1202-1204

Dal Codice Diplomatico Verginiano, a cura di Placido Mario Tropeano (Montevergine, Padri Benedettini, 1999)

 

1151. CARTULA VENDITIONIS
1202 – marzo, ind. V, Mercogliano
Alla presenza del giudice Biagio di Mercogliano, Giacomo e la moglie Clarizia, per la quale lo stesso Giacomo funge da mundoaldo, trovandosi in gravi difficoltà economiche, decidono di vendere a Lando Duno la quarta ereditata da Clarizia dal precedente marito Milone su un terreno sito nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Urbiniano, realizzando la somma di 30 tarì di buona moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 1154, mm. 185×310; scrittura minuscola di transizione).

1152. SCRIPTUM VENDITIONIS
1202 – marzo, ind. V, Grottaminarda
Ruggiero figlio del fu Matteo e la madre Mattia, per superare le difficoltà economiche in cui versano e per liquidare un debito contratto dal defunto genitore e marito, alla presenza del giudice Sampneto e col consenso dei rispettivi mundoaldi e tutori, vendono a Giovanni Selvatico un pezzo di terra seminativa, sita nelle pertinenze di Grottaminarda, per il prezzo di 2 once d’oro; aggiungono tuttavia la clausola che qualora, al tempo del raccolto dei cereali, dovessero trovarsi nelle condizioni di restituire quella somma, il terreno tornerà in loro possesso, altrimenti rimarrà in definitiva proprietà di Giovanni e dei suoi eredi.
(Originale, PERGAMENA N. 1155, mm. 220×285; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1153. CARTULA VENDITIONIS
1202 – aprile, ind. V, [Eboli]
Alla presenza del giudice Matteo di Eboli, Giovanni Papaleo vende al giudice Michele, il quale agisce a nome e per conto della moglie Filomena, un orto sito nelle pertinenze di Eboli, dove si dice Terrana, realizzando la somma di 26 tarì di moneta salernitana; contemporaneamente il venditore consegna al giudice Michele due documenti, legalizzati dal giudice Landolfo in cui sono contenuti i confini dell’orto venduto e che dovranno servire come munimina nelle mani di Filomena per il quieto possesso dell’orto.
(Originale, PERGAMENA N. 1156, mm. 280×105; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1154. BREBE CONFIRMATIONIS
1202 – aprile, ind. V, Montefusco
Costantino figlio del fu giudice Mercurio ricorda di aver acquistato in precedenza dai fratelli Emanuele e Ruggiero, quando quest’ultimo era ancora minorenne, parte di una casa di loro proprietà, sita a Montefusco nella parrocchia di Santa Maria nei pressi della pubblica piazza; ora chiede a Ruggiero, divenuto maggiorenne, di ratificare quella vendita; inoltre decide di costruire un muro di separazione tra le due proprietà, precisando che, qualora i due fratelli coopereranno alla metà della spesa, lo stesso muro sarà di comune proprietà, altrimenti rimarrà di esclusivo suo dominio.
(Originale, PERGAMENA N. 1157, mm. 180×200; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1155. CARTULA VENDITIONIS
1202 – aprile, ind. V, [Buccino]
Alla presenza del giudice Giovanni e dei testi Giovanni e Nicola di Salerno, Roberto figlio di Giaquinto, col consenso della moglie, vende a Guglielmo Filippo figlio del fu Riccardo Filippo un casalino attiguo alla casa dello stesso Filippo, realizzando la somma di 10 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 1158, mm. 200×220; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1156. CARTULA VENDITIONIS
1202 – maggio, ind. V, Sarno
Alla presenza del giudice Giovanni, Nicola Greco col consenso di Unfrido vescovo di Sarno vende a Sarno Pappacena un terreno che egli teneva a censo dalla diocesi, sito nelle pertinenze di Sarno dove si dice Bocca di Butrece, realizzando la somma di 35 tarì di moneta salernitana e facendo ricadere sull’acquirente il canone annuo dovuto all’episcopio in ragione di due misure su dodici del raccolto.
(Originale, PERGAMENA N. 1159, mm. 320×250; scrittura minuscola corsiva di transizione con elementi di beneventana).

1157. CARTULA VENDITIONIS
1202 – maggio, ind. V, Ariano
Alla presenza del giudice Alessandro e dei testi Riccardo e Torgisio, Giovanni figlio del fu Giovanni Ralpoto e la moglie Maria, per la quale lo stesso marito funge da mundoaldo, vendono alla signora Agnese, figlia del fu comestabile Raono e per la quale funge da mundoaldo il marito Riccardo di Ariano, una vigna con annesso un pezzo di terra vacua, site nelle pertinenze di Ariano dove si dice Messi, realizzando la somma di 7 once d’oro.
(Originale, PERGAMENA N. 1160, mm. 235×325; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1158. SCRIPTUM VENDITIONIS
1202 – maggio, ind. V, Mercogliano
Alla presenza del giudice Biagio, il diacono Giovanni, detto anche Giacomo Giovanni, figlio del fu giudice Pagano vende a Dauferio, il quale agisce anche a nome degli altri fratelli e sorelle nati o nascituri dal presbitero Guglielmo ad eccezione della sorella Gulizia già andata sposa ad un certo Giovanni, una casa in muratura solariata  sita nel Castello di Mercogliano nei pressi della Porta de Pede, realizzando la somma di un’oncia d’oro e mezza; alla vendita si associano Clarizia moglie, Roberto figlio e Trotta nuora del venditore e concedono all’acquirente le garanzie di legge per il quieto possesso di quella casa.
(Originale, PERGAMENA N. 1161, mm. 277×335; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1159. CARTULA CENSUS
1202 – giugno, ind. V, Nola
Il sacerdote Riccardo custode e rettore della chiesa di Sant’Eudeno di Castel Cicala, col consenso del vescovo Marino di Nola e alla presenza di alcuni canonici della cattedrale nonché di altri testi qualificati, cede al monaco Benedetto priore della grancia verginiana di Santa Maria del Plesco di Casamarciano un pezzo di terra sito a Villa Casabarzana, adiacente ad un’altra terra appartenente alla stessa chiesa di Santa Maria del Plesco, per il canone annuo di 5 tarì di moneta amalfitana da versare per la festa del Natale.
(Originale, PERGAMENA N. 1162, mm. 235×375; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1160. CARTULA VENDITIONIS
1202 – luglio, ind. V, Sarno
I coniugi Pietro de Sergio e Rigala figlia del fu Nicola Iozzo, alla presenza del giudice Riccardo, vendono a Riccardo Salvatico due pezzi di terra, siti rispettivamente nel casale di San Marzano e nella località Vallicella, realizzando la somma di 2 once d’oro e una quarta.
(Originale, PERGAMENA N. 1166, mm. 310×290; scrittura minuscola corsiva di transizione con elementi di beneventana).
torna a inizio pagina

1161. CARTULA OFFERTIONIS
1202 – 4 luglio, ind. V, Troia
I coniugi troiani Pietro figlio del fu Buonfiglio e Maruccia, per la quale lo stesso marito funge da mundoaldo ed alla quale danno il consenso i parenti prossimi Mainardo Caldella e Guglielmo Pelercia, alla presenza del giudice Nicola di Troia offrono alla chiesa di Santa Maria di Montevergine, nelle mani del preposito Maroldo assistito dall’oblato Giovanni in funzione di avvocato, una casa sita nella città di Troia e precisamente nella stradina detta Giovanni di Pandulfo, riservandosi  il diritto di continuare ad abitarvi loro vita natural durante.
(Originale, PERGAMENA N. 1163, mm. 285×352; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1162. CARTULA COMMUTATIONIS
1202 – 28 luglio, ind. V, Troia
Bartolomeo Farao decano del capitolo cattedrale di Troia ed altri cinque canonici, assistiti dall’avvocato Roberto di Madelmo, a nome e per conto dell’intero capitolo, alla presenza del giudice Egidio e altri testi qualificati, si accordano con Graziano de Burgo per lo scambio di alcuni beni stabili: i canonici cedono alcuni vigneti siti nelle pertinenze di Troia dove si dice Selva di Pietro e ricevono altri siti nei pressi del fiume Sandore.
(Originale, PERGAMENA N. 1165, mm. 230×545; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1163. CARTULA QUIETATIONIS
1202 – 28 luglio, ind. V, Benevento
Il monaco Giacomo di Montevergine, dove è superiore l’abate Roberto, si porta a Benevento ed alla presenza del giudice Canturberio procede alla liquidazione di un debito di 50 once, dovute rispettivamente per metà a Bartolomeo Settebocche figlio di Grimoaldo e per metà a Marciano detto Plateario, ritira e distrugge le relative carte di credito, onde evitare futuri eventuali contrasti e pretese.
(Originale, PERGAMENA N. 1164, mm. 290×335; scrittura beneventana di transizione).

1164. MEMORATORIUM GUADIATIONIS
1202 – settembre, ind. VI, Benevento
Il monaco Gerardo di Montevergine, nella veste di priore della chiesa di San Giacomo di Benevento, alla presenza del giudice Canturberio e di altri testi, si fa rilasciare da Ruggiero, che pone come garante il fratello abate Filippo, le garanzie di legge per l’esatta osservanza di quanto disposto nel contratto del suo matrimonio con Beata, il cui mundio affidato al monastero da lui stesso era stato passato a Ruggiero insieme alla dote, consistente in alcuni beni mobili ed una casa, sita nei pressi della chiesa di San Nicola di Torre Pagana; aggiunge la clausola che qualora Beata fosse premorta al marito senza lasciare figli la dote per metà sarebbe stata assegnata al monastero, mentre in presenza di figli sarebbe andata interamente a questi ed il corpo della donna sepolto nella chiesa di San Giacomo; nel caso invece che Ruggiero fosse premorto alla moglie senza lasciare figli maschi il mundio di Beata sarebbe passato per metà al monastero e per metà all’abate Filippo se ancora vivente, altrimenti per intero al monastero.
(Originale, PERGAMENA N. 1168, mm. 225×245; scrittura beneventana di transizione).

1165. SCRIPTUM REMISSIONIS
1202 – settembre, ind. VI, Capua
Maria del Gaudio figlia del fu maestro Gaudio cita in giudizio l’abate Roberto di Montevergine, per entrare in possesso di 20 once d’oro da lei affidate alla custodia dell’abate Eustasio predecessore di Roberto e di altre 4 once d’oro prestate al monaco Nicola priore della dipendenza verginiana di Capua; tuttavia prima che il giudice Nicola emettesse la sentenza, Maria si accorda col monaco Giovanni agente a nome dell’abate Roberto, desiste dalla lite e condona l’intero debito per la salvezza della sua anima.
(Originale, PERGAMENA N. 1167, mm. 250×240; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1166. CARTULA VENDITIONIS
1202 – settembre, ind. VI (V), Montoro
I coniugi Martino de Lacedentana figlio del fu Giovanni e Marotta figlia del fu Roberto Raga, per la quale lo stesso marito funge da mundoaldo, alla presenza del giudice Falco che ne controlla la libera volontà, vendono ad Eustasio Raga zio di Marotta tutti i beni stabili da lei ereditati, siti fuori e dentro Monitoro e consistenti in case e terreni facenti parte dell’asse ereditario paterno, diviso in parti eguali tra lei e il fratello Urso; per tale vendita ricevono 42 tarì di moneta salernitana ed impegnano Eustasio a rivenderli in casa sua in caso di guerra e durante tutto il periodo del conflitto; inoltre Martino, compreso nel detto prezzo, aggiunge un terreno con castagneto da lui posseduto nel vico di Solfora.
(Originale, PERGAMENA N. 1130, mm. 367×242; scrittura minuscola corsiva di transizione).

1167. INSRUMENTUM VENDITIONIS
1202 – settembre, ind. VI (V), Mercogliano
Alla presenza del giudice Biagio di Mercogliano, Giovanni figlio del fu Pietro de Letteria vende a Riccardo figlio del fu Giovanni de Truccia un pezzo di terra con nocelleto, sito nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Macera, realizzando la somma di un’oncia d’oro e 12 tarì di moneta corrente; alla vendita si associano la moglie e la madre del venditore per assicurare all’acquirente il quieto possesso di quel terreno.
(Originale, PERGAMENA N. 6454, mm. 270×300; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1168. CARTULA CENSUS
1202 – settembre, ind. VI (V), Mercogliano
Alla presenza del giudice Biagio di Mercogliano, il monaco di Montevergine Urso procuratore di Mercogliano, col consenso dell’abate Roberto, cede in fitto perpetuo a Biagio figlio del fu Falco de Sergio tre pezzi di terra, dei quali uno con castagneto e due con vigneto, siti nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Urbiniano, per il canone annuo di 2 tarì di moneta salernitana, da versare al monastero per la festa di Santa Maria del mese di settembre, e di un’oncia d’oro come entratura.
(Originale, PERGAMENA N. 1131, mm. 334×255; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1169. SCRIPTUM COMMUTATIONIS
1202 – ottobre, ind. VI (V), Mercogliano
Alla presenza del giudice Biagio di Mercogliano, Ruggiero Bentivenga e Riccardo de Truccia si accordano per lo scambio dei seguenti beni stabili; Bentivenga cede un pezzo di terra con castagneto, sito nella località Villa Nova, e riceve una casa, sita nel castello di Mercogliano.
(Originale, PERGAMENA N. 1134, mm. 290×225; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1170. SCRIPTUM COMMUTATIONIS
1202 – ottobre, ind. VI (V), Mercogliano
Alla presenza del giudice Biagio di Mercogliano, Giovanni figlio del fu Silvestro Visconte e Riccardo de Truccia figlio del fu Giovanni si accordano per lo scambio dei seguenti beni stabili: Giovanni cede una casa in muratura salariata, sita dentro il castello di Mercogliano e ricevere un pezzo di terra con orto e piante d’olivo sito nella località Preteta.
(Originale, PERGAMENA N. 1135, mm. 275×235; scrittura minuscola rotonda di transizione).
torna a inizio pagina

1171. SCRIPTUM VENDITIONIS
1202 – ottobre, ind. VI (V), Mercogliano
Alla presenza del giudice Biagio di Mercogliano, Matteo Vita figlio di Salvo vende a Riccardo de Truccia figlio di Giovanni un pezzo di terra con castagneto, sito nella località Villa Nova di Mercogliano, realizzando la somma di 27 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 1136, mm. 200×270; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1172. SCRIPTUM ASSIGNATIONIS
1202 (03) – 2 ottobre, ind. VI, Bari
Gargano figlio del barese Cortice e Leone de Raono figlio del ravellese Sergio, dopo aver ricordato che Urso de Raone fratello di Leone, sul letto di morte ma ancora nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, aveva fatto testamento e lasciato la casa con annesso casalino, da lui acquistata da Trencia e dai suoi figli per il prezzo di 25 once d’oro. Al monastero di Santa Maria di Montevergine con l’obbligo di celebrare ogni giorno una messa cantata a suffragio della sua anima, alla presenza di testi qualificati accompagnano il monaco Pietro da Bari, inviato dall’abate di Montevergine, alla località Pustarola di Bari, dove era sita quella casa con annesso casalino, e lo immettono nel suo reale possesso, consegnando le relative chiavi.
(Originale, PERGAMENA N. 1169, mm. 225×285; scrittura minuscola corsiva di transizione).

1173. CARTULA CONCESSIONIS
1202 (03) – 28 ottobre, ind. VI, Troia
Seclina vedova di Pietro d’Osberno, per la quale funge da mundoaldo il nipote minorenne Riccardo assistito dallo zio tutore Riccardo di Arcidiacono, nel dare il consenso al matrimonio della figlia Sassa con Ugo figlio del giudice Girardi di Sant’Agata di Puglia, concede al genero l’intero palazzo con annesso frantoio, sito nella città di Troia sulla stradina detta Gualtiero Cambiatore, con la clausola che il genero dovrà provvedere al suo sostentamento per i restanti giorni della sua vita e dopo morte ai suffragi in ragione di 5 once d’oro; aggiunge che qualora il genero, nonostante il richiamo di persone qualificate e dello stesso padre Girardo, non volesse o non potesse provvedere a tale sostentamento, metà del palazzo con annesso frantoio ritornerà in suo possesso; infine impegna il genero Ugo a rilasciare la cartula morginchap con l’obbligo di cedere alla moglie la quarta parte di tutti i suoi beni, di non tradirla e di continuare ad abitare con lei nella città di Troia; suocera e genero giurano di osservare i patti.
(Originale, PERGAMENA N. 1170, mm. 225×410; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1174. SCRIPTUM PERMUTATIONIS
1202 (03) – ottobre, ind. VI, Forenza
Ruggiero figlio di Andrea Carafico, avendo ereditato un pezzo di terra adiacente ai beni della chiesa di Santa Maria degli Armeni, dietro mandato del conte Giacomo di San Severino capitano e giustiziere di Puglia e di Terra di Lavoro ed alla presenza di Aliduce catalano di Forenza e di altri testi qualificati, lo cede a quella chiesa nelle mani del giudice Demetrio nella qualità di patrono e governatore della stessa chiesa, ed in cambio riceve dalle mani di Giovanni castellano di Forenza un altro pezzo di terra di maggior valore, appartenente al demanio del conte e sito nella località Piano di Murannano.
(Originale, PERGAMENA N. 1171, mm. 188×277, scrittura rotonda di transizione).

1175. CARTULA VENDITIONIS
1202 – novembre, ind. VI, Mercogliano
Alla presenza del giudice Biagio, Dario figlio del fu Guglielmo Duno con la partecipazione della moglie Carapresa, per la quale egli stesso funge da mundoaldo, vende a Landone figlio del fu Tulimiero Duno una casa in muratura, sita nel Castello di Mercogliano nei pressi della Porta Mazzocca, realizzando la somma di 10 tarì di buona moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 1173, mm. 255×250; scrittura minuscola di transizione).

1176. SCRIPTUM VENDITIONIS
1202 – novembre, ind. VI, Montefusco
Giovanni figlio del fu Giovanni Traballa e Nicola figlio del fu Iovine Traballa, possedendo in comune una terra sita a Montefusco nei pressi della chiesa di San Barbato, alla presenza del giudice Giovanni e di altri testi, decidono di venderla a Salerno figlio di Pietro di monitoro, realizzando la somma di 20 tarì di buona moneta salernitana; alla vendita si associano Trotta madre di Giovanni e Remegarda moglie di Nicola e concedono all’aquirente le garanzie di legge per il quieto possesso di quella terra.
(Originale, PERGAMENA N. 1174, mm. 270×240; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1177. SCRIPTUM OBLATIONIS
1202 (03) – novembre, ind. VI, Avella
I signori coniugi Roberto de Ansalone e Pellegrina insieme al figlio Tommaso, alla presenza del giudice Bartolomeo e di altri testi qualificati, in suffragio dei loro parenti defunti e per la remissione dei loro peccati, offrono alla chiesa di Santa Maria di Montevergine un pezzo di terra coperto da piante d’olivo, sito nelle pertinenze di Avella dove si dice Grumulo.
(Originale, PERGAMENA N. 1172, mm. 280×355; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1178. CARTULA VENDITIONIS
1202 (03) – novembre, ind. VI, Sarno
I fratelli Riccardo e Pocoamato figli del fu Riccardo de Iannone, alla presenza del giudice Alfano, vendono al presbitero Bartolomeo e al fratello Leonardo figli del fu Sarno de Angela il dominio e i diritti loro spettanti su un territorio di loro proprietà dato in fitto a Giovanni Pappacena, sito nelle pertinenze di Sarno dove si dice Torello, realizzando la somma di un’oncia d’oro e una quarta.
(Originale, PERGAMENA N. 1175, mm. 350×280; scrittura minuscola corsiva di transizione).

1179. MEMORATORIUM GUADIATIONIS
1202 – dicembre, ind. VI, Montefusco
Lodoisio figlio del fu Dauferio, alla presenza dei giudici Guarmundo e Giovanni di Montefusco, dietro il versamento di 2 once d’oro, ottiene dal milite Milone figlio del comestabile Eriberto l’affrancazione dalla fideiussione da lui posta sul contratto matrimoniale dello stesso Milone nel prendere in moglie Solomia sorella del giustiziere Guerrerio, consistente nell’utilizzo da parte di milone della terza parte di tutti i beni stabili di Guerrerio fino a quanto questi non gli avesse versato le 80 once d’oro promesse come dote di Solomia.
(Originale, PERGAMENA N. 1176, mm. 215×210; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1180. SCRIPTUM GUADIATIONIS
1202 – dicembre, ind. VI (VII), Montefusco
Il giudice Guarmundo, dietro richiesta di Giovanni Caldeferro, fa redigere in forma legale l’accordo precedentemente raggiunto alla sua presenza dallo stesso Caldeferro con Ruggiero Servato di Benevento e con i giudici Riccardo e Mercurio di Montefusco, riguardante la mancata restituzione di 2 once su un prestito complessivo di 100 once d’oro, sostenuta dal Coldeferro e negata dalla parte avversa; in sede giudiziaria, prima che il giudice Guarmundo emettesse la sentenza definitiva le parti si accordarono per il rimborso di una sola oncia d’oro da parte di Ruggiero e dei due giudici e per la distruzione dei documenti debitori da parte di Giovanni Coldeferro.
(Originale, PERGAMENA N. 1186, mm. 235×455; scrittura minuscola rotonda di transizione).
torna a inizio pagina

1181. SCRIPTUM VENDITIONIS
1203 (02) – gennaio, ind. VI, Grottaminarda
Alla presenza del giudice Eletto e col consenso del signore locale Ruggiero, vende a Leonardo figlio del signore Palmiero, anch’egli abitante a Grottaminarda, un orto sito fuori il castello di Grottaminarda nella località Formula, realizzando la somma di 20 tarì di moneta salernitana ed una grimpa di grano dal valore corrente di 9 tarì salernitani.
(Originale, PERGAMENA N. 1179, mm. 310×180; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1182. CARTULA LOCATIONIS
1203 – gennaio, ind. VI, Avellino
Alla presenza del giudice Mattia di Avellino, l’abate Roberto di Montevergine col consenso dell’intera comunità monastica concede in fitto perpetuo a Dibicia ed ai suoi eredi legittimi un pezzo di terra in parte coltivato a vigneto e in parte a castagneto, sito nelle pertinenze di Avellino dove si dice Vaneo, per il canone annuo di una libbra di cera, da corrispondere il primo gennaio.
(Originale, PERGAMENA N. 1177, mm. 265×200; scrittura minuscola di transizione).

1183. CARTULA LOCATIONIS
1203 – gennaio, ind. VI, Avellino
Alla presenza del giudice Mattia di Avellino, l’abate Roberto di Montevergine col consenso dell’intera comunità monastica concede in fitto perpetuo ad Arminia ed ai suoi eredi legittimi un pezzo di terra coperto da viti e da altri alberi da frutta, sito nelle pertinenze di Avellino dove si dice Vaneo, per il canone annuo di una libbra di cera, da corrispondere il primo gennaio.
(Originale, PERGAMENA N. 1178, mm. 210×185; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1184. CARTULA OFFERTIONIS
1203 (02) – febbraio, ind. VI, Summonte
Alla presenza del giudice Magno di Summonte, Guglielmo figlio del fu Vitale offre se stesso e tutti i suoi mobili e stabili alla chiesa di Santa Maria di Montevergine, nelle mani dell’abate Roberto, escludendo quel che spettava all’università di Summonte e ritenendosi, col permesso dello stesso abate, il danaro necessario per il pellegrinaggio che intendeva fare alla tomba dell’apostolo San Giacomo di Compostella in Spagna.
(Originale, PERGAMENA N. 1180, mm. 220×310; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1185. SCRIPTUM PERMUTATIONIS
1203 – aprile, ind. VI, Forenza
Guglielmo figlio del fu Florio di Forenza, trovandosi in possesso di un piccolo pezzo di terra adiacente ai terreni di proprietà della chiesa di Santa Maria degli Armeni, dietro mandato del conte Tricarico Giacomo di San Severino, lo cede a quella chiesa nelle mani del giudice Demetrio nella qualità di patrono e governatore di detta chiesa, ed in cambio riceve dalle mani di Giovanni castellano di Forenza un altro pezzo di terra di maggior valore, appartenente al demanio dal conte e sito nella località Valle di Bisantello.
(Originale, PERGAMENA N. 1181, mm. 217×248; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1186. SCRIPTUM OBLATIONIS
1203 (04) – aprile, ind. VI, Avella
Alla presenza del giudice Bartolomeo di Avella e di altri testi qualificati, Lucroso figlio del fu Daniele Armia, costretto da grave necessità, dona alla chiesa di Santa Maria di Montevergine, quando il monaco Paolo era priore della casa di Baiano, se stesso ed un pezzo di terra, sito tra Baiano e Sperone.
(Copia imitativa, PERGAMENA N. 1182, mm. 335×395; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1187. CARTULA VENDITIONIS
1203 – 2 ottobre, ind. VII, Montefusco
Enrico ancora minorenne figlio del fu Goffredo Martello milite di Tufo, avendo ereditato dal defunto genitore un pezzo di terra vacua, sito nelle pertinenze del castello di Tufo, col consenso del notaio Giordano e del fratello Giovanni, zii e tutori di Enrico, decide di venderlo a Lodoisio figlio del fu Dauferio di Chiusano per il prezzo di un’oncia d’oro; aggiunge che per la parte spettante alla madre Custa, l’acquirente si impegna a versare il canone annuo di 8 imperiali per la festa di San Martino; infine il notaio precisa che il giudice non vide personalmente i confini, ma si assicurò che fossero veri.
(Originale, PERGAMENA N. 1183, mm. 276×355; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1188. CARTULA LOCATIONIS
1203 – ottobre, ind. VII, Mercogliano
L’arciprete Lando, nella qualità di rettore della chiesa di San Giacomo di Urbiniano, alla presenza del giudice Biagio di Mercogliano, cede in fitto perpetuo al figlio naturale, anch’esso di nome Lando, due pezzi di terra di proprietà della chiesa, dei quali uno con castagneto sito nella località Comunalia e l’altro con orto ed oliveto sito nella località Preteta, con l’obbligo di incrementare il castagneto e l’oliveto, di corrispondere la metà delle castagne e delle olive e la decima parte dei seminati, nonché il canone annuo di 2 tarì da versare per la festa di Santa Maria del mese di settembre.
(Originale, PERGAMENA N. 1184, mm. 175×365; scrittura minuscola di transizione).

1189. CARTULA EMPTIONIS [TRANSUMPTUM]
1203 – 7 novembre, ind. VII, Benevento
I fratelli Nicola e Pietro figli del fu Urso acquistano da Tommaso figlio del fu Romualdo una casa in muratura, sita nella città vecchia di Benevento nei pressi della piazza pubblica che mena a Porta Aurea non lontano dalla chiesa di San Giovanni di Porta Somma.
(Inserto nella PERGAMENA N. 1298 del 17 ottobre 1210).

1190. BREBE LOCATIONIS
1203 – dicembre, ind. VII, Montefusco
Giovanni Ganguno oblato di Montevergine, alla presenza del giudice Guarmundo, concede a Tudino figlio del fu Guglielmo di Ariano un pezzo di terra di Montevergine, sito nel castello di Tufo, precisando che per metà è ceduto in proprietà e per metà in fitto, con l’obbligo di corrispondere una quarta d’oncia d’oro per entratura e il canone annuo di 8 tarì di moneta salernitana da versare per la festa della Pasqua; inoltre il giudice Guarmundo chiede all’oblato Giovanni di presentargli la lettera di autorizzazione da parte dell’abate Roberto di Montevergine, che poi fa inserire come conclusione dell’atto notarile.
(Originale, PERGAMENA N. 1187, mm. 235×290; scrittura minuscola rotonda di transizione).
torna a inizio pagina

1191. CARTULA VENDITIONIS
1203 – dicembre, ind. VII, [Eboli]
Alla presenza del giudice Boamondo, Angelo figlio del fu Argiro vende a Patrono figlio di Albano Caricala la metà di un territorio coperto da alberi d’olivo per il prezzo di 2 once d’oro e una quarta di tarì siciliani al peso di Salerno; il notaio nel darle le misure aggiunge che Patrono acquistava quel terreno a nome suo e dei fratelli: Roberto, Giovanni e Giacomo.
(Originale, PERGAMENA N. 1188, mm. 377×190; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1192. CARTULA VENDITIONIS
1203 – dicembre, ind. VII, [Eboli]
Alla presenza del giudice Matteo di Eboli, i fratelli Guglielmo e Giovanni figli del fu Giovanni Franciense, trovandosi in gravi difficoltà economiche e scegliendosi come mundoaldo Matteo Arrapato, vendono a Pietro detto di donno Giacomo primicerio un casalino, sito nella parrocchia di San Giorgio, realizzando la somma di 15 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 1189, mm. 305×220; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1193. CARTULA VENDITIONIS
1204 (03) – gennaio, ind. VII, Mercogliano
Pietro de Mauro figlio del fu Gualtiero, alla presenza del giudice Biagio di Mercogliano, vende a Riccardo de Truccia figlio del fu Giovanni un pezzo di terra vacua sito nella località Lagu,  realizzando la somma di 15 tarì di buona moneta salernitana; alla vendita si associa Magalda moglie di Pietro per assicurare all’acquirente il quieto possesso di quel terreno.
(Originale, PERGAMENA N. 1190, mm. 240×290; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1194. CARTULA LOCATIONIS
1204 (03) – gennaio, ind. VII, Avellino
Alla presenza del giudice Matteo di Avellino, i monaci di Montevergine, Roberto nella qualità di preposito e Andrea nella qualità di cellerario, col consenso dell’abate Roberto, cedono in fitto perpetuo ai fratelli Giovanni ed Eliseo figli del fu Marco Balzamone un castagneto sito nella località Angone con l’obbligo di coltivare e far fruttificare il castagneto e di corrispondere la metà delle castagne ancora verdi.
(Originale, PERGAMENA N. 1191, mm. 275×153; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1195. INSTRUMENTUM DONATIONIS
1204 (03) – febbraio, ind. VII, Auletta
Roberto de Cuccaro signore di Auletta, alla presenza di Pantaleone arcivescovo di Conza della Campania, di Ugo signore di Petina, di Arnaldo signore di Contursi, dei giudici Pietro e Leone di Auletta e di altri testi qualificati, dona alla chiesa di Sant’Onofrio di Petina due orti coperti da piante di olivo e di altri alberi fruttiferi e infruttiferi, siti nel territorio di massa, ed altre tre piante d’olivo piantate in una vigna di sua proprietà, sita nel tenimento dello stesso casale di Massa.
(Originale, PERGAMENA N. 1192, mm. 300×200; scrittura minuscola di transizione).

1196. CARTULA VENDITIONIS
1204 (03) – febbraio, ind. VII, San Martino Valle Caudina
Giovanni figlio del fu Giovanni di Urso Sabatino e la madre Maria, per la quale lo stesso figlio funge da mundoaldo, alla presenza del giudice Durante e di Nicola di Bartolomeo, vendono a Bartolomeo figlio del fu Diodavita un pezzo di terra con oliveto, sito nelle pertinenze di San Martino Valle Caudina nella località Palombara da loro ereditato dal defunto padre e marito, per il prezzo di 82 tarì di moneta amalfitana, di cui 20 vengono consegnati alla stipula del contratto e degli altri 62 si rende garante il presente Nicola di Bartolomeo.
(Originale, PERGAMENA N. 1193, mm. 200×300; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1197. BREBE VENDITIONIS
1204 – marzo, ind. VII, Mercogliano
Milone figlio del fu Milone, alla presenza del giudice Biagio di Mercogliano, vende a Landone figlio del fu Tulimiero Duno un pezzo di terra arbustata, sito nella località Urbiniano, per il prezzo di 3 quarti di un’oncia d’oro; alla vendita si associa Clarizia attuale moglie di Milone per garantire a Landone il quieto possesso di quel terreno, ponendo così fine ad una questione sorta tra il venditore e l’acquirente per la vendita della quarta parte da lei in precedenza fatta a favore dello stesso Landone, divenuto suo genero per averne sposato una figlia del primo letto.
(Originale, PERGAMENA N. 1194, mm. 182×265, scrittura minuscola di transizione).

1198. BREBE OFFERTIONIS
1204 (05) – marzo, ind. VII, Avella
Guglielmo figlio del fu Branzialino di Rinaldo Faraone, col consenso della nonna Gemma e della madre Mabilia, alla presenza del giudice Bartolomeo e di altri testi qualificati, dona alla chiesa di Santa Maria di Montevergine, nelle mani dl monaco Paolo priore della casa di Baiano, una terra sita nel luogo detto Casula, che da lui teneva a censo Giacomo Palmerio figlio del fu presbitero Viviano.
(Originale, PERGAMENA N. 1195, mm. 195×245; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1199. SCRIPTUM OBLATIONIS
1204 – aprile, ind. VII, Montefusco
Ruggiero figlio del fu Dionisio, col consenso della madre Mabilia presente alla stesura dell’atto di donazione, alla presenza del giudice Guarmondo di Montefusco, dona alla chiesa di Santa Maria di Montevergine, nelle mani del monaco Roberto preposito del monastero di Montevergine, un pezzo di terra sito nelle pertinenze di Montaperto nella località Spineta.
(Orignale, PERGAMENA N. 1196, mm. 235×284; scrittura minuscola di transizione).

1200. CARTULA OBLATIONIS
1204 – maggio, ind. VII, Mercogliano
Angelo figlio del fu Amato di donno Laudo, alla presenza dei giudici Biagio e Ruggiero di Mercogliano, offre nelle mani dell’abate Roberto di Montevergine la parte dello ius patronatus a lui spettante sulla chiesa di San Giacomo di Mercogliano, sita nella località Urbiniano, ed un pezzo di terra coperto da alberi di castagno, sito nel luogo detto Plaia.
(Originale, PERGAMENA N. 1197, mm. 190×275; scrittura minuscola di transizione).
torna a inizio pagina