubbl. not.
Nicola Infante, giudice di Nola e di Cicala
Fra Stefano, priore del monastero di S. Maria del Plesco, soggetto al monastero M. V., concede a Nicola de Bonesia, del casale di Sant’Erasmo, nel territorio di Nola, una terra presso il casale di Saviano, per il canone annuo di un grano d’oro, da corrispondersi a Natale (CX, 4)
2761.
1304, novembre 25, mercoledì, ind. III – Carlo II re a. 20
Nola
Ruggiero de Lando, pubbl. not.
Nicola Infante, giudice di Nola e di Cicala
Nicola de Bonesia, del casale di Sant’Erasmo in territorio di Nola, dichiara di possedere da fra Stefano, priore di S. Maria del Plesco, una terra dello stesso monastero presso il casale di Saviano, per il canone annuo di un grano d’oro, da corrispondersi a Natale (CX, 3)
2762.
1304, dicembre 2, mercoledì, ind. III – Carlo II re a. 20
Nola
Deuchiludedo Perario, di Nola, pubbl. not.
Tommaso de Ogonto, giudice della città di Nola e di Cicala
Nicola Mellusio, di Liveri, in territorio del castello di Cicala, e Sarafia, sua moglie, vendono a Lauritano de Donadeo, del suddetto casale di Liveri, diritti che essi avevano su una terra (di cui però non si determinano i confini), che essi gli avevano già data a censo per la metà dei frutti superiori e la decima degli inferiori, per il prezzo di un’oncia d’oro e 13 tarì (L, 31)
2763.
1304 (mese, giorno e Ind. corrosi)
Atripalda
Ruggiero, pubbl. not. di Atripalda
Guglielmo de Modestino, giudice di Atripalda
Pietro di donna Disbia compra un pezzo di terra in territorio di Atripalda, per 2 once e … tarì (XVI, 74)
2764.
1305, gennaio 10, ind. III – Carlo II re a. 20
Forenza
Pietro de Oriente, pubbl. not. di Forenza
Nicola de Ogerio, giudice di Forenza
Bernardo, f. del q. Tommaso de Magalda, vende ad Andrea de Tribus un vignale nelle pertinenze di Forenza, nella contrada del monte Giribaldo, per 15 tarì di Sicilia (XLIV, 70)
2765.
1305, febbraio 6, ind. III – Carlo II re a. 20
Forenza
Pietro de Oriente, pubbl. not. di Forenza
Nicola de Ogerio, giudice di Forenza
Ruggiero de Tribus, abitante in Acerenza, e Giovanni detto «Cunni», abitante in Forenza, fratelli, vendono ad Andrea, altro loro fratello, una casa in Forenza, nella parrocchia di Nicola, per 2 once d’oro di tarì di Sicilia (XLIV, 71)
2766.
1305, febbraio 24, ind. III – Carlo II re a. 21
Mercogliano
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano
Simone Janario, giudice di Mercogliano
Nicola, f. del q. Perrino de Poto, col consenso di Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., vende una casa in Mercogliano, nel luogo detto Porta di Mazzocca, al maestro Tommaso de Sulibona, di Mercogliano, per un’oncia e 15 tarì d’oro, e con l’onere di un canone annuo di 13 grana d’oro al monastero di M. V., da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (LXIII, 34)
2767.
1305, marzo, ind. III – Carlo II re a. 21
Nicola del giudice Goffrido, di Maddaloni, pubbl. not.
Matteo Mallola, giudice di Maddaloni
Tommaso de Paolo, abitante in Maddaloni, dichiara di dover corrispondere una rendita di 2 tarì amalfitani all’anno alla chiesa di S. Maria «domus templi» in Maddaloni, soggetta al Tempio di Salomone di Gerusalemme, per un orto della medesima vicino alla chiesa di S. Maria Reale di M. V. (LI, 115)
2768.
1305, aprile 20, ind. III – Carlo II re a. 21
Casale di M. V.
Giacomo, pubbl. not. di Mercogliano
Simone Janario, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M. V., insieme con don Riccardo, vestarario, don Bartolomeo, infirmarario, don Riccardo, sacrista dell’Ospedale di M. V., e don Modestino, monaci di M. V., concede a Nicola e a Stasio, fratelli, abitanti in Benevento, una terra nel territorio di Benevento, nella contrada detta Plesco della Calcara, col patto di piantarvi una vigna e corrispondere un canone annuo di 4 tarì nella festa di S. Maria a settembre (XXV, 8)
2769.
1305, agosto 9, ind. III – Carlo II re a. 21
Marigliano («apud Marillianum»)
Nicola Pepe («Piper»), not. di Marigliano
Gentile Capograsso, giudice di Marigliano
Dietro richiesta di fra Riccardo, monaco e vestarario di M.V., si riporta un privilegio di Filippo, principe di Taranto, dato da Roma il 20 ottobre 1303. Ind. II (riferito, Reg. 2741) (VIII, 122)
2770.
1305 («1306»), ottobre 9, ind. IV – Carlo II re a. 21
Mercogliano
Matteo, pubbl. not. di Mercogliano
Simone Janario, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Corrado, f. naturale del giudice Riccardo Racco, due pezzi di terra, dei quali uno con vigna di olivi nel luogo detto Caputi, e l’altro a castagneto nel luogo detto Capocasale, per l’annuo censo di 2 tarì d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 2 once per questa concessione (LX, 78)1)
2771.
1305, novembre 17, martedì, ind. IV – Carlo 11 re a. 21
Nola
Ruggiero de Lando, pubbl. not. di Nola e di Cicala
Sergio Perario, giudice di Nola e di Cicala
Stabile «cognomine de Magdalono», del casale di Visciano, vende a Giacomo Veterone, di Visciano, una terra nel luogo detto Carrara, nelle pertinenze di Visciano, redditizia al monastero di M. V. in un canone annuo di 10 grana, per il prezzo di 2 once d’oro (XXVII, 20)
2772.
1305 («1300»), dicembre 11, ind. IV – Carlo II re a. 21
Salerno
Andrea Dardane, pubbl. not. di Salerno
Matteo Coppula, giudice
Matteo Scarso, f. del q. Mario, vende al medico salernitano («doctore in phisica») Tancredi Rassica, f. di Nicola Rassica, una terra con vigna, giardino («viridario»), alberi di olive e altri alberi fruttiferi, con casa terranea e altri edifici, fuori la città di Salerno, «illa parte vie per quam fluit aqua que Busanula dicitur», presso la chiesa di Sant’Angelo, detta «de lu cretaczo», per il prezzo di 25 once d’oro (CV, 66)
Bibl.: Carucci, Codice Diplomatico Salernitano, III, p. 465
2773.
1306 («1305»), gennaio 11, ind. IV – Carlo II re a. 22
Guglielmo, detto de Lauro, pubbl. not. di Montoro
Nicola de Siffrido, giudice di Montoro
Pietro Zipicza, come sua ultima volontà, ordina che il suo corpo venga sepolto «honorabiliter» nella chiesa di S. Pietro «de Lizoza», alla quale chiesa lascia 6 tarì; conferma come sua erede la figlia Sechelegayta e il nipote Giacomo de Benevento; lascia al monastero di M.V. due terricciuole nelle pertinenze di Montoro, nel luogo detto Vignola (LXXXVII, 36)
2774.
1306, marzo 3, ind. IV – Carlo II re a. 21
Forenza
Pietro de Oriente, pubbl. not. di Forenza
Luca de Durracio, giudice di Forenza
Jacono Giovanni, f. di Giliberto de Rota, abitante in Forenza, dona al monastero di M. V., per mano del preposito fra Andrea, tutti i suoi beni, e offre la sua persona per il servizio del monastero (XLIV, 48)1)
1306 («1305»), marzo 13, ind. IV – Carlo II re a. 22
Venticano
Pietro, pubbl. not. di Montefusco e di Venticano
Giacomo Sparano, giudice di Montefusco
Il signor Americo de Sus, signore di Venticano, offre al monastero di M. V., per le mani del P. Santoro, monaco di M. V. e priore di S. Giovanni a Marcopio, 4 once d’oro annue, da corrispondersi ogni anno il 25 marzo, per una cappella in M. V., nella quale egli stabilisce la sua sepoltura (VIII, 115-121)
2775.
1306, marzo 16, mercoledì, ind. IV – Carlo I re a. 22
Deuchiludedo Perario, not. di Nola
Sergio Perario, giudice di Nola e di Cicala
Giacomo Corrigia, di Visciano, e Giacoma, sua moglie, vendono a Giacomo Veterone una terra nelle pertinenze di Visciano, nel luogo detto Paterno, per un’oncia d’oro (XXVII, 37)
2776.
(1306) aprile 10, ind. IV, (Carlo II) re a. 22
Giovanni de Solomeo, di Boiano, pubbl. not.
Andrea de Lanzano, giudice di Boiano
Ruggiero, Pietro e Nicola, fratelli, figli di Cirillo de Lymosano, di Boiano, col consenso di Pietro, ab. di S. Lupo di Benevento, vendono un pezzo di terra nel luogo detto «ly Paduli», a Matteo di Giovanni de Marco, pure di Boiano, terra che essi tenevano a censo dalla chiesa di S. Maria del Vivario per il canone annuo di mezza libbra di cera da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e la vendono per 7 tarì e mezzo e con l’onere suddetto (XXIX, 67)
2777.
1306, aprile 12, ind. IV – Carlo II re a. 22
Salerno
Giovanni Scotto, pubbl. not. di Salerno
Pietro de Mattia, giudice della città di Salerno
Il giudice Giovanni Grillo, f. del q. Petrone Grillo, dichiara d aver ricevuto da Palmiero Mariconda, suo suocero, per parte sua e di sua moglie Margherita, figlia di Palmiero, tutta la dote assegnata a Margherita nel contratto matrimoniale, e cioè 60 once d’oro di tarì di Sicilia «in pecunia numerata», e altre 30 once d’oro in beni mobili «iuste appreciatis», e perciò dichiara che a lui non spetta più nulla; da parte sua Margherita conferma e ratifica le dichiarazioni del marito e rinunzia al velleiano e a ogni altro ausilio delle leggi (CV, 77).
Bibl.: Carucci C., Codice Diplomatico Salernitano del sec. XIV. Parte Prima, Documenti e frammenti, Salerno, s.d., p. 51-53
2778.
1306, aprile 24, domenica, ind. IV – Carlo II re a. 22
«Apud Candiccium»
Deochiludedo Perario, pubbl. not. di Nola e di Cicala
Sergio Perario, giudice di Cicala e di Nola
Il nobile Egidio de Mustarola, non avendo figli lascia suo erede il nipote don Pietro de Sessiaco, (= de «Soisy») f. della q. donna Ytarcia, sua sorella, che egli già istituì suo erede nel testamento rogato a Napoli il 20 dicembre 1294, Ind. VIII, con la condizione che se avesse avuto un figlio o avesse lasciata la moglie incinta, tale designazione dell’erede dei suoi beni non avrebbe avuto alcun effetto. Ora stabilisce: che per il suo sepolcro da costruirsi nella sua cappella a M. V. e che per il sepolcro della q. nobildonna Filippa de Gisualdo, sua moglie, vengano date 20 once; 12 once per la cera «pro faciendis luminariis» al suo funerale; lascia in legato al Re la sua spada («ensem suum»); lascia a Tassino 4 once e un cavallo del valore di 6 once e un reddito di dodici libbre su un quinto sui suoi beni che egli, Egidio, ha in Francia. Segue un lunghissimo elenco di altri legati (LXXV, 244)
Bibl.: Bridges S. F., Langue d’oil to volgare siciliano: three followers of Charles of Anjou, in Papers of the British School at Rome, XXIII, 1955, p. 190-196
2779.
1306, maggio 25, ind. IV – Carlo II re a. 22
Ascoli
Desiderio, pubbl. not. di Ascoli
Nicola de Pietro, giudice di Ascoli
I signori Canonici e il Clero della cattedrale di Ascoli, col consenso del loro vescovo, cedono a don Andrea, monaco di M. V. e procuratore di Guglielmo, ab. di M.V., in ordine ai beni esistenti in Puglia, un pezzo di terra arativa nelle pertinenze di Ascoli, nel luogo detto Serra Longa; e in cambio ne ricevono un altro nel luogo detto San Zaccaria (XV, 10)
2780.
1306, agosto 14, ind. IV – Carlo II re a. 22
Mercogliano
Giacomo, pubbl, not. di Mercogliano
Simone Janario, giudice di Mercogliano
Guglielmo, ab. di M. V., cede al nobile don Nicola Caracciolo, di Capua, «sanescalli domini ducis Calabrie», una casa in Capua, nella parrocchia di S. Pietro al Ponte, e in cambio riceve una terra con vigna nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Vesta («Besta») (XVIII, 79)
2781.
1306, agosto 31, mercoledì, ind. IV – Carlo II re a. 22
Nola
Ruggiero de Lande, pubbl. not. di Nola
Sergio Perario, giudice di Nola e di Cicala
Giovanni, f. del q. Gualtiero Veterone, vende a Giacomo Veterone, di Visciano, un pezzo di terra nel luogo detto Carrara, nelle pertinense di Visciano, per il prezzo di un’oncia, 7 tarì e 10 grana (XXVII, 38)
2782.
1306, settembre 2, ind. IV – Clemente Pp. V, a. 2
Fra Matteo, vesc. di Faenza («faventinus episcopus»), esorta i suoi diocesani a porgere il loro aiuto a favore dell’Ospedale di S. Maria, costruito nella città di Venezia, per i deboli, gli infermi e i poveri (XXXV, 105)
2783.
1306, settembre 14, ind. V – Carlo II re a. 22
Montefusco
Tommaso, pubbl. not. di Montefusco
Matteo de Ruggiero, giudice di Montefusco
Pietro Corvo, di Venticano, vende a Nicola de Giordano, di Montefusco, due vigne nelle pertinenze di Montefusco, nel luogo detto Gambatesa («ad Gambatisam»), e nove ordini di vigna nello stesso luogo, per il prezzo di 3 once e 15 tarì, salvo il reddito di 9 once di cera all’anno al monastero di M. V. (CXXV, 173)
2784.
1306, settembre 15, ind. V – Carlo II re a. 22
Montefusco
Tommaso, pubbl. not. di Montefusco
Ettore Graziano e Matteo de Ruggiero, giudici di Montefusco
Nicola Lanzelino, «milite», stando in sua casa, «in Balio militum Montis Fusculi», fa testamento: innanzi tutto istituisce suoi eredi in tutti i suoi beni feudali e burgensatici, in qualunque modo a lui spettanti, le nobildonne donna Tommasa e donna Giovanna, salvi e dedotti i diritti spettanti a donna Margherita, sua moglie, e tutti e singoli i sottoscritti legati, cioè: lascia alla suddetta donna Tommasa tutti i suoi beni feudali in Montefusco, nel luogo detto «ad lupinum», eccetto un ortale detto «de presbiteris», che egli lascia alla chiesa di S. Pietro de Lupino, sito presso la stessa chiesa, ed eccetto il legato di un terreno lasciato a M.V. e determinato dai suoi confini. Ora, essendo il testatore morto, fra Santoro, monaco di M.V. e priore di S. Giovanni a Marcopio, si fa stendere pubblico strumento a cautela del monastero (LXXXIII, 103)1)
Bibl.: Oltre il Mastrullo, Monte Vergine Sagro, hanno pubblicato questo doc. B. Tromby, Storia, vol. VI, Appendice 1, n. XXXVIII, p. XLVI, e A. Sacco, La Certosa, vol. I, p. 107
1) NOTA
2785.
1306, novembre 22, ind. V – Carlo II re a. 22
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Simone Janario, giudice di Mercogliano
Riccardo di Riccardo Ibano, e Tommasa, sua moglie, figlia del q. Pietro Saraceno, di Mercogliano, col consenso di Guglielmo, «dei gratia» ab. di M. V. (che si sottoscrive), vendono a Matteo de Castolio una vigna, dotale della stessa Tommasa, nel luogo detto Turelli, per 15 tarì d’oro e il canone annuo di 5 grana d’oro al monastero di M. V., da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 10)
2786.
1307 («1306»), gennaio 26, ind. V – Carlo II re a. 23
Montefusco
Tommaso, pubbl. not. di Montefusco
Matteo de Ruggiero, giudice di Montefusco
Il Padre Santoro, monaco di M.V. e priore dell’obbedienza di S. Giovanni a Marcopio, trovandosi nella chiesa di S. Nicola «de Turrisio», col consenso di Guglielmo, ab. di M.V., e della Comunità di M.V., considerando che Giovanni de Malgerio aveva comprato col permesso di M.V., e a nome e per parte di M. V. una casa nella piazza pubblica di Montefusco, nella parrocchia di S. Maria, da Giovanni de Tadeo, della stessa terra, — casa che teneva a titolo di locazione dallo stesso monastero —: e considerando che lo stesso Giovanni de Tadeo con difficoltà corrispondeva il censo annuo a cui era tenuto per quella casa, mentre ora Giovanni de Malgerio intendeva aumentare di 5 grana d’oro tale censo, crede bene di concedergliela «locationis titulo» in perpetuo per lui stesso e per i suoi successori ed eredi, «exceptis clericis et feminabus», con l’obbligo di corrispondere ogni anno, nel giorno di S. Maria a settembre, 3 tarì d’oro e 15 grana (LXXXIV, 10)
2787.
1307, marzo 4, ind. V – Carlo II re a. 23
Boiano
Giovanni de Solomeo, pubbl. not. di Boiano
Tommaso de Matteo, giudice della città di Boiano
Fra Giovanni, monaco di S. Lupo e procuratore di Pietro, «dei gratia» ab. dello stesso monastero di S. Lupo di Benevento, concede, in nome di S. Maria del Vivario di Boiano, a Guido de Guidone una terra nelle pertinenze di Boiano, vicino al monte Maiella, per il canone annuo di mezza libbra di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 11)
2788.
1307, marzo 4, ind. V – Carlo II re a. 23
Boiano
Giovanni de Solomeo, pubbl. not. di Boiano
Tommaso de Matteo, giudice di Boiano
Giovanni, monaco di S. Lupo di Benevento e procuratore del suo ab. Pietro, in nome di S. Maria del Vivario di Boiano, concede a Guido de Guidone un pezzo di terra, in territorio di Boiano, vicino al monte Maiella, per il canone annuo di mezza libbra di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 9)
2789.
1307, maggio 26, ind. V – Carlo II re a. 23
Napoli
Giovanni Vulcano («Bulcanus»), pubbl. not. di Napoli
Sergio Pignatello, «miles», giudice di Napoli
Landolfo, card. diac. di Sant’Angelo, con lettera del 10 luglio 1306, ind. IV, nell’anno secondo di Clemente Pp. V, costituisce suo procuratore il signor Ettore Vulcano, che a sua volta suddelega il vesc. della città di Ascoli, per l’amministrazione dei beni che il cardinale possedeva in Ascoli (XV, 97)
2790.
1307, agosto 9, ind. V – Carlo II re a. 23
Capua
Nicola di Fluro, di Capua, pubbl. not.
Giacomo de Leucio, giudice di Capua
Nicola e Nicolina, figli del q. Leonardo Cordanerio, insieme con Nicola de Romagna, loro tutore testamentario, essendo stati citati — ad istanza del monastero di M. V. di Capua — dal giudice Giovanni de Gravina, di Capua, «de mandato» dell’Ill.mo Roberto Illustre, duca di Calabria e Vicario generale nel Regno, perchè restituissero al suddetto monastero, dal quale erano stati più volte inutilmente richiesti e sollecitati, un «portum sedium sive locum unius molendini», detto Mulino di Sabato, «in aqua Sagonis Trifisci», nelle pertinenze di Capua, costituiscono loro procuratore il not. Giovanni Quadrapane, di Capua, perchè compaia in Corte e difenda i loro diritti (XXXI, 164)
2791.
1307, agosto 20, ind. V – Carlo II re a. 23
Boiano
Giovanni de Solomeo, pubbl. not. di Boiano
Tommaso de Matteo, giudice della città di Boiano
Pietro, «dei gratia» ab. del monastero di S. Lupo di Benevento e cappellano del cardinal Landolfo, in nome della chiesa di S. Maria del Vivario di Boiano, riconcede a Giovanni di Berardo Bianco («Blanco»), e ai suoi eredi, una casa nel sobborgo della città di Boiano, per il canone annuo di un tarì e 2 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 10)
2792.
1307, novembre 6, ind. VI – Carlo II re a. 23
San Giovanni a Marcopio, nelle pertinenze di Montefusco
Tommaso, pubbl. not. di Montefusco
Giovanni de Jachia, giudice di Montefusco
Simone de Sora, cittadino di Aquaputida, f del q. Giovanni de Sora, col consenso di donna Simona, sua moglie, e questa col consenso di suo marito, offrono se stessi e i loro beni a Dio e al sacro monastero di M.V., nelle mani di Guglielmo, ab. di M.V., beni che sono costituiti da una casa nel sobborgo di Aquaputida, con orto contiguo, presso la Piazza pubblica, una casa nello stesso sobborgo, vicino alla stessa piazza, una casa dove è il forno, una vigna in territorio di Acquaputida, nel luogo detto Palma, una casa grande in cui essi abitano, in Aquaputida, anche essa vicino alla piazza pubblica.
2793.
1307, novembre 19, ind. VI – Carlo II re a. 23
Salerno
Giovanni Scotto, pubbl. not. di Salerno
Giovanni Saponaro, giudice della città di Salerno
Il giudice Giovanni Grillo, f. del q. Petrone Grillo, di Salerno, dichiara di aver ricevuto da Palmiero Mariconda, suo suocero, tutta e intera la dote che gli spettava per parte sua e di sua moglie Margherita, figlia dello stesso Palmiero, e cioè: 65 once d’oro in tarì di Sicilia «in pecunia numerata», e altre 30 once di beni mobili «iuste appreciatis», come da strumento del 12 aprile della Ind. IV (riferito, Reg. 2777). Inoltre le parti contraenti convengono nel pieno valore e validità del surriferito strumento delle doti (CV, 78)
Bibl.: Carucci C., Codice Diplomatico Salernitano, p. 57
2794.
1307, novembre 19, ind. VI – Clemente Pp. V («IV») a. 3
Benevento, nella chiesa maggiore
Ruggiero di Giovanni, pubbl. not. di Benevento
Ugo del giudice Nicola, giudice di Benevento
Donna Guerriera, ved. del q. Riccardo de Rainaldo, dona al monastero di M.V., per mano di fra Santoro, monaco di M. V. e priore dell’obbedienza di S. Giovanni a Marcopio, soggetta a M.V., la metà dei seguenti beni che essa possedeva «pro indiviso» con Bartolomeo, Guglielmo e Nicola, suoi nipoti, eredi del q. giudice Nicola di Guglielmo de Potone, riservandosene l’usufrutto sua vita durante, e cioè: una casa nella piazza pubblica di Montefusco, nella contrada detta «a la stallata»; due case nel luogo detto «a potenza»; una vigna nel luogo detto Callarano nel casale di Santo Stefano; una vigna con terra «vacua» e oliveto, nel luogo detto Loti; una terra nel luogo detto Rogerola, che volgarmente è detta «la terra de Menelao» (LXXXIII, 46)
***Copia autentica cartacea (LXXXIII, 47-49)
2795.
1307, … 20, ind. … – Carlo II re a. 23
Boiano
Giovanni de Solomeo, pubbl. not. di Boiano
Tommaso de Matteo, giudice della città di Boiano
Don Pietro de Marco, procuratore di Benedetto, ab. di S. Lupo di Benevento, in nome di S. Maria del Vivario di Boiano, concede a Giovanni de Paolo, di Boiano, uno sterparo di quasi nessun valore, nelle pertinenze di Boiano, nel luogo detto Vallone Moronco, per il canone annuo annuo di mezza libbra di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 8)
2796.
1308 («1307»), febbraio 27, mercoledì, ind. VI – Carlo II re a. 24
Visciano
Roberto de Romano, pubbl. not. di Lauro
Antonio de Cappellone, giudice di Lauro
Giovanni Veterone ed Angela, sua moglie, vendono a Giacomo Veterone una terra nelle pertinenze di Lauro, nel luogo detto Croce («ad Crucem»), per 2 once d’oro (XXVII, 39)
2797.
1308, aprile 10, ind. VI – Carlo II re a. 24
Montefusco
Tommaso, pubbl. not. di Montefusco
Giovanni de Jachia, giudice di Montefusco
Pietro de Corvo, di Venticano, vende a Nicola de Giordano, di Montefusco, una vigna nelle pertinenze di Montefusco, nel luogo detto Gambatesa («ad Gambatisam»), per 2 once d’oro e col reddito annuo di 2 grana e due terzi al monastero di M. V., da corrispondersi alla chiesa di S. Nicola «de Turrisio», e una libbra e una quarta di cera al monastero di M. V. (LXXXIV, 38)
2798.
1308, aprile 16, ind. VI – Carlo II re a. 24
Sarno
Giovanni de San Giorgio, pubbl. not. di Sarno
Nicola de Adierna, giudice di Sarno
Donna Francesca, moglie di Martino Roccense, vende a donna Giacoma, ved. del maestro Sabino, una terra con castagneto nelle pertinenze di Sarno, nel luogo detto «a la Porcaletta», per 8 tarì d’oro (CIX, 23)
2799.
1308, aprile «vicesimo…», ind. VI – Carlo II re a. 23
Casale di M.V.
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Simone Janario, giudice di Mercogliano
Guglielmo, ab. di M.V. (che si sottoscrive), asserisce che il primo settembre della presente indizione VI ha concesso per cinque anni a Romano «de filiis Ursi», per il canone di un fiorino d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, i seguenti beni: una casa coperta con davanti una corte, nel luogo detto Tavernola; una vigna ivi; una terra con selva ivi; una terra con castagneto e nocelleto nel luogo detto Pannicara; una terra con vigna e palmento nel luogo detto San Vincenzo; una terra «vacua» ivi; una terra con castagneto e nocelleto nel luogo detto Petroneruto; una terra con nocelleto nel luogo detto Gualdo; una terra «vacua» nel luogo detto Cortiza; una terra «vacua» con nocelleto nel luogo detto Paparano; una terra ivi; una terra nel luogo detto Campo delle Noci; una terra con castagneto a Tavernola; una terra con castagneto nel luogo detto «a li vallicelli»; una terra nel luogo detto Ponte; una terra incolta con piante di querce: e finalmente una terra nel luogo detto Pucza, presso i beni di Santa Maria Maddalena: il tutto con la condizione che le migliorie fatte in questi beni nei cinque anni dovessero restare a beneficio del monastero (XVI, 18)
2800.
1308, maggio 4, ind. VI – Carlo II re a. 24.
Avellino
Pietro de Montefredane, pubbl. not. di Avellino
Alessandro Forte, giudice di Avellino
Berardo, f. del q. Ruggiero di Don Lando, di Avellino, vende al giudice Simone Janario, di Mercogliano, procuratore di Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., un pezzo di terra in parte con vigna e in parte sterile e incolta, nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Selva dell’Abate, per il prezzo di 7 once d’oro, che servivano al venditore per dare le doti a sua sorella Beatrice (XVIII, 63)
2801.
1308, luglio 6, sabato, ind. VI – Carlo II re a. 24
Visciano («Bissane»)
Angelo del giudice Gualtiero, pubbl. not. di Visciano
Gualtiero de Cimitile («Cimiterio»), giudice di Nola e di Cicala
Fra Riccardo da Monticchio, monaco e vestarario di M.V., agente a nome di Guglielmo, ab. di M. V., e della Comunità di M. V., in virtù di un mandato del milite Lapo Turdo al giudice Landolfo de Nocera,— in cui si dice che ad istanza dell’ab. e della Comunità di M. V. furono citati come ingiusti possessori di beni del monastero e, come contumaci, condannati, donna Bissana, di Visciano, per una terra in territorio di questo casale, Costantino de Maddaloni («de Magdalono») e suo padre Stabile e Fornicino de Mauro per una terra in territorio di Visciano, nel luogo detto Carrara (e «Carcarara»), e per un’altra terra nel luogo detto Orto («a lu orto») —, prende possesso delle due terre citate. Inoltre, in virtù di un secondo mandato dello stesso Lapo Turdo al suddetto giudice Landolfo, — in cui sono ugualmente citati ad istanza dell’abate e della Comunità di M.V., e, come contumaci, condannati alcuni privati, in quanto hanno arrecato danni ai beni del monastero, e cioè: Giovanni de Stefano e altri per danni in una terra nel luogo detto Ediola, in un’altra nel luogo detto «ad plana vespuli», in una terra nel luogo detto Playo, e in un’altra nel luogo detto Cupitelli; donna Bissana, per danni in una terra nel luogo detto Pingenzano, piantata a nocelleto, e in un’altra nel luogo detto «a li pertini» —, prende possesso «pro mensura debiti declarati», in difetto di beni mobili, «pro fructibus… ablatis», di una terra di Giovanni de Stefano, in territorio di Visciano, nel luogo detto Playo, e di una terra di Cristofaro de Giorgio, nello stesso territorio, arbustata e con altri alberi fruttiferi, col potere di tenere queste terre «tam diu donec contumaces ipsi tedio affecti», compariranno in Curia per le debite soddisfazioni al monastero di M. V. (XXVII, 5)
2802.
1308, agosto 5, ind. VI – Carlo II re a. 24
Avellino
Pietro, detto de Montefredane, cittadino di Avellino, pubbl. not. ivi
Giovanni de Berteramo, giudice di Avellino
Il P. Riccardo da Monticchio, monaco e vestarario di M.V., con procura di Guglielmo, «dei gratia» ab. di M. V., e della Comunità di M.V., cede all’ab. Tommaso de Alibrando, chier. e canonico della chiesa maggiore di Avellino, e abate e rettore della chiesa di S. Nicola, «que sita est in capite Avellini», un nocelleto nel luogo detto Aqua vivola, che il monastero aveva concesso a censo, per un tarì all’anno, a Ruggiero de San Coffo, di Avellino; e in cambio riceve una vigna nelle stesse pertinenze di Avellino, nel luogo detto San Marco, presso i beni dello stesso monastero e che ora teneva a censo Giovanni Caradasio, di Mercogliano, pure per un tarì di canone annuo ed era di proprietà della chiesa di S. Nicola (LVIII, 30)
2803.
1308, agosto 12, ind. VI – Carlo II re a. 24
Montoro
Tommaso, pubbl. not. di Montoro
Riccardo Marragio, giudice di Montoro
Giovanni Barbarisio, f. del q. Ruggiero, vende a Ruggiero Baiano, f. del q. Tommaso, un pezzo di terra con castagni, nocciuoli e altri alberi fruttiferi, nel luogo detto Millazaro, per 12 ducati, salvo l’obbligo di corrispondere al monastero di M. V. un annuo canone di un tarì (LXXXVII, 44)
2804.
1308, settembre 5, ind. VII – Carlo II re a. 24
Casale di Santa Maria a Vico, nelle pertinenze di Montefusco
Tommaso, cittadino di Montefusco, pubbl. not.
Matteo de Ruggiero, giudice
Don Giovanni Sergio, «pro male ablatis» dona al monastero di M. V., per mano del P. Santoro, priore di S. Giovanni a Marcopio, una casa con cortile, orto, ecc., in quel casale, e una vigna nello stesso casale (LII, 63)
2805.
1308 («1304»), settembre 15, ind. VII – Carlo II re a. 24
Lauro
Alferio, pubbl. not. di Lauro
Giacomo de Salerno, giudice di Lauro
Enferosa («Henferosa»), moglie del q. Angelo de Marzo, abitante nel casale di Domicella, territorio di Lauro, vende a fra Pietro da Benevento, priore del monastero di S. Giacomo di Lauro, soggetto a M. V., tutti i diritti che le potevano spettare su un territorio, donato al monastero da suo marito, nel luogo detto Trave («a la trabe»), per il prezzo di 2 once d’oro (XLIX, 29)
2806.
1308, ottobre 18, ind. VII – Carlo II re a. 24
Pozzuoli («apud Putheolum»)
Matteo de Zoffo, pubbl. not. di Pozzuoli
Matteo de Magistro, giudice della città di Puzzuoli nell’anno precedente, in mancanza di giudici non ancora eletti dalla Curia per il presente anno
La ved. Scilla de Buonomo, figlia del q. Pietro, di Pozzuoli, vende a Corrado de donna Costanza, f. del q. Pietro di donna Costanza, pure di Pozzuoli, un orticello nelle pertinenze di Pozzuoli, presso le case dello stesso Corrado, per 5 tarì (CIII, 4)
2807.
1308, ottobre 25, ind. VII – Carlo II re a. 24
Roberto del giudice Filippo, pubbl. not. del casale di Frasso
Giacomo del giudice Filippo, giudice del casale di Frasso
Pietro de Stasio, insieme con sua moglie Flamundina, figlia del q. Pascasio Giovanni de Roberto, abitante nel casale di Frasso, vende a Maffeo, f. di Giovanni de Scasello, una casa nel casale di Frasso, nel luogo detto Palazzo («a lu palaczu»), per un’oncia d’oro e 4 tarì (XLV, 93)1)
¹)Nell’Archivio (XXXI, 3 v.), in una carta troviamo il seguente breve regesto di un doc. di cui non si riporta la pergamena corrispondente:
1308, ottobre 30, ind. VII
Giovanni, not. di Capua
Cerbo de Sebastiano Russo vende a Stefano de Aquino Benevenuto di Capua un pezzo di terra nella Villa Tauzani, per 5 once
2808.
1309 («1308»), gennaio 18, ind. VII – Carlo II re a. 25
Sarno
Giovanni de San Giorgio, pubbl. not. di Sarno
Giovanni de Sarno, Riccardo Buonmatto e Palmiero de Sirica, giudici di Sarno
Dietro richiesta del nobile Giovanni di Termoli, giustiziere e vicario della provincia di Terra di Lavoro, si riporta una lettera di Filippo, principe d’Acaia e di Taranto, f. del Re di Sicilia, data da Napoli il 6 gennaio della VII Ind., con la quale si ordina che si debba assegnare al monastero di M. V., e per esso a Guglielmo, ab. di M. V., il tenimento detto Tartareto, nelle pertinenze di Sarno (VIII, 123)
2809.
1309, giugno 8, ind. VII – Roberto re a. 1
Forenza
Pietro de Oriente, pubbl. not.
Bartolomeo de Sire Angelo, giudice di Forenza
Il Padre Giovanni, monaco di M.V., priore e procuratore dei beni di S. Maria degli Armeni in Forenza, cede una casa in Forenza, nella parrocchia di S. Maria dei Longobardi, a Nicola de Flore, dal quale in cambio riceve un’altra casa, nella stessa parrocchia, e una terra nelle pertinenze di Forenza, nella contrada detta Concara o Fornace (XLIV, 53)
2810.
1309, giugno 25, ind. VII
Napoli
Bartolomeo de Capua, logoteta e protonot. del Regno di Sicilia
Carlo, duca di Calabria, primogenito del Re Roberto e vicario generale del Regno, conferma il privilegio e la donazione fatta da suo zio Filippo, principe d’Acaia e di Taranto, del tenimento di Tartareto, nelle pertinenze di Sarno, al monastero di M.V., — alla quale donazione il re Roberto aveva già dato l’assenso, senza aver avuto il tempo di munire il suo assenso con lettere patenti, «propter subitum ipsius domini Genitoris nostri de partibus istis discessum» (VIII, 124)
2811.
1309, agosto 20, mercoledì, ind. VII – Roberto re a. 1
Nola
Deuchiludedo Perario, pubbl. not. di Nola
Tommaso de Francisco, giudice di Nola e di Cicala
Guglielmo de Divizia e Florenzia, sua moglie, del casale di Liveri, territorio di Nola, vendono a Buczardo Fusco, del suddetto casale di Liveri, una terra nel luogo detto Cisine, che essi tenevano a censo da Gisolda, ved. di Roberto de Aldemaro, di Nocera, e col consenso della medesima, per il prezzo di 8 tarì, e con l’onere di un censo annuo della metà dei frutti superiori e la decima dei seminati, da corrispondersi alla stessa donna Gisolda (L, 32)
2812.
1309, agosto 31, ind. VII – Roberto re a. 1
Mercogliano
Giacomo, pubbl. not. di Mercogliano
Simone Janario, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., cede ad Andrea de Mangabile, di Mercogliano, f. del q. Andrea, un castagneto nel luogo detto Fabrica, e una rendita di 10 grana annue, da riscuotersi su un terreno del monastero in cui il suddetto Andrea aveva cominciato ad edificare una casa, nel luogo detto orticella; e in cambio riceve un nocelleto, redditizio al monastero nella metà delle nocciuole e nella decima dei seminati, nel luogo detto Giardino, e con l’onere di complessive 5 grana annue, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (LVIII, 31)
2813.
1309, settembre 20, ind. VIII – Roberto re a. 1
Ospedale di M. V.
Giacomo, pubbl. not. di Mercogliano
Simone Janario e Pietro Fellicola, giudici di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M. V., cede a Giovanni di Notar Pietro, di Mercogliano, una casa in Benevento, nella contrada di Port’Aurea, nella parrocchia di S. Eustasio, e un pezzo di terra nel luogo detto Malanotte («lu malanocte»); e in cambio riceve una vigna con terra «vacua» nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Cervario (LVIII, 32)
2814.
1309, ottobre 31, ind. VIII – Roberto re a. 1
Napoli
Pucio Palmense, pubbl. not. di Napoli
Rafaldo Gado, giudice di Napoli
Dietro richiesta della signora donna Giovanna de Aquila, signora di Giffoni e di Altavilla, si riporta un privilegio di Carlo II, re di Sicilia, dato da Napoli il 17 ottobre 1301, Ind. XV (riferito, Reg. 2695) (X, 13)
2815.
1309, novembre 16, ind. VIII – Roberto re a. 1
Giovanni da Caugilia, pubbl. not. di Cervinara
Giovanni de Salamone, giudice di Cervinara
Nicola de Giordano, rettore della chiesa di S. Nicola in Cervinara, concede per 29 anni a Giacomo de Moscato due pezzi di terra nelle pertinenze di Cervinara, nel luogo detto Corticelle, per il canone annuo di un tarì a Natale (XXXVIII, 95)
2816.
1310, marzo 15, ind. VIII – Roberto re a. 1
Orrita («apud Orritam»)
Giacomo, pubbl. not. di Mercogliano
Simone Janario, giudice di Mercogliano
Giovanni di notar Pietro, col consenso di Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., vende a Giacomo de Riso, f. del q. Tommaso de Riso, una casa «cum clibano et curticella», nel casale di Urbiniano («Urbignani»), per il prezzo di 4 once, e gravata dell’onere di un censo annuo di 2 grana al monastero di M. V. nella festa di S. Maria a settembre. Il monastero riceve un’oncia d’oro per l’assenso (LXIII, 37)
2817.
1310, marzo 15, ind. VIII – Roberto re a. I
Mercogliano
Giacomo, pubbl. not. di Mercogliano
Simone Janario, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Giovanni de Maiolica, di Mercogliano, un casalino nel castello di Mercogliano, nella contrada detta «li Dyvani», per l’annuo censo di 5 grana d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 6 tarì per questa concessione (LX, 79)
2818.
1310, marzo 30, ind. VIII – Roberto re a. 1
Aquaputida
Salomone Davide, di Aquaputida, pubbl. not.
Giovanni del giudice Francesco, di Aquaputida, giudice
Francesco, f. del q. Pietro Ferraro, della città di Aquaputida, e donna Francesca, sua madre, vendono a fra Giovanni Ferraro, di Aquaputida, oblato di M.V., agente a nome dello stesso monastero, la metà di una chiusa di vigna, che essi possedevano «pro indiviso» e che era nel territorio di Aquaputida, nel luogo detto «llo formati», per un’oncia d’oro e 29 tarì
2819.
(1310), aprile, ind. VIII
Napoli
Roberto, re di Sicilia, facendo menzione della permuta fatta con l’assenso di suo padre (cfr. Reg. 2611) e della esenzione dei vassalli di Visciano, soggetti a M.V., da ogni pagamento di collette, ecc., come pure della franchigia dei suddetti beni ricevuti in permuta, rinnova l’ordine che nè M.V. per i suoi beni nè la parte dei vassalli di Visciano, soggetti a M.V., siano ulteriormente molestati per il pagamento dovuto per la riparazione del castello di Somma (VIII, 106)
2820.
1310, maggio 7, ind. VIII – Roberto re a. 2
Orrita («apud Orritam»)
Giacomo, pubbl. not. di Mercogliano
Simone Janario e Pietro Fellicola, giudici di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» venerabile ab. di M.V., concede a Giovannuccio di Donna Capuana, del casale di M.V., una terra con orto dentro il Casale di M.V., per il censo annuo di mezza libbra di cera nella festa di S. Maria a settembre (CXVII, 14)
2821.
1310, giugno 21, ind. VIII – Roberto re a. 2
Urrita («apud Urritam»)
Giacomo, pubbl not. di Mercogliano
Simone Janario, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., riceve da Tommaso di Notarpalmiero, di Mercogliano, a titolo di permuta una casa con casalino in Mercogliano, presso la chiesa di S. Pietro dalla parte superiore; e da parte sua dà a Tommaso un’altra casa pure con casalino nel Gerone di Mercogliano, salvo che costui sarà tenuto a corrispondere ogni anno al monastero di M.V. nella festa di S. Maria a settembre due tarì, perchè è migliore la casa che ha ricevuto in cambio (LVIII, 33)
2822.
1310, giugno 22, ind. VIII – Roberto re a. 2
Montefusco, nella chiesa di S. Maria della Piazza («de Platea»)
Francesco de Manfrido, pubbl. not. di Montefusco
Ettore de Graziano, giudice di Montefusco
Essendosi donna Guerriera, figlia del q. Gugliemo de Poto, di Montefusco, fatta oblata di M. V. e avendo offerto al monastero insieme con se stessa tutti i suoi beni, — beni che essa aveva ereditato e che possedeva «pro indiviso» con Bartolomeo e Guglielmo, fratelli, figli del q. giudice Nicola de Poto, di Montefusco —, fra Tommaso, monaco e vestarario di M.V., per speciale mandato della Comunità di M.V., conviene con i suddetti Bartolomeo e Guglielmo per la divisione di quei beni spettanti a Guerriera. Nella divisione vengono assegnati a costei, e perciò vengono a toccare al monastero, i seguenti beni: le terre nel casale di Rogerola e tutte le terre che tenevano nel casale di San Pietro a Sala, eccetto la terra detta «a lo poccillo», e la metà delle case e della terra che hanno nel territorio di Montefusco, nel luogo detto San Martino. In particolare: una terra in territorio del casale di Rogerola, nel luogo detto «lo Menelao»; una terra nello stesso casale nel luogo detto Sant’Urbano; una terra nel casale di San Pietro a Sala, congiunta con la chiesa di S. Pietro; un ortale ivi; una terra nello stesso casale, nel luogo detto Fontana; una terra ivi, nel luogo detto «a lo pendino»; un’altra terra ivi; una terra nello stesso casale, nel luogo detto «a lo plano de Sancto Sabino»; un’altra terra ivi; una terra nel luogo detto «la vinea»; e una terra nel luogo detto «la bada de pascali»; una terra «a lo cercitu»; una a San Sabino; un’altra nello stesso casale; una «a li pappaciciri»; due case a San Martino (CIV, 35)
2823.
1310, agosto 14, ind. VIII – Roberto re a. 2
Forino Nicola, pubbl. not. di Forino
Santoro de Mercualdo, giudice di Forino
Nicola, f. del q. maestro Enrico, di Forino, vende a Guglielmo, f. del q. Nicola del Giudice, pure di Forino, una terra con nocelleto nel luogo detto Pozzo, per 2 once e 16 tarì e mezzo (XLIV, 93)
2824.
1310, agosto 25, ind. VIII – Roberto re a. 2
Sessa («Suesse»)
Giovanni Falcilla, pubbl. not. di Sessa
Taddeo Suave, giudice di Sessa
In occasione del matrimonio tra Pietro, f. del q. Nicola de Gualtiero, «habitator Caleni in villa Sancti Herasmi», e Sabina, figlia del q. Nicola di Giovanni de Stefano, pure di Caleno, nipote e mundualda di Pietro Giacomo de Ugone, costui dà per dote alla nipote, secondo l’uso e la consuetudine «civitatis Caleni», tutti i beni stabili e mobili che la suddetta Sabina possiede in Caleno e altrove, mentre lo sposo assegna alla sposa la quarta dei beni, secondo la legge (CX, 67)
2825.
1310, novembre 9, ind. IX – Roberto re a. 2
Avellino
Pietro de Montefredane, pubbl. not. di Avellino
Giovanni de Silvestro, giudice di Avellino
Il chier. Guiduccio, canonico della chiesa maggiore di Avellino, e ab. e rettore della chiesa di S. Stefano in Avellino, f. di Leonardo Cantalupo, di Avellino, cede a Leonardo Faccilato una terra sterile nella città di Avellino, nel luogo detto Cervaro; e in cambio riceve una terra con castagneto nel luogo detto Faliese («Falesium») (XXI, 61)
2826.
1311 («1310»), gennaio 13, ind. IX – Roberto re a. 2
Salerno
Andrea Dardano, pubbl. not. di Salerno
Giovanni Grillo, giudice di Salerno
Pandolfo Scillato, di Salerno, ed Eustasia, sua moglie, signori di Ceppaloni e di Cercello, donano alla loro figlia Filippella un feudo nelle pertinenze di Ceppaloni, che era loro toccato per la morte di Giacomo Scillato, fratello del suddetto Pandolfo (XXXVI, 49)
2827.
1311, marzo 11, ind. IX – Roberto re a. 2
Ospedale di M.V.
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, di Mercogliano «quod est Monasterii supradicti (= M.V.)», giudice
Giovanni Laudoisio, f. del q. Laudoisio Dauferio di San Severino, abitante in Fontanarosa, dona al monastero di M. V., per mano di Guglielmo, ab. di M.V., tutti i suoi beni mobili e stabili, che aveva in Fontanarosa e in altri luoghi, e cioè: una casa con una cappella dal titolo di S. Giacomo e un ospedale per i poveri, un orticello congiunto, e la cappella che aveva costruito a sue spese in Fontanarosa (Cand. V, 4)
2828.
1311, marzo 28, ind. … – Roberto re a. 2
Boiano
Giovanni de Solomeo, di Boiano, pubbl. not.
Tommaso de Matteo, giudice di Boiano
Don Pietro de Piczictis, cittadino di Boiano, vende ad Angelo Pepe («Piperi») e ai suoi eredi di primo e secondo grado, una casa con bottega nel suburbio di Boiano, presso la chiesa di Sant’Agata, nel borgo di Boiano, per un’oncia e mezza d’oro e mezzo augustale, casa che egli teneva dalla chiesa di S. Maria del Vivario di Boiano, dipendente dal monastero di S. Lupo, di Benevento, per un canone annuo di una libbra di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 69)
2829.
1311, aprile 17, ind. IX – Roberto re a. 2
Ospedale di M. V.
Alessandro, pubbl. not. del Casale di M.V.
Amore, giudice del Casale di M.V.
Guglielmo, «dei gratia» venerabile ab. di M.V., dà a Giovanni di Donna Capuana, del Casale di M. V., la facoltà di fare «gaysum unum» sulla piazza pubblica, dalla casa in cui abita sino all’altra sua casa che è dall’altra parte della piazza, col patto di corrispondere un braccio di cera all’anno nella festa di S. Maria a settembre (CXVII, 15)
2830.
1311, aprile 21, ind. IX – Roberto re a. 2
Ospedale di M.V.
Alessandro, pubbl. not. del Casale di M. V.
Amore, giudice del Casale di M. V.
Tommaso, f del q. Bartolomeo Benincasa, del Casale di M. V., vende a Salerno, f. del q. Filippo de Baiano, dello stesso Casale di M.V., una terra con orto nel Casale di M. V., per 2 once d’oro, orto che era redditizio al monastero di M.V. in un braccio di cera, ma d’ora in poi si corrisponderanno 10 grana annue nella festa di S. Maria a settembre. Per l’assenso si pagano al monastero di M.V., in cui è abate «dei gratia» Guglielmo, 15 tarì (CXIX, 6)
2831.
1311, maggio 11, martedì, ind. IX. Roberto re a. 3
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Guglielmo, ab. di M.V., cede al nobile fra Arnoldo della Casa dell’Ospedale di S. Maria dei Teutonici Gerosolimitani, procuratore in Puglia dello stesso Ordine, un tenimento di terre nel luogo detto San Pietro di Polveraculo, nelle pertinenze di Bisaccia, con tutte le case, vigne, terre, casili e possessioni, che il monastero di M.V. possedeva in quella città di Bisaccia; e in cambio riceve un pezzo di terra con palmento, vigne, nocelleto, ecc., nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Baiano (XVIII, 80)
2832.
1311, maggio 20, ind. IX – Roberto re a. 3
Capua
Pietro de Ruggiero, pubbl. not. di Capua
Antonio de Aversana, giudice di Capua
Marino de Eboli («Ebulo»), di Capua, f. del q. don Francesco de Eboli, concede a Giacomo di Peregrino, della villa di Marando, un pezzo di terra nelle pertinenze di quella villa, nel luogo detto Fondo, per 20 tarì d’oro e con l’onere di un cappone all’anno, da corrispondersi a Natale (XXXII, 85)
2833.
1311, giugno 8, ind. IX – Roberto re a. 3
Orrita («apud Orritam de pertinenenciis Merculiani»)
Giacomo, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, di Mercogliano, giudice
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Pietro Flaudino, f. di Bernardo, di Mercogliano, presenti i monaci fra Tommaso, camerario dell’abate, don Nicola, suo cappellano, e don Guglielmo, priore di Orrita («dicti loci Orrite»), un pezzo di terra a nocelleto, «satis inciso et destructo», nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Bairano, per il canone annuo di 6 tarì d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (XIX, 41)
2834.
1311, settembre 16, ind. X – Roberto re a. 3
Marigliano
Nicola Pepe, pubbl. not. di Marigliano
Federico del Giudice, giudice di Marigliano
Il monastero di M.V., in cui presiede «permissione divina» l’ab. Guglielmo, vende a Giovanni Campermano, di Marigliano, per tre anni, i frutti di tutti i beni donati al monastero dal signor Bartolomeo de Capua, e che erano in Marigliano e nelle sue pertinenze, e quelli donati dal q. maestro Orlando, eccettuandone solo le case e l’orto in Marigliano (cfr. Reg. 2532), per complessive 31 once d’oro, valevoli per tutti e tre gli anni (LIII, 52)
2835.
1311, novembre 8, ind. X – Roberto re a. 3
Capua
Giovanni Quadrapane, di Capua, pubbl. not.
Antonio de Aversana, giudice di Capua
Leonardo de Riccardo, f. del q. Stefano, della villa di Cacutico abitante nella villa di Sant’Agapito, territorio della città di Calvi, col consenso dell’abate Cristoforo e di Francesco Gallincapo, fratelli, figli del q. don Gentile, vende a Lorenzo de Giacomo, della villa di San Marco a Palazzolo nelle pertinenze di Capua, un pezzo di terra che egli teneva a censo dai suddetti fratelli e che era nella villa di Cacutico, con l’onere di due tarì e un cappone a Natale, e per l’assenso si pagano 2 tarì ai suddetti fratelli (XXX, 102)
2836.
1312, gennaio 12, ind. X – Roberto re a. 3
Mercogliano
Giacomo, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., cede al giudice Giovanni e a don Giacomo, arciprete di Mercogliano, fratelli, figli del q. not. Pietro de Jannello, una terra con nocelleto nel luogo detto Sariano; e in cambio riceve da loro una vigna nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Racanella («Recanella»), circondata da ogni parte dalla terra del demanio del monastero detto Orrita, che essi tenevano a censo dallo stesso monastero per il canone annuo di 2 tarì e l’obbligo da parte dei suddetti fratelli di un canone annuo di un tarì per il nocelleto, e un altro tarì per altre possessioni che tenevano dallo stesso monastero, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (LVIII, 38)
2837.
1312, gennaio 12, ind. X – Roberto re a. 3
Mercogliano
Giacomo, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, di Mercogliano, giudice
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Giovanni, f. di donna Capuana, del Casale di M.V., in considerazione dei servizi resi al monastero, due pezzi di terra nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Terra de donna Guisanda e un castegneto nelle pertinenze del Casale di M.V., nel luogo detto Sabuculo: il tutto col patto di corrispondere mezza libbra di cera all’anno per il castagneto, nella festa di S. Maria a settembre, e pagando 15 tarì per questa concessione (XIX, 42)
2838.
1312, gennaio 18, ind. X – Roberto re a. 3 (in: 1320, giugno 5, ind. III)
Roberto, re di Sicilia, considerando le benemerenze del nobile Tommaso San Severino, conte di Marsico, gli concede che in qualunque parte del regno di Sicilia «citra farum» egli preferirà comprare terre, castelli, casali o qualunque altro bene feudale con vassalli sino alla somma di 156 once d’oro di reddito annuo, sia per lui stesso che per i suoi eredi d’ambo i sessi, potrà farlo liberamente, però con la clausola che ogni qualvolta accadrà di fare tali compre, faccia distinto inventario delle terre, castelli, casali e luoghi che avrà comprato e del loro annuo valore, notificandolo alla Curia, con diritto di trasmetterli ai suoi eredi (in CII, 16)
2839.
1312, aprile 3, ind. X – Roberto re a. 3
Sarno
Giovanni Bonomo, pubbl. not. di Sarno
Giovanni de San Giorgio, giudice di Sarno
Rainaldo e Nicola de Riccardo, figli del q. Nicola de Riccardo, vendono a Tafuro Pandolense, di Sarno, certe case con oliveto, in Sarno, nel luogo detto «ad Burgum de foris», per 10 once d’oro (CIX, 24)
2840.
1312, aprile 29, ind. X – Roberto re a. 3 (in: 1325, giugno 8 Ind. VIII)
Mercogliano
Giacomo, pubbl. not. di Mercogliano
Metteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., procede a una permuta con Roberto, f. del q. Tommaso de Tommaso, e Maria, sua moglie, figlia del q. Filippo Siratto, ricevendo da loro una casa in Mercogliano, vicino alla Porta dell’Acqua, dotale della suddetta Maria, e dando loro in cambio un’altra casa nella contrada detta «li dybani», gravata di un canone annuo di un grano, da corrispondersi al monastero (in LVIII, 61)
2841.
1312, maggio 1°, ind. X – Roberto re a. 3
Montefusco
Tommaso, pubbl. not. di Montefusco
Matteo de Ruggiero, giudice di Montefusco
Pietro de Bellicamo e Damiata, sua moglie, di Venticano, asseriscono che nel mese di giugno dell’ultima Ind. IX in Venticano, davanti al giudice Francesco di Sir Aliberto, giudice di Venticano, offrirono se stessi e donarono tutti i loro beni al monastero di M.V., nelle mani di fra Tommaso, vestarario di M.V. Ora essi confermano e ratificano al monastero di M.V. e per esso a fra Guglielmo da Padula, monaco e priore di S. Giovanni a Marcopio, la donazione di tali beni, e in particolare: una casa con orto e cortile in Venticano, nella parrocchia di S. Samaro; un ortale ivi; una vigna nel luogo detto Valle («a la valle»); la metà di un ortale nel luogo detto San Primiano; una terra nel luogo detto «abballi pascale»; una terra nel luogo detto Macchia del Corvo; una terra nel luogo detto «a la Bonella»; due terre ivi; una terra in Santa Fosca; una terra nel luogo detto Ilici; una terra ivi (CXXV, 166)
2842.
1312, maggio 1°, ind. X – Roberto re a. 3
Montefusco
Tommaso, pubbl. not. di Montefusco
Matteo de Ruggiero, giudice di Montefusco
Fra Guglielmo da Padula, monaco di M.V. e priore della chiesa di S. Giovanni a Marcopio, per parte del monastero di M.V. concede a Pietro de Bellicamo e a Damiata, sua moglie, l’usufrutto dei beni da essi donati col precedente strumento (CXXV, 172)
2843.
1312, giugno 4, ind. X – Roberto re a. 4
Fontanarosa
Giovanni de Abamonte, pubbl. not. di Aquaputida
Benevento, giudice di Fontanarosa
Roberto, di Lauro, abitante in Fontanarosa, col consenso di sua moglie Maria e di suo figlio Francesco, vende al maestro Giovanni de Laudisio un pezzo di terra in territorio di Fontanarosa, nel luogo detto «fons de Cal…»; per un’oncia d’oro (Cand. V, 7)
2844.
1312, giugno 7, ind. X – Roberto re a. 4
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo, giudice di Mercogliano
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Giovanni Porcello, f. del q. Roberto Bufulco, del casale di Baiano, la licenza di edificare una casa ai piedi di una terra nelle pertinenze di Baiano, nel luogo detto Cervito, che egli teneva a censo dal monastero, e perciò si obbliga a corrispondere un censo annuo di una libbra di cera nella festa di S. Maria a settembre (XXIII, 63)
2845.
1312, giugno 8, ind. X – Roberto re a. 4
Ospedale di M.V.
Giacomo, pubbl. not. di Mercogliano e del Casale di M.V.
Amore, giudice del Casale di M.V.
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., cede al nobile signore Ruggiero de San Vincenzo, di San Severino, «milite», i beni che il monastero possedeva in territorio del castello di «Atane de Valle dyani»; e in cambio riceve da lui due pezzi di terra con vigna e nocelleto nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Cervaro (XVIII, 85)
2846.
1312, luglio 5, ind. X – Roberto re a. 4
Casale di M.V.
Giacomo, pubbl. not. di Mercogliano
Amore, giudice del Casale di M. V.
Maffeo Sasso («Saxus»), f. del q. Pietro Sasso de Romandia, del castello di Mercogliano, vende al nobile Ruggiero de San Vincenzo, di San Severino, e per esso al giudice Matteo de Eliseo, di San Severino, suo procuratore, un pezzo di terra con vigna, nocelleto e terra campestre, in territorio di Avellino, nel luogo detto Cervario, per 9 once d’oro (XXI, 43)
2847.
1312, luglio 16, ind. X – Roberto re a. 4
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Matteo de Lauro («cognomine de Lauro»), di Mercogliano, col consenso di Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., vende al not. Giacomo de Faraone, di Mercogliano, una casa in Mercogliano, nel luogo detto Gerone, per il prezzo di 2 once d’oro di carlini d’argento, computate in 60 carlini per oncia, e l’onere di un censo annuo di 15 grana, dovute al monastero di M.V. nella festa di S. Maria a settembre (LXIII, 38)
2848.
1312, luglio 20, ind. X – Roberto re a. 4
Capua
Teobaldo Macza, pubbl. not. di Capua
Antonio de Aversana, giudice della città di Capua
Andrea Pettinato, f. del q. Stefano Pettinato, milite, di Capua, a nome suo e a nome della pupilla Filippa, sua nipote, figlia del q. Guglielmo de Campano, di Capua, per 3 once d’oro vende a Pietro de Roma, f. del q. ab. Giovanni de Roma, cittadino di Capua, una terra con presa e con casa, in Capua, nella parrocchia della chiesa maggiore (XXXII, 28)
2849.
1312, agosto 1°, ind. X – Roberto re a. 4
Ospedale di M.V.
Giacomo, pubbl. not. di Mercogliano
Amore, giudice del casale di M.V.
Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., asserisce che la q. donna Magalda, ved. di Maffia de Salvio, del casale di M. V., da tempo per la salute della sua anima e di quella di suo marito, offrì a M. V., per le mani dello stesso abate una terra con vigna e castagneto, «in pede ipsius casalis». Ora, essendo questa oblazione rimasta nei semplici protocolli del not., perchè sia il not. che il giudice, che avevano sottoscritto l’atto, se ne morirono prima che se ne redigesse l’atto in pubblica forma, perciò l’ab. Guglielmo fa ricercare questi protocolli e se ne fa rogare l’atto in forma valida (CXIV, 21)
2850.
1312, agosto 25, ind. X – Roberto re a. 4
Riccardo Bonello, pubbl. not. di Airola della Valle Caudina
Giovanni de Guglielmo del giudice Andrea, giudice di Airola
Pietro Mullica vende a Giacomo di Nicola del maestro Riccardo due pezzi di terra della capacità di un moggio, siti nelle pertinenze di Airola, nel luogo detto Marassone, per un’oncia e 2 tarì e mezzo (XII,98)
2851.
1312, dicembre («…decimo»), ind. XI – Roberto re
Marigliano
Nicola Pepe («Piper»), pubbl. not. di Marigliano
Nicola de Altirisio, giudice di Marigliano
Don Riccardo da Montoro, monaco di M.V., dietro speciale mandato di fra Guglielmo, «permissione divina» ab. di M. V., dà in fitto per tre anni ad Angelo Casadrino, di Marigliano, tutte le terre, frutti, rendite, proventi, dovuti al monastero dal signor Giovanni Pipino, e siti nella città di Acerra e sue pertinenze, per il censo annuo di 5 once (XI, 5)
2852.
1312 («1313»), dicembre 31, ind. XI – Roberto re a. 4
Capua
Giovanni di Maestro Bernardo, pubbl. not. di Capua
Filippo de Orlando, giudice di Capua
Il giudice Luca Grimi di Limatola, col consenso di Guglielmo, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Giacomo de Ligorio e a Nicola de Maraldo, «de villa sancti Johannis ad pauliscos», territorio di Capua, un pezzo di terra nelle pertinenze di quella villa di San Giovanni, nel luogo detto «ad viam strictulam», che egli teneva a censo dal monastero di M.V. di Capua per 18 grana annue, da corrispondersi a Pasqua maggiore (XXXI, 114)
2853.
1313, gennaio 15, ind. XI – Roberto re a. 4
Napoli
Bartolomeo de Capua, «milite», logoteta e protonot. del Regno
Roberto, re di Sicilia, conferma la permuta effettuatasi tra il monastero di M.V., rappresentato dal suo ab. Guglielmo, e Riccardo Scillato («Sillatum»), di Salerno, nella quale permuta il monastero aveva ricevuto il castello del Licto e il Ponte di Mugnano («Ponte Miniani») coi vassalli, diritti e pertinenze, che Riccardo teneva «sub servitio dimidii militis»; e aveva dato quanto possedeva nel casale di San Marzano con le terre e i possessi che aveva nelle sue pertinenze e in quelle della città di Sarno e del castello di Nocera, trasferendosi però quel servizio feudale «dimidii militis» su queste terre, in modo da rendere i beni ricevuti dal monastero liberi da ogni onere di servizio militare. Nel dare il suo assenso il re Roberto si è informato che la permuta è utile al monastero, perchè quei luoghi sono vicini al monastero e perciò adatti «in cohibendis turpibus et detestandis excessibus qui fiebant hactenus in transeuntes ad idem Monasterium peregrinos», pur facendo notare che Riccardo ne ha conseguito un aumento di introiti (IX, 31)
Bibl.: D’Addosio, Origine, p. 389-392
2854.
1313, marzo, ind. XI (in: 1313 («1312»), giugno 5, ind. XI
Fra Riccardo de Riparia, della Sacra Casa dell’Ospedale di S. Giovanni Gerosolimitano, Maestro della Casa dello stesso Ospedale nel priorato di Barletta, crea suo procuratore fra Andrea de Scorrano, frate della Casa dell’Ospedale di S. Giovanni Gerosolimitano in Barletta («in Barulo») (in XLVI, 117)
2855.
1313, aprile 29, ind. XI – Roberto re a. 4
Capua
Pietro de Nicola, pubbl. not. di Capua
Giovanni Scutario, giudice di Capua
Pagano de Roberto, stando in sua casa, nella parrocchia di S. Salvatore Maggiore in Capua, fa testamento, istituendo sua erede generale e particolare la figlia Alogaria, salvi alcuni legati. In particolare, fra gli altri legati, stabilisce di voler essere sepolto nella chiesa di S. Salvatore Maggiore in Capua, e a questo scopo assegna 4 tarì d’oro ai chierici di questa chiesa, e 12 grana e mezzo per il cimitero (XXXI, 13)
2856.
1313, maggio 26, ind. XI – Roberto re a. 5
Napoli
Giovanni de Aversa, di Napoli, pubbl. not.
Leonardo Bissia, «miles», giudice di Napoli
II Padre Riccardo da Montoro, priore del monastero di M. V. in Maddaloni e procuratore di Guglielmo, ab. di M.V., concede a Guglielmo Menasco, «provincialis et magne Curie serviens», un territorio in Montoro, nel luogo detto Puczillo, per il censo annuo di un tarì (LXXXVII, 64)
2857.
1313 («1312»), giugno 5, ind. XI – Roberto re a. 4
Goglionese («apud Guilionesium»)
Camillo Palumbo, «de Basciano de Aprutio», pubbl. not.
II monastero di S. Gennaro del Goglionese, grancia annessa al monastero di S. Nicola de Cornu, soggetta a M. V., si divide alcuni territori con S. Giacomo del Goglionese, chiesa annessa all’Ospedale di S. Giovanni Gerosolimitano del Priorato di Barletta (XLVI, 117)
2858.
1313, agosto 3, ind. XI – Roberto re a. 5
Cervinara
Giovanni de Gaugilia, pubbl not. di Cervinara
Pietro Campanario, giudice di Cervinara
Flora, ved. del giudice Giovanni de Martino, di Cervinara, e Bartolomea, figlia di costui, vendono a Nicola de Gregorio, di Cervinara, un territorio in Cervinara, nel luogo detto Cerreto, per 13 tarì (XXXVIII, 29)
2859.
1313, novembre 1°, ind. XII – Clemente Pp. V a. 8, Roberto re a. 5
Luca Grimi, di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Nicola de Vita, f. del q. Ruggiero de Vita, abitante nel castello di Mercogliano, col consenso di fra Bartolomeo, infirmarario di M.V. e procuratore dello stesso monastero, «vacante per mortem bone memorie dom. fratis Guilielmi quondam Abbatis dicti Monasterii», concede a Stefano, f. del q. Bartolomeo Coco, abitante nel Casale di M.V., un castagneto nelle pertinenze del suddetto Casale di M.V., nel luogo detto Palata, e un pezzo di terra «vacua», arativa, nel territorio dello stesso casale, nel luogo detto Cesine; e un orto nello stesso casale: il tutto per il canone annuo complessivo della metà delle castagne, la decima dei seminati, la terza parte di una salute a Natale e la terza parte di una salute a Pasqua, e 15 grana, da corrispondersi nella festa della Natività della Madonna a settembre (CXVII, 16)
2860.
1313, dicembre 9, domenica, ind. XII – Roberto re a. 5
Visciano («apud Laurum in casali Bissane»)
Roberto de Romano, pubbl. not. di Lauro
Giacomo de Salerno, giudice di Lauro
Amore Gallardo vende a Giacomo Veterone un territorio nelle pertinenze di Visciano, nel luogo detto Paterno, per un’oncia e 6 tarì (XXVII, 40)
2861.
1314, aprile 25, ind. XII – «Ecclesia Romana Pastore vacante»
«Carpentorati in hospitio… Guillelmi Sancte Cecilie preb. Card.»
Giovanni di Silvestro, giudice e not. imperiale
Davanti all’Uditore don Pietro de Verdula, canonico di Carcassonne («carcasonen.»), «decretorum doctor. camere domini Pape Auditorem», fra Romano, ab. di M.V. e fra Nicola, priore di S. Felice di Napoli, monaco di questo monastero, protestano che essi e ciascuno di loro «communiter et divisim» hanno fatto del tutto per raccogliere i mille fiorini di cui sono debitori presso la Curia, e siccome «nemo ad impossibile teneatur», perciò essi protestano che non incorrono in alcuna scomunica o spergiuro se non hanno ancora pagato il debito nel termine stabilito, non avendo al presente aleun modo come pagare. Erano presenti a questa protesta il maestro Bartolomeo da Brescia, arcidiac. di Brescia, scrittore del Papa, don Nicola Rapa, di Alba, abitante in Carpentras («habitatore Carpentoraten») e Bernardo de Verdula (LXXVI, 7)
2862.
1314, maggio 24, ind. XII – «Apostolica Sede Pastore vacante»
«Carpentorati, in hospitio domini Auditoris»
Rainaldo de Bartolomeo, della città di Chieti («de civitate theatina»), pubbl. not. imperiale
Davanti a don Pietro de Verdula, uditore generale di don Arnaldo, «dei gratia» vesc. di Albano, compare don Bartolomeo de Buardo, arcidiac. di Brescia, scrittore del Papa e procuratore di fra Romano, ab. di M.V. e della Comunità di M.V., e mostra allo stesso signor Uditore una cedola nella quale egli a nome dell’ab. e della Comunità di M.V., domanda istantemente che gli si dia copia di tutti quei documenti coi quali il nobile uomo don Raimondo di Guglielmo, «rector venaysini» ha asserito che l’abate e la Comunità di M.V. gli erano obbligati in mille fiorini d’oro e coi quali intende provare che il detto abate deve essere pubblicamente annunziato come scomunicato, e copia della predetta scomunica, e che gli si dia il conveniente spazio di tempo per controbattere le accuse, e perciò fin d’ora protesta che, avuta copia di quanto chiede, gli è lecito «proponere contra ea quitquid proponere et dicere voluero». Il suddetto Uditore lo invitò per il prossimo venerdì per ascoltare la sua risposta «si fuerit facienda». Il giorno fissato ricomparve don Bartolomeo, pronto ad ascoltare la risposta, e il detto Uditore prorogò al lunedì seguente il termine per la risposta. Ripresentatosi don Bartolomeo domandò come sopra, e allora il signor Uditore rispose che non gli concedeva la copia che domandava nè era obbligato a dire per quale causa non gliela concedeva (LXXVI, 6)
2863.
1314, luglio 14, ind. XII – Roberto re a. 6, «Apostolica Sede vacante per obitum Clementis Pape V»
Sarno
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., concede a Luca di Sirica, f. del q. Angelo, di Sarno, e ai suoi eredi, due case contigue con casalino, in Sarno, nel luogo detto Tabellaria, per 2 once di cera all’anno nella festa di S. Maria a settembre (CVI, 36)
2864.
1314, agosto 7, ind. XII – Roberto re a. 6
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Tommaso di Riccardo de Tommaso e Carissima, sua moglie, di Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vendono al maestro Simone de Caracita, pure di Mercogliano, un casalino, dotale della suddetta Carissima, in Mercogliano, sotto S. Pietro, per il prezzo di 6 tarì d’oro, e mezza libbra di cera all’anno come canone al monastero di M.V. nella festa di S. Maria a settembre (LXIII, 40)
2865.
1314, agosto 20, ind. XII – Roberto re a. 6
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Gualtiero de Barone e donna Margherita, sua moglie, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vendono a Centanni Pillerio, di Mercogliano, una terra con orto, dotale della suddetta Margherita, nel luogo detto Naspa, per il prezzo di un’oncia e 20 tarì d’oro, e il canone annuo di 10 grana d’oro al monastero di M. V., da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (LXIII, 41)
1314, agosto 25, ind. XII – Roberto re a. 6 («secundo»!)
Napoli
Napolitano Macza, pubbl. not. di Napoli
Tommaso Runkello, giudice di Napoli
Il signor Bartolomeo de Capua dona al monastero di M.V. i seguenti beni: le sue case libere ed ereditarie in Napoli, con la chiesa nuovamente edificata e con tutte le sue pertinenze, con la condizione che in quelle case e in quella chiesa avessero dovuto abitarvi almeno sei monaci sacerdoti, per celebrarvi sei messe al giorno, e cioè tre per la sua anima, una per Giacomo, suo figlio, e due per i suoi genitori; che la suddetta chiesa avesse dovuto chiamarsi Santa Maria di Alto Spirito; che i monaci di cui sopra fossero obbligati a sostentare dodici poveri «de cibu potu vestitu» e dare loro, ogni anno, il vestito nuovo il 1° novembre; e per questa Opera pia e per il sostentamento dei monaci egli dona alla suddetta chiesa tutti i suoi effetti, franchi, liberi da ogni peso, esistenti nel casale di Cesa, nelle pertinenze di Aversa, e nella città di Nola e sue pertinenze, con tutte le case, uomini, vassalli, e quanto aveva nei casali di Aversa; con la condizione di rimanerne usufruttuario sua vita natural durante, e frattanto obbligandosi a corrispondere a quella chiesa 20 once d’oro all’anno, mentre dopo la sua morte tutto sarebbe dovuto passare nel dominio di quella chiesa e del monastero. Inoltre dona un pezzo di terra nella villa di Arzano, nelle pertinenze di Napoli, di 43 moggi; 600 once d’oro, con l’obbligo di impiegarle in compre; dà facoltà a Romano, ab. di M.V. di prender possesso di questi ultimi beni, con la condizione di non poterli vendere e con l’obbligo di cantare ogni giorno una Messa per la sua anima. In caso che il monastero venisse meno ai patti, questi beni sarebbero dovuti passare in dominio o della Cattedrale di Napoli o di altra Religione, col consenso dell’arcivesc. di Napoli e col consiglio di P. Guardiano dei Padri Minori e del P. Priore di S. Domenico Maggiore. Con questi patti l’ab. Romano accetta la donazione (LXXXIX, 25)
***Copia del sec. XVII, eseguita da Guglielmo da Manocalzati, estratta dall’archivio dei signori G. Conti d’Altavilla, principi della Riccia (LXXXIX, 27-31)
2867.
1314, agosto 27, ind. XII
Ordine di Roberto, re di Sicilia, al Giustiziariato di Principato Citra, emanato a richiesta di Romano, ab. di M.V., perchè costringa i vassalli di M.V. alla congrua sovvenzione dovuta al suddetto abate, che era stato confermato dalla Sede Apostolica, pagamento al quale erano obbligati secondo la Costituzione del Regno di Sicilia (IX, 33)
1314, settembre 15, ind. XIII – Roberto re a. 6
Ospedale di M.V.
Alessandro, pubbl. not. del Casale di M.V.
Amore, giudice del Casale di M.V.
Romano, «dei gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede a Nicola, f. del q. Adamo de Cicala, abitante nel Casale di M. V., e a donna Susanna, sua madre, e a Giovannuccio e Gobitosa, fratello e sorella dello stesso Nicola, un casalino nel Casale di M. V.; una selva nel luogo detto Toro; un’altra terra con selva nel medesimo luogo; e un orto nel luogo detto Fontana: il tutto con l’obbligo di corrispondere per l’orto 2 grana e mezzo d’oro all’anno, per la selva 12 opere personali, e 18 tarì per questa concessione (CXVII, 17)
2869.
1314 («1318»!), ottobre 15, ind. XIII – Roberto re a. 6
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Il giudice Giovanni de Jannello, di Mercogliano, il not. Riccardo Macciotto e Giacomo, fratelli, figli dello stesso giudice Giovanni, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M. V., procedono a una permuta
con Tommaso de Benevento, ricevendo da costui una terra con vigna in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Santo Stefano, per la quale Tommaso era tenuto a corrispondere al monastero un tarì e 10 grana all’anno nella festa di S. Maria a settembre; e dando a lui un pezzo di terra con vigna, pure in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Cardito, e trasferendo su questa terra il suddetto censo annuo dovuto al monastero (LXIII, 49)
2870.
1314, novembre 12, ind. XIII – Roberto re a. 6
Ascoli
Leone, pubbl. not. di Ascoli
Nicola de Pietro e Alferio di don Alferio, giudici di Ascoli
Avendo la Corte di Ascoli, in virtù di lettera regia, ricevuto il mandato di dare a donna Mabilia, ved. di don Marco di Sant’Agata, e al figlio Giovanni, il possesso di una casa con palazzo nella città di Ascoli, il P. Riccardo, monaco e preposito di M.V., presenta alla stessa Corte un altro mandato regio col quale si ordinava, sotto pena di 200 once d’oro, che non si desse quel possesso e non si molestasse il monastero di M. V., di cui era quel palazzo, essendo il monastero sotto la protezione del Re Roberto (XV, 8 bis)
2871.
1314, novembre 27, ind. XIII – Roberto re a. 6
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Nicola, f. del q. don Roberto de Palma, abitante in Mercogliano, due castagneti, dei quali uno nel luogo detto Vallicelli, e l’altro nel luogo detto Toppe, per un tarì e 10 grana di censo annuo, da corrispondersi al monastero nella festa di S. Maria a settembre (LX, 80)
2872.
1315, gennaio 3, ind. XIII – Roberto re a. 6
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., concede a Guglielmo de Americo, f. di Guglielmo, del Casale di M. V., due terre in questo stesso casale, delle quali una con castagneto, nel luogo detto Capo dell’Ospedale («Caput Hospitalis») e l’altra con vigna nel luogo detto Campomarino («campus de marino»), per un tarì all’anno nella festa di S. Maria a settembre, la metà dei frutti e la decima dei seminati o terratico, e due once e 24 tarì per questa concessione (CXVII, 18)
2873.
1315, gennaio 19, domenica, ind. XIII – Roberto re a. 6
Mugnano
Marino de Alessio, di Baiano, pubbl. not.
Giovanni de Guirrerio, giudice del castello di Litto e di Mugnano
Nicola Maccarone, di Baiano, vende al giudice Diesio, di Litto, un pezzo di terra nelle pertinenze di Baiano, nel luogo detto Grumulo, per 3 once d’oro e 15 tarì (XXIII, 99)
1315, marzo 6, ind. XIII – Roberto re a. 6
Sarno
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., cede a Filippo e Cataldo de Falco, fratelli, figli del q. Giovanni, e altri, i seguenti beni nelle pertinenze di Sicignano, e cioè: una vigna nel luogo detto Oliveto, la quarta parte di una terra con olivi nel luogo detto «intus aiulas serras», la quarta parte di un pezzo di terra «vacua» nel luogo detto Vallecupa («vallis cupa»), la quarta parte di un pezzo di terra con querce e altri alberi, nel luogo detto Pastine, la quarta parte di un orticello nel luogo detto Sant’Andrea, un orticello nello stesso luogo; e in cambio il monastero riceve una terra nel luogo detto Callento, una terra nel luogo detto Gualdino e una terra nella contrada di Castello (CXI, 139)
2875.
1315, marzo 31, ind. XIII – Roberto re a. 6
Capua
Teobaldo Macza, pubbl. not. di Capua
Giovanni, giudice di Capua
Il nobile Francesco de Lya, f. del q. Nicola de Lya, cittadino di Capua, vende a Giovanni de Mario, di Capua, una casa «palaciata» con corte e una casa piana, in Capua, nella parrocchia della chiesa maggiore, per 16 once d’oro (XXXII, 29)
2876.
1315, aprile 24, ind. XIII – Roberto re a. 6
Candida
Andrea Guillotto, pubbl. not.
Enrico Castanea, giudice di Candida
Romano, «permissione divina» ab. di M.V., concede a Guillotto di Giovanni e a Robino di Nicola maestro Benedetto, di Candida, un orto in territorio di Candida, nel casale di San Potito di Candida, presso la via pubblica e presso i beni dello stesso monastero, per l’annuo censo di 10 grana d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Martino
2877.
1315, maggio 8, ind. XIII – Roberto re a. 7
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Giacomo Ibano, di Mercogliano, presentandosi nella Curia di Mercogliano, presieduta da Romano, «dei gratia» ab. di M. V., espone che il precedente ab. di M. V., Guglielmo, di buona memoria, l’aveva privato di una terra nel luogo detto Raccanella, — che quell’abate aveva permutato con Palmiero di Notarpalmiero, dal quale aveva ricevuto una terra nel luogo detto San Marco, per unirla a una masseria del monastero denominata appunto San Marco —, promettendogli in cambio un’altra terra, che poi non gli aveva più dato, essendo sopravvenuta la morte. Ora Romano, riconoscendo il buon diritto di Giacomo, gli cede una vigna nel luogo detto Caputo, che lo stesso abate aveva comprato da Giovanni Palumbo per un’oncia e 20 tarì (LVIII, 35)
2878.
1315, maggio 9, ind. XIII – Roberto re a. 7
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni, giudice di Mercogliano
Alla presenza di Romano, «dei gratia» ab. di M. V., si presenta il maestro Giovanni de Virderosa, asserendo che una volta l’abate Guglielmo, predecessore di Romano, insieme coi suoi officiali gli tolse una terra con vigna nel luogo detto Turelli, che egli possedeva franca e libera, — terra che il suddetto q. abate Guglielmo diede in cambio a Nicola di Nicola Pillerio per una terra che costui possedeva in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Raccanella e che al presente il monastero tiene «infra clausuram masserie Urrite» — promettendogli in cambio una terra equivalente. Ora, siccome il detto ab. Guglielmo, «morte preventus», non aveva potuto mantenere la parola, perciò Giovanni supplicava l’ab. Romano perché provvedesse «dei et sancte Justicie intuitu». Romano, riconoscendo giuste tali preghiere e non volendo d’altra parte diminuire le possessioni della masseria di Urrita, col consenso della Comunità di M. V., assegna al suddetto maestro Giovanni una terra con castagneto, appartenente allo stesso monastero per l’oblazione del q. Giovanni de Mugnano («Mungnano»), e sita nel luogo detto Toppe, salvo tuttavia a corrispondere ogni anno al monastero 5 grana d’oro nella festa di S. Maria a settembre (LVIII, 36)
2879.
1315, maggio 15, ind. XIII – Roberto re a. 7
Sarno
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., concede a Nicola Maraldo, f. del q. Alfano, di Sarno, un territorio nel luogo detto Lavirmano, per la metà dei frutti superiori e la quinta degli inferiori (CVI, 37)
2880.
1315, maggio 20, ind. XIII – Roberto re a. 7 («6»)
Ospedale di M.V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V, concede in enfiteusi a Giacomo, di cognome de Tramonto, abitante nel Casale di M.V., una terra con vigna e terra «vacua», vicino al suddetto casale, per l’annuo censo di 3 tarì, da corrispondersi a Natale (CXVII, 19)
2881.
1315, giugno 17, ind. XIII – Roberto re a. 7
Ospedale di M.V.
Luca Grimi di Limatola, diocesi di Caserta, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M. V., presenti e consenzienti don Deodato infirmarario, don Giacomo vestarario, don Francesco cellerario, con Giovanni sacrista e don Giovanni da Sarno, monaci di M.V., cede a Tommasa, ved. del q. Stulto del giudice Riccardo, del Casale di M.V., un castagneto nelle pertinenze del suddetto casale, nel luogo detto Airuli; e in cambio riceve un castagneto nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Vesta («Besta») (LVIII, 37)1)
1) NOTA
1315, agosto 16, ind. XIII
Ospedale di M.V.
Giovanni, principe d’Acaia, conte di Gravina e f. di re Roberto, dona a Romano, ab. di M.V., 20 «sertas» di anguille annue, da prendersi al lago di Lesina (IX, 35)
***Altra copia in un doc. del 30 dicembre 1324, Ind. VIII (in IX, 47)
***Altra copia in un doc. del 26 ottobre 1360, Ind. XIV (in IX, 76)
1315, agosto 17, ind. XIII (in: 1322, agosto 2, ind. V)
Ospedale di M.V.
Giovanni, principe di Acaia, f. del re di Sicilia e suo Vicario generale nel Regno, comunica ai gabellieri del lago di Lesina che ha concesso a M.V., per il grande amore che porta verso questo monastero, 20 «sertas» di anguille «de mediocribus sive communibus» da prendersi dal lago di Lesina, ogni anno, a cominciare dal prossimo mese di settembre, in perpetuo (in XII, 104)
*** Altra copia in un doc. del 30 dicembre 1324, Ind. VIII (in IX, 47)
***Altra copia in un doc. del 26 ottobre 1360, Ind. XIV (in XII, 105)
1315, agosto 18, ind. XIII – «Apostolica sede pastore vacante» per la morte di Clemente Pp. V.
Napoli
Angelo de Santa Vittoria, pubbl. not.
***Altra copia, del sec. XVII, eseguita da Guglielmo da Manocalzati (I, 88-89)
2885.
1315, settembre 13, ind. XIV – Roberto re a. 7
Salerno
Riccardo Cappasanta, pubbl. not. di Salerno
Matteo Buccamugello, giudice di Salerno
Pandolfo de Protogiudice, «doctor in phisica», f. del q. don Nicola, «milite», vende a Matteo de Protogiudice, di Salerno, f. del giudice Biscardo, presente l’ab. Roberto de Protogiudice, canonico salernitano e fratello di Pandolfo, «volente et ratum habente», una sala «cum caminata ipsi sale… adiacente», facente parte di un palazzo in Salerno, nell’Orto grande presso la chiesa di S. Vito de Scutis, per il prezzo di 35 once di tarì di Sicilia (CV, 67)
Bibl: Carucci C., Codice Diplomatico Salernitano, parte I, p. 87
2886.
1315, ottobre 26, ind. XIV – Roberto re a. 7
Aversa
Paolo di maestro Magno, pubbl. not. della città di Aversa
Paolo di Notarbruno, giudice della città di Aversa
Giacomo de Abenavolo («Avenabulo»), di Aversa, vende a Pietro de Roma, cittadino di Capua, un palazzo dentro la città di Capua, nella parrocchia di S. Stefano, per il prezzo di 4 once d’oro (XXXII, 30)
1315, dicembre 3, mercoledì, ind. XIV – Roberto re a. 7 (in: 1326 («1325»), gennaio 11, ind. IX – Roberto re a. 17)
Nola
Angelo de Cimitile («de Cimiterio»), pubbl. not, di Nola
Riccardo de Crissio, giudice di Nola e di Cicala
Giovanni de Tommaso procede a una permuta coi coniugi Felice de Girardo e Costanza, dando loro due terricciuole nel casale di Vignola, una nel luogo detto Trave («a lu trave»), e l’altra nel luogo detto «a lu lavenaru»; e in cambio riceve da loro due altre terricciuole, pure nelle pertinenze del casale di Vignola, nel luogo detto Arenella («alarenella») (in CXXV, 212)
2888.
1315, dicembre 15, ind. XIV – Roberto re a. 7
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Simone Janario, giudice di Mercogliano
Romano, ab. di M.V., col consenso di don Deodato infirmarario, don Giovanni da Sarno camerario, don Nicola…, don Giovanni da Napoli cappellano dell’abate, monaci di M.V., e Roberto «de Syrino» vicario del monastero, cede a Stefano de Patricia un castagneto nel luogo detto Cesinula, con l’onere della rendita di 15 grana annue; e riceve in cambio 3 once d’oro, confermando in pari tempo la cessione di una vigna che lo stesso Stefano aveva dovuto dare all’ab. Guglielmo, predecessore di Romano, perché si facesse una nuova strada pubblica per cui più comodamente e più facilmente si fosse potuto andare dalla masseria di Urrita a quella di San Marco, ambedue del monastero di M.V. (LVIII, 38)
2889.
1315, dicembre 16, ind. XIV – Roberto re a. 7
Ospedale di M.V.
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano e del Casale di M. V.
Amore, giudice del Casale di M.V.
Romano, «dei gratia» venerabile ab. di M.V. («reverendus in Christo pater et dominus…») (che si sottoscrive), concede a Giovanni de Enrico, del Casale di M.V., una terra vicino al Casale di M. V., per il canone annuo di un tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e un’oncia d’oro per questa concessione (CXVII, 20)
2890.
1316 («1315»), gennaio 26, ind. XIV – Roberto re a. 7
Cervinara
Giovanni de Gaugilia, pubbl. not. di Cervinara
Pietro Campanario, giudice di Cervinara
Donna Florenza, ved. di Nicola de Leone, e Giovanni e Giacomo, suoi figli, vendono a Nicola de Gregorio un pezzo di terra con castagne nelle pertinenze di Cervinara, nel luogo detto Corte de Ausilia, per un’oncia d’oro (XXXVIII, 30)
2891.
1316, febbraio 8, ind. XIV – Roberto re a. 7
Altavilla
Antonio, pubbl. not. di Altavilla
Deodato Morcone, giudice di Altavilla
Il nobile Marino de Limata concede a Filippo de Basilia, d’Altavilla, quattro terre nelle pertinenze di Balva, delle quali due vicino alla chiesa di S. Leone, un’altra nel luogo detto «a lu ringu», e l’ultima nel luogo detto Fonte di Lauro: il tutto per il censo di 5 tarì da corrispondersi nella festa di S. Martino. Marino riceve inoltre una casa di legno in territorio di Altavilla, nel luogo detto Borgo («a lu burgo») (XII, 327)
2892.
1316, marzo 1°, ind. XIV – Roberto re a. 7
Ospedale di M.V.
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Pietro e Marco, fratelli, figli del q. maestro Russemano, di Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vendono a Gualtiero di Giovanni de Gualtiero, pure di Mercogliano, la metà di una vigna nel luogo detto Giardino, per 3 once e 14 tarì, e con l’onere del canone di due libbre di cera all’anno al monastero di M. V., nella festa di S. Maria a settembre, distribuite e gravanti una sul venditore e l’altra sul compratore; inoltre il monastero per l’assenso riceve 10 tarì (LXIII, 42)
2893.
1316, marzo 21, ind. XIV – Roberto re a. 7 (in: 1401, settembre 24, ind. X)
Napoli
Dietro petizione della badessa e delle monache del monastero di S. Salvatore del Goleto, che venivano molestate da diverse persone di Melfi, Monticchio, ecc., re Roberto ordina al giustiziere di Basilicata e di Principato Ultra di non permettere che quel monastero venga molestato nel pacifico possesso in cui era del tenimento di S. Tommaso de Cerrutolo (cfr. Reg. 1517) (in XLVII, 101)
2894.
1316, marzo 25, ind. XIV – Roberto re a. 7
S. Maria del Plesco, nel casale di Casamarciano
Luca Grimi di Limatola, della diocesi di Caserta, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., concede a Giovanni de Pietro, f. del q. Angelo de Potenza («cognomine de Potentia»), abitante nella villa di Tufino, due prese di terra nel bosco di Visciano, con patto di lavorarle, piantarvi alberi, ecc., e corrispondere ogni anno la metà dei frutti, ecc. (XXVII, 9)
2895.
1316, marzo 25, Ind. XIV – Roberto re a. 7
Luca Grimi di Limatola, della diocesi di Caserta, pubbl not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., concede a Guglielmo e a Giovanni de Riccardo, a Bartolomeo Graziano, a Tommaso Madio e a Riccardo de Gema, vassalli del monastero, abitanti nel casale di Casamarciano, una presa di terra nel luogo detto Valloncelli, nelle pertinenze di Visciano, per la metà dei frutti, e per questa concessione riceve 13 tarì d’oro (XXVII, 8)
2896.
1316, marzo 25, ind. XIV – Roberto re a. 7
Santa Maria del Plesco
Romano, ab. di M.V., presenti e consenzienti fra Riccardo da Monticchio, priore di S. Maria del Plesco, fra Luca, fra Francesco da Flumeri, fra Riccardo da Montoro e parecchi altri, concede a Perretto Baldino, f. del q. Rainaldo, abitante nel casale di Vignola, due prese di terra, site nel luogo detto Contrada, nelle pertinenze di Visciano, per la metà dei frutti e la quinta parte dei seminati (XXVII, 7)
2897.
1316, marzo 25, ind. XIV – Roberto re a. 7
Santa Maria del Plesco
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., concede a Bartolomeo e a Matteo Baldino, fratelli, del casale di Vignola, una presa di terra nella montagna di Visciano, spettante al monastero di M. V., come signore del casale, per la metà dei frutti superiori e la quinta parte degli inferiori (XXVII, 6)
2898.
1316, marzo 31, ind. XIV – Roberto re a. 7
Lauro
Nicola, pubbl. not. di Lauro
Simone de Lauritano, giudice di Lauro
Il giudice Giacomo de Salerno, f. del q. Francesco, cittadino di Lauro, facendo testamento, istituisce erede di tutti i suoi beni il monastero di S. Giacomo di Lauro, eccettuandone i beni paterni e materni, e costituisce molti legati. In particolare stabilisce che se la moglie non fosse passata a seconde nozze, avrebbe potuto rimanere ad abitare nelle case del testatore, con un certo censo annuo da corrispondersi al monastero (XLIX, 24)
2899.
1316, aprile 15, ind. XIV – Roberto re a. 7
Ospedale di M.V.
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Trovandosi giudice, notaio e testi nell’Ospedale di M.V. alla presenza di Romano, «dei gratia» ab. di M. V., si presenta il maestro Giovanni Flaudino, di Mercogliano, falegname, e asserisce che al tempo «vacationis dicti monasterii», in cui l’eletto ab. Romano, era andato alla Curia Romana, «munus confirmationis et benedictionis petiturus», egli aveva comprato per 12 tarì dalla q. Mabilia de Daniele i diritti e l’azione che costei aveva su una terra con vigna che teneva dal monastero al reddito annuo di 3 grana d’oro e che è sita nel luogo detto Pretorio, che però in questa compravendita non era intervenuto alcun consenso da parte del monastero. Perciò «ad conscientiam rediens», conoscendo egli, Giovanni, che la vendita suddetta non aveva valore senza il consenso e la volontà dell’abate e della Comunità di M.V., volontariamente rimette nelle mani dell’abate tutti i diritti che egli aveva potuto acquistare con quel contratto, supplicando nello stesso tempo l’abate a provvedere acché non perdesse la somma versata nelle mani di Mabilia. Ora l’abate, «misericordia motus» e considerando i molteplici benefici arrecati al monastero da Giovanni, e gli altri che si ripromette ricevere per l’avvenire, ricevuta la suddetta rinunzia, concede, col consenso della Comunità, «locationis titulo», a lui e ai legittimi eredi, la suddetta terra, salvo il canone di 4 grana d’oro, da corrispondersi al monastero nella festa di S. Maria a settembre, e per questa locazione e concessione riceve 2 tarì d’oro, da convertirsi in utilità del monastero (LX, 68)
2900.
1316, maggio 31, ind. XIV – Roberto re a. 8
Ospedale di M.V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Amore, giudice del Casale di M.V.
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Guglielmo de Americo, f. del q. Giovanni de Americo, del Casale di M. V., un pezzo di terra vicino al Casale di M.V., per un tarì e mezzo di canone annuo, da corrispondersi a Natale, e 12 tarì per questa concessione (CXVII, 21)
2901.
1316, giugno 14, ind. XIV – Roberto re a. 8
Ospedale di M.V.
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano e del Casale di M. V.
Amore, giudice del Casale di M.V.
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Pietro del giudice Riccardo, del Casale di M. V., una casa nel Casale di M. V., per mezza libbra di cera all’anno nella festa di S. Maria a settembre, e 2 once d’oro per questa concessione (CXVII, 22)
1316, giugno 20, ind. XIV – Roberto re a. 8
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Il maestro Giacomo Lombardo e donna Giacoma, sua moglie, di San Pietro de Olibula, abitanti in Mercogliano, vassalli del monastero di M.V., col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), cedono a Centannello, f. di Centanni Pellerio, di Mercogliano, e alla moglie Caratenuta, un castagneto nel luogo detto Caputi, e un nocelleto nel luogo detto Serrone, redditizi in un tarì d’oro all’anno a M.V.; e in cambio ricevono una casa nel casale di Mercogliano, detto Urbiniano, col patto che Giacomo e donna Giacoma dovessero corrispondere un tarì e 2 grana annue nella festa di S. Maria a settembre, ipotecando tale canone sulla casa, aumentato di 2 grana (LXIII, 43)
2903.
1316, giugno, ind. XIV – Roberto re a. 8
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., concede a Fusco di Giordano de Fusco, di Montefusco, un pezzo di terra con vigna e terra «vacua», nelle pertinenze di Montefusco, nel luogo detto San Marco, per 3 tarì di censo annuo a Natale, e 2 once d’oro per questa concessione (LXXXIV, 11)
2904.
1316, luglio 8 (in: 1321, ottobre 5. ind. V)
Ospedale di M. V.
Filippo, principe di Taranto e f. del re di Sicilia, concede al monastero di M.V. il privilegio per cui ogni persona potrà macinare nel mulino della Foce, di proprietà del monastero, nonostante la proibizione che vi era di non andarvi senza licenza regia (in IX, 44)
(1316) (gennaio, aprile o luglio) 13, martedì, ind. XIV
Fontanarosa
Bartolomeo di don Urso, giudice
Davanti a questo e ad altri giudici, il maestro Giovanni de Lodoysio, abitante in Fontanarosa, dona alla chiesa di S. Giacomo, da poco da lui costruita, il palazzo, sito presso la stessa chiesa, e la terza parte di tutte le vigne e le terre sue; inoltre stabilisce che quella chiesa di S. Giacomo abbia una cassa di noce per riporvi i paramenti (Cand. V, 6)
2906.
1316, luglio 16, ind. XIV – Roberto re a. 7
Forenza
Guglielmo de Parisio, pubbl. not. di Forenza
Pietro Paladino, giudice regio di Forenza
Fra Leonardo, monaco di M.V. e procuratore e rettore della chiesa di S. Maria degli Armeni, cede a Guglielmo Petrella, di Forenza, una casetta diruta nella parrocchia di S. Nicola; e in cambio riceve una terra nelle pertinenze di Forenza, nel luogo detto Macchia di Salterra, e in più 22 tarì (XLIV, 54)
1316, agosto 21, ind. XIV – Roberto re a. 8
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Avendo Romano, ab. di M.V. mostrato davanti al re che nel mese di aprile precedente l’«Universitas clericorum et laycorum castri Merculiani seu maior pars», posponendo il timore di Dio e venendo meno ai loro giuramenti di vassallaggio, con armi proibite si recarono all’ospedale di M.V. in cui stava l’abate con alcuni monaci e «famuli» dello stesso monastero, facendo tumulto contro di loro. Ora, perchè la cosa non avesse a ripetersi, si spedisce mandato regio all’Università di Mercogliano, rogato da Bulgaro da Tolentino, maestro Razionale, per ordine di Carlo Illustre, Vicario generale del Regno, che non si facciano insulti, tumulti, conventicole e cospirazioni contro l’abate e il monastero di M.V. e i loro membri, e che si prestino i soliti servizi di vassallaggio, non si portino armi proibite nè di giorno nè di notte (LV, 3)
***Altra copia, pure cartacea (IX, 37-38)
1316, agosto 25, ind. XIV – Roberto re a. 8
Maddaloni («apud Magdalonum»)
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Maestro Bisanzio, abitante in Maddaloni, dichiara di aver ricevuto a censo da Romano, ab. di M.V., una terra appartenente al monastero di S. Maria Reale di Maddaloni, per 4 tari d’Amalfi di censo annuo, distribuiti due a Natale e due nella festa della Madonna ad agosto, e la decima dei frutti superiori (LI, 33)
2909.
1316, settembre 20, ind. XV – Roberto re a. 8
Ospedale di M. V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Amore, giudice del Casale di M.V.
Romano, ab. di M. V., concede a Giovanni e a Sialta, figli del q. Simone de Moriano, del Casale di M.V., un territorio nel luogo detto Pastina, non molto lontano dal suddetto casale, per il censo annuo di 2 tarì a Natale, e un’oncia d’oro per questa concessione (CXVII, 23)
1316, ottobre 11, ind. XV («XIV») – Roberto re a. 8
Mercogliano
Nicola, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Don Giacomo, arciprete di Mercogliano, insieme col clero della chiesa di S. Pietro Ap. di Mercogliano, concede a Pietro Francesco e a Giovanni, figli della signora donna Giacoma de Forino, tre terre in Mercogliano, consistenti in tre castagneti nel luogo detto Senolla («a senolla»), per il censo annuo di un tarì da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (LXXI, 48)
1316, ottobre 12, ind. XV – Roberto re a. 8
Simone Janario e Matteo de Castolio, giudici di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Tomasello, f. di Alberia, di Brindisi, abitante nel castello di Mercogliano, e per esso al giudice Riccardo Racco, suo tutore, due case con casalini congiunti, vicino alla chiesa di S. Pietro, per il censo annuo di 2 tarì e 15 grana d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 2 once d’oro per questa concessione (LXI, 3)
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano e del Casale di M. V.
Amore, giudice del Casale di M.V.
Romano, ab. di M. V., concede a Giacomo, f. del q. Nicola de Lauro, del Casale di M.V., un orto in questo casale, nel luogo detto Capocasale («Caput casalis»), per il censo annuo di 10 grana d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 12 tarì d’oro per questa concessione (CXVII, 24)
2914.
1316 («1317»), novembre 18, ind. XV – Roberto re a. 8
Ponte di Mugnano («apud pontem miniani»)
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., col consenso di don Riccardo da Monticchio, priore dell’obbedienza di S. Maria del Plesco, soggetta a M.V., don Giacomo da Airola e don Francesco da Litto, monaci di M.V., concede a Giovanni, f. di Miliola, a Paolo e Giovannuccio, figli del q. Guglielmo, e alla pupilla Francesca, figlia del q. Nicola e nipote del suddetto Giovanni, abitanti in Ponte di Mugnano, e ai loro eredi, i seguenti beni: una casa «palaciata» con altre case e orto nel luogo detto Corte di Palumbo («Curtis Palumbi»); una casa con orto e oliveto vicino ad essa; una terra con arbusto nel luogo detto Puttano; una terra con arbusto nel luogo detto «Quercus Robolini»; un arbusto nel luogo detto Mortula; e una selva nel luogo detto Gualdo: il tutto per il canone annuo di 8 tarì, distribuiti un terzo a Natale, un terzo a Pasqua e un terzo nella festa di S. Maria ad agosto (LXXIII, 92)
2915.
1316, novembre 20, ind. XV – Roberto re a. 8
S. Maria del Plesco, presso Nola
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., presenti e consenzienti i monaci fra Riccardo da Monticchio, priore di S. Maria del Plesco, fra Giacomo da Airola, procuratore, fra Luca da Venticano, fra Francesco da Litto, fra Claro da Montecorvino, e parecchi altri, concede a Felice de Giannattasio, di Visciano, una presa di terra nella montagna di Visciano, col patto di piantarvi alberi, ecc., e corrispondere la metà dei frutti superiori e la quinta parte degli inferiori finchè non saranno cresciute le piante nuove. Cresciute queste, si corrisponderà dei seminati solo la decima (XXVII, 10)
2916.
1316, novembre 22, ind. XV – Roberto re a. 8
Aversa
Nicola di Filippo, pubbl. not. di Aversa
Francesco de Eustasio, giudice di Aversa
Tamaro Peregrino, f. del q. Nicola, e Caterina, sua moglie, della villa di Casoria, vendono a Giovanni Marotta, d’Aversa, due pezzi di terra, per 6 once d’oro (XXII, 42)
2917.
1316, novembre 30, ind. XV – Roberto re a. 8
Barbacciano, nel monastero di S. Maria di M.V. («apud locum Sancte Marie de Monte Virginis, in casali Barbaczani»)
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Riccardo Meloysio, giudice del casale di Barbacciano
Il nobile giudice Giovanni de Casatorio, f. del q. Adamo, e sua moglie Filippa, abitanti in Nocera, donano con donazione irrevocabile «inter vivos» al monastero di M. V., per mano di Romano, ab. di M. V (che si sottoscrive), i seguenti beni nella città di Sarno: la terra che tiene a lavorare Giovanni de Amando, nel luogo detto Revolta; una terra con olivi e querce ivi; la metà di una camera nel luogo detto «in capite ortis»; un mulino sul fiume Braccherolo, con l’acquedotto e l’orticello contiguo; un orticello ivi, presso lo stesso fiume; i beni che essi posseggono in comune con Roberto de Casatorio; un casalino con orto nello stesso luogo «in capite ortis», nelle pertinenze di Sarno; un oliveto nel luogo detto San Martino; una presa di terra; un pezzo di terra con alberi nel luogo detto Venere; una casa nel suburbio di Sarno; un casalino nel luogo detto Fontana; il casalino che tiene Francesco di Buonmatto; una casa in Sarno presso la porta «de Landunario»: il tutto col patto che il monastero dia loro 30 once d’oro, ed essi rimangano in possesso di quei beni loro vita durante (XCII, 52)
(dopo il 30 novembre 1316)
Nel casale di Barbacciano
Francesco Brencola, pubbl. not. di Nocera
Filippo Milvisio, giudice di Nocera
In seguito alla donazione di cui al regesto precedente, Romano, ab. di M.V., si divide con Roberto de Casatorio i beni che aveva in comune con lui e ne prende possesso, e cioè: un casalino con orto; un territorio nel luogo detto San Martino; una terra nel luogo detto Tartareto; una terra vicino alla chiesa della SS. Trinità; tre casalini; due case con sedili vicino alla Porta di Sarno; una bottega ivi; un querceto nel luogo detto Vigneto; una casa nel Borgo. Per questa divisione Romano paga a Roberto un’oncia d’oro (CVI, 30)
1316, dicembre 15, ind. XV – Roberto re a. 8
Ospedale di M.V.
Alessandro, pubbl. not, del Casale di M.V.
Amore, giudice del Casale di M.V.
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., rimette a Riccardo de Blasio, del Casale di M. V., 24 opere personali, alle quali era obbligato verso il monastero per diverse terre che teneva a censo; e in cambio riceve dal medesimo i seguenti beni: una casa con corte congiunta, una terra con selva nel luogo detto Ayrola, «vegetem unam pro vino» della capacità di cinque salme e del valore di 5 tarì, e di più 15 tarì d’oro (CXV, 167)
2920.
1316, dicembre 22, ind. XV – Roberto re a. 8
Ospedale di M.V.
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano e del Casale di M.V.
Amore, giudice del Casale di M.V.
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede al maestro Roberto de Altemanno, abitante nel Casale di M. V., una terra «vacua», sita nel Casale di M.V., nel luogo detto Capocasale, per il censo annuo di un tarì d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 7 tarì e 10 grana per questa concessione (CXVII, 25)
1316, … – (Roberto) re a. 8
Ospedale di M. V.
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., rinnova a Brundusio, Pietro, Francesco e Giovanni, figli di Giacomo de Forino, fratelli uterini di don Giacomo, arciprete di Mercogliano, la concessione già fatta dall’ab. Guglielmo, di una vigna nel luogo detto Sariano, col patto di corrispondere un tarì all’anno come censo, nella festa di S. Maria settembre (LXI, 1)
N.B.-Senza S. T. e senza sottoscrizioni
2922.
1317, gennaio 12, ind. XV – Roberto re a. 8
Sarno
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., riceve da Angelo de Bracigliano («de cognomine Brachillano»), abitante in Sarno, la facoltà di costruire un acquedotto nella terra del medesimo, nel luogo detto Tartareto, che teneva a censo dal monastero di M.V. per l’ottava parte dei frutti superiori e inferiori, acquedotto che serviva per un mulino del monastero, costruito nel luogo detto Tartareto; e in cambio gli cede una terra ivi, col patto di corrispondere l’ottava parte dei frutti; e di più gli rilascia la quarta parte dei frutti che doveva corrispondere per l’altra terra, e per questo beneficio riceve 17 tarì e mezzo (CVI, 32)
2923.
1317 («1316»), gennaio 16, ind. XV – Roberto re a. 8
Cervinara
Giacomo de Biagio («de Blasio»), pubbl. not. di Cervinara
Pietro de Biagio («de Balsio), giudice dei vassalli del nobiluomo don Pandolfo Cappello di Cervinara.
In occasione del contratto matrimoniale, Giovanni de Martino assegna alla moglie Gemma, figlia di Nicola de Gregorio, la quarta parte dei beni (XXXVIII, 97)
2924.
1317, febbraio 20, ind. XV – Roberto re a. 8
Ospedale di M. V.
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano e del Casale di M. V.
Amore, giudice del Casale di M.V.
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Nicola de Lodoysio, di Summonte, una terra arativa «vacua», nelle pertinenze del Casale di M.V., nel luogo detto Casale vecchio, per il censo di 2 tarì d’oro all’anno, nella festa di S. Maria a settembre, e un’oncia d’oro per questa concessione (CXVII, 26)
2925.
1317, marzo 1°, ind. XV – Roberto re a. 8
Mercogliano, nella masseria di Urrita
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., conferma a Leone Ibano, di Mercogliano, la permuta che costui aveva fatta con Guglielmo, ab. di M.V., suo predecessore, nella quale Leone aveva ceduto una selva nel luogo detto Vesta («Besta»), congiunta con la masseria di San Marco e in cambio aveva ricevuto dal monastero una terra con castagneto e vigna nel luogo detto Sariano, che il monastero aveva ricevuto in dono da Maria, ved. di Pietro de Davito, oblata di M. V. La conferma da parte dell’ab. Romano si era resa necessaria dal fatto che l’ab. Guglielmo, prevenuto dalla morte, non aveva fatto a tempo a far stendere il contratto in pubblica forma: il che vien fatto col presente atto (LVIII, 39)
1317, marzo 5, ind. XV – Roberto re a. 8
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Guglielmo de Umfredo, abitante in Mercogliano, f. del nobile q. Giacomo de Umfrido, di Montefusco, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., dopo aver mostrato uno strumento (che però non si riporta) del 1308, rogato dallo stesso not. Alessandro e sottoscritto dal giudice Riccardo Racco e dal giudice Simone Janario, — in cui si conteneva che il q. Guglielmo «bone memorie» ab. di M. V., predecessore di Romano, aveva concesso allo stesso Guglielmo e ai suoi eredi quei beni che una volta erano stati concessi dallo stesso monastero in sua vita al q. Giovanni de Gema e che alla morte di costui erano ricaduti in potere e dominio del monastero —, vende a Nicola de la Rosa, di Mercogliano, una casa con corticella congiunta, in Mercogliano, vicino alla chiesa di S. Pietro; una terra con vigna nel luogo detto Cerreta; una terra con orto. Il tutto viene venduto per il prezzo di 2 once d’oro e con l’onere di 2 tarì di censo annuo al monastero di M. V., da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 2 once d’oro allo stesso monastero per l’assenso (LXIII, 44)
2927.
1317, marzo 10, ind. XV – Giovanni Pp. XXII a. 2, Roberto re a. 8
0spedale di M. V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Pietro de Alamo dona al monastero di M.V., per mano di Romano, ab. di M. V., tutti i suoi beni che possedeva in Taurasi, e in particolare una casa «palatiata» (Cand. VIII, 5)
2928.
1317, marzo 13, ind. XV – Roberto re a. 8
Ospedale di M.V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Amore, giudice del Casale di M.V.
Giovanni de Acerno, f. del q. Giacomo de Acerno, col consenso di Romano, ab. di M.V. (che si sottoscrive), procede a una permuta con Guglielmo de Magno, f. del q. Giacomo, abitante nel Casale di M. V., dando un orto nel suddetto Casale di M. V., redditizio al monastero di M.V. in un censo annuo di mezzo braccio di cera, da corrispondersi nella festa della Natività di S. Maria a settembre; e ricevendo un altro orto, pure redditizio al monastero di M. V. in un censo annuo di 5 grana, da corrispondersi pure nella stessa festa (CXIX, 7)
2929.
1317, aprile 1°, ind. XV – Giovanni Pp. XXII a. 1
Napoli
Angelo de Santa Vittoria, pubbl. not. apostolico e scrivano della Curia arcivescovile
Dietro richiesta di Romano, ab. di M.V., si riproduce il privilegio di esenzione concesso da Umberto, arcivesc. di Napoli, e dal suo Capitolo il 18 agosto 1315 (riferito, Reg. 2884) (I, 90)
2930.
1317, aprile 23, ind. XV – Roberto re a. 8
Grottaminarda («apud Criptam Maynardi»)
Alessandro, pubbl. not. di Grottaminarda
Benedetto Magno, giudice di Grottaminarda
Ruggiero e Carapresa, sua moglie, offrono se stessi al monastero di M.V. come oblati, e donano allo stesso monastero, — in cui presiede Romano, per le mani di fra Simone de Sora, di Aquaputida, oblato di M. V. e procuratore del monastero di M.V. —, tutti i loro beni (XLVII, 4)
2931.
1317, maggio 4, ind. XV – Roberto re a. 8
Ospedale di M.V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Amore, giudice del Casale di M.V.
Romano, ab. di M.V., concede in enfiteusi a Nicola de Florio f. del q. Nicola Campasano, abitante nel Casale di M. V., un territorio nel luogo detto Campomarino («campus de marino»), per il censo annuo di un tarì d’oro a Natale, e un’oncia d’oro per questa concessione (CXVII, 27)
2932.
1317, giugno 15, ind. XV – Roberto re a. 9
Forino
Leonardo, pubbl. not. di Forino
Guglielmo, giudice di Forino
Il giudice Riccardo Racco, di Mercogliano, f. del q. giudice Giovanni, dona a Penta, di Salerno, ora abitante in Forino, e a Riccardo e Federico, figli di costei, i seguenti beni in Forino, e cioè: una terra con castagni nel luogo detto Baccentollu; un’altra terra con castagni ivi; un’altra terra pure con castagni ivi; e una terra con arbusto nel luogo detto Pergola longa (XLIV, 90)
2933.
1317, agosto 5, ind. XV – Roberto re a. 9
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni de Gualtiero, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Nicola de Gottofrido, di Mercogliano, una casa vicino alla chiesa di S. Pietro, per l’annuo censo di 10 grana d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e un’oncia d’oro per questa concessione (LXI, 4)
2934.
1317, agosto 6, ind. XV (in: 1401, settembre 24, ind. X)
Melfi
Filippo Tarallo, di Melfi, pubbl. not.
Dietro richiesta delle religiose del monastero di S. Salvatore del Goleto, si trascrive una lettera del re Roberto, data da Napoli il 21 marzo 1316 (riferita, Reg. 2893) (in XLVII, 101)
2935.
1317, agosto 7, ind. XV – Roberto re a. 9
Avellino
Pietro de Montefredane, pubbl. not. di Avellino
Ruggiero del Giudice, giudice di Avellino
Nicola de Vallone e Rengucia, sua moglie, di Avellino, vendono a Tommaso Sclavo, di Avellino, una terra «vacua» nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Mulino dell’Abate o Playora, per un’oncia d’oro (XXI, 44)
1317, ottobre 5, ind. I – Roberto re a. 9
Napoli
Re Roberto ordina ai gabellieri e credenzoni del fondaco e della dogana di Salerno che paghino al monastero di M.V. 40 once d’oro annue, donate da suo padre e da lui stesso, e cioè 20 once per la tonnina da passare ai monaci il mercoledì e venerdì e 20 per le vesti dei medesimi, ordinando di pagare inoltre l’arretrato (IX, 39)
***Altra copia in un doc. del 4 novembre 1345. Ind. XIV (in IX, 64)
2937.
1317, novembre 4, ind. I – Roberto re a. 9
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., cede e rilascia a Giovanni de Mirando, di Mercogliano, vassallo di M. V., «homo magne paupertatis et plenus dierum», 48 giornate di servizio personale, alle quali era tenuto ogni anno, in qualunque opera gli fosse ingiunta dall’abate, e inoltre due «languenas» di mosto, due terzi di castagne, due terzi d’orzo e l’ottava parte di una spalla di porco. Questo servizio personale e il suddetto reddito egli e i suoi antecessori corrispondevano al monastero da tempo immemorabile per un tenimento di terre e di possessioni che tenevano dal monastero, e in particolare per una casa con orto, in Capo del Casale di Mercogliano detto Urbiniano o Santa Margherita. Tuttavia essendo egli, Giovanni, caduto «in ultimam erumpnam» e giunto a decrepita età e impotenza e avendo una moglie cieca da più di venti anni, e non potendo egli più fare quel servizio personale, perciò, «genibus flexis cum lacrimis» supplica l’abate a convertirgli quel servizio personale in un reddito pecuniario, tanto più che il monastero ne avrebbe guadagnato. L’ab. Romano, considerando che nella prestazione di quel servizio personale, il monastero ne aveva poco o nessun vantaggio, tanto più che quel servizio era aborrito, perchè vi erano costretti e perciò per lo più «dolose et fraudolenter laborantes sepius operas ipsas magis in dampnum quam comodum faciunt monasterii», mosso da misericordia, rimette e rilascia quel servizio personale, cambiandoglielo in un canone annuo di 7 tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre. E per questa grazia riceve un’oncia d’oro (LVIII, 40)
1317, novembre 11, ind. I – Roberto re a. 9
Monastero di M. V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M. V., concede a Gentile e Nicola, fratelli, figli del q. Luca Lombardo, abitanti nel Casale di Massa, vassalli del monastero, una terra e un vignale nelle pertinenze del suddetto casale, nel luogo detto Andronico, per il canone annuo di 3 tarì, da corrispondersi nel giorno di S. Onofrio, e per questa concessione riceve 4 once d’oro (LIV, 56)
2939.
1317, novembre 14, ind. I – Roberto re a. 9
Pozzuoli
Matteo de Magistro, pubbl. not. di Pozzuoli
Nicola de Costanza, giudice di Pozzuoli
Il preb. Landolfo de Marzano, di Pozzuoli, ab. e rettore della chiesa di S. Agnese («sancte Agne») di Pozzuoli, col consenso di Guglielmo, «dei gratia» vesc. di Pozzuoli (che si sottoscrive), vende a Corrado de Costanza i diritti che aveva sopra una terra, sita tra la suddetta chiesa e le case o corte del compratore, per 15 tarì (CIII, 5)
2940.
1317, novembre 21, ind. I – Roberto re a. 9
Taurasi
Angelo de Alamo, di Taurasi, pubbl. not.
Pietro Burrello, giudice di Taurasi
Matteo Curzone e sua moglie Capuana, coi loro figli Ruggiero e Giacomo, vendono un orto in Taurasi, per 18 tarì d’oro (Cand. VIII, 7)
1318 («1317»), gennaio 6, ind. I – Roberto re a. 9
Taurasi
Angelo de Alamo, pubbl. not. di Taurasi
Pietro Burrello, giudice annuale di Taurasi
Giacomo Cito, di Arianello, dona al monastero di M.V., «ad cuius virginis Dei genitricis honorem fidem monasterium fundatum est et constructum et ipsius gratia cotidianum recipit incrementum», nelle mani di Pietro, priore dell’obbedienza di Taurasi, due territori nelle pertinenze di Taurasi, dei quali uno nel luogo detto «Casa de alto», e l’altro nel luogo detto «lu Puczillu» (CXXI, 8)
2942.
1318, gennaio 27, ind. I – Roberto re a. 9
Mercogliano, e propriamente in Urrita, masseria di M.V.
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Alla presenza di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., Stefano de Patricia, di Mercogliano, da una parte, e Roberto, f. del q. not. Giovanni del giudice Roberto, dall’altra, asseriscono che c’era stata lite fra loro per il fatto che Roberto sosteneva che Stefano teneva e possedeva certe terre in di Mercogliano, che furono del detto q. not. Giovanni, che costui teneva dal monastero di M.V. per un certo reddito annuo, e che perciò spettavano a lui per diritto di successione paterna, e cioè: una terra con vigna nel luogo detto Copone, per la quale si doveva al monastero una libbra di cera all’anno; e una terra con castagneto nel luogo detto Sala, per un censo al monastero di una libbra di cera. Stefano, invece, sosteneva di tenere quella terra per vendita fattagliene dal suddetto q. not. Giovanni, ed era pronto a mostrarne i legittimi documenti. Ma prima che la lite fosse condotta alla sentenza giudiziale, erano addivenuti a un accordo, tanto più che lo stesso Roberto, «ad conscientiam rediens» si era convinto che la cosa stava come diceva Stefano; e in questo accordo si era stabilito che Roberto, anche col consenso dell’ab. e della Comunità di M.V., per un’oncia d’oro cedeva a Stefano e ai suoi legittimi eredi tutti i diritti che egli poteva avere su quei beni, salvo però la corresponsione al monastero di una libbra e mezza di cera all’anno nella festa di S. Maria a settembre (LXIII, 45)
2943.
1318, febbraio 3, ind. I – Roberto re a. 9
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede al maestro Manasseo de Maraldo, di Mercogliano, i seguenti beni nelle pertinenze di Mercogliano, devoluti al monastero per la morte di Giovanni Caputo, zio di Manasseo, e cioè: una casa con forno; una terra nel luogo detto Macera; un castagneto nel luogo detto Capocasale: il tutto per l’annuo censo di 5 tarì e un braccio di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e un’oncia d’oro per questa concessione (LXI, 5)
2944.
1318, marzo 9, ind. I – Roberto re a. 9
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Corrado Racco, di Mercogliano, due terre nelle pertinenze di Mercogliano, delle quali una con vigna e oliveto nel luogo detto Caputi, e l’altra a castagneto nel medesimo luogo: il tutto per il canone annuo di una libbra di cera nella festa di S. Maria a settembre, e un’oncia d’oro per questa concessione (LXI, 6)
2945.
1318, aprile 2, ind – I Roberto re a. 9
Mercogliano
Nicola de Montorio, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni de Gualtiero, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., cede e rilascia a Luciano de Silvestro, di Mercogliano, vassallo di M. V., per parte di Mattia, figlia di Pietro Cardillo e sua moglie, tre opere a braccio alla settimana, certe castagne, orzo, ecc., che doveva corrispondere al monastero per i seguenti beni che la moglie aveva avuto per dote: un castagneto nel luogo detto Marcellino, un castagneto nel luogo detto Plaiora, un castagneto nel luogo detto Mandre, una vigna nel luogo detto Turelli; e in cambio riceverà un tarì e 5 grana all’anno nella festa di Maria a settembre, e per questa grazia il monastero riveve 10 tarì (LVIII, 42)
2946.
1318, aprile 2, ind. I – Roberto re a. 9
Mercogliano
Nicola de Montorio, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni de Gualtiero, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., cede e rilascia a Gualtiero di Planceda, «homo magne paupertatis», 20 opere personali e il reddito «de castaneis tertiam partem unius tumini, medietatem unius panis, octavam partem spalle porcine», e un braccio di cera e un grano all’anno, che egli doveva corrispondere per un tenimento di terre e possessioni che teneva dallo stesso monastero, e particolarmente per un castagneto nel luogo detto Toccoreta, per un altro castagneto nel luogo detto Milito, e per una selva nel luogo detto Caputi. In cambio riceverà da lui il censo annuo di 5 tarì e 6 grana nella festa di S. Maria a settembre, e per questa grazia il monastero riceve un’oncia d’oro e 15 tarì (LVIII, 41)
2947.
1318, aprile 4, ind. I – Giovanni Pp. XXII a. 2 (in: 1318, maggio 1°, ind. I)
Montevergine
Romano, «permissione divina» ab. di M.V., per comodo e utilità di M.V., crede bene si proceda a una permuta con Nicola, Andrea, Giovanni, Guglielmo, Matteo e Tommaso, fratelli, detti Granita, figli e eredi del q. Gualtiero Granita, rilasciando loro il censo annuo di 15 grana d’oro che essi dovevano al monastero per i diritti che questo aveva su una casa nel rione dei Vietresi («in loco veterensium») dentro la città di Salerno, casa che gli stessi fratelli posseggono in comune e «pro indiviso» col monastero; e ricevendo da loro una bottega («apotega») nella «Ruga speciariorum sub sacro veteri principali palaccio» di Salerno, e che loro appartiene come figli ed eredi del q. Gualtiero. Ora Romano, dopo diligente deliberazione, volendo rendere la condizione del monastero migliore, in quanto la suddetta bottega è di un reddito maggiore delle 15 grana che riscuoteva dalla casa, confidando «de industria et legalitate» di don Nicola da Monteforte, monaco e infirmarario di M. V., lo costituisce procuratore del monastero in ordine a tale permuta coi suddetti fratelli (in CV, 52)
2948.
1318, aprile 8, ind. I – Roberto re a. 9
Ospedale di M. V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Amore, giudice del Casale di M.V.
Romano, ab. di M.V., concede a Tommaso Martini, f. del q. Riccardo Martini, un territorio nelle pertinenze del Casale di M.V., nel luogo detto Torolano, e un orticello nel Casale di M. V., per il canone annuo della metà dei frutti e la decima dei seminati, e 2 grana nella festa di S. Maria a settembre (CXVII, 28)
2949.
1318, maggio 1°, ind. I – Roberto re a. 9
Salerno
Nicola Trimino, pubbl. not. di Salerno
Bartolomeo Rassaco, giudice della città di Salerno
Il P. Nicola da Monteforte, monaco e infirmarario di M. V. e procuratore di Romano, «permissione divina» ab. di M.V., — con procura del 4 aprile 1318. Ind. I (riferita, Reg. 2947) —, cede a Nicola, Andrea, Giovanni, Guglielmo, Matteo e Tommaso Granita, fratelli, figli ed eredi del q. Gualtiero Granita, una rendita di 15 grana annue che costoro doveva corrispondere al monastero su una parte di casa in Salerno, nel Rione dei Vietresi («in loco veterensium»), che il monastero possedeva in comune con loro; e in cambio riceve una bottega sotto il Palazzo vecchio di Salerno, «in Ruga speciariorum» (CV, 52)
2950.
1318, maggio 19, ind. I – Roberto re a. 10
Casale di M. V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Riccardo de Rainaldo e Giacomo, suo figlio, abitante nel Casale di M.V., vendono al giudice Amore, del Casale di M. V, una terra in parte a castagneto e in parte «vacua», nelle pertinenze di questo casale, nel luogo detto Torolano, per il prezzo di 4 once e mezza d’oro (CXX, 78)
1318, maggio 31, mercoledì, ind. I – Roberto re a. 10
Nola
Federico de Syco, pubbl. not. di Nola
Venuto Perario, giudice di Nola e di Cicala
Adenulfo de Ubaldo, di Cicala, col consenso di Romano, ab. di M.V., vende a Riccardo, f. del q. Giacomo, di Cicala, i seguenti beni, redditizi al monastero di S. Maria del Plesco, e cioè: due case e un palazzo con antecorte e orticello congiunto, palmento, aia, cisterna, ecc., nelle pertinenze di Liveri, redditizie al monastero in due staia di olio all’anno, a Natale; e una terra, confinante col suddetto orticello e coi beni della chiesa di S. Maria del Plesco di Cicala, ecc., redditizia anche essa al monastero nella metà dei frutti superiori e nella terza parte degli inferiori, — censi ai quali si obbliga il suddetto compratore —: il tutto, venduto per il prezzo di 9 once d’oro (L, 26)
1318, giugno 25, ind. I
Napoli
Nicola Pipino, di Minervino (che si sottoscrive), dona al monastero di M. V. 20 «sertas» di anguille mediocri, ogni anno, della sua peschiera di Rodi (garganico) (IX, 41)
2953.
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni de Gualtiero, giudice di Mercogliano
Tommaso di Bartolomeo de Cisaria, di Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M. V. (che si sottoscrive), dà, a titolo di permuta, a Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano, una casa diruta, che egli teneva dal monastero di M.V. e che era in Mercogliano presso la Porta del Piede, e per la quale casa insieme con una terra a castagneto nel luogo detto Plaiora si doveva corrispondere al monastero un censo annuo di 12 grana d’oro, ma che ora gliela cede franca e libera da ogni onere; e riceve, pure a titolo di permuta, una casa che Tommaso teneva franca e libera presso la stessa porta, salvo tuttavia che questa casa d’ora in poi sarà soggetta al monastero e perciò Tommaso obbliga se stesso e i suoi eredi a corrispondere quel censo medesimo che prima corrispondeva per l’altra casa (LXIII, 48)
2954.
1318, luglio 26, ind. I – Roberto re a. 10
Cervinara
Giacomo de Biagio, pubbl. not. di Cervinara
Pietro del giudice Rainone, giudice di Cervinara
Riccardo de Simone, di Cervinara, cede a Nicola de Gregorio, pure di Cervinara, tre pezzi di terra nelle pertinenze di Cervinara, dei quali uno nel luogo detto Ferrari, e due altri nel luogo detto Campo San Pietro; e riceve in cambio un pezzo di terra, pure in Cervinara, nel luogo detto Vendimio di Matteo de Capua (XXXVIII, 93)
1318, settembre 7, ind. II – Roberto re a. 10 («9»)
Montevergine
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M. V., con fra Ruggiero, priore claustrale, e fra Giovanni decano, e con tutta la Comunità di M. V., cede a Nicola Fera, f. del q. Bartolomeo de Alessandro, abitante nel casale di San Nazzaro, 16 pezzetti di terra nelle pertinenze di San Pietro a Sala, — e cioè: 1° una terra con orto; 2° un territorio con casa e vigna; 3° un territorio nel luogo detto Fontana; 4° un altro territorio nel luogo detto Limite; 5° un altro territorio congiunto col precedente; 6° metà di un orticello con casa; 7° un territorio congiunto col precedente; 6° metà di un orticello con casa; 7° un territorio nel luogo detto Corti di Palermo; 8° un territorio nello stesso luogo; 9° una terra con alberi nel luogo detto Vigna dei Santi; 10° e 11° due altri territori ivi; 12° un altro territorio nel luogo detto «de pede vinearum»; 13° un territorio nel luogo detto Querceto; 14° una terra nel luogo…, presso i beni della chiesa di S. Pietro a Sala; 15° un’altra terra nel casale di Veticano; 16° un’altra terra nello stesso casale, nel luogo detto Sant’Andrea —; e in cambio il monastero riceve un territorio lavorativo della capacità di nove coscine «in semine», nelle pertinenze di Montefusco, nel luogo detto Parituli (XCVIII, 45)
2956.
1318, settembre 9, ind. II – Roberto re a. 10
Teobaldo Macza, pubbl. not. di Capua
Bricio de Matteo, giudice di Capua
Dietro richiesta di don Benedetto de Palmiero, arcidiac. di Capua, si riporta uno strumento relativo al contratto matrimoniale tra il nobile Andrea de Cirro, di Capua, e Benedetta, figlia dei maestro Nicola de Lombardo, rogato l’anno 1303, 17 aprile (riferito, Reg. 2734) (XXXII, 123)
2957.
1318, settembre 9, ind. II – Roberto re a. 10
Capua
Teobaldo Macza, pubbl. not. di Capua
Biagio di Peregrino, giudice della città di Capua
Il nobile Andrea de Cirro, di Capua, vende a don Benedetto de Palmiero, arcidiac. di Capua, una terra con presa a casa dentro la città di Capua, nella parrocchia di S. Salvatore Maggiore, per il prezzo di 4 once d’oro (XXXXII, 31)
2958.
1318, ottobre 30, ind. II – Roberto re a. 10
Capua
Giovanni di Notarnicola, pubbl. not. di Capua
Biagio de Peregrino, giudice della città di Capua
Cerbo de Sabastano, f. del q. Sabastano Russo, della villa di San Teodoro, nelle pertinenze di Capua, vende a Stefano di maesto Benvenuto, di Capua, un pezzo di terra nella villa di Tauzano, nelle pertinenze della terra del Lagno («terre lanei»), per 5 once d’oro e tarì (in bianco) (XXXII, 32)
2959.
1318, novembre 2, ind. II – Roberto re a. 10 («9»)
Ospedale di M. V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M. V., concede a Martino de Forino, abitante nel Casale di M. V., un orto nel suddetto casale, nel luogo detto Fontana, per il censo annuo di 10 grana d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 6 tarì per questa concessione (CXVII, 29)
2960.
1318, dicembre 5, ind. II – Roberto re a. 10
Mercogliano
Nicola de Montorio, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni de Gualtiero, giudice di Mercogliano
Nicola de Cicala, del Casale di M. V., col consenso di donna Agnese («Angessa»), sua moglie, e col beneplacito di Romano, «dei gratia» ab. di M. V., vende a Nicola de Ugolotto, di Mercogliano, un castagneto in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Santa Maria de Toppa, per 12 tarì, e con l’obbligo di corrispondere il censo annuo di 4 grana d’oro al monastero di M. V. nella festa di S. Maria a settembre. Al monastero si pagano 2 tarì per l’assenso (LXIII, 50)
2961.
1318, dicembre 8, ind. II – Roberto re a. 10
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M. V., asserisce che Giovanni f. del q. Matteo de Guido, deve rendere al monastero le sottoscritte opere personali e corrispondere i sottoscritti redditi per certi beni che egli tiene dal monastero e che sono in territorio e nelle pertinenze di Mercogliano, e cioè: «operas sexdecim, musti salmam unam et partem quartam unius languene de ordeo quartam partem unius pedis et octavam partem castanearum… unius panis quartam partem et unius spalle porcine octavam partem». Ora Romano crede bene, col consenso della Comunità, di liberare Giacomo e i suoi eredi presenti e futuri da ogni gravame di opere e dei suddetti redditi, salvo sempre il diritto di proprietà e di dominio spettante al monastero su quei beni e salvo il censo annuo d’ora in poi di 4 tarì d’oro, da corrispondersi al monastero nella festa di S. Maria a settembre; ma insieme si riprende un pezzo di terra con vigna e olivi in territorio di Mercogliano, nel luogo detto San Modestino, terra che Romano reputava utile e necessaria al monastero in quanto con essa intendeva procedere a una permuta con altre terre adiacenti al monastero, migliorando così la condizione del monastero. I 4 tarì che Giacomo deve corrispondere al monastero sono per una terra con castagneto nel luogo detto Sariano, una selva nello stesso luogo presso il vallone, e un’altra selva nel luogo detto Pretorio (LVIII, 43)
2962.
1319, gennaio 16, ind. II – Roberto re a. 10
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Il P. Giovanni Ibano, monaco di M. V., f. del q. Giovanni Ibano («Ybani»), di Mercogliano, per soddifare ai legati paterni, vende a Nicola Russo, suo cognato, una casa in Mercogliano, per il prezzo di 6 once e 22 tarì e mezzo d’oro (LXX, 22)
2963.
1319, febbraio 26, ind. II – Roberto re a. 10
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Stando giudice, not. e testi in Mercogliano, alla presenza di Romano, «dei gratia» ab. di M. V., dimorante nella masseria del monastero, detta Urrita, in territorio di Mercogliano, venne Pietro del giudice Pietro, di Mercogliano, affermando che egli, fra le altre possessioni, possiede per parte di donna Maria, sua moglie, figlia del q. Pietro de Sariano, tre pezzi di terra in territorio di Mercogliano — e cioè: una terra con castagneto nel luogo detto Playo, una terra con campo nel luogo detto Copone, e una terra con vigna nel luogo detto Aquario —, per i quali beni è dovuto al monastero ogni anno «servicium personale unius mensis minus quarto de servicio portandi cartas». Perciò ora «humiliter et devote» prega lo stesso ab. Romano di voler cambiare in un canone pecuniario questo servizio personale, perchè egli non poteva nè doveva più fare tale servizio personale («quia predictum servicium se asseruit minime facere posse nec debere»). Romano, considerando la fedeltà di Pietro, i grati servizi resi al monastero da lui e dai suoi predecessori, e osservando inoltre «quod longis iam transactis temporibus de quibus fere non est memoria quod huiusmodi servicium cum carta raro vel numquam… personaliter fiebat», ma che per esso si pagava una certa somma di danaro, e cioè « pro unoquoque mense tarenus unus», e constatando che questo cambio in un reddito pecuniario sarebbe ridondato a vantaggio dello stesso monastero, glielo concede, obbligandolo perciò d’ora in poi alla corresponsione di 15 grana annue nella festa di S. Maria a settembre (LVIII, 44)
2964.
1319, febbraio 27, ind. II – Roberto re a. 10
Mercogliano
Nicola de Montorio, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M. V., concede a Giovanni, f. di Modestino de Goffrido, di Mercogliano, un castagneto nel luogo detto Fabbrica («Frabica»), per il canone annuo di una libbra di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e un’oncia d’oro per questa concessione (LXI, 7)
2965.
1319, febbraio 28, ind. II – Roberto re a. 10
Capua
Giovanni di Bernardo, pubbl. not. della città di Capua
Bricio de Matteo, giudice della città di Capua
Dietro richiesta di don Benedetto, arcidiac. di Capua, e di Cerbo de Palmiero, figli del q. don Cerbo de Palmiero, Guglielmo de Clara, della villa di Casapullo, in territorio di Capua, confessa di essere stato una volta ligio vassallo dello stesso q. don Cerbo de Palmiero di Capua, milite, e di aver tenuto da lui, come vassallo, certe terre e possessioni per le quali doveva il servizio personale, — terre e possessioni che furono vendute dal q. Riccardo de Giacomo, suo padre, presenti i nobili don Benedetto arcidiac. di Capua, e Cerbo de Palmiero, fratelli, figli del suddetto don Cerbo —. Perciò Guglielmo, riconoscendo la buona fede di suo padre, obbligandosi verso i suddetti fratelli alla pena di 20 once d’oro, con giuramento sul Vangelo promise di comprare nello spazio di tre anni completi terre e possessioni del valore di 10 once d’oro, e impegnandosi a corrispondere ai suddetti fratelli e ai loro eredi 2 capponi (XXXII, 33)
2966.
1319, marzo 20, ind. II – Roberto re a. 10
Ospedale di M. V.
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano e del Casale di M. V.
Ruggiero, giudice del Casale di M. V. Giovanni, f. del q. Bartolomeo de Rangerio, del Casale di M. V., vende per 24 tarì a Nicola di Felice de Tramonto, abitante nel Casale di M. V., una terra con vigna in territorio del Casale di M. V, nel luogo detto Falcibassi, — terra che era redditizia al monastero di M. V. in 5 grana annue, ma con l’obbligo di corrispondere d’ora in poi 6 grana annue nella festa di S. Maria a settembre. Romano «dei gratia» ab. di M. V., presta l’assenso a nome del monastero (CXIX, 8)
2967.
1319, aprile 3, ind. II – Roberto re a. 10
Capua
Giovanni di Bernardo, pubbl. not. di Capua
Bricio de Matteo, giudice di Capua
Il nobile Cerbo de Palmiero, f. del q. don Cerbo, riconcede a Ruggiero e a Roberto, fratelli, figli del q. Giovanni de Monte, della villa di San Pietro in Corpo («S. Petri ad corpus»), in territorio di Capua, un pezzo di terra fuori la città, nel luogo detto «ad Sanctum Petrum a li boni prope burlassos», per il censo di due capponi all’anno, a Natale (XXXII, 86)
2968.
1319, aprile 6, venerdì, ind. II – Roberto re a. 10
Nola
Giovanni de Clarastella, pubbl. not. di Nola
Giacomo Scaczano, giudice di Nola e di Cicala
Filippo Russo, del casale di Vignola nelle pertinenze di Nola, vende a Giovanni de Tommaso, dello stesso casale di Vignola, un territorio nelle pertinenze di quello stesso casale, nel luogo detto Arenella, per 4 once e mezza d’oro (CXXV, 205)
2969.
1319, maggio 7, ind. II – Roberto re a. 11
Ospedale di M.V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M. V., col consenso di don Pietro de Acerno, cellerario, fra Francesco da Flumeri, vestarario, fra Simone da Scafati, camerario, fra Francesco da Licto e fra Filippo da Lauro, e parecchi altri monaci di M. V., per 2 once d’oro concede e conferma a Baldanzia de Cilento, abitante nel Casale di M. V., un casalino in cui vi è un orto, — che aveva da tempo comprato da Susanna, ved. di Adamo, di Cicala, per il prezzo di 5 tarì, salvo il consenso da impetrarsi dall’ab. di M. V. −, per l’annuo censo di un grano d’oro nella festa di S. Maria a settembre, invece del mezzo braccio di cera che si corrispondeva sinora come canone (CXVII, 30)
2970.
1319, maggio 20, ind. II – Roberto re a. 11
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Giovanni del maestro Pietro de Milina domanda con insistenza da suo cognato Giovanni, f. di Stefano de Dutto e da sua suocera Margherita, ved. del suddetto Stefano de Dutto, i 20 tarì di dote promessi al tempo in cui contrasse matrimonio con Tommasina, figlia di Margherita e sorella di Giovanni de Dutto, e cioè 12 tarì «pro honorancia» e 8 «pro vasis ereis»; e non avendo Margherita e Giovanni de Dutto beni mobili per soddisfare quella richiesta, con l’assenso di Romano, «dei gratia» ab. di M. V., gli cedono tutti i diritti che essi avevano su una terra con castagneto in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Vallicelli, salvo però a corrispondere al monastero di M. V. un censo annuo di 4 grana d’oro nella festa di S. Maria a settembre (LXIII, 51)
2971.
1319 («1318»), giugno 4, ind. II – Roberto re a. 11
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Giacomo, f. del q. Giacomo de Maynerio, e sua madre donna Maria, vendono a Maria, rispettivamente loro sorella e figlia, moglie di Nicola de Elena, tutti i diritti che essi avevano su una vigna in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Giardino, redditizia al monastero di M. V. in 10 grana di censo annuo, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di 26 tarì (LXIII, 46)
2972.
1319, giugno 8, ind. II – Roberto re a. 11
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Caratenuta, moglie di Agostino de Poto, insieme con Clarizia, sua sorella, figlie ed eredi del q. Giovanni de Martino, vende a Romano, «dei gratia» ab. di M. V., i seguenti pezzi di terra nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Urbiniano, e cioè: una «socia» di vigna con olivi, detta la «Socia de Palmento», redditizia al monastero di M. V. in una libbra di cera all’anno, e un’altra «socia» di terra con vigna e olivi, nello stesso luogo: il tutto per il prezzo di 5 once d’oro, delle quali due per la prima vigna e 3 per la seconda (LVII, 20)
2973.
1319, giugno 20, ind. II – Roberto re a. 11
Urrita («apud Urritam prope castrum Merculiani»)
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Nicola «cognomine de Licto», f. del q. Giovanni de Licto, e sua moglie Leonarda, col consenso di Romano, ab. di M. V., vendono, per il prezzo di 15 tarì, a Giovanni de Acerno, f. del q. Giovanni de Acerno, del Casale di M. V., una presa di terra con orto nel Casale di M. V., con obbligo di un censo di 2 grana o mezzo, da corrispondersi al monastero nella festa di S. Maria a settembre, rimanendo al venditore integro l’obbligo di continuare a corrispondere, senza diminuzione, il canone che finora corrispondeva al monastero per quest’orto e gli altri beni che teneva dal monastero (CXIX, 9)
2974.
1319, giugno 29, ind. II – Roberto re a. 11
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., rilascia a Leucio de Tanda, di Mercogliano, due opere personali delle 8 alle quali era tenuto, e le altre 6 gliele cambia in un reddito pecuniario, e cioè in un tarì e 10 grana, che si dovevano al monastero di M.V. per due case, site nel luogo detto Urbiniano o Santa Margherita. Per questa grazia il monastero riceve un nocelleto nel luogo detto Valle, che il suddetto Leucio teneva a censo per la metà delle nocciuole e la decima dei seminati, nocelleto che si trovava congiunto con altre terre del demanio del monastero (LVIII, 45)
2975.
1319, luglio 3, ind. II -Roberto re a. 11
Baiano
Marino de Alessio, di Baiano, pubbl. not
Giovanni de Pellegrino, di Baiano, giudice ivi
Riccardo Galisio, di Baiano, vende a fra Filippo Galense una casa con territorio contiguo nelle pertinenze di Baiano, nel luogo detto Valli («a li Balli»), per 2 once d’oro (XXIII, 100)
2976.
1319, luglio 7, ind. II – Roberto re a. 11
Ospedale di M.V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., col consenso di fra Pietro de Acerno cellerario, fra Francesco da Flumeri vestarario, fra Simone da Scafati camerario, fra Francesco da Litto, fra Luca da Rocca Sant’Agata e fra Lorenzo da Apice sacrista, concede in enfiteusi a Giacomo de Lauro («cognomine de Lauro»), f. del q. Nicola de Lauro, abitante nel Casale di M.V., due territori, dei quali uno vicino al Casale di M.V. e l’altro oltre il Vallone «de sambuculo», per il censo annuo complessivo di 10 grana nella festa di S. Maria a settembre, la metà delle castagne, la decima dei seminati, e 7 tarì e mezzo per questa concessione (CXVII, 31)
2977.
1319, luglio 14, ind. II – Roberto re a. 11
Ospedale di M. V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M. V.. concede al muratore Nicola Volpone, di Apice, abitante nel Casale di M.V., una casa nel Casale di M.V. per l’annuo censo di 10 grana d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, migliorando così il canone precedente di mezzo braccio di cera, che si usava corrispondere per quella casa (CXVII, 32)
2978.
1319, agosto 6, ind. II – Roberto re a. 11
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede al maestro Giovanni de Virderosa, di Mercogliano, due casalini in Mercogliano, in Capo Castello e devoluti al monastero, per l’annuo canone di 5 grana d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 4 tarì per questa concessione (LXI, 8)
1319, agosto 13, ind. II – Roberto re a. 11
Montevergine
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., concede al preb. Francesco, f. del q. maestro Tommaso, del casale di Massa, un pezzo di terra «vacua» nello stesso casale, nel luogo detto Petrara, per il canone annuo di 10 grana, da corrispondersi nel giorno di S. Onofrio, e 15 tarì per questa concessione (LIV, 57)
2980.
1319, settembre 21, ind. III – Roberto re a. 11
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Riccardo Racco, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Nicola, f. di Abbamonte di Benevento, abitante in Mercogliano, una casa in Mercogliano, vicino alla Porta Maczocca, — donata al monastero da Giovanni de Caracita, oblato di M. V. —, per l’annuo canone di 15 grana d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 15 tarì per questa concessione (LXI, 9)
2981.
1319, ottobre 2, ind. III – Roberto re a. 11
Capua
Rainiero de Simone, pubbl. not. di Capua
Giovanni de Ducenta, giudice di Capua
Marco de Raymo e Giovannuccio, figli del q. Francesco de Raymo, di Capua, si dividono alcuni beni, e in questa divisione a Marco toccano alcuni cortili con palazzo grande, le terre nelle pertinenze di Filetto, una terra che possedevano in comune con Goffrido de Landone, una terra nel luogo detto Palmentata, una terra nello stesso luogo, una starza grande nel luogo detto Palmentata, un po’ di terra vicino a quella starza, e finalmente parte di una starza nelle pertinenze di Caleno. A Giovannuccio toccano i seguenti beni: la restante porzione di camere, orto e giardino, un orto «in portu flaviano», un altro orto o «vacuo», una casella, una terra nel luogo detto Bosco, e precisamente «a le Carrare», le terre che sono a Santa Maria a Fossa e sue pertinenze con edifici e con tutto ciò che è in esse, metà di un mulino sul fiume Volturno, presso il ponte di Capua, metà di una lenza di terra che possedevano in comune coi figli del q. don Francesco de Raymo, e che si trovava nel luogo Palmentata, il reddito di un tarì di Amalfi e mezzo cappone che si aveva il diritto di riscuotere da Stabile de Murrone, un prato nel Campo Callano, e finalmente una parte di starza nelle pertinenze di Caleno (XXXII, 113)
2982.
1319, ottobre 8, ind. III – Roberto re a. 11
Ospedale di M.V.
Angelo de Raone, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M. V., concede al not. Alessandro Anglico, di Mercogliano, un castagneto nel luogo detto Senolla («asenolla»), per il censo annuo di un tarì d’oro nella festa di S. Maria a settembre, e un’oncia d’oro per questa concessione (LXI, 10)
2983.
(1319), ottobre 23, («X kal. nov.») – Giovanni Pp. XXII a. 4
Avignone
Giovanni Pp. XXII concede al monastero di M.V. di Napoli i medesimi privilegi ed esenzioni che godeva il monastero di M.V. Maggiore, grazia ottenuta dietro preghiera di Bartolomeo de Capua (I, 91)
2984.
1319, ottobre, ind. III – Giovanni Pp. XXII a. 4, Roberto re a. 11
Ospedale di M.V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Nicola de Cavyulo, abitante in Summonte, vende a fra Antonio, oblato di M.V. e custode del luogo dove si ricevono i poveri dell’0spedale di M.V., ai piedi della montagna di M.V., e agente a nome e per parte di questo luogo, una terra con castagneto nelle pertinenze del Casale di M.V., nel luogo detto Palata, non molto lontano dal suddetto Ospedale, per 2 once d’oro (CXV, 2)
2985.
1319, novembre 23, ind. III – Roberto re a. 11
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Roberto, f. di Giovanni Bruno, e sua moglie Margherita, figlia del q. Nicola di maestro Angelo de Milina, venendo alla presenza di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., asseriscono che la stessa Margherita possiede in territorio di Mercogliano, nel luogo detto «Vallis de fontibus» una terra con castagneto a lei spettante per successione paterna, per la quale terra doveva al monastero «servicium unius opere personalis», che il suddetto Nicola, padre di Margherita, e gli antecessori facevano ogni anno al monastero per quella terra. Ora, essendo Margherita donna, e non potendo né dovendo fare («non potest neque debet») tale servizio personale, supplicano «humiliter et devote» l’ab. Romano a cambiare quell’opera personale in un reddito pecuniario. L’ab. acconsente e lo cambia in un censo annuo di 5 grana, da corispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e per questa grazia riceve da loro 4 tarì d’oro, «in utilitatem dicti monasterii convertendos» (LVIII, 46)
2986.
1319, novembre 29, ind. III – Roberto te a. 1
Mercogliano
Nicola de Montorio, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Giovanni Sasso, f. del q. Pietro Sasso, di Mercogliano, col consenso di Romano, ab. di M.V., cede al mastro Finabello, a Giacomo e ad Andrea de Felice, fratelli, un nocelleto el luogo detto Macera, che egli teneva dal monastero per l’annuo censo di un tarì e 4 grana d’oro nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di 3 once e 23 tarì, col patto di corrispondere d’ora in poi al monastero il censo annuo di un tarì e 15 grana (LXIII, 52)
2987.
1320, gennaio 14, ind. III – Roberto re a. 11
Montevergine
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., per soddisfare a un debito di 150 once, che il monastero aveva a causa delle decime imposte dalla S. Sede già dal tempo del suo predecessore, l’ab. Guglielmo, e non ancora pagate integralmente, affitta per 4 anni al giudice Tommaso Buczone, di Lauro, le rendite e le entrate del monastero di S. Giacomo di Lauro, per il canone annuo di 24 once (XLIX, 68)
2988.
1320, aprile 4, ind. III – Giovanni Pp. XXII a. (omesso)
Pietro di Giovanni Carnefolgia, pubbl. not
Giovanni de Magistris di Luca, giudice
Giacomo, detto «Vaczolus de paczis», della «contrata mercati», dona con donazione «inter vivos» a Cecco, f. emancipato di Paolo Delaritia «de regione Scortheclariorum», tutti i diritti, reali, personali e misti che egli aveva contro Cecco, f. di Nicola Pietro Giaquinto e i suoi «fideiussores», diritti che gli provenivano «pretextu et occasione ducentarum quinquaginta librarum», in forza di sentenza emessa contro lo stesso Cecco di Nicola Pier Giaquinto e scritta dal not. Nicola Giordano, e seguita da pubblico strumento «tregue et securitatis», scritto dal not. Angelo di Giovanni Specza Macza. Ora il suddetto Cecco e i suoi «fideiussores» avevano violata la «tregua et securit.» e perciò si trovavano in obbligo verso di lui. Vaczolo fa questa donazione a Cecco di Paolo Delaritia, mosso dal grande amore ed affetto che ha verso di lui
2989.
1320, aprile 8, ind. III – Roberto re a. 11
Ospedale di M.V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not, apostolico e imperiale
Alla presenza di Giacomo, arciprete di Mercogliano, Corrado Racco, f. naturale del q. giudice Riccardo Racco, abitante nel castello di Mercogliano, col consenso di Romano, ab. di M.V., vende a Giovanni Pesce, di Mercogliano, f. del q. Modestino de Goffrido, due pezzi di terra in Mercogliano, uno con vigna nel luogo detto San Modestino, e l’altro a castagneto in Capo casale, redditizi al monastero in una libbra di cera all’anno, per il prezzo di 4 once e una quarta, e un’oncia al monastero per l’assenso (LXIII, 53)
1320… – Roberto re a. 11
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V. concede ad Andrea di Maynerio, f. del q. Maynerio de Landolfo, di Mercogliano, due case congiunte, nella piazza «Ybanorum», e un pezzo di terra nel luogo detto Cesinole; il tutto per il censo annuo di 12 grana d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 10 tarì per questa concessione (LXI, 11)
2991.
1320, maggio 16, ind. III – Roberto re a. 12
Melfi («apud Melfiam»)
Maffeo de Ginday, di Melfi, pubbl. not.
Pandolfo de Donadeo, regio giudice di Melfi
Margherita, moglie di Benedetto de Gemma domanda a costui che le restituisca le 6 once d’oro, che una volta gli furono date «in dotem et dotis nomine», in ordine al matrimonio poi contratto con lei, perchè costui aveva cominciato «ad inopiam vergere» e a dilapidare incautamente i suoi beni, al punto che si rendeva incapace alla restituzione della suddetta dote, come essa affermava; ma siccome al presente Benedetto non aveva modo come soddisfarla con beni mobili e volendola d’altra parte serbare indenne, riconosce di aver ricevute le 6 once di dote e per esse impegna tutti i suoi beni mobili e stabili, confermando tale impegno con giuramento sul Vangelo (LIV, 185)
2992.
1320, maggio 29, ind. III – Roberto re a. 12
Mercogliano
Angelo, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., fa riprodurre una lettera del signor Guglielmo de Balaeto, arcidiac. di Frejus foroiulien»), cappellano del Papa e Nunzio nel Regno di Sicilia, con la quale questi ordinava a tutti i suoi subcollettori nel Regno di non esigere dal monastero e dalla Congregazione di M. V. la decima «duorum annorum, imposta dal Papa Clemente V, «felicis recordationis»; copia in forma pubblica che Romano si fa stendere, dovendo mostrare quella lettera a diversi subcollettori, costituiti dallo stesso Guglielmo in diverse parti e non potendo inviare in diverse parti gli stessi originali (LXXVI, 8)
2993.
1320, giugno 1°, ind. III – Roberto re a. 12
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Giovanni, f. del q. Modestino de Goffrido, di Mercogliano, un nocelleto nel luogo detto Giardino, per una libbra di cera all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e un’oncia d’oro per questa concessione (LXI, 13)
2994.
1320, giugno 5, ind. III – Roberto re a. 12
Eboli
Giovanni de Enchia («Onchia»), di Eboli, pubbl. not.
Bandino de Venera, giudice di Eboli
Il signor don Tommaso Sanseverino, conte di Marsico, avendo ottenuto dal re Roberto una lettera (riferita, Reg. 2838) con la quale gli concedeva facoltà di comprare alcuni casali, che gli rendevano 156 once annue, come pure di intestarli ai suoi figli, ora dona al suo primogenito Guglielmo, figlio emancipato, tutte le case, terre, oliveti, casali, vassalli, e altri beni feudali nella terra di Policastro e nelle sue pertinenze, beni che egli aveva comprato dalla signora Egidia de Gubiaco: donazione che egli fa alla presenza del signor don Simone de Sangro, regio giustiziere, salvo l’obbligo di servire «in capite et in mediate» alla Curia Regia e prestare il servizio «unius militis» a tempo debito (CII, 16)
2995.
1320, giugno 15, ind. III – Roberto re a. 12
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» a. di M.V., rilascia a Martuccio de Carafesta 24 opere personali all’anno, 4 «languenas» di mosto, un quarto di tomolo di orzo e altrettanto di castagne, che questi doveva corrispondere al monastero per i seguenti beni che teneva da parte del monastero: una selva nel luogo detto Capocasale, una casa in Mercogliano, e una vigna nel luogo detto Pretorio; e in cambio riceve l’obbligo della corresponsione di 6 tarì annui nella festa di S. Maria a settembre, e un’oncia d’oro per questa grazia concessa (LVIII, 47)
2996.
1320, luglio 23, ind. III – Roberto re a. 12 (in: 1470, aprile 23, ind. III)
Monastero di Cava
Giacomo Longo, pubbl. not. di Cava
Ruggiero Tramontano, giudice di Cava
Filippo, «dei et apostolice sedis gratia» venerabile ab. del monastero cavense, «regius consiliarius et familiaris», insieme con la sua Comunità, raccolta nel chiostro, stipula un contratto con il nobile Riccardo Scattaretica, di Salerno, f. del q. Burrello, agente a nome proprio, e con Riccardo Frecza e Tommaso Cantarello, sindaci dell’Università di Casal Vetere («Casalis Veteri») e degli uomini e dell’Università di Cava «eidem monasterio pleno iure spettante». Costoro volevano cercare dell’acqua in una possessione del monastero, che si trovava nel luogo detto «alle trancise» e poi incanalarla, facendo passare l’acquedotto attraverso altri possedimenti dello stesso monastero. Il contratto viene stipulato in questo senso: il monastero di Cava dà le debite facoltà e l’acqua si deve dividere, dandosene metà allo stesso Riccardo Scattaretica e l’altra metà alle Università del suddetto casale di Casal Vetere e della terra di Cava; e riceverà come corresponsione da Riccardo ogni anno due libbre di cera a Natale, mentre le suddette Università come corresponsione daranno dodici cori «electorum piscium» al primo giorno della quaresima di ogni anno (in XXXV, 104)
2997.
1320, agosto 4, ind. III – Roberto re a. 12
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., rilascia a Giacomo de Planceda e a Caratenuta, sua moglie, 10 opere personali all’anno, certe castagne, orzo, ecc., che costoro doveva corrispondere per i seguenti ben che tenevano dal monastero: una casa nella Piazza degli Ibani («platea Ybanorum»); un casalino e una vigna nel luogo detto Cardito; una selva e una terra nel luogo detto Cerreto: e un’altra casa con supportico («cum quadam intrata sua ante ipsam») nella suddetta piazza degli Ibani, casa che avevano ricevuta in una permuta dall’abate Guglielmo, quando gli avevano ceduto una vigna a Cerreta, dove il suddetto abate fece la strada pubblica per andare da Urrita alla masseria di San Marco. In cambio di questo servizio personale e di questi redditi, i due coniugi e i loro eredi corrisponderanno d’ora in poi 2 tarì e 10 grana all’anno nella festa di S. Maria a settembre, lasceranno una terra con vigna nel luogo detto Cardito, e per questa grazia pagheranno una volta sola 12 tarì (LVIII, 48)
2998.
1320, agosto 22, ind. III – Roberto re a. 12
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni de Gualtiero, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede al giudice Matteo de Castolio, di Mercogliano, una terra nel luogo detto Toppitella, per un tarì all’anno nella festa di S. Maria a settembre, e un’oncia d’oro per questa concessione (LXI, 14)
2999.
1320, agosto 22, ind. III – Roberto re a. 12
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., rilascia a Modestino, f. del q. Deuteguardi, la rendita di una salma di mosto all’anno che costui doveva per una terra con vigna che teneva nel luogo detto Cardito; e in cambio si corrisponderà al monastero d’ora in poi un censo di un tarì all’anno nella festa di S. Maria a settembre (LVIII, 49)
3000.
1320, settembre 1°, ind. IV – Roberto re a. 12
Mercogliano
Alessandro, publ. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab, di M.V., concede a Giovanni Flaudino, di Mercogliano, una casa nel casale di Mercogliano, detto Urbinia e un castagneto nel luogo detto Cote, per il censo annuo di un tarì nella festa di S. Maria ad agosto, e un’oncia d’oro per questa concessione (LXI, 15)
3001.
1320, settembre 5, ind. IV – Roberto re a. 12
Ospedale di M.V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., concede a Bartolomeo de Parasacco, f. del q. Tommaso, di Cicala, ma abitante nel Casale di M.V., una terra «vacua» con alcuni alberi fruttiferi, nelle pertinenze del suddetto casale, nel luogo detto Campomarino, per un tarì di censo annuo a Natale, e 20 tarì per questa concessione (CXVII, 33)
3002.
1320, settembre 20, ind. IV – Roberto re a. 12
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., rilascia alla moglie di Matteo Cardillo, di Mercogliano, 6 opere personali, 5 «languenas» di mosto, la metà d’una terza di orzo e altrettanto di castagne, la decima ottava parte d’una spalla di porco («octavam decimam partem unius spalle porcine») e la metà di un uovo («medietatem unius ovi»), che essa doveva corrispondere al monastero per un tenimento che teneva dallo stesso monastero, e del quale era stata quasi totalmente privata dagli officiali del monastero e dall’ab. Guglielmo, che gli avevano dato in cambio altre terre, — rilascio che l’ab. Romano fa, mosso dalla povertà di Matteo («asserens predictum virum suum sic esse languoribus corporis et doloribus continuis comprehensum»), che da quattro anni e più giace infermo, mentre ha sette figli, di cui una nubile e altri 6 piccoli «qui servicium facere non possunt nec in aliquo commodunm conferre», e mosso anche dal riguardo che una figlia di lui non poteva trovar marito a causa di quell’onere personale —; e in cambio si corrisponderà al monastero un tarì e 10 grana di censo annuo nella di festa di S. Maria a settembre (LVIII, 50)
3003.
1320, novembre 4, ind. IV – Roberto re a. 12 (in: stessa data, Reg. seguente)
Nocera
Nicola Marigliano, pubbl. not
Giovanni Marigliano, giudice di Nocera
Riccardo de Brussone, «milite», signore di Gilfoni e della baronia di Nocera, considerando la devozione che suo padre il q. Giacomo, ebbe verso il devotissimo luogo di M.V. e gli esempi di edificazione dati da quei religiosi («et vitam laudabilem et conversacionem Religiosorum virorum Abbatis et Conventus Monasterii memorati ac pietate (sic!) opera que in ipso monasterio deo cotidie impenduntur») e la volontà espressa nell’ultimo testamento di costruire nel suddetto monastero una cappella in cui si celebrassero ogni giorno i divini offici per l’anima sua e dei cuoi cari, e mosso ancora dalla sua devozione personale verso M.V., concede a M.V., per le mani di fra Riccardo da Monticchio, priore di S. Maria del Plesco, soggetta a M.V., 4 once d’oro sui proventi dei suoi mulini di Pao, finchè non avrà assegnato al monastero beni stabili di uguale rendita (in XCII, 54)
1320, novembre 4, ind. IV – Roberto re a. 12
Nocera
Riccardo de Brussone, «miles», signore di Giffoni e della baronia di Nocera, ordina al suo vicario e ai gabellieri dei suoi mulini «de Paho» (e «Pao») di corrispondere al monastero di M. V. 4 once all’anno, fin chè non avrà assegnato allo stesso monastero beni stabili dello stesso valore annuo, e ciò in esecuzione dell’ultimo testamento di suo padre il q. Giacomo de Brussone, che fece questo legato al monastero per la dotazione di una cappella da costruirsi nel monastero di M.V. («in septa monasterii»), come più diffusamente si contiene nell’allegato strumento concesso da lui stesso al monastero nella stessa data (riferito, Reg. precedente) (XCII, 54)
3005.
1321, febbraio 3, ind. IV – Roberto re a. 12
Pozzuoli
Matteo de Zoffo, pubbl. not. apostolico e regio
Martuccio de Costanza, giudice di Pozzuoli
Francesco de Luca, di Pozzuoli, f. del q. Giovanni de Luca, al tempo che maritò sua figlia Amendola de Luca con Proculo Talercio, promise in dote per costei una casa in Pozzuoli, nella parrocchia di S. Gregorio, del valore di 5 once; ma, avendo poi dovuto vendere quella casa per sovvenire ai suoi bisogni, ora si obbliga a pagare le suddette 5 once, e frattanto si impegna a corrispondere un censo annuo di 7 tarì e 10 grana d’oro il 1° settembre, ipotecandole sopra un suo territorio, sito in Pozzuoli, nel luogo detto Cella (CIII, 14)
3006.
1321, febbraio 19, ind. IV – Roberto re a. 12
Santa Maria del Plesco
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not, apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., presenti e consenzienti don Riccardo da Monticchio, priore di S. Maria del Plesco, don Ruggiero dal Casale, don Matteo da Mercogliano, don Nicola da Sant’Angelo, don Giovanni da Sant’Angelo dei Lombardi, e parecchi altri, concede a Giovanni Stincone, f. del q. Angelo, abitante in Casamarciano, vassallo del monastero, due prese di terra, delle quali una nel luogo detto Valloncello, e l’altra nel luogo detto Pedengaria, nelle pertinenze di Visciano, per il canone annuo della metà del mosto e la quinta parte del seminato (XXVII, 11)
3007.
1321, marzo 1°, ind. IV – Roberto re a. 12
Ospedale di M. V.
Angelo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Ruggiero de Acerno, giudice del Casale di M.V.
Il maestro cestellario Giacomo de Tramonto e sua moglie donna Maiorana, abitanti nel Casale di M.V., vendono una casa nel casale di M.V., a Giovanni de Acerno, dello stesso casale, — casa che era redditizia al monastero di M. V., in cui ora presiede «dei gratia» l’ab. Romano, in un canone annuo di un grano d’oro, da corrispondersi nella festa di S. María a settembre —, per il prezzo di un’oncia d’oro, e 6 tarì al monastero per l’assenso (CXIX, 10)
3008.
1321, marzo 29, ind. IV – Roberto re a. 12
Mercogliano
Riccardo, pubbl. not. di Mercogliano. Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano.
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Tommaso Sasso, f. del q. Pietro, abitante nel casale di Mercogliano, detto Urbiniano, un castagneto nel luogo detto Marcellino, e una vigna nel luogo detto
Cardito, per l’annuo censo di mezza libbra di cera, da corrispondersi ella festa di S. Maria a settembre, e un’oncia d’oro per questa concessione (LXI, 16)
3009.
1321, aprile 9, giovedì, ind. IV – Roberto re a. 12
Casale di Vignola, nelle pertinenze di Nola
Felice de Cimitile («Cimiterio»), pubbl. not. di Nola
Guglielmo Manganello, giudice di Nola e di Cicala
Filippo de Urrita, del casale di Vignola, vende a Giovanni de Tommaso, dello stesso casale, un territorio nelle pertinenze di questo casale, nel luogo detto Arenella, per un’oncia e 15 tarì (CXXV, 206)
3010.
1321, maggio 16, ind. IV – Roberto re a. 13
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni de Gualtiero e Matteo de Castolio, giudici di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Nicola di Notarpalmiero, di Mercogliano, una casa sopra la chiesa di S. Pietro, per il censo di un tarì d’oro all’anno nella festa di S. Maria a settembre, e 2 once d’oro per questa concessione (LXI, 17)
1321, maggio 18, ind. IV – Roberto re a. 13
Mercogliano
Angelo, pubbl. not. di Mercogliano
Riccardo Racco, giudice di Mercogliano
Nicola de Palmadia, di Mercogliano, col consenso di Romano, ab. di M.V., dona al maestro Angelo de Malazano, pure abitante in Mercogliano, agente a nome suo e a nome del figlio Capuano, una casa in Mercogliano, casa che era redditizia al monastero di M.V. in un canone di 2 braccia di cera all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, rendita convertita in 5 grana annue (LXIII, 54)
3012.
1321, maggio 23, ind. IV – Roberto re a. 13
Ospedale di M. V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Giovanni Gentile f. del q. Gentile de Bonapace, una terra incolta nel luogo detto Preturo, per il censo annuo di un grano d’oro, da corrispondersi nella festa della Natività di Maria a settembre (LXI, 18)
3013.
1321, giugno 13, ind. IV – Giovanni Pp. XXII a. 5 – Roberto re a. 13
Montevergine
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., insieme con fra Francesco da Licto, priore conventuale, fra Paolo da Rocca, decano, e tutta la Comunità di M.V., procede a una permuta con Nicola, «dei gratia» vesc. di Frigento, e don Luca, canonico di Frigento e arciprete di Gesualdo, procuratore del Capitolo di Frigento, dando loro una casa «palatiatam» con pareti e tetto, che il monastero possedeva in Guardia Lombardi, e ricevendo da loro la rinunzia a un censo annuo di una libbra di cera, che era loro dovuta da parte della chiesa di S. Giacomo di Fontanarosa, diocesi di Frigento, e a ogni altro diritto che potevano avere su quella chiesa di S. Giacomo (Cand. V, 3)
3014.
1321, luglio 17, ind. IV – Roberto re a. 13
Ospedale di M.V. nelle pertinenze del Casale di M.V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale. Amore e Ruggiero, giudici del Casale di M.V. Romano, ab. di M.V., concede a Pietro Tosto, f. del q. Riccardo, abitante nel Casale di M.V., una vigna nello stesso casale, nel luogo detto Campomarino, per l’annuo censo di un tarì d’oro a Natale, e 12 tarì per questa concessione (CXVII, 34)
1321, agosto 10, ind. IV – Giovanni Pp. XXII a. 5
Napoli
Angelo de Santa Vittoria, di Napoli, pubbl. not. apostolico.
Alla presenza di fra Matteo, vesc. di Sorrento, fra Raimondo, vesc. di Chieti, fra Andrea, vesc. di Valva, fra Gabriele, vesc. di Doglia, e fra Bartolomeo, vesc. «Cernicen.», e per loro ordine, dietro richiesta dell’ab. e della Comunità di M. V., si riporta una bolla di Celestino Pp. V, data da Castel di Sangro il 12 ottobre (1294) (riferita, Reg. 2561), con la quale esime il monastero di M.V. dal pagamento di un’annua libbra di cera al vesc. di Avellino, come da ogni altro pagamento ecclesiastico (I, 92)
3016.
1321, agosto 1°, ind. IV – Giovanni Pp. XXII a. 5
Napoli, in Castelnuovo
Angelo di Santa Vittoria, pubbl. not. apostolico
Alla presenza, fra gli altri, di fra Matteo, vesc. eletto di Sorrento, fra Raimondo, vesc. di Chieti, fra Andrea, vesc. di Valva, fra Gabriele, vesc. di Doglia, e fra Bartolomeo, vesc. «Cernicen.», dietro richiesta dell’ab. e della Comunità di M.V., si riporta la bolla di Urbano Pp. IV del 13 gennaio 1264, ind. VII, data nell’anno III del suo pontificateo (riferita, Reg. 2131)
3017.
1321, settembre 22, ind. V – Roberto re a. 13
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Pietro del giudice Pietro, di Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., cede ad Angelo de Davito, pure di Mercogliano, una casa, — redditizia al monastero in 5 grana d’oro all’anno nella festa di S. Maria a settembre —, in Mercogliano, nel luogo detto Orticella («Urticella»); e in cambio riceve un nocelleto nel luogo detto Macera («Machera»), e un’oncia d’oro e 6 tarì (LXIII, 55)
3018.
1321, settembre 28, ind. V – Roberto re a. 13
Casalnuovo
Andrea de Giovanni, pubbl. not.
Guglielmo de Giacomo, giudice di Casalnuovo
Amato, oblato di M. V., dietro procura di Romano, «permissione divina» ab, di M.V., e di Bonoso, priore di Casalnuovo, procede a una permuta con maestro Riccardo Carrerio, dandogli un vignale nel casale di Casalnuovo, della capacità di quasi 6 tomoli «in semine» e un altro vignale della capacità «in semine» di circa 3 tomoli, e ricevendo da lui un pezzo di terra della capacità «in semine» di circa 24 tomoli (XXXIII, 85 bis)
3019.
1321 settembre 28, ind. V – Roberto re a. 13
Montevergine
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., rilascia a Pietro Tosto, f. de. q. Riccardo de Elena, abitante nel Casale di M.V., e a Francesca, sua moglie, figlia del q. Lorenzo Gramatico, 8 opere a braccio all’anno, la metà delle castagne e la decima dei seminati, che doveva corrispondere al monastero per una vigna nel luogo detto Baccanico, un castagneto nel luogo detto Campomarino, e una terra con castagneto nel luogo detto Fontanella; e in cambio riceve un’oncia d’oro e l’obbligo della corresponsione di un censo annuo di un tarì e mezzo, rimanendo intatta la metà delle castagne e la decima dei seminati (CXV, 168)
3020.
1321, ottobre 5, ind. V -Roberto re a. 13
Sarno
Perrotto Grima, pubbl. not. di Sarno
Bartolomeo de Grima, giudice di Sarno
Si riporta un privilegio di Filippo, principe di Taranto, dato dall’Ospedale di M.V. l’8 luglio 1316, ind. XIV (riferito, Reg. 2904) (IX, 44)
3021.
1321, ottobre 11, ind. V – Roberto re a. 13
Mercogliano
Angelo, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., cede a Pietro, f. del q. maestro Bartolomeo Sasso, e ai suoi frateli e sorelle, due nocelleti uniti, in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Gorge; e in cambio riceve un nocelleto nel luogo detto Strada («strata»), pure in territorio di Mercogliano, confinante coi beni del monastero (LVIII, 51)
1321, novembre 9, ind. V – Roberto re a. 13
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Pietro de Bernardo, f. del q. Giovanni, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vende a Baiamonte de «Deumeludede», f. del q. Giovanni, un casalino nel Gerone di Mercogliano, redditizio al monastero in 5 grana all’anno nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di 4 fiorini d’oro (LXIII, 56)
3023.
1321, novembre 18, ind. V – Roberto re a. 13
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M. V., cede e rilascia a Fronduta, figlia del q. Tommaso de Guido e ved. di Riccardo de Finamore, tre quarti meno un terzo di mosto, la sesta parte di un mese «de servitio portandi cartas», la terza parte di un tomolo di orzo, e altrettanto di castagne — e tutto questo fa la somma di «opere decem et novem, musti quartarum tres, ordei octava pars unius pedis et tertia pars unius thumini castanearum octava pars unius pedis et tertia pars unius thumini panis medium et octava pars quoque quarte partis unius spalle porcine»: il tutto dovuto per una vigna nel luogo detto San Modestino, in territorio di Mercogliano, una selva nel luogo detto Toccoreta, un’altra selva ivi, una casa in Mercogliano, una vigna a San Modestino, un castagneto alla Fontana di San Nicola, e un nocelleto ivi. In cambio di quel reddito il monastero d’ora in poi percepirà 5 tarì d’oro all’anno nella festa di S. Maria a settembre (LVIII, 52)
3024.
1321, … 2, ind. … – Roberto re a. 13
Arienzo («apud argentium»)
Bernardo de Osberno, pubbl. not. di Arienzo
Raone Pipino, giudice di Arienzo
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., cede al giudice Roberto Flandino, di Arienzo, un pezzo di terra nel luogo detto Cesine; e in cambio riceve da lui un pezzo di terra con olivi nel luogo detto Monticello di San Felice («ad monticellum Sancti Felicis») (XIV, 149)
1322, gennaio 2, ind. V – Roberto re a. 13
Ospedale di M.V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Ruggiero, giudice del Casale di M.V.
1322, gennaio 3, ind. V – Roberto re a. 13
Giovanni de Laurino, not. degli atti del giustiziere don Angelo de Berardis, contestabile di Matera, ecc., e del giudice Petrone, conte di Salerno, assessore in questo stesso giustiziariato. Si riportano gli atti stipulati tra l’Università di Montefusco quella di Venticano, riguardo alle collette che gli uomini di Montefusco dovevano pagare per i beni burgensatici che possedevano in Venticano, e, a loro volta, gli uomini di Venticano per i beni che possedevano in Montefusco. Nonostante il capitolo regio che ordinava il pagamento dei beni burgensatici a beneficio dell’Università, gli uomini di Montefusco non erano tenuti a pagare le collette per i beni che possedevano in Venticano, per il diritto consuetudinario inveterato che viene provato (CXXV, 186)
3027.
1322 («1321»), gennaio 4, ind. V – Roberto re a. 13
Marigliano («apud Marelianum»)
Riccardo de Palumba, pubbl. not. di Marigliano
Tommaso del Giudice, giudice di Marigliano
Donna Solomia, moglie di fra Giovanni de Somma, abitante in Marigliano, col consenso di Romano, ab. di M. V. (che si sottoscrive), riconcede in perpetuo a Maffeo Paolino, abitante in Ponticito, territorio di Marigliano, un nocelleto nel luogo detto «a lu Cerleo», per la metà delle nocciuole e la decima dei seminati, e per questa riconcessione riceve 4 once e mezza d’oro, col patto e la condizione che dopo la sua morte questo censo insieme con la proprietà del nocelleto deve devolversi al monastero di M. V. (LIII, 1)
3028.
1322, gennaio 30, ind. V – Roberto re a. 13
Napoli
Napolitano Macza, pubbl. not. di Napoli
Tommaso Runkello, giudice di Napoli
Il signor Bartolomeo de Capua dona al monastero di Alto Spirito, in Napoli, i seguenti beni: certe terre nelle pertinenze di Capua, nel luogo detto Lambutata, che lui ha comprato dalla priora delle monache di Sant’Anna di Nocera; una terra in Casoria, nelle pertinenze di Napoli; una terra nel territorio della villa di Milito («Millito»), nelle pertinenze di Aversa, redditizia al Re in 3 tarì e 15 grana all’anno, e in 3 tarì all’anno al monastero di S.Lorenzo di Aversa (LXXXIX, 2)
3029.
1322, marzo 2, ind. V – Roberto re a. 13
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Roberto, f. del q. Giovanni Bruno, di Mercogliano, due pezzi di terra incolti nel luogo detto Macera, in territorio di Mercogliano, rinunziati al monastero dal maestro Manasseo («Manenseo») de Maraldo e da Tommaso di Ruggiero de Belanio, per il censo annuo di un tarì nella festa di S. Maria a settembre, e 15 tarì per questa concessione, più 14 tarì ai rinunzianti (LXI, 19)
3030.
1322, aprile 28, ind. V – Roberto re a. 13
Ospedale di M. V.
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Guglielmo de Dutto, di Mercogliano, un campo con olivi nel luogo detto San Modestino, in territorio di Mercogliano, per il censo annuo di una libbra di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e un’oncia d’oro e 10 tarì per questa concessione (LXI, 20)
3031.
1322, maggio 2, ind. V – Roberto re a. 13
Giovanni de Sabato, di Caserta, pubbl. not.
Giczulino de Peregrino, giudice di Caserta
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., riconcede a Giovanni de Altera e ai suoi fratelli, figli del q. Guglielmo de Altera, abitanti nella villa di Macerata, nelle pertinenze di Caserta, un territorio nelle pertinenze di Maddaloni, nel luogo detto Foresta, per il canone annuo da corrispondersi al monastero di S. Maria Reale di Maddaloni in 3 tarì, 3 grana e due buccellate di pane, cosi divisi: a Natale un tarì e un grano, a Pasqua un tarì e un grano, nella festa di S. Maria ad agosto un tarì, un grano e due buccellate (LI, 34)
3032.
1322, maggio 15, ind. V – Roberto re a. 14
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not, di Mercogliano
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Matteo, f. di Petronello de Marco, sua moglie Leonarda, col con senso di Romano, «dei gratia» ab di M.V., vendono a Giovanni de Marando una vigna, dotale della suddetta Leonarda, nel luogo detto Pretorio, redditizia al monastero di M.V. in 5 grana d’oro all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di 28 tarì d’oro, e 2 tarì al monastero per l’assenso (LXIII, 57)
3033.
1322, maggio 18, ind. V – Giovanni Pp. XXII a. 6 – Roberto re a. 14
Ospedale di M. V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V. concede a Riccardo de Biagio, f. del q. Biagio, del Casale di M.V., una terra con orto, nel Casale di M.V. per l’annuo censo di 14 grana a Natale, e 7 tarì e 10 grana per questa concessione (CXVII, 35)
3034.
1322, maggio 23, ind. V – Roberto re a. 14
Napoli
Nicola Vespolo, di Napoli, pubbl. not.
Marino Caracciolo, «miles», giudice di Napoli
Essendoci lite tra il monastero di M.V., rappresentato da fra Nicola da Mercogliano, monaco, infirmarario e procuratore di M. V., e Guglielmo e Francesco de Leone, di Montoro, agenti a nome loro e a nome dei loro fratelli Nicola e Pietro de Leone, a causa di un territorio nelle pertinenze di Montoro, nel luogo detto Pretorio, redditizio al monastero in 5 tarì all’anno, le due parti, per finire la questione, addivengono a un compromesso per cui quel territorio rimane in potere di quei fratelli, però con l’obbligo di corrispondere il censo annuo indicato (LXXXVII, 71)
3035.
1322, luglio 1°, ind. V – Roberto re a. 14
Capua
Giovanni di Bernardo, pubbl. not. di Capua
Brizio de Matteo, giudice di Capua
Il signor Elia de Elia, f. del q. Pietro de Elia («Elya»), della città di Capua, vende al signor don Benedetto de Palmerio («Palmerio»), arcidiac. della cattedrale di Capua, la metà d’un pezzo di terra con orto, dentro la città, nel luogo detto Torre de Lagonara, per il prezzo di 3 once d’oro, mentre l’altra metà era di Tommaso de Elia, fratello del venditore (XXXII, 34)
3036.
1322, luglio 15, ind. V – Roberto re a. 14
Montevergine
Nicola de Patricia, di Mercogliano, pubbl. not.
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano («castri Merculiani quod est dicti monasterii»)
Si affida ai signori Tommaso de San Giorgio, «milite», maestro razionale della Regia Curia, e a don Bernardo de Parma, canonico di Aversa, un compromesso per una lite tra Romano, «dei gratia» ab di M. V., e il nobile Riccardo Sillato (talvolta «Scillato»), di Salerno, «milite», riguardo alla permuta avutasi tra il monastero di M.V. e il suddetto signor Riccardo, al tempo dell’ab. Guglielmo, compromesso provocato dal fatto che il monastero si era creduto gravemente leso in quella permuta, perchè i beni dati dal monastero erano di gran lunga di maggior valore di quelli ricevuti da Riccardo, mentre costui sosteneva tutto il contrario e soggiungeva che nella permuta erano intervenuti tutti i fattori giuridici necessari alla sua validità. Ora si viene a un «trattato» per il quale «unanimiter et concorditer» si eleggono Tommaso da S. Giorgio, «milite» e don Bernardo de Parma, «com promictentes in eos tamquam in eorum arbitratores laudatores pro visores et amicabiles compositores», per la soluzione della controversia (LXXV, 285)
3037.
1322, luglio 15, ind. V – Roberto re a. 14
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., cede a Paolo de Bonafede, f. del q. Bonafede de Isabella, un nocelleto nel luogo detto Giardino, confinante con la terra di Urrita, demanio del monastero, e un casalino; e in cambio riceve un nocelleto nel luogo detto Sariano, che Paolo teneva a censo dallo stesso monastero per la metà delle nocciuole, la decima dei seminati e 4 grana all’anno, e cioè due per il casalino e due per il nocelleto, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (LVIII, 53)
1322, luglio 28, ind. V – Giovanni Pp. XXII a. 6 – Roberto re a. 14
Napoli
Angelo do Santa Vittoria, di Napoli, pubbl. not.
Tommaso Runkello, giudice di Napoli
Riccardo de Gambatesa, regio consigliere, dona al monastero di M.V. per mano di Romano, ab. di M.V., un censo annuo di 4 once d’oro, «facta compensatione de anno sterili ad annum fertilem», sui seguenti beni: una terra con vigna e nocelleto nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Dirrupate («Dirrupapate»); un territorio con nocelleto nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Sariano; una terra con castagneto, vigna e olivi pure in territorio di Mercogliano, nel luogo detto San Modestino o Racanella: tutto ciò allo scopo che dei frutti di questi beni se ne comprasse tonnina per la Cumunità di M.V., «qui non nisi quadragesimalibus vescitur quarta feria cuiuslibet ebdomade», e quindi con la condizione che se l’ab. convertisse in altri usi i suddetti proventi o li alienasse e vendesse, lui o i suoi successori potrebbero revocare la suddetta donazione, «auctoritate propria sine mandato judicis et decreto pretoris», e con l’obbligo da parte della Comunità di M.V., promesso «in verbo fidei», che ogni giorno nella Cappella di S. Maria Maddalena, fatta costruire da lui a M.V., si celebrasse una Messa in perpetuo per la sua anima (XVIII, 19)
1322, agosto 2, ind. V
Napoli
Giovanni, principe d’Acaia, f. del re di Sicilia e suo vicario generale, ordina ai gabellieri del lago di Lesina («faucis et pantani Alexine») di corrispondere al monastero di M.V., senza morosità e cavilli, le 20 «sertas» di anguille «de mediocribus sive communibus», spettanti al monastero in forza di privilegio comunicato loro con lettera del 17 agosto 1315, Ind. III (riferito, Reg. 2883) (XII, 104)
***Altra copia in un doc. del 30 dicembre 1324. Ind. VIII (in IX, 47)
***Altra copia in un doc. del 26 ottobre 1360. Ind. XIV (in XII, 105)
3040.
1322, settembre 8, ind. VI – Giovanni Pp. XXII a. 7 – Roberto re a. 14
Montevergine
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., concede per 29 anni a Pietro di donna Stazia, abitante in Benevento, tre casalini, senza edificio, e un orticello in Benevento, nella parrocchia di S. Giacomo, per il canone annuo di tre libbre e mezza di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (XXV, 9)
3041.
1322, settembre 22, ind. VI – Roberto re a. 14
Napoli
Andrea de Superca, pubbl. not. di Napoli
Tommaso Runkello, giudice di Napoli
Luigi e Francesco de Baccusis, fratelli, figli ed eredi «pro indiviso» del q. Francesco de Baccusis de Luca, e Giovanni, f. del q. Gerardo de Baccusis de Luca, vendono al signor don Bartolomeo de Capua, «milite», logoteta e protonot. del Regno di Sicilia, tutti i diritti che essi avevano su certe case nella Piazza di Portanova in Napoli, per il prezzo di 300 once d’oro (LXXXIX, 80)
3042.
1322, ottobre 3, ind. VI – Giovanni Pp. XXII a. 7 – Roberto re a. 14
Ospedale di M. V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Il maestro cuoco Tommaso, f. della q. Ysolda, abitante nel Casale di M.V., col consenso di Romano, ab. di M.V., vende a Nicola Marrillo, f. del q. Giovanni, pure abitante nel suddetto casale, una casa con torricella congiunta, nello stesso casale, prima redditizia al monastero in mezzo braccio di cera all’anno, ma d’ora in poi in un censo annuo di 5 grana, a Natale, per il prezzo di 3 once d’oro (CXIX, 12)
3043.
1322, ottobre 18, ind. VI – Giovanni Pp. XXII a. 7- Roberto re a. 14
Ospedale di M. V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M. V. concede a Nicola de Floria, f. del Tommaso de Leone, del Casale di M.V., un pezzo di terra sterile e incolta, in territorio del Casale di M. V., nel luogo detto Campomarino, per la metà dei frutti superiori e la quinta parte dei seminati (CXVII, 36)
3044.
1322, novembre 6, ind. VI – Giovanni Pp. XXII a. 7 – Roberto re a. 14
Santa Maria del Plesco
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., conferma a Giovanni Bruno, f. del q. Matteo, abitante nel casale di Casamarciano, vassallo di M.V., una concessione fattagli dall’ab. Guglielmo, di tre pezzi di terra, sterili e incolti, nelle pertinenze di Visciano, dei quali uno nel luogo detto Demanio del monastero, uno nel luogo detto Valloncello, e uno nel casale di Casamarciano, per il canone solito dei frutti (XXVII, 12)
3045.
1322, novembre 22, ind. VI – Roberto re a. 14
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni de Gualtiero, giudice di Mercogliano
Guglielmo Marigaudio, «sive de dyabella», col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vende al giudice Matteo de Castolio, di Mercogliano, un nocelleto in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Sariano, redditizio al monastero in 10 grana d’oro all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di 3 once e di 10 tarì (LXIII, 58)
3046.
1322 («1323»), dicembre 4, ind. VI – Roberto re a. 14
Capua
Stefano de Giuliano, pubbl. not. di Capua
Andrea Peregrino, giudice della città di Capua
Il nobile Cerbo de Palmiero di Capua, marito di donna Clarizia de Franco, pure di Capua, vivente costei «iure longobardo», espressamente dà e rimette su Francesco di don Guimondo «omne ius mundii et freati», che Cerbo aveva su Clarizia, sotto qualunque titolo giuridico lo avesse avuto, come suo marito e legittimo mundualdo (XXXII, 6)
1323 («1322»), gennaio 23, ind. VI – Roberto re a. 14
Salerno
Andrea Dardano, pubbl, not. di Salerno
Matteo Catuale e Ruggiero Scactaretica, giudici della città di Salerno
Il nobile signor don Tommaso de Ruggiero, di Salerno, f. del q. Riccardo de Ruggiero, mosso dalla devozione verso M.V., dove il culto divino «die ac nocte, ad honorem Dei ac beate Marie semper Virgini gonitricis eius … devotius observatur», dona al monastero di M.V., per le mani del P. Ruggiero, priore di S. Maria di Penta, nelle pertinenze di San Severino, una terra con vigna e alberi fruttiferi, delle botteghe, un fondaco fuori la città di Salerno, nel luogo detto San Lorenzo della Strada («Strata»), dove ogni anno si tene la fiera a settembre: se ne riserva però l’usufrutto sua vita durante, e frattanto corrisponderà al monastero un’oncia d’oro, nel mese di settembre, però con l’obbligo da parte del monastero di far celebrare a M. V. per l’anima sua e dei suoi genitori, dal giorno della morte, 6 messe all’anno. Che se il suddetto Tommaso avrà eredi legittimi, che volessero annullare la predetta donazione, in tal caso costoro avranno l’obbligo di dare 50 once d’oro al monastero, perchè si cantino ogni giorno due Messe per l’anima sua e dei suoi genitori. Il P. Ruggiero si impegna di far ratificare dall’ab. e dalla Comunità di M.V. la donazione con tutte le condizioni apposte; e da parte sua Tommaso rinunzia alla legge per la quale le donazioni, «facte sine substaccione est insinuacione», possono essere revocate, e al diritto per cui le offerte «ex mera liberalitate» possano essere annullate (CV, 40)
3048.
1323, febbraio 4, ind. VI – Roberto re a. 14
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Tommasa, figlia del q. Francesco Modestino de Ruggiero, di Mercogliano, «flexis genibus humiliter» prega Romano, «dei gratia» ab di M.V., di liberarla dal «servicium sexte partis unius mensis portandi cartas», perchè a causa di quest’onere non poteva trovare marito, tanto più che non era legato ad alcun bene che essa possedesse. E siccome per questo servizio già soleva pagare ogni anno al monastero 3 grana e un terzo, prega l’ab. Romano a trasferire questo censo su un orto che essa aveva, libero e franco, vicino alla chiesa di S. Stefano in Mercogliano, obbligandosi a corrispondere tale canone ogni anno nella festa di S. Maria a settembre. Ora l’ab. Romano, considerando tale richiesta non dannosa ma utile al monastero, l’accoglie benevolmente (LVIII, 54)
3049.
1323, febbraio 12, ind. VI -Roberto re a. 14
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Palmiero de Davito, f. del q. Nicola, di Mercogliano, in presenza di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., si obbliga verso il monastero di M.V. alla corresponsione di un canone annuo di 2 grana e mezzo, nella festa di S. Maria a settembre, ipotecandole su un suo castagneto nel luogo detto Capocasale, in sostituzione del canone di una «languena» di mosto all’anno che corrispondeva finora (LXIII, 59)
3050.
1323, febbraio 14, ind. VI – Roberto re a. 14
Urrita («apud locum Urrite»)
Angelo, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Tommaso de Ruggiero, f. del q. Giovanni, di Mercogliano, si obbliga a corrispondere il canone di 3 grana al monastero di M.V., nella festa di S. Maria a settembre, ipotecandole su un castagneto in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Marcellino, in sostituzione del servizio personale di portare le carte per la sesta parte di un mese («servitii sexte partis unius mensis de servicio portandi cartas»), a cui era tenuto finora. Per questa grazia ottenuta da Romano, «dei gratia» ab. di M. V. paga 3 tarì d’oro (LXIII, 60)
3051.
1323, febbraio 21, ind. VI – Roberto re a. 14
Capua
Giovanni di Notarnicola, pubbl. not. di Capua
Biagio de Peregrino, giudice di Capua
Il signor Cerbo de Palmiero riconcede a Cristiano, f. del q. Lorenzo de Martino, della villa di Limata, nelle pertinenze di Capua, una corticella nella suddetta villa, per il censo annuo di un tarì nella festa di S. Maria ad agosto, e un tari e un cappone a Natale (XXXII, 87)
3052.
1323, marzo 15, ind. VI – Roberto re a. 14
Città di Santa Maria (= Lucera)
Sabino de San Flaviano, pubbl. not.
Rainaldo, «phisicus de cripta» , giudice della città di Santa Maria
Giovanni de Catania, cittadino e abitante in Santa Maria (=Lucera), vende a Bartolomeo Fossaceca le case che possedeva in questa città, nella parrocchia del vescovato, per il prezzo di 61 once d’oro (L, 41)
3053.
1323, aprile 9, ind. VI – Roberto re a. 14
Ospedale di M. V.
Angelo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Amore, giudice del Casale di M.V.
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., cede a Giacomo Molinaro, del Casale di M.V. un orto in questo casale, gravato di un canone annuo di 5 grana, dovuto al monastero, in cambio di un altro orto che egli teneva a censo dallo stesso monastero, e che gli officiali del monastero si erano preso per fare una via per andare più comodamente al suddetto casale dell’ospedale (CXV, 169)
3054.
(1323), aprile 12 («II Id. aprilis») – Giovanni Pp. (XXII) a. 7
Avignone
Giovanni Pp. (XXII) affida all’ab. di San Severino Maggiore di Napoli di esaminare quanto viene esposto da Romano, ab. di M.V. e dalla sua Comunità, e cioè che Guglielmo, ab. di M.V., immediato predecessore di Romano nel governo abbaziale di M.V., procedette a una permuta con Riccardo Sillato, f. del q. Tommaso Sillato, «milite» di Salerno, e che in essa diede alcune terre, possessioni e diritti che il monastero aveva nel casale di San Marzano e nelle pertinenze di questo e di Nocera e di San Mauro, in diocesi di Salerno, insieme con due mulini e un altro sedile diruto, come pure alcuni edifici nel suddetto casale e nelle sue pertinenze e alcune botteghe in Napoli, e che aveva ricevuto il castello di Litto e Ponte di Mugnano («Pontis miniani») e Quadrelle, in diocesi di Nola, i quali castelli erano di minor valore e di molto minor reddito delle terre, possessioni e diritti ceduti, e che perciò, dopo questa permuta il monastero s’era venuto a trovare in condizione peggiore di prima, e che tutto ciò fu fatto «inconsulto Romano Pontifice». Perciò Romano e la Comunità di M. V. pregavano umilmente il Papa perchè dichiarasse nulla la suddetta permuta, «fide iussionibus obligationibus pena iuramento cautionibus instrumentis et renunciationibus huiusmodi nequacquam obstantibus» e di conseguenza costringesse il suddetto Riccardo a lasciare i precedenti beni di M. V. (1, 97)
3055.
1323, … 4, ind. … – Roberto re a. 14
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubb. not. di Mercogliano
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Gualtiero de Toscana («cognomine de Toscana»), f. del q. Pietro, abitante nel casale di Urbiniano, una casa diruta con orticello congiunto, in detto casale, sale, e due terre, delle quali una con castagneto nel luogo detto Pretule, e l’altra pure con castagneto nel luogo detto Milito — donate al monastero da fra Gualtiero de Nobile, oblato di M.V. —, per l’annuo censo di un tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e un’oncia d’oro per questa concesione (LXI, 21)
3056.
1323, maggio 10, ind. VI – Giovanni Pp. XXIII a. 7, Roberto re a. 15
Monastero di M.V.
Luca Grimi di Ilmatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., concede a Fusco di Giordano de Fusco, di Montefusco, una casa «palaciatam» in Montefusco, nella parrocchia di S. Maria della Piazza, per il censo annuo di 3 tarì, da corrispondersi nella festa di Sant’Egidio a settembre, e 2 onche d’oro per questa concessione (LXXXIV, 12)
3057.
1323, maggio 25, ind. VI – Giovanni Pp. XXII a. 7, Roberto re a. 15
Montevergine
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., concede a Modara, figlia del q. Ruggiero Salatherio e moglie di Giacomo de Vassallo, abitante in Benevento, una casa diruta in Benevento, nella parrocchia di Sant’Angelo, per il canone di una libbra di cera all’anno, nella festa di S. Maria a settembre (XXV, 10)
3058.
1323, luglio 2, ind. VI – Giovanni Pp. XXII a. 7, Roberto re a. 15
Montevergine
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., rilascia a Nicola de Virderosa, del Ponte di Mugnano («de Ponte miniani»), vassallo di M.V., il servizio di 5 opere personali e la terza parte di un’altra opera («servitia operarum de angaria ad bracchia quinque et tertie partis unius opere»), a cui era obbligato verso il monastero di M.V. per tre territori che egli aveva comprato da Nicola e Sebastiamo, in Ponte di Mugnano, e precisamente uno a Ciminulo, uno a Casapiduni e l’ultimo all’Arco, e sostituisce questi oneri con un censo annuo di un tarì e 5 grana, e per questa grazia riceve 15 tarì (LXXIII, 93)
3059.
1323, agosto 19, ind. VI – Roberto re a. 15
Mercogliano
Angelo, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Stefano de Patricia, di Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vende a Ruggiero, f. del q. Matteo de Carissima, pure di Mercogliano, una vigna nel luogo detto Cardito, redditizia al monastero in 4 grana d’oro all’anno, nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di un’oncia e 6 tarì, ma con l’obbligo di corrispondere d’ora in poi l’annuo canone di 5 grana. Per l’assenso il monastero riceve 7 tarì e mezzo d’oro (LXIII, 61)
3060.
1323, agosto 24, ind. VI – Giovanni Pp. XXII a. 8, Roberto re a. 15
Ospedale di M. V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., concede a Giovanni Americo, del Casale di M.V., una terra sterile e incolta, con alcuni castagni e per la maggior parte boscosa, non molto lontana dall’Ospedale di M.V., per la metà delle castagne, la decima dei seminati, e 7 tarì e 10 grana per questa concessione (CXVII, 37)
3061.
1323, agosto 25, ind. VI – Roberto re a. 15
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Mattia Bonafede, f. del q. Bonafede, di Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., dona, con donazione irrevocabile «inter vivos», a Giacomo e a Nicola de Dionisio, fratelli, figli del q. Dionisio de Bonafede, una casa in Mercogliano, vicino alla chiesa di S. Pietro, redditizia al monastero di M. V. in 15 grana d’oro di canone annuo, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (LXIII, 62)
3062.
1323, agosto 30, ind. VI – Giovanni Pp. XXII a. 8, Roberto re a. 15
Urrita, presso Mercogliano
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Mindesta, figlia del q. Biagio de Leone e moglie di Francesco de Acerno, e Maria, figlia di Tommaso de Fontana, del Casale di M.V., avendo un pezzo di terra sterile e incolto nelle pertinenze del casale di M. V.; nel luogo detto Ayruli, redditizio al monastero di M.V. in un certo servizio personale, col consenso di Romano «dei gratia» ab. di M. V., lo concedono a Ruggiero de Palerma, f. del q.Riccardo de Palerma, dello stesso Casale di M.V., a questo patto: per cinque anni completi, a contare da oggi, il suddetto Ruggiero e i suoi discendenti debbono lavorare quella terra, coltivarla, piantarvi buone viti, che poi due o tre uomini esperti debbono giudicare se la vigna è ben piantata, e frattanto corrispondere la decima del seminato alle due suddette donne; passati poi i cinque anni, quella terra con la vigna sarà poi divisa in due parti, metà rimarrà alle due suddette donne e l’altra metà sarà di Ruggiero e dei suoi eredi, e per questa parte egli e i suoi eredi corrisponderanno al monastero di M.V. 5 grana a Natale, mentre le due donne per l’altra metà continueranno a corrispondere il servizio personale e il canone come hanno fatto sinora (CXIX, 13)
3063.
1323, settembre 22, ind. VII – Roberto re a. 15
Cervinara
Giacomo de Biagio, pubbl. not. di Cervinara
Giovanni de Cicero, giudice di Cervinara
Bartolomeo, f. del q. Pietro Genovese («Genuensis»), di Cervinara, vende al not. Marciano Sasso, pure di Cervinara, un pezzo di terra nelle pertinenze di Cervinara, nel luogo detto Cumpara (XXXVIII, 31)
3064.
1323, ottobre, ind. VII – Roberto re a. 15 (in: 1339, gennaio 26, Ind. VII)
Isernia
Il nobile Alessandro de Boiano fa un codicillo al suo testamento stabilendo innanzi tutto la revoca di tutti i legati apposti al suo ultimo testamento e riguardanti i suoi beni burgensatici esistenti in Boiano e nelle sue pertinenze, eccetto quei legati riguardanti beni offerti alla Cappella dove riposa il corpo di suo padre, a alla cappella nelle sue case in Boiano, ma questo solo se sua moglie donna Giovanna costruirà o farà costruire un monastero sotto il titolo di Santa Maria del Vivario, da annettere al monastero di
M.V.; come egli ha disposto e dispone. E a questo monstero da costruisi ordina si diano tutti i suoi beni, in modo che si possa costruire convenientemente. Che se non si costruirà tale monastero, allora intende ratificare le disposizioni date nel suo ultimo testamento riguardo ai suoi beni burgensatici, e che in tal senso si eseguisca. Inoltre ordina che sua moglie donna Giovanna tenga le sue case in Boiano con gli orti contigui solo in sua vita, e che alla sua morte quelle case siano devolute al suddetto monastero da costruirsi, alla condizione però che se gli eredi vorranno tali case, debbono versare 40 once al monastero. Lascia a sua moglie una terra con case in territorio di Boiano, nel luogo detto «Rivus Sancti Victorini», ma solo in vita sua, e dopo la sua morte anche questi beni siano devolute al suddetto monastero da costruirsi, e in caso che non si costruisse, andrebbero in vigore le disposioni del suo ultimo testamento. Lascia ancora alla moglie due vigne in territorio di Boiano, nel luogo detto Monteverde, anche queste solo in sua vita; lascia alla medesima due mulini, in Boiano presso le sue case e gli orti, anche questi solo in sua vita, e dopo la sua morte al monastero di S. Maria del Vivario, come sopra (in XXVIII, 112)
3065.
1323, novembre 11, ind. VII – Giovanni Pp. XXII a. 8, Roberto re a. 15
Montevergine
Luca Grimi di Limatola, pubbl not. apostolico e imperiale
Onofrio de Fraimondo, f. del q. Pietro, di Orsara («de terra Ursarie»), offre al monstero di M.V. la sua persona e dona, per le mani di Romano, ab. di M.V.; la metà dei suoi beni, mentre l’altra metà l’aveva donata a Leonardo, suo figlio nell’atto di emanciparlo, riservandosene però l’usufrutto in vita sua. L’ab. Romano riceve l’oblazione sull’altare a M.V., mentre Onofrio con giuramento promette l’obbedienza, la stabilità e la conversione dei suoi costumi «in habitu oblatorum» (XCIV, 53)
3066.
1323, dicembre 17, ind. VII – Roberto re a. 15
Capua
Ambrogio de Saxa, pubbl not. di Capua
Pietro de Vincenzo, giudice di Capua
Il nobile Nicola de Actia, del q. Enrico, di Capua, vende al nobile arcidiac. Benedetto de Palmiero un pezzo di terra nel luogo detto Torre Onela («ad Turrium Onelie»), per il prezzo di 55 once d’oro (XXXII, 35)
3067.
1324, gennaio 11, ind. VII – Giovanni Pp. XXII a. 8, Roberto re a. 15
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., avendo presentato in corte uno strumento del 23 gennaio 1233 («1322»). Ind. VI (riferito, Reg. 3047), ottiene il possesso dei beni stabiliti ivi indicati, donati al monastero di M.V. dal signor Tommaso de Ruggiero, di Salerno, contro le pretese del signor Ruggiero Pagano e della moglie Margarella, sorella del donatore (CV, 41)
3068.
1324, gennaio 31, ind. VII – Roberto re a. 15
Filippo Capuano, di Napoli, pubbl. not.
Sergio Pulderico, giudice di Napoli
Donna Giovanna de Monte, ved. del q. nobile don Alessandro de Boiano, milite, maestro razionale della Gran Curia regia, asserisce che il suddetto suo marito nelle sue ultime disposizioni le ordinò, «oraculo vive vocis» che se avesse fatto costruire un monastero dal titolo di Santa Maria del Vivario, da unirsi a M.V., avrebbe lasciato a questo monastero tutti i suoi beni burgensatici (cfr. Reg. 3064).
Ura essa dà all’ab. Romano il corporale possesso di quei beni, con la condizione della costruzione di quel monastero e che vi abitino in esso 10 religiosi di M.V., tra sacerdoti, novizi, ecc. (XXVII, 110)
3069.
1324, febbraio 2, ind. VII (in: 1324, luglio 26, ind. VII)
Romano ab. di M.V. nomina suo procuratore fra Guglielmo da Padula (in XXIX, 12; XXIX, 18)
3070.
1324, marzo 4, ind. VII – Roberto re a. 15
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl not. di Mercogliano
Matteo de Castolino, giudice di Mercogliano
Romano,«dei gratia» ab. di M.V., cede e rilascia a Palmiero de Luperisio, f. del q. Giovanni, di Mercogliano, la metà dei frutti superiori e la decima degli inferiori, che doveva al monastero di M.V. come censo per un nocellato in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Isca; e in cambio riceve 18 tarì d’oro e l’obbligo della corresponsione di un censo annuo di un tarì e 10 grana nella festa di S. Maria a settembre (LVIII, 55)
3071.
1324, marzo 5 lunedì, ind. VII – Roberto re a. 15
Nola
Deuchiludedo Perario, pubbl not. di Nola
Filippo Ferraro, giudice di Nola e di Cicala
Corrado Pepe, del casale di Arbusto, in territorio di Nola, vende a Marino un territorio nelle pertinenenze di quello stesso casale, – territorio che Marino compra per parte della chiesa della SS. Annunziata, da lui costruita vicino Nola-, per il prezzo di 2 once e 12 tarì (XCIV, 33)
3072.
1324, marzo 21, ind. VII – Roberto re a. 15
Francesco de Olibano, pubbl. not. di Capua
Pietro de Vincenzo, giudice di Capua
Gualtiero e Stefano de Palmiero, fratelli, della villa di San Tammaro, ricevono a censo di Riccardo de Francesco, f. del q. Giovanni, una terra con presa e casa e corticella, nella villa di San Tammaro, per l’annuo censo di un tarì l’anno, a Natale, e un oncia d’oro per questa concessione (XXXII, 88)
3073.
1324, marzo 26, nd. VII – Roberto re a. 15
Maddaloni
Pietro de Syco, pubbl. not. di Maddaloni
Filippo Squillano, giudice di Maddaloni
Romano, ab di M.V., col consenso dei monaci del monastero di Maddaloni, riconcede a Nicola de Fresa, di Maddaloni, una terra nelle pertinenze di Maddaloni, per il canone annuo di 2 tarì e un grano d’oro, divisi tra Natale e la festa di S. Maria ad agosto (LI, 35).
3074.
1324, aprile 9, ind. VII – Giovanni Pp. XXII a. 8, Roberto re a. 15
Ospedale di M. V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab di M.V., concede in enfiteusi a Giovanni e Guglielmo de Acernis, fratelli, fligli del q. Giacomo de Acernis, un territorio nelle pertinenze del Casale di M.V., nel luogo detto Baccanico, per la terza parte dei frutti superiori e la decima degli inferiori (CXVII, 38)
3075.
1324 («1304»!), giugno 2, ind. VII – Roberto re a. 16
Mercogliano
Riccardo Racco, giudice di Mercogliano
Don Giacomo, arciprete di Mercogliano, insieme coi seguenti chierici, sacerdoti e rettori della chiesa di S.Pietro apostolo in Mercogliano, – e cioè: don Nicola de Solibona, don Giovanni de Tarsia,don Silvestro, don Giovanni de Bruna, don Roberto de Custodia, don Nicola de Palmidia, don Giacomo del giudice Matteo, don Nicola di Giovanni Bruno, don Giacomo de Giaquinto, don Francesco de Presenzia, don Pietro de Barone -, a nome e per parte della loro chiesa, concedono a Pietro de Jannello e a Francesco, Tommaso e Giovanni de Jannello, di Mercogliano, un pezzo di terra, sterile e incolto, in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Macera, per l’annuo censo di 5 grana d’oro, da corrispondersi nella festa di S.Maria a settembre, e ricevendo 7 tarì e 10 grana per questa concessione (LXXI, 47)
3076.
1324,… 18, ind… – Giovanni Pp. XXII a. 8, Roberto re a. 16
Montevergine
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., concede a Giacomo de Dionisio e a Nicola, suo fratello, figli del q. Dionisio, una terra nel luogo detto Marcellino, per il canone annuo di mezza libbra di cera, e 15 tarì per questa concessione (LXI, 22).
3077.
1324, luglio 26, ind. VII – Roberto re a. 16
Boiano
Tommaso di Notarpalmiero, pubbl. not. di Boiano
Benedetto de Longana, giudice di Boiano
Fra Guglielmo da Padula, priore e rettore del monastero di S.Maria del Vivario di Boiano, immediatamente soggetta a M.V., con procedura di Romano,«permissione divina», ab. di M.V., data il 2 febbraio 1324. Ind. VII (riferita, Reg. 3069),concede a Bartolomeo di Bernardo di Bono, di Boiano, un orto del monastero, in città, nel luogo detto La Vicenda di Santa Maria del Vivario, per il canone annuo di una libbra di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e 15 tarì per questa concessione (XXIX, 12)
3078.
1324, luglio 27, ind. VII – Roberto re a. 16
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubb.l not. di Mercogliano
Gualtiero de Barone, giudice di Mercogliano
Romano,«dei gratia», ab. di M.V., cede e rilascia a Roberto de Giacquinto, di Mercogliano, 24 opere a braccio («operas personales de angaria ad brachia»), 6 «langueas» di mosto, l’ottava parte di un tomolo di castagne, altrettanto di orzo, un uovo («ovum unum») e mezzo pane, che egli doveva corrispondere come canone annuo dei seguenti beni: una casa in Mercogliano, un’altra vicino ad essa, una terra nel luogo detto Copone, un castagneto nel luogo detto Senolla(«Asinolla»), un castagneto nel luogo detto Toppe, un castagneto nel luogo detto Milito, e un orto nel luogo detto Preteta; e in cambio riceve 15 tarì e l’obbligo della corresponsione annua di 6 tarì e 17 grana e mezzo (LVIII, 56)
3079.
1324, agosto 2, ind VII – Roberto re a. 16
Nicola del Giudice, pubbl. not. di Frosolone
Benedetto, giudice annuale di Frosolone
Il suddiac. Giovanni del q. Matteo de Mercurio, abitante in Frosolone, vende a Nicola de Riccardo una vigna nelle pertinenze di Frosolone, nel luogo detto «la castania» per un oncia e 9 tarì (XLV, 117)
3080.
1324, agosto 21, ind. VII – Roberto re a. 16
Santa Maria («apud civitatem Sancte Marie olim dicte Lucerie»)
Matteo Benvenuto de Luca,«chirurgicus» e pubbl. not. Leone de Benvenuto, giudice ducale della seguente città
Nicola de Ursia, abitante in Santa Maria (= Lucera), vende a Valentino de Acerenza («Acerencia»), pure abitante in Santa Maria, un comprensorio di case con cortile, orto e tutti i mobili, in questa città, nella parrocchia di S.Caterina, per 3 once d’oro (L, 42)
3081.
1324, agosto 22, ind. VII – Roberto re a. 16
Capua
Gualtiero de Castello, pubbl. not. di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., cede al giudice Riccardo Racco, di Mercogliano, una terra con vigna e una terra in parte «vacua» e in parte boscosa, nelle pertinenze di Benevento, nel luogo detto Pino, e in cambio riceve certe case nella stessa città, nella contrada di Porta fuori, nella parrocchia di S. Angelo di Porta «foliarola» (XXIV, 181).
3082.
1324, settembre 6, ind. VIII – Roberto re a. 16
Capua
Gualtiero de Castello, pubbl. not. di Capua
Pietro de Vincenzo, giudice di Capua
Tommaso «de Cayacia», f. del q. maestro Pietro «de Cayacia», vende per un’oncia e mezza d’oro a Cerbo de Palmiero, di Capua, una casa e presa terranea con orto, dentro la città di Capua, nella parrocchia di S. Salvatore Minore (XXXII, 39)
3083.
1324, settembre 16, ind. VIII – Roberto re a. 16
Pozzuoli
Matteo de Carula, pubbl. not.
Giacomo Capaccio, giudice di Pozzuoli nell’anno della VII indizione, interviene ora in mancanza di giudici non ancora nominati per il presente anno della VIII indizione
Farndella Valeria, figlia del q. Simone Valerio, di Pozzuoli, vende a Nicola de Baso, di Pozzuoli, una terra arbustata nel luogo detto Cella, nelle pertinenze di Pozzuoli, per un’oncia e 22 tarì (CIII, 6)
3084.
1324, settembre 17, ind. VIII – Roberto re a. 16
Napoli
Il presb. Nicola Coctiu, agendo a nome suo e a nome e per parte di suo nipote, f. del fratello Marino Coctiu e della q. donna Bianca de Tauro, vende a Bartolomeo de Capua un intero campo di terra con quanto in esso contiene (XXXII, 66)
3085.
1324, ottobre 15, ind. VIII – Giovanni Pp. XXII . 9 , Roberto re a. 16
Urrita, presso Mercogliano
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano,«dei gratia» ab. di M. V., concede a Guglielmo e a Napolitano, fratelli, figli del q. Giovanni de Calandra, di Mercogliano, familiari del monastero, una terra con olivi nel luogo detto Cereta, per il censo annuo di 15 grana d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 12 tarì d’oro per questa concessione
(LXI, 23)
3086.
1324, ottobre 18, ind. VIII – Giovanni Pp. XXII a. 8, Roberto re a. 16 («15»)
Ospedale di M.V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., cede ad Enrico («cognome de Henrico»), del Casale di M.V., una terra con vigna, nocelleto, castagneto, ecc., nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto «le dirrupate»; e in cambio riceve un castagneto contiguo all’Ospedale di M. V. (CXV, 171)
3087.
1324, novembre 12, lunedì, ind. VIII – Roberto re a. 16
Visciano
Roberto de Romano, di Lauro, pubbl. not.
Giacomo de Angelo, giudice di Lauro
Lauritano Suppontino, di Visciano, col consenso di Romano, ab. di M.V., vende a Giacomo Forleo un pezzo di terra nel luogo detto Toro, – redditizzio al monastero di M. V. in un canone annuo di 12 grana e mezzo -, per il prezzo di 2 once (XXVII, 21)
3088.
1324, dicembre 18, ind VII – Roberto re a. 16
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni de Gualtiero, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., cede e rilascia a Guglielmo e a Riccardo de Dutto, e a Tommaso di Guglielmo de Dutto, di Mercogliano, un’opera e mezza «de angaria», la terza e la sesta parte di un mese di servizio «portandi cartas», una salma di mosto, un tomolo di orzo e un tomolo di castagne ogni anno, – ciascuno di loro per la terza parte -, per i seguenti beni di M.V. che essi tenevanoa censo: una vigna nel luogo detto San Nicola, un castagento nel luogo detto Via piana, una casa con orto vicino ai mulini di Mercogliano, un nocelleto nel luogo detto Cerreta, una casa in Mercogliano, una terra con castagneto nel luogo detto Plaiora. In cambio di questi oneri, essi corrisponderanno d’ora in poi 2 tarì e 15 grana e mezzo nella festa di S. Maria a settembre, e per questa grazia danno al monastero 12 tarì (LVIII, 57)
3089.
1324, dicembre 20, ind. VIII – Roberto re a. 16
Urrita, presso Mercogliano
Angelo, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano,«dei gratia» ab. di M.V., asserisce che, avendo il suo predecessore, l’ab. Guglielmo, permutato con fra Francesco, vesc. di Avellino, molti stabili, rendite, ecc., fra questi beni ricevuti in permuta c’è anche un oezzo di terra con vigna e castagento nel luogo detto Campomarino («campus de Marino»), che è tenuto da Gualtiero di Toscana, f. del q. Pietro de Toscana, e Roberto e Giovanni de Toscana, figli del q. Giacomo per tre tarì di canone annuo che costoro sono tenuti a corrispondere complessivamente al monastero nella festa di S. Maria a settembre (CXIX, 14)
3090.
1324, dicembre 30, ind. VIII – Roberto re a. 16
Albano
Roberto, pubbl. not. di Albano
Dietro richiesta di fra Amato, oblato del monastero di M.V., si riportano i privilegi di Giovanni, conte di Gravina, del 1315(riferito, Reg. 2882) e del 1322(riferito, Reg. 3039), contenenti la donazione di 20 «sertas» di anguille, ogni anno al monastero di M. V., e la conferma delle 110 «sertas» donate ai suoi predecessori, e il pagamento dell’arretrato (IX, 47)
3091.
1325, gennaio 18, ind. VIII – Roberto re a. 16
Mercogliano
Angelo, pubbl. not. di Mercogliano
Tommaso Sasso, f. del q. Pietro, di Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vende a Ruggiero, f. del q. Matteo de Carissima, pure di Mercogliano, una vigna nel luogo detto Cardito, – vigna che era redditizzia al monastero di M.V. in mezza libra di cera all’anno nella festa di S. Maria a settembre -, per il prezzo di un’oncia e 12 tarì, e 4 tarì al monastero per l’assenzo (LXIII, 63)
3092.
1325, gennaio 22, ind. VIII. – Giovanni Pp. XXII a. 9, Roberto re a. 16 («15»)
Sarno
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., concede a Giovanni Ferraro, f. del q. Roberto, una terra nelle pertinenze di Palma, nel luogo detto San Leonardo, per la metà dei frutti, portati a sue spese nel monastero di S. Croce (XCVII, 5)
3093.
1325, febbraio 8, ind. VIII – Giovanni Pp. XXII a. 9
Monastero di S. Giovanni del Gualdo
Vertendo da tempo («dudum») una lite tra Nicola, ab. di S. Giovanni del Gualdo, dell’Ordine di San Benedetto, e la sua Comunità da una parte, e Romano e la Comunità di M.V. dall’altra, a motivo di una casa, posta in terra di San Severo di Capitanata, nel luogo dove si teneva il mercato, – casa che il monastero di M.V. possedeva in forza di un legato lasciato dal maestro Severino Cervico, di San Severo-, per evitare le spese della lite, già cominciata davanti don Benevento,«dei gratia» vesc. di Caserta, giudice delegato della Sede Apostolica, le due parti si accordano nel senso che la casa rimane a M.V., ma questo monastero versa 15 once d’oro (CX, 68)
3094.
1325(«1324»), febbraio 10, domenica, ind. VIII – Roberto re a. 16
Nola
Paolo Pagano, pubbl. not. di Nola e di Cicala
Riccardo de Consa, giudice di Nola e di Cicala
Francesco Stincone, di Casamarciano, vende a Giovanni Stincone, dello stesso casale di Casamarciano, nelle pertinenze di Nola, una casa e un palmento in questo stesso casale, per 13 tarì e mezzo (XXXIV, 85)
3095.
1325, marzo 10, ind. VIII (in: 1330, agosto 20, ind. XIII)
Romano,«permissione divina», ab. di M.V., crea suo procuratore fra Guglielmo di Padula (in XXIX, 15)
3096.
1325, marzo 16, ind. VIII – Roberto re a. 16
Capua
Bartolomeo di Notartommaso, pubbl. not. di Capua
Biagio de Peregrino, giudice di Capua
Riccardo, f. del q. Giovanni Francesco, di Capua, vende al signor Cerbo de Palmiero, di Capua, tutti i diritti che gli spettavano su due pezzi di terra, dei quali uno dato a censo al not. Gualtiero de Pisania, di Capua, per 10 grana annue e sito nelle pertinenze di Capua nel luogo detto Corte d’Odoaldo, nella villa di San Tammaro, e l’altro dato a censo a Gualtiero e Stefano de Palmier, fratelli, della suddetta villa, per un tarì d’Amalfi all’anno: il tutto venduto per 18 tarì d’oro (XXXII, 36)
3097.
1325, aprile 11, ind VIII – Roberto re a. 16
Capua
Francesco de Olibano, pubbl. not. della città di Capua
Petruccio de Matteo, regio baiulo della città di Capua, e Giacomo de Leucio, giudice di Capua
Gli esecutori testamentari del nobile Francesco Pandone, per eseguire alcuni legati al testatore, vendono al signor arcidiac. don Benedetto de Palmiero la metà di un territorio nelle pertinenze di Capua, nel luogo detto Santa Giusta, per il prezzo di un’oncia e 15 tarì (XXXII, 37)
3098.
1325, maggio 2, ind. VIII – Roberto re a. 16
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Bernardo de Aurilia, f. del q. Bernardo dello stesso cognome, asserisce di tenere dal monastero di M. V., per antica locazione fatta ai suoi antecessori dello stesso monastero, un pezzo di terra con vigna in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Cardito, – per il quale pezzo di terra è tenuto a rendere al monastero ogni anno al tempo della vendemmia una salma di mosto («sauman unam vini musti») -, e un pezzo di terra, sterile e incolta per la maggior parte boscosa, nella quale una volta vi era stato un nocellato, in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Fornata, confinante fra l’altro con la via pubblica e col corso d’acqua detto Fornata, e per la quale è tenuto a corrispondere al monastero la metà dei frutti superiori e la decima degli inferiori. Ora egli domanda all’ ab. Romano di rimettergli a nome di M.V. i suddetti oneri, cambiandoli in un censo di due tarì d’oro complessivi, da corispondersi nella festa di S. Maria a settembre.
L’abate, col consenso della comunità di M.V., accoglie la supplica e riceve per questa grazie 12 tarì
(LVIII, 59)
3099.
1325, maggio 8, ind. VIII – Roberto re a. 17
Capua
Gualtiero de Castello, pubbl. not. di Capua
Matteo, giudice di Capua
L’ab. Cristoforo Gallincapo, cittadino di Capua, f. del q. don Gentile, tanto a nome suo come a nome di suo nipote Giovanni, vende per 11 once d’oro al signor Cerbo de Palmiero, f. del q. Cerbo, due pezzi di terra, dei quali uno nella villa di San Vincenzo di Palmentata, e l’altro, diviso in tre pezzi, in San Pietro a Venola («in loco Venule Sancti Petri ad venulam») (XXXII, 38)
3100.
1325, maggio 12, ind. VIII – Roberto re a. 17
Urrita
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Matteo, f. di Bayalardo, di Mercogliano, col consenso del suddetto suo padre, cede e rinunzia nelle mani di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., i seguenti beni stabili nelle pertinenze di Mercogliano: una vigna nel luogo detto Copone, una vigna nel luogo detto Sariano, un castagneto nel luogo detto Plesco di Racco, un pezzo di terra nel luogo detto Sariano, un castagneto nel luogo detto Plaio, – beni che Giuliana, sua sorella, tiene per successione ereditaria e per i quali doveva corrispondere il servizio personale di portar le carte («servicium… de portandis cartis») per un mese meno un quarto, invece del quale onere si solevano corrispondere 15 grana annue nella festa di S. Maria a settembre, come è consueto in Mercogliano («sicut consuetum est in dicto castro»); e in cambio di questi beni gli vien ceduta una casa in Benevento, nella parrochia di S. Giacomo, che è soggetta a M.V., e una terra con vigna e con terra «vacua» nelle pertinenze della stessa città, nella contrada detta Sopra Serretella, concessione che però doveva durare solo finchè vivrà lui Matteo e sua moglie Fronduta. Finalmente Matteo, volendo servire a Dio nel monastero, offre anche se stesso al monastero (LVIII, 60)
3101.
1325, maggio 26, domenica, ind. VIII – Roberto re a. 17
San Paolo («apud casale S. Pauli territorii Nole»)
Deutiludedo Perario, di Casamarciano, pubbl. not. di Nola e di Cicala
Nicola de Summa, giudice di Nola e di Cicala
Giovanni Rassello, del casale di San Giovanni, nelle pertinenze di Nola e di Cicala, facendo testamento, fra l’altro ordina che in caso che sua moglie Francesca desse alla luce un figlio postumo, questo doveva essere suo erede, mentre in caso contrario doveva succedere come erede il monastero di M. V. nei seguenti beni: una casa nel luogo detto Arbusto, un oliveto nel castello di Cicala, un castagneto che teneva a censo da Dadeo de Dadeo, lasciando quest’ultimo jure legati alla chiesa di S. Maria del Plesco (XXXIV, 13)
3102.
1325, giugno 8, ind. VIII – Roberto re a. 17
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Essendo morto il not. che aveva erogato l’atto, Romano «de gratia» ab. di M.V., conferma pubblicamente a Roberto, f. del q. Tommaso de Tommaso, la permuta che questi aveva fatto con Guglielmo, ab. di M.V., il 29 aprile 1312, Ind. X (riferita, Reg. 2840) (LVIII, 61)
3103.
1325, agosto 15, ind. VIII – Giovanni Pp. XXII a. 9, Roberto re a. 17
Presso i mulini «de plano», nelle pertinenze di Avellino
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Guglielmo di notar Ursone, f. del q. not. Urso, della città di Avellino, vende a Romano, ab. di M.V., una terra con vigna e nocelleto, non lungi dal mulino del piano, nel luogo detto Pianura («Planura»), per 2 once e 60 tarì (Cand. IV, 13)
3104.
1325, settembre 8, ind. IX – Giovanni Pp. XXII a. 10, Roberto re a. 17
Montevergine
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Dapprima Romano, ab. di M.V., intendeva muovere lite a Giacomo e Adelicia, figli ed eredi del q. Guerriero de Ceppaloni, abitanti in Benevento, perchè non si erano osservati i patti stabiliti nel contratto fatto rogare dall’ ab. Guglielmo, suo predecessore, il 27 dicembre 1300 («1301»), ind. XIV, quando per 29 anni concesse al suddetto Guerriero un pezzo di terra «vacua», sterile e incolta in territorio di Benevento, nel luogo detto «Plescu de Calcaria», per il canone annuo di 3 tarì e 15 grana e alla condizione essenziale del contratto che nello spazio di otto anni, a contare dalla data di concessione, avrebbe dovuto piantarvi due «quarantanas» di buone viti secondo l’uso della città di Benevento (cfr. Reg. 2676), il che non era stato eseguito; ma poi si accorda coi suddetti Giacomo ed Adelicia e riconcede loro quel terreno per il canone annuo di 7 carlini (XXV,11)
3105.
1325, settembre 15, ind. IX – Roberto re a. 17
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Don Giacomo, arciprete di Mercogliano, f. del q. not. Pietro de Janello, vende a fra Antonio, oblato di M. V. e custode del luogo dove si ricevono i poveri pellegrini nell’Ospedale di M.V. costruito ai piedi della montagna di M.V. («custodi loci in quo peuperes christi recipiuntur in hospitali Montis Virgins quod constructum est in pede montis ipsius Monasterii»), in nome e per parte del suddetto Ospedale, un nocelleto nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Serrone, per il prezzo di 2 once, 22 tarì e 10 grana (LVII, 21)
3106.
1325, novembre 23, ind IX (in: 1326 («1325»), gennaio 1°, ind. IX)
Romano, «permissione divina» ab. di M.V., nomina suo procuratore fra Pietro da Salerno, priore di S. Maria del Vivario (in XXIX, 13)
3107.
1325, dicembre 11, mercoledì, ind. IX – Roberto re a. 17
Gallo («in Casale Galli de pertinentiis Nole»)
Federico Perario, pubbl. not. di Nola
Filippo, giudice di Nola
Gualtiero Infante, di Gallo, facendo testamento, ordina fra l’altro che il suo cadavere venga sepolto nella chiesa di S. Maria del Plesco, e fra gli altri legati lascia a questa chiesa un territorio nello stesso casale di Gallo, nel luogo detto «a lu Campu» (XLVI, 1)
3108.
1325 («1326»), dicembre (giorno, omesso), ind. IX – Roberto re a. 17
Casale di M.V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Roberto de Sabia, giudice del Casale di M.V.
Francesca, moglie di Pietro Tosto, del Casale di M.V., col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., cede a Giovanni de Acerno, f. del q. Giacomo de Acerno, dello stesso casale, una casa in quel medesimo casale, – casa che era redditizzia al monastero di M.V. in un braccio di cera come censo annuo da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre -, e in più 4 once e mezza d’oro; e in cambio riceve da Giovanni un’altra casa nello stesso casale, pure redditizzia al monastero di M. V. in un grano d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (CXIX, 16)
3109.
1326, («1325»), gennaio 1°, ind. IX – Roberto re a. 17
Boiano
Tommaso de Notarpalmiero, pubbl. not. di Boiano
Nicola de Guidone, giudice della città di Boiano
Fra Pietro da Salerno, priore di S. Maria del Vivario, di Boiano, immediatamente soggetta da M. V., con procura di Romano, «permissione divina» ab. di M.V., del 23 novembre 1325 (riferita, Reg. 3106), concede a Giovanni di Roberto, di Sant’Apollinare, cittadino di Boiano, e alla moglie donna Altruda, come pure ai loro discendenti maschi e femmine di primo grado soltanto, una casa con parco contiguo, in Boiano, e propriamente nella Ruga detta Santa Maria del Vivario, per il canone annuo di 8 grana, da corrispondere nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 13)
3110.
1326 («1325»), gennaio 11, ind. IX – Roberto re a. 17
Cimitile («apud casale Cimiterii de territorio civitas Nole»)
Federio de Syco, pubbl. not. di Nola
Giovanni de Tommaso, del Casale di Vignola («Vineola»), in territorio della città di Nola, si trascrivere in pubblica forma uno strumento del 3 dicembre, mercoledì, 1315, Ind. XIV (riferito, Reg. 2887) (CXXV, 212)
3111.
1326 («1325»), febbraio 13, ind. IX – Roberto re a. 17
Vignola, in territorio di Cicala
Federico de Syco, pubbl. not. di Nola
Filippo Ferraro, giudice di Nola e di Cicala
Giovanni de Mundo, del casale di Vignola, vende a Giovanni de Tommaso, pure del casale di Vignola, un territorio nel luogo detto «a la valle», nelle pertinenze dello stesso casale, per un’oncia e 8 tarì (CXXV, 207)
3112.
1326, febbraio 16, ind. IX – Giovanni Pp, XXII a. 10, Roberto re a. 17
Casamarciano, nelle pertinenze di Nola e di Cicala
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Roberto Pagano, f. del q. Tommaso, abitante in Casamarciano, vende a Romano, ab. di M.V., un pezzo di terra nelle pertinenze di Casamarciano, nel luogo detto Piedimonte («ad pedem montis»), per 7 once e 18 tarì (XXIV, 15)
3113.
1326, febbraio 20, ind. IX – Roberto re a. 17
Capua
Matteo de Alessandro, pubbl. not. di Capua
Giacomo de Leucio, giudice della città di Capua
Gualtiero Frunzo, di Pontelatrone, vende a don Bartolomeo, dello stesso castello, abitante in Capua, cappellano della chiesa di S. Andrea, un pezzetto di terra nelle pertinenze di Pontelatrone, nel luogo detto Cornito, per 12 tarì d’oro (CII, 26)
3114.
1326, febbraio 21, ind. IX – Giovanni Pp XXII a. 10, Roberto re a. 17
Ospedale di M. V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Nicola Volpone, abitante nel Casale di M.V., tutore di Aglina, figlia del q. Bartolomeo de Alegarda, del Casale di M.V., per restuituire le doti dovute a Caratenuta, moglie del suddetto Bartolomeo, consistenti in 3 once d’oro, col consenso di Romano, ab. di M.V., vende, dietro pubblico bando, a Gugliemo Martini, f. del q. Giovanni Mertini, dello stesso casale di M.V., una terra con castagneto in questo medesimo casale, nel luogo detto Molino, redditizzia al monastero di M. V. in due tarì all’anno nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di 2 once, 22 tarì e 10 grana (CXIX, 15)
3115.
1326, febbraio 24, ind. IX – Roberto re a. 17
Capua
Giovanni di Guglielmo, di Capua, pubbl. not.
Stefano de Angelo, giudice di Capua
Simeone di Madio, della villa di Sant’Anello, in territorio di Capua, riceve a censo da Giovanni de Paolo, di Capua, un pezzo di terra nella suddetta villa, per un tarì di canone annuo nella festa di S. Maria ad agosto, e per questa concessione paga 2 once d’oro (XXXII, 89)
3116.
1326, marzo 26, ind. IX – Giovanni Pp XXII. a. 10, Roberto re a. 17
Ospedale di M.V.
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M. V., concede per 29 anni a Nicola, f. di Feula di maestro Giovanni, di Benevento, una terra sterile e incolta, nelle pertinenze di Benevento, nel luogo detto Roseto, per un certo censo annuo in frumento da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXV, 12)
3117.
1326, marzo 30, ind. IX – Roberto re a. 17
Frosolone («apud Friscilonum»)
Pectorano di maestro Anglone, di Frosolone, pubbl. not.
Benedetto di Giovanni Infante, giudice annuale del castello di Frosolone
Il maestro Simone da Todi («de Toda»), abitante nel castello di Frosolone, confessa di aver a lungo pensato a dedicare a Dio e alla Beata Vergine Maria un suo luogo, posto nel suddetto castello di Frosolone, fuori le mura, presso la terra dell’ospedale di S. Giovanni, nel quale luogo vi era una casa, costruita da lui stesso, e una chiesa sotto il titolo di S. Maria Annunziata, pure da lui costruita. Attuando tale pensiero ha donato, con donazione irrevocabile «inter vivos», casa e chiesa al monastero di M.V., per le mani di fra Nicola da Mercogliano, monaco e procuratore di M.V. per questo affare del monastero, col patto che tale luogo sia sempre membro di M.V. e che d’ora in poi rimangono ivi due o più frati di M.V., secondo le sostanze del luogo, e che celebrino in quella chiesa i divini offici (XLV, 110)
3118.
1326, marzo (giorno, omesso), ind. IX – Roberto re a. 17
Merrcogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Frondicia, figlia del q. Gerusalemme e moglie di Paolo Barberio, abitante nel Casale di M.V., con l’assenzo di suo marito e di Romano,«dei gratia» ab. di M.V., vende a Nicola de Lauro, f. del q. Vassallo, e a Maria, sua moglie, di Mercogliano, detto Santa Margherita, – casa che era redditizia al monastero di M.V. in un canone annuo di mezzo braccio di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e per l’assenso pagano al monastero di 6 tarì-, per il prezzo di un’oncia e 15 tarì d’oro (LXIV, 1)
3119.
1326, aprile 2, ind. IX – Roberto re a. 17
Cervinara
Giacomo de Biagio («Blasio»), pubbl. not. di Cervinara
Bartolomeo de Simeone, giudice di Cervinara
Giovanni Costantino,di Cervinara, vende al not. Marciano Sasso un pezzo di terra nelle pertinenze di Cervinara, nel luogo detto Compara, per 9 tarì d’oro (XXXVIII, 33)
3120.
1326, aprile 6, ind. IX – Roberto re a. 17
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Maestro Angelo de Malaczano, fabbro, abitante in Mercogliano, e Capuano, suo figlio, col consenso di Romano «dei gratia» ab. di M.V., vendono a Giovanni de Silvestro, f. di Margherita, figlia di Giovanni Mirando, una casa in Mercogliano, presso la chiesa di S. Pietro, con l’onere di un censo annuo di 8 grana, da corrispondersi d’ira in poi al monastero di M.V. nella festa di S. Maria a settembr, per il prezzo di 3 once, 22 tarì e 10 grana, mentre l’ab. di M.V. per l’assenso riceve 15 tarì. Quella casa era prima tenuta dal q. Nicola de Palmadia per il reddito annuo di due braccia di cera, e altra volta, con il consenso di Romano «dei gratia» ab. di M. V., l’aveva donato al suddetto Capuano, mutando in quell’occasione il reddito di 2 braccia di cera in un censo annuo di 2 grana d’oro e col patto che il maestro Angelo, padre di Capuano, somministrasse ad Angelo il vitto e il necessario e alla morte lo facesse seppellire «honorifice iuxta condicionem suam», come fu fatto. Inoltre per questa casa lo stesso maestro Angelo per parte del suddetto Capuano corrispondeva ogni anno a M.V. 7 grana d’oro, e cioè 2 per i suddetti 2 bracci di cera, e 5 perhè lo stesso Nicola doveva renderle al monastero «pro franchisia». Ora in quest’ultimo contratto il censo viene ancora migliorato di un grano annuo (LXIV, 2)
3121.
1326 («1325»), aprile 25, ind. IX – Roberto re a. 17
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano,«dei gratia» ab. di M.V., concede a Giacomo Ibano, di Mercogliano, f. del q. Francesco, la metà dei seguenti beni in Mercogliano devoluti al monastero per la morte di Giacomo Ibano, zio del suddetto Giacomo, e cioè una vigna nel luogo detto Sant’Antonio e un castagneto nel luogo detto Plaio, per il canone annuo di 7 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 12 tarì per questa concessione (LXI, 24)
3122.
1326, aprile 28, ind. IX – Giovanni Pp. XXII a. 10, Roberto re a. 17
Montevergine
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., cede a Fusco de Fusco, f. del q. Giordano de Fusco, di Montefusco, alcuni stabili in Montefusco e nelle sue pertinenze, che il suddetto Fusco teneva già a censo dal monastero per un canone annuo di 10 tarì e 10 grana, tra i quali beni figurava una terra con alcune viti e piante di olive e noci, nel luogo detto Ponticello, e una casa in Montefusco, nella parrocchia di S. Maria della Piazza; e in cambio riceve una terra nel luogo detto Parituli, e l’obbligo della corresponsione di 7 tarì e 10 grana annue per altri beni, che il Fusco continua a tenere dal monastero (XCVIII, 46)
3123.
1326, aprile 28, ind. IX – Roberto re a. 17
Napoli
Napolitano Macza, di Napoli, giudice di Napoli
Francesco Fasolo,«milex», giudice di Napoli
La signora donna Mattia de Franco, moglie del signor don Nicola Caracciolo Rossi, di Napoli, si accorda col signor Cerbo de Palmiero, di Capua, marito e amministratore di donna Clarizia de Franco, in ordine alla divisione dei beni lasciati dalla madre di costei, donna Giovanna de Sanctis, moglie del q. Taddeo de Franco (XXXII, 114)
3124.
1326, (mese giorno, in bianco), ind. IX – Roberto re a. 17
Cervinara
Giacomo de Biagio, pubbl. not. di Cervinara
Guglielmo de Marando, giudice di Cervinara
Enrico Sasso, di Cervinara, e Capuana, sua moglie, vendono al not. Marciano Sasso un pezzo di terra in Cervinara, nel luogo detto Limata (XXXVIII, 32)
3125.
1326, maggio 14, ind. IX – Roberto re a. 18
Capua
Riccardo di Rainaldo, de Monnceytelie, pubbl. not.
Giacomo de Patricio, giudice di Capua
Dietro richiesta del not. Giovanni di Gualtiero de Termulis, si riporta una lettera di Carlo, f. del re Roberto, data da Napoli il giorno precedente, 13 maggio, con la quale si ordinava che la signora donna Clarizia, moglie di Cerbo, di Capua, fosse posta in possesso dialcuni stabili nelle pertinenze di Capua, nel possesso dei quali veniva disturbata dai signori Nicola e Bartolomeo de Franco, e da altri (X, 16)
3126.
1326, maggio 21, ind. IX (in: 1336, novembre 26, Ind. V)
Giovanni di Notarpasquale, di Boiano, pubbl. not.
Berardo de Garardo, giudice di Boiano
Fra Guglielmo da Padula, priore, rettore e procuratore di S. Maria del Vivario, immeditamente soggetta a M.V., con procura di Romano«permissione divina» ab. di M.V., del 2 febbraio 1324 («1325»), ind. VII, concede a Berardo, f. del q. Giovanni de Berardo Burlone, e a Maria, sua moglie, di Boiano, una casa con orticello in Boiano, vicino alla piazza pubblica, – casa che era già stata concessa al suddetto padre di Berardo e ai suoi eredi e ora si rinnova la concessione perchè padre e figlio «industria et bona fide» avevano migliorata quella casa e quell’ orto -, per il canone annuo di un tarì e due grana nella festa di S. Maria ad agosto, e 7 tarì e 10 grana per questa concessione (in XXIX, 18)
3127.
1326, maggio, ind. IX – Roberto re a. 18
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Romano «dei gratia»ab. di M. V., concede a Giacomo e a Nicola de Dionisio, fratelli, figli di Dionisio Bonafede, di Mercogliano, una casa in Mercogliano, e una vigna con olivi nel luogo detto Copone, nelle pertinenze di Mercogliano, per l’annuo censo di 12 grana d’oro per la casa, e 5 grana d’oro per la vigna, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (LXI, 25)
3128.
1326, giugno 11, ind. IX – Roberto re a. 18
Capua
Giovanni Quadrapane, di Capua, pubbl. not.
Stefano de Angelo, giudice di Capua
Il nobile Nicola de Francco si accorda con la signora donna Clarizia de Franco, moglie del nobile Cerbo Palmiero, in ordine ai beni del q. Landolfo Palmiero in Capua e nelle sue pertinenze (XXXII, 115)
3129.
1326, giugno 16, ind. IX – Roberto re a. 18
Capua
Stefano de Giuliano, pubbl. not. di Capua
Stefano de Angelo, giudice di Capua
Il nobile Stefano de Franco cede ai nobili Benedetto de Palmiero, aridiac. di Capua, e a Cerbo Palmiero, fratelli, di Capua, due pezzi di terra fuori la città di Capua, nelle pertinenze di villa San Benedetto, dei quali uno nel luogo detto «il Padule» e l’altro nelle pertinenze di San Tammaro; e in cambio riceve dai medesimi un giardino con terra, in Capua, presso il suo orto nel luogo (in bianco) (XXXII, 76)
3130.
1326, giugno 23, ind. IX – Roberto re a. 18
Capua
Stefano de Giuliano, pubbl. not. di Capua
Giacomo de Patricio, giudice della città di Capua
I nobili Guglielmo Pandone e don Giacomo de Peregrino vendono al nobile Cerbo de Palmiero due pezzi di terra nelle pertinenze della villa di San Tammaro, nel luogo detto Selvetelle, per 4 once (XXXII, 40)
3131.
1326, agosto 27, ind. IX – Giovanni Pp. XXII a. 11, Roberto re a. 18
Montevergine
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M. V., concede a Tommaso Granita, di Salerno, procuratore di Riccardo Manocoperta, f. di Carletto, di Salerno, per cinque anni completi da rinnovarsi per altri cinque anni, una bottega fuori Salerno in San Lorenzo della Strada, dove si teneva la fiera, per il canone annuo di 10 tarì in moneta siciliana, da corripondersi a settembre, al tempo della fiera, anche se questa non avesse luogo (CV, 53)
3132.
1326, agosto 27, ind. IX – Giovanni Pp XXII a. 11, Roberto re a. 18
Montevergine
Luca Grimi di Limatolaa, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., concede per cinque anni a Tommaso Granita, procuratore del maestro Nicola de Castiglione, abitante in Salerno, in San Lorenzo della Strada, dove si teneva la fiera a settembre, per il canone annuo di 10 tarì di Sicilia, e col patto che se in questo periodo di cinque anni il maestro Nicola costruirà accanto alla bottega locata un’altra bottega in fabbrica e ben condizionata («bonis muris necessariis clausam, plincis et imbricis et aliis necessariis cohopertam»), il fitto sarà prorogato per un altro quinquennio. Dopo questi dieci anni, se l’ ab. di M. V. non vorrà rinnovare il fitto, avrà tutte e due le botteghe, ma dovrà ricompesare il fittuario della spesa sostenuta per la costruzione della seconda bottega (CV, 54)
Bibl.: Carucci, Codice Diplomatico Salernitano, p. 100-101
3133.
1326, settembre 10, ind. IX – Giovanni Pp. XXII a. 11, Roberto re a. 18
Montevergine
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Nicola de Ariczo, f. del q. Sereno, di Taurasi, dona al monastero di M V., per mano di Romano, ab. di M.V., un pezzo di terra in Taurasi, nel luogo detto San Marco (Cand. VIII, 6)
3134.
1326, settembre 11, ind. X – Roberto re a. 18
Eboli («apud Ebolum»)
Giovanni Potifredo, pubbl. not. di Eboli
Potifredo de Lucasio, giudice di Eboli
Fra Tommaso da Mercogliano, monaco di M.V. e priore della Casa di Eboli, come procuratore di Romano, «permissione divina» ab. di M.V., concede per 29 anni al nobile Riccardo de Senerchia («Senercula») i seguenti beni: i proventi di due chiese nelle pertinenze di Senerchia, delle quali una sotto il titolo di S. Gennaro, e l’altra sotto quello di S. Benedetto; un casalino nella terra di Castelluccio; un orto poco distante dalle mura di Eboli: il tutto per 7 tarì e 10 grana di censo annuo, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e con l’obbligo che il suddetto enfiteuta debbe spendere 2 once intorno a una casa esistente vicino alla chiesa del monastero di Eboli, nel termine di cinque anni (XLII, 27)
3135.
1326, settembre 12, ind. X – Giovanni Pp. XXII a. 11, Roberto re a. 18
Urrita
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Andrea Lettiero, f. del q. maestro Lettiero, di Eboli, abitante in Mercogliano, col consenso di Romano,«dei gratia» ab. di M. V., vende a Giacomo e Nicola, fratelli, figli del q. Dionisio de Bonafede, una terra con vigna, olivi e altri alberi fruttiferi nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Cervaro, – redditizzia al monastero in 10 grana all’anno nella festa di S. Maria a settembre -, per il prezzo di un’oncia e 20 tarì di Sicilia (LXIV, 3)
3136.
1326, settembre 19, ind. X – Roberto re a. 18
Napoli
Nicola de Giardino, pubbl. not. di Napoli
Giacomo de Librando, detto de Avellino, giudice di Napoli
Andrea Incinillo, di Napoli, f. del q. Giovanni, e donna Giovanna de Bulino, sua moglie, vendono a maestro Giovanni Pirillo, di Napoli, una casa con cellaro, ecc., in Napoli, nella piazza di S. Maria Maggiore, per il prezzo di 20 once d’oro (XC, 290)
3137.
1326, ottobre 9, ind. X – Roberto re a. 18
Nola
Federico de Syco, pubbl. not. di Nola
Rugio Quatraccio, giudice di Nola e di Cicala
Felice de Gerardo, del casale di Vignola, in territorio di Nola, e sua moglie Costanza vendono a Giovanni de Tommaso, dello stesso casale di Vignola, un territorio nelle pertinenze di Vignola, nel luogo detto «la Valle», per un’oncia d’oro (CXXV, 208)
3138.
1326, ottobre 21, ind. X – Roberto re a. 18
Visciano
Gerardo Gallico, abitante in Visciano, pubbl. not.
Corrado Manganello, giudice del casale di Visciano
Pietro Parisio e Giacomo, f. del q. Locarysio Gaylardo, vendono a Sergio Ferraro un territorio nelle pertinenze di Visciano, nel luogo detto Pergole («ad Pergulas»), – che essi tenevano a censo «pro indiviso» dal monastero di M.V. e dalla nobile donna Isabella Infante, figlia di Filippo, per la metà dei frutti superiori e la decima degli inferiori -, per il prezzo di 16 tarì d’oro (XXVII, 22)
3139.
1326, novembre 6, ind. X – Giovanni Pp. XXII a. 11, Roberto re a. 18
Napoli
Francesco de Laureto, di Napoli, pubbl. not. apostolico
Pietro de Maggio («de Madio»), detto Caldararo, giudice di Napoli
Il signor Bartolomeo de Capua, logoteta e protonot. del Regno, asserisce che il q. Bartolomeo de Busca, suo nipote, al tempo del matrimonio fra lui e la nobildonna Giacoma, figlia del nobile don Filippo di Villa Cublay, assegnò alla stessa donna Giacoma la quarta su tutti i suoi beni burgensatici in considerazione del matrimonio. Donna Giacoma, essendo morto suo marito, domanda la quarta che le spetta sui beni di lui, in particolare per certe terre e case nelle pertinenze della città di Capua, nel luogo detto «Insula Petri Milocte», che suo marito tenne in vita per concessione fatta dallo stesso logoteta. Ora costui ordina che le si assegni quella quarta parte, mentre le altre tre parti di quei beni donna Giacoma le teneva dal maestro Bartolomeo, professore di medicina. Il logoteta, considerando i servizi resigli dallo stesso maestro Bartolomeo di Bisento, particolarmente «circa curam persone sue», promette a costui e ai suoi eredi che se quella quarta parte perverrà di nuovo in suo dominio, egli la dona a lui e ai suoi successori in perpetuo per il censo annuo di un tarì e 17 grana e mezzo, da corrispondersi nella festa di S. Stefano. Della quale parte sin d’ora il logoteta ne investe il maestro Bartolomeo «ex nunc prout ex tunc per suum anulum». Le terre e case, la cui quarta parte il logoteta ha promesso al maestro Bartolomeo, sono: una terra in cui vi sono case «palaciate» e piane, corte, forno e una chiesa detta di S. Silvestro; un pezzo di terra ivi presso, nel luogo detto La Guardia, in cui vi è una paludicella ed è in parte arbustata; una terra nelle stesse pertinenze, nel luogo detto «lu pratillone» (XXXII, 90)
3140.
1326, novembre 18, ind. X – Roberto re a. 18
Napoli
Giovanni Grillo, professore di diritto civile
Il re Roberto ordina l’incorporazione di alcuni beni nel feudo che possedeva in Nocera Riccardo de Brussone, marito della signora Clemenza Monti («de Montibus»), beni che erano stati usurpati da diverse persone (X, 17)
3141.
1326 («1327»), dicembre 30, ind. X – Roberto re a. 18
Capua
Giacomo de Adenulfo, pubbl. not. di Capua
Giovanni de Sanctis, giudice di Capua
L’ab. Cristoforo Gallincapo, di Capua, vende al signor Cerbo de Palmiero dodici pezzi di terra nella villa di Giano, nelle pertinenze di Capua. Essi si trovano: il 1° nel luogo detto «ad aquam latam»; il 2° nel luogo detto «ad pontisium»; il 3° ivi; il 4°-8° ivi; il 9° e il 10° nel luogo detto «a la venula»; l’11° nel luogo detto «ad quercum de Merchis»; il 12° nelle stesse pertinenze. Inoltre gli vende i seguenti «ligios vassallos» che egli aveva nella villa di Giano, con tutti i diritti che aveva su di loro e i redditi che aveva nella città di Capua e nelle sue pertinenze, dovutigli da molti uomini per certe terre e possessioni (segue l’elenco dettegliato). Il tutto per 30 once d’oro, di cui ne aveva già ricevuto 20 (XXXII, 42)
3142.
1327, gennaio 3, ind. X – Roberto re a. 18
Mercogliano
Angelo di Raone, pubbl. not. di Mercogliano
Riccardo Racco, giudice di Mercogliano
Matteo Marrone, f. del q. Pietro de Benincasa, di Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., cede a Gulizia, sua sorella, moglie di Nicola de la Rosa, una terra con vigna «et torculari», in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Turelli, – vigna redditizzia al monastero di M.V. in 8 grana e un terzo all’anno nella festa di S. Maria a settembre -; e in cambio riceve la terza parte di una terra con castagneto, pure in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Fossato, e in più 4 once d’oro, mentre il monastero per l’assenso riceve 7 tarì e mezzo (LXIV, 4)
3143.
1327, gennaio (giorno, in bianco), ind. X – Roberto re a. 18
Ponte di Mugnano
Gerardo Gallico, abitante in Baiano, pubbl. not.
Maestro Riccardo, giudice di Litto e di Ponte di Mugnano
Fra Romano, ab. di M. V. (che si sottoscrive), col consenso della Comunità di M.V., riceve da Capuano di Giovanni de Tyrrenia, detto «de dominico», di Baiano, la restituzione e rinunzia di una terra nelle pertinenze di Baiano, nel luogo detto Grumulo, e per questa rinunzia gli dà 18 tarì. Inoltre Romano, ugualmente col consenso della Comunità di M. V. dà a Bartolomeo de Salardo, di Baiano, a titolo di permuta, per mano di fra Antonio, una certa quantità di quella stessa terra, «francam scilicet et liberam ab omni honere»; e riceve da Bartolomeo una sua terra ed alcuni tarì (XXIII, 54)
3144.
1327, gennaio (giorno, in bianco), ind. X – Roberto re a. 18
Ponte di Mugnano («apud pontem Mugnanum»)
Gerardo Gallico, abitante in Baiano, pubbl. not.
Maestro Riccardo, giudice di Litto e di Ponte di Mugnano
Romano, «pemissione divina» ab. di M. V., concede a Giovanni de Rosata, di Baiano, una terra nelle pertinenze di Baiano, nel luogo detto Grumulo, per la metà dei frutti superiori e nulla dei frutti inferiori (XXIII, 64)
3145.
1327, febbraio 20, ind. X – Roberto re a. 18
Enrico Scalagio, di Nocera, pubbl. not.
Nicola Ferraro, giudice di Nocera
Vertendo lite tra il monastero di M.V., rappresentato da Filippo da Lauro, monaco e vestarario di M.V. e legittimo procuratore di Romano, ab. di M.V., e i nobili don Guglielmo, «milite», Francesco e Galgano Pagano, fratelli, figli del q. Tommaso Pagano, di Nocera, perchè da parte di M.V. si sosteneva che il nobile Roberto Pagano, f. di Giacomo Pagano, di Nocera, insieme con sua moglie donna Agnese, avevano venduto al monastero di M.V. un pezzo di terra nelle pertinenze di Nocera, per un certo prezzo convenuto fra di loro, mentre, al contrario, quei tre fratelli sostenevano che Roberto Pagano con sua moglie avevano venduto quella terra al q. ab. Simone, altro loro fratello per 12 once d’oro, ed essendo questi morto senza figli, erano essi gli eredi di quei beni. Ora le due parti cotendenti si accordano nel senso che Roberto Pagano e sua moglie restituiscano ai tre fratelli le 12 once d’oro, ricevute come prezzo delle «trium versurarum de terra», ed essi rinunziano ad ogni diritto su quella terra a favore del monastero di M.V. (XCII, 69)
3146.
1327 («1326»), marzo 5, ind. X – Roberto re a. 18
Nocera («apud Nuceriam»)
Giovanni Scalagio, pubbl. not. di Nocera
Nicola Ferraro, giudice di Nocera
Il nobile Roberto Pagano, f. del q. Giacomo, di Nocera, e donna Agnese, sua moglie, avendo venduto al monastero di M.V. un territorio arbustato nelle pertinenze di Nocera, nel luogo detto Toro, siccome in detto territorio vi era incluso i pezzetto di terra redditizzio al monastero di S. Prisco di Nocera in 7 tarì annui, per esimere il monastero di M.V. da quest’onere, ipotecano tale rendita su un altro loro territorio nel luogo detto San Lorenzo, ottenendo questo favore da fra Salerno, ab. di S. Prisco, e dalla sua Comunità (XCII, 68)
3147.
1327, marzo 30, ind. X – Roberto re a. 18 («19»)
Capua
Stefano de Giuliano, pubbl. not. di Capua
Giovanni Longo, regio baiulo della città di Capua
Giovanni de Santis, giudice di Capua
Giacomo di maestro Pietro Omodeo, di Cainazzo («Caiaccia»), tutore di Costantino e di Altruda, figli del q. Tommaso de Aloaria, per estinguere alcuni debiti ereditari, vende al signor Cerbo de Palmiero un pezzo di terra fuori la città di Capua, nella pertinenze della villa di San Tammaro, nella palude detta Palo, per 2 once
(XXXII, 41)
3148.
1327, marzo, ind. X – Roberto re a. 18
Mercogliano
Angelo di Raone, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Maria, figlia del q. Amato de Sulibona, dona con donazione «inter vivos» a Riccardo di Catapana, di Montoro, abitante in Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M. V., una casa con casalino nel castello di Mercogliano, redditizzi al monastero di M. V. in 5 grana all’anno nella festa di S. Maria a settembre (LXIV, 5)
3149.
1327, aprile 2, ind. X – Giovanni Pp. XXII a. 11, Robeto re a. 18
Urrita
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., concede a Martino di Guglielmo, di San Marzano, abitante nel Casale di M.V., una vigna nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Cervaro, per un tarì all’anno nella festa di S. Maria a settembre (LXI, 26)
3150.
(1327), aprile 7, ind. X – (Roberto) re a. (18)
Mercogliano, nella masseria di Urrita
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede al not. Angelo de Raone, di Mercogliano, una terra con orto per un certo censo annuo, come si contiene «in cautelis Monasterii», da corrispondersi al monastero nella festa di S. Maria a settembre, 6 tarì per questa concessione, e 18 tarì a Maria, ved. di Leone Ibano, che «pro necessitate» ha rinunziato a quella terra che essa teneva dal monastero (LXI, 12)
3151.
1327, aprile 8, ind. X – Roberto re a. 18
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Nicola del Notaio («cognomine de notario»), di Mercogliano, due castagneti nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Pretole («de Pretulis»), per certe grana d’oro di censo annuo, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (LXI, 27)
3152.
1327, aprile 8, ind. X – Giovanni Pp. XXII a. 11, Roberto re a. 18
Urrita
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., cede a Giacomo e a Nicola, fratelli, figli del q. Dionisio de Bonafede, i seguenti beni stabiliti in Mercogliano e devoluti al monastero per la morte del presb. Silvestro de Avellana, di Mercogliano, – e cioè: una casa vicino alla Porta Maczocca, un orto nel luogo detto Toppitella, un castagneto nel luogo detto Villa Piana -, per 2 tarì e 10 grana di censo annuo da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre; e riceve dai medesimi, a nome del monastero di M. V., una vigna nel luogo detto Raccanella (LVIII, 62)
3153.
1327, aprile 9, ind. X – Roberto re a. 18
Avella
Floro del giudice Giacomo, pubbl. not. di Avella
Nicola di Notarruggiero, giudice di Avella
Bartolomeo de Biagio(«de Blasio»), del casale di Camigliano («Camiliani»), nelle pertinenze di Avella, vende a Ugolillo Affattato, di Quadrelle, i diritti che aveva sopra una terra nelle pertinenze di Avella e del casale di Camigliano, terra che egli aveva già dato a censo allo stesso Ugolillo; inoltre gli vende i diritti che aveva sopra un’altra terra nel medesimo casale, nel luogo detto Casamarciano, che egli aveva dato a censo a Giovanni de Bernardo e fratelli, di Quadrelle: il tutto per 3 once e 20 tarì (XLI, 29)
3154.
1327, aprile 18, ind. X – Roberto re a. 18
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Bartolomeo de Buonomo, f. del q. Buonomo, di Mercogliano, vende a Giacomo de Curtisia, f. del q. Giovanni, pure di Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., una terra con castaagneto nel luogo detto Fossato, redditizzia al monastero di M. V., in due opere a braccio all’anno, che ora vengono commutate in un censo di 10 grana d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di 22 tarì d’oro e 10 grana, e altri 10 tarì d’oro al monastero per l’assenso (LXIV, 7)
3155.
1327, aprile 18, ind. X – Roberto re a. 18
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Nicola de Buonomo, f. del q. Buonomo, di Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vende a Paolo de Bonafede, pure di Mercogliano, una terra con castagneto nel luogo detto Pretule, redditizzia al monastero di M.V. in 2 opere a braccio all’anno, e una terra «vacua» nel luogo detto Fabrica, redditizzia anche questa al monastero nella ventesima parte dei seminati, redditi che ora vengono commutati in 15 grana annue, e cioè 10 per il castagneto e 5 per la terra «vacua». Il tutto viene venduto per il prezo di un’oncia d’oro, salvo il suddetto censo anuo al monastero, e 3 tarì allo stesso monastero per l’assenso (LXIV, 6)
3156.
1327, maggio 7, ind. X – Roberto re a. 19
Mugnano
Giacomo de Guerriero, pubbl. not. di Litto e di Ponte di Mugnano
Vitale de Trogisio, di Mugnano, giudice di Litto e di Ponte di Mugnano
Nicola de Verderosa, di Mugnano, vende a fra Romano, «dei gratia» ab. di M.V., agente al nome del monastero di M.V., una casa con orto contiguo nelle pertinenze di Mugnano, nel luogo detto «Curti Palumbi», confinante, fra l’altro, con la starza del demanio dello stesso monastero, per il prezzo di 3 once e 9 tarì (LXXIII, 90)
3157.
1327, maggio 31, ind. X – Giovanni Pp. XXII a. 11, Roberto re a. 19
Montevergine
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M. V., concede per 29 anni, «ad renovandum», a Pietro di Berzario, di Apice, una casa con casalino in Apice, nella parrocchia di S. Pietro, per il canone annuo di 2 tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (XIV, 25)
3158.
1327, giugno 11, ind. X – Roberto re a. 19
Sarno
Perruccio Buonmatto, di Sarno, pubbl. not.
Giovanni Ungaro, baiulo di Sarno, e Marino de Furno, giudice
Nicoluccio Frecentese, f. del giudice Lando Frecentese, a nome suo e dei sui fratelli pupilli, per pagare i debiti lasciati da suo padre e per poter effettuare la restituzione delle doti dovute a sua madre, vende al maestro Costanzo un mulino nella Foce di Sarno, per il prezzo di 8 once (CIX, 25)
3159.
1327, giugno 29, ind. X – Roberto re a. 19
Avellino
Filippo Forte, pubbl. not. di Avellino
Pietro de Montefredane, giudice di Avellino
Donna Costanza, ved. Nicola Montefredane, della città di Avellino, vende a giudice Nicola, f. delq. giudice Pietro, un pezzo di terra con un nocellato nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Ponticello, per 10 once d’oro (XXI, 45)
3160.
1327, giugno 30, ind. X (in: 1327, luglio 20, ind. X)
Napoli
Il re Roberto dà ordine al giustiziere di Principato Ultra di ingiungere, sotto minaccia di gravi pene, agli uomini della città di Avellino e degli altri luoghi circonvicini, di astenersi dal molestare con gravami, estorsioni, ecc., il monastero di M.V., le sue persone, i suoi beni, dovunque si trovassero (in IX, 48)
3161.
1327, luglio 15, ind. X («XI») – Roberto re a. 19
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia » ab. di M.V., cede al giudice Giovanni de Barone, f. del q. Gualtiero, medico, di Mercogliano, un nocellato nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Ponticello, che il monastero aveva comprato da Ruggiero de Ursileo, di Avellino; e in cambio riceve una vigna con olivi nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Cerreta (LVIII, 63)
3162.
1327, luglio 17, ind. X – Giovanni Pp XXII a. 11
Napoli, Castelnuovo
Francesco de Laureto, pubbl. not. apostolico
Giacomo, arciprete di Mercogliano, sindaco e procuratore sia di Merogliano che del Casale di M.V., presenta a Natimbene, vasc. di Avellino, dimorante in Castelnuovo, in Napoli, appello e protesta contro di lui, perchè perturbava il pacifico possesso della giurisdizione spirituale esercitata su quelle terre del monastero di M.V.
(I, 98)
3163.
1327, luglio 17, ind. X – Giovanni Pp. XXII a. 11
Napoli, Castelnuovo
Francesco de Laureto, di Napoli, pubbl. not. apostolico
Protesta e appello contro il vesc. di Avellino Natimbene, elevata a nome del Clero, soggetto a M.V. (I, 99)
3164.
1327, luglio 20, ind. X – Roberto re a. 19
Atripalda
Nicola del giudice Benedetto, pubbl. not. di Atripalda
Ruggiero di Notar Guglielmo, giudice di Atripalda
Si riporta un ordine di re Roberto, dato da Napoli il 30 giugno 1327 (riferito, Reg. 3160) (IX, 48)
**Copia eseguita da G. Manocalzati (sec. XVII) (IX, 50-52)
3165.
1327, agosto 1°, ind. X – Roberto re a. 19
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M. V., a nome suo e della Comunità di M.V., costituisce procuratori i padri Federico Alamagno, di San Giovanni del Plesco di Cicala, e Cristofaro Guadagna («Guadania»), di Marigliano, per i beni di M. V. in Marigliano e Acerra (LIII, 53)
3166.
1327, agosto 9, ind. X – Roberto re a. 19
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Tommaso de Planceda, f. del q. Giovanni, di Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., dona con donazione «inter vivos» a Giovanni de Coronato, f. di Tommaso, di Mercogliano, suo nipote, un nocelleto in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Fornara, redditizzio al monastero in 11 grana d’oro all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (LXIV, 8)
3167.
1327, settembre 8, ind. XI – Giovanni Pp XXII a. 12, Roberto re a. 19
Montevergine
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Romano, ab. di M.V., riceve dal nobile Reformato di don Ruggiero, f. del q. Ugolino, di Altavilla, un territorio con olivi nelle pertinenze di Altavilla, nel luogo di Monticello; e in cambio gli cede una casa «palaciata» nella suddetta terra, nella parrocchia di S. Egidio (XII, 333)
3168.
1327, settembre 8, ind. XI – Giovanni Pp. XXII a. 12, Roberto re a. 19
Montevergine
Luca Grimi di Limatola, pubbl. not. apostolico e imperiale
Riccardo detto Caccullo, d’Altavilla, cede a Romano, ab. di M.V., una terra nelle pertinenze di Altavilla, nel luogo detto Gualdo; e in cambio riceve un altro territorio nel luogo detto Tinelli, pure nelle pertinenze di Altavilla (XII, 258)
3169.
1327, novembre 3, ind. XI – Roberto re a. 19
Mercogliano
Angelo di Raone, pubbl. not. di Mercogliano
Alessandro, giudice di Mercogliano
Don Giacomo, arciprete di Mercogliano, insieme col clero della chiesa di S. Pietro apostolo in Mercogliano, per pagare 4 once, e più, ai creditori della stessa chiesa, per le spese fatte da loro per il campanile e per la riparazione della chiesa, concede a Pietro, Franceso e Tommaso de Jannello, di Mercogliano, due nocellati di questa chiesa nel luogo detto Macera, per il canone annuo complessivo di 20 grana, e 4 once e 12 tarì per questa concessione (LXII, 50)
3170.
1327, novembre 15, ind. XI – Roberto re a. 19
Mercogliano
Angelo di Raone, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Matteo f. del giudice Pietro de Jannello, e sua moglie Giacoma, di Mercogliano, vendono al nobile Riccardo de Sassa, di Gesualdo, procuratore del visconte signor Bertrando de Lautrico, un pezzo di terra con vigna e olivi in Mercogliano, nel luogo detto «la racanella», per 24 once d’oro (LXX, 23)
3171.
1327, novembre 16, ind. XI – Roberto re a. 19
Napoli
Dietro preghiera dell’ab. e della Comunità di M.V., il re Roberto dà ordine al Reggente della Vicaria, che non si molestassero gli uomini dell’Ospedale di M.V., vassalli di M.V., né quelli di Summonte, per alcuni insulti ed eccessi commessi tra loro, perché i vassalli di M.V. erano già stati puniti dal loro signore
(IX, 53)
3172.
1327, dicembre 3, ind. XI – Roberto re a. 19
Nocera
Giacomo, pubbl. not.
Pietro de Pasca, giudice di Nocera
Il maestro Francesco Brencula, di Nocera, f. del q. not. Giovanni, vende a Riccardo de Sassa (anche «Sassia»), di Gesualdo, procuratore del signor Bertrando (e «Berterando»), una terra arbustata nel luogo detto Santa Maria della Carità, nelle pertinenze di Nocera, di 8 moggi e mezzo, per il prezzo di 37 once, 3 tarì e 10 grana (XCIII, 15)
3173.
1328, gennaio 7, ind. XI – Roberto re a. 19 («18»)
Maddaloni
Filippo, pubbl. not. di Maddaloni
Giovanni, giudice di Maddaloni
Siguiligayta, ved. di Riccardo Simone de Gentile, di Maddaloni, vivente «iure longobardo», vende a Gualtiero Marzano una terra nelle pertinenze di Maddaloni, nel luogo detto Strada («a la strata»), redditizzia al monastero di S. Maria Reale in un canone annuo di mezza libbra di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, per il prezzo di un’oncia e 17 tarì, e con l’onere suddetto (LI, 60)
3174.
1328, gennaio 8, ind. XI – Roberto re a. 19 («20»)
Cervinara
Marciano Sasso, pubbl. not. di Cervinara
Giovanni Cafaro, giudice annuale di Cervinara (che però non si sottoscrive)
In occasione del matrimonio di Francesco de Megnato con Maria de Biagio («Blasio»), lo sposo assegna alla sposa la quarta parte dei suoi beni e riceve come doti una selva nel luogo detto Piano della Selva, e una terra nel luogo detto «Corte di Gilio» (XXXVIII, 98)
3175.
1328, febbraio 5, ind. XI – Roberto re a. 19
Visciano
Gerardo Gallico, abitante in Visciano, pubbl. not.
Giovanni Veterone, giudice di Visciano
Giovanni Francesco, di Visciano, vende a Nicola Franco, suo zio, una terra nelle pertinenze di Visciano, nel luogo detto «a li leporisi», terra che era redditizzia alla Corte del monastero di M.V. e alla corte della signora Isabella Infante, nella metà dei frutti superiori e nella decima degli inferiori, per il prezzo di 6 tarì e 10 grana (XXVII, 23)
3176.
1328, febbraio 5, ind. XI – Roberto re a. 19
Visciano («Bissane»)
Gerardo Gallico, abitante in Visciano, pubbl. not.
Giovanni Veterone, giudice del casale di Visciano
Romano, «permissione divina» ab. di M.V., compra una terra nel casale di Visciano, nel luogodetto Orto, da Giacomo e Giovanni de Costanzo, e da Domenica, loro sorella, moglie di Pasquale de Urrita, – terra che era già redditizzia al monastero di M.V. in 3 tarì e 10 grana all’anno -, per 3 once d’oro; nello stesso tempo i venditori si obbligano a corrispondere un altro censo di 10 grana annue al monastero per una terra nello stesso casale, nel luogo detto Paterno (XXVII, 3)
3177.
1328, aprile 21, ind. XI – Roberto re a. 19
Urrita («apud locum Urrite qui est prope Castrum Mercuriani»)
Angelo Raone, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Francesca, di Summonte, abitante nel Casale di M.V. e moglie di Nicola de Rugulletta, dello stesso casale, una terra con castagneto, – che era stata lasciata al monastero da Ruggiero de Acernis nel suo testamento -, nelle pertinenze dello stesso casale, nel luogo detto Baccanico, per la metà dei frutti superiori e la decima di seminati, e un’oncia d’oro per questa concessione (CXVII, 39)
3178.
1328, aprile 21, ind. XI – Roberto re a. 19
Atripalda
Nicola del giudice Benedetto, giudice di Atripalda
Paolo, f. del q. Giacomo de Cassano, abitante in Atripalda, vende a Giovanni Nigro, de «Urbe», pure abitante in Atripalda, un territorio con castagneto nelle pertinenze di Atripalda, nel luogo detto Sotto Tavernola, («sotta Tabernula»), per il prezzo di un’oncia e 15 tarì d’oro (XVI, 75)
3179.
1328, maggio 10, ind. XI – Giovanni Pp. XXII a. 12
Napoli
Giovanni Vulcano, pubbl. not. apostolico e regio di Napoli
Si riporta il compromesso stipulato tra Natimbene, vesc. di Avellino col suo Capitolo da una parte, e Romano, ab. di M.V., dall’altra condotto a termine per opera di Giacomo de Settepani, canonico della Cattedrale di Napoli, e Guglielmo di San Germano. Si riportano inoltre tutti gli atti emessi e le scritture presentate dall’una e dall’altra parte nella causa dell’esenzione dell’abate di M.V. dalla giurisdizione del vesc. di Avellino e dal pagamento al medesimo della libbra i cera annua. Finalmente s’inserisce l’arbitrato emesso dai suddetti arbitri, favorevole al monastero di M. V., che in forza di antichi privilegi è dichiarato esente dalla giurisdizione vescovile e dal pagamento del canone (I, 100)
Bibl.: Mastrullo, Monte Vergine Sagro, p. 176-184
3180.
1328, giugno 17, ind. IX – Roberto re a. 20
Ospedale di M. V.
Angelo Raone, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni de Acerno, giudice del Casale di M.V.
Romano, «dei gratia», ab. di M. V., conCede ad Amorello, f. del q. Riccardo de Abamonte, del Casale di M. V., una terra con vigna, campo e castagneto, nelle pertinenze del Casale di M.V., nel luogo detto Toro, per il canone annuo di un tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e un’oncia d’oro e 15 tarì per questa concessione (CXVII, 40)
3181.
1328, giugno 28, ind. XI – Roberto re a. 20
Mercogliano
Pietro, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni de Gualtiero, giudice di Mercogliano
Molti cittadini di Mercogliano eleggono loro procuratore Matteo Bove di Monteforte (LXII, 80)
3182.
1328, luglio 6, ind. XI – Roberto re a. 20
Maddaloni
Nicola Scarano, pubbl. not. di Maddaloni
Romano, «miseratione divina» ab. di M.V., concede a Giovanni e a Pietro, figli ed eredi del q. Riccardo de Caczano, un orticello, per il censo annuo di un tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e 6 tarì per questa concessione (LI, 36)
3183.
1328, agosto 4, ind. XI – Roberto re a. 20
Casale di M.V.
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni de Acerno, giudice del Casale di M. V.
Romano, «dei gratia» ab. di M. V., rilascia a Giacomo Molinaro vassallo di M.V., f. del q. Giovanni Molinaro, e alla figlia Giordana, «que patiebatur defectum visus et impotenciam», 24 opere personali che essi dovevano per un pezzetto di terra con castagneto nel luogo detto Sorbo, ed è mosso a concedere questa grazia dal fatto che a causa di quest’onere Giordana non trovava marito, in cambio essi corrisponderanno un censo annuo di 3 tarì nella festa di S. Maria a settembre (CXV, 172)
3184.
1328, settembre 5, ind. XII – Roberto re a. 20
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Alessandro, giudice di Mercogliano
Giovanni Barberio, di Avellino, abitante in Mercogliano, e sua moglie Fronduta, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vendono a Giacomo de Dionisio, pure di Mercogliano, agente a nome suo e per parte di fra Giovanni da Frigento, oblato di M.V. e custode della Casa di M.V. in «Ponteminiano», e di Perna, moglie di costui, una casa con cellaro nel casale di Mercogliano, detta Santa Margherita o Urbiniano, – casa che era redditizia al monastero in 5 grana d’oro all’anno -, per il prezzo di un’oncia d’oro (LXIV, 10)
3185.
1328, settembre «…quinto» ind. XII – Roberto re a. (20)
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Alessandro, giudice di Mercogliano
Tommaso e Gimondina, sua moglie, di Mercogliano, col consenso di Romano «dei gratia» ab. di M.V., vendono a Giacomo de Dionisio, pure di Mercogliano, agente a nome suo e a nome di fra Giovanni da Frigento, oblato di M.V. e custode della chiesa di M.V. in «Ponteminiano», e di Perna, sua moglie, una casa con cellaro nel casale di Mercogliano, detto Santa Margherita, redditizzia al monastero di M.V. in 6 grana d’oro all’anno (LXIV, 9)
3186.
1328, settembre 13, ind. XII – Roberto re a. 20
Mercogliano
Angelo di Raone, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Matteo di Giovanni de Malazano e donna Tramontana, sua moglie, di Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vendono a Stefano, di Sant’Angelo dei Lombardi, abitante in Mercogliano, una terricciuola con orto nel luogo detto Capocasale, – redditizzia a M.V. in mezza libbra di cera all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre -, per 18 tarì, e 4 tarì per l’assenso (LXIV, 11)
3187.
1328, settembre 13, ind. XII – Roberto re a. 20
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni de Gualtiero, giudice di Merogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Nicola e a Giovanni, fratelli, figli del q. Modestino de Bastadia, di Mercogliano, due terre, delle quali una con vigna nel luogo detto Turelli, e l’altra con nocellato nel luogo detto Paduli, – donate al monastero di M.V. da fra Paolo de Bastadia, oblato di M. V. -, per il censo annuo di 2 libbra di cera all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 15 tarì per questa concessione (LXI, 28)
3188.
1328, settembre 29, ind. XII – Roberto re a. 20
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Alessandro, giudice di Mercogliano
Giovanni di Giacomo de Planceda, di Mercogliano, e sua moglie Fronduta, vendono a Giacomo de Dionisio, agente per parte di fra Giovanni da Frigento, oblato di M. V., un nocelleto nelle pertinenze di Mercogliano nel luogo detto Macera, – redditizzio al monastero in 5 grana annue -, per il prezzo di 28 tarì e 10 grana, salvo l’assenso di Romano «dei gratia» ab. di M. V. (LVII, 23).
3189.
1328, ottobre 12, ind. XII – Roberto re a. 20
Napoli
Francesco de Janatthasio, di Napoli, pubbl. not.
Nicola de Riccardo, giudice di Acerra
Avendo il nobile Tommaso Extantardo disposto nel suo testamento di provvedere alla restituzione di beni e terre da lui ingiustamente tolti, gli esecutori testamentari, «facta inde inquisitione», trovarono che i sottoscritti uomini o i loro predecessori furono spogliati da Tommaso dei beni qui sotto elencati, e perciò vengono reintegrati nel corporale possesso di quei beni, senza recare con ciò nessun pregiudizio, al successore di don Tommaso, nel casale «Pumiliani de Acerris», cioè al suo feudo. I nomi degli uomini e le terre da restituirsi sono: a Ruggiero Mussa e a Gerardo Mussa, fratelli, di «Pumiliano», un pezzo di terra in «in capite starcie» del territorio di «Pumiliano», che don Tommaso aveva loro tolto, dando in cambio altra terra, di cui però quei fratelli no erano contenti, e che perciò essi restituiscono all’egregio Filippo Extantardo, primogenito di don Tommaso; allo stesso Ruggiero Mussa, come esecutore testamentario del q. Pietro Campanaso, di Pumiliano, un pezzo di terra nelle pertinenze dello stesso casale di Pumiliano a San Felice; a Merlino de Polla e alla moglie Costanza, di Pumiliano, la terza parte di certe case, site nella piazza pubblica nel suddetto casale di Pumiliano; al monastero di M.V. una terra con arbusto in territorio di Pumiliano, nel luogo detto «lu piczone de lu caramannu»; a donna Nicolina Vassalla e ad Adelicia, sorelle, di Pumiliano, un pezzo di terra di 7 moggi, arbustato con viti greche, nelle pertinenze dello stesso casale, nel luogo (in bianco); a Goffredo Minzone, una terra consistente in 6 pezzettidi terriciuole nelle pertinenze di Pumiliano, nel luogo detto Placzubella; a Giovanni Cussinella, di Pumiliano, un pezzo di terra nelle pertinenze dello stesso casale, nel luogo detto «lu piczone»
(CII, 17)
3190.
1328, ottobre 15, ind. XII – Roberto re a. 20
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Alessandro, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Giovanni de Molina, f. del q. Pietro, di Mercogliano, due castagneti, dei quali uno nel luogo detto Marcellino, e l’altro nel luogo detto «Aqua de Fagis», devoluti al monastero per la morte di Giovanni Cardillo e di Romagna de Guisarbio, di Mercogliano, per l’anno censo di 12 grana d’oro, da corripondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 6 tarì per questa concessione (LXI, 29)
3191.
1328, ottobre 20, ind. XII – Roberto re a. 20
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Alessandro, giudice di Mercogliano
Nicola di Nicola di maestro Benedetto («Nicolaus cognomine Nicolai magistri Benedicti»), vende a fra Giovanni da Frigento e a Perna, sua moglie, oblati di M.V., un nocellato nel luogo detto Macera, per il prezzo di 2 once d’oro e 15 tarì (LVII, 22)
3192.
1328, ottobre 25, ind. XII – Roberto re a. 20
Ponte di Mugnano («apud Montem Mugnani»)
Giacomo de Guerriero, di Quadrelle, pubbl. not.
Alessandro de Palmiero, giudice di Litto e di Ponte di Mugnano.
Romano «misericordia divina» ab. di M.V., concede al maestro Gerardo Gallico, abitante in Baiano e a Pietro, suo figlio, un pezzo di terra, devoluto al monastero, nelle pertinenze di Baiano, nel luogo detto Grumulo o Maniano («ad Grumulum seu Manianum»), per un certo canone annuo, a Natale (XXIII, 65)
3193.
1328, novembre 9, ind. XII – Roberto re a. 20
Cervinara
Giacomo de Biagio, pubbl. not. di Cervinara
Giovanni Cafaro, di Cervinara, giudice ivi
Lario Moscato e sua moglie vendono al not. Marciano Sasso un pezzo di terra nelle pertinenze di Cervinara, nel luogo detto «a la canpara», per 28 tarì (XXXVIII, 34)
3194.
1328, novembre 18, ind. XII – Roberto re a. 20
Capua
Giovanni Palmentario, di Capua, pubbl. not.
Giovanni Quadrapane, giudice di Capua
Il nobile Cerbo de Palmiero concede in perpetuo al not. Stefano de Giuliano, di Capua, un pezzo di terra nella villa di San Giovanni a Paolisco, nel luogo detto Raico («ad Raycum»), per il censo annuo di un tarì amalfitano, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXXII, 92)
3195.
1328, novembre 24, ind. XII – Roberto re a. 20
Mercogliano
Angelo di Raone, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Nicola di Bartolomeo de Mendonio, di San Martino, abitante in Mercogliano, e sua moglie donna Aulisa, figla del q. maestro Lettiero, pure di Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vendono a Giacomo e a Nicola, fratelli, figli del q. Dionisio de Bonafede, di Mercogliano, un pezzo di terra con vigna nel luogo detto Cardito, – redditizzia al monastero di M. V. in 10 grana d’oro all’anno, nella festa di S. Maria a settembre -, per il prezzo di un’oncia d’oro e 27 tarì, più 7 tarì e mezzo al monastero di M. V. per l’assenso (LXIV, 12)
3196.
1328 («1329»), dicembre 28, ind. XII – Roberto re a. 20
Pozzuoli
Matteo de Zoffo, pubbl. not. apostolico e regio
Domenico de Dalia, giudice della città di Pozzuoli
Antonio Assanto, della città di Pozzuoli, vende a Costantino de Costantino, della stessa città, una casa in Pozzuoli, per 2 once d’oro (CIII, 7)
3197.
1329, gennaio 5, ind. XII – Roberto re a. 20
Avellino
Rainaldo di maestro Tommaso, pubbl. not. di Avellino
Andrea de Allibrando, giudice di Avellino
Matteo de Sica e Giacomo Piczella, su fratello, col consenso di Romano, ab. di M.V., vendono al giudice Nicola de Acerno, del Casale di M.V., una terra con castagneto nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto San Giovanni a Baccanico, – terra che tenevano a censo nel monastero per il canone annuo della matà delle castagne -, per il prezzo di 3 once d’oro e con l’onere del suddetto (XIX, 91)
3198.
1329, gennaio 5, ind. XII – Roberto re a. 20
Casale di M. V.
Angelo de Raone, pubbl. not. di Mercogliano e del Casale di M.V.
Giovanni de Acerno, giudice del Casale di M.V.
Giovanni de Sabia, f. del q. Roberto re Sabia, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., cede al giudice Nicola de Acerno, f. del q. giudice Ruggiero de Acerno, dello stesso casale, una terra con castagneto nelle pertinenze del casale di M. V., nel luogo detto Campomarino («campus de Marino»), redditizzio al monastero di M.V. in un tarì all’anno; e in cambio riceve un castagneto nelle pertinenze dello stesso casale, nel luogo detto Baccanico, mentre il monastero per il suo assenso riceve 6 tarì d’oro (CXIX, 17)
3199.
1329, gennaio 10, ind. XII – Roberto re a. 20
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Alessandro, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Tommaso, di Mercogliano, suo familiare, due castagneti congiunti, nel luogo detto Cerreto, per il censo annuo di 10 grana d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e un’oncia d’oro per questa concessione (LXI, 30)
3200.
1329, gennaio 13, ind. XII – Roberto re a. 20
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Alessandro, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede per 29 anni, a Nicola e ad Eustasio, fratelli, figli di Maria di Giovanni, di Castelpoto («de castro potono»), abitanti in Benevento, certe case con orto in Benevento, con obbligo di fabbricarvi, ecc., per il canone annuo di un’augustale d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (XXV, 13)
3201.
1329 («1328»), gennaio 15, ind. XII – Roberto re a. 20
Boiano
Tommaso di Notarpalmiero, pubbl. not. di Boiano
Andrea Guittone, giudice della città di Boiano
Fra Guglielmo da Padula, priore e rettore di S. Maria del Vivario di Boiano, immediatamente soggetta a M.V., per ordine dell’abate di M.V. (che non viene nominato), comunica a tutti coloro che ritengono possessioni locate a nome di S. Maria del Vivario sotto il titolo di S. Lupo o sotto qualunque altro titolo, che rinnovino le loro concessioni sotto il titolo di S. Maria di M. V. nello spazio di 6 mesi a contare dalla data odierna. Chi disprezzerà o trascurerà di rinnovare le locazioni in questo termine, cadrà dalla sua locazione (XXIX, 14)
3202.
1329, gennaio 19, ind. XII – Roberto re a. 20
Casale di M.V.
Angelo di Raone, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni de Acerno, giudice del Casale di M.V.
Angelo de Cervo, f. del q. Guglielmo de Cervo, del Casale di M.V., col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vende a Tommaso di Giovanni de Montella, del suddetto casale, una vigna nello stesso casale, nel luogo detto Piedicasale («in pede ipsisus casalis»), redditizzia al monastero in un tarì all’anno nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di 2 once d’oro e 6 tarì, e un’augustale d’oro al monastero per l’assenso (CXIX, 18)
3203.
1329, gennaio 22 (o 26 o 27), ind. XII – Roberto re a. 20
Visciano
Girardo Gallico, abitante nel casale di Visciano, pubbl. not.
Alessandro de Palmiero, giudice di Litto e di Ponte di Mugnano
Guglielmo de Ruggiero, avendo comprato una terra nelle pertinenze del casale di Visciano, nel luogo detto «a la curti de Sorbo», redditizzia al monastero di M. V. in 2 grana annue, a Natale, ne ottiene l’assenso da Romano, ab. di M.V., verso il quale si obbliga a corrispondere d’ora in poi come censo un tarì all’anno (XXVII, 24)
3204.
1329, febbraio 9, ind. XII – Roberto re a. 20 (in: 1329, marzo 2, ind. XII)
Napoli
Giovanni di Guglielmo, di Salerno, vice gerente del protonot. del Regno
Re Roberto ordina al capitano di Capua che il medico Bartolomeo de Bisento venga conservato al processo dei beni burgensatici, al lui donati dal signor Bartolomeo de Capua, beni che erano nel luogo detto Isola («Insula»), nel possesso dei quali beni veniva disturbato da Pietro Scutario, di Capua, e da altri (in XXXII, 91)
3205.
1329, febbraio 9, ind. XII -Roberto re a. 20
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Modestino di Roberto de Jacconia e sua moglie Maria, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vendono a Giovanni di Modestino de Goffrido, detto Pesce, un nocelleto in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Bairano («Bayrano»), redditizzio al monastero di M. V. in 7 grana d’oro all’anno nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di un’oncia d’oro e 12 tarì, e 6 al monastero per l’assenso (LXIV, 14)
3206.
1329, febbraio 9, ind. XII – Roberto re a. 20
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Nicola di don Roberto de Ugolotto, di Mercogliano, vende a Modestino di Roberto de Jacconia, pure di Mercogliano, e alla moglie Maria, due «socias» di terra con vigna, congiunte insieme, nel territorio di Mercogliano, nel luogo detto Turelli, previo consenso di Romano «dei gratia» ab. di M.V., essendo quella terra redditizzia al monastero di M.V. in 19 grana d’oro di censo annuo nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di 2 once e 20 tarì, e 8 tarì al monastero per l’assenso (LXIV, 13)
3207.
1329, febbraio 19, ind. XII – Roberto re a. 20
Apice
Giovanni di Notarfilippo, pubbl. not. di Apice
Giacomo Carbone, giudice di Apice
Donna Margherita, moglie di Rinaldo «de Casaerta», abitante in Apice, col consenso di suo marito, vende a Ruggiero Lucarello, di Calvano, un territorio nelle pertinenze di Apice, nel luogo detto Pindino di Calvano («Pindinu Calvani»), per il prezzo di un’oncia e 22 tarì e mezzo, e con l’onere di una libbra di cera all’anno, meno un terzo, al monastero di M.V., da corrispondersi nella festa della Purificazione di Maria (XIV, 34)
3208.
1329, marzo 2, ind. XII – Roberto re a. 20
Capua
Giovanni di Guglielmo, di Capua, pubbl. not.
Biagio de Peregrino, giudice di Capua
Dandosi esecuzione a una lettera di re Roberto, del 9 febbraio 1329, ind. XII. (riferita, Reg. 3204), il capitano di Capua assiste il medico Bartolomeo de Bisento nel possesso dei beni donati a costui dal q. «recolende memorie» Bartolomeo de Capua, milite, logoteta e protonot. del Regno, beni che erano in territorio di Capua, nel luogo detto Isola («Insula») (XXXII, 91)
3209.
1329, marzo 26, ind. XII – Roberto re a. 20
Mercogliano
Angelo di Raone, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Riccardullo di Alderisio, di Nocera, abitante in Mercogliano, e sua moglie donna Tommasa, figlia di Bernardo de Aurilia, di Mercogliano, vendono a Giacomo e a Nicola, fratelli, figli del q. Dionisio de Bonafede, pure di Mercogliano, un pezzo di terra con castagneto in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Toccoreta, redditizzio al monastero di M.V. in 2 grana e mezzo all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di 3 once d’oro, e un’oncia al monastero per l’assenso. Siccome però il castagneto era dotale alla suddetta Tommasa, suo marito in compenso le assegna come dote una vigna, pure in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Cerreta, sopra la quale vigna, col consenso di Romano «dei gratia», ab. di M.V., ipoteca la suddetta rendita annua (LXIV, 15)
3210.
1329, marzo 28, ind. XII – (Roberto) re a. (20)
Urrita
…
Alessandro, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Riccardo Catapano, di Montorio, abitante in Mercogliano, due castagneti in territorio di Mercogliano, dei quali uno nel luogo detto Valloni, e l’altro nel luogo…
(LXI, 31)
3211.
1329, aprile 8, ind. XII – Roberto re a. 20
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not.
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Modestino, f. di Giacoma, di Scafati, abitante in Mercogliano, una casa con orto e cellaro nel Gerone in Mercogliano, e un castagneto nel luogo detto Valle Corbula, per 3 grana di censo annuo nella festa di S. Maria a settembre (LXI, 32)
3212.
1329, aprile 20, ind. XII – Roberto re a. 20
Capua
Francesco de Olibano, pubbl. not. di Capua
Biagio de Peregrino, giudice di Capua
Bernardo Melicanzano, della villa di Vico Gaudio, vende al signor Cerbo de Palmiero una casa con corte, palmeto, pozzo, – in parte di sua proprietà ereditaria e in parte redditizzia ad Enrico de Actia, di Capua in mezzo cappone all’anno -, per il prezzo di 9 once d’oro e il suddetto onere (XXXII, 43)
3213.
1329, aprile 26, ind. XII – Roberto re a. 20
Capua
Stefano de Giuliano, pubbl. not. di Capua
Giovanni Quadrapane, giudice di Capua
Natale Apotecario, di Capua, vende a don Benedetto de Palmiero, arcidiac. di Capua, un pezzo di terra fuori Capua, nelle pertinenze della villa di Catorano, nel luogo detto Santo Stefano a Sessanta, per il prezzo di 4 once d’oro (XXXII, 44)
3214.
1329, maggio 9, ind. XII – Roberto re a. 21
Capua
Francesco de Olibano, pubbl. not. di Capua
Giovanni Quadrapane, giudice di Capua
Il Guardiano di S. Pietro di Capua, dei Padri Minori, fra Gualtiero da Caserta, vende al signor Cerbo de Palmiero i diritti che il convento aveva sopra gli stabili delle q. Maruccia, figlia della q. Beatrice, ved. del giudice Filippo de Orlando, – e cioè: una corte con casa, palmento, pozzo e un pezzo di terra contiguo, nella villa di San Giovanni a Paulisco («Paldiscos»); un pezzo di terra con olivi, nelle stesse pertinenze; un pezzo di terra nel luogo detto Raico; un altro pezzo di terra nello stesso luogo; una corticella ivi; un altro pezzo di terra nella villa di Bellona; e infine altri tre pezzi di terra nel luogo detto Ponte -: il tutto per 4 once d’oro (XXXII, 45)
3215.
1329, giungo 5, ind. XII – Roberto re a. 21
Mercogliano
Nicola de Patricia, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni de Gualtiero, giudice di Mercogliano
Nicola Giovanni e Bartolomeo de Bastadia, fratelli, figli del q. Modestino, di Mercogliano, e Bartolomeo, figlio del q. Tommaso de Bastadia, loro cugino, cede a Romano, «dei gratia» ab. di M.V., – assistito da don Pietro de Acerno, vicario, e don Ruggiero de Stulto, camerario -, una vigna con olivi nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Toppitella, offerta al monastero da Paolo di Andrea da Bastadia, loro cugino, e in più 12 tarì d’oro; e in cambio ricevono dal monastero il rilascio della ventesima parte del seminato e un braccio di cera all’anno, che essi dovevano corrispondere per un nocelleto nel luogo detto Sariano, col patto di dover d’ora innanzi corrispondere una libbra di cera all’anno nella festa di S. Maria a settembre. Inoltre Romano concede loro una terra con castagneto in Mercogliano, nel luogo detto Marcellino, per il canone della metà delle castagne e la decima dei seminati (LVIII, 64)
3216.
1329, giugno 6, ind. XII – Roberto re a. 21
Urrita, presso Mercogliano
Nicola de Patricia, del castello di Mercogliano, pubbl. not.
Giovanni de Acerno, del Casale di M.V., giudice
Pietro, f. del q. Tommaso Barbieri («Barberii»), di San Severo, abitante nel Casale di M. V., col consenso di Romano, ab. di M. V., vende a Nicola Sarra, di Avellino, un pezzo di terra con castagneto e terra «vacua», nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Capo pendino («caput pendini»), redditizzio al monastero di M. V. in 2 tarì e 10 grana all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e per tale assenso il monastero riceve 24 tarì (XIX, 92)
3217.
1329, giugno 19, ind. XII – Roberto re a. 21
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Nicola de Caracita, di Mercogliano, col consenso di Romano,«dei gratia» ab. di M.V., vende a Giacomo di Giovanni Marando, pure di Mercogliano, un casalino in Merogliano, in Capocastello («in capite ipsius terre»), – redditizzio al monastero di M.V., in 4 grana d’oro all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre -, per il prezzo di 3 tarì d’oro, e 3 tarì per l’assenso (LXIV, 16)
3218.
1329, giugno 21, ind. XII – Roberto re a. 21
Montefusco
Francesco del giudice Benevento, di Montefusco, pubbl. not.
Andrea de Populo, giudice di Montefusco
Fra Giovanni da Litto, monaco di M.V. e priore di S. Giovanni a Marcopio, in forza di lettere di procura di Romano «permissione divina» ab. di M.V., data da Urrita il 19 giugno precedente, prende possesso dei seguenti beni di Guglielmo de Unfrido, di Montefusco, che, fattosi oblato di M.V., li aveva donti al monastero e cioè: certe case con orto, in Montefusco, nella parrochia di S. Matteo; parecchie terre nelle pertinenze di Montefusco, nella contrada detta Parituli, nel luogo detto «lo Polonaro»; una vigna nella stessa contrada, nel luogo detto «li Placzari». In tutti questi possessi furono posti gli stemmi di M.V. («signo seu merco dicti monasterii») (XCVIII, 47)
3219.
1329, agosto 10, ind. XII – Roberto re a. 21
Cervinara
Giacomo de Biagio, pubbl. not. di Cervinara
Pietro Canpanario, giudice di Cervinara
Bartolomeo de Gregorio, di Cervinara, vende a Giovanni, f. del q. Nicola de Gregorio, un territorio nelle pertinenze di Cervinara, nel luogo detto Corte de Ausilia, per 12 tarì (XXXVIII, 35)
3220.
1329, agosto 15, ind. XII – Roberto re a. 21
Casale di M. V.
Angelo de Raone, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano e del Casale di M.V.
Giovanni de Acerno e donna Tommasa, sua moglie, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., venduto per 3 once e 12 tarì a Romanello Pasquale de Rabasia la metà d’una casa nel Casale di M.V., redditizzia tutta intera al monastero di M.V. in 10 grana all’anno, da corrispondersi a Natale, col patto di corrispondere le 5 grana per quella metà che ora viene venduta, mentre le altre 5 grana per l’altra metà continueranno a versarle i venditori, e per l’assenso richiesto il monastero riceve 7 tarì e mezzo
(CXIX, 19).
3221.
1329, agosto 19, ind. XII – Roberto re a. 21
Capua
Stefano de Giuliano, pubbl. not. di Capua
Giovanni Quadrapane, giudice di Capua
Cicco Franco, f. del q. ab. Matteo Franco, di Capua, vende al signor don Benedetto, de Palmiero, arcidiac. di Capua, una terra con presa e casa «palaciata» dentro la città di Capua, nella parrocchia di S. Nazzaro, per 13 once d’oro (XXXII, 46)
3222.
1329, agosto 20, ind. XII – Roberto re a. 21 («20»)
Cervinara
Giacomo de Roberto, di Cervinara, pubbl. not.
Giovanni Cafaro, giudice annuale di Cervinara
Simone di Giovanna de Goffrido, insieme con Goffrido, suo fratello, e Sibilia, sua sorella, vende al not. Marciano Sasso, di Cervinara, un territorio nelle pertinenze di Cervinara, nel luogo detto Balaburnu, per 25 tarì (XXXVIII, 36)
3223.
1329, agosto 25, ind. XII – Roberto re a. 21 (in: 1329, settembre 10, Ind. XIII)
Napoli
Pietro Pappasino, di Napoli, pubbl. not. di Napoli
Nicola Porzia, di Napoli, giudice di Napoli
Donna Isabella Siginulfa, di Napoli «milite», ved. del q. don Tommaso Extantardo, «milite», vivente «more francorum et iure romano» e Francesco Extantardo, esecutori testamentari del suddetto don Tommaso, presentato il relativo testamento, nel quale, fra l’altro, si prescriveva che si facesse costruire a M.V. una cappella sotto il titolo «Beate Virgins Marie», e per le spese della costruzione, arredamento, libri, calice e gli altri ornamenti necessari al servizio della stessa cappella venivano lasciati in legato 50 once, e altre 200 once per il sostentamento di due monaci presbiteri, dei quali almeno uno ogni giorno doveva celebrare la S. Messa per l’anima sua, stabilendo però che con le 200 once si sarebbero dovute comprare una o più possessioni, e coi relativi redditi si sarebbero dovuti sostentare i due religiosi. Ora, ad eseguire questo capo del testamento, i due esecutori testamentari nominano loro procuratori il giudice Adamo, il giudice Stefano di Aversa e il not. Francesco de Jennactasio, di Napoli (in XVIII, 43)
3224.
1329, settembre 8, ind. XIII – Roberto re a. 21
Urrita
Nicola de Patricia, di Mercogliano, pubbl. not.
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M. V., concede a Giacomo Racco f. del giudice Giacomo, di Mercogliano, un oliveto nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Pineo o Cupone («Pineus seu Cupone»), per una libbra di cera all’anno nella festa di S. Maria a settembre, e 7 tarì e 10 grana per questa concessione (LXI, 33)
3225.
1329, settembre 10, ind. XIII – Roberto re a. 21
Avellino
Matteo Lictera, pubbl. not. di Avellino
Il not. Francesco Jonatasio (scritto anche diversamente), della città di Napoli, presentato un atto di procura del 25 agosto 1329 (riferito, Reg. 3223), compra dal giudice Nicola del giudice Pietro, di Avellino «emancipatus et a patrie potestatis nexibus liberatus et exemptus», una terra con nocelleto, per il prezzo di 10 once d’oro, per provvedere – a tenore del testamento del q. magnifico don Tommaso Extantardo – delle opportune rendite i due religiosi monaci presbiteri di M. V., che debbono officiare la sua cappella in M.V. (cfr. Reg. 3223) (XVIII, 43)
3226.
1329, settembre 10, ind. XII – Roberto re a. 21
Avellino
Riccardo Francisio, pubbl. not. di Avellino
Guglielmo Pillicia, giudice di Avellino
Il nob. Francesco Jonatasio, della città di Napoli, come procuratore degli esecutori testamentari del magnifico don Tommaso Extantardo, compra da Simone de Marrachia, di Avellino, – per il prezzo di 50 once d’oro, computate in ragione di 60 carlini d’argento per ogni oncia -, un nocelleto nelle pertinenze della stessa città, nel luogo detto Selva dell’Abate o «Campus de Gustabele», e lo cede al monastero di M.V. in esecuzione del legato lasciato del suddetto don Tommaso, per il sostentamento dei due monaci che dovevano officiare la cappella di costui, costruita in M.V. (XVIII, 44)
3227.
1329, settembre 11, ind. XIII – Roberto re a. 21
Avellino
Matteo de Lictera, pubbl. not. di Avellino
Nicola de Marrachia, giudice di Avellino
Don Andrea Musetto e don Giacomo Cantalupo, col consenso di fra Natimbene, «dei et apostolice sedis gratia» vesc. di Avellino, in nome della chiesa maggiore di Avellino, cedono a Giacomo de Marino, di Mercogliano, un nocelleto nella contrada detta Cervaro, e ricevono in cambio un castagneto nello stesso luogo (XXI, 62)
3228.
1329, novembre 2, ind. XIII (in: 1329, novembre 28, ind. XIII)
Napoli
Roberto, re di Sicilia, ordina a don Giacomo de Aurisono, stratigoto di Salerno, che, dovendo ancora il monastero di M.V. riceve 30 delle 40 once che gli spettavano sul fondaco e la dogana di Salerno per l’anno della XII indizione (1328-1329) ora trascorso, e 40 once per l’anno della XIII indizione (1329-1330), faccia devolvere questa somma alla Regia Camera, perchè, per la decima triennale concessa dal Sommo Pontefice al Re, il monastero di M.V. si trovava debitore verso il Re in una somma maggiore (in IX, 57)
3229.
1329, novembre 17, ind. XIII – Roberto re a. 21
Capua
Giacomo de Adenulfo, pubbl. not. di Capua
Corrado Sturione, giudice di Capua
Il nobile Cerbo de Palmiero e Stefano, f. del q. Giovanni Francesco, maggiorenne («maior quatuordecim annis»), di Capua, asseriscono che «dudum» avevano fatta tra loro una divisione di beni, e in questa divisione il primo aveva ricevuto due pezzi di terra, di cui uno nel Prato di San Vittore, e l’altro nel luogo detto «a li pluppitelli», mentre il secondo aveva rievuto tre terre, di cui una nel luogo detto «ad viam asinariam», un’altra ivi, e la terza nel luogo detto Cesano,e in più un’oncia e 18 tarì (XXXII, 116)
3230.
(1329), novembre 21, ind. XIII – Roberto re a. 21 (in: 1329, dicembre 6, ind. XIII)
Napoli
Anastasia de Monteforte, «nolana et palatina comitissa», notifica al giudice Filippo Ferraro e al not. Federico de Syco (e «Syto»), di Nola, suoi devoti, che, essendosi recato da lei Giovanni de Tommaso, del casale di Vignola («Vineole»), suo vassallo, le aveva esposto che aveva fatto delle permute con Filippo de Urrita e i coniugi Felice de Gerardo e Costanza, rigurdanti beni sui quali costoro le dovevano un censo di un tarì all’anno, e perciò essa concedeva il necessario assenso (in CXXV, 213)
3231.
1329, novembre 21, ind. XIII – Roberto re a. 21
Capua
Giacomo de Adenulfo, pubbl. not. di Capua
Corrado Sturione, giudice di Capua
Lorenzo e Michele, di Aquaputida, fratelli, e Maria, moglie del suddetto Lorenzo, vendono per 16 once d’oro al signor Cerbo de Palmiero, di Capua, una terra con presa e casa «palaciata» dentro la città di Capua, nella parrocchia di Sant’Ambrogio salvo un censo annuo di 2 tarì di Amalfi, dovuto a questa chiesa, per un anniversario, ipotecato su una cameretta dell stessa casa (XXXII, 47)
3232.
1329, novembre 26, ind. XIII – Roberto re a. 21
Urrita
Nicola de Patricia, di Mercogliano, pubbl. not.
Alessandro, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Martino de Marco, di Palma, e ai suoi discendenti maschi, eccettoi chierici, un territorio con alcuni alberi in Palma, nel luogo detto Fontanelle, per la metà dei frutti superiori e la quinta parte degli inferiori (XCVIII, 6)
3233.
1329, novembre 28, ind. XIII – Roberto re a. 21
Salerno
Paolo Dardano, di Salerno, pubbl. not.
Malgerio Scopto, giudice di Salerno
Dietro richiesta di fra Vincenzo, monaco di M.V. e priore di M.V. di Napoli, procuratore di Romano, ab. di M. V., si riporta un ordine di re Roberto del 2 novembre dello stesso anno della XIII indizione (riferito, Reg. 3228) (IX, 57)
3234.
1329, novembre, ind. XIII
Napoli
Maria, duchessa di Calabria, ordin ai capitani delle sue terre di Montefusco di non permettere che venga molestato il monastero di M.V. riguardo ai beni ad esso donati da Fra Guglielmo da Lanfredo, oblato di M.V., siti in Montefusco, e consistenti in una casa nella parrocchia di S. Matteo, altri beni nel luogo detto Pullinario, presso il vallone, e una vigna nel luogo detto Tirreti (IX, 56)
3235.
1329, dicembre 6, ind. XIII – Roberto re a. 21
Casale di Vignola, presso Nola
Federico de Syco, pubbl. not. di Nola
Filippo Ferraro, giudice di Nola e di Cicala
Giovanni de Tommaso, del casale di Vignola, mostra e si fa leggere pubblicamente uno strumento di alcune permute da lui fatte con Filippo de Urrita, e con Felice de Gerardo e la moglie di lui. In una permuta egli dà a Filippo de Urrita una terra nelle pertinenze del Casale di Vignola, nel luogo detto «a lu piczone», e riceve in cambio una terra nelle pertinenze dello stesso casale, nel luogo detto «a la valle»; in un’altra permuta egli da a Felice de Gerardo e alla moglie Costanza due terricciuole nelle pertinenze dello stesso casale, di cui una nel luogo detto Trave («a lu trave»), e l’altra nel luogo detto «a lu lavinaro», e riceve da loro in cambio due terricciuole nelle pertinenze dello stesso casale,nel luogo detto Arenella («a larenella») (cfr. Reg. 2886). Egli inoltre dichiara di non aver potuto subito prendere possesso di quelle terre permutate, perchè esse avevano un reddito annuo alla signora donna Anastasia de Monteforte, «nolanam et palatinam comitissam», e non volendo egli litigare, convenne con essa riguardo al censo di un’tarì d’oro all’anno, e così ha ottenuto da lei l’assenso alle predette permute (cfr. Reg. 3230) (CXXV, 213)
3236.
1329, dicembre 9, ind. XIII – Roberto re a. 21
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni de Barone, giudice di Mercogliano
Giacomo di Francesco Ibano, di Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vende a Giovanni di Modestino de Goffrido, detto Pesce, pure di Mercogliano, una terra con vigna nel luogo detto Caputi, – redditizzia al monastero di M.V. in 6 grana all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre -, per il prezzo di 3 once d’oro, e tarì (in bianco) al monastero per l’assenso (LXIV, 17).
3237.
1329, dicembre 15, ind. XIII – Roberto re a. 21
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Matteo del giudice Pietro de Jannello, di Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vende a Giovanni Ugolotto, pure di Mercogliano, una casa con orto congiunto in Mercogliano, nel luogo detto Orticella o Gerone, – casa che Matteo aveva comprato da Modestino, f. di Giacoma, di Scafati, abitante in Mercogliano, alla quale il monastero l’aveva concessa per l’annuo censo di 2 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre -, per il prezzo di un’oncia e 20 tarì (LXIV, 18)
3238.
1329, dicembre 16, ind. XIII – Roberto re a. 21
Mercogliano
Angelo de Raone, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Nicola e Castaneolo, fratelli, figli del q. Matteo di maestro Tommaso de Silvestro, di Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M. V., per procacciarsi il danaro occorrente per le doti da dare alla loro sorella Robertella, vendono a fra Giovanni da Frigento, oblato di M.V., abitante in Mercogliano, una terra con vigna, nel luogo detto Sala, in territorio di Mercogliano, e i diritti che avevano sopra un palmeto dentro la vigna di Tommaso de Silvestro, loro zio, – vigna che era redditizzia al monastero di M.V. in 10 grana annue nella festa di S. Maria a settembre, e perciò si pagano al monastero per l’assenso 15 tarì d’oro -, per il prezzo di 2 once d’oro (LXIV, 19)
3239.
1330, gennaio 4, ind. XII – Roberto re a. 21
Urrita («apud locum Urrite massarie monasterii Montis Virginis propr castrum Merculiani»)
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Tommaso de Barone, di Mercogliano, due pezzi di terra, dei quali uno nel luogo detto «Culineuri sive Cerreta», e l’altro con nocelleto, congiunto con la stessa terra; e in cambio riceve una vigna con olivi, nel luogo detto Raccanella, congiunta con terre e possessioni di Urrita (LVIII, 65)
3240.
1330, gennaio 7, ind. XIII – Roberto re a. 21
Urrita («apud Urritam massariam dicti Monasterii Montis virgins prope Merculianum»)
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Nicola de Acernis, giudice del Casale di M.V.
Romano, «dei gratia» ab. di M. V., essendo gravato da molti debiti, particolarmente per le collette imposte al monastero dalla Curia Romana, concede a Guglielmo de Acerno, del Casale di M. V., un territorio nelle pertinenze dello stesso casale, nel luogo detto Baccanico, che questi già aveva a censo dal monastero di M. V. per la metà dei frutti superiori e la decima del terratico, e glielo rilascia per il semplice canone di mezza libra di cera all’anno nella festa di S. Maria a settembre, e per questa riconcessione riceve 15 tarì d’oro (CXVII, 41)
3241.
1330, gennaio 8, ind. XIII – Roberto re a. 21
Urrita
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Nicola de Acernis, giudice del Casale di M.V.
Romano, «dei gratia» ab. di M. V., concede a Giacomo de Lauro, del Casale di M.V., vassallo del monastero, una terra con vigna nelle pertinenze del Casale di M.V., nel luogo detto Falcibassi, per il canone annuo di 10 grana annue, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 7 tarì e 10 grana per questa concessione (CXVII, 42)
3242.
1330, gennaio 11, ind. XIII – Roberto re a. 21
Casale di M. V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Nicola de Acernis, giudice del Casale di M.V.
Tommasa, figlia del q. Roberto Malapezza, di Summonte, abitante nel Casale di M.V., e moglie di Giovanni de Palerma, del suddetto casale, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vende a Roberto de Mattillo, f. del q. Nicola de Mattillo, dello stesso casale, un castagneto nel Casale di M.V., nel luogo detto Piedecasale, per il prezzo di un’oncia e 15 tarì d’oro, e con l’onere di un censo di 5 grana al monastero di M.V. (CXIX, 20)
3243.
1330, gennaio 13, ind. XIII – Roberto re a. 21
Mercogliano
Pietro Sasso, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni de Barone, giudice di Mercogliano
Tommaso, f. del q. Pietro de la Valle, di Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vende a Paolo de Bonafede, pure di Mercogliano, una terra con nocelleto, nel luogo detto Vesta («Besta»), redditizzia in un grano annuo al monastero di M.V., da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di 7 tarì e 10 grana d’oro (LXIV, 20)
3244.
1330, febbraio 3, ind. XIII – Roberto re a. 21
Casale di M. V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Nicola de Acernis, giudice del Casale di M.V.
Bartolomeo de Caramulta, e Riccardo de Caramulta, f. del q. Nicola de Caramulta, del Casale di M.V., col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vedono a Tommaso de Montella, f. del q. Giovanni de Montella, pure del Casale di M.V., una terra con alcune piante di olive nelle pertinenze del suddetto casale, nel luogo detto Baccanico, – redditizzia al monastero di M. V. in mezza libbra di cera all’anno, nella festa di S. Maria a settembre -, e come prezzo Bartolomeo riceve 28 tarì e Tommaso 14 tarì
(CXIX, 21)
3245.
1330, marzo 1°, ind. XIII – Roberto re a. 21
Casale di M.V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Nicola de Acernis, giudice del Casale di M.V.
Guglielmo de Acerno, f. del q. Giacomo de Acerno, del Casale di M.V., vende a Giovanni, suo fratello, una terra con orto nelle pertinenze del Casale di M.V., nel luogo detto «Canpitelle», redditizia al monastero di M.V., – in cui attualmente presiede «dei gratia» Romano -, in un canone annuo di 10 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di 27 tarì (CXIX, 22)
3246.
1330, marzo 18, ind. XIII – Roberto re a. 21
Mercogliano
Nicola de Montorio, pubbl. not. di Mercogliano
Alessandro de Castolio, giudice di Mercogliano
Giacomo, f. del q. Nicola Pirrino, di Mercogliano, abitante in Sant’Angelo a Scala, vende a fra Giovanni da Frigento, oblato di M.V., una casa nel casale di Urbiniano o Santa Margherita, per 2 once d’oro (LXX, 24)
3247.
1330, marzo 22, ind. XIII
San Severino
Don Tommaso Sanseverino, conte di Marsico e della baronia di San Severino e del Cilento, dona all’egregio don Giovanni Grillo e ai suoi legittimi eredi i casali di «Ominiani et Suesse de pertinentiis Cilenti», con gli uomini, ecc.., – casali che ora tiene in feudo dalla Curia la signora donna Sibila Tortora («Turtora») finche vivrà -, e incarica fin d’ora il not. Ruggiero de Altavilla di fargli regolare investitura di quel feudo, salvo poi a prenderne possesso quando esso sarà devoluto alla Curia (XXXIII, 78)
3248.
1330, aprile 2, ind. XIII – Roberto re a. 21
Baiano, nelle pertinenze di Avella
Gerardo Gallico, abitante in Baiano, pubbl. not.
Matteo del giudice Paolo, giudice di Avella
Giacomo de Urrita, di Visciano, e sua moglie Gubitosa, vendono ad Antonio Inzorato («unxoratus») i frutti di un moggio di terra a nocelleto, per tutto il mese di settembre della presente indizione, nocelleto sito nel casale di Visciano, nel luogo detto Parecene, per 15 tarì (XXVII, 41)
3249.
1330, aprile 10, ind. XIII – Roberto re a. 21
Casale di M. V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Nicola de Acernis, giudice del Casale di M.V.
Guglielmo Bassi, f. del q. Ruggiero Bassi, col consenso di Romano,«dei gratia» ab. di M.V., vende a Tinillo de Enrico, dello stesso Casale di M.V., – redditizzia al monastero di M. V. in un braccio di cera all’anno nella festa di S. Maria a settembre -, per il prezzo di 2 once e 24 tarì d’oro (CXIX, 23)
3250.
1330, aprile 18, ind. XIII – Roberto re a. 21
Urrita, masseria di M. V.
Nicola de Patricia, di Mercogliano, pubbl. not.
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., spinto dalla massima distanza dei luoghi e dalla considerazione di poter evitare altre liti, – col consenso di don Bartolomeo, «prior claustri», don Matteo da Troia preposito, don Pietro da Acerno vicario, don Ruggiero dal Casale di M.V. camerario, don Filippo da Lauro priore dell’Obbedienza di S. Maria del Plesco, don Bartolomeo da Lauro priore dell’Obbedienza di S. Giacomo di Lauro, don Simone da Scafati priore dell’Obbedienza di Arienzo, don Riccardo da Montoro priore dell’obbedienza di Maddaloni, don Vincenzo da Apice priore dell’Obbedienza di S. Maria di Alto Spirito di Napoli, don Giovanni infirmarario, don Francesco vestarario, don Giovanni da Litto priore dell’Obbedienza di S. Giovanni a Marcopio. don Leonardo da Aylan priore dell’Obbedienza di S. Giacomo di Benevento, don Andrea priore dell’Obbedienza di Troia, don Riccardo da Massa priore dell’Obbedienza di Casacuniano, don Guglielmo da Litto cellarario dell’Ospedale di M. V., don Egidio priore dell’Obbedienza di S. Maria di Penta, don Pietro da Penta cappellano dell’abate, e don Roberto da Monteforte priore di Urrita, «qui sunt de melioribus et sufficiencioribus monachis dieti monasterii» -, dà al nobile Bartolomeo de Osca i seguenti beni nelle pertinenze di Corneto, lasciati in testamento al monastero dal q. Bernardo de Manesseo, di Corneto, e cioè: la metà di una casa grande nella parrocchia di S. Giovanni, la età di una casa piccola, la metà d’una casa con grotte nella parrocchia di S. Pietro, la metà di una casa nella parrocchia di S. Maria, la quarta parte di due case con forno nella medesima parrocchia, la metà di due case nella parrochia di S. Giovanni, la metà di un casile nella stessa parrocchia, la metà di un orto con olivi, canneto, ecc.. vicino al fossato della chiesa di S. Francesco, la quarta parte d’un tenimento di vigna nel luogo detto Trasunda, la metà d’un tenimento nel luogo detto Sala Vecchia («Sala Vetere»), la metà d’una terra nel luogo detto Corrigiano, e in cambio il monastero di M.V. riceve i seguenti beni nelle pertinenze di Mercogliano: una vigna nel logo detto Raccanella vicino Urrita, un castagneto nello stesso luogo, un nocelleto e una vigna nel luogo detto Cervaro, una vigna nello stesso luogo, una vigna con olivi nel luogo detto Raccanella; stabili che il suddetto Bartolomeo aveva comprati da diversi privati di Mercogliano, proprio allo scopo di effettuare la suddetta permuta (LVIII, 60)
3251.
1330, maggio 2, ind. XIII – Roberto re a. 21
Cobante («apud locubantum»)
Francesco del giudice Benevento, di Montefusco, pubbl. not.
Marciano del giudice Roberto, di Apice, giudice «ciusdem terre locubanti»
Giovanni Russo («Rubeus»), del Cobante, vende a Rubino di Giorgio de Lorenzo, di San Giovanni a Marcopio, nelle pertinenze di Montefusco, una terra in territorio del Cobante, nel luogo detto Porreta, per il prezzo di 2 once (XLI, 5)
3252.
1330, maggio 7, ind. XIII – Roberto re a. 21
Urrita («apud locum de Urrita»)
Pietro Sasso, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Paolo di Guglielmo e ai suoi eredi un pezzo di terra con querceto nelle pertinenze di Litto, nel luogo detto Cesinale Plaiule, per un tarì all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 15 tarì per questa concessione (L, 18)
3253.
1330, maggio 15, ind. XIII – Roberto re a. 22
Urrita
Nicola de Patricia, di Mercogliano, pubbl. not.
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Modestino de Coronato, di Mercogliano, una presa di terra con orto in Mercogliano, nel luogo detto Porta del Capo, per il canone annuo di un grano e mezzo d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (LXI, 34)
3254.
1330, maggio 15, ind. XIII – Roberto re a. 22
Casale di M. V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Nicola de Acernis, giudice del Casale di M.V.
Carella, figlia di Tommaso de Calandra e moglie di Modestino Molinaro, f. del q. Giovanni Molinaro, del casale di M.V., col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vende a Nicola de Felice, f. del q. Felice de Felice, dello stesso Casale, un castagneto nel luogo detto Mulino, reditizzio al monastero di M.V. in 15 grana all’anno, per il prezzo di 2 once (CXIX, 24)
3255.
1330, giugno 11, ind. XIII – Roberto re a. 22
Avella
Floro Arpadiense, pubbl. not. della baronia d’Avella
Matteo, giudice di Avella
Alessandro Coco, di Avella, vende a Giacomo di Notar Ruggiero, pure di Avella, i diritti che aveva su un territorio che teneva in censo per la metà dei frutti superiori e il terratico degli inferiori, e che era nelle pertinenze di Avella, nel luogo detto Casapremula, per il prezzo di 4 tarì d’oro e 15 grana (XVII, 66)
3256.
1330, luglio 24, ind. XIII – Roberto re a. 22
Casale di M.V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Nicola de Acernis, giudice del Casale di M.V.
Pietro Tosto, di Mercogliano, abitante del Casale di M.V., col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vende a Carella de Calandra, figlia del q. Tommaso de Calandra, una casa nel Casale di M. V., per il prezzo di 2 once e 12 tarì, casa che era redditizzia al monastero di M.V. in 10 grana annue, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (CXIX, 25)
3257.
1330, agosto 15, ind. XIII – Roberto re a. 22
Urrita
Nicola de Patricia, di Mercogliano, pubbl. not.
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano
Riccardo de Leone, f. del q. Giovanni, volendo vendere una terra con nocelleto nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Valle, redditizzia al monastero di M.V. in un canone annuo di due opere personali e due terzi di un’altra opera, ottiene da Romano, «dei gratia» ab. di M.V., di poter ipotecare questo censo su una sua vigna nel luogo detto Copone (LXIV, 21)
3258.
1330, agosto 16, ind. XIII – Roberto re a. 22
Ospedale di M.V.
Nicola de Patricia, di Mercogliano, pubbl. not.
Nicola de Acernis, giudice del Casale di M.V.
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., riconcede al not. Giacomo de Caramulta, f. del q. Nicola de Caramulta, del Casale di M.V., due castagneti nel luogo detto Campitelle, che lo stesso not. teneva dal monastero per la metà dei frutti superiori e la decima degli inferiori, per il censo annuo di un tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 15 tarì per questa riconcessione (CXVII, 43)
3259.
1330, agosto 30, ind. XIII – Roberto re a. 22
Boiano
Tommaso di Notarpalmiero, pubbl. not. di Boiano
Ruggiero di Giovanni de Rogerocta, giudice della città di Boiano
Fra Guglielmo da Padula, priore di S. Maria del Vivario, dietro procura di Romano, «permissione divina» ab. di M. ., del 10 marzo 1325, Ind. VII (riferita, Reg. 3095), concede a donna Altruda, ved. di Nicola di Matteo de Palmiero, a Tommaso di Giacomo de Gentile, a donna Maria, moglie di costui, e ai loro discendenti di primo e secondo grado, una casa con orto contiguo, nel luogo detto Ruga di Santa Maria del Vivario, per il censo annuo di un tarì e 5 grana all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 15)
3260.
1330, dicembre 9, ind. XIV – Roberto re a. 22
Casale di M. V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Nicola de Acernis, giudice del Casale di M.V.
Riccardo de Biagio, («Blasio»), f. del q. Biagio de Biagio («Blasio»), col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M. V., vende a Caratenuta, figlia del q. Matteo Melis e moglie di Martino de Solofra, del Casale di M. V., una casa nel Casale di M.V., redditizzia al monastero di M. V. in un braccio di cera all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di un’oncia d’oro e 2 tarì (CXIX, 26)
3261.
1330, dicembre 15, ind. XIV – Roberto re a. 22
Casale di M. V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Nicola de Acernis, giudice del Casale di M.V.
Romano, «dei gratia» ab. di M.V., col consenso della sua Comunità, rilascia a Modestino, f. di Giovanni Molinaro, 12 opere personali «de angaria», alle quali era tenuto per i beni materni e paterni che teneva dal monastero; e in cambio riceverà da lui ogni anno un censo di 3 tarì nella festa di S. Maria a settembre, e 6 tarì per questa grazia (CXV, 173)
3262.
1330, dicembre 19, ind. XIV – Roberto re a. 22
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Giacomo, insieme con i suoi fratelli minori, figli ed eredi del q. Pietro de Salicia, e con donna Giacoma, loro madre, col consenso di Romano, ab. di M.V., vende a Nicola di Pietro del giudice Pietro, di Mercogliano, una terra «vacua», arativa, nel luogo detto «vallis de fontibus», redditizzia al monastero di M.V. di un braccio di cera all’anno nella festa di S. Maria a settembre, mentre il venditore corrisponderà solo mezzo braccio di cera, per il prezzo di 9 tarì d’oro (LXIV, 22)
3263.
(1330), dicembre 27, ind. XIV. (in: 1331, febbraio 5, ind. XIV)
Napoli
Re Roberto comunica all’Università di Vieste che avendo egli saputo sia dalla Lombardia che da parte della Curia Romana, che alcuni principi «Alamanni» hanno in animo di turbare la pace e la tranquillità del Regno e che il re di Boemia si dice già giunto a Trento e che abbia ricevuto «domnum civitatis Brixie que usque nunc nostro regimini fuit subiecta», volendosi egli opporre a ogni pericolo minacciante la quiete dello Stato, comanda di inviare dei loro «syndicos» idonei, per la metà del prossimo mese di febbraio, affinchè in un convegno «cum sapientibus nostri consilii» si possano prendere gli opportuni provvedimenti per la tranquillità dello Stato, e così «in pacis tranquillitate et ubertate possitis continue sub nostro dominio permanere» (CXXV, 200)
3264.
1330, dicembre 30, domenica, ind. XIV – Roberto re a. 22
Nola
Paolo de Agna, pubbl. not. di Nola
Tommaso Perario, giudice di Nola e di Cicala
Cristoforo de Mauro, abitante in Napoli, e Maria, ved. di Bartolomeo de Martino, del casale di Sirico, col consenso di Giovanni de Aversa, suo fratello, vendono a Pasquale de Rosa un territorio nella selva di Cicala, nel luogo detto San Giasone, che essi tenevano a censo dal monastero di M.V. e da Gentile de Ocris per un censo annuo di cui spettava la sesta parte al monastero e gli altri cinque sesti al suddetto Gentile, e consistente in 18 grana d’oro e tre parti di un altro grano e mezza gallina a Natale, Pasqua e nella festa della Madonna ad agosto. Il territorio viene venduto per 2 once e 15 tarì e con questo censo, aggravato di un altro grano d’oro e una quarta parte di un altro grano (XXXIX,21)
3265.
1331, febbraio 5, ind. XIV – Roberto re a. 22 («21»)
Vieste («apud Vestas»)
Nicola, pubbl. not. di Vieste
Pietro di Andrea de Corrado, giudice di Vieste
L’Università di Vieste, raccoltasi in seduta plenaria, asserisce che un po’ di tempo addietro («dudum diebus elapsis») ricevette una lettera regia, data da Napoli il 27 dicembre dell’indizione XIV (riferita, Reg. 3263), in esecuzione della quale elegge come suo procuratore speciale il maestro Angelo de Perro, fisico, loro concittadino, dotato di pieno potere, perché si porti al cospetto del Re, per conferire coi sapienti del Consiglio regio, perchè si possano prendere i provvedimenti utili al buono e quieto Stato della città di Vieste e delle altre regioni per la pace di tutti, e perché egli possa prendere alla presenza del Re quelle decisioni che avrebbe preso l’Università se fosse essa stata presente (CXXV, 200)
3266.
1331, febbraio 10, ind. XIV – Roberto re a. 22
Mercogliano
Pietro Sasso, pubbl. not. di Mercogliano
Giovanni de Barone, giudice di Mercogliano
Giacomo e Nicola de Dutto, fratelli, di Mercogliano, vendono a fra Giovanni da Frigento, oblato di M.V., una terra con vigna e altri alberi, nel luogo detto «la Toppitella», per un’oncia d’oro (LXX,25)
3267.
1331, marzo 19, ind. XIV – Roberto re a. 22
Nicola, pubbl. not.
Pietro de Maggio («Madio»), detto Caldararo, giudice di Napoli
Il monastero di S. Maria di Alto Spirito in Napoli cede ad Andrea, agente anche a nome dei suoi fratelli, una casa in Napoli; e in cambio riceve da lui un pezzo di terra nel luogo…, un pezzo di terra nel luogo «…sussu», un pezzo di terra nel luogo detto «abbadusala», un pezzo di terra nel luogo …, una vigna nel luogo detto «a li rugnani», una terra con alberi e una terra con castagni nel luogo detto «attantanu», una corte con vigna e con diversi frutti nel luogo detto «a lu iardinu» (LXXXIX, 99)
3268.
1331, aprile 29, ind. XIV – Roberto re a. 22
Napoli
Pietro Rufolo, di Napoli, pubbl. not.
Ludovico de Regina, giudice di Napoli
Il Padre maestro Giovanni de Regina, dell’Ordine dei frati Predicatori, il signor Adenulfo Cumino, professore di legge, don Benevento de Palmiero, arcidiac. di Capua, fra Roberto da Benevento, priore del convento di S. Domenico Maggiore di Napoli, e il medico Bartolomeo de Bisento, esecutori testamentari del q. Bartolomeo de Capua, asseriscono che il medesimo in un suo codicillo,aveva fatto il seguente legato: che si comprassero delle possessioni, dalle rendite dei quali ogni anno, nell’anniversario della sua morte, si fosssero comprate 100 tuniche del prezzo di 3 tarì, dadistribuirsi fra i poveri di Capua dai Priori di M.V. e di S. Agostino della città di Capua, che sarebbero stati pro tempore e ai quali, per l’incomodo lasciava una tunica per ciascuno, ognuna del valore di 12 tarì. Inoltre i suddetti esecutori testamentari asseriscono che in esecuzione dello stesso legato avevano comprato nelle pertinenze di Capua i seguenti beni stabili nel luogo detto Isola («Insula»): una terra con case «palaciate», piane, con corte e forno, e una chiesa sotto il titolo di S. Silvestro; una terra nel luogo detto Guardia, con una paludicella; una terra nel luogo detto «lu praczillone». Infine lo stesso medico Bartolomeo asserisce di aver comprato «ad certum annuum censum» dei beni della chiesa di S. Salvatore per 200 once di carlini d’argento, perchè i loro frutti fossero devoluti al monastero di M.V. di Capua per lo scopo suddetto, e che aveva ceduti tali beni nelle mani di fra Matteo de Protogiudice, di Salerno, priore di quel monastero, alla condizione che non si potesseroa alienare e che i frutti e le rendite delle medesime si sarebbero dovuti convertire esclusivamente allo scopo di cui sopra. Gli esecutori testamentari consegnano nelle mani del padre priore di M.V. di Capua dieci strumenti relativi alle compere fatte, dei quali quattro riguardavano permute effettuate con l’ab. Alessandro, canonico della cattedrale e rettore della chiesa di S. Nazzaro (XXXI, 14)
3269.
1331, …, ind. XIV – Roberto re a. 22
Mercogliano
Nicola de Montorio, pubbl. not. di Mercogliano
Alessandro, giudice di Mercogliano
Tommaso de Silvestro, di Mercogliano, col consenso di Romano, «dei gratia» ab. di M.V., vende a fra Giovanni da Frigento («de Frequento»), obl. di M.V., abitante in Mercogliano, una terra con vigna e torchio, nel luogo detto «a la Sala», redditizzia al monastero di M. V. in 10 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di 2 once d’oro (LXIV, 23)
3270.
1331, maggio 13, ind. XIV – Giovanni Pp. XXII a. 15
Andrea di Montepulciano, pubbl. not. apostolico e imperiale e scrivano degli atti della Curia arcivescovile di Benevento
Pondolfo, vesc. di Sant’Agata dei Goti e Vicario generale della Curia di Benevento (che si sottoscrive), dapprima cita l’ab. di M.V. Romano e il vesc. di Avellino Natimbene, perchè, in pregiudizio della Curia metropolitana di Benevento avevano proceduto a un compromesso con sentenza arbitrale dell’anno 1328 (riferita,Reg. 3179), – riguardante la questione sorta tra il monastero di M.V. e il vesc., il Clero e il Capitolo di Avellino, perchè questi disturbavano il monastero di M.V. nel possesso di beni dalla chiesa e della giurisdizione di Aiello, nonostante i privilegi di esenzione di cui godeva il monastero di M.V., privilegi che dal vesc. Natimbene erano stati incriminati di falso -; poi, contro la sua citazione, avendo l’ab. di M.V. eccepito, dicendo che il metropolita di Benevento non era suo giudice competente, essendo il monastero Nullius, – il che l’ab. di M.V. dimostrava presentando tutti i privilegi di esenzione (che si enumeravano e si inseriscono nel doc.) -, riconosce nella sua citazione e promulga la definitiva sentenza della validità e della veridicità dei privilegi verginiani e dichiara libero ed esente il monastero di M.V. da qualunque giurisdizione vescovile, e in particolare – perchè allora contrastata – da quella del vesc. di Avellino e dal metropolita di Benevento (I, 124).
Bibl.: Mastrullo, Monte Vergine Sagro, p. 524-526
3271.
1331, giugno 9, ind. XIV – Roberto re a. 23
Aversa
Paolo de Cervo, pubbl. not. di Aversa
Benedetto Russo, giudice di Aversa
Fra Marco, monaco di M.V. e procuratore del monastero di M.V. di Napoli, prende possesso d’un territorio nelle pertinenze di Villa Tribunata, presso Aversa, devoluto al monastero per la morte della signora Sibilia, ved. di Giacomo Forte, di Aversa (LXXXIX, 93)
3272.
1331, agosto 6, ind. XIV – Roberto re a. 23
Mercogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano (che però non si sottoscrive)
Tommaso de Barone, col consenso di Pietro, «dei gratia» ab. di M.V., vende al maestro Angelo Sasso e a Matteo ed Andrea, suoi nipoti, figli del q. Giacomo Sasso, una terra con nocelleto, nel luogo detto Sariano, redditizzia al monastero di M.V. in un censo annuo di mezza libbra di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di 7 once d’oro (LXIV, 24)
3273.
1331, agosto 20, ind. XIV – Roberto re a. 23
Capua
Giovanni di Guglielmo, di Capua, pubbl. not.
Giacomo de Patricio, giudice di Capua
Il nobile Cerbo de Palmiero concede a Marino e a Giovanni Pietro de Domenico, fratelli, della villa di Limata, una corte con pagliaio e arbusto, nella suddetta villa, per 2 tarì e 2 capponi di censo annuo, a Pasqua, e 6 once per questa concessione (XXXII, 93)
3274.
1331, agosto 26, ind. XIV – Roberto re a. 23
Napoli
Filippo Calore, di Napoli, pubbl. not.
Velotto («Belottus») Cicalese, giudice della città di Napoli
Giovanni de Stefano, f. del q. Carello de Stefano, coi suoi fratelli, e Pietro de Amoroso, f. del q. Amoroso Giroso, e altri, della villa di Grumo, nelle pertinenze di Napoli, si obbligano verso il monastero di M.V. alla rendita di un canone annuo di 6 libbre di cera nuova, per un territorio di 12 moggi nel Gualdo di Napoli («in Gualdo Neapolis»), nel luogo detto Isclito (XLVII, 40)
3275.
1331, dicembre 8, ind. XV – Roberto re a. 23
Cervinara
Enrico de Giacobuzzo, di Cervinara, pubbl. not.
Megnato, giudice di Cervinara (che però non si sottoscrive)
Giovanni Costantino e sua moglie Mattia vendono al not. Marciano Sasso un territorio nelle pertinenze di Cervinara, nel luogo detto Canparuni, per un’oncia e 4 tarì (XXXVIII, 37)
3276.
1331, dicembre 15, ind. XV – Roberto re a. 23
Pozzuoli
Pandolfo Sabatino, di Pozzuoli, pubbl. not.
Nicola de Costanza, giudice di Pozzuoli
Andrea de Giorgio, f. del q. Giovanni de Giorgio e della q. donna Maria Capaccia, abitante nel luogo di Sant’Angelo di Monte a Crista («montis ad Christam»), vende al presb. Giacomo Talercio, f. del q. Pietro e della q. donna Florella Bosa, di Pozzuoli, una terra arbustata in Pozzuoli, nel luogo detto Ciglano, per 2 once, 26 tarì e 10 grana d’oro (CIII, 8)
3277.
1332 («1331»), gennaio 27, ind. XV – Roberto re a. 23
Salza, nelle pertinenze di Serra
Stefano di maestro Bartolomeo, del casale di Salza, pubbl. not.
Picardo du Tommaso di notar Ruggiero, giudice annuale di Salza
Nicola Merula, di Salza, vende a Nicola de Finamore, dello stesso casale, un orto in territorio del casale di Salza, nel luogo detto Loretella (CV, 83)
3278.
1332, gennaio 29, ind. XV – Roberto re a. 23
Capua
Giacomo de Adenulfo, pubbl. not. di Capua
Corrado Sturione, giudice di Capua
Il signor Mercurio Gallincapo vende per 6 once d’oro al signor Cerbo de Palmiero tutte le rendite che gli spettavano su diverse possessioni (XXXII, 48)
3279.
1332, febbraio 8, ind. XV – Roberto re a. 23
Casale di M. V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Nicola de Acerno, giudice del Casale di M.V.
Donna Savina di donna Suriana, ved. di Nicola de Canpesano col consenso di Pietro, «dei gratia» ab. di M. V., vende a Riccardo de Stefano, del Casale di M.V., una terra con vigna, nelle pertinenze del Casale di M. V., nel luogo detto Falcibassi («Fallchinassi»), per 17 tarì d’oro, vigna che era redditizzia al monastero di M. V. in 5 grana d’oro all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (CXIX, 27)
3280.
1332, aprile 20, ind. XV – Roberto re a. 23
Napoli
Nicola de Lanzano, di Napoli, pubbl. not.
Giovanni de San Germano, giudice di Napoli
Avendo don Tommaso Sanseverino, conte di Marsico e signore della baronia di San Severino e del Cilento, in segno di gratitudine concesso al dotto Giovanni Grillo, di Salerno, i casali di Omignano e di Sessa («Suesse»), che ora teneva in feudo donna Sibilia de Turtura, ved. del nobile Enrico de Valdemonte, e dei quali avrebbe dovuto prendere possesso alla morte di costei o quando fossero in qualunque modo devoluti alla sua Curia (cfr. Reg. 3247): ora la suddetta donna Sibilia, volendo vestire l’abito religioso in Santa Chiara e non potendo più ritenere quei casali, li rinunzia a beneficio del suddetto don Giovanni Grillo, e per questa rinunzia riceve 40 once d’oro, e nei due anni seguenti, da computersi dalla data odierna, Giovanni o i suoi eredi daranno altre 12 once annue, e cioè 6 al monastero delle monache di S. Bartolomeo di Castellammare di Stabia, in cui essa ha stabilito di entrare, e le altre 6 al monastero di S. Maria dell’Ordine di S. Pietro de Morrone, che essa fece cosruire in Serre («in castro Serrarum»), nel giustiziariato di Principato Citra (XXXIII, 79)
3281.
1332, aprile 24, ind. XV – Roberto re a. 23
Napoli
Giacomo Quaranta, di Napoli, pubbl. not.
Andrea Pulderico, giudice di Napoli
Il P. Giovanni Ibano, monaco di M.V. e priore nel monastero di S. Maria di Alto Spirito in Napoli, riceve il possesso di un territorio nelle pertinenze di Napoli, nel luogo detto Campo Romano, di una terra nelle pertinenze di Posillipo, nel luogo detto Villanova, e di una terra nelle stesse pertinenze di Napoli, nel luogo detto Monticello: beni lasciati in legato al monastero di M.V. dalla signora donna Tommasa Longa, di Napoli, mediante testamento, del quale lasciò esecutori testamentari il suddetto P. Priore fra Giovanni, e i signori don Tommaso Caracciolo detto Carrafa («Thomasium Caraczulum dictum Carrafam») e don Filippo de Acernis, di Napoli, «milites» (LXXXIX, 55)
3282.
1332, aprile, ind. XV – Roberto re a. 23 («24»)
Cervinara
Marciano, pubbl. not.
Tommaso Sabatino, giudice di Cervinara
Martino Cafornia e donna Finagrana, sua moglie, di Cervinara, vendono a Tommaso e Meulo Greco un territorio nelle pertinenze di Cervinara, nel luogo detto Ferrari, per 18 tarì (XXXVIII, 38)
3283.
1332, maggio 9, ind. XV – Roberto re a. 24
Pozzuoli
Pandolfo Sabatino, di Pozzuoli, pubbl. not.
(Nicola) de Costanza, giudice annuale di Pozzuoli
Stefano de Simone, f. del q. (in bianco) e della q. donna Tommasa de Dominico, di Pozzuoli, dichiara di aver ricevuto 18 once di carlini d’argento per le doti di sua moglie Bianchella («Blancula») de Zoffo, once che egli ora ipoteca sui suoi beni (CIII, 15)
3284.
1332, maggio 25, ind. XV – Roberto re a. 24
Casale di M.V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Giovanni de Acerno, giudice del Casale di M.V.
Il giudice Nicola de Acerno, del Casale di M.V., come esecutore testamentario del q. Tommaso de Montella, dello stesso casale, per soddisfare a certi obblighi di celebrazione di Ss. Messe e per altre ragioni contenute in quel testamento, col consenso di Pietro «permissione divina» ab. di M.V., vende a Riccardo de Stefano, del suddetto casale, un casalino con pagliaio nello stesso Casale di M.V., – redditizzio al monastero di M.V. in 2 grana e mezzo all’anno nella festa di S. Maria a settembre -, per il prezzo di 24 tarì (CXIX, 28)
3285.
1332, maggio 28, ind. XV – Roberto re a. 24
Montevergine
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Nicola de Tancredo (e «Tranchedo»), della città di Avellino, mosso da devozione verso M. V., perchè in esso si ingrandisca il culto divino e la comunità dei monaci sia cibata di cibo temporale essa che nutre gli altri del cibo spirituale delle orazioni e dei sacrifici, dona al monastero di M. V., e per esso a fra Pietro, «permissione divina» ab. di M. V., tre pezzi di terra nelle pertinenze di Avellino, dei quali uno con nocelleto nel luogo detto Plaiora, un altro con castagneto, nocelleto e macchia nello stesso luogo, e il terzo con nocelleto nel luogo detto San Damiano: con la condizione che ogni giorno si celebri una Santa Messa nella cappella costruita nella chiesa di M. V., presso l’altare maggiore, sotto la cappella del q. giudice Diesio de Licto, col titolo di Santa Maria di Montevergine e di Santa Caterina, vergine e martire, stabilendo che dei frutti provenienti dai territori a Plaiora si dovesse soddisfare a quest’obbligo, mentre dei frutti del territorio di San Damiano se ne dovesse fare elemosina a tre poveri il Giovedì Santo (XVIII, 22)
Bibl.: Scandone, Avellino feudale, II, II, p. 255
3286.
1332, maggio 28, ind. XV – Roberto re a. 24
Montevergine
Giacomo, pubbl. not.
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Il not. Matteo de Tancredo, di Avellino, costituisce suo procuratore il nobile Nicola Marrachia, di Avellino, perchè ponga il monastero di M. V. in possesso della terra con castagneto, nocelleto e vigna, che egli aveva comprato da Ruggiero de Tora, pure di Avellino, nel luogo detto Plaiora, nelle pertinenze di Avellino, e di una terra con nocelleto nel luogo detto San Damiano (cfr. Reg. precedente) (XVIII, 23)
3287.
1332, maggio 29, ind. XV – Giovanni Pp. XXII a. 16
Avignone
Il maestro Giovanni Provenzano, di Fratta, procuratore di Gasberto, arcivesc. di Arles e camerario del Papa, lascia ricevuta, dichiarando che il monastero di M. V., e per esso Pietro, ab. di M.V., ha versato 352 fiorini, due soldi e quattro denari, e cioè: 300 fiorini alla Sede Apostolica «pro suo communi servicio in quo erat Camere domini nostri Summi Pontificis obligatus», e 52 fiorini, due soldi e quattro denari per i quattro servizi dei familiari e officiali dello stesso Sommo Pontefice (LXXVI, 9)
3288.
1332, giugno 16, ind. XV – Roberto re a. 24
Maddaloni
Filippo de Syco, di Maddaloni, pubbl. not.
Giovanni Barberio, giudice di Maddaloni
Pietro de Acernis, «dei gratia» ab. di M.V., cede a Filippo de Luca, f. del q. Nicola di Maddaloni, un sedile, che Filippo, come già i suoi antenati, teneva a censo dal monastero di M.V. per il canone di un’tarì all’anno, e che era sito nel piano di Maddaloni, poco distante dalla chiesa di S. Maria Maddalena; e in cambio ne riceve un altro nello stesso piano, poco distante dalla chiesa di S. Andrea (LI, 17)
3289.
1332, … 23, ind. XV – (Roberto) re a. 24
Napoli
Matteo de Costanzo, curiale
Leonardo Arcamone, f. del q. don Gregorio Arcamone e della q. donna Filippa, insieme con su moglie vende al suocero Nicola Macedoni, f. del q. don Marcone Macedoni, un fondo con casa, palmento, orto e un altro orticello, siti nel luogo detto «Marilianu maior territorio padulano», per il prezzo di 8 once di carlini d’argento in ragione di sessanta carlini per oncia (XCVII, 3)
3290.
1332, settembre 9, ind. I – Roberto re a. 24
Napoli
Angelo de Raymo, di Napoli, pubbl. not.
Nicola de Angelo, giudice di Napoli
Nicola Spinello, canonico di Napoli e rettore della chiesa di S. Maria de Pignatellis, in Napoli, dichiara, alla presenza di fra Giovanni de Ybano, priore del monastero di S. Maria di Alto Spirito di Napoli, di aver ricevuto 10 once d’oro dagli esecutori testamentari del q. don Bartolomeo de Capua, logoteta e protonot. del Regno di Sicilia, per alcuni danni e pregiudizi causati dallo stesso don Bartolomeo alla suddetta chiesa di S. Maria de Pignatellis, e cioè perché indebitamente e ingiustamente don Bartolomeo aveva fatto costruire un muro nel territorio del monastero, presso il muro delle case di quella chiesa un palmo e mezzo, in pregiudizio di quella chiesa, «offuscando lumina cellariorum, domorum dicte Ecclesie», e congiungendo quel muro del monastero alle finestre superiori di quelle case; come pure «pro stringendo stillicidia fluentia super quoddam vicale dicte Ecclesie situm prope dictas domos in unum locum fluendo quod in preiudicium dicte Ecclesie et predictarum domorum ipsius Ecclesie esse videbatur factum propter multitudinem atque fluentis per dictum locum unicum in dictum vicale Ecclesie supradicte» (LXXXIX, 56)
3291.
1332, settembre 16, ind. I – Roberto re a. 24
Ospedale di M. V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Giovanni de Acerno, giudice del Casale di M.V.
Pietro, ab. di M. V., concede al maestro Tommaso, di Mercogliano, – mosso dal fatto che costui fin dai suoi teneri anni ha giovato al monastero e non cessa di giovare con la sua arte di cuoco -, una casa nel Casale di M. V., per l’annuo di censo di 3 grana, da corrispondersi a Natale, e un’oncia d’oro per questa concessione (CXVII, 44)
3292.
1332 («1333»), ottobre 21, ind. I – Roberto re a. 24
Barletta («apud Barolum»)
Roberto de Peregrino, di Barletta, pubbl. not.
Corrado di Guglielmo de Sanguine, regio giudice di Barletta
Il procuratore del signor Tommaso de Petra affitta a Cicculo Ralpaamo tutti i beni che il suo signore possedeva nella città di Barletta e di Trani, per un anno, per 18 once (XXIII, 130)
3293.
1332, novembre 15, ind. I – Roberto re a. 24
Ospedale di M. V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Giovanni de Acernis, giudice del Casale di M.V.
Pietro, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Nicola de Felice, del Casale di M.V., vassallo del monastero, due pezzetti di terra con vigne, nelle pertinenze dello stesso casale, nel luogo detto Falcibassi, per il canone annuo di un tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e un’oncia d’oro per questa concessione (CXVII, 45)
3294.
1332, dicembre 21, ind. I – Roberto re a. 24
Urrita, masseria di M.V.
Pietro Sasso, di Mercogliano, pubbl. not. ivi.
Giacomo Janario, giudice di M.V.
Tommasa, figlia del q. Roberto de Tommaso e moglie di Nicola Aliberto de Dutto, di Mercogliano, insieme con suo marito e col consenso di Pietro, «dei gratia» ab. di M.V., cede a Roberto Bruno una terra con vigna nel luogo detto Toppitella, redditizzia al monastero di M.V. in un’tarì d’oro all’anno; e in cambio riceve un’altra vigna, franca, nel luogo detto Turelli, sopra la quale viene gravato quel censo, che perciò rimane agli stessi coniugi Tommasa e Nicola. Il monastero per l’assenso riceve 3 tarì e 10 grana (LXIV, 25)
3295.
1332 («1333»), dicembre 26, ind. I – Roberto re a. 24
Maddaloni
Filippo de Syco, not. di Maddaloni
Giacomo, giudice di Maddaloni
Riccardo de Montoro, monaco di M.V. e priore del monastero di Maddaloni, cede al not. Pietro de Syco e a donna Isabella, sua moglie, una terra nel luogo detto «a li russi»; e in cambio riceve un tenimento, – e precisamente la quarta parte di esso -, che pro indiviso essi possedevano col giudice Tommaso de Caserta, tenimento che era nel casale di Torone e sue pertinenze e che tenevano a censo dal monastero di M.V. (LI, 18)
3296.
1333, gennaio 1°, ind. I – Roberto re a. 24
Casale di M. V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Giovanni de Acerno, giudice del Casale di M.V.
Guglielmo de Magno, del Casale di M.V., col consenso di Pietro, «permissione divina» ab. di M.V., vende al giudice Nicola de Acerno una casa con forno, nel Casale di M.V., redditizzia al monastero di M.V. nella quarta parte di un braccio di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di un’oncia e 4 tarì (CXIX, 29)
3297.
1333, gennaio 7, ind. I – Roberto re a. 24
Capua
Giovanni di Guglielmo, pubbl. not. di Capua
Giacomo de Leucio, giudice di Capua
Dietro richiesta di Lorenzo Peregrino, della villa di Marando, nelle pertinenze di Capua, si riporta uno strumento del settembre 1287 (riferito, Reg. 2429) (XXXII, 49)
3298.
1333, gennaio 28, ind. I – Roberto re a. 24
Napoli
Pietro Cacacis, pubbl. not. di Napoli
Martuccio de Altosingo, giudice di Napoli
La signora donna Mattia de Franco, moglie di Nicola Caracciolo, di Napoli, e don Cerbo de Palmiero, per parte di donna Clarizia de Franco, sua moglie, si dividono alcuni beni che possedevano pro indiviso, e cioè: una casa e taverna vicino alla chiesa di S. Eligio, 12 moggi di terra vicino alla chiesa di S. Terenziano (e «Terranziano»), due pezzi di terra, dei quali uno nel suddetto luogo di San Terenziano e l’altro alle Case nuove, tutti nelle pertinenze di Capua (XXXII, 117)
3299.
1333, gennaio 29 («IV kal. febr.»), ind. I – (Regnante, omesso)
Nella chiesa di San Martino dei Preti di Pisa
Marco, f. di Michele Broccario, not. e giudice ordinario
Bartalotto, conte Palatino (che si sottoscrive), in forza di privilegio di Federico II, imperatore e re di Sicilia, di poter legittimare e adottare i figli naturali illeggittimi, dichiara suoi figli Salerno e Giacomo, da lui avuti fuori di legittimo matrimonio, e conferisce loro il diritto di succedergli nei suoi beni (X, 18-27)
3300.
1333, maggio 11, ind. I – Roberto re a. 25
Merogliano
Alessandro, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Giovanni de Finamore, detto Spataro, a nome suo e a nome di suo fratello Tommaso, col consenso di Filippo, «dei gratia» ab. di M.V., vende a Giovanni de Costanzo, di Mercogliano, una casa in Mercogliano, redditizzia al monastero di M.V. in un censo annuo di un grano e un quarto, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, per il prezo di 27 tarì d’oro (LXIV, 26)
3301.
1333, giugno 1°, ind. I – Roberto re a. 25
Napoli
Angelo de Raymo, di Napoli, pubbl. not.
Pietro de Maggio («de Madio»), detto Caldararo, giudice di Napoli
Il nobile Cerbo de Palmiero cede al signor Enrico de Aczia una rendita di un capponne all’anno, ipotecata su orto in Capua, da riscuotersi dal not. Nicola de Felice e dal fratello di lui; e in cambio riceve un altro annuo reddito di mezzo cappone, da riscuotersi su una terra nella villa di Vico Gaudio («Vici galdi»), nelle pertinenze di Capua (XXXII, 77)
3302.
1333, giugno 18, ind. I – Roberto re a. 25
Capua
Capuano de Stefano, di Capua, pubbl. not.
Corrado Sturione, giudice di Capua
Michele di Michele de Lorenzo dichiara di dover corrispondere al signor Cerbo de Palmiero, agente al nome di donna Clarizia, sua moglie, una rendita di 2 tarì all’anno per sei pezzi di terra nella villa di Pignataro (XXXII, 105)
3303.
1333, agosto 21, ind. I. – Roberto re a. 25
Capua
Francesco de Olibano, di Capua, pubbl. not.
Corrado Sturione, giudice di Capua
Il nobile Cerbo de Palmiero concede a donna Biagia, ved. del q. Giacomo de Gayta, abitante nel borgo si San Giovanni Gerosolimitano di Capua, l’assenso alla campra di una casa con orticello congiunto, – a lui redditizza in un censo annuo di 4 tarì -, che la vedova aveva da poco acquistati da Nicola di don Francesco Todino e si trovavano nella parrocchia di S. Giovanni a Torrepaldo; e per l’assenso riceve 10 tarì (XXXII, 106)
3304.
1333, settembre 15, ind. I – Roberto re a. 25
Nola
Felice de Clarastella, pubbl. not. di Nola
Rugio Quadraccio, giudice di Nola e di Cicala
Giovanni Gambillano, di Vignola, nelle pertinenze di Nola, vende a Salvatore di Giovanni de Tommaso, pure di Vignola, un territorio nel luogo detto Valle («a la balle»), per un’oncia d’oro (CXXV, 209)
3305.
1333, ottobre 31, ind. II – Roberto re a. 25
Cervinara della Valle Caudina
Giacomo de Roberto, di Cervinara, pubbl. not.
Marciano del Giudice, giudice di Cervinara
Ruggiero de Vincenzo, facendo testamento, lascia erede sua figlia Margherita, alla condizione che qualora essa muoia in età pupillare, debba succedere nei suoi beni il monastero di M. V. Stabilisce inoltre che il suo corpo venga sepolto nella chiesa di S. Adiutore, di cui è parrocchiano, alla quale lascia 3 tarì, altri 3 tarì per i chierici che verranno alle sue esequie, 3 libbre di cera per i funerali, ecc. (XXXVII, 54)
3306.
1333, dicembre 16, ind. II – Roberto re a. 25
Visciano
Gerardo Gallico, abitante in Visciano, pubbl. not.
Giovanni Veterone, giudice di Visciano
Filippo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., concede a Corrado Manganello, di Visciano, vassallo del monastero, una terra, – devoluta al monastero per la morte di Desiderio, anche lui vassallo del monastero, senza eredi legittimi -, nel casale di Visciano, per il canone annuo di un tarì e 10 grana (XXVII, 13)
3307.
1334, marzo 5, ind. II – Roberto re a. 25
Napoli
Pietro di Riccardo Barra, di San Luca presso «Traiecto», pubbl. not.
Pietro de Maggio, detto Caldararo, giudice di Napoli
Ludovico de Capua e Guglielmo de Capua, fratelli, ciambellani del re, e Bianchella («Blancula») de Capua, loro sorella, dichiarano che il signor Giovanni de Capua, loro padre, e loro zio Bartolomeo de Capua, lasciarono al monastero di M.V. redditi sui seguenti beni in Nola e nelle sue pertinenze, che rendevano complessivamente più di 4 once, e dsitribuiti come segue:
a) nella villa di San Paolo: una starza, concessa per 10 tomoli di grano e 20 di miglio; una terra di un moggio nel luogo detto Sant’Angelo; una terra nel luogo detto «a la conocola»;
b) nella villa di Sant’Erasmo; un orto e orticello congiunti; una casa con orto nel luogo detto «a la vicu»; un pezzo di terra «ad Ayanu»; un oliveto di mezzo moggio nel luogo detto «ad sanctum Lenthim»; una terra con una casa, presso la terra di Giovanni de Abunda; una terra nel luogo detto «ad Ayanum»; un’altra terra ivi;
c) nella villa di Cimitile: una possessione e una terra;
d) nella villa di Campanaso: quattro pezzi di terra, di cui uno nel luogo detto La Starza del monaco; nel luogo detto «allimatu»; uno presso la terra di don Nicola de Molino; e uno «ad campum sancti Jacobi»;
e) nella villa di Vignola, due terre, di cui una «a lu pizone», e l’altra «a lu campu»; e una terra, pure «a lu Pizone»;
f) nella villa di Cumignano: una terra nel luogo detto Aurano; un pezzetto di terra ivi; un’altra terra ivi; una terra «a la valle», nel luogo detto «a lu vicu»; una terra nelle stesse pertinenze; una casa con corte; una casa con orto; un altro orto (XCIV, 4)
3308.
1334, marzo 18, ind. II – Roberto re a. 25
Ospedale di M. V. («apud hospitale Sancte Marie de Monte virgins»)
Nicola de Patricia, di Mercogliano, pubbl. not.
Giovanni de Barone, giudice di Mercogliano
Fra Filippo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., – assistito dai seguenti monaci dello stesso monastero, cioè: fra Francesco da Vico, camerario, fra Giovanni Ibano, infirmarario, fra Bartolomeo da Lauro, priore della Casa di M.V. in Sarno, fra Bartolomeo da Monticchio, cappellano, fra Francesco da Aversa, cellerario del suddetto Ospedale, e fra Roberto da San Marco -, concede a Nicola Marrachia due pezzi di terra nelle pertinenze di Avellino (cfr. Reg. 3285), dei quali uno nel luogo detto Plaiora, con vigna, nocelleto e castagneto, e l’altro con nocelleto, nel luogo detto San Damiano, per il canone annuo della metà dei frutti superiori e la decima degli inferiori (XVIII, 24)
3309.
1334, marzo 31, ind. II – Roberto re a. 25
Ponte di Mugnano
Stefano Barrile, di Quadrelle, pubbl. not.
Tommaso de Landone, giudice di Litto e di Ponte di Mugnano
Filippo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., concede in perpetuo ad Agostino del giudice Giacomo, di Litto, vassallo di M.V., e ai suoi eredi maschi «clericis dumtaxat exceptis», un querceto il Litto, nel luogo detto Plaiule («ad Plaiulas»), per il canone annuo di un tarì a Natale, e 3 once d’oro per questa concessione (L, 19)
3310.
1334, aprile 23, ind. II. – Roberto re a. 25
Ospedale di M.V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Nicola de Acerno, giudice del Casale di M.V.
Filippo, ab. di M.V., – presenti e consenzienti fra Bartolomeo da Mercogliano, cappellano, fra Matteo da Sarno, fra Giacomo da Liveri («de Libero»), fra Salerno da Monteforte, sacrista del detto Ospedale, fra Nicola «de Pontemiano», fra Nicola da Lauro, priore del monastero di Cervinara, e molti altri monaci (non specificati) -, concede in enfiteusi al not. Giacomo, f. del giudice Giacomo, del castello di Arpaia («de Arpadio»), e ai suoi discendenti, «exclusis feminis et clericis», un pezzo di terra «vacua» nelle pertinenze di Airola, nel luogo detto San Festo, per il canone annuo di 7 tarì, da corrispondersi il 15 agosto, e per questa concessione il monastero riceve 2 once d’oro (XII, 81)
3311.
1334, giugno 3, Ind. II – Roberto re a. 26 («25»)
Mercogliano
Pietro Sasso, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Janario, giudice di Mercogliano (che però non si sottoscrive)
Nicola Riccillo, di Mercogliano, col consenso di Filippo, «dei gratia» ab. di M. V., vende a Centannello Pillerio, di Mercogliano, una selva nel luogo detto Cardito, redditizzia al monastero di M.V. in mezzo braccio di cera all’anno nella festa di S. Maria a settembre, per il prezo di 24 tarì d’oro (LXIV, 27)
3312.
1334, giugno 15, ind. II – Roberto re a. 26
Arpaia della Valle Caudina («apud Arpadiam Gaudine vallis»)
Nicola Bove («Bos»), pubbl. not. di Arpaia
La signora Francesca de Cremona, ved. di Filippo Bracsiccio, di Arienzo, crea suo procuratore il signor Tommaso Bracsiccio, suo nipote, pure d’Arienzo, in ordine alla divisione che doveva effettuare coi signori don Nicola Caracciolo («Caraczulo»), don Nicola Buccaplanula, e Paolo e Marino Brancaccio, riguardo ad alcuni beni burgensatici nel casale d’Afragola («in casali fragole»), nelle pertinenze di Napoli, e in alcuni altri luoghi della stessa città (XIV, 169)
3313.
1334, giugno 30, ind. II – Roberto re a. 26
Pozzuoli
Pandolfo Sabatino, di Pozzuoli, pubbl. not.
Nicola de Costanza, giudice annuale di Pozzuoli
Donna Benedetta Capomazza, di Pozzuoli, moglie di Proculo Talercio, pure di Pozzuoli, ratifica la vendita fatta da costui al nobile signor don Raimondo Russo, di Catania, abitante in Napoli, di una terra arbustata ad essa appartenente, sita in Pozzuoli, nel luogo detto Campana, per 8 once d’oro (CIII, 9)
3314.
1334, agosto 5, ind. II – Roberto re a. 26
Santo Stefano della Foresta, nelle pertinenze di Caserta
Giovanni de Angelo, pubbl. not. di Caserta
Giacomo de Raone, giudice di Caserta
Il P. Riccardo da Lauro, priore del monastero di S. Maria di Maddaloni, col consenso di Filippo da Lauro, «dei gratia» ab. di M.V. («Montis Virgins Maioris»), concede a Guglielmo Magnarino, f. del q. Filippo, abitante nella villa di Centorano, nelle pertinenze di Caserta, una terra in Maddaloni, nel luogo detto Foresta, per il canone di 10 grana e mezzo, distribuite nelle feste di Natale, Pasqua e S. Maria del mese di agosto, e 10 tarì per questa concessione (LI, 37)
3315.
1334, settembre 8, ind. III (in: 1334, ottobre 18, ind. III.)
Filippo, «permissione divina» ab. di M. V., crea suo procuratore fra Nicola del Notaio, di Mercogliano, priore de monastero di S. Maria de Vivario di Boiano (in XXIX, 17)
3316.
1334, ottobre 9, ind. III – Roberto re a. 26
Salza («apud casale Salse pertin. Serre»)
Stefano di maestro Bartolomeo, del casale di Salza, pubbl. not.
Pietro di maestro Trogisio e Giacomo di maestro Lorenzo, giudici annuali di Salza
Il nobile Andreotto de Serra affitta a Giacomo Gacta, di Candida, un pezzo di terra con castagneto della lunghezza di 51 canne e due palmi e della larghezza di 42 canne, in territorio del castello di Serra, nel luogo detto «lu pendinu de li frunti», per l’annuo censo di 6 tarì e 10 grana, da corrispondersi ogni anno nella festa di Natale
3317.
1334, ottobre 18, ind. III – Roberto re a. 26
Boiano
Goffrido di Notarpietro, pubbl. not. di Boiano
Egidio del giudice Roberto, giudice di Boiano
Fra Nicola del Notaio, di Mercogliano, priore di S. Maria del Vivario in Boiano, dietro procura di Filippo, «permissione divina» ab. di M.V. (riferita, Reg. 3315), concede a Margherito de Raone una vigna con orto in Boiano, presso l’ospedale di S. Giovanni, per il canone di una libbra di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto; e costui, col consenso di sua moglie donna Tommasa, la vende a Matteo de Massimo e alla moglie donna Francesca con l’onere suddetto, per il prezzo di un’oncia d’oro e 12 tarì «boni et electi auri et bene ponderati» (XXIX, 17)
3318.
1334, novembre 6, ind. III – Roberto re a. 26
Mercogliano
Nicola de Patricia, di Mercogliano, pubbl. not.
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Francesco di Notarguglielmo, insieme con suo figlio Giovanni, di Mercogliano, col consenso di Filippo, «dei gratia» ab. di M.V., vende a Giovanni di Giovanni Bruno, pure di Mercogliano, un po’ di terra con alquanti olivi, nel Gerone di Mercogliano,- terra che era redditizzia al monastero di M.V. in 5 grana d’oro all’anno nella festa di S. Maria a settembre -, per il prezzo di 16 tarì, e 3 tarì al monastero per l’assenso (LXIV, 28)
3319.
1335, gennaio 5, ind. III – Roberto re a. 26
Napoli
Nicola Cannuto, curiale
Marino Guidactio, f. del q. Pandolfo Guidactio, «sane mentiaìs licet egro corpore», aggiunge un codicillo al suo testamento e, fra gli altri legati, lascia un’oncia d’oro alla chiesa di S. Domenico dei Padri Predicatori di Napoli (XCIV, 29)
3320.
1335, gennaio 18, ind. III – Roberto re a. 26
Capua
Giacomo de Adenulfo, pubbl. not. di Capua
Corrado Sturione, giudice di Capua
Nicola e Stefano de Roma, fratelli, e Filippa, moglie del suddetto Stefano, vendono al signor Cerbo de Palmiero la terza parte di una padula nella villa di San Tammaro, mentre le altre due parti di essa erano già dello stesso Cerbo, per il prezzo di 30 once d’oro (XXXII, 50)
3321.
1335, marzo 10, ind. III – Roberto re a. 26
Barletta («apud Barolum»)
Nicola, pubbl. not. di Barletta
Nicola de Giacomo, de Lauretta giudice regio
Il Padre Giovanni da Mercogliano, come procuratore di Filippo, «permissione divina», ab. di M.V., e in forza dei poteri concessigli con tale procura, costituisce suo procuratore sostituto don Giovanni Gualtiero, «ad recipiendum permutandum et recolligendum» nella città di Andria, dondogli pieno potere di ricevere, permutare, ecc.. in quella città, come avrebbe fatto lui personalmente (LXXVI, 64)
3322.
1335, aprile 20, ind. III – Roberto re a. 26
Capua
Giacomo de Adenulfo, di Capua, pubbl. not.
Giovanni Quadrapane, giudice di Capua
Il nobile Cerbo de Palmiero concede a Benedetto Ricio, di Capua, una casa terranea con corte, dentro la città di Capua, nella parrocchia di S. Maria in Abate, per il censo di un tarì all’anno, nella festa di S. Maria ad agosto (XXXI, 94)
3323.
1335, maggio 9, ind. III – Roberto re a. 27
Città di Santa Maria (=Lucera)
Giovanni Mustatolo, pubbl. not. di Santa Maria
Giacomo de Ariano, giudice annuale della stessa città
Nicola Ogliarolo («Oliarulus»), della città di Santa Maria, vende al not. Angelo Russo, di Mercogliano, come procuratore del signor Landolfo di Grottaminarda, una casa «palatiata» con casalino e orto contiguo, nella parrocchia del vescovato, per il prezzo di 10 once (L, 43)
3324.
1335, maggio 13, ind. III – Roberto re a. 27
Cervinara
Giacomo de Roberto, di Cervinara, pubbl. not.
Nicola Sasso, giudice di Cervinara
Lo stesso giudice Nicola Sasso, di Cervinara, vende a Megnato e Simone, fratelli, figli di Giovanni Cristofano, di Cervinara, la terza parte di una terra o selva con castagni, nel luogo detto Toro («a lu toru»), nelle pertinenze di Cervinara , per 21 tarì (XXXVIII, 39)
3325.
1335, maggio 15, ind. III – Roberto re a. 27
Ponte di Mugnano («apud pontem mugnanum»)
Stefano Barrile, del casale di Quadrelle, pubbl. not.
Alessandro de Palmiero, giudice di Litto e di Ponte di Mugnano.
Filippo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., cede a Giovanni de Rosata, di Baiano, due terre nelle pertinenze di Baiano, delle quali una nel luogo detto Valle, e l’altra nel luogo detto Trave («Trabe»), e 11 once d’oro; e riceve da lui una terra in Baiano, nel luogo detto Corte, che il suddetto Giovanni teneva a censo dal monastero per la metà dei frutti (XXIII, 55)
3326.
1335, maggio 18, ind. III – Roberto re a. 27
Villa di Tredici, nelle pertinenze di Caserta
Nicola de Adenulfo, pubbl. not. di Caserta
Matteo de Angelo, giudice di Caserta
Bertone de Giorgio, abitante nella villa di Macerata, territorio di Caserta, col consenso di fra Riccardo da Lauro, monaco di M.V. e priore del monastero di S. Maria Reale di Maddaloni e di fra Filippo da Lauro, ab. di M. V., vende a Leonardo Barone, della suddetta villa di Macerata, un pezzetto di terra nelle pertinenze di Caserta, nel luogo detto Foresta, che teneva a censo dal monastero di M.V. per 10 grana d’oro, distribuite nelle feste di S. Maria ad agosto, Natale e Pasqua, per il prezzo di 18 tarì d’oro di carlini d’argento e con l’onere del suddetto censo (XXXV, 2)
3327.
1335, giugno 11, ind. III – Roberto re a. 27
Ospedale di M.V.
Pietro Sasso, di Mercogliano, pubbl. not.
Matteo de Castolio, giudice del Casale di M.V.
Filippo, «dei gratia» ab. di M. V., concede in perpetuo a Nicola de Orlando, del casale di Valle, nelle pertinenze di Vico, i seguenti beni, esistenti nel suddetto casale e terra di Vico, e cioè: una casa con una vigna contigua; una terra «vacua» nel luogo detto «lu basile»; una terra nel luogo detto «lu pedallone»; una terra «vacua» nel luogo detto «lungneti»; una terra «vacua» nel luogo detto «lu badu de lupesa»; una terra nel luogo detto San Giovanni: il tutto per il canone annuo, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, di un tarì d’oro e di una gallina per la casa, una libbra di cera per la vigna congiunta alla casa, e un .. per la terra «vacua» nel luogo detto «lu basile» (XI, 22)
3328.
1335, giugno 11 – Roberto re a. 27
Ospedale di M.V.
Pietro Sasso, pubb. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Filippo, ab. di M.V., concede in perpetuo a Sandello e a Granato de Maroldo, fratelli, del casale di Valle, nelle pertinenze di Vico, due case in questo casale, una delle quali con orto e vigna, per il canone annuo di un’tarì d’oro e una gallina per la casa, e di.. e mezza gallina per l’altra casa con orto, e di.. per la vigna, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XI, 21)
3329.
1335, giugno 13, ind. III – Roberto re a. 27
Ospedale di M. V. («apud hospitale Monasterii Montis Virgins»)
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M. V.
Giovanni de Barone, del castello di Mercogliano, giudice
Si riporta uno strumento del 28 maggio 1332 (riferito, Reg. 3286), e si dichiara che, non essendosi adempiute le condizioni e gli obblighi contenuti in quello strumento, risultava nulla e invalida la donazione suddetta, anche perchè si erano alienati tali beni (cfr. Reg. 3308). Perciò con questo strumento Filippo, ab. di M.V. (che si sottoscrive), dichiara nulla la concessione da lui fatta a Nicola Marracchia dei beni donati; ma da parte sua il not. Nicola de Tancredo, per non privarsi dei beni spirituali che risultavano dalla sua donazione, di nuovo dona al monastero quei beni stabili con la condizione di rimanere usufruttuario insieme coi suoi eredi, e corrispondere al monastero, nel giorno di Pasqua, per la terra a San Damiano 8 tarì d’oro, e per la terra a Plaiora 16 tarì, e col patto da parte sua di non alienare tali beni (XVIII, 25)
3330.
1335, luglio 28, ind. III – Roberto re a. 27
Avellino
Giovanni de Berteramo, pubbl. not.
Riccardo Forte, giudice di Avellino
Nicola Marracchia, nobile di Avellino, rinuncia al nobile Nicola de Tancredo i due pezzi di terra donati a M.V. al tempo di Pietro, ab. di M.V. e a lui concessi da Filippo, ab. di M.V., essendosi annullata detta donazione per la inosservanza delle condizioni apposte (XVIII, 26)
3331.
(1335), agosto 30, ind. III – Roberto re a. 27
Napoli
Pandolfo Cito, di Napoli, pubbl. not.
Giovanni Arcamone, giudice di Napoli
Pietro Roncha, di Salerno, essendo stato creato procuratore del signor Riccardo de Brussone, conte di Satriano, con atto di procura del 27 agosto 1335, ind. III, allo scopo di esigere 40 once d’oro da Giovanni, maestro Razionale della Curia regia, si fa pubblicamente riconoscere nella sua qualità (CX, 1)
3332.
1335, settembre 5, ind. IV – Roberto re a. 27
Tocco
Barbato, pubbl. not. di Tocco
Robino di Guglielmo de Landolfo, giudice di Tocco
In forza del testamento del chier. Roberto, f. di Riccardo e di Maria, di Tocco, per la remissione dei peccati del suddetto chier. Roberto, si dona al monastero di M.V. di Tocco, e per esso al P. Priore fra Paolo, una casa o palazzetto («seu palaciolum»), perché se ne faccia un ospedale per i poveri (CXXII, 109)
3333.
1335, settembre 20, ind. IV – Roberto re a. 27
Mercogliano
Nicola de Patricia, di Mercogliano, pubbl. not.
Giovanni de Gualtiero, giudice di Mercogliano
Nicola di Notarpalmiero, ferito mortalmente con coltello dal not. Tommaso de Acqua, fa testamento, lasciando in legato al monastero di M.V. una vigna nel luogo detto San Modestino, redditizzia alla chiesa di S. Pietro in 10 grana di censo annuo (LV, 172)
3334.
1335, ottobre 15, ind. IV – Roberto re a. 27
Sarno
Nicola Balzarano, pubbl. not. di Sarno
Anello de Lando, giudice di Sarno
Fra Bartolomeo da Lauro, monaco di M.V. e priore del monastero di S. Giovanni di Sarno, affitta a Giovanni de Rainaldo, per 3 anni, 120 pecore, per un’oncia e 18 tarì all’anno, da corrispondersi metà a Pasqua e metà nella festa di S. Maria ad agosto (CVI, 45)
3335.
1335, novembre 21, ind. IV – Roberto re a. 27
Cervinara
Enrico de Jacobuzio, di Cervinara, pubbl. not.
Angelo di Notargiacomo, giudice di Cervinara
Perrotto Moscato e sua moglie donna Maria, di Cervinara, vendono al not. Marciano Sasso, di Cervinara, un territorio nelle pertinenze di Cervinara, nel luogo detto «a limata», per 2 once e 17 tarì (XXXVIII, 40)
3336.
1335, novembre 23, ind. IV – Roberto re a. 27
Sarno
Giovanni de Capua, pubbl. not. di Sarno
Giovanni Ungaro, giudice di Sarno
Guglielmo Bardario e suo figlio Nicola vendono al not. Giovanni de Albano, di Bracigliano («de Braciliano»), una camera con una casa e una corte, in Sarno, dalla parte della Tabellaria, nel luogo detto Croce, per 5 once, 7 tarì e 10 grana d’oro, e con l’onere di un censo di 10 grana annue al monastero di M.V. (CVI, 44)
3337.
1335 («1336»), dicembre 6, ind. IV – Roberto re a. 27
Mercogliano
Giovanni Filiolo, di Mercogliano, pubbl. not.
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Filippo, «dei gratia» ab. di M.V., con l’assistenza di don Simone da Scafati, priore di Napoli, don Giovanni Ybano, infirmarario, e don Bartolomeo di Giovanni Molina, monaci di M.V., concede a Giovanni de Ugolotto i seguenti beni: una vigna nel luogo detto Sala; un nocelleto nel luogo detto Sariano; una selva nel luogo detto «Cerza de la Guardia»; una selva ivi; una selva nel luogo detto Toccoreta; una terra nel luogo detto «a balle de fonti»; una selva nel luogo detto Plaio; una selva nel luogo detto «a lo Pindino»: il tutto per il canone annuo di 7 tarì, 10 grana e una libbra di cera all’anno nella festa di S. Maria a settembre, e 15 tarì per questa concessione (LXI, 35)
3338.
1335, dicembre 7, ind. IV – Roberto re a. 27
Capua
Filippo de Boninsegna («Bonainsinia»), di Capua, pubbl. not.
Giovanni Quadrapane, giudice di Capua
Il nobile Cerbo de Palmiero cede a Stefano e a Giacomo de Alesio, della villa di Bellona, in territorio di Capua, due pezzi di terra, dei quali uno nel luogo detto Pilzoccaro, e l’altro nel luogo detto «a la malanotte»; nella villa di San Giovanni a Paulisco («ad Paldiscos») e in cambio riceve un territorio nel luogo detto Testa, nelle pertinenze della suddetta villa di Bellona, che tenevano a censo dallo stesso Cerbo de Palmiero (XXXII, 78)
3339.
1335, dicembre 22, ind. IV – Roberto re a. 27
Visciano
Pietro di Gerardo, de Bayno, pubbl. not.
Cristofaro Ferraro, giudice di Lauro
Donna Giacoma, moglie di Nicola Sulimagno, di Visciano, vende a Giacomo e a Nicola Inzorato un territorio nel luogo detto «a le paratine», nelle pertinenze di Visciano, redditizzio al monastero di M.V. nella quarta parte dei frutti superiori e nella ventesima degli inferiori, per il prezzo di 24 tarì d’oro e col sopraddetto onere (XXVII, 25)
3340.
1335 («1336»), dicembre 28, ind. IV – Roberto re a. (27)
Mercogliano
Nicola de Patricia, di Mercogliano, pubbl. not.
Matteo de Johanello, giudice di Mercogliano
Tommaso Maraldino, f. del q. Nicola, di Mercogliano, col consenso di Filippo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., vende a Giacomo Molinaro, f. di Giacomo, pure di Mercogliano, un pezzo di terra con vigna e olivi, nelle pertinenze di Mercogliano, redditizzio al monastero di M.V. in 15 grana d’oro all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (LXIV, 29)
3341.
1336, gennaio 22, ind. IV – Roberto re a. 27
Visciano («apud casale Bissane»)
Nicola de Oringia, di Baiano, pubbl. not.
Paolo Ferraro, giudice di Visciano
Filippo, «miseratione divina» ab. di M.V., compra dalla nobile donna Margherita de Aldimaro, di Nocera, moglie del nobile Roberto Mattia, di Salerno, una casa con anticorte e giardino, con alberi di «mirangulorum», fichi, olivi ecc …, nel casale di Macerata o Liveri («in casali Macerate seu liberi»), per il prezzo di 35 once d’oro (L, 20)
3342.
1336 («1335»), febbraio, ultimo giorno, ind. IV – Roberto re a. 27
Nola
Federico de Syco, pubbl. not. di Nola
Tommaso de Matteo, giudice annuale di Nola e di Cicala
Corrado, f. del q. Pietro de Ruggiero, del casale di Vignola, nelle pertinenze di Nola, vende a Salvato e a Nicola, figli di Giovanni de Tommaso, dello stesso casale di Vignola, una terra in Vignola, nel luogo detto Valle («a la valle»), per 14 tarì (CXXV, 210)
3343.
1336, marzo 25, ind. IV – Roberto re a. 27
Capua
Giacomo de Adenulfo, pubbl. not. di Capua
Giacomo de Patrizio, giudice di Capua
Agata Agnese, figlia del q. Giovanni de Paolo, di Capua, e moglie di Giovanni de Laneta, del castello di Airola, col consenso del suddetto suo marito, per 15 tarì d’oro, vende al signor Cerbo de Palmiero alcune rendite e tutti i diritti che essa aveva sulle seguenti possessioni: due annui tarì amalfitani su un territorio nella villa di Sant’Anello, che dovevano essere corrisposti da Simone de Vico, della stessa villa; due tarì di Amalfi all’anno, da corrispondersi da Simone de Maggio («Madio»), della stessa villa, nella festa di S. Maria a settembre, per una terra con presa e corte, nella stessa villa, e in cui egli abitava, e per una terra nel luogo detto Cesa; due capponi all’anno, a Natale, dovuti a Bartolomeo Zurrillo e da altri eredi del q. Pietro Zurrillo, per una terra con presa e corte (XXXII, 51)
3344.
1336, aprile 15, ind. IV – Roberto re a. 27 («26»)
Casale di Sala, nelle pertinenze di Tocco
Barbato, pubbl. not. di Tocco
Robino di Guglielmo de Landolfo, giudice di Tocco
Don Guglielmo de Alano, di Tocco, lascia per testamento alla cappella da lui fondata nella chiesa di M.V. di Tocco, i seguenti beni nel castello di Tocco: una casa nella parrocchia di S. Vincenzo; un casalino nel medesimo luogo; un orto arbustato di olivi e viti, nel luogo detto «Cabutu»: il tutto con la condizione che nella suddetta casa si dovesse erigere un ospedale («hospitale») per i poveri, e che degli altri suoi beni si dovessero mantenere due letti forniti dell’occorrente (CXXII, 110)
3345.
1336, giugno 3, ind. IV – Roberto re a. 28
Candida
Nicola de Enrico di don Nicola, di Candida, pubbl. not.
Enrico Castanea, giudice annuale di Candida
Il not. Nicola de Enrico di don Nicola, di Candida, dona al monastero e alla Comunità di M.V. una terra con alberi di castagni, in territorio di Candida, nel luogo detto «aluminite», e ne immette nel corporale possesso il monastero per mezzo di fra Giovanni del Casale di M.V., vestarario dello stesso monastero.
3346.
1336, giugno 12
Castel Capuano in Napoli
Re Roberto conferma alla famiglia dei signori Belmusta tutti i privilegi loro concessi dai suoi predecessori, coi quali li avevano dichiarati nobili e aggregati alla nobiltà napoletana, e avevano loro concesso tutte le immunità, franchigie, ecc. (X, 28)
3347.
1336, luglio 19, ind. IV – Roberto re a. 28
Boiano
Goffredo di Notarpietro, di Boiano, pubbl. not.
Berardo di Garardo, giudice di Boiano
Fra Matteo da Marzano, ab. del monastero di S. Maria di Ferrara, concede a Guglielmo, Ruggiero e Giovanni, figli del q. Nicola de Limosano, due pezzi di terra nelle pertinenze di Boiano, nel luogo detto Monteverde, per il canone annuo di una libbra di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e 15 tarì per questa concessione (XXIX, 223)
3348.
1336, luglio 23, ind. IV – Roberto re a. 28
Napoli
Salvato Russo, di Napoli, pubbl. not.
Giovanni de Santa Croce, di Napoli, giudice ivi
Gugliemo Buschetto e donna Caterina, sua moglie, vivente «iure romano», e maestro Giovanni Perrillo, calzolaio («sutor caligarum»), insieme con donna Giovanna, sua moglie, pure vivente «iure romano», donano al monastero di M.V. di Napoli, con donazione irrevocabile «inter vivos», una casa con due cellari congiunti, con cisterna di acqua e una corte, nella città di Napoli, nella piazza di S. Maria Maggiore, detta Marmorata, insieme con tutti i mobili, perchè se ne faccia un infermieria per i monaci («ad opus infirmarie seu infirmorum monachorum eiusdem monasterii»); e ne prendono possesso i padri Giacomo del Casale di M. V. di Napoli (LXXXXIX, 33)
3349.
1336, agosto 14, ind. IV – Roberto re a. 28
Cacciano («Cacciani»), nelle pertinenze di Tocco
Barbato, pubbl. not. di Tocco
Robino di Guglielmo de Landolfo, giudice di Tocco
Giacomo de Rubo, del casale di Cacciano di Tocco, facendo testamento, lascia alcuni beni ai suoi fratelli, con la condizione che, morendo costoro senza figli, tali beni dovevano devolversi al monastero di M.V. di Tocco (CXXII, 112)
3350.
1336 («1337»), agosto 16, ind. IV – Roberto re a. 28 («27»)
Mercogliano
Giovanni Filiolo, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Ursillo e Zoccula, figli del q. Nicola di maestro Riccardo, col consenso di Filippo, «dei gratia» ab. di M. V. (che si sottoscrive), vendono a Giovanni de Suricone una terra con vigna, in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Pretorio, redditizia al monastero di M. V. in un canone annuo di 8 once di cera all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di un’oncia e 12 tarì d’oro (LXIV, 31)
3351.
1336, agosto 23, ind. IV – Roberto re a. 28
Baiano, nelle pertinenze di Avella
Gerardo Gallico, abitante in Baiano, pubbl. not.
Nicola di Notarruggiero, giudice annuale di Avella
Filippo, «miseratione divina» ab. di M.V., compra dalla signora Simona de Aldimaro, di Liveri, moglie di don Tommaso Fainella, di Baiano, certe case con giardino contiguo, nel casale di Liveri, confinanti con le case di M.V.; un giardino in quella stessa terra, nel luogo detto Chiusa («la cluse»); e i diritti che le spettavano sulla chiesa dell’Annunziata in Liveri, e altri diritti che le spettavano su un’aia, cisterna, palmeto, ecc.. il tutto per il prezzo di 33 once e 15 tarì (L, 24)
3352.
1336, agosto 29, ind. IV – Roberto re a. 28 («27»)
Montefusco
Bartolomeo di Notartommaso, di Montefusco, pubbl. not.
Andrea de Populo, giudice di Montefusco
Andrea di Francesco Gervasio, di San Nicola Manfredi («de Sancto Nicolao de Manfredis»), vende a Guido de Gulya una terra nelle pertinenze di Benevento, nel luogo detto «a li Cantasanti», per il prezzo di 2 once e 24 carlini d’oro (XXVI, 51)
3353.
1336, settembre 24, ind. V – Roberto re a. 28
Pozzuoli
Pandolfo Sabatino, di Pozzuoli, pubbl. not.
Nicola de Costanza, giudice di Pozzuoli
L’ab. Pietro di Enrico de Cadeneto, rettore della chiesa di S. Maria della Porta, in Pozzuoli, avendo fatto per parte di quella chiesa una permuta col procuratore del nobile Raimondo Russo, di Catania, abitante in Napoli, riceve ora, – col consenso e alla presenza di fra Paolino, «dei et apostolice sedis gratia» vesc. di Pozzuoli -, una terra arbustata, in Pozzuoli, nel luogo detto Arnano (CIII, 13)
3354.
1336 («1337»), novembre 15, ind. V – Roberto re a. 28
Auletta
Giacomo de Picerno, pubbl. not. di Auletta
Giovanni de Picerno, giudice di Auletta
Fra Napoli da Petina («de Apetina»), oblato di M.V, avendo donato al monastero di M.V. i suoi beni, – e cioè: una terra con castagneto contiguo in territorio di Petina, nel luogo detto Valle del Grati («vallis de Gratis»); un vignale ivi; un castagneto nel luogo detto «Valle de lo cerasu»; la metà di un vignale nel luogo detto Pantanellu; un territorio nel luogo detto Capifornati; un orto nel luogo detto Costa: il tutto col patto di rimanere usufruttuario durante la sua vita -; ora, siccome il monastero gli somministrava vitto e vestito, dona anche questo usufrutto allo stesso monastero, nelle mani di fra Riccardo da Montoro, monaco di M. V. e priore di S. Onofrio di Massa (XCIX, 36)
3355.
1336, novembre 26, ind. V – Roberto re a. 28
Boiano
Giovanni di Nicola de Angelo, pubbl. not.
Nicola Bonifacio, giudice di Boiano
Dietro richiesta di donna Maria, moglie del q. Berardo di Giovanni de Berardo, di Boiano, si riporta uno strumento del 21 maggio 1326 (riferito, Reg. 3126) (XXIX, 18)
3356
1336, dicembre 21, ind. V – Roberto re a. 28
Pozzuoli
Pandolfo Sabatino, di Pozzuoli, pubbl. not.
Angelo Capomaczia, giudice annuale di Pozzuoli
Corrado de Costanza, f. del q. Pietro de Costanza e della q. donna Montanara de Zoffo, di Pozzuoli, col consenso di donna Maria de Fusca, sua moglie, vende al nobile Raimondo Russo, di Catania, abitante in Napoli, cinque sue case con corte davanti e un orticello congiunto, nel borgo di Pozzuoli, per il prezzo di 23 once d’oro (CIII, 10)
3357.
1336 («1337»), dicembre 27, ind. V – Roberto re a. 28
Capua
Giovanni di Guglielmo, pubbl. not. di Capua
Nicola Bona, giudice della città di Capua
Giovanni Passarello, e altri, della villa di San Tammaro, nelle pertinenze di Capua, vendono al monastero di M. V. di Capua, e per esso al priore fra Marco, una corte con pagliaio, nella stessa villa, per il prezzo di 5 once d’oro (XXXI, 35)
3358.
1336, … – (Roberto) re a. (27-28) («vices…»)
Capua
Capuano de Stefano, pubbl. not. di Capua
Bartolomeo de Peregrino, giudice di Capua
Il nobile Cerbo de Palmiero concede a Nicola de Pascasio una casa terranea con una taverna e orto, vicino al ponte della città («in Burgo pontis»), per il censo annuo di 6 tarì, da corrispondersi metà a Natale e metà a Pasqua maggiore, e 4 once d’oro per questa concessione (XXXII,95)
3359.
1337 («1336»), gennaio 11, ind. V. (in: 1337 [1336], gennaio 22, ind. V)
Fra Filippo, «dei gratia» ab. di M.V., crea suo procuratore fra Giovanni da Montesarchio, priore di S. Maria del Vivario in Boiano (in XXIX, 16)
3360.
1337 («1336»), gennaio 22, ind. V – Roberto re a. 28 («23»)
Boiano
Giovanni de Nicola, pubbl. not. di Boiano
Egidio del giudice Roberto, giudice di Boiano
Fra Giovanni da Montesarchio, priore di S. Maria del Vivario di Boiano, dietro procura di Filippo, «dei gratia» ab. di M.V. (riferita, Reg. precedente), concede a Taliaferro de Taliaferro, di Boiano, e ai suoi eredi di 1° e 2° grado d’ambo i sessi, due pezzi di terra, dei quali uno nel luogo detto «li paduli» e l’altro nel luogo detto Cassarino, nelle pertinenze di Boiano, per l’annuo censo di una libbra di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto; e per questa concessione riceve 2 once d’oro e 15 tarì («pro relevo seu intratura»), denaro che egli manda all’abate di M. V. «pro ardua necessitate» del suddetto monastero, cioè per un debito che esso aveva a causa di una lite che allora sosteneva (XXIX, 16)
3361.
1337, gennaio 23, ind. V – Roberto re a. 28
Pozzuoli
Pandolfo Sabatino, di Pozzuoli, pubbl. not.
Angelo Capomaccia, giudice di Pozzuoli
La ved. donna Domenica Fornaria, coi suoi figli, vende al presb. Giacomo Telercio, canonico di Pozzuoli, due case nel Borgo di Pozzuoli, per il prezzo di 8 once d’oro (CIII, 11)
3362.
1337 («1336»), febbraio 4, ind. V – Roberto re a. 28
Sarno
Leucio de Sirica, di Sarno, pubbl. not.
Nicola di Gimundo, giudice di Sarno
Il Padre Tommaso da Montecorvino, dell’Ordine dei frati Minori, guardiano del convento di S. Francesco in Sarno, e Palerma, ved. di Nicola Pandolese («Pandolense»), pure di Sarno, esecutori testamentari del suddetto Nicola, per soddisfare a certi legati lasciati da costui, vendono a Filippo, «permissione divina» ab. di M.V., una casa con palazzotto, due sottani, una stalla e un oliveto congiunto, in Sarno, nel luogo detto «Ai piedi del Borgo», per il prezzo di 12 once (CVI, 26)
3363.
1337, («1336»), febbraio 7, venerdì, ind. V. – Roberto re a. 28
Liveri («apud casale Liberi de pertinentiis Nole»)
Roberto de Matteo, pubbl. not. di Nola
Rugio Quadraccio, regio giudice di Nola e di Cicala
Filippo, «miseratione divina» ab. di M.V., compra da Nicola Millusio, del casale di Liveri, f. del not. Filippo Millusio, di Liveri, un territorio nelle pertinenze di quel casale, nel luogo detto Pozzo di Macerata («ad puntheum Macerate»), per il prezzo di 30 once (L, 21)
3364.
1337, febbraio (giorno, in bianco), ind. V – Roberto re a. 28 («29»)
«Maccula saracena»
Pietro di maestro Landolfo, pubbl. not.
Pietro de Belardo, giudice di «macclesaracene»
Il not. Lorenzo de Atenasio, di Napoli, familiare del nobile signore don Egidio de Squamis, ciambellano del re, giustiziere e vicario generale di Terra di Lavoro e del contado del Molise, fa riprodurre un ordine del medesimo, contenente il processo da darsi al signor Tommaso de Tocco, di Capua, dei Castelli di Casalis Johannis e di Maccola Saracena, coi vassalli, ecc.., vendutigli dalla Corte, con l’obbligo di servire in guerra lui e i suoi eredi (LIV, 94)
3365.
1337, marzo 22, ind. V – Roberto re a. 28 (in: 1337, [maggio], ind. V.)
Napoli
Giovanni Grillo, di Salerno, professore di diritto civile, viceprotonot. del Regno
Il re Roberto comunica al giustiziere di Capitanata o al suo luogotenente che Tommaso de Tocco, di Capua, gli ha esposto che la sua regina Sancia, sua consorte, ha venduto per un certo prezzo a lui e ai suoi eredi certi beni dal valore annuo di 8 once, esistenti in terra di Capitanata, «sub feudali servicio» e con l’espressa condizione di prestare alla regina e ai suoi legittimi discendenti il dovuto servizio militare, e che in caso che la regina dovesse morire senza lasciare figli, allora lo stesso Tommaso e i suoi eredi dovranno prestare quel servizio alla Curia di Capitanata, e ora con l’altra condizione di domandare su ciò l’assenso regio. Ora, appunto per ottenere questo assenso, Tommasa ha presentata al re umile supplica, che viene accolta, e perciò il re ordina al capitano di Capitanata di ricevere dagli uomini e vassalli interessati il solito giuramento di fedeltà in ordine al servizio feudale secondo l’uso e le consuetudini del Regno (in CXXIII, 130)
3366.
1337, aprile 10, ind. V – Roberto re a. 28
Napoli
Nicola de Burzalia, di Napoli, pubbl. not.
Pietro de Maggio («Madio»), giudice di Napoli
Il signor Cerbo de Palmiero compra per 153 once d’oro dalla signora Sicelgaita di Maruccio de Eboli («Ebulo»), di Capua, moglie di Sergio Poderico, di Napoli, alcuni stabili, che questa signora teneva dalla Curia della Chiesa Maggiore di Capua per un canone annuo di 20 tarì di Amalfi, e cioè: un tenimento nella «villa Lanczei», in territorio di Calvi, e nella villa Guascone a San Marco, nel luogo detto San Nazzaro, in territorio di Capua, con terre colte, incolte ecc.., altre nelle pertinenze di Capua, nel luogo detto «alle Carrare» e nel luogo detto «a la pretella», nella villa di San Vito (XXXII, 52)
3367.
1337, maggio 1°, ind. V (in: 1337, [maggio], ind. V)
Giacomo Oppidi, ciambellano del re, capitano generale e giustiziere di Capitanata, avendo ricevuto dal re Roberto una lettera in data 22 marzo 1337, Ind. V. (riferita, Reg. 3365), e volendo procedere all’esecuzione di essa, in forza dell’autorità di cui egli gode e sotto pena di 25 once d’oro ordina al nobile Maczarello de Tufo, di portarsi personalmente nel casale «Johanne et Maccole Saracene» e di porre Tommaso de Tocco nel possesso di quei beni comprati dalla regina, ricevuto prima il solito giuramento di fedeltà per parte della Maestà regia e facendo prestare a quei vassalli il giuramento di vassallaggio secondo le consuetudini del Regno (in CXXIII, 130)
3368.
1337,(maggio), ind. V – Roberto re a. 28
«Apud castrum Casalis Johannis»
Nicola de Stefano di Berno, pubbl. not.
Giovanni di Nicola de Angelo, giudice annuale di Casal Giovanni
Nicola Maczarello de Tufo, esecutore di una lettera regia del 22 marzo 1337 (riferita, Reg. 3365) e dell’ordine ingiuntogli dal giustiziere Giacomo Oppidi (cfr. Reg. precedente), fa raccogliere nel luogo solito L’Università del castello di Casal Giovanni, davanti a lui, e comunica personalmente all’Università la suddetta lettera del Re Roberto al giustiziere Giacomo Oppidi e poi riceve degli uomini e vassalli presenti il solito giuramento di fedeltà per la Maestà regia; infine fa prestare dagli stessi uomini per il suddetto Tommaso de Tocco il giuramento di vassallaggio («assecurationis debite sacramenta»). E tutti promettono di ritenere come loro signore lo stesso Tommaso. Poi Nicola Maczarello de Tufo si porta nella terra «Maccule Sarracene» e fa ripetere da questi uomini gli stessi giuramenti e impegni come ha fatto fare per i vassalli del Castello di Casal Giovanni (CXXIII, 130)
3369.
1337, giugno 9, ind. V – Roberto re a. 29
Capua
Filippo de Compendio, di Capua, pubbl. not.
Nicola Bona, giudice di Capua
Pietro Gaytano, della villa di Santa Maria a Fossa, territorio di Capua, per un’oncia d’oro, 3 tarì e 15 grana, lascia piena quietanza a Stefano di Lorenzo de Peregrino, della villa di Marando, pure nelle pertinenze di Capua, in ordine alle restituzione di metà della dote che aveva ricevuto in occasione del suo matrimonio con Maria, figlia del suddetto, Pietro, essendo costei deceduta senza lasciar figli (XXXII, 124)
3370.
1337 («1338»), luglio 15, ind. V – Roberto re a. 29
Ospedale di M. V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Matteo de Balzano, giudice del Casale di M.V.
Filippo, «permissione divina» ab. di M. V. (che si sottoscrive), riconcede a Guglielmo Bineto, abitante nel Casale di M. V., vassallo del monastero, un pezzo di terra nella maggior parte sterile e incolto, con alcune piante di noci, nel luogo detto Campomarino, – e che già teneva dal monastero per la metà dei frutti superiori e la decima dei seminati -, per il censo annuo di 13 grana d’oro, e 15 tarì per questa riconcessione (CXVII, 46)
3371.
1337, agosto 27, ind. V – Roberto re a. 29 («28»)
Ceppaloni
Giovanni di maestro Enrico, pubbl. not. di Ceppaloni
Nicola di donna Giovanna, giudice di Ceppaloni
Donna Bruna, moglie di Francesco Magno, insieme con Reccolita, sua sorella, vende al maestro Giacomo Rocca, detto Pellicone, due pezzetti di terra nelle pertinenze di Ceppaloni, nel luogo detto «alle Selve», per 26 tarì (XXXVI, 55)
3372.
1337, novembre 11, ind. VI (in: 1337, dicembre 6, ind. VI – Roberto re a. 29)
Stefano Barrile, di Quadrelle, pubbl. not.
Tommaso de Landone, giudice di Litto e di Ponte di Mugnano
Filippo, «dei gratia» ab. di M.V., crea suo procuratore fra Giovanni de Ybano, di Mercogliano, monaco di M. V. in ordine a un contratto da stipularsi col magnifico don Filippo de Sus, ciambellano del re (in LXXXIII, 52).
3373.
1337, novembre 23, ind. VI – Roberto re a. 29
Montevergine
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Matteo de Balzamo, giudice del Casale di M.V.
Filippo, «dei gratia» ab. di M.V., concede a Giovanni del Giudice, detto Francesco, di Marigliano, i seguenti beni nelle pertinenze di Marigliano, – che furono donati al monastero dal q. fra Pietro de Campomarano, del casale di Sant’Arcangelo, nelle pertinenze di Marigliano -, e cioè: una casa con corte e orto nel suddetto Casale di Sant’Arcangelo; un nocelleto nel luogo detto «a la Barula»; un nocelleto nel luogo detto Parata: tutti per il canone annuo di 3 libbre di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 6 once d’oro per questa concessione (LIII, 28)
3374.
1337, dicembre 6, ind. VI – Roberto re a. 29
Napoli
Giacomo Quaranta, di Napoli, pubbl. not.
Andrea Pulderico, giudice di Napoli
Filippo de Sus, ciambellano del re, volendo dotare la sua cappella, fatta costruire in M.V., perché vi si possa celebrare il divin culto, in parte dona con donazione irrevocabile «inter vivos» e in parte vende due starze dei suoi beni burgensatici, in territorio di Montefusco, di cui una nel luogo detto Ubiano e l’altra nel luogo detto «a lu poppu», e riceve da fra Giovanni de Ybano, di Mercogliano, monaco di M.V. e procuratore di fra Filippo «dei gratia» ab. di M.V., – agente dietro procura dell’ 11 novembre 1337 (riferita, Reg. 3372) -, 32 once d’oro. Da parte sua fra Giovanni promette di officiare quella cappella, di far celebrare la domenica i divini offici e di farla dipingere (LXXXIII, 52)
3375.
1337, dicembre 7, ind. VI – Roberto re a. 29
Tripergole («apud locum trium pergolarum»)
Giacomo Quaranta, di Napoli, pubbl. not.
Nicola de Tripergole, giudice annuale di Pozzuoli
Donna Francesca de Cerrano, consorte del magnifico don Nicola de Maria, signore di Serino, e donna Margherita Morrena, consorte del magnifico don Filippo de Sus, f. della suddetta donna Francesca, vivente «iure romano et more francorum», alla presenza di fra Giovanni de Ybano, di Mercogliano, monaco di M.V., – come da procura dell’11 novembre 1337 (riferita, Reg. 3372) -, asseriscono che il magnifico don Filippo de Sus, figlio della suddetta Francesca e vicario di Margherita, offrì, donò e in parte vendette allo stesso fra Giovanni, sia per la dotazione di una sua cappella in M.V., come per farvi celebrare i divini offici e per il prezzo di 32 once d’oro, due starze di suoi beni burgensatici, in territorio di Montefusco, delle quali una nel luogo detto Ubiano e l’altra nel luogo detto «a lu popplu», e lo stesso Filippo promise di far ratificare tale contratto da donna Francesca e da donna Margherita. Ora volendo costoro eseguire quanto promesse da don Filippo, ratificano solennemente il precedente strumento (LXXXIII, 51)
3376.
1338, febbraio 15, ind. VI – Roberto re a. 29
Sant’Angelo dei Lombardi
Giovanni de Marco, pubbl. not.
Giacomo de Odone, giudice di Sant’Angelo dei Lombardi
Pernucia, figlia del q. Federico de Nicola, della città di Sant’Angelo dei Lombardi, col consenso di suo marito Pietro Ferraro, vende la sua porzione di un ortale nel luogo detto La Fontana di donna Dianora («la funtana de dompna dyanora»), al maestro Riccardo de Eboli, abitante in Sant’Angelo dei Lombardi, per un’oncia d’oro (XIII, 10)
3377.
1338 («1339»), marzo 27, ind. VI – Roberto re a. 29
Maddaloni
Filippo de Sico, di Maddaloni, pubbl. not.
Giacomo de Sico, giudice di Maddaloni
Giovanni de Adamo, insieme con sua moglie Giacoma e sua figlia Maddalena (e «Madalona»), abitanti in Maddaloni, vende al nobile Ilario de Parma, abitante in Napoli, una presa di terra nelle pertinenze di Maddaloni, nel luogo detto Campo Maggiore, per un’oncia d’oro (LI, 98)
3378.
1338 («1339»), marzo 27, ind. VI – Roberto re a. 29
Maddaloni
Filippo de Sico («Syco»), di Maddaloni, pubbl. not.
Giacomo de Sico («Syco»), giudice di Maddaloni
Giovanni de Adamo, insieme con sua moglie Giacoma e sua figlia Maddalena (e «Madalona»), abitante in Maddaloni, vende al nobile Ilario de Parma, abitante in Napoli, un pezzo di terra nel luogo detto Campo Maggiore, nelle pertinenze di Maddaloni, redditizzio a Giovanni Russo in mezzo tarì amalfitano all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, per un’oncia e con l’onere suddetto (LI, 99)
3379.
1338, aprile 5, domenica, ind. VI – Roberto re a. 29
Casale di San Paolo, nelle pertinenze di Nola
Angelo di Marino, pubbl. not. di Nola
Andrea de Crissio, giudice regio di Nola e di Cicala
Angelo de Abundo, del Casale di San Paolo, nelle pertinenze di Nola, vende a Filippo de Abundo, dello stesso casale, un orticello nello stesso casale, per il prezzo di 25 tarì (XCVIII, 33)
3380.
1338, aprile 26, ind. VI – Roberto re a. 29
Napoli
Francesco Pappasino, di Napoli, pubbl. not.
Martuccio de Altosingo, giudice di Napoli
Don Nicola de Eboli, conte di Trivento, conferma la donazione fatta da Guglielmo de Eboli («Ebulo» e «Ebolo»), suo padre, al monastero di M.V. di Napoli, di due pezzi di terra nella villa di Grumo nelle pertinenze di Napoli, dei quali uno della capacità di 6 moggi e 4 quarti nel luogo detto Floreno, e l’altro della capacità di 3 moggi e 6 quarti, nel luogo detto Campo Palumbo («ad campum palumbum»); e ne dà il possesso al P. Alferio da Avellino, monaco di M. V. e procuratore del monastero di M.V. di Napoli (XLVII, 39)
3381.
1338, maggio 1°, ind. VI – Roberto re a. 29
Napoli
Aduardo Castagnola, di Napoli, pubbl. not.
Speradeo de Randacio, giudice della città di Napoli
Giovanni de Donato, di Maddaloni, vende al nobile Ilario de Palude, di Parma, un moggio di terra arbustata nelle pertinenze di Maddaloni, nel luogo detto Campo Maggiore («Campo Maiore»), per un’oncia e 10 tarì (LI, 97)
3382.
1338, agosto 15, ind. VI – Roberto re a. 30 («29»)
Forenza
Pietro de Oriente, pubbl. not. di Forenza
Peregrino di maestro Pietro Floreno, giudice di Forenza
Don Riccardo Calvo, di Forenza, dona ad Auribilia, sua serva, e ad Angeluccia, figlia adottiva della q. Arabile, molti beni mobili e stabili, e fra l’altro una casa nella parrochia di S. Nicola, fuori le mura di Forenza, col patto di corrispondere una gallina all’anno alla Curia di Forenza (XLIV, 61)
3383.
1339, gennaio 26, ind. VI – Roberto re a. 30
Isernia («Ysernie»)
Simeone d’Andrea, d’Isernia, pubbl. not.
Pietro di Notar Pietro, di Isernia, giudice della stessa città
Fra Nicola da Benevento, monaco di M. V. e priore di S. Maria del Vivario di Boiano, immediatamente soggetta al monastero di M. V., si fa trascrivere un codicillo, aggiunto dal nobile Alessandro de Boyano, di Isernia, nell’ottobre 1323, al suo testamento (riferito, Reg. 3064), per quel che riguarda un suo legato lasciato a S. Maria del Vivario (XXVIII, 112)
3384.
1339, fabbraio 8, ind. VII – Roberto re a. 30
Maddaloni
Filippo de Sico, pubbl. not.
Riccardo Scarano, giudice di Maddaloni
Fra Berteraimo, priore del monastero di S. Benedetto di Capua, riconcede a Domenico Pipino, f. del q. giudice Ugo, di Maddaloni, tre pezzi di terra nel luogo detto Corti degli Abati («curti dellabati»), nelle pertinenze di Maddaloni, per il canone annuo di 4 tarì e 7 grana, da corrispondersi nella festa di S. Benedetto (LI, 111)
3385.
1339, marzo 1°, ind. VII – Roberto re a. 30
Napoli
Pietro Passasino, pubbl. not. di Napoli
Gualtiero Lazzaro, di Napoli, baiulo della città di Napoli, Francesco Fasolo, «miles», giudice di Napoli
Si riporta una sentenza, emessa nel presente anno della VII Ind. a favore del monastero di M.V. contro l’ab. di S. Lupo di Benevento, il quale aveva reclamato contro la permuta fatta tra il monastero di S. Lupo e quello di M. V., in cui il monastero di S. Lupo aveva ceduto la chiesa di S. Maria del Vivario di Boiano, e in cambio aveva ricevuto la chiesa di S. Giorgio di Vallata, in diocesi di Bisaccia (XXVIII, 111)
3386.
1339, aprile 2, ind. VII – Roberto re a. 30
Ospedale di M. V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M. V.
Matteo de Balzamo, giudice del Casale di M. V.
Filipo, «dei gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), riconcede a Caruccio di Nicola Bonafede, di Mercogliano, un pezzo di terra per la maggior parte sterile e incolto e quasi totalmente «vacuo», che costui teneva già dal monastero per la metà dei frutti superiori e la decima del terratico, nel luogo detto Campomarino, per il censo annuo di 2 grana d’oro, da corrispondersi d’ora in poi nella festa di S. Maria a settembre, e 15 tarì per questa riconcessione (CXVII, 47)
3387.
1339, aprile 3, ind. VII – Roberto re a. 30
Mercogliano
Nicola de Patricia, di Mercogliano, pubbl. not.
Riccardo Racco, giudice di Mercogliano
Maestro Giovanni de Patricia e Giacomo, suo figlio, di Mercogliano, abitanti in Avellino, col consenso di Filippo, «dei gratia» ab. di M.V., vendono a Giovanni de Rosa, f. di Giovanni, una terra con orto e alcune piante di olive, nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Capocasale («Capud casale»), – redditizzia al monastero di M.V. in una libbra di cera all’anno nella festa di S. Maria a settembre -, per il prezzo di 24 tarì d’oro, e 3 tarì al monastero per l’assenso (LXIV, 32)
3388.
1339, aprile 10, ind. VII – Roberto re (a. 30)
Ospedale di M. V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Riccardo de Stulto, giudice del Casale di M.V.
Filippo, «dei gratia» ab. di M. V., cede in permuta a Matteo di Giovanni Beneventano, di Cervinara, un territorio nelle pertinenze di Arpaia, nel luogo detto Fasella, – che il sudetto Matteo teneva a censo dal monastero per tarì all’anno -; e in cambio riceve una casa con giardino, in Cervinara, nel casale di Valle, che l’ab. Filippo concede allo stesso Matteo e ai suoi eredi, «exceptis et clericis», per il canone annuo di 2 tarì (XXXVII, 163)
3389.
1339, maggio 2, ind. VII – Roberto re a. 30
Mercogliano
Nicola de Patricia, di Mercogliano, pubbl. not.
Matteo de Johanello, di Mercogliano, giudice ivi
Nicola del giudice Salerno, di Monteforte, vende al not. Nicola de Montorio, di Mercogliano, agente anche a nome e per parte di Nicola e Antonio, fratelli e pupilli, minori di quindici anni, figli di una donna di nome Nobile, figlia del q. Giovanni de Nobile, di Mercogliano, un pezzetto di terra con alcune piante di querce, nelle pertinenze di Monteforte, nel luogo detto Favale («Fabale»), per il prezzo di 4 tarì e 10 grana d’oro (LXXXI, 119)
3390.
1339, giugno 12, ind. VII – Roberto re a. 31
Pozzuoli
Pandolfo Sabatino, di Pozzuoli, pubbl. not.
Nicola Fornario, giudice annuale di Pozzuoli
Il conte Gentile Capomaccia («Capudmaccia»), di Pozzuoli, e Proculo Telercio, pure di Pozzuoli, convengono in questa «concordiam»: Proculo dà licenza e potere al conte Gentile di poter appoggiare «quosdam guactones de lapidibus» a un muro di sua casa in Pozzuoli, nella parrochia di S. Massimo, e di poter costruire sopra un muro di sua casa, innalzandolo secondo il bisogno per farvi fare il camino di un forno ora costruito («faciendi fieri ibidem quendam cannonem per quem possit exire libere fumus cuiusdam furni nuper constructi») nella casa del Gentile; e costui da parte sua, dà a Proculo una uguale licenza di fare «gactones lapideos» su un muro della sua casa col potere di innalzarlo secondo il bisogno (CIII, 16)
3391.
1339, novembre 23, ind. VIII – Roberto re a. 31
Ascoli («Apud Excolum»)
Nicola di Giovanni de Ariano, pubbl. not. regio
Giovanni de Ariano, giudice di Ascoli
Filippo, «dei gratia» umile ab. di M.V., dà in fitto al Padre Nicola da Apice la chiesa di S. Pietro Orsetano («de Russitano») di Rocca Sant’Agata, con tutti i beni che spettavano a quella chiesa, per 40 tomoli di grano, orzo, ecc., ogni anno (XI, 66)
3392.
1340, gennaio 18 ind. VIII – Roberto re a. (in bianco)
Salerno
Giovanni de Rosa, di Cava, pubbl. not.
Landolfo Pastellario, giudice di Salerno
Il signor Cerbo de Palmiero riconcede all’ab. Giacomo Conciatore, canonico di Capua, certe case facenti parte dei suoi beni burgensatici, in Capua, nella parrocchia di Sant’Ambrogio, e al posto del censo annuo di 4 tarì che corrispondeva a Pasqua, d’ora in poi corrisponderà soltanto 10 grana (XXXII, 96)
3393.
1340, maggio 26, ind. VIII – Roberto re a. 32
Avellino
Matteo Lictera, pubbl. not. di Avellino
Maestro Giovanni Syrignano, giudice di Avellino
Donna Filippa, ved. di Nicola Sirignano, di Avellino, vende a Guglielmo, f. di Giovanni Russo, pure di Avellino, un pezzo di terra con nocelleto, suo dotale, nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto «a la Serra», per 2 once d’oro (XXI, 46)
3394.
1340, giugno 14, ind. VIII – Roberto re a. 32
Napoli
Pietro de Cadeneto, «miles», ciambellano del re, e Giovanni Spinello di Giovinazzo, professore di diritto civile, maestro razionale della Gran Curia Regia, regio consigliere e familiare del re, reggenti della Curia della Vicaria del Regno, Francesco de Potenza, Nicola de Turre e Matteo de Laude, professore di diritto civile, «milites», col presente scritto dichiarano che «dudum» il 14 gennaio della VI ind. ultima scorsa, il not. Martuccio e il not. Allegretto de Maiori, procuratori del rev. don Benedetto, arcivesc. di Salerno, contro donna Berlengaria de Marzano e donna Mattia de Palmiero, di Capua, e contro qualunque altra persona interveniente per esse, presentarono un libello del tenore seguente: Essi propongono nella Curia della Vicaria del Regno che possedendo il suddetto arcivesc. di Salerno, Benedetto, per se stesso, o altri in suo nome, i sottoscritti beni stabili, Tommaso de Sanframando, «armaturs armis prohibitis», con altri, armati allo stesso modo, spogliò il suddetto arcivesc. «auctoritate propria» di tali beni, che dopo un certo tempo passarono alle suddette signore Berlengaria e Mattia, che ancora attualmente li posseggono, e non vogliono restituirli all’arcivesc. pur essendone state richieste più volte. Perciò essi procuratori domandano che quelle signore vengano condannate alla restituzione con sentenza della Regia Corte, e alla restituzione dei frutti indebitamente percepiti. Ora i beni stabili, posti in Capua, che nel modo suddetto sono posseduti da donna Berlengaria sono: tutte le case, «palaciate et plane» con corte e giardini contigui che furono del q. don Corbo de Palmiero, del q. Nicola de Mario e di don Andrea de Citro; le case «placiate et plane» nelle quali abitano Francesco di don Gimundo, il maestro Paolo e il calzolaio Giovanniello: una casa in cui c’è un forno; molte case contigue poste nel Borgo di San Giovanni Gerosolimitano; un pezzo di terra nel luogo detto San Rufo; un bosco e una palude con una terra lavorativa contigua nel luogo detto Rustici; un prato ivi; un prato presso San Clemente; una terra nella villa di Santa Giusta; un’altra terra nella villa di Pampliano; un tenimento nella villa di Castelluccio; un orto fuori del ponte, nel luogo detto «a li Russi». I beni stabili posti nel castello di Maddaloni, che nel modo suddetto sono posseduti da donna Mattia sono i seguenti: le case «placiate et plane» con giardino, congiunte al monastero dei Frati Minori della terra di San Biagio; una terra nel luogo detto «a lu pirillo»; una starza nel luogo detto «Rao Guillelmi seu Starcia Caserte»; una terra nel luogo detto «a Soroba»; un’altra starza nel luogo detto Marzanu; un orto detto l’Orto di San Paolo; un’altra starza nel luogo detto Palude, presso la chiesa di S. Maria del Gualdo; un orto detto l’Orto di Santa Maria Maddalena; un pezzo di terra nel luogo detto «a lu puzcu». I beni stabili nella città di Sessa («Suesse»), che nel suddetto modo sono posseduti da donna Mattia sono i seguenti: una casa nella città di Sessa presso la via pubblica; altre case ivi presso: un pezzo di terra con oliveto nel luogo detto Fello: molti pezzi di terra contigui fra loro nel luogo detto Lauriana, nelle pertinenze della stessa città di Sessa; un orto presso la chiesa di S. Maria de Ortis; una starza nel luogo detto Cerrenasii con case in essa; un altro pezzo di terra, arbustato, nel luogo detto «a lu cornu»; una terra nel luogo medesimo; un sedile con quattro case, pagliaio, casalino, ortale e aia, nel luogo detto Cerenasii; una terra con aia e pagliaio nel luogo detto «a quintule»; una terra con tre case piane, una casa «palaciata», palmento e forno, in «villa derularum»; una terra nelle pertinenze della stessa villa, nel luogo detto Campo piano; un’altra terra nel lioto detto «a lu merdaru»; una terra nello stesso luogo; una selva con mola e mulino. Presentato questo libello nella Curia ne fu data copia a Francesco de Cerreto, procuratore delle suddette signore; e costui, interrogato dalla Curia «ante litis ingressum», se le suddette signore tenevano e possedevano i beni contenuti in quel libello, rispose di si, che però egli ignorava i titoli di quel possesso. Iniziatasi la lite, i procuratori dell’arcivesc. di Salerno, presentano un secondo libello, in cui, dopo aver riportato integralmente il primo libello, dicono che, siccome intendono procedere «ad anteriora» nella causa del detto possessorio, domandano che, «suspenso dicto petitorio», si debba procedere dalla Curia nella cusa del possessorio, come di ragione, fondati su ogni diritto, e questa petizione fu presentata il 23 maggio in giudizio, presenti i procuratori delle due parti, assegnandosi un termine perentorio per dar tempo di recare le debite prove. Il 27 maggio il not. Francesco de Cerreto presentò in giudizio una petizione nella quale egli diceva che «ob ignaviam et nimiam semplicitatem suam», trascurò di informare Berlengaria de Marzano, ved. di don Pietro de Palmiero, di Capua, e omise di produrre certi testi che se si fossero fatti esaminare avrebbero dimostrato il suo assunto, e perciò egli aveva recato enorme danno nella causa della sua signora. Pertanto domanda a nome di essa, «per beneficium restitutionis in integrum», che si assegnasse un nuovo termine «ad pinguis probandum». Dopo questa petizione, il 19 giugno della stessa VI indizione (=1338) il suddetto not. Allegretto de Maiori, procuratore dell’arcivesc di Salerno, presentò in giudizio alla presenza del suddetto nota. Francesco de Cerreto un’altra petizione in cui, dopo aver riportato tutti i documenti precedenti, si domandava che si procedesse oltre nella causa. Nello stesso giorno il not. Francesco de Cerreto, procuratore delle suddette signore presenta una petizione, in cui espone alla Curia della Vicaria del Regno che le suddette signore non approvano la sua precedente petizione del 27 maggio (già riferita più sopra) «de petizione dicti beneficii restitutionis in integrum», e rinunciano a tale beneficio, e perciò egli, «de speciali voluntate conscientiae et mandato ipsarum mulierum et cuiuslibet earum», rinunzia espressamente al suddetto beneficio della restituzione e domanda che la Curia proceda pure avanti nella cusa, nonostante la sua precedente petizione. Perciò il 21 giugno seguente per volontà dei procuratori delle due parti, presenti in giudizio, fu fatta la pubblicazione degli atti presentati in giudizio e data copia alleparti. Finalmente il 22 giugno i procuratori delle due parti presenti in giudizio rinunziarono volontariamente in detta causa «et ad sentenciam concluserunt, salvis allegationibus juris». Dopo matura discussione si emette sentenza in tutto favolrevole all’arcivesc. di Salerno e secondo il primo libello presentanto dai procuratori di lui (XXXII, 81).
3395.
1340, giugno 26, ind. VIII – Roberto re a. 32
Maddaloni
Leucio Trunculo, di Maddaloni, pubbl. not.
Giovanni de Donatulo, giudice di Maddaloni
Si riporta una sentenza, emanata il 14 giugno precedente (riferita, Reg. precedente) a favore di Benedetto de Palmiero, arcivesc. di Salerno, contro le signore donna Berengaria Marzano e donna Mattia de Palmiero, che furono condannate a restituire all’arcivesc. molti beni in Capua e altrove, da esse ingiustamente posseduti (XXXII, 131)
3396.
1340, agosto 28, ind. VIII – Roberto re a. 32
Capua
Capuano de Stefano, di Capua, pubbl. not.
Raone de Matteo, giudice della città di Capua
Nicola e Matteo, figli del q. Nicola di don Giorgio, e Giovanni, Derradana, Lorenza e Francesca, figli del q. Pietro di don Giorgio, della villa di Pignataro, vendono al nobile Pietro de Roma, canonico di Capua, agente a nome del signor Cerbo de Palmiero, due pezzi di terra nelle pertinenze di Capua, dei quali uno nel luogo detto l’Arbusto di Nicola de Raone, e l’altro nelle pertinenze di Volpicello, per il prezzo di 6 once e 7 tarì d’oro (XXXII, 56)
3397.
1340, novembre 14, ind. IX – Roberto re a. 32
Ospedale di M.V.
Giacomo, pubbl. not. del Casale di M.V.
Filippo, «permissione divina» ab. di M.V., concede a Goffrido Cappello del casale di Massa, una terra in parte lavorativa e in parte incolta, nelle pertinenze di Auletta, nel luogo detto Santa Lucia, per il canone annuo di un tarì d’oro, da corrispodnersi nella festa di S. Maria ad agosto, e un’oncia d’oro, 7 tarì e 10 grana per questa concessione (XXII, 46)
3398.
1340, dicembre 20, ind. IX – roberto re a. 32
Maddaloni
Pietro de Sico, pubbl. not. di Maddaloni
Giacomo de Sico, giudice di Maddaloni
Stabile, f. del q. Pietro de Griso, dichiara di avere una presa, appartenegte alla chiesa di S. Maria Reale di Maddaloni, nel luogo detto Sollarolo, concessa a lui e ai suoi eredi, «exceptis clericis et feminis» da Filippo, ab. di M.V., per il canone annuo di 3 once di cera, nella festa di S. Maria ad agosto, alle quali di nuovo si obbliga (LI, 61)
3399.
1341, gennaio 4, ind. IX – Roberto re a. 32
Giovanni Filiolo, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Filippo, «miseratione divina» ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede a Caruccio, Modestino, Tommasella e Maruccia, figli di fra Nicola Buonomo, detto Bufarello, di Mercogliano, oblato di M.V., una selva nel luogo detto «a li Caputi», per il censo annuo di 5 grana d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (LXI, 36)
3400.
1341, gennaio 16, ind. IX – Roberto re a. 32
Napoli
Andrea de Superca, detto de Amalfi, pubbl. not.
Giacomo Arsura, giudice di Napoli
Michele de Simeone, «de villa Jani» nel territorio di Capua, ottiene dal signor Corso de Palmiero l’assenso su una compra di un pezzetto di terra nella suddetta villa, nel luogo detto «la pezca», redditizio a Cerbo in 3 grana annue, a Natale, compra che egli ha fatto da Giovanni de Simeone, della stessa villa, per 10 tarì d’oro (XXXII, 107)
3401.
1341 («1340»), marzo 10, ind. X – Roberto re a. 32
Napoli
Tommaso de Riso, di Salerno, abitante in Napoli, pubbl. not.
Filippo Cimmina, di Napoli, giudice
Giovanni de Venosa («Venusio»), erario della Gran Corte, per ordine dei giudici reggenti, ecc., in nome del Regio fisco vende a Cerbo de Palmiero una casa con orto grande, uno piccolo, forno e pozzo, in Capua, nella parrocchia di S. Marcello «Pizculo»; una casa terrana con corte e giardino, nella stessa parrocchia; una corte con orto e palazzo, nella villa di Maiorisio, nelle pertinenze di Capua; una casa in Capua nella parrocchia di S. Marcello Maggiore, con corticella ecc.; una casa con palmento, antecorte, pagliaio; un pezzo d terranella villa di San Teodoro; una casa «palatiata» e piana con corte contigua, in Capua, che possedeva «pro communi et indiviso» con Bartolomeo dell’Arcivescovo e Giacomo dell’Arcivescovo, di Capua; certe altre case in Capua, comuni con Raone de Franco e altri; un pezzo di terra nelle pertinenze di Capua, comune con lo stesso Raone de Franco e altri: beni tuttti devoluti al fisco, e che ora vengono comprati per il prezzo di 15 once (XXXII, 53)
3402.
1341 («1340»), marzo 19, ind. IX – Roberto re a. 32
Capua
Daniele de Giuliano, pubbl. not. di Capua
Gualtiero de Pisania, giudice della città di Capua
ll signor Cerbo de Palmiero prende possesso dei beni, di cui al Reg. precedente (XXXII, 54)
3403.
1341, marzo 20, ind. IX – Roberto re a. 32
Capua
Filippo de Boninsegna, di Capua, publ. not.
Gualtiero de Pisania, giudice di Capua
Si riporta una lettera del capitano di Capua don Bartolomeo Civitella, inviata a Tommaso d’Aversa, suo familiare, perché dia a Cerbo de Palmiero il possesso giuridico dei beni di cui ai due regesti precedenti; e con questo strumento se ne completano le formalità per la presa di possesso (XXXI, 55)
3404.
1341, giugno 29, ind. IX – Roberto re a. 33
Napoli
Giorgio Venata, di Napoli, pubbl. not.
Giacomo Arsura, giudice di Napoli
Giovanni de Marotta, della villa di Giano («Jani»), in territorio di Capua, ottiene l’assenso dal signor Cerbo de Palmiero alla compra che egli, per 10 tarì, ha fatto di Giovanni de Simeone di un territorio nella suddetta villa, nel luogo detto Puntanella quinta, redditizio a Cerbo in 3 grana all’anno, a Natale, e con l’obbligo di aiutarlo in caso di guerra o in occasioni di matrimoni dei figli (XXXII, 108)
3405.
1341, settembre 14, ind. X – Roberto re a. 33
Mercogliano
Nicola de Patricia, di Mercogliano, pubbl. not.
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Giacomo, f. del q. Tommaso de Deuteguarde, detto Musano, e Maria de Gulioso, sua moglie, di Mercogliano, vendono a donna Caracausa, pure di Mercogliano, agente a nome di Caruccio, Modestino, Tommasa e Maria, fratelli e sorelle, figli di fra Nicola de Buonomo, oblato di M.V., detto Bufarello, una terra con vigna, dotale della suddetta Maria, sita nel luogo detto Cardito, per il prezzo di un’oncia d’oro (LXX, 26)
3406.
1341, ottobre 12, ind. X – Roberto re a. 33
Urrita («apud Urritam prope castrum Merculiani»)
Raone de Raone, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo Sasso, giudice di Mercogliano
Filippo, «dei gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede a Nicola de Baloca (?), di Massa, un pezzo di terra «vacua» nel casale di Massa, nel luogo detto «lu Vallone de la Cologna», per il canone annuo di 2 tarì e mezzo, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 3 once d’oro per questa concessione (LIV, 58)
3407.
Capua
Giacomo de Adenulfo, pubbl. not.
Simone de Giorgio, giudice di Capua
Bartolomeo Vitello, della villa di Pastorano, nelle pertinenze di Capua, vende al signor Cerbo de Palmiero, per mezzo del suo procuratore Nicola de Nola, un pezzo di terra nella villa di Pastorano, per un’oncia d’oro (XXXII, 57)
3408.
1342, gennaio 21, ind. X – Roberto re a. 33
Capua
Francesco Monaco, giudice di Capua
Paolo de Onofrio, di Capua, pubbl. not.
Il magnifico don Roberto de Capua, milite, conte di Altavilla, spontaneamente confessa di aver ricevuto dal nobile Tommaso de Tocco le 42 once d’oro, che da tempo gli aveva prestato, e perciò gliene lascia completa quietanza (XXXII, 132)
3409.
1342, gennaio 28, ind. X – Roberto re a. 33
Capua
Stabile de Marcone, pubbl. not. di Capua
Francesco de Olibano, giudice della città di Capua
Cecilia, figlia del q. Tommaso Ferrillo, della villa di Castelluccio, nelle pertinenze di Capua, e ved. di Giacomo Rotundo, della villa di Grazzanise, nelle pertinenze di Capua, lascia quietanza al not. Pietro de Nicola, di Capua, tutore di Leonardo e di Fiorella, figli del suddetto Giacomo, per tutte le doti e i diritti sia dotali del primo che del secondo suo marito (XXXII, 125)
3410.
1342, febbraio 11, ind. X («XI») – Roberto re a. 33
Mercogliano
Angelo Raone, pubbl. not. di Mercogliano
Matteo de Castolio, giudice di Mercogliano
Giovanna, ved. del giudice Giacomo Racco, di Mercogliano, col consenso dell’ab. Maffeo Racco, arciprete di Mercogliano, suo figlio e suo legittimo mundualdo, e con l’assenso di Filippo, «dei gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), vende a Tommaso de Filippo, pure di Mercogliano, una terra con vigna, nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Pietracorvo, redditizia al monastero di M.V. in 10 grana d’oro all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di un’oncia d’oro (LXIV, 33)
3411.
1342, febbraio 14, ind. X – Roberto re a. 33
Giovanni Pisano, di Napoli, pubbl. not.
Antonio de Regali, giudice di Napoli
Maestro Colino, abitante in Napoli, riconosce di essere stato soddisfatto di quanto gli dovevano Bartolomeo de Alferio, di Lauro, abitante in Napoli, e Mazzeo Santanapisso, pure di Lauro (XC, 377)
3412.
1342, marzo 30, ind. X – Roberto re a. 33
Salerno
Nicola, pubbl. not. di Salerno
Malgerio Scopto, giudice della città di Salerno
Il signor Cerbo de Palmiero paga 2.000 once d’oro all’arcivesc. di Salerno, don Benedetto de Palmiero, suo fratello, per i frutti percepiti sui beni patrimoniali di lui in 20 anni (XXXII, 133)
3413.
1342, agosto 8, ind. X (in: (1347), marzo 20, ind. XV)
Napoli
Bertrando del Balzo («de Baucio»), conte di Montescaglioso, Andria, ecc., concede al monastero di M.V. un reddito annuo di 10 once d’oro (in IX, 61)
3414.
1342, agosto 26, ind. X – Roberto re a. 34
Giovanni de Cicala, pubbl. not.
Francesco de Olibano, giudice di Capua
Fra Goffredo Gallico, priore del monastero vecchio di Capua, concede, per 7 tarì e mezzo, il suo assenso all’ab. Raone, f. del giudice Filippo de Simone, di Caserta, canonico della chiesa maggiore di Capua, e ad Andrea, fratello di lui, perché possano comprare dal nobile Pietro de Eboli («Ebulo») una casa nella città di Capua, nella parrocchia di S. Marcello Pizculo o Minore, che costui teneva a censo dal suddetto monastero di M.V. per un canone annuo di 5 tarì di Amalfi, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, canone al quale si obbligano i due fratelli Raone ed Andrea (XXXI, 116)1)
1)NOTA
3415.
1343, febbraio 10, ind. XI – Giovanna regina a. 1
Capua
Giovanni Sturione, di Capua, pubbl. not.
Simone de Giorgio, giudice di Capua
Il not. Tommaso Sticca e suo fratello Stefano, della villa di Pignataro, nelle pertinenze di Capua, vendono al signor Cerbo de Palmiero, per mezzo del procuratore di lui Nicola de Nola, tre pezzi di terra nelle pertinenze di Capua, dei quali due nel luogo detto «la selece», e uno nel luogo detto Ferraria, per 6 once e 7 tarì e mezzo (XXXII, 58)
3416.
1343, marzo 26, ind. XI – Giovanna regina a. 1
Napoli
Giovanni de Bellafica, di Napoli, pubbl. not.
Andrea Zanzale, giudice di Napoli
Si riporta un privilegio di Carlo II, re di Sicilia, dato da Napoli il 7 agosto 1302 (riferito Reg. 2714) (IX, 63)
3417.
1343, aprile 21, ind. XI – Giovanna regina a. 1
Riccardo de Sico, pubbl. not. di Maddaloni
Giacomo de Sico, giudice di Maddaloni
Il giudice Pietro de Persico, di Maddaloni, col consenso di Filippo, ab. di M.V., vende a Stefano di Roberto Siciliano, pure di Maddaloni, una terra, redditizia al monastero di S. Maria di Maddaloni in un annuo reddito di 10 grana a Pasqua e altrettante nella festa di S. Maria ad agosto, per 2 once d’oro, e con l’onere suddetto (LI, 62)
3418.
1343, giugno 4, ind. XI – Giovanna regina a. 1
Mercogliano
Basilio de Jannello, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo de Dutto, giudice di Mercogliano (che però non si sottoscrive)
Tommaso Sasso, di Mercogliano, vende a Giovanni Sasso, suo fratello, un orto in Mercogliano, in capo del casale di Urbiniano, per 12 tarì e 10 grana (LXX, 27)
3419.
1343, giugno 11, ind. XI – Giovanna regina a. 1
Capua
Giacomo de Adenulfo, pubbl. not. di Capua
Nicola Minutolo, giudice di Capua
Il nobile Enrico de Actia, di Capua, vende al nobile Cerbo de Palmiero, per mezzo del procuratore di lui, l’ab. Giacomo Conciatore, di Caiazzo, canonico di Capua, un pezzo di terra nel luogo detto «a lu Postaru», nelle pertinenze di Capua, per 32 once d’oro (XXXII, 59)
3420.
1343, giugno 22, ind. XI – Giovanna regina a. 1
Napoli
Giacomo Quaranta, di Napoli, pubbl. not.
Andrea Zanxale, giudice di Napoli
Gisolda Casaniczula, di Napoli, ved. di Filippo Ferraro, di Lauro, dovendo riscuotere da Martino de Maiori, procuratore di Roberto e Bartolomeo Buczone, di Lauro, 15 once d’oro, loro prestate, conviene con lui e riceve un acconto di 12 once (XLIX, 81)
3421.
1343, aprile 21, ind. XI – Giovanna regina a. 1
Casale di M.V.
Raone di Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Riccardo de Stulto, giudice del Casale di M.V.
Martino de Fortina, di Summonte, vende a Guglielmo de Magno, del Casale di M.V., una terricciuola con castagneto, nel territorio del Casale di M.V., nel luogo detto «a lu Toru», per 18 tarì (CXX, 79)
3422.
1343, agosto 28, ind. XI – Giovanna regina a. 1
Casale di San Giovanni a Marcopio, nelle pertinenze di Montefusco
Bartolomeo di maestro Roberto, fisico, di Grottaminarda, pubbl. not.
Nicola de Alamo, giudice annuale di Montefusco
Il signor Landolfo, di Grottaminarda, «milite», signore della stessa tera, dichiara che nel testamento della signora Giovanna de Bussone, sua moglie, – del quale lasciò esecutori lui stesso e Filippo, «miseratione divina» ab. di M.V. -, fra gli altri legati, lasciò alla sua cappella, eretta nella chiesa di M.V., con obbligo di Messe giornaliere nella medesima, 100 once d’oro da impiegarsi nella compra di beni stabili a beneficio di quella chiesa e di quella cappella. Ora, non avendo egli le 100 once, assegna al monastero di M.V. i seguenti beni: tutte le case, con cortile e due fosse, che possedeva nella città di Santa Maria, una volta («olim») detta Lucera, nel luogo detto Plazcolla; un orto vicino alle mura della stessa città, nel luogo detto Porta di Casalnuovo; una casa nel Casale di M.V., – casa che fu del q. giudice Amore, e che era già redditizia al monastero in 10 grana annue -; una selva sotto lo stesso casale; un’altra selva ivi; un’altra selva nel luogo detto «lu Palmulitu», nelle pertinenze di Avellino; una vigna ivi; un nocelleto, pure ivi (L, 36)
3423.
1343, settembre 3, ind. XII – Giovanna regina a. 1
Città di Santa Maria (=Lucera)
Elia di maestro Riccardo, «cirurgici de castrofranco», pubbl. not.
Ruggiero de Viola, giudice di Santa Maria (o Lucera)
Il nobile Filippo de Airola, abitante nella città di Santa Maria, fa riprodurre una lettera di Landolfo, signore di Grottaminarda, con la quale affida a lui l’incarico di dare a Filippo, ab. di M.V., il possesso dei beni, concessi al monastero a tenore dello strumento in data 28 agosto 1343 (cfr. Reg. precedente) (L, 37)
3424.
1343, ottobre 12, ind. XI – Giovanna regina a. 1
Cervinara
Domenico Sasso, di Cervinara, pubbl. not.
Enrico Capasino, giudice annuale di Cervinara
Roberto de Airola e sua moglie Truda, di Cervinara, vendono a Roberto, f. del nobile Pietro de Munolupo, di Cervinara, due pezzi di terra nelle pertinenze di Cervinara, dei quali uno nel luogo detto «Corte de Mercualdo» e l’altro detto Campo di Sant’Angelo, per 10 once (XXXVIII, 41)
3425.
1343, ottobre 14, ind. XII – Giovanna regina a. 1
Avella
Gerardo Gallico, abitante in Baiano, pubbl. not.
Pietro de Baita, giudice di Avella
Filippo, «permissione divina» ab. di M.V., cede al signor don Amelio del Balzo («de Baucio»), «milite» e alla moglie donna Francesca de Avella («Avellis»), signori della baronia di Avella, i diritti che il monastero aveva su un territorio in quella terra, nel luogo detto Curticella; e in cambio riceve da essi la quarta parte di un territorio che «pro indiviso» possedevano col monastero stesso, al quale già appartenevano le altre tre parti, nelle pertinenze di Mugnano, nel luogo detto Maniano (XVII, 53)
3426.
1343, … – Giovanna regina a. 1
Raone di Raone, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo, giudice di Mercogliano
Roberto, Enrico e Bartolomeo Buczone, costituiscono loro procuratori il P. Bartolomeo da Lauro, priore del monastero di M.V. in Napoli, e il not. Martuccio de Maiori, perché esigano certa somma di danaro da Gisolda Cesanuczola e da Montano, suo figlio (LXXII, 81)
3427.
1344, marzo 11, ind. XII – Giovanna regina a. 2
Napoli
Nicola de Raimo, di Napoli, pubbl. not.
Giacomo Arsura, giudice
La nobildonna Filippa Capuana, di Capua, abitante in Napoli, vivente «iure romano», moglie di don Andrea Capece, di Napoli, detto Paparello, col consenso di lui, vende al signor Cerbo («Cervo») de Palmiero una casalina o casa distrutta, che «pro indiviso» possedeva col medesimo nella città di Capua, nella parrocchia di S. Leucio, per il prezzo di 3 once (XXXII, 60)
3428.
1344, aprile 8, ind. XII – Giovanna regina a. 2
Mercogliano
Nicola de Patricia, di Mercogliano, pubbl. not.
Giacomo de Dutto, giudice di Mercogliano
Nicola di Tommaso Sasso e sua moglie donna Maria, di Mercogliano, col consenso di Filippo, «dei gratia» ab. di M.V., cedono a Pietro de Graziano, pure di Mercogliano, una terra con vigna, – dotale della suddetta Maria e redditizia al monastero di M.V. in 5 grana d’oro all’anno nella festa di S. Maria a settembre -, in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Turelli; e in cambio ricevono due castagneti, pure nelle pertinenze di Mercogliano, dei quali uno nel luogo detto Via piana, e l’altro nel luogo detto Cesinali, col patto che i due coniugi continueranno a corrispondere il suddetto canone annuo, che viene perciò ipotecato sui due castagneti. I due coniugi ricevono però 18 tarì per il di più che valeva la loro vigna (LXIV, 35)
3429.
1344, maggio 1°, ind. XII – Giovanna regina a. 2
Ospedale di M.V.
Basilio de Jannello, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo de Dionisio, giudice di Mercogliano
Filippo, «dei gratia» ab. di M.V., concede in perpetuo ad Antonello, Cristofaro, Giovanni e Pietro de Seminaria, fratelli, figli di Giacomo de Seminaria, del Casale di M.V., due terre incolte, delle quali una nel luogo detto Perfetto e l’altra nel luogo detto Campo di Maggio («Campus Madii»), per l’annuo censo di 10 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 7 tarì e 10 grana per questa concessione (CXIII, 9)
3430.
1344, giugno 8, ind. XII – Giovanna regina a. 2
Napoli
Andrea de Superca, detto di Amalfi, pubbl. not.
Giacomo Arsura, giudice di Napoli
Pietra Michele di Caterina, del casale di Pignataro, nelle pertinenze di Capua, vende al signor Cerbo de Palmiero un pezzo di terra d’un moggio, in territorio di Capua, nel luogo detto Silice, per il prezzo di un’oncia e 24 tarì (XXXII, 61)
3431.
(verso il 1344)
Napoli
Andrea de Superca, detto de Amalfi («Amalfia»), pubbl. not.
Giacomo Arsura, giudice di Napoli
Il signor Liguori Caracciolo dà facoltà al signor Cerbo de Palmiero, di alzare un muro dalla parte della sua casa, nella nuova casa comprata da Armarello de Capua (XXXII, 128)
3432.
1344, settembre 9, ind. XIII – Giovanna regina a. 2
Ospedale di M.V.
Giovanni, pubblico not. di Mercogliano e del Casale di M.V.
Giacomo de Acernis, giudice del Casale di M.V.
Filippo, «miseratione divina» ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede al maestro Guglielmo de Bineto, del Casale di M.V., una terra «vacua» nel luogo detto «a la Carraria», nelle pertinenze del Casale di M.V., per l’annuo censo di mezza libbra di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (CVII, 48)
3433.
1344, settembre 21, ind. XIII – Giovanna regina a. 2
Ponte di Mugnano («apud Pontem Mugnanum»)
Stefano Barrile, di Quadrelle, nelle pertinenze di Litto, pubbl. not.
Nicola di Giovanni Guerriero, giudice di Litto e Ponte di Mugnano
Madiello, f. del q. Nicola Giovanni Bianco («Albi»), del Ponte di Mugnano, vende a Giovanni, f. di Filippo de Sibilia, di Ponte di Mugnano, una casa in questa terra, nel luogo detto «Corda daldu», per il prezzodi 12 tarì (LXXIII, 118)
3434.
1344, novembre 5, ind. XIII – Giovanna regina a. 2
Napoli
Roberto Marcello, di Napoli, pubbl. not.
Andrea Zanzale, giudice a vita di Terra di Lavoro, ecc.
Il signor Cerbo de Palmiero, di Capua, costituisce suo procuratore il signor ab. Giovanni de Magistro, canonico di Salerno, per i beni che egli possedeva in Maddaloni e nelle sue pertinenze (LI, 120)
3435.
1344, novembre 18, ind. XIII – Giovanna regina a. 2
Montevergine
Stefano Barrile, di Quadrelle, pubbl. not.
Giacomo de Dionisio, giudice di Mercogliano
Filippo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., essendo ogni anno obbligato a portarsi «ad limina apostolorum», trovandosi ora impedito, costituisce suoi procuratori presso il Papa, per ricevere gli ordini opportuni, il maestro Giovanni di Gaeta («Gayeta»), Giacomo Papa, pure di Gaeta, e l’ab. Marino, della città di Trani (LXXVI, 65)
3436.
1345, febbraio 11, ind. XIII – Giovanna regina a. 3
Ponte di Mugnano
Stefano Barrile, di Quadrelle, pubbl. not.
Corrado di Notarnicola, giudice di Litto e di Ponte di Mugnano
Filippo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede in perpetuo a Cicarella, figlia del q. Maffeo Furino, di Casamarciano, vassallo del monastero di S. Maria del Plesco, una casalina diruta nel suddetto casale, nel luogo detto Triniano, devoluta al monastero per la morte di Bartolomeo de Stefano, per il canone annuo di 5 grana a Natale (XXXIV, 32)
3437.
1345, febbraio 15, ind. XIII – Giovanna regina a. 3
Ospedale di M.V.
Raone de Raone, pubbl. not. di Mercogliano e del Casale di M.V.
Riccardo de Stulto, giudice del Casale di M.V.
Filippo, «miseratione divina ab. di M.V., riconcede a Giovanni de Gentile, di Mercogliano, abitante nel Casale di M.V., una terra con castagneto, nelle pertinenze del casale di M.V., nel luogo detto Baccanico, – terra che egli già teneva dal monastero per la metà dei frutti superiori e la decima degli inferiori -, per l’annuo canone di un tarì nella festa di S. Maria a settembre, e 15 tarì per questa concessione (CXVII, 49)
3438.
1345, marzo 10, ind. XIII – Giovanna regina a. 3
Mercogliano
Raone di Raone de Rocca, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo, giudice di Mercogliano
Nicola de Sabia, f. del q. Giovanni, del Casale di M.V., ma abitante in Mercogliano, e donna Francesca, sua moglie, figlia di Modestino Flaudino, pure di Mercogliano, col consenso di Filippo, «dei gratia» ab. di M.V., vendono a Ruggiero de Carissima, pure di Mercogliano, una casa terranea con orticello, nel Casale di Mercogliano una volta («olim») detto Urbiniano, redditizia al monastero di M.V. in un canone annuo di 2 bracci di cera nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di 24 tarì (LXIV, 36)
3439.
1345, marzo 16, ind. XIII (in: 1346, marzo 6, ind. XIV)
Napoli
Giacomo di Martino, «de Sancta Maria in Monte», cappellano di don Americo, presb. cardinale di S. Martino ai Monti, legato apostolico, rilascia all’abate di M.V. una ricevuta relativa al pagamento di 25 once d’oro di carlini d’argento, per le decime papali (in LXXVI, 11)
3440.
1345, giugno 7, ind. XIII – Clemente Pp. VI a. 4 (in: 1346, marzo 6, ind. XIV)
Napoli
Guglielmo, «permissione divina» arcivesc. di Brindisi e di Oria («Brundisinus et horitanus archiepiscopus»), nunzio della Sede Apostolica, insieme con Riccardo, arcivesc. di Capua, rilascia ricevuta a fra Benedetto da Napoli, procuratore di Filippo, ab. di M.V., relativa al pagamento di 50 once per una decima papale, imposta da Clemente Pp. VI, per sussidio contro i Turchi, che si doveva pagare in due termini già scaduti, cioè nella festa di Tutti i Santi e nella Resurrezione del Signore del presente anno della XIII indizione (LXXVI, 11)
3441.
1345, settembre 13, ind. XIV – Clemente Pp. VI a. 4 (in: 1346, marzo 6, ind. XIV)
Aversa
Domenico de Amadula, arciprete di San Lorenzo in Collina, diocesi di Benevento, collettore di Guglielmo, «dei gratia» vesc. di Chartres («Carnoten.»), nunzio apostolico, rilascia a fra Nicola da Aquaputida, monaco di M.V. e procuratore di Filippo, ab. di M.V., ricevuta relativa al pagamento di 2 once e 15 tarì, costituenti la ventesima parte della decima che doveva corrispondere (in LXXVI, 11)
3442.
1345, novembre 4, ind. XIV -Givoanna regina a. 3
Napoli
La regina Giovanna conferma al monastero di M.V. la donazione ad esso fatta dal re Roberto nel 1317 (riferita, Reg. 2936), e ordina di corrispondere al monastero anche l’arretrato della 40 once annue, da prendersi dalla dogana di Salerno (IX, 64)
3443.
1346, marzo 6, ind. XIV – Giovanna regina a. 4
Mercogliano
Raone de Raone, pubbl. notaio di Mercogliano
Giacomo Sasso, giudice di Mercogliano
Fra Filippo, «permissione divina» ab. di M.V., fa riportare in pubblica forma alcune ricevute concessegli per cautela del suo monastero da don Giacomo di Martino, «de Sancta Maria in Monte», cappellano di don Americo, presb. cardinale di S. Martino ai Monti, legato apostolico, da don Guglielmo, arcivesc. di Brindisi e di Oria, nunzio apostolico, e da don Domenico de Amadula, arciprete di San Lorenzo in Collina, della diocesi di Benevento, collettore di don Guglielmo, vesc. di Chartres («Carnoten.»), nunzio della Sede apostolica, rilasciate rispettivamente il 16 marzo 1345, ind. XIII, il 7 giugno dell’ind. XIII e il 13 settembre dell’ind. XIV (riferite, Reg. 3439, 3440, 3441) (LXXVI, 11)
3444.
1346, marzo 31, ind. XIV – Giovanna regina a. 4
Napoli
Roberto Marcello, di Napoli, pubbl. not.
Andrea Zanzale, giudice a vita
La signora Margheirta Grillo, ved. di don Giovanni Grillo, di Salerno, crea suo procuratore Matteo Guarna, di Salerno, in ordine alla presa di possesso delle sue doti e della quarta che le spettava sui beni di suo marito (CV, 69)
3445.
1346, aprile 4, ind. XIV – Giovanna regina a. 4
Salerno
Paolo Dardano, pubbl. not. di Salerno
Filippo de Mattia e Landolfo Pastellario, giudici di Salerno
Il giudice Matteo Guarna, di Salerno procuratore della signora Margherita Grillo (e «Grilla»), ved. del signor don Giovanni Grillo, di Salerno, «milite», professore di diritto civile e vice protonot. del Regno di Sicilia, prende possesso di una terra con casa, in Salerno, che le spettava in forza della restituzione delle doti (CV, 68)
3446.
(1346), maggio 4, ind. XIV (in: 1347, aprile 28, ind. XV)
Napoli
La regina Giovanna concede molte esenzioni, franchigie e immunità a Margherita Grillo, di Salerno, ved. di don Giovanni Grillo, vice protonot. del Regno, e ai suoi figli ed eredi Roberto e Ludovico Grillo (in X, 29)
3447.
1346, giugno 13, ind. XIV – Giovanna regina a. 4
Capua
Giovanni Sturione, di Capua, pubbl. not.
Bartolomeo de Adenulfo, giudice
Basta, ved. di Michele Girardo e sorella carnale del q. Martino Cerrone, della villa di San Giovanni «ad Sanzanum», nelle pertinenze di Capua, vassalla «ligia» di donna Clarizia de Franco, consorte del nobile Cerbo de Palmiero, di Capua, col consenso dell’ab. Giacomo di Michele Girardo, suo figlio, dona al not. Andrea de Costanzo, di Montecorvino, procuratore della suddetta donna Clarizia e agente a nome di costei, tutti i beni mobili e stabili, che furono del suddetto suo fratello Martino (XXXII, 7)
3448.
1346, giugno 15, ind. XIV – Giovanna regina a. 4
Bartolomeo de Adenulfo, giudice di Capua
Giacomo de Adenulfo, di Capua, pubbl. not. di Capua
Il not. Andrea de Costanzo, di Montecorvino, come procuratore di donna Clarizia de Franco, moglie di Cerbo de Palmiero, di Capua, procede a una transazione e divisione di beni con Nicola di Pietro Davide, della villa di San Giovanni «ad Sanczanum», territorio di Capua, il quale asseriva che i beni stabili e tutti i beni mobili che furono del q. Martino Cerrone, dela stessa villa di San Giovanni, e che era stato suo zio materno, appartenevano per l’intera metà a lui e a suo fratello Giacomo (cfr. Reg. precedente) (XXXII, 119)
3449.
1346, giugno 16, ind. XIV – Giovanna regina a. 4
Giacomo de Adenulfo, pubbl. not. di Capua
Bartolomeo de Adenulfo, di Caiazzo «de Cayatia», cittadino di Capua, giudice
Il not. Andrea de Costanzo, di Montecorvino di Capua, agente a nome della signora donna Clarizia de Franco, moglie di Cerbo de Palmiero, procede a una divisione di beni con Giacomo di Pietro Davide, della villa di San Giovanni a Sanzano, territorio di Capua (XXXII, 118)
3450.
1346, luglio 4, ind. XIV – Giovanna regina
Maddaloni («apud Magdalonum in dominibus monasterii sancte Marie Regalis sitis in Magdalono»
Filippo de Sico pubbl. not.
Paolo, giudice di Maddaloni
Filippo, ab. di M.V., concede a Palmiero di Pietro Palmiero de Faro, di Maddaloni, un pezzo di terra in Maddaloni, nel luogo detto Foresta, per il canone annuo di 2 libbre di cera, da corrispondersi alla chiesa di S. Maria di Maddaloni, e 20 tarì per questa concessione (LI, 38)
3451.
1346, agosto 5, ind. XIV (in: 1347, febbraio 1°, ind. XV)
Barletta
Andrea «de Magistro Spine», di Barletta, pubbl. not.
Palmiero de Cantore, regio giudice di Barletta
Il nobile Bartolomeo de Costantino di don Salvatore, abitante in Barletta, nel suo testamento lascia fra gli altri legati 50 once d’oro a M.V., e altre 2 per voto (in XXIII, 114)
3452.
1346, ottobre 8, ind. XV – Giovanna regina a. 4
Settembre Cardinale, giudice di Capua
Il nobile Cerbo di Palmiero, di Capua, concede a Pascasio, Mercurio e Giacomo di Giovanni de Riccardo, fratelli, di Maddaloni, nella parrocchia di S. Pietro, una terza parte a ognuno, per il canone annuo di 3 tarì per ciascuno, da corrispondersi a Pasqua Maggiore (LI, 112)
3453.
1346, novembre 26, ind. XV – Giovanna regina a. 4
Cervinara
Domenico Sasso, di Cervinara, pubbl. not.
Enrico Capasino, giudice annuale di Cervinara
Luca di Giovanni de Luca e sua moglie Fioretta, di Cervinara, vendono alla signora Margherita, moglie del nobile Pietro de Munopulo, pure di Cervinara, per 2 once d’oro e 3 tarì, un territorio nelle pertinenze di Cervinara, nel luogo detto Corte de Mercualdo (XXXVIII, 41 bis)
3454.
(1346), dicembre 1° – Clemente Pp. VI a. 5
Napoli
Bertrando, cardinale del titolo di S. Marco, legato apostolico di Napoli, ordina all’ab. di M.V., «pro certis et arduis ecclesie Romane negociis», a nome di Clemente Pp. VI, di pagare alla Camera apostolica la metà delle decime nelo spazio di 40 giorni e l’altra metà per la Pentecoste (LXXXVI, 10)
3455.
1347, febbraio 1°, ind. XV – Giovanna regina a. 5
Barletta («apud Barolum»)
Andrea di Maestro Spina, di Barletta, pubbl. not.
Pietro de Nicola, di Barletta, baiulo ivi, Matteo de Porta, giudice di Barletta
Dietro richiesta di fra Francesco da Litto, monaco di M.V. e priore del monastero di M.V. in Barletta, si riporta il testamento del nobile Bartolomeo Costantino di don Salvatore, abitante nella stessa città, rogato il 5 agosto 1346 (riferito, Reg. 3451) (XXIII, 114)
3456.
1347 («1346»), febbraio 7, ind. XV – Giovanna regina a. 5
Tocco («apud castrum Tocci»)
Giovanni di Notar Raone, di Vitulano, pubbl. not.
Giovanni Pietro di Notar Pietro, giudice di Tocco
Mercualdo de Pietro, di Tocco, costituisce suo procuratore fra Giovanni da Montesarchio, priore della Casa di M.V. in Tocco (CXXII, 111)
3457.
1347, marzo 13, ind. XV – Giovanna regina a. 5
Nola
Andrea Cavallo, di Nola, pubbl. not.
Federico de Sico, giudice di Nola
Nicola de Tadeo e Cicalella, sua moglie, foglia del q. Nicola de Stefano, confessano di tenere a censo dal monastero di S. Maria del Plesco una casalina in quel casale, per il canone annuo di 2 opere personali; e un pezzo di terra nelle pertinenze dello stesso casale, per il canone di 6 opere personali. Ora col presente strumento il P. Benedetto da Napoli, priore di quella chiesa, esenta la casa dall’onere suddetto e ipoteca tutte le 8 opere personali sul pezzo di terra (XXXIV, 45)
3458.
(1347), marzo 20, ind. XV
Napoli
Bertrando del Balzo («de Baucio»), conte di Montescaglioso, Andria, ecc., rinnova la donazione fatta al monastero di M.V. l’8 agosto 1342 (riferita, Reg. 3413), di 10 once d’oro all’anno: rinnovazione resa necessaria dal fatto che i Padri di M.V. avevano perduto il doc. loro rilasciato dalla prima donazione (IX, 61)
3459.
1347, aprile 28, ind. XV – Giovanna regina a. 5
Montefusco
Giacomo del q. not. Tommaso, di Montefusco, pubbl. not.
Nicola, f. del giudice Francesco de Manfrido, giudice di Montefusco
Dietro richiesta di Ludovico Grillo, f. del q. Giovanni Grillo, di Salerno, si riporta un privilegio della regina Giovanna, dato da Napoli il 4 maggio della XIV ind. (=1346) (riferito, Reg. 3446) (X, 29)
3460.
1347, maggio 15,ind. XV – Giovanna regina a. 5
Mercogliano
Giovanni Filiolo, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo de Dutto, giudice di Mercogliano
Guglielmo del Notaio vende a Caruccio, Modestino, Antonio e Giovanni, fratelli, figli di fra Nicola de Buonomo, oblato di M.V., di Mercogliano, una vigna, donatagli «pro honorancia»al tempo del contratto matrimoniale da sua moglie donna Aulisa, per il prezzo di 18 tarì (LXX, 28)
3461.
1347, maggio 20, ind. XV – Giovanna regina a. 5
Nola
Andrea Cavallo («Caballus»), pubbl. not. per tutta la provincia di Terra di Lavoro e del Contado del Molise
Federico de Sico, giudice di Nola
Corrado di Giovanni Alamagno, del casale di San Giovanni del Plesco, vende a Nicola Alamagno, dello stesso casale, un oliveto nel luogo detto Giardino, nelle pertinenze dello stesso casale, per il prezzo di un’oncia d’oro e un censo annuo al monastero di S. Maria del Plesco (XXXIV, 86)
3462.
1347, luglio 2, ind. XV («I») – Giovanna regina a. 5
Airola della Valle Caudina
Angelo Bove («Bos»), di Airola, pubbl. not.
Giovanni de Marino, giudice di Airola
Giovanni Lucio, cittadino di Airola, del casale di Bruzzano, facendo testamento, fra gli altri legati, lascia a beneficio della chiesa di S. Giovanni a Pastorano («appasturano») un territorio nel luogo detto «alle granarelle», con l’obbligo di edificare in quella chiesa una cappella nella quale si celebri, ecc. (XII, 97)
3463.
1347, luglio 4, ind. XV – Giovanna regina a. 5
Montefusco
Pietro Giacomo de Lanso, di Montefusco, pubbl. not.
Mercurio del q. Giovannello de Malgerio, giudice di Montefusco
Il nobile Angelo de Senis, caitano e vicario di Luigi, principe di Taranto e Vicario generale del Regno, incarica Giacomo Maczino, di Firenze, di andare a prendere possesso dei casali di Cucciano, Lentace, Fistulario o Fiscarolo e San Pietro a Sala, nelle pertinenze di Montefusco, e di un ospizio, cioè di certe case con orti e cortili contigui, nella stessa terra, nel luogo detto «Balium Militum»; come pure di alcune botteghe in Montefusco, nella piazza detta «la Stallata», devolute alla Corte per la morte del signor Filipo de Sus, morto senza figli (LXXXV, 61)
3464.
1347. luglio 22, ind. XV – Giovanna regina a. 5
Boiano
Nicola de Roberto Benedetto Giovanni de Berardo, di Boiano, pubbl. not.
Maestro Giovanni Solomeo, giudice della città di Boiano
Berteraymo di Tommaso Giunone, di Boiano, vende in perpetuo a Roberto de Dyamasco una casa con orto in Boiano, nel luogo detto Capo dei Cadarari («in capite Caldarariorum»), per 6 once d’oro (XXIX, 227)
3465.
1347, settembre 20 (in 1354, settembre 2)
Il re Luigi, avuto riguardo alla sepoltura scelta da sua madre Caterina, imperatrice di Costantinopoli, nella chiesa di M.V., dona al monastero di M.V. i beni che furono di Filippo de Sus (in IX, 74)
Bibl.: Costo, La vera istoria, c. 58; De Masellis, Iconologia della Madre di Dio, p. 322-323; Mastrullo, Monte Vergine Sagro, p. 405-406
3466.
1347, settembre 27, ind. I – Giovanna regina a. 5
Mercogliano
Giovanni Filiolo, pubbl. not. di Mercogliano
Giacomo de Dutto, giudice di Mercogliano
Monaldulo di Martuccio de Afilisa, di Avella, e sua moglie Maria vendono a Caruccio, Modestino, Antonio e Giovanni, fratelli figli di fra Nicola de Buonomo, detto Bufarello, oblato di M.V., una terra con vigna, dotale della suddetta Maria, in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Cardito, per 15 tarì (LXX, 29)
3467.
1347, dicembre 1°, ind. I – Giovanna regina a. 5
Bisaccia
Nicola Novarini, di Bisaccia, pubbl. not.
Guglielmo de Michele, giudice di Bisaccia
Pietro de Ruggiero, detto Ferramento, del casale di Usquata nelle pertinenze di Bisaccia, vende a Nicola di Notar Maricundo di Bisaccia, una vigna nella stessa città di Bisaccia, nel luogo detto Santa Marina, per il prezzo di un’oncia e 2 tarì (XXVII, 2)
3468.
1347, dicembre 3, ind. I – Giovanna regina a. 5 (in: 1470, aprile 23, ind. III)
Cava, nel monastero cavense
Cristofolo, pubbl. not. di Cava
Martino Maza, giudice di Cava
Fra Maniero, «dei et apostolice sedis gratia» venerabile e degnissimo ab. del monastero cavense, mostra e si fa leggere pubblicamente uno strumento pubblico del 23 luglio 1320, ind. III (riferito, Reg. 2996) (in XXXV, 104)
3469.
1347, dicembre 10, ind. I – Giovanna regina
Napoli
La regina Giovanna ordina che le 40 once annue che si dovevano corrispondere al monastero di M.V., e precisamente 20 per la tonnina e 20 per le vesti dei monaci, non si dovessero più riscuotere dalla dogana di Salerno, ma dal fisco di Mercogliano, Ospedale di M.V., Mugnano e Quadrelle (IX, 65)
3470.
1347, dicembre 26, ind. I – Giovanna regina a. 5
Marigliano
Giovanni de Falco, pubbl. not. di Marigliano
Corrado de Brussano, giudice di Marigliano
Pietro Ventrita, f. del q. Daniele, del casale di Cisterna, nelle pertinenze di Marigliano, vende a Tommaso de Ambrogio, f. del q. Pietro, un nocelleto nel territorio di Cisterna, per 4 once d’oro (XL, 40)
3471.
1348, aprile 29, ind. I – Ludovico e a. 1
Avellino
Pietro Sirignano, pubbl. not.
Nicola Passaro, giudice annuale della città di Avellino
Matteo Benincasa, di Mercogliano, vende al not. Matteo Lictera, di Avellino, la metà di alcune case con sala terranea, cellari e stalla, in Mercogliano, per un’oncia d’oro (LXX, 30)
3472.
1348, giugno 19 – Clemente Pp. VI a. 6
Bertrando, cardinale di S. Marco, legato apostolico nel Regno, esorta gli arcivescovi, vescovi, principi e baroni del Regno, ad assistere, richiesti, con aiuti, consigli, favori, l’abate e il monastero di M.V. e i suoi officiali nel governo e nella difesa delle terre, casali, grancie e beni del monastero, essendo vessati da molti malviventi (I, 192)
3473.
1348, agosto 31, ind. … – Ludovico re a. 1, Giovanna regina a. 6
Paterno
Angelo de Maggiore, di Paterno, pubbl. not.
Benedetto di Guglilemo Rosa, giudice annuale di Paterno
Tommaso Parisio, di Paterno, dona al monastero di M.V., per mano del P. Priore di S. Chirico (o Quirico) di Paterno, una casa in Paterno (XCIX, 10)
3474
1348, settembre 19, ind. II – Ludovico re a. 1, Giovanna regina a. 6 (in: 1348 [«1349»], ottobre 6, ind. II)
Giacomo de Adenulfo, pubb. not.
Bartolomeo di Peregrino, giudice di Capua
Cerbo de Palmiero, di Capua, signore della baronia, cioè dei beni feudali del nobile don Berardo de Cagnano, che ha per donazione regia in terra d’Otranto, nomina suoi procuratori Mottola de Pando e il giudice Persico de Maddaloni, perché ne prendano corporale possesso (in XXXII, 79)
3475.
1348 («1349»), ottobre 6, ind. II – Ludovico re a. 1, Giovanna regina a. (6)
Novoli («apud casale Novule»)
Giovanni Firrero, pubbl. not.
Basilio di Nicola Russo, giudice del casale di Novoli
Il giudice Persico de Maddaloni, procuratore di Cerbo de Palmiero, di Capua, come da procura del 19 settembre precedente (riferita, Reg. precedente), prende possesso della baronia che fu del nobile don Berardo de Cagnano, e cioè dei casali di Novoli, Carmiano, Magliano, San Cesareo (?), di una parte del casale di Colmeto, come pure di parte di un altro casale, tutti esistenti in terra d’Otranto (XXXII, 79)
3476.
1348, novembre 23, ind. II – Ludovico re a. 1, Giovanna regina a. 6
Maddaloni
Filippo de Sico, pubbl. not. di Maddaloni
Giovanni de Altruda, giudice di Maddaloni
Il Padre Francesco da Montoro, priore di Maddaloni concede al maestro Nicola «de civitate Pegne» e alla moglie Maria, abitanti in Maddaloni una terra, – devoluta al monastero per la morte di Stabile Albello -, nel luogo detto «a sustrata», per il canone di 8 once di cera alla chiesa di M.V. in Maddaloni, nella festa di S. Maria ad agosto (LI, 39)
3477.
1349, marzo 4, ind. II – Ludovico re a. 1, Giovanna regina a. 7
Maddaloni
Antonio di maestro Antonio, di Maddaloi, pubb. not.
Giovanni de Altruda, giudice di Terra di Lavoro
L’ab. Roberto de Tommaso, di Maddaloni, tutore testamentario del pupillo Robertello, f. ed erede del q. giudice Giovanni de Tommaso, pure di Maddaloni, cede a Pasquario e a Paolo de Tommaso, fratelli, un territorio nel luogo detto «la Cuczarella», redditizio al monastero di S. Maria Reale di Maddaloni in un canone annuo di 3 tarì di Amalfi: e da parte loro Pasquario e Paolo cedono all’ab. Roberto e al pupillo Robertello tutti i diritti che essi avevano o potevano avere sull’eredità del suddetto giudice Giovanni de Tommaso (LI, 63)
3478.
1349, aprile 30, ind. II – Ludovico re a. 1, Giovanna regina a. 7 (in: 1353 [«1352»], febbraio 10. ind. VI)
Montevergine
Raone de Raone, pubbl. not.
Giovanni de Giovannello, giudice di Mercogliano
Fra Pietro, «permissione divina» ab. di M.V., crea suo procuratore fra Pietro da Eboli, priore di S. Onofrio di Massa (in XLII, 25)
3479.
1349, agosto 3, ind. II
Napoli
Francesco del Balzo («de Baucio»), conte di Montescaglioso, Andria, ecc., conferma al monastero di M.V. la donazione fatta ad esso dal padre, di 10 once d’oro all’anno (cfr. Reg. 3413) (IX, 70)
3480.
1349, novembre 1°, ind. III (in: 1349, novembre 16, ind. III)
Montevergine
Pietro, «permissione divina» ab. di M.V., crea suo procuratore fra Bartolomeo da Benevento, priore di S. Maria del Vivario (in XXIX, 19)
3481.
1349, novembre 16, ind. III – Ludovico re a. 2, Giovanna regina a. 7
Boiano
Tommaso di Notarpalmiero, pubbl. not. di Boiano
Pasquale di Francesco de Angelo, giudice della città di Boiano
Fra Bartolomeo da Benevento, rettore e governatore di S. Maria del Vivario, dietro procura di Pietro, «permissione divina» ab. di M.V., del 1° novembre 1349, ind. III (riferita, Reg. precedente), concede a Giovanni, di Boiano, e a i suoi eredi di 1° e 2° grado d’ambo i sessi, uno sterparo con castagneto contiguo, nelle pertinenze di Boiano, nel luogo detto Colli, per una libbra di cerca all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e pagando 2 tarì per questa concessione («pro iure introytus») (XXIX, 19)
3482.
1349, dicembre 4, ind. III (in: 1350, aprile 11, ind. III)
Pietro, «dei gratia» ab. di M.V., crea suo procuratore fra Giovanni da Apice (in XXIX, 20)
3483.
(1349), dicembre 13, ind. III – Clemente Pp. VI a. 8 (in: 1352, ottobre 8, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 10)
Napoli
Ambaldo, «miseratione divina» vesc. di Tuscolo, cardinale di S. Romana Chiesa, legato apostolico, attesta che fra Giovanni da Maddaloni priore del monastero di M.V. di Napoli, monaco di M.V. e professo, procuratore generale e vicario dello stesso monastero, a nome e per parte di M.V. Maggiore, del’abate e della Comunità e della Congregazione di M.V., diede 37 once e mezza «boni argenti ponderis generalis», per tre parti di una decima annuale del primo anno della sua legazione, danaro che fu consegnato nelle mani di Rainaldo de Colonia, suo camerario e familiare. Perciò ne lascia ricevuta (in LXXVI, 13)
3484.
1350, gennaio 15, ind. III – Ludovico re a. 2, Giovanna regina a. 8
Casale di M.V.
Nicola de Acernis, pubbl. not. del Casale di M.V.
Guglielmo de Acernis, giudice del Casale di M.V.
Il nobile Nicola de Marrachia, di Avellino, concede al nobile Salerno de Felice, del casal di M.V., un pezzo di terra con selva nelle pertinenze di Avellino, nella contrada detta Sant’Eustachio, per la metà dei frutti superiori e la decima degli inferiori (XX, 61)
3485.
1350, marzo 1°, ind. III – Ludovico re a. 2 Giovanna regina a. 8
Montefusco
Nicola de Manfrido, di Montefusco, pubbl. not.
Matteo de Manfrido, giudice di Montefusco
Tommasa, moglie di Giovanni de Lanoso, di Montefusco, col consenso di suo marito, vende a Pietro Maccaro, del casale di San Nazzaro, nelle pertinenze di Montefusco, la metà di una terra, – che essa possedeva in comune con la sorella donna Cuccia -, nelle pertinenze di Montefusco, nel luogo detto «a la Canpora», per il prezzo di un’oncia d’oro (LXXXV, 54)
3486.
1350, aprile 11, ind. III – Ludovico re a. 2, Giovanna regina a. 8
Boiano
Tommaso di Notapalmiero, pubbl. not. di Boiano
Pasquale di Francesco de Angelo, giudice della città di Boiano
Fra Giovanni da Apice, priore, rettore e governatore di S. Maria del Vivario in Boiano, con procura di Pietro, ab. di M.V., del 4 dicembre 1349, ind. III (riferita, Reg. 3482), concede a Biagio di Maria de Fuga, detto Russo, di Boiano, e a donna Giacoma, sua moglie, e ai loro eredi di primo e secondo grando d’ambo i sessi, una casa con orto contiguo, nella Ruga di Santa Maria del Vivario, per un tarì all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e 6 tarì per questa concessione («pro iure introytus») (XXIX, 20)
3487.
1350, maggio 8, ind. III – Ludovico re a. 2, Giovanna regina a. 8
Ospedale di M.V.
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Guglielmo de Acerno, giudice del Casale di M.V.
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» venerabile ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede a Caterina, ved. del maestro Giovanni de Litto, cuoco, una casa nel Casale di M.V., per 5 grana all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 13 tarì per questa concessione (CXVII, 50)
3488.
1350, maggio 8, ind. III – Ludovico re a. 2, Giovanna regina a. 8
Napoli
Cicco Scarola, di Napoli, pubb. not.
Giacomo Quaranta, giudice di Napoli
Il nobile Leucio de Protondino, di Trani («de Trano»), e donna Antonella de Nontorio, sua moglie, figlia del q. Filippo de Nontorio, «milite», dichiarano di aver ricevuto da fra Nicola da Sarno, priore del monastero di M.V. di Napoli, 15 once d’oro, messe nelle loro mani da Pietro Tosto, di Sarno, loro procufatore per i beni che possedevano in Sarno (CVI, 47)
3489.
1350, agosto 22, ind. III – Ludovico re a. 3 di Sicilia (omessa la regina Giovanna)
Montefusco
Simone de Unfrido, di Venticano, pubbl. not.
Mercurio di Giovannello, di Montefusco, regio giudice ivi
Andrea di Giovanni de Fusco, vende a Pietro Maccaro, del casale di San Nazzaro, nelle pertinenze di Montefusco, una terra in territorio di Montefusco, nel luogo detto Casalnuovo («casale novum»), per il prezzo di 15 tarì (LXXXV, 55)
3490.
1351, marzo 12, ind. IV – Ludovico re a. 3, Giovanna regina a. 9
Arienzo
Pietro Carbone, di Arienzo, pubbl. not.
Bartolomeo de Stadio, giudice di Arienzo
Giovanni di don Amico de Laudisio, di Arpaia, per i molti suoi delitti condannato alla forca dalla Corte («suspendi per gulam»), prima che si eseguisca la sentenza capitale, stabilisce molti legati a vantaggio dell’anima sua (XIV, 168)
3491.
1351, luglio 1°, ind. IV – Ludovico re a. 3, Giovanna regina a. 9
Ospedale di M.V.
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Guglielmo de Acernis giudice del Casale di M.V.
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede a Cobella, ved. di Cubello Pietro de Gaugello, abitante in Mercogliano, una terra arbustata in Mugnano, nel luogo detto Cupa, per il canone annuo di 5 grana d’oro (LXXIII, 94)
3492.
(1351), luglio 12, ind. IV (in: 1352, ottobre 8, ind. VI)
Napoli
Fra Giovanni, «permissione divina» arcivesc. di Brindisi nunzio della Sede Apostolica, riconosce di aver ricevuto per le mani di fra Nicola da Sarno, priore di M.V. di Napoli, procuratore e vicario generale dell’abate e della Comunità di M.V., 3 once, 22 tarì e 10 grana, e 3 tarì «pro expensis scripturarum» (in LXXVI, 13)
3493.
1351, agosto 20, ind. IV – Ludovico re a. 3, Giovanna regina a. 9
Summonte («apud castrum submontis»)
Raone de Raone, di Mercogliano pubbl. not.
Riccardo Mainardo, giudice annuale di Summonte
Essendo sorte gravissime discordie tra gli uomini di Summonte e quelli del Casale di M.V., Cicco de Tollentino, signore di Summonte, conviene con Pietro Anselone, «dei apostolice sedis gratia» ab. di M.V., per trattar la pace, e per mezzo di Meulo de Postaro, baiulo del castello di Summonte, si stabiliscono i seguenti capitoli: 1°. che uno non offenda l’altro né nelle persone né nei beni, in nessun modo; 2°. in particolare che certi gruppi di persone dell’una e dell’altra parte non si offendano a vicenda. E questo viene corroborato con giuramento sul Vangelo (CXIII, 79)
3494.
1351, settembre 26, ind. V – Ludovico re a. 4, Giovanna regina a. 9 (in: 1364, maggio 5, ind. II)
«Apud casale quod dicitur Limaradi de Pertinentiis Montorii»
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Pietro Raspacapo, giudice annuale di Montoro e dei suoi casali
Ruggiero de Marando, di Montoro, dona a Pietro, «dei et Apostolice Sedis gratia» ab. di M.V., alcune terre lavorative, congiunte tra loro, nel territorio del casale di Preturo («Pretorii»), nelle pertinenze di Montoro, riservandosene l’usufrutto durante la sua vita, e questo col consenso di sua moglie, che conferma la donazione e rinunzia a favore di M.V. a ogni diritto che le poteva spettare su quei beni. La Comunità di M.V. si obbliga da parte sua a far celebrare una Messa alla settimana finché vivrà Ruggiero, e, dopo la sua morte, – quando quelle terre verranno in pieno potere del monastero -, far celebrare Messe solenni a lode e gloria della Madonna. I due coniugi vengono aggregati tra i benefattori del monastero a partecipare di tutti i sacrifici e preghiere che si compiono in monastero (in LXXXVIII, 37)
3495.
1351, ottobre 8, ind. V – Ludovico re a. 4, Giovanna regina a. 9
Montevergine
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Giacomo de Dutto («de Ducto»), giudice di Mercogliano e del Casale di M.V.
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., procede con Cicco de Summonte, signore di Summonte, ad una permuta in forza della quale cede i seguenti beni stabili che il monastero possedeva in Summonte, – cioè: una terra «vacua» nel luogo detto Campo di Maggio («campus de Madio»); una terra ivi; un terra nel luogo detto Perfetti; una vigna e selva nel luogo detto Casale vecchio («casale vetere»); una selva e querceto; un’altra selva; una vigna; un castagneto; una selva con vigna e padula; un’altra selva; un vesceglito; un altro vesceglito; una selva; una terra nel luogo detto Magni; una terra e querceto ivi -; e in cambio riceve i seguenti beni stabili e rendite nel Casale di M.V.: una terra nel luogo detto Camminate, concessa per il censo di 5 grana annue; una rendita di un tarì annuo, ipotecato su una vigna e querceto ivi; una rendita di un tarì e 6 grana e un terzo su una vigna ivi; una rendita di 5 grana annue su una selva nel luogo detto Lulleo; una rendita di 4 grana annue su una selva nel luogo detto Toro; una rendita di 2 tarì e 5 grana annue su una vigna detta Airoli; una rendita di 17 grana e mezzo su una vigna ivi; una rendita di 10 grana annue su una terra detta Lulleo; una rendita di 10 grana annue su una vigna nel luogo detto Caminatelle; 2 grana e mezzo all’anno su una selva nel luogo detto Toro; 2 tarì e una salute di buon pane su una vigna nel luogo detto Curti; 2 tarì e 5 grana annue su una vigna nel luogo detto Toro; 7 grana e mezza su una vigna nel luogo detto Lulleo; 7 grana e mezza su una vigna ivi; un tarì e 6 grana e mezza su un vesciglito nel luogo detto Curti; 16 grana su una vigna ivi; un tarì su una vigna nel luogo detto Airoli; 15 grana su una vigna nello stesso luogo (CXII, 79)
3496.
1352, aprile 9, ind. V – Ludovico re a. 4, Giovanna regina a. 10
Capua
Bartolomeo di Notartommaso, pubbl. not.
Natale di Benedetto, giudice di Capua
Nicola de Nola, procuratore dei signori ab. Benedetto e Andrea de Palmiero, figli di Cervo de Palmiero, riconcede a Giacomo e Giovanni Frunzo, fratelli, della villa di Sant’Anello, nelle pertinenze di Capua, una corte con casa, palmento, forno, pozzo, e un pezzo di terra nella suddetta villa, per il censo di mezzo tarì, da corrispondersi ogni anno nella festa di S. Maria ad agosto (XXXII, 97)
3497.
1352, maggio 7, ind. V – Ludovico re a. 4, Giovanna regina a. 10
Cisterna
Vito de Falco, di Marigliano, pubbl. not.
Giovanni Bartolomeo, giudice di Marigliano
Tommaso de Ambrogio vende a Fuccillo Boccamusto una terra piantata a nocelleto, nel luogo «alle Beragnule seu ad frassum», per 4 once d’oro (XL, 41)
3498.
1352, maggio 24, ind. V – Ludovico re a. 4, Giovanna regina a. 10
Morrone («apud Morronum»)
Giacomo Glorioso, pubbl. not. di Morrone
Giovanni di Notargiovanni e Tommaso di Nicandro, giudici annuali di Morrone
Sirimbalda, ved. del maestro Biagio del giudice Matteo, abitante nella villa di Valle, nelle pertinenze di Morrone, e precisamente nel luogo detto «lu terone», si fa trascrivere in pubblica forma un testamento da lei composto, col quale stabilisce che il suo corpo venga seppellito nella chiesa di S. Maria della Valle di Morrone, invita tutti i sacerdoti localie alle sue esequie, stabilisce diversi legati pii, ecc. (LXXXVIII, 32)
3499.
(1352), giugno 3, ind. V – Clemente Pp. VI a. 11 (in: 1352, ottobre 8, ind. VI)
Napoli
Guglielmo, «permissione divina» vesc. di Braga («Bracaren.»), nunzio apostolico nel Regno di Sicilia, attesta che fra Nicola da Sarno, priore di M.V. di Napoli e procuratore di M.V., a nome di tutta la Congregazione di M.V., ha pagato 5 once, 18 tarì e 10 grana di argento «boni et iusti ponderis» in conto della decima papale a cui era tenuto M.V. (in LXXVI, 13)
3500.
1352, luglio 1°, ind. V (in: 1355, luglio 2, ind. VIII)
Lorita («actum et datum in nostro Monasterio Lorite»)
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., crea suo procuratore fra Guglielmo da Benevento, monaco di M.V. (In XXIX, 25)
3501.
1352, luglio 7, ind. V – Ludovico re a. 4, Giovanna regina a. 10
Capua
Benedetto Merulo, di Capua, pubbl. not.
Giovanni de Cicala, giudice di Capua
Nicola de Nola, procuratore dei signori ab. Nicola, ab. Benedetto e Andrea de Palmiero, figli di Cerbo de Palmiero, di Capua, concede a Benenato Basale, della villa di Savignano, nelle pertinenze di Capua, un pezzetto di terra, in cui c’è un casalino, – devoluto ai suddetti signori per la morte senza figli di Franceschello di don Gimondo, e sito nelle pertinenze della villa di Savignano -, per l’annuo censo di un tarì di Amalfi, a Natale, e 12 tarì per questa concessione (XXXII, 98)
3502.
1352, luglio 18, ind V – Ludovico re a. 4, Giovanna regina a. 10
Urrita («apud Urritam prope castrum Merculiani»)
Basilio de Jannello, di Mercogliano, pubbl. not.
Giacomo de Dutto, giudice di Mercogliano
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., concede ad Aliberto de Dutto una casa in Mercogliano, vicino alla Porta del Capo, – devoluta al monastero per la morte di fra Buccillo di Riccardo de Tommaso, oblato di M.V. -, per un certo canone annuo, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 10 tarì per questa concessione, danaro che serviva all’abate per i debiti del monastero e per le necessità della vita (LXI, 37)
3503.
1352, luglio 29, ind. V (in: 1352, ottobre 10, ind. VI)
Urrita («in castro nostro Merculiani in loco nostro Urrite»)
Pietro, «permissione divina» ab. di M.V., crea suoi procuratori fra Nicola Buonomo da Mercogliano e fra Nicola da Napoli, priore di S. Maria del Plesco, monaci di M.V. (in XXVII, 14; in XXVII, 15; in XXVII, 16)
3504.
1352, agosto 20, ind. V (in: 1352, ottobre 7, ind. VI)
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., costituisce suo procuratore fra Guglielmo da Benevento, priore di S. Maria del Vivario (in XXIX, 21)
3505.
1352, ottobre 7, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 10
Boiano
Giovanni di Nicola de Angelo, pubbl. not.
Egidio del giudice Roberto, giudice della città di Boiano
Fra Guglielmo da Benevento, priore di S. Maria del Vivario, con procura di Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., in data 30 agosto 1352 (riferita, Reg. precedente), concede a Guglielmo Provinciale, abitante in Boiano, e a Pietro e ai loro eredi di primo e scondo grado, una vigna nelle pertinenze di Boiano, nel luogo detto «la Canale», per il censo annuo di una libbra di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 21)
3506.
1352, ottobre 8, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 10
Ospedale di M.V.
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Amore de Abbamonte, giudice del Casale di M.V.
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., fa riprodurre tre ricevute rilasciate dai collettori delle decime papali, delle quali una del 13 dicembre ind. III (=1349) (riferita, Reg. 3483), una del 12 luglio ind. IV (=1351) (riferita, Reg. 3492), e una del 3 giugno della V indizione (=1352) (riferita, Reg. 3499) (LXXVI, 13)
3507.
1352, ottobre 9, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 10
Maddaloni
Pietro de Sico, pubbl. not. di Maddaloni
Guido di don Simone, giudice di Maddaloni
Giacoma, ved. di Pietro de Cerbinaria, di Maddaloni, col consenso di Antonio de Cerbinara, suo figlio, vende a Pietro del q. Andrea de Donadeo un territorio nel luogo detto Calcara («a la carcara»), – redditizio al monastero di S. Maria Reale di Maddaloni, soggetto al monastero di M.V., in 9 once di cera all’anno nella festa di S. Maria ad agosto -, per il prezzo di 18 tarì e con l’onere suddetto (LI, 64)
3508.
1352, ottobre 9, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 10
Maddaloni
Pietro de Sico, pubbl. not.
Guido di don Simone, giudice di Maddaloni
Pietro del q. Andrea de Donadeo, di Maddaloni, si obbliga verso il monastero di S. Maria Reale di Maddaloni a corrispondere 9 once di cera all’anno, nella festa di S. Maria ad agosto, per una terza parte di un orto di proprietà del monastero, che egli aveva preso per sé e per i suoi eredi «exceptis clericis et feminis» da Giacoma, ved. di Pietro de Cerbinaria, e che si trovava nelle pertinenze di Maddaloni, nel luogo detto «a la Carcara» (LI, 65)
3509.
1352, ottobre 10, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 10
Nola
Antonio Sussulano, di Nola, pubbl. not.
Giacomo Perario, giudice di Nola
Fra Nicola Buonomo, di Mercogliano, procuratore di M.V., agente a nome di Pietro, «permissione divina» ab. di M.V., concede a Maria Galiota, ved. di Simone de Romano, di Visciano, una casa nel casale di Visciano, una terra nel luogo detto Calcara, e un boschetto nel luogo detto Tuoro: beni devoluti al monastero e concessi col patto di piantarvi alberi fruttiferi e di corrispondere la metà dei frutti (XXVII, 14)
3510.
1352, ottobre 10, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 10
Nola
Antonio Sussulano, pubbl. not. di Nola
Giacomo Perario, giudice di Nola e di Cicala
Essendo devoluta al monastero di M.V. una «excadentiam», per la morte di Giacomo Veterone, consistente in una casa con antecorte murata, nel casale di Visciano, e una terra nel territorio dello stesso casale, fra Nicola Buonomo da Mercogliano, con procura di Pietro ab. di M.V., ata da Urrita il 29 luglio ind. V (riferita, Reg. 3503), concede questi beni a Maria Galiota, ved. di Simone de Romano, di Visciano, per il canone annuo di 5 tarì e 2 galline (XXVII, 15)
3511.
1352, ottobre 24, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna reginaa. 10
Nola
Antonio Sussulano, pubbl. not.
Giacomo Perario, giudice di Nola e Cicala
Fra Nicola Buonomo da Mercogliano, procuratore di Pietro, ab. di M.V., come da procura del 29 luglio, ind. V (riferita, Reg. 3503), dichiara che, essendo devoluta al monastero di M.V., per la morte di Angelo de Marino, di Visciano, e per la morte di Tommasa Fortino e di Gubitosa, ved. di Giacomo de Urrita, di Visciano, una casalina con orto congiunto, ecc., su cui gravava un canone annuo di 14 grana, concede ora questi beni a Filippo Suppontino, di Visciano, per lo stesso canone (XXVII, 16)
3512.
1352, dicembre 5, ind. VI – Ludovicco re a. 5, Giovanna regina a. 10
Cisterna, nelle pertinenze di Marigliano
Vito de Falco, pubbl. not.
Nicola Galax, giudice di Terra di Lavoro
Ugolino de Marado, abitante in Acerra, e Antonio Cefalano, di Cisterna, vendono a Fuccillo Boccamusto una terra arbustata, nel luogo detto «restro castrum», con facoltà di uscire e di entrare per la terra di Antonio e Paolo Cefalano, detta «la lenza», per il prezzo di 6 once d’oro (XL, 42)
3513.
1353, gennaio 6, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 10
Boiano
Nicola di Roberto Benedetto Giovanni de Berardo, pubbl. not.
Egidio del giudice Roberto, giudice della città di Boiano
Guglielmo da benevento, priore di S. Maria del Vivario, di Boiano, concede a Berardo Buczillo, di Boiano, e a Buonafiglia, sua moglie, e ai loro eredi di 1° e 2° grado, una casa con orto contiguo, in Boiano, «in Capite Caldarariorum», per un tarì e 5 grana di censo annuo, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 22)
3514.
1353, febbraio 3, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 11
Urrita («apud Urritam prope castrum Merculiani, massariam … Montisvirginis»)
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Giacomo de Dutto, giudice di Mercogliano
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede a Coluccio del giudice Velotto («Belotto»), del casale di Tavernola, nelle pertinenze di Atripalda, due pezzi di terra nelle pertinenze di Tavernola, dei quali uno nel luogo detto Rumaiure, e l’altro, con nocelleto, nel luogo detto San Vincenzo, per 2 tarì d’oro all’anno, nella festa di S. Maria a settembre, e 6 tarì per questa concessione (CXXI, 2)
3515.
1353 («1352»), febbraio 10, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 11
Eboli
Angelo de Rosa, pubbl. not.
Giovanni de Ostia, giudice di Eboli
Fra Pietro da Eboli, priore di S. Onofrio del casale di Massa, con procura di Pietro, ab. di M.V., del 30 aprile (riferita, Reg. 3478), cede a Giovanni, f. del q. Luca de Romania, di Eboli, due case ed una sala diruta, in Eboli, nella parrocchia di S. Maria; e in cambio riceve due case nella parrocchia di S. Giorgio (XLII, 25)
3516.
1353, marzo 1°, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 11
Napoli
Luca Tallamilo, di Napoli, pubbl. not.
Simone Carocello, giudice di Napoli
Maffuzio Valenczano, del casale di Cisterna, nelle pertinenze di Marigliano, vende a Fuccillo Boccamusto una terra con nocelleto, nelle pertinenze di Cisterna, nel luogo detto «Plangnola», per un’oncia e 6 tarì (XL, 43)
3517.
1353, marzo 3, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 11
Casale di Massa
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Luigi Cerritello (o Terricello), giudice del casale di Massa
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede ad Antonio e a Giovanni de Ponte, fratelli, del casale di Massa, vassalli del monastero, però solo durante la loro vita, una terra lavorativa, nel suddetto casale, vicino al mulino del monastero, volgarmente detta «la yscla de capu», col patto di corrispondere la terza parte dei proventi di quella terra al monastero, e 15 tarì per questa concessione (LIV, 59)
3518.
1353, aprile 21, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 11
Monteforte
Basilio de Jannello, di Mercogliano, pubbl. not.
Angelo de Consio, di Monteforte, giudice annuale ivi
Don Filippo de Salerno, di Monteforte, vende a don Pasquale de Mausimilia, di Monteforte, una terra con nocelleto in Monteforte, nel luogo detto Vigna degli Olivi («vinea de olivis»), per il prezzo di un’oncia e 23 tarì (LXXXI, 120)
3519.
1353, maggio 13, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 11
Napoli
Nicola Castanea, di Napoli, pubbl. not.
Simone Carocello, giudice di Napoli
Fra Giacomo Carrese («Carrense»), di Napoli, dell’Ordine di S. Agostino, vende ad Enrico de Casalitho, della Lombardia, abitante in Napoli, un nocelleto di due moggi, nelle pertinenze di Cisterna, nel luogo detto Lurcapinella, per il prezzo di 3 once e 12 tarì (XL, 44)
3520.
1353, maggio 17, ind. VI («V») – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 11
Napoli
Nicola Castanea, di Napoli, pubbl. not.
Simone Carocello, giudice di Napoli
Tommaso de Ambrogio, f. del q. Pietro, di Cisterna, insieme con sua moglie, vende ad Enrico de Casalitho, della Lombardia, abitante in Napoli, una casa scoperta, con corte e orto, nella villa di Cisterna, nel luogo detto «lo pendino», redditizia ad Antonio de Jaya in 10 grana annue a Natale, per il prezzo di 15 tarì e con l’onere suddetto (XL, 45)
3521.
1353, giugno 27, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 11
Napoli
Nicola Castanea, di Napoli, pubbl. not.
Simone Carocello, giudice di Napoli
Pietro Gauditano, insieme coi suoi fratelli, vende al procuratore del venerabile Ospedale di S. Atanasio, in Napoli, un nocelleto della capacità di un moggio e tre quarti, in Cisterna, nel luogo detto Papasetule, per il prezzo di 3 once (XL, 46)
3522.
1353, luglio 22, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 11
Boiano
Giovanni di Nicola de Angelo, pubbl. not.
Egidio del giudice Roberto, giudice della città di Boiano
Fra Guglielmo da Benevento, priore, rettore e procuratore di S. Maria del Vivario, con procura di Pietro, ab. di M.V., concede a Gentile Cassano, abitante in Boiano, e a Filippa, sua moglie, e ai loro eredi di 1° e 2° grado, una casa con orto, nel vico di S. Maria del Vivario, e un castagneto nel luogo detto «li colli», per il canone annuo di 2 tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 23)
3523.
(1353), luglio, ind. VI – Ludovico re a. …, Giovanna regina a. …
Monteforte
Basilio de Jannello, di Mercogliano, pubbl. not.
Angelo de Consio, di Monteforte, giudice annuale ivi
Cobello … vende a don Pasquale de Mausimilla, di Monteforte, un territorio con nocelleto, nelle pertinenze di Monteforte, nel luogo detto Vigna degli Olivi, per il prezzo di un’oncia e 6 tarì (LXXXI, 115)
3524.
1353, agosto 15, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 11
Capua
Bartolomeo di Notartommaso, di capua, pubbl. not.
Giovanni de Cicala, giudice della città di Capua
La nobildonna Berita, figlia del q, Cerbo de Palmiero e moglie del nobile Petrillo de Vinea, di Capua, lascia quietanza all’ab. Nicola de Palmiero, chierico «nondum in sacris constituto», f. del q. nobile Cerbo de Palmiero, di Capua, agente a nome proprio e a nome e per parte dell’ab. Benedetto e di Andreillo de Palmiero, suoi fratelli, in ordine alle sue doti (XXXII, 126)
3525.
1353, agosto 19, ind. VI – Ludovico re a. 5, Giovanna regina a. 11
Capua
Giovanni de Castello, di Capua, pubbl. not.
Giovanni de Cicala, di Capua, giudice di Capua
Fra Goffredo Gallico, priore del monastero vecchio di M.V. in Capua, mosso da riconoscenza per i benefici resi al monastero da Nicola e Bartolomeo de Antonio, fratelli, della villa di Tosto, nelle pertinenze di Capua, concede loro tre pezzi di terra, – devoluti al monastero per la morte di Pietro de Tosto, della stessa villa di Tosto, deceduto senza eredi -, dei quali uno nella suddetta villa, e due nel luogo detto Campo de Janula, per il canone annuo di un tarì di Amalfi, nella festa di S. Maria ad agosto, e 24 tarì d’oro per questa concessione (XXXI, 65)
3526.
1353, agosto 32, ind. VI – Ludovico re a. 6, Giovanna regina a. 11
Napoli
Il re Ludovico e la regina Giovanna, dopo aver riferito che le terre di Mercogliano e del Casale di M.V. erano state quasi distrutte dalle guerre e dai malviventi, dietro richiesta del monastero di M.V., avuto riguardo all’attuale loro miseria, ordinando che alla Regia Corte paghino solo un terzo della contribuzione delle collette (IX, 73)
3527.
1353 («1354»), settembre 6, ind. VII – Ludovico re a. 6, Giovanna regina a. 11
«Castrum Casalis Johannis»
Giovanni del q. not. Tommaso, del castello di Butocelle, pubbl. not.
Girolamo di Nicola Giovanni de Pietro, giudice di Casal Giovanni
Il nobile Pandullo de Protogiudice, di Salerno, abitante in Casal Giovanni, appartenetne alla badia di S. Sofia di Benevento, avendo preso in affitto i diritto della chiesa di Sant’Angelo in Gualdetano, del suddetto monastero di S. Sofia, si obbliga a corrispondere 16 once d’oro in carlini d’argento, per il relativo fitto dei cinque anni trascorsi (XXVI, 80)
3528.
1353, ottobre 12, ind. VII – Ludovico re a. 6, Giovanna regina a. 11
Ospedale di M.V.
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Amore de Abbamonte, giudice del Casale di M.V.
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., cede a Pietro de Berlione, del casale di Massa, vassallo del monastero, una terra seminativa, nello stesso casale nel luogo detto «alli ollastri», e in cambio riceve una terra lavorativa nelle pertinenze di quel casale, oltre il fiume Nigro, nel luogo detto Campo di Odo («Campus de Odo»), confinante coi beni del monastero di Sant’Onofrio (LIV, 53)
3529.
1353, ottobre 14, ind. VII – Ludovico re a. 6, Giovanna regina a. 11
Capua
Natale de Benedetto, di Capua, pubbl. not.
Nicola de Agostino, giudice di Capua
Fra Rainaldo da Sarno, priore del monastero nuovo di Capua, sotto il titolo di M.V., e don Domenico de Caserta, abitante in Capua, procuratore del nobile don Giacomo de Cantelno, concedono a Giacomo e Nicola de Matteo, fratelli, di Castellammare del Volturno, una presa con casalino e orticello, devoluti al monastero e al signor Giacomo per la morte senza eredi di Antonio de Janua, beni che erano siti in Castellammare del Volturno, e che, tenendo presenti anche altri servigi resi da quei fratelli, vengono loro concessi per il censo annuo di un tarì di Amalfi, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e 45 tarì per questa concessione (XXXI, 66)
3530.
1354, febbraio 3, ind. VII – Ludovico re a. 6, Giovanna regina a. 12
Capua
Giovanni de Castello, di Capua, publ. not.
Nicola de Raone, giudice di Capua
Fra Goffredo Gallico, priore del monastero vecchio di M.V. in Capua, dietro procura di Pietro, «miseratione divina», umile ab. di M.V., mosso dai servigi resigli da Gualtiero Golmizio, della villa di Pignataro, nelle pertinenze di Capua, gli concede 16 pezzi di terra, – devoluti al monastero per la morte di Giacoma, ved. di Paolo Panicterio, di Capua, deceduta senza legittimi eredi -, e cioè: quattro nelle pertinenze dela villa di Pignataro, nel luogo detto «a la pera ferrara»; sei nel luogo detto «a la peczella seu a lu feraru»; due nel luogo detto «a porta fernillu»; uno nel luogo detto Campo Maggiore; uno nel luogo detto Querceto («a lu cerquitu»); uno nel luogo detto Valle di San Martino «ad ferrarum»: il tutto per il canone annuo di 2 tarì e mezzo e 3 capponi a Natale, e altri 2 tarì e mezzo a Pasqua Maggiore, e 2 once d’oro per questa concessione (XXXI, 67)
3531.
1354, febbraio 5, ind. VII – Ludovico re a. 6, Giovanna regina a. 12
Mercogliano
Basilio de Jannello, di Mercogliano, pubbl. not.
Giacomo de Dutto, giudice di Mercogliano
Donna Ysolda, ved. del not. Riccardo de Jannello, di Mercogliano, e sua figlia donna Maria, moglie del giudice Angelo de Consio, di Monteforte, vendono a Bartolomeo di Paolo di maestro Riccardo, di Mercogliano, in nome del maestro Pietro, d’Ariano, abitante in Ascoli, una terra con olivi, nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Sant’Antonio, per 10 once d’oro (LXX, 31)
3532.
1354, marzo 31, ind. VII – Ludovico re a. 6, Giovanna regina a. 12
Napoli
Nicola Castanea, di Napoli, pubbl. not.
Simone Carocello, giudice di Napoli
Simeone Primicerio, f. del q. Pietro, della villa di Pomigliano («Pumiliani»), vende a Giacomo Porcario, della suddetta villa di Pomigliano, f. del q. Angelo, un nocelleto nelle pertinenze di Cisterna, nel luogo detto Frasso, per il prezzo di 8 once (XL, 47)
3533.
1354, aprile 20, ind. VII (in: 1362, agosto 17, ind. XV)
Napoli
Il re Ludovico e la regina Giovanna confermano il privilegio del 10 dicembre 1347 (riferito, Reg. 3469) e ne impongono l’esecuzione sotto gravi pene (in IX, 77)
3534.
1354, giugno 14, ind. VII – Ludovico re a. 6, Giovanna regina a. 12 (in: 1354, ottobre 16, ind. VIII)
Montevergine
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Amore de Abbamonte, giudice del Casale di M.V.
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., radunata in capitolo la Comunità di M.V., crea procuratore del monastero fra Francesco de Vico, monaco di M.V., per la vendita di beni, allo scopo di ovviare alle gravi necessità in cui si trova il monastero («in maxima necessitate et pecunie penuria»), come pure per certi debiti verso la Curia Romana e per altri intollerabili debiti, come ancora per la riparazione del monastero che versa in gravi condizioni («maxime pro reparando dictum monasterium quod in totum quasi videtur dirrutum» (in LXXI, 15)
3535.
1354, agosto 4, ind. VII – Ludovico re a. 6, Giovanna regina a. 12
Capua
Pietro Sules di capua, publ. not.
Nicola de Raone, giudice di Capua
Fra Goffredo Gallico, priore del monastero vecchio di M.V., in Capua, con procura di Pietro, «miseratione divina» umile ab. di M.V., concede a Filippo de Alderisio e a suo fratello Cobello, per i servigi da loro resi, due pezzi di terra, – devoluti al monastero per la morte di Giovanni Vitolo, di Capua, deceduto senza legittimi eredi -, nella villa di Orticella, nelle pertinenze di Capua, nel luogo detto «lu plupitello», per l’annuo censo di un tarì e 10 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e 18 tarì d’oro per questa concessione (XXXI, 68)
3536.
1354, settembre 2, ind. VIII – Ludovico re a. 7, Giovanna regina a. 12
Napoli
L’abate e la Comunità di M.V., per maggior tutela si fanno confermare dal re e dalla regina il privilegio concesso dal re Ludovico, quando era ancora Vicario generale del Regno di Sicilia, dato da Napoli il 20 settembre 137; ed essi, «ad dictum Monasterium piam et rectam devotionem habentes», «gratiose» lo confermano «ad inviolabilem et perpetuam firmitatem», riportando integralmente la donazione dei beni che furono del q. Filippo de Sus in Montefusco e nelle sue pertinenze, – beni devoluti alla Corte per essere costui morto senza eredi -, e cioè: i casali di Cucciano, Lentace, Fistolari e San Pietro a Sala; altri tenimenti e vassalli e diritti nei casali di San Nazzaro, Gambatesa, Santa Maria a Vico, Castellone; un tenimento volgarmente detto Cervarola, presso il casale del Cobante; certe case e botteghe in Montefusco, con tutti gli uomini, vassalli, piani, monti, prati, boschi, valloni, pascoli, mulini, acque, corsi di acqua, selve, vigne, terre colte e incolte, dogane, piazze, passi, piazzatici, diritti patronali, giurisdizioni di chiese, fortilizi, feudi, rendite e proventi, che il suddetto Filippo de Sus possedeva mentre era in vita, eccettuandosi solo il bosco detto Rotundo, che viene aggregato alla Selva detta Canona, nelle pertinenze di Montefusco. Questi beni sono dichiarati franchi e liberi da ogni peso, servitù, ma coi seguenti patti da osservarsi da parte del monastero di M.V.:
1°. che oltre il solito numero di monaci residenti in M.V., si debbano porre almeno 10 monaci sacerdoti, i qquali di continuo debbano celebrare Messe, fare orazioni nella Cappella dove giace il corpo di Caterina, imperatrice di Costantinopoli;
2°. che nella suddetta cappella, oltre l’altare maggiore che vi è, si debbano erigere cinque altari: uno sopra la sepoltura dove giace il corpo della sudetta Caterina, e gli altri quattro in luoghi ritenuti più adatti;
3°. che nel «concesto» di quel sepolcro si faccia un coro, distinto dall’altrto coro dei Padri, perché si possano cantare nel medesimo le Ore canoniche dai suddetti Padri, separatamente dagli altri;
4°. che nel sepolcro suddetto vi ardano, notte e giorno, quattro lampade disposte ai quattro lati;
5°. che vi si pongano altri quattro candelieri di legno con torce di cera, poste a mo’ di croce, che ardano specialmente in tempo di indulgenze e di concorso di popolo e di visite di illustri personaggi;
6°. che in perpetuo sia tenuto il suddetto monastero a fare, ogni anno, un anniversario per l’anima della suddetta Imperatrice, nel giorno in cui vi fu sepolta, nel quale giorno si debbano consumare 500 libbre di cera;
7°. che ogni giorno si debba cantare una Messa sull’altare della sepoltura, e le altre nove recitarle in altri altari, a patto che le Messe siano sempre dieci ogni giorno;
8°. che qualora uno dei 10 monaci dovesse talvolta, per legittimo impedimento, mancare, venga sostituito con un altro monaco;
9°. che i suddetti 10 Padri, ogni lunedì, dopo cantata la Messa, debbano stare processionalmente intorno al suddetto sepolcro e cantare il responsorio Libera con l’orazione Quaesumus Domine;
10°. che i suddetti 10 monaci, ogni giorno, terminata la Messa, si debbano portare sopra la suddetta sepoltura e recitare il salmo De profundis e l’orazione Quaesumus Domine;
11°. che ogni giorno nel corso della suddetta cappella debbano recitare l’Officio dei Defunti, e il lunedì cantarlo;
12°. che ogni venerdì debbano recitare i Salmi penitenziali, nel coro, col Requiem e l’orazione Quaesumus Domine;
13°. che tutti i suddetti beni non potranno essere venduti, donati, ecc., e che ogni contratto stipulato contro queste disposizioni sarebbe nullo;
14°. che se il monastero di M.V, non adempirà quanto sopra, sarebbe dovuto essere spogliato di tutti i suddetti beni, i quali in tal caso andrebbero al convetno di S. Domenico Maggiore di Napoli, per applicarsi a loro discrezione per l’anima della suddetta Imperatrice;
15°. che i Padri Predicatori del suddetto convento debbano portarsi due volte all’anno in M.V. a spese di M.V., per osservare se i patti vengono osservati fedelmente (IX, 74)
3537.
1354, ottobre 16, ind. VIII – Ludovico re a. 7, Giovanna reagina a. 12
Ascoli
Giacomo Dardano, di Melfi («de Melfia»), pubbl. not.
Giaquinto di Floreto de Giaquinto, giudice annuale di Ascoli
Francesco da Vico, monaco di M.V. e procuratore di Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., come da procura del 14 giugno 1354, indv. VII (riferita, Reg. 3534), cede al maestro Pietro de Ariano, di Ascoli («de Excolo»), un vignale in Ascoli, nella contrada detta San Bartolomeo; e in cambio riceve una vigna con olivi in Mercogliano, nel luogo detto Sant’Antonio (LXII, 15)
3538.
1354, dicembre 24, ind. VIII – Ludovico re a. 7, Giovanna regina a. 12
Giovanni di Nicola de Angelo, pubbl. not.
Egidio del giudice Roberto, giudice della città di Boiano
Fra Guglielmo da Benevento, priore, rettore e procuratore della chiesa di S. Maria del Vivario di Boiano, dietro procura di Pietro, ab. di M.V., concede a Rainaldo de Matteo e a Giovanni de Marco, di Boiano, e ai loro eredi di primo e di secondo grado, la metà di una bottega, nel Vico dei Caldarari («in trivio caldarario Boyani»), per una libbra di cera all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 24)
3539.
1354, («1355»), dicembre 28, ind. VIII (in: 1358, settembre 24, ind. XII)
Nel monastero vecchio di M.V. in Capua
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., costituisce suo procuratore fra Rainaldo da Sarno, priore del monastero vecchio di M.V. in Capua (in XXXI, 69)
3540.
1355, gennaio 5, ind. VIII – Ludovico re a. 7, Giovanna regina a. 12
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Giacomo de Dutto, giudice di Mercogliano
Essendo il monastero di M.V. gravato da molti debiti, a causa delle corresponsioni dovute alla Curia Romana e per altre impellenti necessità («pro certis debitis Romanae Curie debitis maxima paupertate et penuria et aliis intollerabilibus debitis fore gravators»), Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., crede bene di concedere in enfiteusi diversi beni del monastero. In particolare concede in perpetuo a Zotto e a Zardo de Riccardo, fratelli, del casale di Penta, nelle pertinenze di San Severino, un territorio vicino a Mercato Sanseverino, nel luogo detto «la Padula», per l’annuo censo di un tarì e 10 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 2 once e 12 tarì per questa concessione (CXI, 90)
3541.
1355, luglio 2, ind. VIII – Ludovico e a. 7, Giovanna regina a. 13 («12»)
Boiano
Nicola di Roberto Benedetto Giovanni de Berardo, pubbl. not.
Ruggiero di Notarnicola, di Boiano, giudice ivi
Fra Guglielmo da Benevento, priore, rettore e procuratore di S. Maria del Vivario, dietro procura di Pietro, ab. di M.V., del 1° luglio della V ind., concede a Pietro di Giovanni de Marco, di Boiano, e ai suoi eredi di primo, secondo e terzo grado d’ambo i sessi, una casa nel luogo detto Capo dei Caldarari («in capite Caldarariorum»), per l’annuo censo di 2 libbre di cera, da corrispondersi nel giorno di S. Maria ad agosto (XXIX, 25)
3542.
1355, settembre 8, ind. IX – Ludovico re a. 7, Giovanna regina a. 13
Mercogliano
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Giacomo de Ducto, giudice di Mercogliano
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» av. di M.V. (che si sottoscrive), asserisce che una volta («olim») col consenso della Comunità di M.V., concessere al maestro Guglielmo de Janario, abitante nel Casale di M.V., vassallo del monastero, i sottoscritti beni stabili, – che lo stesso maestro Guglielmo teneva dal monastero per la metà dei frutti superiori e la decima degli inferiori -, per il censo annuo di un tarì, e a cautela se ne rogò pubblico strumento, e che aveva ricevuto dallo stesso Guglielmo un’oncia d’oro e 12 tarì. Ma poi lo stesso abate, passato un certo tempo, «suasionibus motus», perché si asseriva che il suddetto monastero era stato gravemente leso nei suoi diritti, domandava la restituzione «in integrum» degli stessi beni, pur avendo espressamente rinunziato in quegli strumenti a questo beneficio. Si era perciò fatto ridare quei beni e da parte sua gli aveva restituito il danaro ricevuto, revocando il conratto solennemente celebrato. Ora lo stesso Pietro ab. di M.V., volendo su ciò informarsi più completamente se veramente quella locazione era stata fatta con giustizia oppure con danno del monastero, interrogò alcuni testimoni degni di fede, bene esperti in materia, e questi alla sua presenza con giuramento deposero che la locazione era stata fatta legittimamente con utilità e vanaggio del monastero, e che era più vantaggioso al monastero quel nuovo canone assegnato anziché il vecchio canone della metà dei frutti. Perciò, raccolto il Capitolo della Comunità secondo il solito, e col consenso di questo, confermò la suddetta locazione al maestro Guglielmo e ai suoi eredi. I beni in questione erano: una terra «vacua» con alcuni castagni nel luogo detto Campomarino («campus de marino»); una terra con selva nella stessa contrada «seu ubi Bersalle dicitur»; un’altra terra con selva e terra «vacua» nello stesso luogo. Tutto ciò viene concesso per il censo annuo di tarì (in bianco) e grana (in bianco), da corrispondersi al monastero nella festa di S. Maria a settembre. E per questa conferma il monastero riceve 22 tarì e 10 grana (CXVII, 51)
3543.
1355, ottobre 5, ind. IX – Ludovico re a. 8, Giovanna regina a. 13
Mercogliano
Basilio de Jannello, di Mercogliano, pubbl. not.
Giacomo de Ducto, giudice di Mercogliano
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede a Giovanni di Mazziotto de Benevento, di Mercogliano, due casaline congiunte, presso la Porta del Capo in Mercogliano, per l’annuo canone di 13 grana d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 3 tarì per questa concessione (LXI, 38)
3544.
1356, maggio 25, ind. IX – Ludovico re a. 8, Giovanna regina a. 14
Nola
Antonio Sussulano, di Nola, pubbl. not.
Giacomo Perario, giudice della città di Nola e di Cicala
Alessandro Mansone e suo figlio Joseulo, di Baiano, vendono, per un’oncia d’oro, a Riccardo de Alessandro, di Mugnano, una casa con antecorte e palmento, in Mugnano; un orto nelle pertinenze di Mungnano, nel luogo detto Torricelle; una terra ivi; una terra nel luogo detto Gualdo; una selva con castagneto ivi; un castagneto nel luogo detto «Capu alvanitu»; una terra nel luogo detto Strade: beni che erano redditizi al monastero di M.V., e per i quali i compratori si obbligano a corrispondere i relativi censi (LXXIII, 106)
3545.
1356, luglio 1°, ind. IX – Ludovico re a. 8, Giovanna regina a. 14
Mercogliano
Basilio de Jannello, di Mercogliano, pubbl. not.
Giacomo de Ducto, giudice di Mercogliano
Pietro «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., concede in perpetuo a Giovanni di Mazziotto de Benevento, di Mercogliano, e ai suoi eredi, un casalino in Mercogliano, a Capo castello, per 6 grana d’oro all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 3 tarì per questa concessione (LXI, 39)
3546.
1356, … – Ludovico re, Giovanna regina
Zullo, pubbl. not.
Cicco Barano, giudice di Candida
Nicola di Lito dona al monastero di M.V., e per esso a Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., tutti i suoi beni in Candida e nelle sue pertinenze, col patto di rimanerne usufruttuario durante la sua vita (XXX, 137)
3547.
1357, marzo 4, ind. X -Ludovico re a. 9, Giovanna regina a. 15
Teano
Nicola di maestro Giacomo de Blandino, pubbl. not.
Pietro de Leone, giudice annuale di Terra di Lavoro e del Molise
Il giudice Leonardo del giudice Nicola, di Teano, vende a Guglielmo de Filippo della villa di Giano («Jani»), nelle pertinenze di Capua, un pezzo di terra, – che egli teneva a censo dal monastero di M.V. per una libbra di cera all’anno, e che era sito nelle pertinenze della città di Calvi, nel luogo detto «la corte dopnica» -, per 9 tarì e con l’onere suddetto (XXX, 101)
3548.
1357, marzo 21, ind. – Ludovico re a. 9, Giovanna regina a. 15
Mercogliano
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Giacomo de Ducto, giudice di Mercogliano
Isolda de Monteforte, ved. del q. not. Riczardo de Johannello, di Mercogliano, costituise suo procuratore il maestro Giacomo Marando, di Mercogliano, abitante in Napoli, per vendere una sua vigna con olvi, palmento, ecc., nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto «a la Cammarella», all’abate Pietro de Loffrido, canonico napoletano, e a don Pietro Scalense, detto Panpardo, di Napoli, esecutori testamentari di don Lancillo Minutolo, di Napoli, martio della q. signora donna Ilaria di Grottaminarda, il quale, avendo stabilito che il suo cadavere fosse seppellito a M.V., aveva lasciato al monastero il legato di una Messa alla settimana. Ora, per eseguire questo legato, i suddetti esecutori testamentari stipulavano questo contratto, per poi cedere al monastero gli stabili coprati (LV, 173)
3549.
1357, aprile 7, ind. X – Ludovico re a. 9, Giovanna regina a. 15
Napoli
Cicco Scarola, di Napoli, pubbl. not.
Andrea Zanzale, di Napoli, giudice a vita
Pietro de Loffrido, canonico napoletano, e don Pietro Scalense, detto Panpardo, di Napoli, esecutori testamentari di don Lancillo Minutolo, di Napoli, per eseguire un legato a beneficio di M.V. (cfr. Reg. precedente), comprano da Giacomo Bonafede, f. di Paolo, di Mercogliano, un nocelleto nel luogo detto Giardino, per il prezzo di 5 once (LV, 174)
3550.
1357, luglio 11, ind. X – Ludovico re a. 10, Giovanna regina a. 15
Morrone («apud castrum Murroni»)
Giacomo Glorioso, pubbl. not. di Morrone
Giovanni di Notargiovanni e Nicola de Basilii, giudici di Morrone
Il maestro Martuccio del giudice Matteo, di Morrone, facendo testamento, lascia, tra gli altri legati, al monastero di M.V. una casa con orto, ecc.; una terra nel luogo detto «a la perdosola»; e una casa e una terra nel luogo detto «a la corte»: il tutto col patto che gli si celebri una Messa al mese e un anniversario (LXXXVIII, 25)
3551.
1357, agosto 6, ind. X – Ludovico re a. 9 Giovanna regina a. 15
Salza («apud casale salse de pertinentiis castri serre»)
Stefano di maestro Matteo, pubbl. not.
Giacomo Ladi, giudice annuale del casale di Salza
Giorgio Ferrando, abitante nel casale di San Potito di Candida, e donna Rasa (Rosa?) di Tommaso Deodato, sua moglie, pure di San Potito, vendono a Nicola di Pietro Mattiotta, di Serpico, un pezzo di terra con piante di querce e altri alberi, in territorio di Serpico, nel luogo detto «li magnasii»
3552.
1357, agosto 7, ind. X – Ludovico re a. 9, Giovanna regina a. 15
Capua
Natale de Benedetto, di Capua, pubbl. not.
Giovanni de Cicala, giudice di Capua
Fra Rainaldo da Sarno, priore e procuratore del monastero vecchio di M.V. in Capua, concede per 11 tarì d’oro a Graziano di Giovanni Roberto Benaya, e a Nicola, suo fratello, di Grazzanise, l’assenso ad una compra che essi avevano fatta da donna Maria, ved. di Giacomo de Sanctis, di Capua, d’un pezzo di terra in Grazzanise che Maria teneva a censo dal monastero per il canone di un tarì d’oro all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e ora viene venduto per un’oncia e 12 tarì (XXXI, 117)
3553.
1357, dicembre 1°, ind. XI – Ludovico re a. 10, Giovanna regina a. 15
Boiano
Nicola di Roberto Benedetto Giovanni de Berardo, pubbl. not.
Agostino di Giovanni Moza, di Boiano, vende a Eustasio de Castanoto, abitante in Boiano, una vigna nelle pertinenze di Boiano, nel luogo detto Colli, per il prezzo di 20 carlini d’oro (XXIX, 228)
3354.
1358, giugno 15, ind. XI – Ludovico re a. 10, Giovanna regina a. 16
Airola
Aczardo de Berardo, pubbl. not.
Angelo de Crissimbene, giudice annuale di Airola
Antonio di Marando, di Cervinara, vende al maestro Giovanni de Cancis, della città di Ravenna, un moggio di terra, secondo la misura del paese, nelle pertinenze di Cervinara, nel luogo detto «a la corte de la Melolla», per un’oncia d’oro (XXXVIII, 42)
3555.
1358, luglio 20, ind. XI – Ludovico re a. 10, Giovanna regina a. 16
Napoli
Nicola Salato, di Napoli, pubbl. not.
Giacomo de Fornovo («Foronovo»), cittadino di Napoli, giudice
Filippella Piscopa, di Napoli, moglie del not. Filippello Siripando, di Napoli, insieme con sua sorella Cecilia, vende a Fuccillo Boccamusto un casalino con palmento, ecc. nel casale di Cisterna, per un’oncia e 18 tarì (XL, 48)
3556.
1358, agosto 4, ind. XI – Ludovico re a. 10, Giovanna regina a. 16
Scala
Paolo de Amato, di Scala, pibbl. not.
Rainaldo de Bonito giudice di Scala
L’Università di Scala elegge suo procuratore il giudice Napolitano Fresario, di Scala, perché si rechi da don Ruggiero Grillo, di Salerno, professore di diritto civile, e da altri, per parte dell’Università di Scala, perché rispondano al quesito che l’Università rivolge loro, e cioè: essendo l’Università di Scala pronta a corrispondere quella parte di colletta generale di contribuzione alla quale è tenuta l’Università della città di Amalfi, e le singole Università del ducato di Amalfi, a che cosa sono tenute queste Università? Dell’obbligo a cui è tenuta l’Università di Scala se ne faccia pubblico strumento nella debita e completa forma. L’Università si impegna a ratificare quanto avrà fatto il suo rappresentante (CX, 6)
3557.
1358, settembre 24, ind. XII – Ludovico re a. 11, Giovanna regina a. 16
Capua
Natale de Benedetto, di Capua, pubbl. not
Giovanni de Cicala, giudice di Capua
Fra Rainaldo da Sarno, priore del monastero vecchio di M.V. in Capua, dietro procura di Pietro, «permissione divina» ab. di M.V., del 28 dicembre della VIII ind., in considerazione dei molti servigi resi e di un’oncia d’oro e 27 tarì che ora gli versano, concede a Nicola de Rauccio e alla moglie Margherita de Perusio, di Capua, una presa di terra con una casa terranea e corticella, nella città di Capua, nella parrocchia di S. Marcello Maggiore, per il censo annuo di un tarì durante i primi 29 anni, nella festa di S. Maria ad agosto, e di 3 tarì e 15 grana per altri 29 anni: concessione a cui il monastero si vede obbligato per il bisogno di fondere una nuova campana (XXXI, 69)
3558.
1358, novembre 8, ind. XII – Ludovico re a. 11, Giovanna regina a. 16
Montevergine
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Giacomo de Ducto, giudice annuale di Mercogliano
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., avendo ricevuto un lascito di 10 once d’oro annue dagli affitti di certe botteghe in Salerno, nella strada di S. Lorenzo, fuori le mura, nel luogo dove si tiene la fiera nel mese di settembre, lasciate al monastero del signor Tommaso de Ruggiero, di Salerno, perché se ne comprasse della tonnina per i Padri di M.V. («pro esu et substentactione elemosine Monachorum in principali monasterio montano Montis Virginis cotidie, stantis quod quadragesimalibus cibis vescuntur cotidie et leguminibus et grossis cibariis countuntur de more et consuetudine fundatorum monasterii supradicti»), crea suo procuratore Masullo de Granita, di Salerno, per comprare la suddetta tonnina da chiunque la vende (CV, 42)
3559.
1358, novembre 20, ind. XII – Ludovico re a. 11, Giovanna regina a. 16
Mercogliano
Basilio de Jannello, di Mercogliano, pubbl. not.
Giacomo de Ducto, giudice a vita di Mercogliano
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede a Cubello di Lucianulo de Silvestro, di Mercogliano, una casalina in Mercogliano, per il canone di 2 grana e mezza d’oro all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 6 tarì per la concessione (LXI, 40)
3560.
1358, dicembre 5, ind. XII – Ludovico re a. 111, Giovanna regina a. 16
Mercogliano
Basilio de Jannello, di Mercogliano, pubbl. not.
Giacomo de Ducto, giudice a vita di Mercogliano
Fra Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., fa riportare un diploma della regina Giovanna del 10 dicembre 1347 (riferito, Reg. 3469) (CV, 44)
3561.
1359, gennaio 14, ind. XII – Ludovico re a. 11, Giovanna regina a. 16
Napoli
Nicola, di Napoli, pubbl. not.
Giacomo de Fornovo («Foronovo»), di Napoli, giudice regio
Riczardo de Vivo («Bibo») di Tramonti, e Cola, suo figlio, riconoscono di aver ricevuto «in dotem et dotis nomine» dal maestro Gaudioso de Cesarano, nella stessa terra di Tramonti, per parte di Bruna, sua nipote, pure di Tramonti, e moglie del suddetto Cola, 4 once d’oro e i seguenti beni stabili: due castagneti nel casale di Cesarano, nelle pertinenze di Tramonti, gravati di un censo annuo di 5 grana alla chiesa di S. Anna di Nocera; metà di un bosco nelle stesse pertinenze; la terza parte di una selva, presso i beni della chiesa di S. Maria di Cesarano; certe case con corte e vigna in Cesarano; una terra in Cesarano, e percisamente nel luogo detto «li Maranta»; altra casa pure nelle pertinenze di Cesarano, nel luogo detto «la placza de le petre». Da parte loro Riczardo e Cola, e ciascuno di loro, ipotecano per queste doti tutti i loro beni mobili e stabili (CXXIV, 42)
3562.
1359, febbrio 24, ind. XII – Ludovico re a. 11, Giovanna regina a. 17
Monastero di M.V., nel casale di Penta
Raone de Raone, di Mercvogliano, pubbl. not.
arcello Caczatore, giudice annuale di San Severino
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., trovandosi in somma povertà e dovendo provvedere al vitto e al vestito dei suoi religiosi, concede al nobile Masullo de San Barbato, del casale di Pandola nelle pertinenze di San Severino, un territorio nelle pertinenze di Montoro, nel luogo detto «li valluni de la Sala dopnica», per 2 tarì d’oro di censo annuo, e 2 once d’oro per questa concessione (CXI, 91)
3563.
1359, luglio 3, ind. XII – Luudovico re a. 11, Giovanna regina a. 17
Caiazzo
Nicola de Gusto, di Caiazzo, pubbl. not.
Pietro del giudice Nicola, di Caiazzo, giudice per la Terra di Lavoro
I signori ab. Nicola e Benedetto de Palmiero, fratelli, agenti anche a nome di Andreillo, altro loro fratello, costituiscono loro procuratore l’ab. Pietro Calamita, di Fondi, abitante in Capua, per affitttare, esigere, ecc., per tutti i beni della loro casa, con piena facoltà, come procuratore generale (XXXII, 134)
3564.
1359, aprile 4, ind. XII – Ludovico re a. 11, Giovanna regina a. 17
Bartolomeo di Pierlorenzo, di Capua, giudice ivi
Pietro Calamita, di Fondi, come procuratore dei signori ab. Nicola, ab. Benedetto e Andrea de Palmiero, figli di Cerbo de Palmiero, concede al maestro Andrea de Principato, di Capua, un orticello dei suddetti signori nella parrocchia di S. Marcello Piczulo, per il censo annuo di un tarì nella festa di S. Maria ad agosto, e 8 tarì per questa concessione (XXXII, 99)
3565.
1359, aprile 29, ind. XII – Ludovico re a. 11, Giovanna regina a. 17
Capua
Bartolomeo di Pierlorenzo, pubbl. not.
Nicola de Raone, di Capua, giudice di Capua
Pietro Calamita, di Fondi, procuratore dei signori ab. Nicola, ab. Benedetto e Andreillo de Palmiero, figli di Cerbo de Palmiero, concede a Gilio de Lacorte, di Caivano, nelle pertinenze di Aversa, abitante in Capua, una presa di terra con orto, in Capua, nella parrocchia di S. Marcello «Piczulo in capite», per l’annuo censo di un tarì nella festa di S. Maria ad agosto, e un’oncia d’oro per questa concessione (XXXII, 100)
3566.
1359, luglio 17, ind. XII – Ludovico re a. 11, Giovanna regina a. 17
Avellino («apud Avellinum»)
Giovanni di Egidio de Turribus, pubbl. not.
Giovanni de Tommaso, giudice annuale di Avellino
Alla presenza di Raimondo, «dei et apostolice sedis gratia», vesc. di Avellino, collettore delle decime papali triennali, imposte da Innocenzo Pp. VI, «ad recuperacionem et defencionem terrarum et iurium et deprehencionem rebellium sancte Romanae Ecclesie in Italie partibus consistencium», il religioso fra Felice da Litto, vestarario di M.V. e procuratore generale di fra Pietro, «dei gratia» ab. di M.V., e della Comunità di M.V., espone che, «propter precedentis temporis turbacionem malandrinorum concursus et brigarum discriminosa condicio», l’abbazia di M.V. si trovava in pessime condizioni economiche e gravata da debiti, e che pericò non poteva corrispondere l’intera decima triennale («idem dominus Abbas pro parte sui monasterii esse penitus impotentem»), né aveva beni mobili, dalla cui vendita poter soddisfare la Sede Apostolica secondo la tassa antica, contenuta nei registri. Perciò lo stesso procuratore, a nome di M.V., domandava istantemente dal suddetto vescovo di non forzarlo oltre la possibilità. Il vescovo allora, informatosi accuramente, riscontra la verità dell’esposto, e richiesto con giuramento sul Vangelo quale somma il monastero potesse versare per ciascuna decima triennale, il procuratore risponde che poteva pagare 15 once per ciascuna di esse. Il vescovo si accontenta e rimette la pena dell’interdetto promulgata contro il monastero e ordina allo stesso procuratore, «procuratorio nome qui supra» che assolva l’abate dalla pena dela scomunica in cui potesse essere incorso (LXXVI, 12)
Bibl.: Scandone, Avellino feduale, II, II, p. 260
3567.
1359, novembre 20, ind. … – Ludovico re a. 11, Giovanna regina a. 17
Maddaloni
Filippo de Sico, pubbl. not. di Maddaloni
Giovanni de Altruda, giudice di Maddaloni
Bartolomeo Martino vende a Paolo Bonello, di Maddaloni, un territorio nelle pertinenze di Maddaloni, nel luogo detto «ad Cori», per il prezzo di un’oncia e 15 tarì (LI, 100)
3568.
1360, marzo 1°, ind. XIII (in: 1360, marzo 22, ind. XIII)
Faraczano
Margherita de Luparia, contessa di San Valentino, mossa dalla riverenza a Dio e dalla devozione al monastero di M.V,, conferma la donazione fatta (cfr. Reg. 3064) da Alessandro de Boaino alla chiesa di S. Maria del Vivarrio di Boiano (in XXVIII, 113)
3569.
1360 («1359»), marzo 5, ind. XIII – Ludovico re a. 12 («13»), Giovanna regina a. 18 («17»)
Sarno
Giovanni de Capua, pubbl. not. di Sarno
Tommaso de Sarno, giudice di Sarno
Il giudice Giovanni Ungaro, di Sarno, vende a Nicola de Sirico, di Sarno, una terra in Sarno, nella parte della Tabellaria, nel luogo detto «a la pudele», per 3 once e 6 tarì, col patto di corrispondere la decima «iure terragii» al monastero di Cava (CIX, 26)
3570.
1360, marzo 16, ind. XII (in: 1360, marzo 22, ind. XIII)
Boiano
Luigi de Piczutis, mosso dalla riverenza verso Dio e dalla devozione a M.V., conferma al monastero di S. Maria del Vivario la donazione fatta da Alessandro de Boiano (in XXVIII, 113)
3571.
1360, marzo 22, ind. XIII – Ludovico re a. 12, Giovanna regina a. 18
Boiano
Giovanni di Nicola de Angelo, di Boiano, pubbl. not.
Antonio Pilzone, giudice della città di Boiano
Dietro richiesta di fra Giovanni Cunbiniano, priore e rettore della chiesa e del monastero di S. Maria del Vivario, immediatamente soggetta a M.V., si riportano due doc. dei quali uno della signora Margherita Luparia, contessa di San Valentino, e l’altro del nobile Luigi de Piczutis, i quali, come nipoti di Alessandro de Boiano, confermano le disposizioni del medesimo a favore di M.V. (XXVIII, 113)
3572.
1360, maggio 18, ind. XIII – Innocenzo Pp. a. 8
Nicola Preziosi, di San Germano, diocesi di Montecassino, not. apostolico della diocesi di Montecassino
Reginaldo, arcivesc. di Capua, nunzio nel Regno di Sicilia, alla presenza dei canonici e del Capitolo di Capua, «post multa dicta et allegata» riguardanti controversie tra lui e i suddetti canonici e Capitolo di Capua, accogliendo la richiesta di costoro, rimette la decisione della controversia al venerabile don Giovanni Zaccaria de Dyano (XXXII, 134 bis)
3573.
1360, luglio 3, ind. XIII – Ludovico re a. 12, Giovanna regina a. 17
Avellino
Giovanni de Tancredi («Tancredo»), di Avellino, pubbl. not.
Giovanni Forte, giudice di Avellino
Giovanni de Greca, di Avellino, vende a Modestino de Anselmo, pure di Avellino, un pezzo di terra con nocelleto, nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Bagno («Balneus»), per 12 tarì d’oro (XXI, 74)
3574.
1360, ottobre 12, ind. XIV (in: 1376, novembre 8, ind. XV – Giovanna regina a. 34)
Piedimonte d’Alife («apud pedemonte apud Alifam»)
Antonio, pubbl. not.
Petruccio de Benedetto, giudice
Alla presenza dei suddetti giudice, notaio e testi, Nicola de Algisia fa redigere in pubblica forma il testamento che egli aveva scritto di sua mano il giorno precedente, e nel quale aveva stabilito: che la moglie Sicilia fosse «dompna et usufructuaria» di tutti i suoi beni, mobili e immobili; che sua erede universale fosse la figlia Margherita, eccetto per quel che riguardava i legati apposti nello stesso testamento; lasciava alla suddetta Sicilia una terra seminativa nel luogo detto «ad Quarantula», altri beni nel luogo detto Accornato, certe parti di case e orti, che aveva ricevuto dalla stessa Sicilia al tempo del matrimonio, «dotis nomine», e 20 once d’oro. Fra gli altri legati, ne lascia uno alla chiesa di S. Maria Regale di Maddaloni, per un anniversario all’anno (in LI, 90)
3575.
1360, ottobre 26, ind. XIV – Ludovico re a. 13, Giovanna regina a. 18
Ospedale di M.V.
Nicola de Acernis, dell’Ospedale di M.V., pubbl. not.
Guardo de Rangerio, giudice del Casale di M.V.
Si riporta il diploma del 2 agosto 1322 (riferito, Reg. 3039) (XII, 105)
3576.
1360, ottobre 26, ind. XIV – Ludovico re a. 13, Giovanna regina a. 18
Ospedale di M.V.
Nicola de Acernis, dell’Ospedale di M.V., pubbl. not.
Guardo de Rangerio, giudice del Casale di M.V.
Dietro richiesta di Pietro, ab. di M.V., si riporta il privilegio del 16 agosto 1315 (riferito, Reg. 2882) (IX, 76)
3577.
1360, ottobre 26, ind. XIV – Ludovico re a. 13, Giovanna regina a. 18
Ospedale di M.V.
Nicola de Acernis, dell’Ospedale di M.V., pubbl. not.
Guardo de Rangerio, giudice del Casale di M.V.
Dietro richiesta di Pietro, ab. di M.V., si riporta il privilegio del 19 luglio 1278 (riferito, Reg. 2319) (IX, 75)
3578.
1360, novembre, in XIV – Ludovico re a. 13, Giovanna regina a. 18
Montevergine
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Guardo de Rangerio, giudice annuale del Casale di M.V.
Si riporta un ordine della regina Giovanna, dato da Napoli il 10 dicembre 1347 (riferito, Reg. 3469) (CV, 43)
3579.
1361, marzo 7, ind. XIV – Ludovico re a. 13, Giovanna regina a. 19
Formicola
Giorgio del giudice Tragone, di Dragone, pubbl. not.
Guglielmo Piczullo, di Formicola, giudice ivi
Costanza, moglie di Giacomo de Flore, dona con donazione «inter vivos», alla chiesa di S. Maria del Castello, in Formicola, per mano di fra Riczardo Anglico, eremita di questa chiesa, un pezzo di terra nelle pertinenze di Formicola, nel luogo detto «a le nuce» (XLV, 1)
3580.
1361, maggio 8, ind. XIV -Ludovico re a. 13, Giovanna regina a. 19
Napoli
Rainone Isclano, di Napoli, pubbl. not.
Nicola Junculo, di Napoli, giudice
Fra Paolo di Giovanni de Pistorio vende al nobile Giacomo Barrile, per 15 once d’oro, quattro pezzi di terra, dei quali tre a nocelleto e uno arbustato, in territorio di Cisterna nelle pertinenze di Marigliano, e precisamente uno nel luogo detto «a lo Cuvone», un altro nel luogo detto «a le Brognale», un terzo nel luogo detto Frasso, e un quarto nello stesso luogo (XL, 51)
3581.
1361, giugno 1, ind. XIV – Ludovico re a. 13, Giovanna regina a. 19
Peregrino, di Boiano, pubbl. not.
Egidio del giudice Roberto, giudice di Boiano
Fra Giovanni de Cumbiniano, procuratore, priore e rettore della chiesa e del monasero di S. Maria del Vivario, in Boiano, immediatamente soggetta a M.V., fa riportare lo strumento del 22 marzo 1360 (riferito, Reg. 3571) (XXVIII, 14)
3582.
1361, ottobre 18, ind. XV (in: 1361, novembre 20, ind. XIV)
Montevergine
Nicola de Acernis («Azernis»), del Casale di M.V., pubbl. not.
Giovanni de Johannello, giudice di Mercogliano
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. e la sua Comunità asseriscono che intendevano «pro toto eorum posse» provvedere dell’idoneo priore e procuratore la chiesa e il monastero di S. Maria del Vivario, e perciò avevano deliberato di nominare fra Antonio da Napoli, presbitero e monaco professo di M.V. a tale ufficio, e col presente atto lo eleggevano e ordinavano priore e procuratore di S. Maria del Vivario con tutti i poteri, in particolare per quel che riguardava i beni di fra Ruggiero, f. del q. Roberto de Damasco, del castello di Macchiagodena («Macolag.»), monaco di M.V., e permettendogli di fare tutto ciò che può fare un legittimo priore e procuratore (in XXVIII, 1).
3583.
1361, novembre 13, ind. V – Ludovico re a. 14, Giovanna regina a. 19
Capua
Bartolomeo di Pierlorenzo, pubbl. not.
Giovanni de Cicala, di Capua, giudice di Capua
I signori ab. nicola, ab. Benedetto e Andrea (o Andreillo) de Palmiero, figli di Cerbo de Palmiero, concedono a Elisabetta di Tommaso de Tofino, e ai suoi figli Lillo e Cecca, della villa di Marcianise, abitanti in Capua, una presa di terra in Capua, nella parrocchia di S. Marcello Maggiore, per un certo censo annuo …, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e un’oncia d’oro per questa concessione (XXXII, 101)
3584.
1361, novembre 14, ind. XV – Ludovico re a. 14, Giovanna regina a. 19
Capua
Natale de Benedetto, di Capua, pubbl. not.
Nicola de Agostino, giudice di Capua
Benenato di Giovanni Basale, detto Grosso, e Pietro Basale, della villa di Santignano («Sancti ingnani»), nelle pertinenze di Capua, per 2 once d’oro, vendono a Pietro de Benedetto, – col consenso di don Nicola Palmiero e ab. Andreillo de Palmiero, fratelli, di Capua, – un pezzo di terra che essi tenevano a censo dagli stessi don Nicola e ab. Andreillo. Inoltre don Nicola e ab. Andreillo, – per i molti servigi ricevuti dallo stesso Pietro de Benedetto e per quelli che sperano di ricevere in seguito come pure per un’oncia d’oro che avevano ricevuta da lui -, acconsentono alla vendita fatta allo stesso Pietro da parte di Chirillo di Riccardo Giovanni de Antonio, della villa di Staffilo, nelle pertinenze di Capua, di una terra che Chirillo teneva a censo dai suddetti Nicola e ab. Andreillo. I due pezzi di terra, congiunti fra loro, sono nelle pertienze della villa di San Tammaro, nel luogo detto Campo di San Giovanni. Il compratore si obbliga a corrispondere a don Nicola e all’ab. Andreillo, e ai loro eredi e successori, a Natale, un tarì di Amalfi, e cioè mezzo tarì di Amalfi per ciascuna delle due terre (XXXII, 62)
3585.
1361, novembre 20, ind. XV – Ludovico re a. 14, Giovanna regina a. 19
Macchiagodena («apud castrum Macolamg.»)
Nicola, di Castelpetroso («de castro petroso»), pubbl. not.
Bartolomeo de Leonardo, giudice di Macchiagodena
Fra Antonio da Napoli, monaco presbitero e professo di M.V., innanzi tutto mostra e si fa leggere pubblicamente uno strumento «prioratus et procurationis» del 18 ottobre 1361, ind. XIV (riferito, Reg. 3582), in forza del quale aveva domandato conto a Ruggiero de Hondeo della tutela, cura e amministrazione dei beni ereditari di fra Ruggiero, f. del q. Roberto de Damasco, del suddetto castello di Macchiagodena, monaco di M.V. Ruggiero de Hondeo, rendendo esatto conto della sua amministrazione, presenta questo elenco di beni, spettanti a fra Ruggiero: una casa nella città di Boiano; una terra in territorio «castri canicli»; un’aia con un «casareno» in territorio del castello di Macchiagodena. I frutti di questi beni erano stati convertiti nel restauro della suddetta casa e nel sostentamento dello stesso fra Ruggiero. Allora fra Antonio lascia completa quietanza di tale amminstrazione e libera lui e i suoi successori da questa amminsitrazione (XXVIII, 1)
3586.
1362, aprile 8, ind. XV – Ludovico re a. 14, Giovanna regina a. 20
Formicola
Bartolomeo Piczullo, di Formicola, giudice ivi
Guglielmo Piczullo, di Formicola, giudice ivi
Maria, figlia del q. Pietro de Specia, di Pontelatrone, ved. di Guglielmo Caiazza, di Vitolaccio («de Vitulacia«), vende al maestro Giacomo di Giovanni de Angelo, detto Busso, del castello di Schiavi, un territorio in Pontelatrone, nel luogo detto Campobuono, per 6 tarì (CII, 27)
3587.
1362, maggio 6, ind. XV – Ludovico re a. 14, Giovanna regina a. 20
Aversa
Antonio de Ruta, di Aversa, pubbl. not.
Nicola de Cicala, di Aversa, giudice a vita in Aversa
Il nobile Pietro de Abenavolo, di Aversa, regio contestabile di Aversa, concede a Fuccillo Boccamusto un pezzo di terra di un suo feudo, nelle pertinenze di Cisterna, nel luogo detto Ponte per il canone annuo di un tarì e mezzo, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XL, 55)
3588.
1362, maggio 16, ind. XV – Ludovico re a. 14, Giovanna regina a. 20
Napoli
Nicola Piscopo, di Napoli, pubbl. not.
Simone Carocello, giudice di Napoli
Riccardo de Adelicia e suo fratello Pietro, della villa di Cisterna, nelle pertinenze di Marigliano, vendono a Fuccillo Boccamusto un pezzo di terra campese, nelle pertinenze di Cisterna, nel luogo detto «a lo Porto», per 2 once (XL, 49)
3589.
1362, giugno 17, ind. XV – Giovanna regina a. 20
Napoli
Nicola de Castanea, di Napoli, pubbl. not.
Nicola de Vinciguerra, giudice
Il nobile Giacomo Barrile, «milite», di Napoli, vende a fuccillo Boccamusto, di Napoli, abitante in Cisterna, quattro pezzi di terra (gli stessi di cui al Reg. 3579), per 20 once d’oro (XL, 50)
3590.
1362, agosto 17, ind. XV – Giovanna regina a. 20
Ospedale di M.V.
Nicola de Acernis, pubbl. not.
Amorello de Abbamonte, del Casale di M.V. giudice ivi
Dietro richiesta di Pietro, ab. di M.V., si riportano tre privilegi di re Ludovico e della regina Giovanna: uno del 10 dicembre 1347 (riferito, Reg. 3469), uno del 31 agosto 1353 (riferito, Reg. 3526) e uno del 20 aprile 1354 (riferito, Reg. 3533) (IX, 77)
3591.
1362, novembre 28, ind. I – Giovanna regina a. 20
Napoli
Nicola Piscopo, di Napoli, pubbl. not.
Simone Carocello, giudice di Napoli
Noffulo Coco, di Napoli, costituisce suo procuratore Fuccillo Boccamusto, abitante in Cisterna, nelle pertinenze di Marigliano, perché esiga da Cicco de Paterno, detto Storto, di Pomigliano («de casali Pumiliani»), nelle pertinenze di Acerra, 25 fiorini d’oro, che una volta gli aveva prestato (CII, 18)
3592.
1362, dicembre 22, ind. I – Giovanna regina a. 20
Napoli
Luca Tallamilo, di Napoli, pubbl. not.
Simone Carocello, giudice di Napoli
Il maestro Rainaldo de Licterio, della città di Napoli, cuoiaio, vende a Fuccillo Boccamusto un nocelleto nelle pertinenze di Cisterna, nel luogo detto Frasso, per 4 once d’oro (XL, 52)
3593.
1363, gennaio 3, ind. I – Giovanna regina a. 21
Montefusco
Tommaso de Manfrido e Lisio Notargalgano, giudici di Montefusco
Dietro richiesta di fra Giorgio da Chiusano, monaco di M.V. e priore di S. Giovanni a Marcopio, viene concessa dai giudici e dagli altri uomini della Corte di Montefusco l’esenzione da tutte le contribuzioni, collette, oneri, ecc., per lo spazio di 5 anni, a tutti coloro che si fossero recati ad abitare nel casale di San Giovanni a Marcopio, distrutto per le guerre (XLVI, 94)
3594.
1363, giugno 10, ind. I – Giovanna regina a. 21
Ospedale di M.V.
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Giacomo de Ducto, giudice di Mercogliano
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede a Capuano Marando, di Mercogliano, vassallo del monastero, due pezzi di terra nelle pertinenzse di Mercogliano, dei quali uno con vigna nel luogo detto Turelli, e l’altro con nocelleto nel luogo detto Macera, – rinunziati al Monastero da Giacomo Marando, di Mercogliano, abitante in Napoli -, per l’annuo censo di 9 grana d’oro meno una quarta, e cioè 4 grana meno una quarta per la vigna, e 5 grana per il nocelleto, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 6 tarì per questa concessione (LXI, 41)
3595.
1363, luglio 4, ind. I – Giovanna regina a. 21
Capua
Riccardo Suave, di Capua, not.
Nicola de Agostino, di Capua, giudice
Andreillo de Palmiero lascia per tetamento quale erede universale e particolare di tutti i suoi beni il monastero di M.V. di Capua, e vuole che dopo la sua morte, nel suo ospizio grande, -che fu della q. Berlingeria de Capua, con due giardini congiunti, in Capua, presso le vie pubbliche da tre lati, e lungo il guardino del signor Ebolo dalla quarta parte -, si costruisca un monastero sotto il titolo di S. Maria di M.V., in onore della Madonna di M.V. e per il bene dell’anima sua e di quella di suo fratello Nicola, di suo padre Cerbo, e di Benedetto, arcivesc. di Salerno; dispone inoltre che in questo monastero debbano sempre abitare i Padri dell’Ordine di M.V. per officiarlo, celebrare le S. Messe, ecc. e pregare per la sua anima; e perciò lascia per il sostentamento dei medesimi Padri tutti i suoi beni, dovunque esistenti, stabilendo che il suo corpo venga seppellito nella sua cappella gentilizia, esistente nella chiesa maggiore di Capua, e che gli esecutori del suo testamento debbano vendere un suo ospizio di case per ricavarne il danaro occorrente alla trasformazione in monastero dell’altro suo ospizio, di cui sopra; e infine dispone che si rifaccia un mulino donato da suo fratello alla cappella suddetta della chiesa maggiore, però con l’onere da parte del Capitolo di celebrare ogni giorno una Messa e fare un anniversario (XXXI, 15)
3596.
1363, luglio 16, ind. I – Giovanna regina a. 21
Formicola («apud castrum Formicule Cayacciane dyocesis»)
Bartolomeo del Notaio, pubbl. not.
Giovanni Pietro Riccardo de Trigia, giudice regio
Giovanni e Goffredo Vento, fratelli, figli del q. Giacomo de Ugo, di Formicola, donano alla chiesa di S. Maria del Castello, per le mani di fra Riczardo Anglico, eremita della suddetta chiesa, una terra in territorio di Formicola, nelle pertinenze della villa di Cavallario (XLV, 2)
3597.
1363, luglio 20, ind. I – Giovanna regina a. 21
Mercogliano
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Giovanni de Johannello, di Mercogliano, giudice
Cobullo e Masullo di Don Lando, figli del q. Landello di Don Lando, della città di Avellino, vendono al monastero di M.V., e per esso a fra Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., una terra con selva e nocelleto, in territorio di Avellino, nel luogo detto Sant’Eustachio o «li frieri»; un pezzo di terra con selva nello stesso luogo; un’alra terra con selva ivi; un pezzo di terra nella stessa contrada: il tutto per il prezzo di 6 once d’oro (XVIII, 64)
3598.
1363, agosto 16, ind. I – Giovanna regina a. 21
Nola
Antonio Sussulano, pubbl. not. di Nola
Roberto Pipino, giudice annuale di Nola e di Cicala
Fra Giacomo da Mercogliano, priore di M.V., e procuratore di fra Pietro, ab. di M.V., concede ad Angelo de Palma e a Maffeo Gerardo (e «Gelaldo») una terra nelle pertinenze di Vignola, nel luogo detto «a la contrara», per la metà dei frutti superiori e la quinta parte dei frutti inferiori (CXXV, 201)
3599.
1363, agosto 17, ind. I – Giovanna regina a. 21
Capua
Riccardo Suave, di Capua, pubbl. not.
Stefano de Cicala, della città di Capua, giudice ivi
Giovannello Capuano, di Napoli, abitante in Capua, alla presenza di Giovanni Pandone asserisce che fra loro due c’era una questione relativa ad alcuni diritti per una parte di un mulino dello stesso Giovannello, presso il Ponte di Capua, ed ora presenta al giudice e al not. uno strumento in cui sono designati i confini di esso (XXXII, 80)
3600.
1363, agosto 22, ind. I – Giovanni regina a. 21
Maddaloni («Magdaloni»)
Onofrio de Astancollo, di Salerno, abitante in Maddaloni, pubbl. not.
Giovanni de Altruda, giudice di Maddaloni
Fra Nicola, del castello di Litto («de castro Olitti»), priore di S. Maria Reale di Maddaloni, dietro procura di fra Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., data da M.V. il 15 agosto 1363, concede al maestro Cristoforo … di Maddaloni, e ai suoi legittimi eredi e successori, «exceptis clericis et feminabus», un pezzo di terra nelle pertinenze di Maddaloni, nel luogo detto Santa Luciana, per l’annuo canone di un tarì di Amalfi nel Natale del Signore, 10 grana a Pasqua e altrettante nella festa di S. Maria ad agosto, e per questa concessione riceve 3 tarì; e una terra nel luogo detto «ad stratam paludis» per il canone annuo di un tarì (LI, 40)
3601.
1363, ottobre 30, ind. II – Giovanna regina a. 21
Boiano
Peregrino di Boiano, pubbl. not.
Egidio del giudice Roberto, giudice della città di Boiano
Fra Antonio da Napoli, priore, rettore e procuratore di S. Maria del Vivario, dietro procura dell’ab. di M.V. (che però non si nomina ed è lasciato in bianco) («cum procuratione eidem priori concessa per Reverendum in Christo patrem et dominum, dominum … abbatem Monasterii Montis Virginis notis et veris sigillis ipsius abbatis et conventus ipsius Monasterii»), concede a Lucia de Boiano una vigna nelle pertinenze di Boiano, nel luogo (in bianco), per il canone di 10 grana annue, nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 26)
3602.
1363, dicembre 16, ind. II – Giovanna regina a. 21
Avellino
Giovanni de Tancredi, di Avellino, giudice ivi
Filippo de Bisancio, di Avellino, giudice ivi
Ugarello de Grazio, di Lauro, vende a Benedillo de Pascasio di Avellino, un pezzo di terra con nocelleto e vigna distrutta, nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto «la Carrara», per 7 once e 3 tarì d’oro (XXI, 48)
1363, dicembre 20, ind. II – Giovanna regina a. 21
Caiazzo («Cayacie»)
Nicola de Gusto, di Caiazzo, pubbl. not.
Pietro del Giudice di Ilario, di Caiazzo, giudice regio
Don Stefano de Ilario («Ylario»), di Caiazzo, primicerio ivi, e il giudice Ciicco del giudice Andrea de Stefano, pure di Caiazzo, esecutori testamentari del q. ab. Pietro de Arnisio, di Caiazzo, volendo vendere la parte che toccava al suddetto testatore di un territorio nelle pertinenze di Pontelatrone, nel luogo detto Campo di San Giovanni, e che il testatore possedeva per metà insieme con suo fratello don Stefano de Arnisio, mentre l’altra metà era posseduta dal not. Giovanni de Giorgio, di Caiazzo, costituiscono loro procuratore il maestro Tommaso del giudice Biagio de Giorgio, di Caiazzo (CII, 28)
3604.
1363, dicembre 24, ind. II – Giovanna regina a. 21
Casale di Cerreto
Aliduce, del Casale di Cerreto, pubbl. not.
Coluccio del giudice Simone, giudice annuale del casale di Cerreto
Nicola di Cicculo Giaquintello, del casale di Fistula, e abitante nal casale di Cerreto, e Cirello, f. di Enrico Piczuto, tutore e mundualdo di Petruccio, suo fratello, vendono a Pietro di Riccardo Marciano, del suddetto casale di Fistula, una vigna in Montemiletto, nel luogo detto «la vigna de li Cafuri», per il prezzo di 26 tarì d’oro (LXXXVI, 7)
1364, febbraio 24, ind. II – Giovanna regina a. 21
Cercello
Giacomo Manfredi de Santa Cruce, pubbl. not. della Capitanata
Giovanni de Ballio, giudice annuale di Cercello
La signora Comitella de Protogiudice, di Salerno, ved. di Giovanni de Tocco, di Capua, vivente «iure francorum», costituisce suoi procuratori Ruggiero e Antonio de Protogiudice, riguardo ai suoi beni e ai suoi affari (XXXII, 135)
3606.
1364, febbraio 25, ind. II – Giovanna regina a. 22
Sessa («actum Suesse»)
Giacomo Pisano, pubbl. not. della città di Sessa
Nicola Pietro de Matricio, giudice di Sessa
Nicola Selvatico, del castello di Marzano, dona alla chiesa di S. Maria del Castello, in Formicola, per le mani di Riczardo Anglico, monaco, e ab. e rettore della suddetta chiesa, i seguenti beni stabili: la metà d’un pezzo di terra che possedeva dentro i confini di Marzanello, nel luogo detto «Campu de Fierru»; un territorio nella villa di Pontelatrone: un altro territorio nella stessa villa (XLV, 3)
Antonio, f. del q. Nicola de Pistia, not. e giudice imperiale
Fra Roberto Doffini de Pistia, «dei et apostolice sedis gratia» maestro e signore dell’Ospedale di S. Giacomo di Altopasso, col consenso del Capitolo e dei suoi frati, nomina e costituisce fra Bartolomeo de Basano, frate della stessa mansione, «massarium, syndicum, procuratorem, rectorem, gubernatorem, actorem, factorem et certum nuncium specialem … ad regendum, procurandum, manutenendum et gubernandum … hospitalia, ecclesias, domos, predia tam rustica quam urbana, campos, vineas, prata, nemora, molendina, ecc.» conferendogli i più ampi poteri della detta circoscrizione (in XXIX, 236)
3608.
1364, aprile 21, ind. II – Giovanna regina a. 22
Montoro
Filippo de Maranto, di Montoro, pubbl. not.
Giacomo del giudice Giacomo, giudice di Montoro
Il P. Bartolomeo da Mercogliano, monaco di M.V., priore del monastero di S. Maria di Penta, prende possesso di una terra nelle pertinenze di Montoro, nel luogo detto «a li valluni», territorio che era tenuto a censo annuo di 20 tarì da Masello de San Barbato, al quale fu tolto perché non corrispondeva il canone (LXXXVII, 74)
3609.
1364, maggio 5, ind. II – Giovanna regina a. 22
Urrita, masseria di M.V.
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Giovanni de Johannello, di Mercogliano, giudice ivi
Dietro richiesta di Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., si riporta uno strumento del 26 settembre 1351 (riferito, Reg. 3494) (LXXXVII, 37)
3610.
1364, giugno 5, ind. II (in: 1365, settembe 10, ind. IV)
Avellino, nel palazzo vescovile
Givoanni de Tancredi («Tranchedo»). do Avellino, pubbl. not.
Nicola, «dei et apostolice sedis gratia» vesc. di Avellino e suddelegato di Ugo, «dei gratia» arcivesc.di Benevento e legato di Urgano Pp.V al araccolta di duna decima triennale papale per il presente anno della II indizione, rilascia rievuta di aver ricevuto da Pietro, «dei gratia» ab. di M.V., 7 once e mezza per la metà di una decima triennale, che avrebbe dovuto pagare per il giorno di Pasqua, ultimo giorno, e attesta di aver ricevuto tale somma per le mani di don Giovanni de Dyano, «decretorum doctoris» e vicario generale di M.V. «in temporalibus et spiritualibus», agente a nome di tutta la Congregazione di M.V. (in LXXVI, 14)
3611.
1364, settembre 24, ind. III – Giovanna regina a. 22
Avellino
Giovanni di Egidio de Turribus, pubbl. not. di Avellino
Filippo de Bisanzio, giudice di Avellino
Costanza, ved. del giudice Nicola Lictera, vende a Modestino de Anselmo la metà di una terra con nocelleto, in territorio di Avellino, nel luogo detto «lu termete», per 6 once d’oro, ma con l’onere di 5 grana di canone annuo alla chiesa di S. Leonardo di Avellino, da corrispondersi nel mese di genaio (XXI, 49)
3612.
1364, settembre 24 ind. III – Giovanna regina a. 22
San Potito, nelle pertinene di Candida
Giovanni de Bastida, abitante in Gesualdo, pubbl. not.
Riccardo de Ruggiero, di Candida, giudice annuale ivi
Donna Aquilina, moglie di SImonello de Vito, col consenso di suo marito, dona al monastero di M.V., rappresentato da fra Giovanni da Monticchio monaco professo e infirmarario di M.V., una casetta con orticello congiunto, nel casale di San Potito (Cand. X, 5)
3613.
1364, settembre 25, ind. III – Giovanna regina a. 22
Candida («apud castrum Candide»)
Givoanni de Bastida, abitante in Atripalda, pubbl. not.
Riccardo de Ruggiero, giudice di Candida
Donna Costanza di maestro Francesco, di Candida, dona al monastero di M.V., per le mani di fra Giovanni da Monticchio, monaco professo e infirmarario di M.V., una selva in territorio di Candida, nel luogo detto Rodenante
3614.
1364, ottobre 13, ind. III – Giovanna regina a. 22
Boiano
Peregrino, della città di Boiano, pubbl. not.
Egidio del giudice Roberto, giudice di Boiano
Si trascrive in pubblica forma l’atto di procura di Roberto Doffini de Pistia, «dei et apostolice sedis gratia» maestro dell’Ospedale di S. Giacomo di Altopasso, dell’11 aprile 1364 , ind. II (riferito, Reg. 3607) (XXIX, 236)
3615.
1364, dicembre 1°, ind. III – Giovanna regina a . 22 (in: 1443, maggio 9)
Napoli
La regina Giovanna conferma al monastero di S. Maria Materdomini «de rocca aczarii», nelle pertinenze di Nocera, la concessione di 6 once d’oro all’anno, da percepirsi sulla dogana di Salerno, secondo i privilegi loro concessi dai precedenti re e da essa stessa, e ordina ai gabellieri di Salerno di non essere morosi nell’eseguire la sua volontà (in X, 31)
1364, dicembre 7, ind. III – Giovanna regina a. 22
Montefusco
Nicola de Alamo, di Montefusco, pubbl. not.
Guglielmo de Capriglia, giudice di Montefusco e dei suo distretto
Palermo Santoro, di Venticano, dona, con donazione irrevocabile «inter vivos», al monastero di M.V. un ortale nelle pertinenze di Montefusco, nel casale di Venticano (CXXV, 167)
1364, dicembre 15, ind. III – Giovanna regina a. 22
Avellino, nella chiesa cattedrale
Nicola de Acernis del Casale di M.V., pubbl. not.
Nicola di don Matteo Sirignano, giudice annuale di Avellino
Don Giovanni de Dyano, «decretorum doctor» e Vicario generale di M.V. «in spiritualibus et tempralibus», per parte di Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., fa intendere a Nicola, «dei gratia» vesc. di Avellino, esattore delle decime triennali papali, a tenore della bolla di Urbano Pp. V, di cessare dla molestare, come sta facendo, il suddetto abate di M.V. col richiedere oltre la tassa imposta da lui stesso e dai suoi antecessori nella raccolta delle decime triennali. Il vescovo risponde che era vero che nei pubblici documenti risultava che M.V. doveva pagare solo 15 once per una intera decima triennale, pure Ugolino, «dei gratia» arcivesc. di Benevento e principale collettore papale, gli aveva detto e, come diocesano, gli aveva comandato, che ingiungesse espressamente all’abate di M.V. che dimostrasse all’arcivesc. i redditi, proventi, facoltà del suo monastero, e che dimostrasse alla sua presenza «cum quaternis et testibus attis ad facultatem probandam» (LXXXVI, 12 bis
Bibl.: Scandone, Avellino feudale, II, II, p. 260
3618.
1365, gennaio 27, ind. III – Giovanna regina a. 23
Atripalda («apud Atripaldum»)
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Robulo de Salitterio, giudice annuale di Atripalda
Bartolomeo, detto Marcello, di Mercogliano, abitante in Atripalda, procuratore di Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., fa attestare ufficialmente da diverse persone che Nicola Lucerna, delle pertinenze di Atripalda, nel suo ultimo testamento lasciò al monastero di M.V. la terza parte dei suoi beni (XLIII, 3)
3619.
1365, maggio 16, ind. III (in: 1365, settembre 10, ind. IV)
Avellino, nel palazzo vescovile
Nicola, «dei gratia» vescovo di Avellino e collettore delle decime triennali di Urbano Pp. V, lascia ricevuta a fra Pietro, «dei gratia» ab. di M.V., che per le mani di fra Francesco d Vico, preposito di M.V., ha ricevuto 20 once d’oro per la metà di una intera decima «secundum taxam antiquam», che doveva essere versata nella Pasqua passata (in LXXVI, 14)
3620.
1365, agosto 7, ind. III – Giovanna regina a. 23
Mercogliano
Pasquale Francesco, di Sant’Angelo a Scala, pubbl. not.
Giovanni de Jannello, giudice a vita di Mercogliano
Carluccio e Salnagio, di Mercogliano, fratelli, figli del q. Filippo de Palma, vendono a donna Agnese de Jannello un casalino con orto congiunto, in Mercogliano, nel luogo detto Porta dell’Acqua, redditizio al monastero di M.V. in un censo annuo di 2 grana e mezzo d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di 20 tarì (LXIV, 37)
3621.
1365, agosto 13, ind. III – Giovanna regina a. 23
Festolari («apud terram Festolari»)
Giovanni Palermo, «de Caprilia», abitante in Festolari, pubbl. not.
Giovanni Tela, di Festolari, giudice ivi
L’egregio Matteo Stellato, in segno di riconoscenza («considerans plura et grata accepta»), dona a Giovannotto Stellato, f. del q. Pandullo Stellato, un intero feudo, consistente in case, terre, ecc., in Ceppaloni
3622.
1365, settembre 2, ind. IV – Giovanna regina a. 23
Ospedale di M.V.
Raone de Roane, di Mercogliano, pubbl. not.
Nicola de Abbamonte, giudice del casale di M.V.
Domenico de Urrita, di Marigliano, per tranquillizzare la sua coscienza per dei danni arrecati all’Ospedale di M.V., sito sotto la montagna, dona al monastero, per le mani di Pietro «dei gratia» ab. di M.V., una terra con nocelleto, nel casale di P ontecito, nelle pertinenze di Marigliano, nel luogo detto Lavica, confinante, fra l’altro, coi beni del monastero di S. Martino di Sant’Erasmo di Napoli (LIII, 2)
3623.
1365, settembre 10, ind. IV – Giovanna regina a. 23
Ospedale di M.V.
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not
Nicola de Amore, giudice del casale di M.V.
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., si fa stendere in pubblica forma copia di ricevute rilasciategli dai collettori delle decime papali in data 5 giugno 1364, ind. II, e 16 maggio della III ind. (riferite, Reg. 3610 e 3619) (LXXVI, 14)
3624.
1365, settembre 30, ind. IV – Giovanna regina a. 23
Capua
Riccardo Suave (qui scritto «Suanis»), di capua, pubbl. not.
Stefano de Cicala, di Capua, giudice
Il nobile Giovanni de Raimo dichiara di aver ricevuto 4 once d’oro dal monastero di M.V., e per esso da fra Giovanni de Mansa, di Maddaloni, e altre 2 once dal procuratore della nobildonna Letizia de Abenavolo («Abenabulo»), in acconto di 8 once d’oro e 24 tarì che egli doveva riscuotere per tre parti dal monastero e per una parte dalla suddetta nobildonna, figlia della q. donna Berita de Palmiero, della città di Capua, come eredi del q. Nicola e Andreillo de Palmiero, di Capua (XXXI, 165)
3625.
1365, ottobre 24, ind. IV – Urbano Pp. V a. 3
Nicola Coppola, pubbl. not. di Salerno
Agostino de Lanzano, Vicario generale e giudice suddelegato di Guglielmo, arcivesc. di Salerno, giudice delegato dalla Sede Apostolica «super conservandis manutenendis et defendendis bonis et iuribus Monasterii Sancte Marie Montis Virginis Avellin. dyocesis ad Romanam Ecclesiam nullo medio pertinentis», emette definitiva sentenza, dichiarando che, essendo stato citato Abbatello Mellusio, di Liveri, nelle pertinenze di Nola, – dietro istanza del not. Petrone de donna Saracena, di Salerno, procuratore sostituto presso gli Atti della Curia -, dal religioso fra Bartolomeo da Mercogliano, priore di M.V. di Penta, procuratore di Pietro, «dei gratia» ab. di M.V., e comparendo il not. Tommaso Trentacapilli, di Salerno, procuratore del detto Abbatello presso gli Atti della Curia, fu presentato dallo stesso not. Petrone un libello, a nome di cui sopra, contro Abbatello Mellusio, di Liveri, perché tiene «contra iuris formam e debitum rationis» un pezzo di terra di M.V., nel luogo detto «a lu puczo de libero», e richiesto più volte di restituirlo al monastero, si era sempre ricusato. Perciò ora si domandava l’aiuto della Curia. Seguitane la causa, ora si emette sentenza favorevole a M.V., e si condanna l’Abbatello alla restituzione del territorio e a 20 tarì per le spese sostenute da M.V. in questa causa (L, 22)
3626.
1365, ottobre 31, ind. IV – Giovanna regina a. 23
Montevergine
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Nicola de Amore, giudice annuale del Casale di M.V.
Pietro, «dei gratia» ab. di M.V., col consenso della Comunità di M.V., procede a una permuta col magnifico don Filippo Filangieri, «milite», signore di Candida, procuratore dell’egregio Cobello Filangieri, detto «de Candida», suo figlio primogenito, cedendo a lui, «locum unum seu sedium» nel casale di Paterno, che altre volte fu un mulino, presso il mulino del monastero di S. Guglielmo del Goleto e presso il mulino del monastero di Cava, sul fiume Calore, con le acque, acquedotti, ecc., mulino che da più di 50 anni era stato completamente distrutto; e in cambio riceve una vigna con piante di olive, nel Casale di M.V., nel luogo detto Campomarino, e una casa nella città di Nocera, e un arbusto in territorio di Nocera, nel luogo detto San Biagio (CXV, 175)
3627.
1365, novembre 7, ind. IV – Giovanna regina a. 23
Salerno
Nicola Coppola, pubbl. not, della città di Salerno
Pandullo Dardano, giudice di Salerno
Vertendo lite presso Guglielmo, «permissione divina» arcivesc. di Salerno, tra Pietro, «dei gratia» ab. di M.V., e il nobile Giordano de Alderisio, di Nocera, «milite», a causa di una permuta da essi fatta, – in cui il monastero aveva ricevuto un nocelleto nelle pertinenze di Mercogliano, e aveva ceduto certe case in Nocera, nel luogo detto San Biagio -, ora l’arcivesc. Guglielmo (che si sottoscrive), delegato apostolico, appiana tale litigio in quanto ordina che Giordano ceda le case e il nocelleto al monastero e riceva 12 once d’oro (XCII, 75)
3628.
1365, novembre 15, ind. IV – Giovanna regina a. 23
San Chirico de Tulbio («apud sanctum clericum de Tulbio»)
Giovanni de Sanducto, di Brindisi Montagna («de Brundusio de montano»), pubbl. not.
Giacomo de Saharia, giudice di San Chirico
Il Padre Francesco da Vico, procuratore generale di M.V., concede a Pasqua, figlia del q. Tommaso Tanbone, una casa in San Chirico, per 10 grana di censo annuo, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XCIX, 18)
1635, novembre 22, ind. IV – Giovanna regina a. 23
Forenza
Angelo di Matteo Quattramaro, di Saponaria, pubbl. not.
Ruggiero Canfora, giudice di Forenza
Jacono Pietro …, di Forenza, offre se stesso al monastero di M.V. per le mani del P. Francesco da Vico, monaco e preposito di M.V., e dona alla chiesa di S. Maria degli Armeni una casa con cellaro, in quella terra, con una «veges» della capacità di 2 salme e una tina, e 2 vigne, con la condizione che egli possa abitare in quella chiesa di S. Maria degli Armeni, vestito da monaco e rimanga usufruttuario dei suddetti beni (XLIV, 49)
3630.
1365, dicembre 6, ind. IV – Giovanna regina a. 23
Montefusco, «in balio militum»
Nicola de Alamo, di Montefusco, pubbl. not.
Giacomo di Nicola Fera, di Montefusco, giudice annuale ivi
Vertendo controversia tra Cicculo de Berretha, detto Cegnarellu, del casale di «Plateariis», e Pietro Maccaro, del casale di San Nazzaro, in quanto Cicculo asseriva che Pietro teneva ingiustamente una sua terra in Montefusco, nel luogo detto Casalnuovo, mentre Pietro al contrario sosteneva che quella terra era sua, perché dapprima l’aveva tenuta a titolo di censo dal q. Pietro de Griso, di Montefusco, e che poi, in seguito, l’aveva comprata da lui per un certo prezzo convenuto fra loro. Ora le due parti si accordano fra loro e rimettono la soluzione della lite all’arbitrato di Guarino, il quale sentenzia: Pietro Maccaro abbia quella terra come vero padrone, senza essere molestato in nulla da Cicculo o dai suoi eredi (LXXXV, 62)
1366, 3, ind. IV – Giovanna regina a. 24
Nola
Raone di Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Roberto de Clarastella, giudice regio
Don Antonio de Rocca, di Mercogliano, si fa leggere pubblicamente una lettera a lui indirizzata da don Agostino de Lanzano, vicario generale di Guglielmo, arcivesc. di Salerno, in data 10 genaio, ind. IV, in cui gli si comunicava che dopo che era stata emessa sentenza a favore di M.V. nella causa contro Abbatello Mellusio (cfr. Reg. 3624), costuiti per mezzo del suo procuratore aveva sporto appello alla Sede Apostolica e al sacro Collegio dei Cardinali, per il quale appello la causa era trasferita a Roma. Essendo stato ammesso tale appello «ob reverentiam dicte Sedis», si era assegnato un termine («terminum iuris») «ad recipiendum appellos et processum cause predicte». Ma, siccome il not. Tommaso, procuratore della parte appellante, lasciò passare il termine perentoriamente assegnato, mostrò di fatto di aver rinunziato all’appello sporto. Perciò ora mandandosi in esecuzione la sentenza già emanata si pone fra Giovanni da Cumignano, monaco di M.V. e priore di S. Maria del Plesco di Cicala, nel possesso corporale della Starza in questione, detta «La Starza di Montevergine» (L, 23)
Stefano Parisio, di Macerata, nelle pertinenze di Caserta, vende a Pietro di Nicola de Guglielmo la metà di un territorio nelle pertinenze di Maddaloni, nel luogo detto «a la foresta», redditizio al monastero di M.V. in 10 grana annue, nella festa di pasqua e in quella di S. Maria ad agosto, per il prezzo di un’oncia e 18 tarì, e con l’onere suddetto (LI, 67)
1366, febbraio 21, ind. IV – Giovanna regina a. 24
Fra Nicola de Buonomo, oblato di M.V. («oblato ven.lis Monasteii Sante Marie dee Montevirgne quo ad hatibum, set in aliis sicut quilibet pater familias in domo sua … vivente»), vende a Chirello di Giacomo Molinaro, di Mercogliano, una terra con vigna, in territorio di Mercogliano, nel luogo detto Cardito, per il prezzo di 2 once d’oro (LXX, 32)
3634.
1366, luglio 8, ind. IV – Giovanna regina a. 24
Maddaloni
Onofrio dei Astancollo, di Salerno, abitante in Maddaloni, pubbl. not.
Giovanni de Altruda, di Maddaloni, giudice regio
I nobili Guido, Simone e Giovannotto Squillano, fratelli, di Maddaloni, vendono a Simone Quintavalle, pure di Maddaloni, unna grotta con corte davanti, nella terra di Maddaloni, nel luogo detto «a lo brucaturo», per 2 once d’oro (LI, 101)
1366, dicembre 11, ind. V / Giovanna regina a. 24
Urrita, presso Mercogliano
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Giacomo de Ducto, giudice annuale di Mercogliano
Pietro di Guglielmo de Ramo, del casale di San Nazzaro, nelle pertinenze di Montefusco, dona al monastero di M.V., e per esso a fra Pietro, «dei gratia» ab. di M.V., una casa terranea nel casale di San Nazzaro; un’altra casa in Casalnuovo, nelle pertinenze di Montefusco; un ortale con oliveto in questo stesso casale, nel luogo detto Oliveto; un territorio seminativo nel luogo detto Vado Carraro, nelle pertinenze dello stesso casale; e una terra con vigna nel luogo detto «le campure» (XCI, 1)
3636.
1366 («1367»), dicembre 13, ind. V – Giovanna regina a. 24
Boiano
Perrotto Pietro de Flumine, di Boiano, pubbl. not.
Pietro de Aczone, di Boiano, giudice di Boiano
Fra Raimondo da Nocera dei Cristiani, dell’Ordine di .V., priore, procuratore e rettore di S. Maria del Vivario, conferma a Giovannuccio e a Palmuccia la concessione già fatta dal monastero al q. not. Giovanni de Nicola d’un orto nel luogo detto Via, per il canone annuo di 2 tarì (XXIX, 27)
1367, gennaio 2, ind. – Giovanna regina a. 24
Montevergine
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Nicola de Amore, giudice del Casale di M.V.
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede a Nicola Galeoto, di Tufino, abitante in Casamarciano, vassallo di M.V., i seguenti beni: due case nel casale di Casamarciano («casebarciani»); una terra arbustata nel luogo detto Sterpina; una terra «vacua» con olivi nello stesso luogo: il tutto con l’obbligo di corrispondere un censo annuo di 2 tarì, nella festa di S. Maria ad agosto, e 8 opere personali, e 12 tarì per questa concessione (XXXIV, 33)1)
1367, gennaio 31 Maffucio di Capua not. Il monastero di S. Maria di M.V. di Capua riceve 2 once e 7 tarì e mezzo dal giudice Nicola de Abenante di Capua, e gli concede un pezzo di terra, devoluta al monastero, per l’annuo censo di una libbra di cera, da corrispondersi nel giorno della Purificazione della Madonna, terra, che era sita nella villa di Tauzani, nel luogo detto Paludicella (XXXI, 4)
3638.
1367 («1366»), febraio 8, ind. V – Giovanna regina a. 25
Cervinara («apud terram cervinara gaudine vallis»)
Cristoforo Piczolo, pubbl. not.
Clemente di Pietro Bartolomeo di don Guglielmo, giudice annuale di Cervinara
Petrillo Sasso, del casale di Ferrari di Cervinara, fa testamento lasciando eredi la figlia Catarinella e il figlio o figlila postuma, e fra gli altri legati, stabilisce che il suo ccorpo vega sepolto nella chiesa di S. Margherita; lascia 6 tarì alla chiesa di S. Fortunato; lascia a sua moglie Rita 22 once; 3 tarì alla chiesa di S. Maria della Valle; 20 tarì alla chiesa di S. Margherita (XXXVIII, 2)
1367, marzo 11, ind. V – Giovanna regina a. 25
Avellino
Giovanni de Tancredi («Trancchedo»), di Avellino, pubbl. not.
Giovanni Forte, di Avellino, giudice ivi
Donna Costanza Siccapane, ved. del giudice Nicola Littree, di Avellino, dona al monastero di M.V., per le mani di fra Tommaso Carpentieri («de Carpenterio»), del casale di Lancusi, la metà di una terra con nocelleto, che apparteneva al suddetto suo marito, ed era nel luogo detto «la clusa» o «lu spinitu»; di più dona tutti i suoi beni stabili nelle pertinenze di Avellino (senza però specificarli) (XVIII, 28)
1367, marzo, ind. V – (Giovanna) regina a. (25)
Onofrio de Astancollo di Salerno, abittante in Maddaloni, pubbl. not.
Giovanni de Altruda, di Maddaloni, giudice
Il Convento dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino, vende a Simone Quintavalle, un territorio di 2 moggi nelle pertinenze di Maddaloni (LI, 102)
Montevergine
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Nicola de Amore, del Casale di M.V., giudice annuale
Pietro, ab. di M.., fa una permuta con Angelo Barone, di Mercogliano, tutore di Romano Forte, di Avellino, dando una terra con nocelleto, nel territorio di Avellino, nel luogo detto Selva dell’Abate, e ricevendo un’altra terra pure con nocelleto del suddetto pupillo Romano, nel territorio di Avellino, nel luogo detto «lu tuoru» (Cand. I, 14)
Giovannetto Estandardo («Extardo»), maresciallo del Regno di Sicilia, facendo testamento ordina che il suo cadavere venga seppellito in M.V.; istituisce suoi eredi Giacomo Giovannello e Isabella, suoi figli, crea loro balii i signori Conte di Soleto, gran Camerariio di Sicilia, la signora donna Isabella, contessa di Soleto, il signor Alessandro Brancaccio, il conte di Squillace, il signor don Gurello Zurulo, di Napoli, e il signor don Nicola Extantardo, suo fratello (XXII, 39)
1367, luglio 4 («IV non. Julii») – Urbano Pp. (V) a. 5
Viterbo
Il Sommo Pontefice incarica gli arcivescovi di Napoli, di Benevento e di Salerno ad obbligare, sotto pena di scomunica, prelati, ecclesiastici e secolari, a restituire al monastero di M.V. tutti i censi, redditi, stabili e mobili, ecc. del monastero, che erano stati occupati e usurpati (I, 59)
1367, settembre 4, ind. VI – Giovanna regina a. 25
Maddaloni
Onofrio de Astancollo, di Salerno, abitante in Maddaloni, pubbl. not.
Giovanni de Altruda, giudice di Maddaloni
Il Padre Nicola da Litto («de Olicto»), priore del monastero di M.V. in Maddaloni, concede a don Stefano e a Pietro de Giorgio, fratelli, e ai loro eredi, un territorio in Maddaloni, nel luogo detto Antignano («ad Antignanum»), per il canone annuo di mezza libbra di cera, nella festa di S. Maria ad agosto (LI, 41)
1367, novembre 25, ind. VI – Giovanna regina a. 25
Napoli
Cicco Scarola, di Napoli, pubbl. not.
Andrea Zanzale, di Napoli, giudice a vita
Clemente Taccone, detto Turrizino, del castello di Casal Giovanni («de castro casalis Johannis»), dichiara davanti alla signora Comitella de Protrogiudice e al figlio di lei, Nicola de Tocco, di aver ricevuto da loro un’oncia d’oro e 40 tomoli di grano, e ipoteca questo suo debito su tutti i suoi beni (CXXI, 67)
3646.
1367, novembre 25, ind. VI – Giovanna regina a. 25
Casamarciano
Antonio de Gualtiero, giudice di Terra di Lavoro
Giacomo de Aufiero, col consenso di fra Giovanni de Gemma, priore di S. Maria Annunziata del Plesco, vende a Stefano di Graziano, del casale di Casamarciano, una casa con cortile, nello stesso casale di Casamarciano, redditizia al suddetto monastero in un censo annuo di 2 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, per il prezzo di 8 tarì (XXXIV, 46)
1368, gennnaio 19, ind. VI – Giovanna regina a. 26
Casale di M.V.
Nicola de Acernis, del Casalle di M.V., pubbl. not.
Nicola de Amore, giudice annuale del Casale di M.V.
Masello e Feulo de Ruggiero, fratelli, figli del q. Ruggiero de Palermo, del Casale di M.V., col consenso di Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), vende a Pietro de Guidone, dello stesso Casale di M.V., una casa nel suddetto casale, per il prezzo di 12 tarì d’oro e l’obbligo di un canone annuo di 5 grana al monastero di M.V. (CXIX, 30)
3648.
1368, gennaio 22, ind. VI – Giovanna regina a. 26
Montefusco
Antonio de Alamo, pubbl. not.
Giovanni de Manfrido, giudice per la provincia Citra e Ultra
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., concede a Guglielmo de Capriglia, cittadino di Montefusco, un pezzo di terra con vigna, nelle pertinenze di Capriglia, nel luogo detto «a lu Toro», per un tarì e 10 grana annue, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXXIII, 26)
3649.
1368, febbraio 15, ind. VI – Giovanna regina a. 26
Avellino
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Nicola de Marrachia, giudice annuale di Avellino
Essendo testimoni fra Ludovico, ab. di S. Benedetto di Avellino, don Francesco Cantalupo, don Antonio de Altopasso, l’ab. Tommaso Janario, ecc., alla presenza di fra Nicola, «dei at apostolice sedis gratia» vesc. di Avellino, collettore delle decime triennali in forza di mandato di Urbano Pp. V, fra Giovanni da Monticchio, infirmarario di M.V. e procuratore generale di Pietro, «dei gratia» ab. di M.V., espose che per la diminuzione dei redditi e proventi, per i debiti ed oneri del monastero di M.V., Pietro, ab. di M.V., «esse penitus impotentem nec habere bona mobilia» dalla cui vendita possa soddisfare agli oneri della intera decima triennale, imposta dalla Santa Sede «iuxta taxationem antiquam et debitam in Regestris contentam»; perciò dichiara che non può pagare se non una rata di detta decima. Il vesc. di Avellino, avendo riconosciuto giuste le ragioni apportate, concede una dilazione al pagamento di quanto ancora rimane da versare, senza che pertanto il monastero incorra nell’interdetto papale (LXXVI, 15)
3650.
1368, febbraio 25, ind. VI – Giovanna regina a. 26
Napoli
Nicola Piscopo, di Napoli, pubbl. not.
Luca Tallamillo, giudice di Napoli
Essendo sorta una lite tra Antonio de Carissima di Mercogliano, procuratore del monastero di M.V., da una parte, e Taddeo Guadagna, del casale di Licignano, nelle pertinenze di Acerra, – tutore testamentario di Mariella Perrina, pupilla, figlia ed erede del q. Giovanni Perrino -, e Antonio Cefalano, del casale di Cisterna, nelle pertinenze di Marigliano, suocero della stessa Mariella, pure agente a nome di costei, – lite provocata da certe possessioni che costoro tengono a nome della stessa pupilla nelle pertinenze di Licignano, nel luogo detto «a lo campo» e dai censi dovuti a M.V. su queste possessoioni secondo il procuratore di M.V., libere e franche invece secondo l’arta parte -, addivengono fra loro a questa concordia: Taddeo e Antonio promettono a nome di Mariella di corrispondere 12 grana annue su una parte di quelle possessioni, mentre le altre possessioni saranno libere e franche (L, 5)
1368, marzo 2, ind. VI – Givoanna regina a. 26
Montevergine
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Nicola de Amore, giudice annuale del Casale di M.V.
Martino de Abundo, del casale di San Paolo, nelle pertinenze di Nola, dichiara di aver donato tutti i suoi beni al monastero di M.V.; ma ora trovandosi gravato da debiti, prega Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., di permettergli di vendere una torretta con corte, nel casale di San Paolo, e una terra con arbusto nel luogo detto Monticello, restando ferma la donazione per il resto dei suoi beni, però invece di 15 tarì all’anno, a cui si era obbligato durante la sua vita, d’ora in poi corrisponderà solo 7 tarì e mezzo (XCVIII, 32)
1368 («1367»), marzo 17, ind. VI – Giovanna regina a. 26
Montoro
Enrico de Lando, di Montoro, pubbl. not.
Giovanni de Falco, giudice annuale di Montoro
Ruggiero di Marando, di Montoro, facendo testamento, istituisce erede Masolla, sua figlia, con l’onere dei sottoscritti legati: stabilisce che il suo corpo sia seppellito nella chiesa di M.V., nella sua cappella di S. Agata, alla quale cappella lascia 2 once d’oro per comprare un calice d’argento, 18 tarì per 2 ampolline d’argento per il servizio dell’altare; per il sacerdote che officia la stesa cappella lascia un letto, consistente «in uno mataracio cultra et duobus linteaminibus»; un armadio con serratura in cui riporre gli arredi della stessa cappella; lascia alla stessa cappella tutte le terre che egli ha in Montoro nel casale di Preturo e un nocelleto nella stessa terra di Montoro, nel luogo detto Rutili, ma su una parte di questo nocelleto è gravato un censo annuo di 2 tarì alla Chiesa maggiore salernitana. Il tutto alla condizione che ogni giorno dai monaci di M.V. si celebri o si canti una Messa all’altare o nella cappella suddetta per l’anima dello stesso testatore, della moglie e dei suoi predecessori, e per le anime di coloro verso i quali in qualche modo egli è tenuto. Inoltre lascia in legato a ogni sacerdote o manaco che andrà alle sue esequie 10 grana con l’obbligo che ciascuno di loro celebri una Messa; e per ogni altro sacerdote che non andrà al funerale o non celebrerà la Messa, 5 grana; per la cera da consumarsi nel giorno della sua morte un’oncia e mezza, in modo che ciò che supera della cera, finite le esequie, si distribuisca alle chiese locali; alla chiesa di S. Benedetto, di cui il testatore e parrocchiano, 3 tarì «pro iure sepulture»; alla chiesa maggiore di Salerno 3 tarì «pro iure quarte mortuorum»; alla chiesa di S. Silvestro, contigua alla suddetta chiesa di S. Benedetto, nel piano di Montoro, le due sottoscritte selve nel territorio di Montoro, e cioè: una che si chiama «alanante», e l’altra nel luogo detto Cupuli, alla condizione che il cappellano, «qui pro tempore fuerit» di quella chiesa di S. Benedetto, celebri una Messa alla settimana nella stessa chiesa; alla chiesa di S. Pietro de Lizoza una terra con castagneto nel luogo detto Cerrelle; ai 12 uomini che porteranno il suo cadavere dalla casa sua a M.V. 12 tarì; alla chiesa di S. Maria Cita una selva; al monastero di S. Pietro a Maiella in Salerno 3 tarì; alla chiesa di S. Antonio de Bienna 3 tarì; al monastero di S. Maria de Russo Valle 3 tarì; alla chiesa di S. Giacomo de Antepasso 3 tarì; alla chiesa di S. Spirito de Urbe 3 tarì; al monastero di S. Agostino di Salerno tarì …; al monastero di S. Maria Maddalena di Salerno un tarì; al monastero di S. Francesco di San Severino «in subsidium campanilis in dicta ecclesia faciendi» 15 tarì; a ciascun monaco o religioso che dirà una Messa un tarì e con l’obbligo di pregare per lui; al monastero di S. Chiara di Nocera un tarì; al monastero di S. Agna di Nocera un tarì; a ciascuna monaca del monastero di S. Chiara «de pandula» che dirà un Salterio per l’anima del testatore un tarì; ecc. ecc. (LXXXVII, 38)
Filippo, imperatore di Costantinopoli, principe di Taranto, d’Acaia, ecc., ordina che tutti i suoi officiali favoriscano il monastero di M.V. nell’esazione delle sue entrare, perché il monastero come i suoi beni, vassalli, ecc., sono sotto la sua speciale protezione, e ingiunge loro che si somministri aiuto al monastero nelle sue cause, ecc. (in IX, 78)
1368, aprile 13, ind. VI – Giovanna regina a. 26
Nicola de Amore, giudice del Casale di M.V.
Dietro richiesta di Pietro, ab. di M.V., si riporta il doc. precedente (IX, 78)
1368, aprile 16, ind. VI – Giovanna regina a. 26
Maddaloni
Onofrio de Astancollo, di Salerno, abitante in Maddaloni, pubbl. not.
Il Padre Nicola da Litto («de Olicto»), priore del monastero di M.V., in Maddaloni, concede a Roberto di Paolillo de Tommaso e ai suoi fratelli «exceptis clericis et feminabus», una terra nel luogo detto «a la cuzarella», per l’annuo censo di 3 tarì di Amalfi, distribuiti uno a Natale, uno a Pasqua e uno nella fesa di S. Maria ad agosto (LI, 43)
Nicola de Sirica compra da un certo Domenico di Sarno una possessione nelle pertinenze di Sarno, nel luogo detto «a la Percula» (CIX, 27)
1368, giugno 7, ind. VI – Giovanna regina a. 26
Nicola de Amore, giudice annuale del Casale di M.V.
Don Filippo de Enrico, del Casale di M.V., col consenso di Pietro, «dei ati apostolice sedis gratia» ab. di M.V., in segno di riconoscenza per i molti benefici ricevuti da Bartolomeo Ferraro, «compatre suo», del suddetto casale, gli dona un casalino «ruinosum et discopertum», nel Casale di M.V. (CXX, 2)
Filippo, imperatore di Costantinopoli, dietro supplica dell’ab. di M.V., estendendo l’indulto generale sui beni ecclesiastici esenti da tutte le sovvenzioni generali, collette, ecc., concede che quest’esenzione e immunità si osservi pure per i 4 tarì d’oro che Farelo de Falco, del casale di San Nicola, nelle pertinenze di Marigliao, pagava alla Curia per i suoi beni, che ora, fattosi oblato, aveva offerto al monastero di M.V.: però con decorso dalla sua morte, perché solo allora tali beni sarebbero effettivamente passati al monastero. Anzi concede tale esenzione anche per gli stessi beni offerti al monastero, «dummodo oblatio ipsa non fuerit simulata» (in LII, 3)
1368, luglio 9, ind. VI – Giovanna regina a. 26
Nicola de Amore, del Casale di M.V., giudice ivi
Corrado de Ruggiero, di Vignola («Vignola»), dona al monastero di M.V., con donazione irrevocabile «inter vivos»), per mano di Pietro, «dei gratia» ab. di M.V., un arbusto in Nola, nel luogo detto Piedimonte (XCIV, 1)
Ospedale di M.V.
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Nicola de Amore, giudice del Casale di M.V.
Il giudice Tommaso de Barone e suo fratello Angelo, detto Muriacco, di Mercogliano, vendono al monastero di M.V., e per esso a Pietro, «dei apostolice sedis gratia» ab. di M.V., i seguenti beni: un pezzo di terra con selva o vesceglito («bissillito») nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Fontana del Paradiso, e un pezzo di terra con selva nelle stesse pertinenze, nel luogo detto Santa Croce: il tutto per il prezzo di 8 once d’oro (XVIII, 66)
Montefusco
Donna Rita, ved. del q. Muncello di Nicola de Marco, del casale di Rogerola, nelle pertinenze di Montefusco, agente a nome e per parte di Meolo, suo figlio, si accorda con Giovanni Racco, del casale di Fistulario, riguardo a una lite che c’era tra loro per un territorio con vigna e terra incolta, nelle pertinenze di Montefusco, nel luogo detto «a Rogerola», cedendo a ogni pretesa e ricevendo per ciò un’oncia e 12 tarì d’oro (CIV, 43)
1368, dicembre 3, ind. VII – Giovanna regina a. 26
Donna Cicalella, moglie di Felice Russo, di Casamarciano, col consenso di far Giovanni de Gemma, priore del monastero di S. Maria del Plesco, vende a Felice Lando una casa con piccolo cortile nel suddetto casale, che essa teneva a censo dal monastero per il canone annuo di 5 grana, a Natale, per il prezzo di 7 tarì, con l’onere suddetto e con l’aumento di 4 opere personali all’anno (XXXIV, 47)
Fuccillo de Riso («Risone»), f. del q. Nicola de Riso, detto Siriconte, di Mercogliano, cede a Guglielmo Maczarotta una casa in Mercogliano, con l’obbligo di corrispondere a M.V. ogni anno 6 grana; e riceve da Guglielmo una terra con vigna, che egli teneva dal suddetto monastero per l’annuo censo di 7 grana meno una terza, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e che era in territorio di Mercogliano nel luogo detto «la cerreta» (LXIV, 38)
1369, febbraio 13, ind. VII – Giovanna regina a. 27
Maddaloni
Onofrio de Astancollo, di Salerno, abitante in Maddaloni, pubbl. not.
Antonio, Lippo e Stefano de Cristoforo, col consenso del monastero di S. Maria Reale di Maddaloni, vendono a Pietro Persivallo, di Maddaloni, e ai suoi eredi «exceptis clericis et feminabus», una terra nelle pertinenze di Maddaloni, nel luogo detto «a li scammuni», redditizia al monastero in un tarì annuo, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, per il prezzo di 2 once d’oro, e 6 tarì per l’assenso (LI, 68)
Alla presenza di fra Nicola, vesc. di Sant’Agata, «de provincia beneventana», e presente Guglielmo da Benevento, priore del monastero di M.V. in Arienzo, agente a nome di Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., «ad Romanam curiam nullo medio pertinentis», il signor Giovanni de Lagonissa, volendo fondare e costruire una chiesa presso le mura di Airola in onore della Madonna, e dotarla di beni e sottometterla a M.V., conviene col suddetto fra Guglielmo da Benevento, agente a nome di M.V., nei seguenti patti: la nuova chiesa della Madonna da costruirsi dovrà esere immediatamente dipendente da M.V.; un monaco sacerdote di M.V. sarà istituito priore a vita in questa chiesa per gli uffici divini, l’amministrazione dei sacramenti, ecc., tenendo presente che «si prior ipse confirmari ad vitam in operibus ecclesie et aliis exequendis multo plus erit sollicitus et actenus ac si esset ad tempus»; Giovanni de Lagonissa riserva per sé e per i suoi eredi lo «iuspatronatus» sulla stessa chiesa e il diritto di presentazione di un monaco di M.V. come priore della chiesa, che vi dimorerà con due o tre altrti religiosi di M.V.; il priore di questa Casa deve dare a M.V. ogni anno «in signum recognitionis», nella festa di S. Maria ad agosto, 15 tarì d’oro (XII, 76)
1369, marzo 28, ind. VII – Giovanna regina a. 27
Giovanni Serafino e donna Margherita, coniugi, offrono se stessi al monastero di M.V., per le mani di Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. e insieme con le loro persone donano tutti i loro beni in Monteforte (che però non si specificano) (LXXXI, 7)
Fra Pietro, Fapplano da Maddaloni, priore del monastero di M.V. in Maddaloni, concede a Nicola f. del giudice Pietro de Angelo, di Maddaloni, un sedile scoperto con corte e orticello contiguo nella terra di Maddaloni, poco distante dalla chiesa di S. Salvatore «de Barreclariis», devoluto al monastero per la morte di Andrea de Agnello, per il canone annuo di 10 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (LI, 44)
Giovanni de Gallo, di Capua, maestro e procuratore dell’Ospeadle della SS. Annunziata di Capua, vende a Giacomo Sertario e a Giacomo Araldo, abitanti in Capua, un mulino sul fiume di Capua, per il prezzo di 28 once (XXXII, 63)
In occasione del matrimonio tra Nicola di Andrea Ruggiero, del castello di Campagnano («de castro Campagnani»), e Bannella, figlia del q. Giovanni Longo, di Capua, e di Palma Minutolo, pure di Capua, costei assegna alla figlia due pezzi di terra, parte franchi e parte censuali, nelle pertinenze della villa di San Vito a Palmentata, nel luogo detto Rustici (XXXII, 127)
3671.
1369, ottobre 4, ind. VIII – Giovanna regina a. 27
Sarno
Pietro de Cunso, di Sarno, pubbl. not.
Tommaso Nucerino, giudice di Sarno
Si riporta il testamento di Pietro de Roberto, col quale costui aveva lasciato suo erede il monastero di M.V. e aveva disposto che il suo corpo fosse sepolto nella chiesa di M.V., e fra l’altro aveva anche disposto che suo figlio Gentile venisse ricevuto «in fratrem» a M.V. (CVI, 14)
3672.
1369, novembre 2, ind. VIII – Giovanna regina a. 27
Nocera
Nicola de Penta, pubbl. not.
Giacomo, giudice
Antonio Villano riceve le doti in ordine al matrimonio con Cobella, figlia di Giovanni de Fucino
3673.
1369 («1370»), dicembre 26, ind. VIII – Giovanna regina a. 27
Napoli
Pietro Gaetano, pubb. not. di Terra di Lavoro e del Molise
Giovanni de Marano, giudice di Napoli
Il maestro Angelillo, di Venosa, cestaio, f. del q. Florio, di Venosa, abitante in Napoli, dichiara che, – in previsione del suo matrimonio con Antonella, figlia di Margherita, a sua volta figlia di Nicola Bove, di Baiano, abitante in Napoli e vivente, come la figlia, «iure romano» -, ha ricevuto da loro 12 once d’oro, e cioè per il valore di 8 once un giardino in Baiano, nel luogo detto «la placza», e altre 4 once in beni mobili riguardanti il corredo. Ora egli ipoteca queste once su tutti i suoi beni (XXIII, 102)
3674.
1370, gennaio 9, mercoledì, ind. VIII – Urbano Pp. V a. 8
Vertendo una causa tra il monastero di M.V. e l’arcivesc. di Capua, Stefano, che pretendeva delle decime dai monasteri verginiani di Capua, fu emessa sentenza da Galhardo de Boscoviridi, Uditore della Camera apostolica a favore di M.V. Essendo stato sporto appello contro tale sentenza da parte del procuratore dell’arcivesc. di Capua, il procuratore di M.V. nel suo libello supplice domandava si mandasse in esecuzione la sentenza già pronunciata, perché «male, perperam et inique fuisse et esse appellatum» contro di essa. Avendo il Papa affidata la cosa a Guglielmo Noeleto, Uditore apostolico, questi conferma la sentenza precedente nel senso che riconosce che «ab ea per dictam partem adversam quoad predicta male perperam et inique fuisse et essse appellatum». Però soggiunge: «In aliis autem in ipsa sententia contentis per eundem curie Camere Auditorem male fuisse et esse iudicatum, diffinitum et sententiatum, et ab eo bene et iuste fuisse et esse appellatum» (XXXI, 163)
3675.
1370 («1369»), gennaio 19, indd. VIII – Giovanna regina a. 28 («27») (in: 1470, aprile 23)
Salerno, «in theatro de Stellatis in quo nome Curia regitur»
Pietro Jenacone, di Salerno, pubbl. not.
Pandulfo Dardano, giudice della città di Salerno
Alla presenza del nobile Lorenzo de Fragastallis de Podio e di Mainardo Cavalcanti («de Cavalcantiibus») di Firenze, giustiziere regio del principato Citra e Stratigoto di Salerno, si riporta un doc. del 3 dicembre 1347 (riferito, Reg. 3468) (in XXX,104)
3676.
1370, gennaio 20, ind. VIII – Givoana regina a. 28
Montesarchio «apud terram Montisserculi gaudine Vallis»)
Pietro Coco, di Airola, pubb. not.
Andrea Carrario, di Montesarchio, regio giudice
Angelo de Gesualdo, del casale di Sarzano, nelle pertinenze di Montesarchio, insieme con sua moglie Maria vende a Nicola di Meulo Nuele, di San Martino Valle Caudina una terra nelle pertinenze di San Martino V.C., nel luogo detto «a lu Pantanellu», per 8 tarì e 10 grana (LXXXV, 56)
3677.
1370, febbraio 6, ind. VIII – Giovanna regina a. 28
Montevergine
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Giacomo de Virdicanna, del Casale di M.V., giudice annuale ivi
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., avendo il diritto d nominare il rettore e cappellano della cappella della SS. Trinità nella villa di Cesa, nelle pertinenze d Aversa, presenta al vesc. di Aversa il reverendo don Giovanni de Raone (XXXVII, 190)
3678.
1370, febbraio 18, ind. VIII – Giovanna regina a. 28
Napoli
La regina Giovanna ordina al giustiziere di Principato Ultra che non faccia molestare i vassalli di M.. del casale di San Marco di Pietrelcina («de petra pullicina») da Cerra de Cantalupo, signore di Pietrelcina, perché possano rimpatriare in quella terra, dalla quale s’erano dovuti allontanare per qqualche tempo a causa delle guerre, e vi possano liberamente abitare, e ritenere le possessioni, le case, ecc. in Pietrelcina (IX, 79)
3679.
1370, marzo 13, ind. VIII – Giovanna regina. 28
Napoli
Simeone de Tellis, di Napoli, publ. not.
Martuccio de Tellis, di Napoli, giudice a vita «ubique»
Cola de Orlando, di Lavello, sua moglie Sichilgayta de Gilio vivente «iure romano», di Cervinara, abitanti in Napoli, e Giovanni de Gilio, f. del q. Riczillo, vendono a Roberto di Giovanni de Gregorio, di Cervinara, i diritti che essi avevano sopra una casa con corte, nel casale di Ferrari, per il prezzo di 15 tarì (XXXVIII, 43)
3680.
1370, aprile 8, ind. VIII (in: 1370, aprile 30, ind. VIII)
Venosa
Filippo, imperatore di Costantinopoli, ordina ai gabellieri di Sarno di pagare un’oncia e 21 tarì al mese, a cominciare dal marzo della presente indizione, al maestro Riccardo de Cruce (in CVII, 2)
3681.
1370, aprile 20, ind. VIII – Giovabba regina a. 28
Castellammare di Stabia
Angelo Campanile, di Nocera, pubbl. not.
Angelo de Miranda, giudice di Castellammare
Angelella Sicarda, figlia del q. Maczillo Sicardo, abitante in Castellammare, col consenso di Giovannella, sua madre, in considerazione dei benefici ricevuti e anche per 15 tarì d’argento che le ha dato Nicola de Sirica, di Sarno, gli dona, con donazione «inter vivos per mantellum», tutti i diritti che essa aveva o poteva avere sui beni di Enrico Matteo de Sarno e del q. Masullo Sicardo, siti nelle pertinenze di Sarno (XXV, 14)
3682.
1370, aprile 30, ind. VIII – Giovanna regina a. 28
Napoli
Pietro de Granito, cittadino napoletano, pubbl. not.
Gilberto de Johanna, di Napoli, giudice
Dietro preghiera di maestro Riccardo de Cruce, di Napoli, si riporta una lettera regia dell’8 aprile 1370, ind. VIII (riferita, Reg. 3680) (CVII, 2)
3683.
1370, maggio 8, ind. VIII – Giovanna regina a. 28
Cervinara
Cristofaro Piczulo, di Cervinara, pubbl. not.
Ciczio di Martino, di Cervinara, giudice ivi
Antonio di Marco Genovese («Genuensis»), del casale di Pantanari, nelle pertinenze di Cervinara, facendo testamento, lascia eredi i suoi figli, però con la condizione che in caso che costoro morisseo in età pupillare, succederebbe nella sua eredità la chiesa di S. Maria delle Valli, con obbligo di una Messa alla settimana, e in questa chiesa sceglie il luogo della sua sepoltura (XXXVIII, 3)
3684.
1370, maggio 19, ind. VIII – Giovanna regina a. 28
Lapio («apud castrum Lapigii»)
Aliduce, di Cerreto, pubbl. not.
Petruccio Russo, giudice annuale di Lapio
Donna Maria di Tommaso di Desiderio, ved. di Domenico de Romano, di Lapio, e ora moglie di Coluccio de Nicasio, dello stesso castello di Lapio, col consenso di questo suo secondo marito, dona spontaneamente al monastero di M.V., per le mani di fra Felice da Litto, monaco e procuratore di M.V.m una casa in Lapio, presso la via vicinale; una vigna nel luogo detto «li Pantanelli»; una terra nel luogo detto «la pecza de lo Jume»; e un bosco nel luogo detto «a Sanctu Nicola» (XLIX, 2 bis)
3685.
1370, giugno 20, ind. VIII – Giovanna regina a. 28
Urrita, masseria di M.V. presso Mercogliano
Pietro de Anselone, pubbl. not.
Giovanni de Jannello, giudice di Mercogliano
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., concede a Cubello, Nicola e Riccardo de Virdirosa, fratelli, figli del q. Filippo, del casale di Mungnao, una terra con viti, olivi, querce e altri alberi, nelle pertinenze di questo casale di Mugnano, nel luogo detto «alle turrecelle», per l’annuo censo di 10 grana d’oro, e 7 once per questa concessione (LXXIII, 95)
3686.
1370, giugno 23, ind. VIII – Giovanna regina a. 28
Urrita
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Giacomo de Ducto, giudice annuale di Mercogliano
Vassallo de Parasacco e Pietro de Gentile, del Casale di M.V., vendono a Sarafiniello, f. di Guglielmo Sarafino, di Monteforte, una terra con selva, nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Baccanico, per 23 once d’oro (XXI, 50)
3687.
1370, luglio 14, ind. VIII – (Giovanna) regina a. 28
Montemarano («apud montismaranum»)
Donato di Alessio, di Nusco, pubbl. not.
Guglielmo de Aliasco, giudice annuale di Montemarano
Giacomo, vesc. di Montemarano coi suoi canonici da una parte, e don Ruggiero de Marzano e fra Amato de Maffeo, oblati e procuratori di donna Giovanna da Senerchia, abbadessa del monastero di S. Salvatore del Goleto, dall’altra, rimettono al giudizio del vesc. di Nusco la controversia sorta fra loro a causa di un reddito di 6 tarì che il vesc. e il Capitolo di Montemarano dicevano di avere ogni anno sulle chiese di S. Eustasio di Castelfranci e S. Leonardo di Montemarano, granzie del suddetto monastero del Goleto (XLVII, 107)
3688.
1370, agosto 20, ind. VIII – Giovanna regina a. 28
Nusco
Donato di Alessio, di Nusco, pubbl. not.
Giovanni Ferrario, giudice annuale di Nusco
Fra Arnaldo, vesc. di Nusco, emana un lodo nella causa a lui affidata (cfr. Reg. precedente), per cui stabilisce: la chiesa di S. Eustasio di Castelfranci sia del monastero di S. Salvatore del Goleto e il vesc. e il Capitolo di Montemarano non vi avranno alcun diritto o ingerenza; quanto poi all’altra chiesa di S. Leonardo di Montemarano, la badessa del Goleto la ceda e rinunzi liberamente al vec. di Montemarano, il quale però, dopo tale effettiva rinunzia, deve cederla di nuovo all’abbadessa del Goleto con l’obbligo di corrispondere al medesimo vescovo l’annuo censo contenuto negli antichi strumenti (XLVII, 108)
3689.
1370, settembre 3, ind. IX – Giovanna regina a. 28
Città di Sant’Agata
Nicola di Andrea, di Limatola pubbl. not.
Francesco de Stabile, giudice regio della città di Sant’Agata
Il magnifico Ludovico Arzio, «milite», conte di Sant’Agata, facendo testamento stabilisce: istituisce suo erede universale il suo primogenito Carlo e il secondogenito Giovannotto, assegnando a Carlo il contado di Sant’Agata e le terre, castelli e luoghi che il testatore possiede nel giustiziariato di Terra di Lavoro e del Principato Ultra «serras Montorii», coi diritti, feudatari e tutte le loro pertinenze, tutti i diritti sulla terra «Cidimole» nel giustiziariato di Basilicata, la terra «francice», nel giustiziariato di Terra di Lavoro; mentre assegna a Giovannotto il contado «Montisodorum» e i castelli, casali e luoghi nella provincia degli Abruzzi («Aprutina provincia»), al di là e al di qua del fiume Pescara, con tutti i diritti che gli spettano. Stabilisce che il suo primogenito sia chiamato Conte di Sant’Agata e il suo secondogenito Conte «Montisodor». In caso che uno dei due muoia in età pupillare o senza figli maschi legittimi, succeda l’altro nel suo contado. Determina i legati per le sue figlie «in capillo sistentibus», Ceccarella, Sabella, Caterina, Margherita e Sancia, assegnando a ciascuna 1000 once di carlini d’argento «pro maritagio», in modo che ognuno dei due conti deve versare per loro complessivamente 2500 once (XI, 119)1)
3690.
1370, novembre 6. ind. IX – Giovanna regina a. (28)
Montevergine
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Giacomo, giudice
Pietro «dei at apostolice sedis gratia» ab. di M.V. , insieme con la sua Comunità affitta per 10 anni a Masullo de Fuccillo de Tommaso, d’Atripalda, tutti gli stabili del monastero, consistenti in terre, case, vigne, possessioni, rendite, che si possedevano in Lucera dei Saraceni, per il canone annuo di 5 once d’oro, da corrispondersi nella festa dell’Assunzione di Maria ad agosto (L, 40)
3691.
1370 («1340»), novembre 29, ind. IX – Giovanna regina a. «30»
Nola
Federico de Sico, pubbl. not. di Nola
Giovanni Triniano, giudice regio per la città di Nola e di Cicala
Cristoforo, f. del q. Ruggiero Buccatorcio, del casale di Casamarciano («Casaberciano»), nelle pertinenze di Nola, dichiara di tenere «ad pastinandum» dalla chiesa di S. Maria del Plesco un castagneto, per il canone annuo della mettà delle castagne, e con quest’onere lo vende a Capuano Russo, dello stesso casale, per 16 tarì (XXXIV, 44)
3692.
1370
Inventario degli stabili, redditi, ecc. del monastero di M.V., redatto da fra Francesco da Vico, procuratore del monastero (LXXV, 27-33)
3693.
1371, gennaio 7, ind. IX – Giovanna regina a. 28
Mercogliano
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Givoanni de Jannello, giudice annuale di Mercogliano
Pietro Centanni col suo testamento istituisce erede il figlio Felice, al quale lascia due «socias» di un nocelleto nel luogo detto Selva dell’Abate, e due «socias» di vigna, pure ivi; una selva nel luogo detto Capocasale; una selva nel luogo detto Sala; un’altra selva ivi; una vigna nel luogo detto Cervaro: il tutto con la condizione che se il suddetto Felice dovesse morire senza lasciar figli, questi beni dovevano passare al monastero di M.V. (LV, 175)
3694.
1371, gennaio 24, ind. IX – Giovanna regina a. 29
Maddaloni
Onofrio de Astancollo, di Salerno, abitante in Maddaloni, pubbl. not.
Giovanni de Ovidio, giudice di Maddaloni
Fra Pietro Fapplano, di Maddaloni, priore del monastero di M.V. di Maddaloni, concede a Masello e Filippo Simonetta, fratelli, una terra nelle pertinenze di Maddaloni, nel luogo detto Corte dell’Abate («accorte delabate»), devoluta al monastero per la morte di Maffeo Sarraceno, per l’annuo canone di un tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e 5 once d’oro per questa concessione (LI, 45)
3695.
1371, luglio 9, ind. IX – Giovanna regina a. 29
Mercogliano
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Giacomo de Ducto, giudice annuale di Mercogliano
Giovanni de Buonomo, f. di fra Nicola de Buonomo, detto Bufarello, di Mercogliano, dona a Giovanni, suo cugino, f. del maestro Modestino de Caracausa, pure di Mercogliano, una casa in Mercogliano, redditizia al monastero di M.V. in una libbra di cera all’anno; una selva nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto «alle pretule», con vigna; e un’altra selva nel luogo detto «larenaru» (LXIV, 39)
3696.
1371, luglio 19, ind. IX – Giovanna regina a. 29
Ospedale di M.V.
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Guardo, giudice annuale del Casale di M.V.
Ludovico, «dei gratia» ab. di S. Benedetto di Avellino (che si sottoscrive), concede l’assenso a Bartolomeo de Paolo, di Mercogliano, ammalato e aggravato di molti debiti, di poter vendere a Pietro, «dei gratia» ab. di M.V., una selva nel luogo detto Cervara, redditiza al monastero di S. Benedetto in 10 grana annue, ma resa libera e franca, venendo questo censo trasferito su un’altra selva di Bartolomeo, nel luogo detto Pietracorvo («Petra corvi»), nelle pertinenze di Mercogliano (LVII, 19)
3697.
1371, agosto 2, ind. IX – Giovanna regina a. 29
Napoli
Cicco Scarola, di Napoli, pubbl. not.
Andrea Zanzale, di Napoli, giudice
Pascasio de Porfida, stando in casa del «milite» Lisolo Brancaccio, di Napoli, nella Piazza del Nido in Napoli, fa testamento, istituendo suo erede Antonio de Porfida, di Avellino, suo fratello, ma con la condizione che qualora costui non fosse in vita, sarebbe erede sua sorella Agnesella de Porfida per la terza parte dei seguenti beni – in Avellino e sue pertinenze, mentre le altre due parti degli stessi beni le assegna al monastero di M.V. -: un nocelleto nelle pertinenze di Avellino; un altro nocelleto ivi; una casa con orto presso la Porta beneventana («iuxta portam Bernentanam») [sic!]; un’altra casa con orto «seu viridario», in cui c’è un pino; una vigna nel luogo detto «ad turripendula», con obbligo che il suo cadavere venga sepolto nella chiesa di M.V. in Napoli (XVIII, 45)
3698.
1371, settembre 9, ind. X – Giovanna regina a. 29
Boiano
Perrotto Pietro de Flumine, di Boiano, pubbl. not.
Angelo Faczone, di Boiano, giudice ivi
Fra Antonio da Maddaloni, priore, rettore e procuratore di S. Maria del Vivario, concede, «tituolo locationis in emphiteusim», ad Angelo di Oderisio Baccario, di Boiano, e alla moglie Franca, come pure ai loro eredi di 1° e 2° grado dei due sessi, una vigna presso la città, e uno sterparo nel luogo detto Colli di San Vito, per il canone annuo di 15 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 28)
3699.
1371, novembre 9, ind. X – Giovanna regina a. 29
Pietrastornina
Giovanni de Rainaldo («Raynaldo»), pubbl. not.
Maffeo del q. Pietro de Maffeo, giudice annuale di Pietrastornina
Riccardo, detto Porcello, di Venticano, abitante in Pietrastornina, dona al monastero di M.V. tutti i suoi beni (che però non si specificano) (C, 61)
3700.
1371, novembre 12, ind. X – Giovanna regina a. 29
Urrita, presso Mercogliano
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Giacomo de Ducto, giudice di Mercogliano
Cicco, f. del q. Landello di Don Lando, di Avellino, avendo mosso lite contro il monastero di M.V., in cui presiede Pietro, «dei gratia» abate di M.V., a causa degli stabili comprati dal monastero con strumento del 20 luglio 1363 (riferito Reg. 3597), prima di venire alla decisione della sentenza, si accorda con l’ab. di M.V., rinunziando a ogni pretesa su quei beni, e riceve per questa rinunzia n’oncia d’oro e 10 tarì (XVIII, 65)
3701.
1371, novembre 19, ind. X – Giovanna regina a. 29 (in: 1443, maggio 9)
Aversa
La regina Giovanna conferma al monastero di S. Maria Materdomini «de rocca aczarii» nelle pertinenze di Nocera, la concessione di 6 once d’oro all’anno da percepirsi sulla dogana di Salerno, secondo un privilegio da essa stessa concesso il 1° dicembre 1364 (riferito Reg. 3615) (in X, 31)
3702.
1372, febbraio 1°, ind. X – Giovanna regina a. 30
Mercogliano
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Giacomo de Ducto, giudice annuale di Mercogliano
Angelo de Barone e Bartolomeo de Paolo, di Mercogliano, costituiscono loro procuratore il not. Giacomo Scriganense, di Somma, cittadino di Napoil, per vendere una selva con castagneto, nocelleto e vigna, nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Sant’Eustasio, di proprietà del suddetto Angelo; e una selva nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Cervaro, di proprietà del suddetto Bartolomeo (XXI, 51)
3703.
13702, febbraio 14, ind. X – Giovanna regina a. 30
Mercogliano
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Giacomo de Ducto, giudice annuale di Mercogliano
Pietro de Anselone, not. del casale di Penta, nelle pertinenze di San Severino, procuratore del presb. Giacomo de Campora e del maestro Marco de Urso, di Napoli, esecutori testamentari del maestro Perrotto Francesco, di Napoli, in nome dei medesimi prende possesso di una selva con nocelleto e vigna, nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Sant’Eustasio (XXI, 57)
3704.
1372, giugno 9, ind. X – Giovanna regina a. 30
Nola
Antonio de Gualtiero, pubbl. not.
Giacomo Sarraceno, giudice di Nola e di Cicala
Cicca, ved. di Andrea Cornamuso, di Nola, col consenso di Pietro, ab. di M. V. (che si sottoscrive), vende a Gennaro de Riccardo, di Casamarciano, una terra in questo casale, nel luogo detto Piczone, che essa teneva a censo dal monastero di S. Maria del Plesco per la metà dei frutti superiori e la decima degli inferiori, per il prezzo di 12 tarì e il canone suddetto (XXXIX, 48)
3705.
1372, luglio 27, ind. X – Giovanna regina a. 30
Casale di Ponticeto, nelle pertinenze di Marigliano
Raguano de Frisone, pubbl. not.
Tommaso del Giudice, giudice di Marigliano
Deutesalvo Camporomano, del casale di Ponticeto, nelle pertinenze di Marigliano, facendo testamento istituisce molti legati, e il 7 agosto dello steso anno aggiunge, per mano dello stesso notaio, un codicillo, col quale ordina che dopo la morte di sua moglie, il monastero di M.V. dovesse ereditare tutti i suoi beni stabili, e che se la moglie non avesse custodito il letto vedovile, fosse privata anche dell’usufrutto che le aveva lasciato sui suoi beni (LIII, 5)
3706.
1372, … 27, ind. X – Giovanna regina a. …
Maddaloni
Giacomo de Guido, di Maddaloni, pubbl. not.
Giovanni de Ovidio, di Maddaloni, giudice ivi
Andrea, f. del q. giudice Giovanni Guglielmo de Maccia, della villa di Casulla, nelle pertinenze di Capua, col consenso del monastero di S. Maria Reale di Maddaloni, vende al not. Riccardo de Maccia, di Caserta, un pezzo di terra incolto, nelle pertinenze di Caserta, nel luogo detto A cinque vie, che egli teneva a censo dal suddetto monastero, al quale per l’assenso si pagano 10 tarì (XXXV, 3)
3707.
1372, settembre 3, ind. XI – Giovanna regina a. 30
Casale di M.V.
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Guardo de Rangerio, giudice del Casale di M.V.
Fuccillo de Mercurello, di Avellino, infermo in casa di Masella de Gentile, nel Casale di M.V., fa testamento, istituendo sua erede la figlia Margherita alla quale lascia: le sue case «in pettagio Capitis Avellini»; una vigna nella contrada detta Baccanico; un’altra vigna nel luogo detto Cervaro; una terra con selva e nocelleto nel luogo detto Sanina; un nocelleto nel luogo detto Remaiure; una selva nel luogo detto Bagno («abbagno»); una selva nel luogo detto Santa croce («Santa Cruce»). Inoltre, fra le altre disposizioni, ordina che il suo cadavere venga seppellito a M.V., e perciò lascia come legato al monastero una terra con selva nel luogo detto Santa Croce, nelle pertinenze di Avellino; lascia ancora in legato a M.V. 15 tarì per suffragi dell’anima sua; e 4 once perché si costruisca nel suddetto monasero una cappella dedicata a San Giacomo dove voleva essere seppellito. E perché si avessero queste quattro once, ordina si venda une terra arbustata nelle pertinenze del casale di Forino, «quod casale dicitur la Contrada», presso la via pubblica. Infine lascia 6 tarì per la cera del suo funerale, altri 4 tarì per coloro che avrebbero portato il suo cadavere a M.V., e altri 6 per i fratelli di M.V. «pro refetcione» (XVIII, 46)
3708.
1372, dicembre 14, ind. XI – Giovanna regina a. 30
Maddaloni
Onofrio de Astancollo, di Salerno, abitante in Maddaloni, pubbl. not.
Giovanni de Ovidio, di Maddaloni, giudice
Rainaldo de Catorano («Cathorano»), abitante in Maddaloni, vende a Nicola di Leonardo de Ruggiero, pure di Maddaloni, un casalino presso la via pubblica, per il prezzo di 27 tarì, e con l’onere di un censo annuo di un tarì di Amalfi al monastero di M.V. di Maddaloni, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (LI, 69)
3709.
1372, dicembre 18, ind. XI – Giovanna regina a. 30
Maddaloni
Onofrio de Astancollo, di Salerno, abitante in Maddaloni, pubbl. not.
Giovanni de Ovidio, di Maddaloni, giudice a vita di Terra di Lavoro
Il nobile Andrea de Fonto, di Messina, abitante in Maddaloni, dona al monastero di M.V., per mano di fra Bartolomeo da Mercogliano, procuratore di Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., una rendica di un’oncia annua di carlini d’argento per la compra di legna, cioè per pagare gli operai nel taglio della legna necessari e opportuna ai monaci del suddetto monastero nel tempo invernale, come pure per due barili di tonnina palermitana («narrilia de tunnina … de bona palermitana tunnina») e di 4 tomoli di ceci («de bonis ciceribus»), ipotecando tale rendita su tutti i suoi beni, ma con obbligo da parte del monastero di M.V. di due Messe alla settimana, da celebrarsi nella chiesa di M.V., per la sua anima (LI, 8 bis)
3710.
1373, gennaio 4, ind. XI – Giovanna regina a. 30
Maddaloni
Onofrio de Astancollo, di Salerno, abitante in Maddaloni, pubbl. not.
Giovanni de Ovidio, di Maddaloni, giudice
Goffrido Brussano, di Maddaloni, vende ad Antonio Brussano un palazzo poco distante dalla chiesa di S. Michele, – redditizio al monastero di S. Maria Reale di Maddaloni, soggetta a M.V., in un canone di mezza libbra di cera all’anno nella festa di S. Maria ad agosto -, per il prezzo di 20 tarì, e pagando al monastero 3 tarì per l’assenso (LI, 70)
3711.
1373 («1372»), gennaio 6, ind. XI – Giovanna regina a. 30
Antonio de Gualtiero («Gualterio»), giudice di Nola, pubbl. not.
Nicola Cavallo («Cabballus»), giudice di Nola e di Cicala
Fra Giovanni de Gemma, priore di S. Maria di Casamarciano, nelle pertinenze di Nola, concede a Colella Galiota, di Casamarciano, una terra nel luogo detto Sterpina, lasciata in testamento al monastero di Casamarciano da Luigi Stincone, per l’annuo reddito di un tarì, e 13 tarì per la concessione (XXXIV, 35)
3712.
1373, gennaio 10, ind. XI – Giovanna regina a. 30
Capua
Maffuzio di Notarnuele, di Capua, pubbl. not.
Stefano de Cicala, di Capua, giudice
Il nobile Tommaso de Antignano («Antiniano»), di Capua, dà ad Antonio di Nicola Filippo, della villa di Fauzano («de villa Fauzani»), nelle pertinenze di Caserta, e abitante in Capua, l’assenso alla vendita che gli ha fatto Nicola de Enrichella, della villa di S. Teodoro, di una corte con metà di una casa, in Capua, nella parrocchia di S. Salvatore Maggiore, e per questo assenso gli pagano 12 tarì. Il compratore si obbliga ogni anno a portare la suddetta corte e metà casa a Tommaso e ai suoi eredi e successori nella prima domenica di maggio «duas partes unius mactuli rosarum» in qualunque luogo essi si troveranno di residenza nella città di Capua e nelle sue pertinenze (XXXII, 109)
3713.
1373, febbraio 22, ind. XI – Giovanna regina a. 31
S. Maria del Plesco
Raone di Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Masello Pipino, di Nola, giudice della provincia di Terra di Lavoro
Pietro, «divina permissione» ab. di M.V., concede a Colella Galiota (e «Galioto»), di Casamarciano, nelle pertinenze di Nola, una terra seminativa nelle pertinenze di Casamarciano, nel luogo detto «a la stopina», per l’annuo censo di 5 grana a Natale, e 13 tarì per questa concessione (XXXIV, 34)
3714.
1373, marzo 15, ind. XI – Giovanna regina a. 31
Maddaloni
Onofrio de Astancollo, di Salerno, abitante in Maddaloni, pubbl. not.
Giovanni de Ovidio, di Maddaloni, giudice
Marino dei Guido, di Maddaloni, col consenso del monastero di S. Maria Reale di Maddaloni, vende ad Andrea e Simone di Cirello Settimino, fratelli, due terzi di un moggio di terra nelle pertinenze di Maddaloni, nel luogo detto Genole, redditizio al suddetto monastero in un tarì all’anno, di moneta amalfitana, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, per il prezzo di 15 tarì e con l’onere suddetto (LI, 71)
3715.
1373, marzo 17, ind. XI – Giovanna regina a. 31
Sarno
Nicola de Rubia, di Napoli, pubbl. not.
Munzello Balzarano, di Sarno, giudice ivi
Alla presenza di fra Giacomo da Sarno, priore di S. Giovanni di Sarno, soggetto a M.V., il maestro muratore Gaudioso de Grisa, di Cava, abitante in Sant’Adiutore, promette al suddetto priore, agente a nome di M.V., di fabbricare a tutte sue spese, entro il prossimo mese di settembre una nuova casa o camera «ad lamiam rotundam duorum molendinorum», nella città di Sarno, nel luogo detto «Furunchyulum» sull’acqua corrente, per il prezzo di 6 once, delle quali ne riceve subito due, mentre le altre le avrà in seguito (CVI, 27)
3716.
1373, marzo 27, ind. XI – Giovanna regina a. 31
Mercogliano
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Giovanni de Johannella, giudice di Mercogliano
Bonafede «de Vallis», di Mercogliano, col consenso di Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., vende a Giovanni de Lorenzo, di Monteforte, una terra con selva nelle pertinenze di Mercogliano, nella contrada detta «la Toccoreta», redditizia al monastero di M.V. in 10 grana d’oro all’anno, per il prezzo di 13 tarì e 10 grana, e 3 tarì e 10 grana al monastero per l’assenso (LXIV, 40)
3717.
1373, aprile 8, ind. XI – Giovanna regina a. 31
Sarno
Roberto Balzarano, pubbl. not.
Giovannotto Balzarano, giudice di Sarno
Antonio Maccio, di Sarno, vende a Nicola de Sirico, pure di Sarno tre lenze («lincias tres») di terra in territorio di Sarno, nel luogo detto «a bastu», per 4 once d’oro (CIX, 28)
3718.
1373, aprile 15, ind. XI – Giovanna regina a. 31
Montevergine
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Giovanni de Johannello, giudice di Mercogliano
Pietro, «dei et aposotlice sedis gratia» ab. di M.V., cede a Pietro di Marando, della terra di Montesarchio, una terra «vacua» e lavorativa nelle pertinenze di Montesarchio, nel luogo detto Pantano, che lo stesso Pietro Marando teneva acenso dal monastero per il canone annuo di 6 libbre di buona cera; e in cambio riceve dal medesimo due pezzi di terra nelle pertinenze di Avellino, nella contrada detta Sant’Eustasio, dei quali uno con nocelleto, e l’altro con selva detta «lu palonbolitu», presso il bosco del signore del castello di Summonte (XVIII, 86)
3719.
1373, aprile 21, ind. XI – Giovanna regina a. 31
Montevergine
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Nicola de Amore, giudice annuale del Casale di M.V.
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede ad Antonio Canicola, di Mercogliano, vassallo del monastero, ma solo durante la sua vita, una terra arbustata nelle pertinenze di Napoli, nel luogo detto «la Selece», col patto di corrispondere per i primi quattro anni 12 tarì all’anno, e poi 15 tarì all’anno (LXXXIX, 100)
3720.
1373, maggio 1°, ind. XI – Gregorio Pp. XI a. 3
Petruro («apud casale Petruri pertinent. castri Forini»)
Francesco di Nicola, di Forino, pubbl. not. apostolico
Nicola de Lignito, di Forino, facendo testamento, fra l’altro, ordina che il suo corpo venga sepolto a M.V., nella cappella del q. giudice Guillotto, alla quale cappella lascia in dotazione 6 once d’oro, e al monastero la metà di una selva nel luogo detto Arregaldone (XLIV, 75)
3721.
1373, maggio 15, ind. XI – Giovanna regina a. 31
Urrita
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Giovanni de Johannello, giudice di Mercogliano
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede a Giovanni di Mazziotto de Capuano, di Mercogliano, suo baiulo e familiare, una vigna sterile nel luogo detto Giardino («lu jardinu»), in territorio di Mercogliano, per l’annuo censo di mezza libbra di cera, da corrispodnersi nella festa di S. Maria a settembre, e un’oncia d’oro e 15 tarì per questa concessione (LXI, 42)
3722.
1373, maggio 26, ind. XI – Giovanna regina a. 31
Sant’Agata
Pietro de Dragone, di San Felice della Baronia di Rocca Romana, pubbl. not.
Antonio di Severino, giudice della città di Sant’Agata
Nicola Paceto, del casale di Laiano, nelle pertinenze della città di Sant’Agata, offre la sua persona al monastero di M.V. per le mani di fra Antonio da Montefusco, priore del monastero di Sant’Agata e procuratore di Pietro, ab. di M.V., e insieme dona i seguenti beni: un oliveto nel luogo detto «ad Layanum»; un pezzo di terra arbustato e vitato, nel luogo detto «accorte Marcovento»; un altro pure con terra arbustata e vitata, nel luogo detto «a lu planu de layano»; un altro pezzo, pure arbustato e vitato, nel luogo detto «a lu cardito»; un altro pezzo nel luogo detto «a la pretara de lu cardito»; un pezzo di terra nel luogo detto «la formora»; un pezzo di terra nel luogo detto «lu turellu de le casaline»; un pezzo di terra nel luogo detto «a trasella»; un pezzo di terra nel luogo detto Nasignanu; un altro pezzo di terra ivi; un altro nel luogo detto «Gavignanu»; due lince di terra nello stesso luogo di Gavignano; un altro pezzo nel luogo detto «lo planu de layanu»; un pezzo di terra «a li ceschilli» (XI, 103)
3723.
1373, maggio 29, ind. XI – Giovanna regina a. 31
Napoli
Adamo, pubbl. not.
Andrea de Domibus, giudice
Sorta lite tra Giovanni, f. del q. Francesco, e don Giovanni …, finalmente per l’interposizione di comuni amici si accordano nel senso che Giovanni si obbliga a dare a don Giovanni 15 tarì, metà per la festa di S. Pietro apostolo e metà entro il prossimo mese di agosto (XCVI, 49)
3724.
1373, giugno 8, ind. XI – Giovanna regina a. 31
Montefusco
Aliduce, di Cerreto, pubbl. not.
Bartolomeo de Capriglia («Caprilia»), giudice di Montefusco
Antonio Pietro de Conte, di Montefusco, vende a Pietro di Riccardo de Marciano, del casale di Fistula, nelle pertinenze di Montefusco, i seguenti beni nelle pertinenze di Cerreto: un territorio nel luogo detto «lo Cantranone»; un territorio nel luogo detto «le costarelle»; un territorio nel luogo detto «lo Castagnetu»: il tutto per il prezzo di 3 once d’oro (XXXVI, 89)
3725.
1373, agosto 4, ind. XI – Giovanna regina a. 31
Mercogliano
Giovanni de Tancredi («Tranchedo»), di Avellino, pubbl. not.
Giacomo de Ducto, di Mercogliano, giudice
La nobile Francesca Siccapane, di Avellino, figlia del q. Tommaso Siccapane, ved. q. nobile Nicola di don Matteo Sirignano, di Avellino, abitante in Mercogliano, dona al monastero di M.V., per le mani di Pietrro, «permissione divina» ab. di M.V., la metà di alcune terre con castagneto, – che essa possedeva «pro indiviso» con Leonardo de Crissio, detto Russo, di Avellino, e che a lei spettavano per successione paterna -, nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Baccanico, e che erano state concesse per un po’ di tempo a Gualtiero de Tamplano, di Capriglia, per parte della moglie, a Giovanni Ferraro, detto de Riberto, e a Muccio de Saninula, del Casale di M.V., per il canone annuo della metà dei frutti superiori e la decima degli inferiori (XVIII, 29)
3726.
1373, … , ind. XI – Giovanna regina a. 31
Salerno
Nicola Coppola, pubbl. not.
Pietro Gennarino, giudice di Salerno
Nicola Sulimena riceve in prestito dalla signora donna Maria Aversana, moglie del signor Gugllielmo de San Paolo, 25 once, che si obbliga di rstituire entro il settembre della prossima XIII indizione, e ipoteca su di esse tutti i suoi beni (CV, 74)
3727.
1373, novembre 10, ind. XI – Giovanna regina a. 31
Sarno
Nicola de Rubia, di Napoli, publ. not.
Nicola de Furno, giudice annuale di Sarno
Don Giacomo de Arcis, della città di Sarno, per le anime dei suoi consanguinei il presb. don Nicola de Arcis e Roberto de Arcis, dona, con donazione irrevocabile «inter vivos», a fra Giacomo, priore della chiesa di S. Giovanni in Sarno e procuratore dell’abate di M.V., i seguenti beni, che furono dei suddetti defunti, e cioè: una terra seminativa con alcune piante di noci, nel luogo detto «allayara de lo bosco», nelle pertinenze di Sarno, e una terra seminativa, pure nelle pertinenze di Sarno, nel luogo detto «a lo Mare morto», terre che il suddetto don Giacomo asserì di aver tenuto da più di 40 ani, e che continuamente aveva pregato per le anime dei suddetti defunti, e che ora dona con obbligo di Messe cantate per i medesimi, riservandosi però l’usufrutto durante la sua vita, e frattanto corrispondendo al monastero, «pro recognitione dominii» 10 grana all’anno (CVI, 9)
3728.
(1373), novembre 24, ind. XII – Giovanna regina a. (31)
Cervinara
Cristofano Piczolo, di Cervinara, pubbl. not.
Clemente di Pietro Bartolomeo di don Guglielmo, giudice annuale di Cervinara
Flora, ved. del not. Marciano Sasso, di Cervinara, vende a don Giovanni, suo figlio, un territorio della capatià di 2 moggi, nelle pertinenze di Cervinara, nel luogo detto Corte de Mercualdo, per 5 once (XXXVIII, 444)
3729.
1374, gennaio 11, ind. XII – Giovanna regina a. 31
Napoli
Antonio de Spene, di Napoli, pubbl. not.
Cubello de Turri, di Napoli, giudice
Cardello Areyura, di Napoli, vende a Fuccillo Boccamusto, pure di Napoli, quattro schiavi («mancipia quatuor de genere tartarorum orta»), per il prezzo di 75 fiorini d’oro (XC, 291)
3730.
1374, maggio 18, ind. XII – Giovanna regina a. 32
Ospedale di M.V.
Nicola de Anselone, pubbl. not.
Nicola de amore, giudice annuale del Casale di M.V.
Cobello Cocco, del Casale di M.V., vende a Pietro Marando, di Montesarchio, una terra con vigna e in parte «vacua», con alquanti alberi di castagni, in territorio del Casale di M.V., nel luogo detto Campomarino («campus de marino»), per 8 once d’oro (XX, 80)
3731.
1374, maggio 22, ind. XII – Giovanna regina a. 32
Mercogliano
Giovanni de Tancredi («Tranchedo»), di Avellino, pubbl. not.
Giacomo de Ducto, giudice di Mercogliano
Antonio, f. del q. Cubello, detto Cerbullo, di Mercogliano, e Nicola Malacapu, abitante nel Casale di M.V., per adempiere certi legati lasciati da Margheritam rispettivamente loro madre e moglie, vendono a Pietro di Andrea Yssarello, di Mercogliano, una terra lavorativa nel luogo detto Pretorio, per 18 tarì d’oro di carlini d’argento (LXX, 33)
3732.
1374, giugno 1°, ind. XII – Giovanna regina a. (32)
Montevergine
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Giovanni de Johannello, giudice del castello di Mercogliano
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., cede a Pietro di Marando, di Montesarchio, alcune terre in Montesarchio, nel luogo detto Peczalonga, censuate ad Antonio de Cicco per 2 libbre di cerca all’anno, e dallo stesso rinunziate; e in cambio riceve una vigna nel Casale di M.V., nel luogo detto Campomarino (CXV, 176)
3733.
1374, agosto 15, ind. XII – Giovanna regina a. 32
Cervinara («apud terram Cervinarie Gaudine Vallis»)
Antonio Piczolo, di Cervinara, pubbl. not.
Cemente di Pietro Bartolomeo di don Guglielmo, giudice annuale di Cervinara
Pietro, ab. di M.V., fa riprodurre l’intercetera del testamento di Nicola de Giordano («Jordano»), di Cervinara, e propriamente del casale di Ferrari,col quale aveva lasciato sua erede la figlia Maria, alla condizione però che se questa fosse morta in età pupillare, sarebbe successo nell’eredità il monastero di M.V. (XXXVII, 55)
3734.
1374, novembre 13, ind. XIII – Giovanna regina a. 32
Salza («Sauze»)
Meulo, giudice
Pietro di Roberto Visconte, del casale di Salza, dona al monastero di M.V., e per esso a don Bartolomeo da Monticchio («de Monticulo») un pezzo di etta con selva nelle pertinenze di Salza, nel luogo deto Longone (Cand. VII, 7)
3735.
1374, dicembre 9, ind. XIII – Giovanna regina a. 32
Casale di M.V.
Nicola de Acernis, pubbl. not.
Nicola de Amore, giudice del Casale di M.V.
Nicola Storna, di Avellino, vende a Petruccio de Caramuto, del Casale di M.V., una vigna sterile e incolta nelle pertinenze di Avellino, nel luogo detto Baccanico per un’oncia d’ro (XXI, 53)
3736.
1374, dicembre 9, ind. XIII – Giovanna regina a. 32
Urrita («apud locum Urrite prope Merculianum»)
Nicola de Acernis, del casale di M.V., pubbl. not.
Tommaso de Barone, giudice di Mercogliano
Nucio Forte, di Avellino, abitante in Mercogliano, vende a Nicola Celentano, di Penta, una terra con selva nel territorio di Avellino, nel luogo detto Baccanico, per 8 once d’oro (XXI, 52)
3737.
1375, gennaio 15, ind. XIII – Giovanna regina a. 32
Napoli
Dietro supplica dell’abate e della Comunità di M.V., la regina Giovanna conferma il privilegio concesso da Filippo, imperatore di Costantinopoli (riferito Reg. 3658), – conferma resa necessaria dal fatto che dopo la morte del suddetto imperatore Filippo la terra di Marigliano era passata, con tutte le sue pertinenze, sotto l’imediato dominio della Regina -, e rinnova le esenzioni ottenute (LIII, 3)
3738.
1375, gennaio 25, ind. XIII – Givoanna regina a. 33
Villa di Mairano, nelle pertinenze del castello di Formicola
Giovanni Pietro Riccardo de Trigiis, pubbl. not.
Guglielmo di Adenulfo, di Formicola, giudice ivi
Il Padre Riczardo Anglico, rettore della chiesa di S. Maria del Castello in Formicola, compra da Antonio d’Andrea Baiotto, della villa di San Giovanni, nelle pertinenze di Pontelatrone, un territorio in questa villa di San Giovanni, nel luogo detto «lu Pretitu», per il prezzo di 18 tarì (XLV, 5)
3739.
1375, gennaio 28, ind. XIII – Giovanna regina a. 33
Montevergine
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Tommaso de Barone, giudice di Mercogliano
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., cede a Nicola Celentano, di Penta, nelle pertinenze di San Severino, una terra arbustata nel casale di Carife,pure nelle pertinenze di San Severino, nel luogo detto «le lenze», redditizia alla Corte di San Severino in tarì (in bianco); e in cambio riceve una terra con selva nelle pertinenze di Avellino, nella contrada detta Baccanico (XVIII, 87)
3740.
1375 («1374»), marzo 3, ind. XIII – Giovanna regina a. 33
Vitulano («apud casale Vitulani, pertinent. castri Tocci»)
Bertrando di Francesco de Airola, del casale di Vitulano, pubbl. not.
Francesco de Airola, del casale di Vitulano, giudice annuale ivi
Donna Maria, moglie di Nicola di Paolo de Serafino, del casale di Vitulano, vende a don Giovanni del q. Grosso Carletto Leone, dello stesso casale, una vigna nelle pertinenze di Vitulano, nel luogo detto «li Franchi», per un’oncia e 18 tarì (CXXV, 229)
3741.
1375, marzo 4, ind. XIII – Giovanna regina a. 33
Maddaloni
Onofrio de Astancollo, di Salerno, abitante in Maddaloni, pubbl. not.
Nicola Marotta, di Maddaloni, giudice annuale ivi
Maestro Cristofaro Furno, speziale di Napoli, prende certe robe nella spezieria di Giannuccio de Ravello, di Maddaloni, per la somma di 3 once e 15 tarì, che egli doveva riscuotere da lui (LI, 118)
3742.
1375, marzo 5, ind. XIII – Giovanna regina a. 33
Monteforte, nella chiesa di Sant’Angelo
Giovanni de Tancredi («Tranchedo»), di Avellino, pubbl. not.
Tommaso de Maggio («Madio»), giudice annuale di Monteforte
Don Tommaso, arciprete di Monteforte, insieme col clero locale, asserisce davanti a fra Bartolomeo de Riso, di Mercogliano, monaco e infirmarario di M.V., che il q. Corrado di notar Bartolomeo, di Monteforte, fra gli altri legati da lui lasciati alla chiesa di S. Martino di Monteforte, vi erano certe terre e possesisoni fra le quali una terra arbustata in territorio di Monteforte, nel luogo detto «la pastenella», appartenente al monastero di M.V. Perciò il clero conviene nel restituirla, non volendo aggravare la propria coscienza, e la rimettono nelle mani del suddetto fra Bartolomeo, agente a nome di M.V. (LXXXI, 60)
3743.
1375 («1374»), …, ind. (XIII) – Giovanna regina a. 33
Scarabaito («apud casale Scarabayti, de pertinentiis Nole»)
Nicola, pubbl. not.
Giacomo Perario, giudice di Nola
Matteo Melluso, del casale di Scarabaito, e sua moglie Cubella, vendono a Nicola Celentano, per parte del monastero di M.V., e al maestro Tommaso Spicillo, di Salerno, metà per ciascheduno, una starza e due oliveti nelle pertinenze del suddetto casale di Scarabaito, per il prezzo di 60 once d’oro (CX, 7)
3744.
1375, marzo 26, ind. XIII – Giovanna regina a. 33
Urrita, presso Mercogliano
Giovanni de Tancredi («Tranchedo»), di Avellino, pubbl. not.
Giovanni de Jannello, giudice di Mercogliano
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., concede in perpetuo ad Antonio e Angelo de Cunsio, fratelli, di Monteforte, una terra arbustata, – che fu del q. con Corrado di Notar Bartolomeo, di Monteforte -, nel luogo detto Pastenella (cfr. Reg. 3740), per il canone annuo di un tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (LXXXI, 61)
3745.
1375, aprile 8, ind. XIII – Gregorio Pp. XI a. 5
Nicola de Rubia, di Napoli, pubbl. not. apostolico e imperiale
Nicola de Sirica, di Sarno, gabelliere «cabellarum platee et molendinorum castri Schifati Abbatis et Monasterii Sancte Marie de Regali Valle prope dictum castrum Schifati cistersien. Ordinis Nolan. Dyocesis», concede a Giovannello e a Sabastano de Mallulo, mugnai di Sarno, fratelli, i diritti sulla gabella di Scafati («Schifati»), per la quarta parte del lucro proveniente dai diritti di molitura degli stessi mulini, mentre le altre tre parti andranno a lui, e questo per un anno a contare dal 14 aprile prossimo (CVII, 26)
3746.
1375, aprile 28, ind. XIII – Giovanna regina a. 33
Ceppaloni
Giovanni de Palermo, di «Caprilia», abitante in Ceppaloni, pubbl. not.
Nicola Rocca, giudice annuale di Ceppaloni
Giovannotto Sellato avendo in territorio di Ceppaloni e sue pertinenze diversi pezzi di terra, colti e incolti, con diversi redditi e diritti, fra i quali un tenimento con alcuni alberi fruttiferi, posto nel suddetto territorio di Ceppaloni e nel casale di Troche, nel luogo detto Palczulo, ha creduto bene di locarne tre parti a Nicola Spenta, detto di Napoli, e a Cecca, sua moglie, solo durante la loro vita, e a don Pasquale e Meulo, figli della suddetta Cecca, come risulta da pubblico strumento; ora crede opportuno concedere loro in perpetuo, «locationis titulo» anche quella parte che si era riservata, con l’onere di un tarì, 10 grana e una buccellata a Natale (XXXVI, 50)
3747.
1375, maggio, ind. XIII – Giovanna regina a. 33
Nola
Antonio de Gualtiero, pubbl. not. di Nola
Petruccio de Gallo e donna Floria, sua madre, del casale di Casamarciano, col consenso di fra Givoanni de Gemma, priore di S. Maria Annunziata del Plesco, vendono a Colella Galioo, di Casamarciano, un palmento con cisterna, e la metà di un’aia, – che tenevano a censo dal monastero per l’annuo censo di 2 grana -, nel suddetto asale, per il prezzo di 8 tarì e con l’onere suddetto (XXXIV, 49)
3748.
1375, giugno 9, ind. XIII – Giovanna regina a. 33
Napoli
Giuliano Tallarica, di Napoli, pubbl. not.
Alessandro Zanzale, di Napoli, giudice
Il nobile Angelo Russo, di Caserta, affitta per un anno a Domenico e a Giacomo Ferraro, fratelli di Cisterna, due pezzi di terra, arbustati che egli aveva comprato dagli stessi fratelli, nelle pertinenze della villa di Cisterna, uno dei quali di 4 moggi, nel luogo detto «la ricza», e l’altro, d’un moggio, nel luogo detto «a la Pallola», per il censo annuo della metà dei frutti (XL, 56)
3749.
1375, giugno 17, ind. XIII – Giovanna regina a. 33
Montevergine
Giacomo de Anselone, pubbl. not.
Nicola de Amore, del Casale di M.V., giudice ivi
Fra Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede ad Antonio Deodato, di Marigliano, e ai discendenti «exceptis clericis et feminis», una terra con nocelleto, nelle pertinenze di Marigliano, nel luogo detto «lo Veceroldo», per la metà delle nocciuole e la decia dei seminati, e pagando un’oncia d’oro per la concessione (LIII, 29)
3750.
1375, agosto 12, ind. XIII – Giovanna regina a. 33
Capua
Pietro Suave, di Capua, pubbl. not.
Benedetto Merulo, di Capua, giudice
Il P. Raimondo da Nocera, priore del monastero di S. Maria Reale di Maddaloni, dell’Ordine di M.V., procuratore di Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., oncede a Ruggiero del giudice Nicola de Ricia, abitante in Murone, una casa diruta con orticello contiguo, in territorio di Murrone, nel luogo detto «La Valle», per l’annuo censo di 3 tarì, e 2 once d’oro per questa concessione, e queste once dovevano servire «pro reformatione et constructione dicti loci Sancte Marie de Magdalono», che aveva bisogno di non pochi restauri (LXXXVIII, 30)
3751.
1375, settembre 8, ind. XIV – Giovanna regina a. 33
Ospedale di M.V.
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Nicola de Amore, del Casale di M.V., giudice annuale ivi
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., cede ad Andrea di Nicola de Fusco, di Montefusco, una terra «vacua» con alberi di noci, olice, ecc, nelle pertinenze di Montefusco, nel luogo detto Putenza; e in cambio riceve una terra con vigna, nel luogo detto «le cernece»; col patto che morendo Andrea senza figli, quel territorio dovesse ricadere al monastero, e in caso dìche morisse con figli, questi fossero obbligati a corrispondere al monastero un annuo censo di 2 tarì d’oro, nella festa di S. Maria a settembre (LXXXIII, 113)
3752.
1375, ottobre 7, ind. XIV – Giovanna regina a. 33
Casale di Nucilla, nelle pertinenze di Montemiletto
Aliduce, di Cerreto, pubbl. not.
Pietro Maffuczulo giudice di Montemiletto e del suo distretto
Filippo di Giacomo di don Filippo e don Giacomo, suo figlio, di Montemiletto, abitante nel casale di Nucilla, vendono a Pietro di Riccardo de Marziano, del casale di Fistula, una terra con alberi di castagni, sita nelle pertinenze di Montemiletto, nel luogo detto «a la festula», per 2 once d’oro (LXXXVI, 8)
3753.
1375, novembre 1°, ind. XIV – Giovanna regina a. 33
Casale di Cisterna, nelle pertinenze di Marigliano
Antonio Romano, di Napoli, pubbl. not.
Nicola de Contardo, di Marigliano, giudice annuale ivi
Il nobile Carluccio Caputo, di Napoli, «miles», vende a Fuccillo Boccamusto («Buccamusto»), di Napoli, abitante in Cisterna, una terra sterile nelle pertinenze di Cisterna, nel luogo detto Beragliole, per il prezzo di 4 once d’oro (XL, 3)
3754.
1375, novembre 1°, ind. XIV – Giovanna regina a. 33
Cisterna, casale presso Marigliano
Antonio Romano, di Napoli, pubbl. not.
Nicola de Contardo, di Marigliano, giudice annuale ivi
Antonio de Agostino (e «de Augustina»), detto Maczarello, e sua moglie Antonella Maczacane, vendono a Fuccillo Boccamusto un casalino scoperto con palmento e orto nel casale di Cisterna, per il prezzo di 10 once (XL, 53)
3755.
1375, novembre 28, ind. XIV – Giovanna regina a. 33
Aversa
Antonio Magnense, di Aversa, pubbl. not.
Nicola de Cicala, di Aversa, giudice a vita per la provincia di Terra di Lavoro e il contado del Molise
Salvatore di Tommaso de Aimone della città di Sant’Antimo, nelle pertinenze di Aversa, dona al monastero di M.V. di Aversa, per le mani di fra Pietro da Scafati, priore dello stesso monastero, un annuo censo di un tarì d’oro, da riscuotersi su un territorio in Sant’Antonio, nel luogo detto Cisterna (XIII, 164)
3756.
1375, dicembre 9, ind, XIV – Giovanna regina a. 33
Nola
Antonio de Gualtiero, pubbl. not.
Masello Pipino, giudice per la provincia di Terra di Lavoro
Cecca, moglie di Antonio Coco, di Nola, vende a Colella Galiota un castagneto nel luogo detto «a li Capuani» castagneto che Vitaliana, sua ava, aveva ottenuto a censo dalla chiesa di S. Maria del Pleso per la metà dei frutti superiori e la decima degli inferiori, per il prezzo di 3 tarì, e con l’onere suddetto (XXXIV, 50)
3757.
1375 («1376»), dicembre 26, ind. XIV – Giovanna regina a. 33
Brusciano («apud casale Brussani pertinentiis Mariliani»)
Antonio Romano, di Napoli, pubbl. not.
Nicola de Contardo, di Marigliano, giudice ivi
Il nobile Antonio de Joba, di Napoli, abitante in Cisterna, nelle pertinenze di Marigliano, rinunzia al diritto di preferenza («ius prelationis»), che si era riservato nella vendita a lui fatta a Nicola Gauditano, d’un nocelleto nelle pertinenze del casale di Cisterna, nel luogo detto Castagneto, e con ciò dando a Nicola facoltà di poterlo vendere ad altri, e per questa rinunzia riceve 6 once d’oro (XL, 57)
3758.
1376 («1375»), gennaio 17, ind. XIV – Giovanna regina a. 33
Urrita
Giacomo de Anselone, di Penta, nelle pertinenze di San Severino, pubbl. not.
Giacomo de Ducto, giudice di Mercogliano
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., concede ad Andrea de Forino, f. del q. Giovanni Forino, di Mercogliano, una vigna nel luogo detto «lo Copone», – devoluta al monastero per la morte di don Pietro Janario, arciprete di Mercogliano -, per l’annuo censo di 7 grana d’oro, nella festa di S. Maria a settembre, e 2 once ‘doro per questa concessione (LXI, 43)
3759.
1376, febbraio 3, ind. XIV – Giovanna regina a. 34
Monastero di S. Maria del Plesco
Raone de Raone, di Mercogliano, pubbl. not.
Antonio Perario, di Nola, giudice regio
Donna Zuccia Marrona, figlia del q. Pietro Marrona, del casale di Quadrelle, nelle pertinenze di Litto, vende a Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., un oliveto in territorio del casale di Quadrelle, nel luogo detto «alle clusure», per 5 once, 7 tarì e 10 grana (CIII, 30)
3760.
1376, febbraio 18, ind. XIV – Giovanna regina a. 34
Maddaloni
Ferruccio Migliaccio, pubbl. not.
Nicola de Ovidio, giudice di Maddaloni
Soffrido Guarino di Maddaloni, vende al maestro fisico Nicola abitante in Maddaloni, un territorio nelle pertinenze di Maddaloni, nel luogo detto Boncavallo («boncaballo»), della capacità di 2 moggi, per il prezzo di 2 once d’oro (LI, 103)
3761.
1375 («1376»), maggio 18 («XV kal. junii») – Gregorio Pp. (XI) a. 6
Gaeta
Il Sommo Pontefice Gregorio Pp. (XI), dopo aver esposto che il casale di Valle, della diocesi di Vico («Vicane diocesis»), in cui c’è la chiesa del priorato di San Giovanni dipendente da M.V., a causa delle guerre, che a lungo afflissero quelle parti, fu totalmente distrutto e abbandonato, e che i monaci di quel priorato si stabilirono in una casa presso le mura di Carife, della stessa diocesi, generosamente donata allo scopo che in essa si erigesse una cappella in onore e sotto il titolo di S. Maria di M.V., con campanile e campana, ciò che fu fatto, senza però aver ottenuta la previa licenza del vesc. di Vico: ora, dietro preghiera degli stessi monaci che lo pregavano che con autorità apostolica concedesse loro la facoltà di poter far consacrare la suddetta chiesa, egli concede che se il vesc. diocesano non vorrà consacrarla, la potranno far consacrare da qualunque altro vescovo cattolico, e che i monaci che l’ufficieranno potranno godervi tutti i privilegi, libertà ed esenzioni ed immunità delle quali godono le altre chiese e cappelle dipendenti da M.V. (I, 166)
3762.
1376, giugno 15, ind. XIV – Giovanna regina a. 34
Maddaloni
Ferruccio Migliaccio, pubbl. not.
Soffredo Guarino, di Maddaloni, giudice annuale ivi
Martino de Griso, col consenso di sua moglie Elisabetta («Sabbetta»), vende al maestro fisico Nicola, abitante in Maddaloni, un sedile, consistente in casa, camera, toretta, palmento, ecc., in Maddaloni, vicino alla chiesa di S. Michele, per il prezzo di 9 once (LI, 104)
3763.
1376, agosto 14, ind. XIV – Giovanna regina a. 34
Montevergine
Antonio Peramense, pubbl. not.
Antonio de Loffrido, giudice regio di Terra di Lavoro, ecc.
Fuccillo Boccamusto dichiara di aver ricevuto in prestito da Pietro «dei et apostolice seids gratia» ab. di M.V., 100 once d’oro, delle quali ora ne restituisce 70, mentre per le altre 30 cede al monastero di M.V. un nocelleto, nelle pertinenze di Cisterna, nel luogo detto Afflasso di Lupolino (XI, 4)
3764.
1376, agosto 14, ind. XIV – Giovanna regina a. 34
Montevergine
Antonio Peramense, pubbl. not.
Antonio de Loffrido, giudice regio di Terra di Lavoro, ecc.
Fuccillo Boccamusto, del casale di Cisterna, nelle pertinenze di Marigliano, alla presenza di Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., dispone dei suoi beni, ordinando che se egli dovesse morire senza figli, o se questi dovesse morire in età pupillare, o comunque senza eredi, restituita la dote e i diritti morali a sua moglie, il resto dei suoi beni doveva devolversi al monastero di M.V. (XL, 1)
3765.
1376, agosto 14, ind. XIV – Giovanna regina a. 34
Montevergine
Antonio Peramense, pubbl. not.
Antonio de Loffrido, giudice di Terra di Lavoro, ecc.
Fuccillo Boccamusto, dopo la sua oblazione (di cui al Reg. precedente), avendo avuto da sua moglie una figlia di nome Cassandra, con la speranza di altri figliuoli, prega Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., di fargli ritirare la donazione fatta al monastero; e in segno di riconoscenza per questo favore, dona al monstero due nocelleti in territorio di Cisterna, nelle pertinene di Marigliano, dei quali uno nel luogo dettro Crapinella («accrapinella»), e l’altro nel luogo detto «a lu pizone», a patto di rimanere usufruttuario dirate la sua vita, e frattanto obbligandosi a portare al monastero, nel giorno dell’Indulgenza universale, una torcia del valore di tre tarì (XL, 2)
3766.
1376, settembre 20, ind. XV (in: 1377, giugno 14, ind. XV)
Montevergine
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., crea suo procuratore fra Giovanni da Comignano («Cominyano»), priore e rettore del monastero e della chiesa di S. Maria del Vivario, di Boiano (in XXIX, 29; XXIX, 30; XXIX, 31; XXIX, 32; XXIX, 72)
3767.
1376, ottobre 18, ind. XV – Giovanna regina a. 34
Casale di M.V.
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Nicola de Amore, giudice annuale del Casale di M.V.
Masella, figlia di Fusco, di Litto, e moglie di Petruccio Longo, del Casale di M.V., vende a Nicola de Riso, detto Andreasanula, di Mercogliano, una terra sterile e incolta, con alcuni olivi, nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto «Le pretule», redditizia al monastero di S. Paolo di Avellino in 5 grana all’anno, da corrispondersi a Natale, peril prezzo di 7 tarì d’oro (LXX, 34)
3768.
1376, ottobre 30, ind. XV – Giovanna regina a. 34
Napoli
Pietro Cagetano, di Napoli, pubbl. not.
Martuccio de Campora, giudice di Napoli
Fuccillo Boccamusto vende a Santorio Torano, di Ravello, abitante in Napoli, il frutto di 100 moggi di nocciuole, in ragione di 18 tomoli per ogni moggio, e riceve come arra 11 once d’oro (XL, 54)
3769.
1376, novembre 8, ind. XV – Giovanna regina a. 34
Maddaloni
Onofrio de Astancollo, di Salerno, abitante in Maddaloni, pubbl. not.
Rainaldo de Sirraynaldo, baiulo di Maddaloni per il presente anno, Giovannotto Squillano, giudice annuale di Maddaloni
A richiesta di Cubello de Algisia, fratello del q. Nicola de Algisia, si legge pubblicamente il tesatmento di costui, scritto di propria mano l’11 ottobre 1360 e redatto in pubblica forma il giorno seguente (riferito Reg. 3574) (LI, 90)
3770.
1377, gennaio 8, ind. XV – Giovanna regina a. 34
Ceppaloni («apud terram Ceppaloni»)
Giovanni de Palermo, «de Caprilia», abitante in Ceppaloni, pubbl. not.
Viteliano Nighello, di Ceppaloni, giudice annuale ivi
Giovanni di Filippo, detto Grosso, di San Martino Valle Caudina, al presente abitante in Ceppaloni, e sua moglie Tommasa, vendono ad Antonio e Maffeo, fratelli, figli del q. Guglielmo de Angelo, pure di S. Martino, un pezzo di terra arbustata ed arativa, nelle pertinenze di San Martino Valle Caudina, nel luogo detto «alimberia», per 3 once e 18 tarì (LIV, 30)
3771.
1377, aprile 20, ind. XV – Giovanna regina a. 35
Boiano
Perrotto Pietro de Flumine, di Boiano, pubbl. not.
Roberto del giudice Egidio, giudice di Boiano
Roberto Curnuvalio e sua moglie Lucia, col consenso di fra Giovanni da Comignano («de Cominyano»), priore di S. Maria del Vivario, dell’Ordine di M.V., vendono ad Alessandro e Giovanni de Montalbano, di Boiano, un orticello nelle pertinenze di Boiano, vicino alla Porta di S. Maria del Vivario, – orticello che essi tenevano a censo dalla suddetta chiesa per 5 grana all’anno, che dovevano corrispondere nella festa di S. Maria ad agosto -, per il prezzo di 4 tarì e con l’onere suddetto (XXIX, 70)
3772.
1377, maggio 20, ind. XV- Giovanna regina a. 35
Napoli, in Castelnuovo («in regali Castro novo Civitatis Neapolis»)
Giuliano Tallarica, di Napoli, pubbl. not.
Alessandro Zanzale, di Napoli, giudice
Donna Giacoma de San Severino, contessa di Anglona («Angloni») e ved. del magnifico Guglielmo de Sabrano, conte di Anglona, – riferendosi a un pubblico strumento, fatto rogare dal suddetto suo marito nel 1373 dicembre 6, ind. XII, per mano del not. Guglielmo Mercadante, di Padula, e a un altro strumento, rogato presso Padula («apud Padulum») nel 1376, maggio 11, ind. XIV, per mano del not. Nicola de Dominico -, prova di essere balia e tutrice della damigella Landuna de Sabrano, contessa di Anglona, figlia sua e del suddetto Guglielmo, e che perciò può legittimamente procedere col magnifico don Giacomo Arcuccia, di Capri, conte di Minervino e di Altamura, alla vendita a costui del casello di Bonalbergo, nel casale di Montegiove («Montisiovis»), ecc., che essa teneva dalla Curia regia, «sub certo feudali servitio seu adoha», da prestarsi alla Curia stessa
3773.
1377, maggio 24, ind. XV – Giovanna regina a. 35
Sarno
Stefano de Sirica, di Sarno, pubbl. not.
Giovanni de Normandia, di Sarno, giudice annuale ivi
Antonio Scuterio, f. del q. Giovanni Scuterio, di Sarno, addiviene ad una composizione con Nicola de Sirica, pure di Sarno, procuratore di sua madre Palmerella de Sirica, ved. del suddetto Giovanni Scuterio, sorella dello stesso Nicola, in ordine alla restituzione di 5 once d’oro assegnate come dote (CVII, 64)
3774.
1377, giugno 7, ind. XV – Giovanna regina a. 35
Capua
Maffuzio di Notaranuele, di Capua, pubbl. not.
Antonio de Giorgio, di Capua, giudice
Maria de Amato, di Capua, e Antonio del giudice Giacomo Fabbricatore, suo figlio, col consenso di fra Giovanni de Mansa, di Maddaloni, priore dei monasteri nuovo e vecchio in Capua, vendono a Felice de Perna una casa terranea con ante-corticella in Capua, nella parrocchia di S. Marcello Maggiore, che tenevano a censo dal monastero vecchio di M.V. in Capua, per il censo di 10 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e la vendono per 3 once e con l’onere suddetto, e dando 12 tarì per l’assenso (XXXI, 118)
3775.
1377, giugno 14, ind. XV – Giovanna regina a. 35
Boiano
Perrotto Pietro de Flumine, di Boiano pubbl. not.
Roberto del giudice Egidio, giudice della città di Boiano
Fra Giovanni da Comignano («de Cominyano»), priore e rettore del monastero e della chiesa di S. Maria del Vivario, dietro procura di Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., del 20 settembre della XV ind. (riferita, Reg. 3766), concede a Nicola de Palmiero, detto Perdesiniere, di Boiano, e ai suoi eredi di 1° e 2° grado d’ambo i sessi, un canneto nel luogo detto Cannapine de Santa Maria, nelle pertinenze di Boiano, vicino all’Isola, per l’annuo censo di 2 tarì e 5 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 29)
3776.
1377, giugno 15, ind. XV – Giovanna regina a. 35
Visciano
Matteo Milluso, di Visciano, pubbl. not.
Antonio Perario, giudice di Visciano
Il baiulo di Nola e di Cicala pone il monastero di M.V. in possesso degli stabili dati a censo a Maria Galiota il 10 ottobre 1352 (cfr. Reg. 3509), perché costei non corrispondeva i canoni pattuiti, e per rifarsi degli arretrati le si sequestrano alcuni mobili (XXVII, 17)
3777.
1377, giugno 27, ind. XV – Giovanna regina a. 35
Gramano («apud Gramanum»)
Giacomo Trinezamonte, di Gramano, pubbl. not.
Antonio de Gubitusulo del casale di San Potito, nelle pertinenze di Candida, abitante in Gramano, vende al no.t Nicola de Pietro, dello stesso casale di San Potito, una terra arbustata e vitata con viti latine e altri alberi, e un orto in San Potito, gravati di un censo annuo di 5 grana, da corrispondersi alla chiesa di S. Maria di M.V.: il tutto per il prezzo di 18 tarì di carlini d’argento, alla ragione di 2 carlini per ogni tarì
3778.
1377, luglio 4, ind. XV (in: 1377, agosto 5, ind. XV)
Ospedale di M.V.
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., creasuo procuratore fra Giacomo da Capriglia (in XLIII, 1)
3779.
1377, agosto 5, ind. CìXV – Giovanna regina a. 35
Nola
Nicola de Simeone, di Nola, pubbl. not.
Filippo Pipino, giudice annuale di Nola e di Cicala
Fra Giacomo da Capriglia, priore del monastero di Visciano («in terra Bissane»), con procura di Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., data dall’Ospedale di M.V. il 4 luglio 1377, ind. XV (riferita, Reg. precedente), prende possesso della terza parte dei beni di Perrotto de Lando del casale di Faivano («Faibano»), il quale li aveva donati al monastero con la condizione di rimanerne usufruttuario durante la sua vita, e frattanto obbligandosi a corrispondere 2 libbre di cera all’anno, a Pentecoste («in festo Passe [sic!] Rosate») (XLIII, 1)
3780.
1377, settembre 13, ind. I – Giovanna regina a. 35
Boiano
Perrotto Pietro de Flumine, di Boiano, pubbl. not.
Roberto del giudice Egidio, giudice della città di Boiano
Fra Giovanni da Cumignano («de Cuminyano»), priore e rettore di S. Maria del Vivario, dietro procura di Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., del 20 settembre dell’ind. XV (riferita, Reg. 3766), concede a Stefano di Francesco de Dyano, della città di Boiano, una vigna, sterile e incolta, nelle pertinenze di Boiano nel luogo detto Monteverde, per il censo di 5 grana, da corrispondersi ogni anno nella festa di S. Maria ad agoto (XXIX, 30)
3781.
1377, settembre 13, ind. I – Giovanna regina a. 35
Sirignano
Nicola de Presbitero, di Baiano, pubbl. not.
Pietro de Lapio, giudice di Avella
Don Nicola Buonomo, di Mercogliano, procuratore di Pietro, ab. di M.V., e priore dell’Ospedale di baiano, concede in perpetuo a Giacomo Vittorio, detto Galluzzo, di Avellino, un mulino, dal quale il monastero non ricavava alcun provento, – sul fiume d’Avella e donato al monastero dal nobile antonio Sirignano, signore di quella terra -, per l’annuo censo di 3 tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XVII, 58)
3782.
1377, ottobre 11, ind. I – Giovanna regina a. 35
Montefusco
Tommaso Scaroso, di Cava, pubbl. not.
Giovanni de Manfrido, di Montefusco, giudice annuale ivi
Fuccio, f. del q. Cillo Cavarlota, del casale di Sant’Angelo a Cancelli («de Cancellis»), nelle pertinenze di Montefusco, riceve da Liso de Manfredi («Manfrido»), di Montefusco, in conto di doti di sua moglie Romana, molti mobili e una casa in Montefusco, vicino alla chiesa di S. Maria (LXXXV, 70)
3783.
1377, novembre 14, ind. I – Giovanna regina a. 35
Nola
Giacomo de Palma, pubbl. not.
Masello Pipino, giudice regio per la Terra di Lavoro e il Molise
Antonio Perario e Onofrio, suo figlio, di Nola, vendono al not. Antonio de Lauro, un feudo con molti stabili, nelle pertinenze di Avella e Baiano, per il prezzo di 80 oncie d”oro e gravato di molti censi a diversi persone, tra cui il monastero di Casamarciano (senza però specificare l’entità dei censi) (XVII, 559)
3784.
1377, dicembre 22, ind. I («XV») – Giovanna regina a. 35
Nola
Giacomo di Palma, pubbl. not.
Antonio Perario, giucide regio
Il P. Antonio da Avellino, priore del monastero di S. Maria del Plesco, concede a Masiello de Gallo una terra, devoluta al monastero, nelle pertinenze del casale di Gallo, nel luogo detto «alle lenze», per il canone annuo di 10 grana d’oro, nella festa di S. Maria ad agosto ( XLVI, 2)
3785.
1378, giugno 21, ind. I – Giovanna regina a. 36
Capua
Antonio de Gallo, di Capua, pubbl. not.
Giacomo de Giorgio, di Capua, giudice annuale
Il nobile Carlo de Valle, abitante nella villa di Casanova, nelle pertinenze di Capua, facendo testamento, tra l’altro lascia al monastero di M.V., per le mani di fra Antonio da Montefusco, priore caustrale di M.V. e procuratore di Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., tutti i suoi beni burgensatici, con obbligo da parte del monastero di corrispondergli le annualità derivanti dai medesimi, durante la sua vita, – beni che erano: una casa con corte, bottega, palmento, nella villa di Casanova -, e col patto che il suo cadavere fosse trasportato a M.V. e che se egli durante la sua vita non avesse potuto pagare 6 once d’oro a Giovanna, sua figlia, gliele avrebbe dovuto dare il monastero (XXXI, 16)
3786.
1378, agosto 11, ind. I – Giovanna regina a. 36
Maddaloni
Onofrio de Astancollo, di Salerno, abitante in Maddaloni, pubbl. not.
Giovanni de Altruda, giudice di Maddaloni
Il P. Antonio da San Nicola della Strada, priore del monastero di M.V. in Maddaloni, concede a Talone Motano, di Maddaloni, un territorio nelle pertinenze di Maddaloni, – devoluto al monastero per la morte di Givoanni Jannello, senza eredi -, per l’annuo censo di un tarì di Amalfi, da corrispondersi ogni anno nella festa di S. Maria ad agosto, e 6 once d’oro per questa concessione (LI, 47)
3787.
1378, settembre 8, ind. II – Giovanna regina a. 36
Montevergine
Guglielmo de Jannello, di Mercogliano, pubbl. not.
Nicola de Aore, giudice del Casale di M.V.
Pietro, ab. di M.V., a nome suo e del monastero di M.V., fa riprodurre lo strumento di donazione del marzo 1218, ind. VI (riferito, Reg. 1419) (I, 167)
3788.
1379, gennaio 28, ind. II – Giovanna regina a. 37
Sarno
Stefano de Sirica, di Sarno, pubbl. not.
Muncello Balzarano, di Sarno, giudice annuale ivi
Coluccio Frecentese, di Sarno, f. del q. Pincillo Frecentese, vende a Nicola de Sirica, pure di Sarno, una terra sterile e incolta, in Sarno, dalla parte del Borgo, nel luogo detto «a lo Sabuco» per un’oncia, 4 tarì e 10 grana, e col patto che si corrisponda la decima alla Corte di Sarno (CIX, 29)
3789.
1379, giugno 24, ind. II – Giovanna regina a. 37
Maddaloni
Onofrio de Astancollo, di Salerno, abitante in Maddaloni, pubbl. not.
Giovanni de Altruda, di Maddaloni giudice a vita
Palmiero de Saro, di Maddaloni, vende a Pietro d’Alessandro Ferraro, e a Pietro Mercurio, di Maddaloni, un orto non lungi dalla chiesa di S. Giuliano, redditizio al monastero di M.V in Maddaloni in due libbre di cera all’anno nella festa di S. Maria ad agosto, per il prezzo di un’ocia e con l’onere suddetto, e pagando al onastero 6 tarì per l’assenso (LI, 72)
3790.
1379, agosto 25, ind. II – Giovanna regina a. 37
Nola
Nicola, pubbl. not.
Filippo Pipino, giudice di Nola e di Cicala
Paolo di Giacomo de Nola, di Nola, asserisce di avere un territorio, redditizio al magnifico conte don Nicola de Ursinis in un censo annuo di un tarì e 17 grana; ora, col consenso di lui, vende a Giovanni de Riso, del casale di Faivano («Faybano»), nelle pertinenze di Nola, la terza parte di quel territorio con l’onere di 12 grana d’oro, da corrispondersi al conte, distribuendole nelle feste di Natale, di Pasqua di Resurrezione e di S. Maria del mese di agosto, e con l’obbligo di riedificare in quel territorio una casa per abitazione (XCIV, 41)
3791.
1379, agosto 26, ind. II – Giovanna regina a. 37
Boiano
Perrotto Pietro de Flumine, di Boiano, not.
Giovanni de Senis, giudice di Boiano
Il signor Giacomo di Nicola de Licturella, di Boiano, col consenso di fra Giovanni da Comignano priore e rettore di S. Maria del Vivario, vende a Nicola de Raone, di Boiano, per 4 tarì d’oro, un orto nella città di Boiano, nella Piazza («Plagia») di S. Nicola, che egli teneva a censo dalla chiesa suddetta per l’annuo censo di un carlino d’argento, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 72)
3792.
1380, marzo 16, ind. III – Giovanna regina a. 38 («37»)
S. Maria del Plesco in Casamarciano
Giacomo de Anselone, di Penta di San Severino, pubbl. not.
Filippo Pipino, di Nola, giudice
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., concede per 29 anni a Rinaldo de Lauro, della città di Nola, un pezzo di terra arbustato nelle pertinenze di Cimitile, nel luogo detto Campo, per il canone annuo di 18 tarì, da corrispodnersi nella festa di S Maria ad agosto (XXXV, 111)
3793.
1380, aprile 1°, ind. III – Giovanna regina a. 38
Napoli
Datello de Rosa, di Agerola («Agerulo»), pubbl. not.
Cubello de Tellis di Napoli, giudice
In occasione del matrimonio tra Buffillo Accallarico, di Napoli, e Pascarella de Ceserano, di Napoli, figlia di Ferraczolo de Ceserano, di Tramonti, il suddetto Buffillo, col consenso di suo padre Renzo dà in risposta alle doti che ha ricevuto, 7 once di carlini d’argento «nomine antefati», da percepirsi dalla stessa Pascarella «in et super bonis omnibus dicti Buffilli mobilibus et stabilibus», secondo l’uso e la consuetudine della città di Napoli, nel caso che egli premuoia alla moglie (XC, 382)
3794.
1380, maggio 8, ind. III – Giovanna regina a. 38
Mercogliano («ante castrum seu fortillitium dicte terre Merculiani»)
Giacomo de Anselone, di Penta di San Severino pubbl. not.
Giovanni de Jannello e Giovanni Forino, giudici di Mercogliano
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede ad Andrea e a Nicola Forino, a Giovanni di Modestino Silvestro e a fra Angelo de Gilifalco un castagneto con terra «vacua» nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto «lle starze», per il canone annuo di 10 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 6 once d’oro per questa concessione, once che gli serviranno per pagare i molti debiti del monastero (LXI, 44)
3795.
1380, giugno 25, ind. III – Giovanna regina a. 38
Mercogliano
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Giovanni de Jannello, giudice di Mercogliano
Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), cede a Nicola Florenza, del casale di Ferrari, presso Cervinara, un territorio arbustato nello stesso casale di Ferrari; e in cambio riceve un altro territorio, pure arbustato nella stessa terra, nel luogo detto Cesina, e in più 24 tarì (XXXVII, 158)
1380, luglio 14, ind. III – Giovanna regina a. 38
Capua
Antonio Gallo, di Capua, pubbl. not.
Benedetto Merulo, di Capua, giudice
Cirello Serretha, di Capua, facendo testamento, lascia, tra gli altri legati, al monastero di M.V. di Capua un pezzo di terra nel luogo detto Fiume morto, un altro pezzo di terra nelle pertinenze della villa di Bellona, nel luogo detto San Giovanni a Paulisio; inoltre stabilisce che nella stessa chiesa di M.V. di Capua si faccia un pulpito tutto ornato; dispone che morendo Cerba, sua figlia ed erede, in età pupillare, il monastero suddetto dovesse succedere in certe case con forno, ecc.; stabilisce inoltre che si restituisca al suddetto monastero una «corrigia» d’argento, depositata presso di sé a nome del monastero e che era del figlio del q. Lillo de Angelo, di Capua; che si ricerchino tutti i suoi strumenti e si diano a conservare al suddetto monastero di M.V. di Capua; ascia ancora al monastero tutte le sue «pernas», da porsi nella facciata dell’altare da lui costruito; infine determina come esecutore testamentario, fra gli altri, fra Raimondo, priore di quel monastero di M.V. in Capua (XXXI, 17)
3797.
1380, dicembre 16, ind. IV – Giovanna regina a. 38
Sarno
Stefano de Sirica, di Sarno, pubbl. not.
Giovannotto Balzarano, giudice annuale di Sarno
Don Pasquale Prestorio, di Sarno, vende all’ab. Paolo de Sirica, pure di Sarno, certe case con antecorte, aia, palmento, forno, ecc., nel luogo detto Capo del Borgo esteriore; e un arbusto nel luogo detto «a lo Pastino»: il tutto per 10 once, ma con l’onere di un censo di 12 grana annue gravate su quell’arbusto, dovute al monastero di Cava (CIX, 30)
3798.
1381, gennaio 1°, ind. IV – Giovanna regina a. 38
Boiano
Perrotto Pietro de Flumine, di Boiano, pubbl. not.
Giovanni Solomeo, giudice della città di Boiano
Fra Giovanni da Comignano («Cominyano»), dietro procura di Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., data da M.V. il 20 settembre della ind. XV (riferita, Reg. 3766), concede a Pilla, Giorgio e Maruccia, figli legittimi di Pilla e del q. Nicola di maestro Francesco de Carrachisio, di Boiano, e ai loro eredi di 1° e 2° grado dei due sessi, una vifna nelle pertinenze di Boiano, nel luogo detto «lo canale», per una libbra di cera all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 31)
3799.
1381, gennaio 9, ind. IV – Giovanna regina a. 38
Sarno
Stefano de Sirica, di Sarno, pubbl. not.
Giovannotto Balzarano, giudice annuale di Sarno
Dietro istanza di fra Giovannuccio de Anselone, da Penta, dell’Ordine di M.V., essendosi recati giudice, notaio e testi in casa del presb. Pasquale Prestorio, di Sarno, questi, dietro solenne interrogazione rivoltagli dal suddetto fra Giovannuccio, – che asserì che gli era giunta all’orecchio notizia, da certe lettere inviategli dall’ab. di M.V., che lo stesso presbitero Pasquale nel suo ultimo testamento avrebbe attestato che lo stesso fra Giovannuccio insieme con fra Antonio, f. del detto presb. Pasquale, «fuit ad disroband. tricas corrigas de argento et trica alia bona» a fra Guglilemo de Gilifalco, e perciò invitava lo stesso presb. Pasquale a dire la verità su questo, perché egli, fra Giovannuccio, non sapeva proprio nulla di tale cosa -, volendo sgravare la sua coscienza su tutto ciò , rispose, e confermò le sue parole con giuramento, che quando egli, il presb. Pasquale, voleva fare il suo testamento e lasciare al monastero di M.V. alcuni beni, venne il vicario del vesc. di Sarno e mise il veto a tali disposizioni. Egli allora, adirato e turbato, disse di voler istituire quel legato a favore del monastero di M.V., perché una volta fra Antonio, suo figlio, «disrobavit corrigias fratri Gullelmo de Gilifalco»; ma questo l’aveva detto solo perché temeva che fosse interdetto il suo testamento; che però in tutto ciò non aveva nominato fra Giovannuccio, non sapendo nulla contro di lui, e che inoltre lo stesso suo figlio era del tutto innocente nel delitto che gli aveva attribuito (CVI, 15)
1381, marzo 5, ind. V – Giovanna regina a. 39
Boiano
Perrotto Pietro de Flumine, di Boiano, pubbl. not.
Maestro Giovanni Solomeo, giudice della città di Boiano
Fra Giovanni da Comignano («Cominyano»), dietro procura di Pietro, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., del 20 settembre della inv. XV (riferita, Reg. 3766), concede a Polissena, ved. di Giovanni de Melania, di Boiano, quattro possessioni nelle pertinenze di Boiano, – e cioè: una casa nel Borgo di San Vito, un orto nel luogo detto «la Pescara de Santa (Maria)», un altro orto nel luogo detto «la vicenda de Santa Maria», e un orto nel luogo detto «lu Mulinu» -: il tutto per l’annuo censo complessivo di 3 tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 32)
1381, marzo 31, ind. IV – Giovanna regina a. 39
Mercogliano
Nicola de Acernis, del Casale di M.V., pubbl. not.
Giovanni de Jannello, giudice di Mercogliano
Filippa, figlia del q. Tommaso Serviente e moglie del maestro Giacomo Mainieri («Mainerius»), di Mercogliano, col consenso di suo marito, vende a Giacomo di Andrea di maestro Marino, di Mercogliano, un casalino con orto contiguo nel luogo detto «lu aquaro», redditizio al monastero di M.V. in 7 grana all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di 18 tarì, vendita che è fatta col beneplacito di fra Nicola da Capriglia e di fra Guglielmo da Tocco, procuratori generali di M.V. (LXIV, 41)
3802.
1381, maggio 21, ind. IV – Giovanna regina a. 39
Maddaloni
Onofrio da Astancollo, di Salerno, abitante in Maddaloni, pubbl. not.
Giovanni de Altruda, di Maddaloni, giudice
Rainaldo de Vitale vende al signor don Nicola de Alessandro, di Maddaloni, un orto di circa una quarta parte di moggio, nelle pertinenze di Maddaloni, e che era redditizio al monastero di S. Maria Reale di Maddaloni in un tarì di Amalfi all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, censo che il venditore ipoteca su un altro suo territorio, franco, nel luogo detto Campo Maggiore («accampo maiore») (LI, 73)
3803.
1381, giugno 25, inv. IV – Urbano Pp. VI a. 4 («3»)
Mercogliano
Nicola di Giacomo de Colocio, pubbl. not. aapostolico e imperiale
Fra Bartolomeo, «divina permissione electus Abbas» di M.V., fa leggere e riportare pubblicamente una bolla di Urbano Pp. IV del 13 gennaio («idibus januarii») del 1264, ind. VII, nell’anno III del suo pontificato (riferita, Reg. 2131), presenti fra Nicola da Capriglia («de Caprilia»), procuratore del monastero, fra Matteo da Vico, sacrista dell’Ospedale, fra Nicola da Forino e il not. Nicola de Acernis, del Casale di M.V., e parecchi altri appositamente chiamati 1)
Napoli
Carlo Russo, «miles», maestro giustiziere del Regno di Sicilia, notifica al not. Martuccio de Tellis, di Napoli, pubbl. not. quanto segue. Mentre il maestro fisico Nicola de Furno, di Napoli, abitante in Maddaloni, nel presente mese di settembre si recava alla città di Napoli, insieme coi sindaci ordinati dall’Università di Maddaloni per portarsi ai piedi della Maestà regia, alcuni uomini della terra di Maddaloni, e cioè, Giovannotto Squillano con alcuni complici, mossi da spirito maligno, presero il suddetto maestro Nicola vicino alla chiesa di S. Antonio, presso la città di Napoli, e lo condussero di notte in un certo ospizio, nella piazza «Corrigiariorum» in Napoli, che appartiene agli eredi del q. Peregrino, e ivi lo tennero per 15 giorni e non lo liberarono finché non fece alla presenza del not. Martuccio la vendita di un «segio», nella terra di Maddaloni, e di un pezzo di terra di 6 moggi non molto lontano dalla chiesa di S. Leonardo, pure in Maddaloni, per 80 fiorini d’oro, come si trova nei protocolli che si dicono trovarsi presso lo stesso notaio. Data la violenza subita dal venditore, si ordina la distruzione di quei protocolli, i modo che in seguito non se ne possa riassumere pubblico strumento (in LI, 121)
3805.
1381, settembre 20, ind. V – Carlo III re a. 1
Maddaloni
Ferruccio Migliaccio, pubbl. not.
Givoanni de Altruda, di Maddalni, giudice ivi
Fuccio Maliola e Cicco, suo figlio, di Maddaloni, vendono al maestro fisico Nicola, abitante in Maddaloni, 4 moggi di terra, nelle pertinenze di Maddaloni, nel luogo detto San Lorenzo (LI, 105)
3806.
1381, dicembre 18, ind. V – Carlo III re a. 1
Napoli
Giovanni Migallolo, di Napoli, pubbl. not.
Venutello («Benutello») Caccavello («Caccabello»), di Napoli, giudice
Il signor Andrea di Francesco, di Perugia («de Perusio»), abitante in Napoli, vende ad Angeluccio Fronteripa del casale di San Pietro, nelle pertinenze di Marigliano, una casa diruta, nel suddetto casale, costruita in una sala terranea, con cellaro, forno e orto contiguo, – il quale orto era redditizio a Filippo Budetta, di Napoli, in un tarì di censo annuo -, per il prezzo di 6 ince d’oro (LIII, 75)
3807.
1382, gennaio 6, ind. V – Carlo III re a. 1
Cervinara
Onofrio di Notargiacomo di Cervinara, pubbl. not.
Pietro de Biagio («de Blasio»), di Cervinara, giudice annuale ivi
L’arciprete di Cervinara, don Giovanni Sasso, procede a una transazione e concordia con Perta, moglie di Nicola Masello, visconte d’Arpaia («Arpadio»), e figlia ed erede della q. Bartolomea, ved. del not. Domenico Sasso, fratello del suddetto arciprete, riguardo ai beni dello stesso q. not. Domenico (XXXVIII, 99)
3808.
1382, agosto 25, ind. V – Carlo III re a. 2
Capua
Raimondo de Ruggiero, di Capua, pubbl. not.
Pietro de Venuto («Benuto»), di Capua, giudice
Simonella, ved. del not. Capuano de Stefano, di Capua, insieme con sua figlia, vende ad Antonio Murrone, della villa di Casalba, abitante in Capua, una corticella in Capua, nella parrocchia d’Ognissanti, che essa teneva a censo dal monastero vecchio di Capua per l’annuo censo di 7 grana, per il prezzo di un’oncia e 15 tarì, e 10 tarì per l’assenso dato da fra Bartolomeo da Sarno, priore di quel Monastero di S. Maria di M.V. in Capua e degli altri monasteri in Capua. Alla vendita interviene pure il consenso del not. Nicola de Lorenzo, di Capua, tutore delle venditrici (XXXI, 119)
1382, settembre 8, ind. VI
Monastero di M.V.
Pandullo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., costituisce suo vicario generale «in spiritualibus et temporalibus» il Padre Bartolomeo Sasso, da Mercogliano, sacerdote e monaco di M.V., presso i casali e il feudo di M.V., posto nel territorio e nelle pertinenze di Montefusco, concedendogli libera licenza e pieno potere su tutti i vassalli del monastero, e costituendolo certo, generale, e legittimo procuratore, concedendogli pieni poteri in San Giovanni a Marcopio e nel territorio e nelle pertinenze di Montefusco e in Apice, specialmente per ciò che riguarda il mulino, concedendogli che ogni anno, perdurando la presente commissione, possa liberamente percepire tutti i frutti e proventi dai beni di San Pietro e Sala, come pure le rendite e i proventi dai beni di San Giovanni a Marcopio, «frumento, ordeo et aliis victualibus exceptis», che egli, Pandullo si riserva; ma gli ingiunge l’obbligo di stendere un resoconto di tutto, mentre egli, da parte sua, si impegna a ratificare quanto il Vicario e procuratore avrà fatto (LXXXIV, 94)
1382, settembre 8, ind. VI – Carlo III re a. 2
Casale di Fistula, nelle pertinenze di Montemiletto
Muncello di Nicola Sogna, del casale di Cerreto, vende a Pietro de Gualtiero, del casale di Fistula, una terra nel casale di Cerreto, nel luogo detto «Felittu de Serre Guidu», per 2 once e 9 tarì (XXXVI, 90)
3811.
1382, ottobre 2, ind. VI – Carlo III re a. 2
Napoli
Anello de Agata, di Mssa, cittadino napoletano, pubbl. not.
Bartolomeo de Miranda, di Napoli, giudice
Il maestro Sabato de Ruggiero, f. del q. maestro Angelo de Ruggiero, del casale di Angri, nelle pertinenze di Nocera, confessa di aver ricevuto in prestito dalla signora Letizia Curbisiera, di Napoli, 400 once, per le mani del P. Giovanni da Napoli, priore del monastero di S. Maria «de Monte virginibus» di Napoli, e di Franceschello Curbisiero, di Napoli, e ipoteca per quella somma tutti i suoi beni (XC, 296)
3812.
1383, aprile 8, ind. VI – Carlo III re a. 2
Cervinara
Antonio Sabatino, di Cervinara, pubbl. not.
Giacomo de Roberto, di Cervinara, giudice annuale ivi
Flora, ved. del not. Marciano Sasso, di Cervinara, facendo testamento, tra l’altro, lascia 2 tarì al Monastero di M.V. (XXXVIII, 4)
3813.
1383, agosto 20, ind. VI – Carlo III re a. 2
Montemiletto
Lisio, pubbl. not.
Nicola de Puczulo, giudice annuale di Montemiletto
Pietro Zolla, del casale di Cerreto, vende a Pietro de Gualtiero, del casale di Fistula, la metà di un territorio, che egli possedeva «pro indiviso» con suo fratello Cola Zolla, nelle pertinenze di Venticano, nel luogo detto «li Grangitelli», per un’oncia d’oro (CXXV, 183)
3814.
1383, ottobre 3, ind. VII – Carlo III re a. 3
Boiano
Perrotto Pietro de Flumine, di Boiano, pubbl. not.
Nicola del giudice Giovannuccio, giudice di Boiano
Giovanni Bartolomeo de Marco, di Boiano, col consenso del monastero di S. Maria del Vivario, dell’Ordine di M.V., e in cui è priore fra Giovanni da Comignano («Cominyano»), vende, per 12 tarì di carlini d’agento, a Pietro Rainaldo ed ai suoi eredi 1° e 2° grado dei due sessi, i diritti che egali aveva su una vigna nelle pertinenze di Boiano, nel luogo detto «li Colli», che egli teneva a censo dal monastero per il censo di mezza libbra di cera all’anno, da corrispondere nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 73)
3815.
1383, dicembre 4, ind. VII – Carlo III re a. 3
Ospedale di M.V.
Leonardo de Presbitero, di Baiano, pubbl. not.
Pietro Ferrario, del Casale di M.V., giudice annuale ivi
Bartolomeo «abbas» di M.V. (che si sottoscrive con parecchi monaci di M.V.), concede a fra Angelo Gilifarco (altrove «Gilifalco») un vignale nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto «li Torelli», per il censo di 5 grana d’oro, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, e 10 tarì per questa concessione (LXI, 45)
3816.
1384 («1383»), febbraio 9, ind. VII – Carlo III re a. 3
Nola
Giacomo de Palma, di Nola, pubbl. not.
Masello Pipino, giudice
Felice Urso, del casale di Gallo, vende a Pissotto Filippo, dello stesso casale, una terra arbustata nelle pertinenze di Gallo, nel luogo detto Corte, redditizia alla chiesa di S. Maria del Plesco in un canone annuo di 10 grana, e con l’aumento di un altro grano all’anno, per il prezzo di un’oncia d’oro e con l’onere suddetto (XLVI, 3)
3817.
1384, marzo 13, ind. VII – Carlo III re a. 3
Napoli
Martuccio de Tellis, di Napoli, pubbl. not.
Leonardo Russo, detto Caldararo, di Napoli, giudice
Nicola de Furno, fisico di Napoli, abitante in Maddaloni, asserisce che una volta («olim») nel mese di settembre dell’ultima V indizione, consegnò al not. Martuccio, per mezzo di Cola de Marsico, serviente della Curia del maestro giustiziere del Regno di Sicilia, una lettera del maestro giustiziere Carlo Russo, data da Napoli il 19 settembre 1381 (riferita, Reg. 3804), in esecuzione della quale ha ora fatto redigere n pubblica forma questo doc. (LI, 121)
3818.
1384 («1084»!), aprile 21, ind. VII – Urbano Pp. VI a. 7
Napoli, nel monastero di M.V.
Cristofaro Tallarica, di Napoli, pubbl. not.
Bartolomeo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., stando nel monastero di M.V. di Napoli, cede a Nicola Mastrillo di Nola, a nome di S. Maria del Plesco, di Casamarciano, una terra arbustata, nelle pertinenze della villa di San Lorenzo, nel luogo detto Campolungo; e in cambio riceve un’altra terra enllo stesso luogo, e di più un’oncia d’oro (XCIV, 27)
3819.
1384, maggio 27, ind. VII – Carlo III re a. 3
Vitulano, nelle pertinenze del castello di Tocco
Bertrando di Francesco de Airola, di Vitulano, pubbl. not.
Pietro, detto de Gradallo, del casale di Vitulano, giudice annuale ivi
Donna Caterina, ved. di Dionigi Giovanni de Ugolotta, del casale di Vitulano, vende a don Giovanni del q. Grosso Carletto Leone, dello stesso casale, una terra nelle pertinenze della baronia di Senuculo, nel luogo detto Piana («la plana»), per un’oncia d’oro (CXXV, 230)
3820.
1384, luglio 3, ind. VII – Carlo III re a. 4
Baiano
Leonardo de Presbitero, di Baiano, pubbl. not.
Givoanni Staroccolo, di Baiano, giudice annuale ivi
Il not. Givoanni Zappa, di Baiano, erario della baronia di Avella, in nome del signor don Roberto re Ursinis, con ampia facoltà di alienare, dare censo, ecc. tutti i beni devoluti alla corte di Avella e agendo anche a nome del monastero di M.V. del casale di Mugnano e delle sue pertinenze, concede a Lucarello de Andrea, di Litto, abitante in Baiano, tutti gli stabili che furono del q. Santuccio Martuccello e di Jaconello de Clarizia, in Mugnano e in altri luoghi: col patto di corrispondere il censo dovuto al monastero su quei beni, come si trovava nell’inventario del monastero, con l’aggiunta di un altro grano d’oro, e di pagare 3 once d’oro e 6 tarì per questa concessione (LXXIII, 96)
3821.
(1384), luglio 17 – Urbano Pp. VI a. 7
Lucera («Lucerie salernitane diocesis»)
Viene concessa l’assoluzione a Nicola de Serreto, sacerdote e monaco professo del monastero di Venticano, per aver comunicato con alcuni scomunicati, partecipando con loro «verbo cibo et potu et aliis communibus actibus preterquam in crimine», per aver celebrato alla loro presenza «tanquam simplex et iuris ignarus et non in contemptum» i divini offici, «et alias se eisdem immiscendo ipsosque ad divinorum audientiam admittendo», per aver ascoltato le confessioni e aver assolto «in casibus sibi non permissis, non tamen in casibus scismatis et processuum predictorum de quibus in confessione huiusmodi mentionem nulla fecerunt», e infine per amministrato loro la SS. Eucaristia e gli altri Sacramenti (I, 168)
3822.
1384, settembre 20, ind. VIII – Carlo III re a. 4
Cervinara
Pietro de Colella, di Cervinara, pubbl. not.
Simeone de Gregorio, giudice annuale di Cervinara
Nicola de Gregorio, del casale di Ferrari, nelle pertinenze di Cervinara, facendo testamento, tra l’altro lascia 3 tarì perché si compri una torcia di cera e si dia alla chiesa di M.V. (XXXVII, 56)
3823.
1384, dicembre 10, ind. VIII – Carlo III re a. 4
Candida
Simone di Giovanni de Riccardo, di Gesualdo, pubbl. not.
Rubello de Maczone, giudice di Candida
Coluccio di Piergiacomo de Angelo, del casale di San Pietro, nelle pertinenze di Candida, vende a Coluccio de Cindulo, del casale di San Potito, pure nelle pertinenze di Candida, un orto in territorio di Candida, nel suddetto casale di San Pietro, per il prezzo di 24 tarì
3824.
1385 («1384»), maggio 6, ind. VIII – Carlo III re a. 4 (in: 1385 maggio 14, ind. VIII)
Ospedale di M.V.
Leonardo de Presbitero, di Baiano, pubbl. not.
Pietro Ferraro, giudice annuale del Casale di M.V.
Bartolomeo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., col consenso della Comunità, elegge suoi procuratori fra Nicola da Capriglia («Caprilia»), priore di M.V., e fra Nicola da Forino, monaco professo di M.V., con tutte le facoltà, e cioè di poter locare, affittare, ecc., servate le solennità consuete, con le clausole penali da versare in parte alla Curia «romane ecclesie» (in CXX, 167)
1385, maggio 14, ind. VIII – Carlo III re a. 4
Baiano
Nicola de Presbitero, di Baiano, pubbl. not.
Nicola Balletta, di Avella, giudice annuale della baronia di Avella
Far Nicola da Capriglia («Caprilia»), priore claustrale di M.V. e fra Nicola da Forino, monaco conventuale di M.V., in forza di procura di fra Bartolomeo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), del 6 maggio 1385 («1384») (riferita, Reg. precedente), concedono a Cubello e a Cardillo de Parmirello, fratelli, di Avellino, un territorio nel casale di Sperone («Sparone»), nel luogo detto Abecerino, peril censo di 3 tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e per questa concessione ricevono 24 tarì («pro transitura terre predicte») (CXX, 167)
3826.
(1385), maggio 20, ind. VIII – Carlo re (in: 1385, giugno 5)
Napoli
Il re Carlo III, dietro petizione di Pandullo, ab. di M.V., ordina a tutti i vassalli di M.V. che, mentre con lettere precedenti aveva ingiunto loro che essi dovessero rendere a Pandullo de Tocco, ab. di M.V., e ai suoi rappresentanti le pensioni, i cecnsi, i diritti dovuti al monastero di M.V., in seguito, dietro istanze dei monaci di M.V. e degli altri monastero ad essi soggetti, derogando a quanto aveva sopra stabilito, aveva ordinato ai suddetti vassalli che corrispondessero ai predetti monaci e monasteri i censi dovuti per quel che faceva bisogno per il vitto, vestito, e gli altri necessari alimenti, devolvendo il resto allo stesso abate Pandullo e al suo speciale procuratore, e non ad altri. Ora conferma che i predetti monaci e monasteri abbiano il vitto e gli alimenti necessari nei loro priorati e negli altri luoghi, come finora si fece, senza contravvenire in nulla agli ordini regi, e comanda, col presente mandato, agli officiali ai quali spetta, che assistano l’ab. Pandullo nella raccolta e nel possesso dei suoi diritti (in IX, 82)
1385, giugo 5, ind. VIII – Carlo III re a. 4
Napoli
Martuccio de Tellis, di Napoli, pubbl. not.
Leonardo Russo, detto Caldararo, di Napoli, giudice in Terra di Lavoro
3828.
1385, giugno 11, ind. VIII – Carlo III re a. 5
Formicola
Giacomo de Rocca, di Caserta, pubbl. not.
Giovanni Peczullo, di Formicola, giudice a vita ivi
Tommaso Giovanni de Vecchio, di Formicola, vende a Giovanni Franco de Trigis due pezzi di terra nel casale di Strangolagallo, nel luogo detto Starza di don RIccardo, per il prezzo di un’oncia e 6 tarì; e il compratore cede questi territori al Padre Riczardo Anglico, priore di S. Maria a Formicola, agente in nome della cappella ed altare sotto il titolo di S. Giovanni Evangelista, da lui costruiti dentro la chiesa dell’Annunziata di Formicola, presso l’altare maggiore, a sinistra, con l’onere di una Messa alla settimana al suddetto altare per la sua anima e per quelle dei suoi genitori (XLV, 6)
3829.
1385, giugno 13, ind. VIII («IX») – Carlo III re a. (deleto)
Maddaloni
Onofrio de Astancollo, di Salerno, abitante in Maddaloni, pubbl. not.
Nicola Marotta, giudice di Maddaloni
Fra Guglielmo da Tocco («de Thocco»), priore del monastero di S. Maria Reale di Maddaloni, concede (senza far menzione di mandato o procura dell’ab. di M.V.) a Donato di Giovanni de Urso, «de castro Frassi», abitante in Maddaloni, un oliveto nel luogo detto Monte regio, con 7 piante di olive, – rinunziato al monastero da Givoannello Montano, di Maddaloni -, per il canone annuo di 2 once di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto; e per questa concessione riceve 6 tarì d’oro (LI, 48)
3830.
1385, giugno 18, ind. VIII – Carlo III re a. 5
Avellino
Giovanni di Egidio de Turribus, abitante in Avellino, pubbl. not.
Antonio de Altopasso, giudice annuale di Avellino
Carotenuta, moglie di Antonio de Fusco, abitante in Avellino, insieme con suo marito, vende ad Angelo de Torella, abitante in Mercogliano, una terra deserta e boscosa, in cui c’era una volta una vigna, nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto Ortora («lortura»), per 26 tarì d’oro (LXX, 36)
3831.
1385, luglio 18, ind. VIII – Carlo re a. 5 («4»)
Formicola
Cicco di Caleno, pubbl. not. di Formicola e di Pontelatrone
Giovanni Piczullo, di Formicola, giudice a vita ivi
Antonio Baiotto, della villa di San Giovanni, nelle pertinenze di Pontelatrone, vende al Padre Riczardo Anglico, priore di S. Maria del Castello, dell’Ordine di M.V. («Ordinis Monasterii Montis Virginis de formicula»), un territorio nelle pertinenze di Pontelatrone, nel luogo detto «a lu pretitu», per 12 tarì (CII, 22)
3832.
1385, agosto 15, ind. VIII – Carlo III re a. 5
Mercogliano
Mercurio de Angerano, di Cassano, abitante in Solofra, pubbl. not.
Giovanni de Johannello, giudice di Mercogliano
Bartolomeo di Girolamo, di Mercogliano, abitante in Avellino, vende a Cristofalo de Rocca, abitante in Mercogliano, una terra con nocelleto in territorio di Mercogliano, nella contrada detta «la Macera», per il prezzo di 6 tarì (LXX, 37)
3833.
1385, novembre 29, ind. IX – Carlo III re a. 5
Montefusco
Tommaso Scaroso, di Cava, pubbl. not.
Bartolotto «de Caprilia», di Montefusco, giudice annuale ivi
Pietro Calvo, del casale di Calvi, nelle pertinenze di Montefusco, cede a Cicco di Andrea Scranilo, di Montefusco, un territorio nel casale di Venticano, nel luogo detto Ortali («alurtali»); e in cambio riceve tre pezzi di terra nel casale di San Nazzaro, nelle pertinenze di Montefusco, nel luogo detto «a lu laudisuli» (CXXV, 185)
3834.
1385, novembre 29, ind. IX – Carlo III re a. 5
Montefusco
Tommaso Scaroso, di Cava, pubbl. not.
Bartolotto de Capriglia («Caprilia»), di Montefusco, giudice ivi
Giacomo de Manpante, di Venticano, cittadino di Montefusco, vende a Cicco di Andrea Scranilo, pure di Montefusco, un tomolo di terra, di un territorio che egli possedeva in comune e «pro indiviso» con lo stesso Cicco, nel casale di Venticano, nel luogo detto Ortali («alortali»), per un’oncia d’oro (CXXV, 184)
3835.
1385, dicembre 18, ind. IX – Carlo III re a. 5
Napoli, nel monastero di Alto Spirito
Nicola Faro, di Napoli, pubbl. not.
Alessandro Zanzale, di Napoli, giudice
Pandullo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., concede a Giovanni de Barbarisio, di Montoro, per 29 anni, un nocelleto con querce e viti, in Montoro, nel luogo detto Pastini («a le pastine»), per il censo annuo di un tarì, nocelleto che lo stesso Giovanni, già in altro tempo aveva ricevuto «ad laborandum» per il canone annuo della metà dei frutti, ma che dopo un po’ di tempo si era visto costretto a rimettere nelle mani dell’ab. di M.V., avendo ritenuto il contratto troppo oneroso, data la sterilità del nocelleto. Ora Pandullo, siccome per la distanza del luogo non poteca comprendere il lavoro che richiedeva quel nocelleto, glielo riconcede per il canone di un tarì, da corrispondersi a Natale (LXXXVII, 65)
3836.
1385, («1384»), dicembre 23, ind. IX – Carlo III re a. 5
Avellino
Mercurio de Ageramo, di Cassano, abitante in Solofra, pubbl. not.
Antonio de Altopasso, giudice
Fra Masello da Avellino, custode e guardiano del convento di S. Francesco di Avellino, vende a Ciotto de Johannello, di Mercogliano, abitante in Avellino, una vigna in territorio di Mercogliano, nel luogo detto «la vigna de pede lortora», per il prezzo di 10 tarì (LXX, 35)
3837.
1386, febbraio 9, ind. IX – Carlo III re a. 5
Formicola («apud castrum Formicule»)
Giacomo de Rocca, di Caserta, pubbl. not.
Cicco de Amico, di Formicola, giudice ivi
Francesco, detto Giccio, di Formicola, dona a fra Riczardo Anglico «de Anglia», priore della chiesa di S. Maria di M.V. di Formicola, agente a nome e per parte dell’altare costruito dallo stesso Francesco Giccio, nella chiesa di S. Maria Annunziata, sotto il titolo di S. Giovanni Evangelista, due pezzi di terra, liberi, e franchi nelle pertinenze di Pontelatrone nel luogo detto Cornito (CII, 20)
3838.
(1386), febbraio 18 («XII kal. Martii») – Urbano Pp. (VI) a. 8
Roma
Urbano Pp. (VI) affida all’abate di S. Maria a Cappella («de Capellis»), presso Napoli, di revocare, beneficio del monastero di M.V., le concessioni di territori, case, vigne, orti, oliveti, possessioni, grancie, pascoli, prati, selve, mulini, casali, rendite, giurisdizioni, ecc., fatte dai precedenti abati di M.V. con grave lesione del monastero, costringendo i renitenti con la scomunica (I, 169)
3839.
(1386), marzo 5 («III Non. Martii») – Urbano Pp. (VI) a. 8
Roma
Urbano Pp. (VI) ingiunge all’ab. di S. Maria a Cappella («de Capellis»), presso Napoli, di fulminare scomunica contro gli ingiusti detentori di censi, redditi, possessioni, argenti, ecc., spetanti al monastero di M.V. (I, 170)
3840.
1386, marzo 29 («die antepenultimo»), ind. IX – (Omesso il re)
Boiano
Antonio del giudice Giovanni de Vito, di Boiano, pubbl. not.
Giovanni Favale («Fabale»), giudice di Boiano
L’ab. Giovanni de Parce e Marco, suo fratello, di Boiano, vendono a Nicola di Antonio de Angelone, cittadino di Boiano, due orti con piante di gelsi («cum pedibus celsorum») nella città di Boiano, nella Piazza («ad plageam») di S. Nicola, per il prezzo di 2 once d’oro e 15 tarì di carlini d’argento (XXIX, 229)
3841.
1386, aprile 29, ind. IX – Carlo III re a. 5
Candida
Simeone di Giovanni de Riccardo, di Gesualdo, pubbl. not.
Zardullo, giudice annuale di Candida
Citto, f. di Pietro Moscarito, di Candida, cede a Giovanni di Petrullo de Florino, del casale di Laurello, nelle pertinenze di Candida, un orto sito nello stesso casale, nel luogo detto Cupa dei Santi, gravato di un censo annuo alla Curia di Candida, e in più 6 tarì; e in cambio riceve metà di una selva nelle pertinenze di Candida, ugualmente gravata di un censo annuo alla Curia di Candida (XXX, 176)
3842.
1386, novembre 12, ind. X – Carlo III re a. 6
Capua
Giacomo di Notargiovanni de Giorgio, di Capua, pubbl. not.
Pietro de Venuto, giudice di Capua
Fra Bartolomeo da Mercogliano, priore di M.V. di Capua, dà l’assenso all’ab. Nardo de Adenulfo, canonico di Capua, e ai fratelli di lui, per la compra da essi fatta da Matteo de Benedetto, della villa si San Tammaro, nelle pertinenze di Capua, di due pezzi di terra in questa villa, nel luogo detto Campo di San Giovanni, che essi tenevano a censo dal suddetto monastero per il canone annuo di 16 grana nella festa di S. Maria ad agosto, al quale canone di obbligano i compratori; e per questo assenso egli riceve 6 tarì d’oro (XXXI, 120)
3843.
1386, novembre 22, ind. X – Vacante il regnante
Boiano
Pietro Perrotto de Flumine, di Boiano, pubbl. not.
Maestro Giovanni de Solomeo, della città di Boiano, giudice
Fra Pietro da Lapio, priore, procuratore e rettore di S. Maria del Vivario, dietro procura di Pandullo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., concede a Giovanna ved. del q. Pietro de Rainaldo, di Boiano, un castagneto nelle pertinenze di Boiano, nel luogo detto «li Colli», per il canone annuo di una libbra di cera, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 33)
3844.
1387 («1386»), gennaio 2, ind. X – Carlo re a. 6
Nola
Antonio de Gualtiero, pubbl. not.
Masello Pipino, giudice
Agostino de Anserio, di Casamarciano, vende a Stefano di Graziano una casa nel suddetto casale e che egli teneva a censo dal monastero di S. Maria del Plesco per il canone di un grano d’oro, a Natale, per il prezzo di 16 tarì e con l’onere suddetto (XXXIV, 51)
3845.
1386, febbraio 1°, ind. X – Carlo III re a. 6
Napoli
Anielllo de Agata, di Massa, cittadino napoletano, pubbl. not.
Pietro de Portula, di Napoli, giudice di Terra di Lavoro, ecc.
Leonardo de Tiglamotis, di Forenza, abitante in Napoli, costituisce suo procuratore Giovanni di Giacomo, di Forenza, per certi suoi affari (XLIV, 72)
3846.
1387 («1386»), febbraio 11, ind. X – Carlo III re a. 6
Nola
Onofrio de Alferio, pubbl. not.
Pietro Santoro, da Matera giudice regio
Pandullo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), costituisce suo procuratore il signor don Giovanni Monforte, canonico di Nola e preposito della chiesa di S. Felice di Cimitile, ad esigere 20 once d’oro che egli doveva riscuotere, e per affittare un mulino e riscuotere le rendite di un tenimento in Sarno nel luogo detto Tartareto (CVI, 46)
3847.
1387 («1386»), marzo 3, ind. X – Ladislao re
Reggiano («Rogiani»)
Giliberto de Ottato, pubbl. not.
Giacomo Carnovello, detto Storcio, giudice annuale di Roggiano
Il signor Giovanni de Apulia, «miles», nobile e familiare del re Ladislao, deposita 6 once in mano di Bartolomeo de Senis, consegnandogliele «in quondam sacculo», con l’obbligo di restituirgliele a ogni richiesta sua o dei suoi eredi, e Bartolomeo presta giuramento sul Vangelo (CIV, 44)
3848.
1387 («1386»), aprile 1°, ind. X – Carlo III re a. 6
Cervinara
Pietro de Colella, di Cervinara, pubbl. not.
Andrea de Bono, di Cervinara, giudice annuale ivi
Antonio Sasso, di Cervinara, vende al signor don Giovanni Sasso, arciprete di Cervinara, due pezzi di terra nelle pertinenze di Cervinara, nel luogo detto «li salicuni de la compera», per 20 tarì d’oro (XXXVIII, 4)
3849.
1387, aprile 18, ind. X
Napoli
Nicola Faro, di Napoli, pubbl. not.
Giacomo del Tellis, giudice di Napoli
Giovanni de Penna, professore di fisica, facendo testamento, istituisce suo erede universale Paolo de Penna e Giovannello de Penna, suoi figli naturali legittimati, in parti uguali; in quanto poi rettore della chiesa di S. Nicola di Atripalda («de Tripado»), lascia in legato al monastero maggiore di M.V. tutti i frutti, diritti, proventi e quanlunque somma di danaro a lui dovuta per il passato dal magnifico Domenico, conte di Nola, per ragione della rettoria della suddetta chiesa, e questo legato lo fa «pro luminaribus faciendis» nel monastero di M.V. e per i restauri della fabbrica del monastero, in modo che il monastero o il suo abate possa richiedere quei diritti, redditi, proventi e danaro dal signor conte, dal tempo in cui egli, Giovanni, deve essere soddisfatto. E questi diritti, danaro e frutti ascendono a una grande somma, perché quel signor conte da lungo tempo fece percepire «ad opus suum et de illis fecit ad suum libitum voluntatis». Perciò il monastero ha piena azione contro il signor conte in ogni Curia e foro come l’avrebbe potuto fare lo stesso testatore (XVI, 6)
3850.
1387, ottobre 27, ind. XI – Ladislao re a. 1
Capua
Rainaldo de Agostino, di Caserta, cittadino di Capua, pubbl. not.
Stefano di Giovanni Conte, di Capua, giudice
Fra Bartolomeo Sasso, da Mercogliano, priore del monastero di M.V. in Capua, insieme con fra Guglielmo da Tocco e fra Giovanni da Genova («de Janua»), mmonaci dello stesso monastero, «conventum ipsius monasterii facientibus», concede a Masello di Andrea de Speziario, cittadino di Capua, un pezzo di terra della capacità di un quarto di moggio, nel luogo detto Pontetimene, per l’annuo censo di 3 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXXI, 70)
3851.
(1387), … – «Nullo rege regnante post obitum illius bone memorie quondam …»
Montefusco
Giacomo de Alamo, pubbl. not.
Cubello de Cruce, abitate in Montefusco, giudice
Bartolomeo, ab. di M.V. (che si sottoscrive con alcuni monaci), insieme con fra Nicola da Capriglia, infirmarario, fra Giacomo da Merogliano, fra Francesco e altri monaci di M.V., considerando il vantaggio della cosa per il monastero di M.V., loca a Feulo di Cicculo, di Lapio, una casa in Lapio, per il canone annuo di 3 grana, da corrispondersi nella fesa di Sant’Egidio (=1° settembre) (Cand. VI, 3)
3852.
1388, febbraio 25, ind. XI – Ladislao re a. 1
Ospedale di M.V.
Leonardo de Presbitero, di Baiano, pubbl. not.
Cubello Coco, detto Guillotta, giudice annuale del Casale di M.V.
Riccardo Saurino, del Casale di M.V., col consenso di Bartolomeo («venerabilis vir dominus frater»), ab. di M.V. (che si sottoscrive), vende a Giovanni di Bartolomeo Ferraro, detto Pelliccia, del Casale di M.V., una selva nelle pertinenze dello stesso casale, nel luogo detto «a lo Pendino», redditizia al monastero di M.V., in un tarì all’anno, nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di 15 tarì, e dando al monastero 3 tarì per l’assenso (CXIX, 31)
3853.
1388, settembre 6, ind. XII («XI») – Ladislao re a. 2
Nola
Andrea Russo, pubbl. not.
Antonio Perario, pubbl not.
Pandullo, ab. di M.V. (che si sottoscrive), conferma a Fiorillo Panicaldo, di Baiano, la concessione d’un oliveto nelle pertinenze di Baiano, nel luogo detto Ormynia, per il canone annuo d’uno staio di olio all’anno, da corrispondersi a Natale (XXIII, 66)
3854.
1388, settembre 8, ind. XII – Urbano Pp. VI a. 11 (in: 1389, luglio 25, ind. XII)
Pandullo, ab. di M.V., crea suo procuratore fra Tommaso da Boiano, priore di S. Maria del Vivario (in XXIX, 34)
3855.
1388, dicembre 13, ind. XII – Luigi II re a. 5
Boiano
Antonio del giudice Giovanni de Vito, di Boiano, pubbl. not.
Giovanni de Giordano giudice di Boiano
Il monastero di S. Maria del Vivario, dietro mandato della Corte, prende possesso di una casa, concessa a censo al nobile Lisolo Capuano, di Napoli, cittadino di Boiano, per un canone di 5 libbre di cera, che dovevano corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, ma che di fatto non venivano corrisposte (XXVIII, 140)
3856.
1388, … , 18 – Ladislao re a. 2
Penta, nelle pertinenze di San Severino
Cillo Affaccatore, della baronia di San Severino, pubbl. not.
Marcello Caczatore, della baronia di San Severino, giudice annuale ivi
Muczulo de Sarno, f. del q. Francesco de Sarno, vende a Gentile de Vivo, di Mercato San Severino («de foro sancti Severini»), f. del q. (in bianco), una terra nella baronia di San Severino, nel territorio di Mercato Sanseverino, nel luogo detto propriamente «alle Ysche», gravata di un censo annuo di 16 grana e due parti di un altro grano, da corrispondersi al monastero di M.V., per il prezzo di 3 once (CXI, 127)
3857.
1389, marzo 28, ind. XII – Ladislao re a. 3
Avellino, nel monastero di San Paolo
Leonardo de Presbitero, di Baiano, pubbl. not.
Romano Forte, di Avellino, giudice annuale ivi
Donna Francesca da Salerno, «dei gratia» badessa del monastero di S. Paolo in Avellino, concede un perpetuo a Giovanni di Bartolomeno Ferraro, detto Pilliccia, del Casale di M.V., e ai suoi discendenti, una selva nello stesso Casale di M.V., nel luogo detto «alle corte», per il vecchio censo di 15 grana d’oro all’anno, a Natale, più un aumento di 5 grana, e un’oncia d’oro per questa concessione (CXX, 105)
3858.
1389, maggio 16, ind. XII – Ladislao re (in: 1389, giugno 1°, ind. XII)
Gaeta
Ordine regio, spedito ad Andrea de Planca, di Montefusco, deputato dalla Curia regia alla raccolta dei diritti, frutti, rendite dei beni del monastero di M.V. in Montefusco e nelle sue pertinenze, col quale si ingiunge che, avendo il Re conosciuto che l’Università di Montefusco richiede 10 once dai diritti sui beni di M.V. in terra di Montefusco e nel suo distretto, – come si era tassato quando questi beni non erano tenuti da Pandullo, ab. di M.V. -, siccome egli intende che tutti i diritti e le rendite di quei beni siano raccolti per parte della Curia regia, perciò prescrive, col consenso di Margherita, regina, balia, tutrice del Regno e «reverendissime matris nostre», che né si paghino né si lascino pagare le 10 once all’Università di Montefusco, e ribadisce che tutti i diritti, frutti, redditi di quei beni del monastero di M.V. in Montefusco e nelle sue pertinenze, siano raccolti e percepiti per parte della Curia regia, sotto pena minacciata al delegato di fargli risarcire la Curia regia col proprio danaro, se si pagheranno o si faranno pagare le 10 once all’Università di Montefusco (in IX, 85)
3859.
1389, giugno 1°, ind. XII – Urbano Pp. VI a. 12
Montefusco
Pietro de Brusaco, di Benevento, pubbl. not. apostolico e regio
Dietro richiesta del nobile Andrea de Planca, signore del casale di Planca, nelle pertinenze di Montefusco, deputato esattore da parte della Curia regia per esigere le rendite del monastero di M.V. nella terra di Montefusco e nelle sue pertinenze, si riproduce l’ordine regio a lui diretto in data 16 maggio 1389 (riferito, Reg. precedente) (IX, 85)
3860.
1389, luglio 25, ind. XII – Urbano Pp. VI a. 12
Boiano
Luigi di Riccardo, chier. di Boiano e not. apostolico
Fra Tommaso da Boiano («providus et religiosus iuvenis frater Masius de Boyano»), priore e rettore di S. Maria del Vivario, dietro procura di Pandullo, ab. di M.V., in data 8 settembre della XII ind. (=1388) (riferita, Reg. 3854), concede a Nicola, f. di Guido, della città superiore di Boiano, e ai suoi eredi di primo, secondo e terzo grado dei due sessi, un piccolo sterparo incolto, in Boiano, per il censo di 10 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 34)
3861.
1389, agosto 12, ind. XII – Urbano Pp. VI a. 12
Montefusco
Pietro de Brusasco, di Benevento, pubbl. not. apostolico e imperiale
Pandullo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., concede in enfiteusi per 29 anni all’orefice Benedetto di Lucera, abitante in Montefusco, una selva nelle pertinenze di Montefusco, nel luogo detto Valle di Vico («Balla de Vico»), per il censo di 2 tarì e 6 denari («tarenos duos et denarios sex de carlenis»), da corrispondersi nella festa di S. Egidio a settembre (LXXXIV, 13)
3862.
1389, agosto 21, ind. XII – Ladislao re a. 3 (in: 1390, dicembre 20, ind. XIV)
Maddaloni
Ferruccio Migliaccio, pubbl. not.
Giovanni de Altruda, di Maddaloni, giudice
Carluccio Guarino, di Maddaloni, f. del q. Soffrido Guarino, di Maddaloni, concede al maestro fisico Nicola, abitante in Maddaloni, una possessione di due moggi di terra, nel luogo detto Buoncavallo («ad Boncaballo»), permettendogli di prenderne subito corporale possesso (in LI, 113)
3863.
1389, agosto 21, ind. XII – Ladislao re a. 3
Avella
Leonardo de Presbitero, di Baiano, pubbl. not.
Antonio Blancaldo, della baronia di Avella, giudice di Avella
Michele Federico, di Avella, vende a Nicola de Giccio, della suddetta baronia di Avella, un territorio in quella terra, nel luogo detto Ortale, per il prezzo di 15 tarì d’oro, territorio che Michele teneva a censo dal monastero di M.V. per il canone di 5 grana d’oro all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre (XVII, 60)
3864.
1389, settembre 8, ind. XIII – Urbano Pp. VI a. 11 (in: 1395, agosto 1°, ind. III)
Santa Maria del Plesco
Pandullo, ab. di M.V., nel 7° anno di sua prelatura, crea suo procuratore fra Pietro da Lapio, priore di S. Maria del Vivario in Boiano, stabilendo che questa sua lettera di procura avrà valore «usque ad nostrum beneplacitum et mandatum tantum» (in XXIX, 36; XXIX, 37; XXIX, 39)
3865.
1389, settembre 9, ind. XIII – Ladislao a. 3
Ospedale di M.V.
Leonardo de Presbitero, di Baiano, pubbl. not.
Nicola de Regno, giudice di Mercogliano e dell’Ospedale di M.V.
Bartolomeo, ab. di M.V., concede a don Marino Tomacello, di Napoli, e per esso a Cubello Coco, detto de Guillotta, del Casale di M.V., un varcaturo con acqua, arcatura, ecc. («varcatorium cum aqua archatura et pertinentiis suis»), nel territorio della città di Vico, nel casale di Acquara («alaquara»), e propriamente nell Vallone di quel casale, per il canone di 9 tomoli di frumento all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XI, 23)
3866.
1389, settembre 16, ind. XIII – Urbano Pp. VI a. 12
Altavilla («apud terram altaville beneventane dioces.»)
Pietro de Brusaco, di Benevento, abitante in Montefusco, pubbl. not. apostolico e imperiale
Antonio Pipino, di Nola, abitante in Altavilla, cede al signor Roberto de Tocco, «milex», di Capua, signore del feudo di Fraineta, due vigne, piantate a viti latine, e un nocelleto con un pezzo di terra «vacua», in territorio di Altavilla, e questo per evitare liti che quel signore gli aveva intentato, sotto il pretesto che tali beni appartenevano al suo feudo (XII, 323)
3867.
1389 («1390»), (dicembre) 27, ind. XIII – Ladislao re a. 3
«Apud villam Maycani, pertinen. Castri Formicule»
Giacomo de Rocca, pubbl. not.
Cicco de Amico, giudice di Formicola
Giovanni di Guglielmo de Finicia insieme con sua moglie Maria, di Formicola, dona alla chiesa di S. Maria del Castello in Formicola, nelle mani di fra Riczardo Anglico «de Anglia», priore della stessa chiesa di S. Maria del Castello, del monastero di M.V. di Formicola, un territorio in Pontelatrone, nel luogo detto Statua (CII, 21)
3868.
1390 («1389»), marzo 3, ind. XIII – Ladislao re a. (in bianco)
Cervinara
Antonio di Sabatino, di Cervinara, pubbl. not.
Antonio de Zoffo, di Cervinara, giudice annuale ivi
Felicello Forte, di Cervinara, vende a don Giovanni Sasso, arciprete di Cervinara, una casa nel borgo di Cervinara, davanti alla Porta di Sant’Angelo, per 14 tarì (XXXVIII, 46)
3869.
1390, marzo 18, ind. XIIII – Ladislao re a. 4
Capua
Antonio de Gallo, di Capua, pubbl. not.
Nicola de Agostino, di Capua, giudice
Il maestro Tommaso di Cicco e Franco, di Capua, vendono a Nicola de Ragucio certe case in Capua, nella parrocchia di S. Nazzaro, – case che erano redditizie per tre parti al monastero di M.V. di Capua in un canone annuo di 12 tarì nella festa di Pasqua Maggiore, e per una parte al signor Marino Caracciolo, di Napoli, in un censo di 3 tarì all’anno -, per il prezzo di 8 once d’oro, e coi suddetti oneri (XXXI, 121)
3870.
1390, marzo 21, ind. XIII – Ladislao re a. 4
Cervinara
Pietro de Colella, di Cervinara, pubbl. not.
Giovanni Maczocto, giudice annuale di Cervinara
Enrico de Gregorio e Giovanni, suo nipote, di Cervinara, si accordano con Pietro Piczullo, pure di Cervinara, riguardo a certe doti, a causa della morte di Perna, moglie del suddetto Pietro e madre del suddetto Giovanni (XXXVIII, 100)
3871.
1390, luglio 15, ind. XIII («XIV») – Ladislao re a. 4
Maddaloni
Onofrio de Astancollo, di Salerno, abitante in Maddaloni, pubbl. not.
Cicco de Angelo, di Maddaloni, giudice regio ivi
Far Giovanni da Forenza, ppriore di S. Maria Reale di Maddaloni, concede in enfiteusi in perpetuo al not. Angelo de Mattia, di Maddaloni, due pezzi di terra nel luogo detto «ad Mallanum piczulum», – devoluti al monastero per la morte di Leonardo de Grisa -, per il canone annuo di 12 grana, e cioè 6 grana a Natale e 6 grana nella festa di S. Maria ad agosto, e 6 tarì per questa concessione (LI, 49)
3872.
1390, agosto 7, ind. XIII – Ladislao re a. 4
Ospedale di M.V.
Pacifico de Lignito, di Forino, pubbl. not.
Felice de Baiano, giudice annuale nell’Ospedale di M.V.
Giovanni Francillo, del Casale di M.V., abitante in Atripaalda, dona, con donazione irrevocabile «inter vivos», a Giovanni di Bartolomeo Ferraro, dello stesso Casale di M.V., una terra con querceto, in territorio del Casale di M.V., nel luogo detto «le corti», redditizia al monastero in un tarì e 5 grana annue (CXIX, 32)
3873.
1390, settembre 25, ind. XIV – Bonifacio Pp IX a. 1
Montefusco
Pietro de Brusaco, di Benevento, pubbl. not. apostolico e imperiale
Pandullo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., concede in enfiteusi a vita a Givoanni di Nicola Butterio, di Montefusco, una vigna con terra «vacua» nelle pertinenze di Montefusco, nel luogo detto «a le pratelle», per il canone annuo di 2 tarì, di cui uno a Natale e uno a Pasqua (LXXXIV, 14)
3874.
1390, dicembre 20, ind. XIV – Ladislao re a. 4
Maddaloni
Ferruccio Migliaccio, di Maddaloni, pubbl. not.
Jannello Montano, baiulo di Maddaloni, e Paolo Ferrara, giudice
Il maestro fisico Nicola, abitante in Maddaloni, si fa leggere pubblicamente e si fa riportare in pubblica forma uno strumento del 21 agosto 1389, ind. XII, essendo morto il giudice Giovanni de Altruda, prima che lo strumento fosse rogato in pubblica forma (riferito, Reg. 3862) (LI, 113)
3875.
1391, marzo 1°, ind. XIV – Bonifacio Pp. IX a. 2
Leonardo de Presbitero, di Baiano, pubbl. not.
L’Università di SUmmonte supplica il papa Bonifacio IX di provvedere il monastero di M.V. di altro abate, perché, dopo la morte di Pietro, ab. di M.V., sorta divergenza, furono eletti due abati, cioè Bartolomeo e Pandullo, con detrimento spirituale e temporale, specialmente perché l’ab. Pandullo, volendo prevalere, causò molti danni e oppressioni al monastero, ai monaci e ai vassalli, «distractione et dissipatione honorum, persecutione monachorum homicidiis et incendiis vassallorum», in guisa che i monaci, «inviti et coacti», furono costretti a lasciare il monastero, «et multo tempore dictis causis monasterium exitit derelictum»; ora, avendo il Papa privato Bartolomeo e confermato Pandullo, si fece con ciò «loquendo cum reverentia», cosa odiosa; inoltre, dopo tale conferma, non ci fu alcun miglioramento, tanto che lo stesso monastero minaccia rovina enlla fabbrica (I, 171)
3876.
(1391), marzo 30, («III kal. Aprilis») – Bonifacio Pp. (IX) a. 2
Roma, presso S. Pietro
Il Papa Bonifacio comunica ai vescovi di Frigento e di Avellino di aver creato Pandullo, ab. di M.V., e ora, dispensandolo dal ecarsi a Roma per il giuramento di fedeltà, al quale era tenuto verso il Sommo Pontefice, ordina che lo dia nelle mani di uno di loro due (I, 193)
3877.
1391, aprile 13, ind. XIV – Ladislao re a. 5
Maddaloni
Onofrio de Astancollo, di Salerno, abitante in Maddaloni, pubbl. not.
Angelo de Maczia, di Maddaloni, giudice regio
Simone Quintavalle, di Maddaloni, facendo testamento, così dispone delle sue ultime volontà: lascia 2 tarì alla chiesa di S. Antonio di Quintavalle; assegna alla moglie Angela 19 once e 15 tarì e una terra che egli aveva nelle pertinenze di Maddaloni, nel luogo detto Miliano, confinante fra l’altro con una terra della chiesa di S. Luca, sottraendovi però due moggi di terra, assegnati alla chiesa di S. Antonio di Quintavalle; lascia all’ab. Stabile Quintavalle e ai suoi eredi lo juspatronatus di presentare il cappellano nella suddetta chiesa di S. Antonio; alla moglie le olive e le querce che egli aveva nel Monte, però solo fino a quando essa rimarrà «in habitu viduali», e dopo la morte di lei passeranno ai fratelli del testatore; lascia ancora alla moglie, ma solo per abitazione, la sua casa, sita «in pado» di Maddaloni; alle sue figlie Berita e Giuliana le sue case nel piano di Maddaloni. Fra gli altri legati pii, stabilisce di essere seppellito nella chiesa di S. Benedetto, alla quale lascia 2 tarì; altri 2 tarì alla chiesa di S. Maria Maddalena; 6 tarì per la cera e i suoi funerali (LI, 91)
3878.
1391, aprile 26, ind. XIV – Bonifacio Pp. IX a. 2 (in: 1391, maggio 4)
Dietro lamento di Pandullo, ab. di M.V., – il quaale deplorava che, pur essendo vero e canonico ab. di M.V., eletto e confermato dalla Sede Apostolica, da alcuni monaci dello stesso monastero gli veniva legata la dovuta obbedienza e riverenza, con loro rovina spirituale e scandalo di molti -, Angelo, cardinale di S. Lorenzo in Damaso, legato della Sede Apostolica nel Regno di Sicilia, ingiunge ai monacdi di M.V. che, in virtù di santa obbedienza e sotto pena di scomuna late sententie, prestino la dovuta obbedienza a Pandullo, loro abate (in LXXVI, 63)
3879.
1391, maggio 4, ind. XIV – Ladislao re a. 5
Nola
Onofrio de Alferio, pubbl. not.
Giovannello de Lauro, di Nola, giudice annuale di Nola e di Cicala
Avendo alcuni religiosi di M.V. negata obbedienza a Pandullo, ab. di M.V., questi invia il not. Giacomo de Palma, di Nola, a Montevergine, recando una lettera del Legato della Sede Apostolica. Il not. poi riferisce: «eri a li tre de maio … dove stavano certi monaci cussi comu inhobedienti et rebelli de ipsu Abbate a mostrarili le dicte lictere et notificarili de lo effectu et de lo tenore de cheste lictere et essendu … (arrivato) a Mercullano» prese con sé altre persone, avviandosi verso M.V., e giunti «ala Valle de li cecati intre Mercullano et Monte(vergine) …», incontrarono «Cuticella delo Spitale cum vinti altri cumpagnuni … chi vinevano da Monte Vergine cum diversi ferramenti …»; ma neppure dietro la presentazione delle lettere del Legato quei monaci vollero obbedire (LXXVI, 63)
3880.
1391, novembre 17, ind. XV – Luigi II re a. 7
Boiano
Perrotto Pietro de Flumine, di Boiano, pubbl. not.
Giovanni de Giordano, giudice di Boiano
Il «providus vir» Giovanni Favale («Fabale»), cittadino di Boiano, procuratore della confraternita di S. Maria di Boiano, concede a PIetro di donna Maria, detto Cerretano, di Boiano un orto presso l’orto del monastero della Maiella, per l’annuo canone di un candelotto di cera del perso di 2 once, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, da porre sull’altare della Madonna, prima della celebrazione della messa (XXIX, 35)
3881.
1391, dicembre 20, ind. XV – Luigi II re a. 7
Boiano
Perrotto Pietro de Flumine, di Boiano, pubbl. not.
Giovanni de Giordano, giudice di Boiano
Fra Pietro da Lapio, priore, procuratore e rettore di S. Maria del Vivario, procuratore di Pandullo, ab. di M.V., come da procura dell’8 settembre 1389, ind. XIII (riferita, Reg. 3864), concede ad Agostino di Giovanni Moga, e alla moglie di lui Robertina, un orto nelle pertinenze di Boiano, nel luogo detto San Cataldo, per il canone annuo di 10 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 36)
3882.
1392, gennaio 7 ind. XV – Ladislao re a. 5
Sant’Agata («In civitate Sancte Agathe»)
Giovanni de Saxa, pubbl not. di Sant’Agata
Antonio, giudice regio, annuale di Sant’Agata
Pietro de Raone, di Maddaloni, e sua moglie donna Antonia, abitanti in Sant’Agata vendono a Nicola de Pasquario, detto Giudeo, di Maddaloni, una casa in Maddaloni, per il prezzo di 13 tarì (LI, 106)
3883.
(1392), febbaio 24, ind. XV – Ladislao re
Mercogliano
Leonardo de Presbitero di Baiano, pubbl. not.
Antonio Buoninconto, di Mercogliano, vende a fra Angelo de Gilifarco, abitante in Mercogliano, una terra campestre a «vacua» nelle pertinenze di Mercogliano, redditizia alla chiesa di S. Pietro in 2 grana all’anno, da corrispondersi nella festa di S. Maria a settembre, per il prezzo di … tarì (LXX, 38)
3884.
1392, marzo 3, ind. XV – Bonifacio Pp. IX a. 3
Atripalda
Giovanni Megnati, del casale di Salza («Salsula»), nelle pertinenze di Candida, pubbl. not. apostolico
Tommaso e Antonello, detto Mutallone, fratelli, detti de Gafunello, di Atripalda, vendono a fra Angelo de Torella, abitante in Mercogliano, una terra «vacua» o seminativa in territorio di Mercogliano, nel luogo detto «a li turelli», per il prezzo di 19 tarì (LXX, 39)
3885.
1392, marzo 9, ind. XV – Clemente Pp. VII a. 14
Giovanni Ribe, chier. di Auxerre («clericus antissiodoren.»), pubbl. not. apostolico
Don Guglilemo Arnaldo «de Calhaveto», dottore di leggi, ecc., uditore del presb. cardinale don Pietro, del titolo di S. SUsanna, legato apostolico, costituisce suoi procuratori in Napoli il P. don Antonio, ab. del monastero di S. PIetro di Perugia, dell’Ordine di S. Benedetto, e i venerabili uomini Guglielmo Letort, canonico di Cambrai, il maestro Riccardo Eudes, canonico napoletano, maestro in medicina, perché prendano possesso e riscuotano le rendite del priorato e monastero «de Montevirginibus» di Napoli, dell’Ordine di S. Benedetto, dato da poco («nuper») in commenda a lui dal suddetto cardinale di S. Susanna, come aiuto per le spese che doveva sostenere (XC, 246)
1392, giugno 14, ind. XV – Bonifacio Pp. IX a. 3
Nola, «in maiori episcopali palatio»
Antonio Russo, di Somma, diocesi di Nola, pubbl. not. apostolico e regio
Pandullo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede ad Angelo de Torella, di Mercogliano, come maggiore offerente, una terra campese e ortale nelle pertinenze di Mercogliano, nel luogo detto In piedi l’Ortora, per l’annuo censo di un carlino d’argento, da corrispondersi nella festa d S. Maria a settembre, e 22 carlini e mezzo per questa concessione, carlini da devolversi in utilità del monastero (LXI, 46)
3887.
1392, luglio 4, ind XV – Ladislao re a. 6
Nola
Giacomo de Palma, di Nola, pubbl. not.
Masello Pipino, giudice annuale della città di Nola e di Cicala
Pandullo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., trovandosi «in ospitio maioris nolane ecclesie», concede a FIlippo de Farco, del casale di San Nicola nelle pertinenze di Marigliano, un nocelleto nel luogo detto «a lu Cafaro», per il censo di 3 tarì, da corrispondersi metà a Natale e metà nella festa di S. Maria ad agosto (LIII, 30)
3888.
1392, ottobre 10, ind. I – Ladislao re a. 6
Città di Sant’Agata
Giovanni Sasso («de Saxa»), pubbl. not. di Sant’Agata
Antonio del Re («Regis»), giudice di Sant’Agata
Antonio di Nicola de Guglielmo e sua moglie donna Beruccia, della città di Sant’Agata, vendono a Domenico, f. di Caprio de Bruna, pure di Sant’Agata, una parte di territorio arbustato nelle pertineze di Sant’Agata, nel luogo detto Fuiano («ad Fuyanum»), per il prezzo di un’oncia e 10 tarì (XI, 121)
3889.
1392, dicembre 24, ind. I – Ladislao re a. 6
Nola
Francesco Parisio, di Nola, pubbl. not.
Berardo Sussulano, di Nola, giudice annuale di Nola e di Cicala
Il not. Giovanni de Ipri, abitante in Nola, compra da Gentile Tofano, del casale di Scarabaito, nelle pertinenze di Nola, per il prezzo di 4 once e 15 tarì, i seguenti beni: una terra con orto e casalino; un palmento, cortina, corticella e casa, nel casale di Scarabaito, redditizi al monastero di M.V. in un canone annuo di 2 tarì e mezzo d’oro e un «substarium» di olio (CX, 9)
3890.
1393, febbraio 11, ind. I – Ladislao re a. 6
Capua
Giovanni de Raone, di Capua, pubbl. not.
Antonio de Gallo, di Capua, giudice
Il signor don Marino Caracciolo, di Napoli, «milite», detto Marinocza, e fra Pietro da Maddaloni, priore del monastero di M.V. di Capua, danno l’assenso alla compra-vendita fatta da donna Luca, ved. di Giovanni Benevento, della villa di San Vito a Palmentata, e da Giovanni, suo nipote, diun pezzo di terra nella suddetta villa, che essi tenevano a censo una parte dal signor Marino e tre parti dal monastero di M.V., per un censo annuo di due capponi a Natale, e per l’assenso vien pagata la somma di 7 tarì e mezzo (XXXI, 122)
3891.
1392, febbraio 20, ind. I – Luigi II re a. 8
Boiano
Perrotto de Flumine, di Boiano, pubbl. not.
Giacomo de Gualtiero, giudice di Boiano
Fra Pietro da Lapio, priore e rettore di S. Maria del Vivario, di Boiano, dietro procura di Pandullo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V. dell’8 settembre 1389 ind. XII (riferita, Reg. 3864), concede a Cicco di Nicola de Alessandro un orto e casalino nel sobborgo di Boiano, per il canone annuo di 10 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 37)
3892.
1393, marzo 17, ind. I – Ladislao re a. 6
Mercogliano, nella chiesa di S. Pietro
Pietro de Gilone, «de Campania», pubbl. not.
Giovanni Forino, di Mercogliano, giudice ivi
Filippo di donna Agnese, di Mercogliano, vende a Giacomo de Trocco, pure di Mercogliano, un casalino con orto dentro Mercogliano, – l’orto era gravato di un censo annuo di 2 grana e mezzo al monastero di M.V. nella festa di S. Maria a settembre -, per il prezzo di 3 once d’oro (LXX, 40)
3893.
1393, maggio 6, ind. I – Ladislao re a. 7
Antonio Sussulano, pubbl. not.
Antonio Perario, giudice di Terra di Lavoro, ecc.
Fra Filippello da Avella, priore del monastero di S. Maria del Plesco, col consenso di Pandullo, ab. di M.V., concede a Nicola Suffrido, detto di Montoro, abitante in Casamarciano, i seguenti beni stabili: una torre con palmento; la terza parte di un oto; due quarti di una camera; un palmento con cisterna; un casalino con corte aia e orticello; una terra nel luogo detto Pozzo; un moggio di terra nel luogo detto Monumento: stabili che erano devoluti al monastero per la morte di Cubella, del casale di Casamarciano, e che ora vengono concessi per l’annuo censo di 2 tarì e 3 opere personali (XXXIV, 36)
3894.
1393, giugno 23, ind. I – Bonifacio Pp. IX a. 4
Montefusco
Pietro de Brusaco, di Benevento, abitante in Montefusco, pubbl. not.
Pandullo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., protesta contro certi privati di Montefusco, i quali mediante lettere apostoliche ottenute in modo surrettizio, si erano posti in posssso della chiesa di S. Giovanni «de Balio Militum» in Montefuscom che era del monastero di M.V. (LXXXIII, 100)
3895.
1393, ottobre 19, ind. II – Luigi II re a. 10
Sant’Agata
Nicola Pascario, di Sant’Agata, pubbl. not.
Pietro de Limata, giudice di Sant’Agata
Antonio di Nicola de Guglielmo e Beruccia, sua moglie, vendono a Domenico, figlio di Caprio de Bruna, un pezzo di terra arbustata nelle pertinenze di Sant’Agata, nel luogo detto Fuiano («ad Fuyanum»), per il prezzo di un’oncia d’oro (XI, 122)
3896.
1394 («1393»), marzo 11, ind. II – Ladislao re a. 8
Nola
Onofrio de Alferio, pubbl. not.
Stazio Santoro, di Matera, abitante in Nola, giudice regio
Pandullo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., concede a Nicola Ferraro un pezzo di terra con olivi e querce nelle pertinenze di Baiano, nel luogo detto «la Starza de la casa de Bayano», per il canone annuo della metà dei frutti superiori e la quinta parte degli inferiori, terra che era stata rinunziata al monastero da Piano de Florio, di Baiano (XXIII, 67)
3897.
1394, aprile 23, ind. II – Bonifacio Pp. IX a. 5
Montefusco, nelle case di M.V.
Pietro de Brusaco, di Benevento, pubbl. not. apostolico e imperiale
Essendo quasi distrutto, disabitato e bruciato dai ribelli del Re il casale di San Pietro a Sala, di proprietà del monastero di M.V., – casale confinante con la via pubblica, il Vallone delle Nocelle, il Vallone «de Balle carrato», «lo Puczillu», il Vallone di San Lorenzo e il territorio del casale di Pappacicere -, e non potendo il monastero rifarlo, Pandullo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., lo concede a suo fratello don Roberto de Tocco, di Capua, insieme con tutti i vassalli, territori, vigne, prati, pascoli, case, taverne, plateatici, selve e quanto era in quel casale, con obbligo di ripararlo e di corrispondere un’oncia d’oro all’anno (CII, 2)
3898.
1394, maggio 15, ind. II – Bonifacio Pp. IX a. 5
Montefusco («apud montefusculum»)
Pietro de Brusaco, pubbl. not. apostolico e imperiale
Pandullo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., concede, ma solo durante la sua vita, a Masella, ved. di Antonio Celentano, di Penta, abitante in Avellino, una casa con casalino in Avellino, nel luogo detto «la murella», col patto di un censo annuo di un tarì e 5 grana, da corrispondersi il giorno di Natale (XIX, 43)
3899.
1394, luglio 13, ind. II – Bonifacio Pp. IX a. 5
Roma
Enrico, cardinale di S. Anastasia, e Marino, cardinale diac. di S. Maria Nova, inviano una lettera all’ab. di M.V., nella quale innanzitutto ricordano che dal tempo in cui era abate del monastero di S. Maria di Venticano fra Giovanni, Urbano Pp. VI aveva stabilito che, in caso di vacanza abbaziale, avrebbe provveduto la stessa Sede Apostolica per la scelta della persona idonea che dovesse succedere nell’ufficio abbaziale; e di fatto, alla morte di fra Giovanni, Urbano Pp. VI aveva nominato abate Benedetto da Apice, monaco di quel monastero, il quale però, di proprio arbitrio, aveva rimessa l’amministrazione di quel monastero nelle mani di Donato, arcivesc. di Benevento. Ora il papa Bonifacio, ritenendo vacante questa sede abbaziale, sceglie ad abate Francesco de Alamo, monaco di quello stesso monastero, dandogli la piena cura del monastero, «in spiritualibus et temporalibus». Siccome però ogni prelato promosso della Sede Apostolica o per sua autorità, dopo la promozione è tenuto a rendere alla Camera Apostolica e al Sacro Collegio dei Cardinali «unum commune servitium» e «quinque minuta servitia» ai familiari e officiali del Papa, e non trovandosi nei registri della Camera Apostolica dati per tassare convenientemente quel monastero di S. Maria di Venticano, essi con la presente lettera affidano all’ab. di M.V. «in virtute sancte obedientie et sub pena excomunicationis», di compilare e rimettere a Roma distina relazione delle rendite di quel monastero, perché si possa determinare ciò che il novello abate deve pagare alla Camera Apostolica (I, 172)
Bibl.: Mastrullo, Monte Vergine Sagro, p. 395-399
3900.
1394, luglio 29, ind. II – Ladislao re a. 8
Capua
Maffuzio di Notaranuele, di Capua, pubbl. not.
Nicola de Agostino, di Capua, giudice di Capua
L’ab. Nardo de Adenulfo, canonico di Capua, vende ad Antonio Grassullo, detto Cardillo, della villa di San Tammaro, un pezzo di terra arbustata, nelle pertinenze di questa villa, nel luogo detto Campo San Giovanni, che egli teneva a censo dal monastero di M.V. di Capua per il canone annuo di 8 grana nella festa di S. Maria ad agosto, per il prezzo di un’oncia e col suddetto onere, e pagando 3 tarì e mezzo per l’assenso (XXXI, 123)
3901.
1395, gennaio 30, ind. III – Ladislao re a. 8
Nola
Innocenzo de Benevento, pubbl. not.
Antonio Perario, di Nola, giudice ivi
Pandullo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., concede a Giacobello Conte, di Quadrelle, f. del q. Domenico Conte, i seguenti beni nelle pertinenze dei casali di Mugnano e di Quadrelle: un oliveto in Quadrelle, nel luogo detto «a le clusure», e una selva in Mugnano, nel luogo detto San Pietro: il tutto col patto che lui e i suoi eredi rimangano vassalli di M.V. e corrispondano per l’oliveto la metà dei frutti superiori e l’ottava parte degli inferiori, e per la selva 5 grana d’oro nella festa del Natale e 9 tarì per questa concessione (LXXIII, 97)1)
3902.
1395, agosto 1°, ind. III – Luigi II re a. 11
Boiano
Antonio del giudice Giovanni de Vito, di Boiano, pubbl. not.
Giovanni Favale («Fabale»), giudice della città di Boiano
Fra Pietro da Lapio, priore, procuratore e rettore di S. Maria del Vivario, di Boiano, dietro procura di Pandullo, ab. di M.V., dell’8 settembre 1389 (riferita, Reg. 3864), concede a Pietro di San Giacomo, detto Ungaro, di Boiano, e ai suoi eredi 1° e 2° grado dei due sessi, un orto con casalino contiguo nelle pertinenze di Biano, vicino al suddetto monastero, per il censo di 10 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 38)
3903.
1395, agosto 16, ind. III – Luigi II re a. 11
Boiano
Perrotto Pietro de Flumine, di Boiano, pubbl. not.
Luigi del giudice Antonio Pilzone, giudice di Boiano
Fra Pietro da Lapio, procuratore e rettore di S. Maria del Vivario, dietro procura di Pandullo, ab. di M.V., concede ad Egidio, detto Auczo, di Boiano, e ai suoi eredi di 1° e 2° grado d’ambo i sessi, due vignali nelle pertinenze della città, nel luogo detto Contrada di «li culli», per 10 grana di censo annuo, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto (XXIX, 39)
3904.
1395, settembre 11, ind. IV – Ladislao re a. 9
Maddaloni
Ferruccio Migliaccio («Miliaccius»), di Maddaloni, pubbl. not.
Giovanni Migliaccio («Miliaccius»), di Maddaloni giudice a vita
Fra Giovanni da Forenza, priore e procuratore del monastero di S. Maria di M.V. di Maddaloni, dietro mandato di Pandullo, ab. di M.V., consente alla vendita che Paricello Montano e sua madre Berita, ved. di Talone Montano, di Maddaloni, per il prezzo di 2 once e col sottoscritto onere, hanno fatto al not. Aversano Montano, pure di Maddaloni di un territorio nelle pertinenze di Maddaloni, nel luogo detto «ad Coram», redditizio al suddetto monastero in un canone annuo di un tarì di Amalfi, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e 6 tarì per l’assenso, per il prezzo di 2 once (LI, 74)
3905.
1395, ottobre 11, ind. IV – Ladislao re a. 9
Maddaloni
Ferruccio Migliaccio, di Maddaloni, pubbl. not.
Angelo de Mattia, abitante in Maddaloni, giudice regio
Fra Giovanni da Forenza, priore di S. Maria Reale di Maddaloni, con procura di Pandullo, ab. di M.V., concede in censo a Nuccio Gaudiana, di Maddaloni, e ai suoi legittimi eredi, una terra nelle pertinenze di Maddaloni, nel luogo detto Maliano, devoluta al monastero di M.V. per la morte di Pietro Quintavalle, detto Suma, per il canone di 12 grana e mezzo, e 3 tarì per questa concessione (LI, 50)
3906.
1395, ottobre 22, ind. IV – Ladislao re
Capua
Pietro Montanaro, di Capua, pubbl. not.
Antonio de Gallo, giudice di Capua
Fra Bartolomeo da Mercogliano, priore del monastero di M.V. di Capua, dietro procura speciale dell’ab. e della Comunità di M.V., cede tre parti di una terra del monastero al nobiluomo don Francesco Caracciolo, di Napoli, e riceve, in cambio, il possesso di una terra nelle pertinenze di Capua, e alcune rendite (XXXI, 44)
3907.
(1395), ottobre 29 – Bonifacio Pp. IX a. 6 (in: 1399, gennaio 2, ind. VII)
Roma
Bonifacio Pp. IX, – premesso che Pandullo, ab. di M.V., gli aveva presentato petizione per la riduzione delle 20 once d’oro che gravavano sul monastero come tassa dovuta alla Curia Romana, perché al presente il monastero, «propter geurras in partibus illis vigentibus» si trovava «plurimum» diminuito nei suoi proventi ed entrate, anche perché gran parte dei beni del monastero erano indebitamente occupati sia dai ribelli della Chiesa romana sia da alcuni altri -, incarica Matteo, vesc. di Avellino, di informarsi delle rendite del monastero di M.V. e, trovandole davvero diminuite diminuisca corrispondentemente il canone che il monastero doveva ai legati pontifici (in LI, 180)
3908.
1396, aprile 6, ind, IV – Ladislao re a. 10
Nola
Onofrio de Alferio, pubbl. not.
Berardo Sussulano, di Nola, giudice annuale di Nola e di Cicala
Giovanni Bruno, di Nola, vende a Nicola de Simonello, di Nola, una casa fiori la città di Nola, per un’oncia d’oro e 12 tarì (XCIV, 34)
3909.
1396, giugno 4, ind. IV – Ladislao re a. 10
Mercogliano
Pietro de Gilone, pubbl. not, e giudice regio
Gualtiero Barone, giudice di Mercogliano
Teodisca, figlia del q. Giacomo Molinaro, di Mercogliano, e Antonello de Ducto, suo marito, pure di Mercogliano, convengono fra loro in quanto segue: Teodisca dona a suo marito, «donationis titulo mortis causa» tutti i suoi beni mobili e stabili, – eccetto i legati pii istituiti per la sua anima, ed eccetto quanto ha lasciato a Maruccia, sua figlia -, in modo che se essa morirà prima di lui, questi sarà suo erede; da parte sua Antonello dispone che se egli morirà prima di sua moglie, questa sarà sua erede su tutti i suoi beni mobili e stabili, franchi e liberi, che egli le può lasciare, però «in vita tantum» e finché la stessa Teodisca vivrà, ed eccetto quei beni che egli lascerà in legato per la sua anima, e alla condizione che alla morte della moglie, tutti i suddetti beni, sia quelli che Teodisca gli avrà lasciato, sia quelli donati da lui ad essa, sono e debbono essere senza alcuna diminuzione della chiesa del monastero di M.V. per le loro anime e per quelle dei loro genitori (LXVII, 28)
3910.
1396, agosto 23, ind. IV – Ladislao re a. 10
Nel monastero di S. Salvatore del Goleto («de Guilleto»)
Donato di Alessio, di Nusco, pubbl. not.
Maestro Guglielmo de Grimaldo, giudice annuale di Nusco
Goffrido di Giovanni Banno, procuratore di donna Guglielmina Palo, abbadessa del monastero di S. Salvatore del Goleto, cede ad Antonio de Cressella di Nusco, una casa nella parrocchia di Sant’Amato in Nusco; e in cambio ne riceve un’altra nella stessa parrocchia (XCIV, 45)
3911.
1397, gennaio 10, ind. V – Ladislao re a. 11
Capua
Ulpiano de Giorgio, di Capua, pubbl. not.
Antonio Sarraceno, di Capua, giudice
Dietro Procura di Pandullo, ab. di M.V., data da Montefusco, il 12 aprile del 1395, ind. III, fra Bartolomeo da Mercogliano, priore di M.V. di Capua, concede a Nicola Maddaloni, di Capua, le case con corticella che il monastero possedeva in Capua, nella parrocchia di S. Martino, per il censo di un tarì, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e 4 once per questa concessione, denaro che serviva per la fabbrica della chiesa (XXXI, 71)
3912.
1397, gennaio 28, ind. V – Ladislao re a. 10
Montemiletto
Nicola de Feulo del giudice Romano, di Mirabella, pubbl. not.
Nicola de Ronca, giudice annuale di Montemiletto
Pietro de Meulo, di Montemiletto, vende al maestro Nicola di Pietro de Marciano, di Montefusco, un territorio seminativo nelle pertinenze di Montemiletto, nel luogo detto Rebecze, per il prezzo di un’oncia e 2 tarì (LXXXVI, 9)
3913.
1397, aprile 2, ind. V – Ladislao re a. 11
San Martino Valle Caudina
Antonio d’Andrea de Enrico, di San Martino V.C., pubbl. not.
Giovanni Bove («Bos»), di San Martino Valle Caudina, giudice ivi
Maria, moglie di Pier Giovanni di San Martino e figlia della q. Rita Sassa, di Apollosa («de Apellusia»), vende a Martino Caczarone, di San Martino, col consenso di suo marito, una selva, che fu già di sua madre, in San Martino, nel luogo detto «a lu appaczito», per il prezzo di 11 tarì (LIV, 31)
3914.
1397, maggio 28, ind. V – Ladislao re a. 11
Nola
Onofrio de Alferio, di Nola, pubbl. not.
Lorenzo Manescalco, giudice annuale di Nola e di Cicala
Nicola de Suffredo, di Montoro, già abitante nel casale di Casamarciano, possedendo una terra di due moggi, misurata «ad iustam mensuram Nole», presso altri due moggi di terra che furono venduti da lui a Masella de Palma, – un moggio della quale terra è gravato di un censo annuo di un tarì e mezzo alla chiesa di S. Maria del Plesco dell’Ordine di M.V., da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, mentre l’altro moggio è gravato di un censo annuo di 3 grana alla chiesa di S. Giovanni del Plesco dell’Ordine di S. Benedetto -, col consenso di fra Bernardo da Montoro monaco e priore di S. Maria del Plesco dell’Ordine di M.V. e di fra Pietro de Marco, d’Aversa, priore di S. Giovanni del Plesco, dell’Ordine di S. Benedetto, vende quella terra alla stessa Masella de Palma, moglie di Giovanni Panecaldo, di Nola, vivente «iure romano», per un’oncia d’oro e con l’onere suddetto (XXXIV, 52) 1)
3915.
1397, novembre 15, ind. VI – Ladislao re a. 11
Nola
Giovanni Terraczano, di Napoli, pubbl. not.
Belardo Sussulano, di Nola, giudice
Nicola Suffrida, di Montoro, col consenso di fra Bernardo da Montoro, monaco di M.V. e priore di S. Maria del Plesco, cede, per 3 once d’oro, a Cicco Palumbo, di Avella, abitante nel casale di Casamarciano, i beni che egli teneva a censo dal monastero di M.V., beni che furono già del q. not. Giovanni Franco, dello stesso casale di Casamarciano, e cioè: una torre con palmento, la terza parte di un orto, la metà di una corte, preso la suddetta torre e palmento, due parti di una camera «lamiata», ma «diruta», un palmento con una casa terranea nel suddetto casale presso la Starza della chiesa di Santa Maria del Plesco. Questi beni vengono concessi per l’antico censo annuo di 10 grana. Inoltre i seguenti stabili: un casalino con corte, aia e orticello, nel suddetto casale; una terra nelle pertinenze dello stesso casale, nel luogo detto «a lo puczo»: per l’annuo reddito o censo di 2 opere «ad bracchia» e 10 grana d’oro nella festa di S. Maria ad agosto (XXXIV, 37)
3916.
1398, gennaio 1°, ind. VI – (Ladislao) re a. (11)
Maddaloni
Ferruccio Migliaccio, pubbl. not.
Angelo de Maccia, regio giudice a vita
Pandullo, ab. di M.V., concede in perpetuo ad Antonio de Biagio («Blasio») un territorio nel luogo detto Santa Maria del Galdo, per l’annuo censo di un tarì e 10 grana, da corrispondersi nella festa di S. Maria ad agosto, e un tarì per la concessione (LII, 68)
3917.
1398, gennaio 13, ind. VI – Ladislao re a. 11
San Martino Valle Caudina
Simone de Summano, di San Martino Valle Caudina, pubbl. not.
Angelo Granillo, di San Martino Valle Caudina, giudice ivi
Antonio Clarello, di San Martino, vende a Martino Caczarone, pure di San Martino, un casalino nelle pertinenze di San Martino, nel luogo detto porta di Regerone («ad portam Regeroni») (LIV, 32)
3918.
1398, marzo 10, ind VI – Ladislao re a. 12
Mercogliano
Mercurio, di Cassano abitante in Avellino, pubbl. not.
Gualtiero Barone, giudice annuale di Mercogliano
Giovanni de Cerone, del Casale di M.V., cede a fra Angelo da Mercogliano un campo seminativo nel luogo detto Sala; e in cambio riceve un campo «vacuo» nelle pertinenze dell’Ospedale di M.V., nel luogo detto Campomarino (LXXI, 16)
3919.
(1398), marzo 14 («IIidus Martii») – Bonifacio Pp. IX a. 9
Roma
Bonifacio Pp. IX, dietro petizione di Pandullo, ab. di M.V. e della sua Comunità, – che gli avevano notificato che il priorato di M.V. esistente in Capua e dipendente direttamente da M.V., in modo che al cenno dell’ab. di M.V., «pro tempore existentis», il priore e i monaci di quel monastero potevano essere amossi e richiamati al monastero di M.V., «per liberam resignationem» di Bartolomeo da Mercogliano, priore di quella Casa, prima ancora che quella rinunzia fosse accettata dallo stesso Pandullo, era stato dato in commenda da Landolfo, cardinal diac. di S. Nicola in Carcere, Legato apostolico, ad Antonio, vesc. di Guardia, e ciò in «preiudicium … et gravamen» dell’ab. e del monastero di M.V. -, incarica l’arcivesc. di Capua, l’arcidiac. di Capua e il preposito di Nola, perché revochino tale commenda, «auctoritate apostolica», irritando tutte le consuegenze derivate da quella commenda (I, 179)
3920.
1398, aprile 3, ind. VI – Ladislao re a. 12
Montoro
Pandullo Scattaretica, di Salerno, pubbl. not.
Giovanni de Falco, giudice di Montoro
Il nobile Rainaldo de Gervasio di Montoro, vende a fra Munturello Cantilione, di Montoro un territorio, con olivi e altri alberi fruttiferi in Montoro, vicino ai beni dell’Ospedale di S. Giovanni Gerosolimitano di Montoro, per un’oncia d’oro (LXXXVIII, 11)
3921.
1398, aprile 18, ind. VI – Ladislao re a. 11
Sarno
Aniello de Orlando, di Castellammare di Stabia, pubbl. not.
Antonio de Normandia, giudice annuale di Sarno
Antonello de Alfano, di Sarno, vende a Floribello de Marco, pure di Sarno, la metà di un oliveto nelle pertinenze di Sarno, nel luogo detto «alle curti», per il prezzo di 12 tarì (CIX, 31)
3922.
1398, maggio 12, ind. VI – Ladislao re a. 12
Montefusco
Pandullo Scattaretica, di Salerno, pubbl. not.
Umfridella de Umfrda, giudice di Montefusco
Pandullo, «dei et apostolice sedis gratia» ab. di M.V., di passaggio per il monastero di S. Leonardo di Montefusco, concede per 29 anni all’ab. Domenico Catenaccio, di Napoli, procuratore del signor Ungaro di Sant’Angelo, maresciallo del Regno di Sicilia, agente a nome del medesimo, una terra lavorativa nelle pertinenze di Caivano, nel luogo detto «la Oliusa de Montevergene», per il canone annuo di 15 tarì, da corrispondersi a Natale al monastero di M.V. di Napoli (XXX, 2)
3923.
1398, settembre 8, ind. VII in: 1408, gennaio 7, ind. I)
Pandullo, ab di M.V., crea suo protettore fra Giovanni da Napoli, priore della chiesa di S. Maria della Penta, nelle pertinenze di San Severino (in CXI, 92)
3924.
1398, settembre 20, ind. VII – Bonifacio Pp. IX a. 9
Vitulano («apud casale Vitulani»)
Antonio Marzano, di Tocco, pubbl. not. apostolico
Il presb. Meulo de Leone, a disgravio della sua coscienza, dietro interrogazione di fra Antonello da Lancusi, delle pertinenze di San Severino, priore della chiesa di S. Maria di Tocco, dichiata che, essendo stato lasciato, insieme con altri, esecutore testamentario del q. Giovanni de Grosso, di Vitualno, dal testatore erano state consegnate loro 30 once d’oro, da rimettersi al monastero di M.V. di Tocco, con obbligo che s’impiegassero nelle riparazioni del monastero, ecc., e che gli esecutori testamentari si erano appropriati quel denaro. Ora egli da parte sua cerca di riparare al mal fatto (CXXII, 113)
3925.
1398, dicembre 13, ind. VII – Luigi II re a. 14
Boiano
Antonio del giudice Giovanni de Vito, di Boiano, pubbl. not.
Nicola de Parisio, giudice di Boiano
Maria, ved. del q. Ruzio, «de plagea», di S. Nicola della città di Boiano, dona, con donazione irrevocabile «inter vivos», alla chiesa di S. Maria del Vivario, di Boiano, tutti i suoi eddetti, stabili, mobili, ecc. per mano di suo figlio, fra Tommaso, priore della medesima chiesa, con la condizione di essere ammessa come oblata del monastero e seppellita in quella chiesa, ma riservandosi, durante la sua vita, l’usufrutto dei beni donati (XXVIII, 115)
3926.
1399, gennaio 2, ind. VII – Bonifacio Pp. IX
Avellino
Pietro de Brusaco, di Benevento, pubbl. not. apostolico
Matteo, vesc. di Avellino, dichiara che Pandullo, ab. di M.V., gli aveva presentata una bolla di Bonifacio Pp. IX, data da Roma il 29 ottobre dell’anno VI del pontificato (riferita, Reg. 3907), relativa alla riduzione delle decime da corrispondersi dall’abbazia di M.V. alla Curia papale; e che dopo le informazioni prese il canone da corrispondersi veniva ridotto da 20 a 10 once (I, 180)
3927.
1399, gennaio 12, ind. VII – Ladislao re a. 12
Formicola
Giacomo de Rocca, di Caserta, pubbl. not.
Cicco de Amico, di Formicola, guidice a vita ivi
Il Padre Biscardo da Severino, priore di S. Maria del Castello in Formicola, dell’Ordine di M.V., volendo terminare una cappellaa da lui cominciata, sotto il titolo di S. Caterina in una masseria appartenente alla suddetta chiesa di S. Maria del Castello, nel luogo detto Mairone, e avendo bisogno di danaro, crede bene di dare a censo i beni di quella chiesa, e in particolare concede al maestro Giacomo de Isa un pezzo di terra nel luogo detto Mairano, per il canone annuo di un tarì, e 24 tarì per questa concessione (XLV, 9)
3928.
1399, febbraio 9, ind. VII – Ladislao re a. 11
Altavilla
Pietro Furrello de Ricia, pubb. not.
Simone de Rainola, giudice annuale di Altavilla
Pandullo, ab. di M.V. (che si sottoscrive), concede al maestro fisico Cubelluccio de Murrone, per 29 anni, sette pezzi di terra nelle pertinenze di Murrone, e cioè: il 1° nel luogo detto Mutata; il 2° nel luogo detto «a lo fundo»; il 3° nel luogo detto Schito; il 4° nel luogo detto «a la perdosola»; il 5° nel luogo detto «a le Cornare»; il 6° nel luogo detto Santo Janne; e il 7°, consistente in un montano con orto, ora tenuti dall’erede del q. Ruggiero de Ricia, per i quali si devono corrispondere 3 tarì all’anno. Ugualmente l’erede del q. not. Giovanni deve corrispondere un tarì all’anno, per una terra «a le curti», che, «favente malicia temporis», è stata completamente devastata come la maggior parte dei beni ecclesiastici, deteriorati in modo che al monastero ne provienne bn poco vantaggio e le cose vanno peggiorando di giorno in giorno, di guisa che c’è pericolo che, così abbandonati, possano essere occupati clandestinamente da qualcuno (LXXXVIII, 26)
3929.
1399, marzo 1°, ind. VII (in: 1433, aprile 19, ind. XI)
Nola
Pertello Sussulano, pubbl. not.
Masello Pipino, di Nola, giudice ivi
Il magnifico don Nicola Orsini («de Ursinis») attesta di aver fatto testamento per mano dello stesso not. Pertello Sussulano, ma, dovendo ancora dichiarare e disporre molte cose, che non aveva potuto porre nel testamento, ora intendeva aggiungere al testamento un codicillo, in cui fra l’altro si riconosceva debitore verso il monastero di M.V. in 100 once, come risultava da pubblico strumento (in XCV, 6)
3930.
1399, marzo 13, ind. VII – Bonifacio Pp. IX a. 10
Nola
Giovannello Malicia, di Nola, pubbl. not. apostolico
Padullo, ab. di M.V., cede al maestro Coluccio Barone, abitante in Nola, una terra nelle pertinenze di Nola e del casale di San Paolo; e in cambio riceve i seguenti beni: una cisina nel luogo detto Cerbaro; una cisina nel luogo detto «alle Valle de Janne Cusetore»; una cisina nel luogo detto «a lo Vallone de li lupi»; una cisina e un bosco nel luogo detto «a lo termete»; una cisina e un bosco nel luogo detto «a lo Serrone»; una casalina nel casale di Mercogliano; e una selva nel luogo detto Via piana (LVIII, 67)
3931.
1399, aprile 13, ind. VII – Luigi re a. 14
Boiano
Antonio del giudice Giovanni de Vito, di Boiano, pubbl. not.
Nicola Carleno, giudice di Boiano
Leonarda di Giovanni Jocca, di Boiano, con l’autorizzazione di Meo Russo, della città superiore di Boiano, mundualdo a lei dato dal giudice, vende ad Altruda di Pietro de Raone, di Baranello, abitante in Boiano, una casa in Boiano, nella parrocchia di Sant’Andrea, per un’oncia d’oro (XXIX, 230)
3932.
1399, agosto 6, ind. VII – Ladislao re a. 12 («13»)
Sant’Agata
Nicola Pascario, della città di Sant’Agata, pubbl. not.
Pietro de Limata, giudice di Sant’Agata
Dovizia, ved. di Angelo Papa, vende a Domenico, f. del q. Caprio de Bruna, un pezzo di terra arbustata nelle pertinenze di Sant’Agata, nel luogo detto Fuiano («ad Fuyanum»), per un’oncia e 29 tarì (XI, 123)
3933.
1399, agosto 27, ind. VII – Ladislao re a. 12
Sant’Agata
Marino di Luca Giovanni de Guglielmo, di Sant’Agata, pubbl. not.
Pietro de Limata, giudice di Sant’Agata
Nicola, f. del q. Nicola de Enrico, insieme con Pietro, suo fratello, e Angela, loro madre, col consenso di sua moglie Palma, vende a Nicola di Francesco Villicone certe case in Sant’Agata, nel luogo detto Caminata, per il prezzo di 2 once (XI, 124)
3934.
1399, settembre 5, ind. VIII (in: 1400, maggio 2, ind. VIII)
Bartolomeo Nicia, di Napoli, pubbl. not.
Carlo Caracciolo («Caraczuli»), di Napoli, giudice annuale ivi
Pandullo, «dei gratia» ab. di M.V., fa riprodurre l’intercetera del testamento di Lancillo Filangieri, f. di don Giacomo Filangieri, conte di Avellino, riguardante M.V., e cioè il lascito fatto al monastero di M.V. del Monte dei suoi beni burgensatici nella città di Barletta, – dai quali se ne dovevano sottrarre 105 once, lasciate a donna Caterina, sua sorella, pr le sue doti, e ciò nel caso che si potesse ottenere dispensa di dotaare dai beni feudali -: lascito fatto alla condizione che nell’Ospizio grande in Barletta («Barulo») si dovesse costruire una chiesa dell’Ordine di M.V., dove avessero dovuto dimorare tanti Padri quanti se ne potevano alimentare con le rendite di quei beni, al quale legato intervenne pure il consenso della contessa, madre di Lancillo (in XXIII, 115)
3935.
1399, settembre 25, ind. VIII (in: 1399, ottobre 5)
Napoli, nella chiesa di S. Maria di Alto Spirito
Pandullo, ab. di M.V.l, e i monaci del monastero di S. Maria di Alto Spirito costituiscono loro procuratore fra Donatulo da Summonte per stipulare un contratto di donazione con don Giovanni Sasso, arciprete di Cervinara, il quale intendeva donare a M.V. una cappella costruita nel casale di Pantanari («Pantanaro») e dotarla di beni, a certe condizioni (in XXXVII, 1)
3936.
1399, ottobre 5, ind. VIII – Ladislao re a. 13
Cervinara
Giovanni de Clemente, di Cervinara, pubbl. not.
Masio de Biagio («Blasio»), giudice annuale di Cervinara
Don Giovanni Sasso, arciprete di Cervinara, dona al monastero di M.V., – per mano di fra Donatulo da Summonte, agente dietro procura di Pandullo, ab. di M.V. (riferita, Reg. precedente) – una cappella costruita nel casale di Pantanari di Cervinara, sotto il titolo di S. Maria, vicino alle sue case, e dota la medesima dei seguenti beni: un territorio detto «a la corte Mercuallo»; una terra nel luogo detto «a la compara»; un’altra terra ivi; una terra nel luogo detto «in capo de limate»; una terra nel luogo detto «a la compara»; una terra nel luogo detto Cesine; una terra nel luogo detto «a lo Ponte de Cardito»; una terra nel luogo detto «a lo schito»; altre due terre ivi; una terra nel luogo detto «a la Valle»; una terra detta «a Campo sotta Ferrari»; una selva detta «a la costa de Santo Blasio»; un’altra selva ivi; un altro oliveto nel luogo detto Pastene; tutte le sue case nel casale di Pantanari, vicino alla suddetta cappella; altre case vicino al castello; una terra detta Guancini. Tutti questi beni sono in territorio di Cervinara e donati con obbligo da parte di M.V. di destinarvi due padri sacerdoti «ydoneos et castos» in quella terra di Cervinara, per il servizio della cappella, e questa cappella doveva essere obbligata a corrispondere ogni anno al monastero di M.V. Maggiore sei tarì di carlini d’argento. In caso di inadempienza dei patti contenuti in questa donazione doveva succedere il monastero di S. Chiara di Napoli (XXXVII, 1)
3937.
1399, novembre 2, ind. VIII – Ladislao re a. 13
Montoro
Pandullo Scattaretica, di Salerno, pubbl. not.
Scurcillo Aversano, giudice annuale di Montoro
Petruzzillo de Truppo, f. di Volpicello, di Montoro, vende a fra Munturello Cantilione, di Montoro, una terra nelle pertinenze di Montoro, nel luogo detto Garofolo, per 26 tarì di Sicilia (LXXXVIII, 12)
3938.
1399, novembre …, ind. VIII – Ladislao re a. 13
Napoli
Bucio Mancino, cittadino di Napoli, pubbl. not.
Antonio de Palmiero («Palmerio»), di Aversa, giudice
Ritula, figlia di Giacomo («Jacono»), f. di Puczillo, di Sarno, e figlia ed erede della q. Biancolella de Sirica, vivente «iure romano», asserisce che al tempo in cui sua madre contrasse matrimonio col suddetto Giacomo, costui ebbe per dote 7 once d’oro e 25 tarì, che promise di restituire in caso di scioglimento del matrimonio, secondo l’uso e la consuetudine della città di Sarno. Ora essa, Ritula, come erede, richiede quel denaro, e perciò costituisce suoi procuratoriil maestro orefice Marco de Summonte e Luciano de Enrico, in particolare per quel che riguarda una casa e alcune terre nelle pertinenze della città di Sarno, su cui furono ipotecate le doti di sua madre (CVII, 65)
Segue a questo punto nel volume di Mongelli una APPENDICE in cui sono riportati documenti riguardanti Montevergine estratti dai Registri della Cancelleria Angioina
INDICI (a cura di Francesco Maria Guerriero, studente ITIS “Guido Dorso” Avellino, in Alternanza Scuola Lavoro, novembre 2018)
INDICE DEI NOTAI E DEI GIUDICI
INDICE DELLE COSE PIÙ NOTEVOLI
*Tirocinanti presso la Biblioteca di Montevergine nel periodo maggio-novembre 2018
**Studente ITIS “Guido Dorso” Avellino, in Alternanza Scuola Lavoro, novembre 2018