1195-1196

Dal Codice Diplomatico Verginiano, a cura di Placido Mario Tropeano (Montevergine, Padri Benedettini, 1986)

 

952. SCRIPTUM VENDITIONIS
1195 (94) – gennaio, ind. XIII, Montefusco
I fratelli Gidio, Bartolomeo, Pietro e Matteo, figli del fu Bartolomeo di Venticano, per liquidare un debito verso il fisco e per sovvenire ad altre loro necessità personali, alla presenza del giudice Mercurio, vendono a Giacomo, figlio del fu Doferio, un terreno di comune proprietà, sito nei pressi di San Giovanni a Marcopio dove si dice San Vito, ricevendo a saldo 2 romanati e 3 tarì di moneta amalfitana, in aggiunta ad altri 4 romanati e 9 tarì già ricevuti in acconto; alla vendita si associano Rigale e Despina, rispettivamente mogli di Gidio e Bartolomeo.
(Originale, PERGAMENA N. 948, mm. 291×255; scrittura minuscola di transizione).

953. SCRIPTUM MEMORIE
1195 (94) – gennaio, ind. XIII, Mercogliano
Riccardo figlio del fu Amato de Maiorana e la moglie Corasia figlia del fu Riccardo de Truccia, nonché la loro figlia Maria ed il marito di questa, Benedetto figlio di Mauro del castello del Litto, vendono a Riccardo figlio di Giovanni de Riccardo e nipote diretto di Corasia una casa in muratura sita nel castello di Mercogliano, realizzando la somma di 64 tarì di moneta salernitana e precisando che un tempo quella casa era appartenuta al padre dell’attuale acquirente ed a loro pervenuta in seguito ad uno scambio di beni.
(Originale, PERGAMENA N. 949, mm. 265×195; scrittura minuscola di transizione).

954. CARTULA VENDITIONIS
1195 (94) – gennaio, ind. XIII, Benevento
Giovanni de Ruffo, figlio del fu Giovanni, vende a Matteo de Noele, figlio del fu Giovanni Manco, un terreno sito nella località Pino di Benevento, realizzando la somma di 2 romanati di buona moneta; alla vendita si associa Gaita, matrigna del venditore, e ad essa vengono  concessi 6 tarì di moneta amalfitana per la rinunzia alla quarta parte a lei spettante su quel terreno.
(Originale, PERGAMENA N. 950, mm. 326×290; scrittura minuscola corsiva di transizione).

955. SCRIPTUM COMMUTATIONIS
1195 (94) – febbraio, ind. XIII, Mercogliano
Giovanni figlio del fu Quintavalle, alla presenza del giudice Biagio, cede a Matteo figlio del fu Falcone Fellicola, un terreno sito nella località Padula di Mercogliano, ed in cambio riceve un castagneto, la cui descrizione viene fatta in un altro atto notarile.
(Originale, PERGAMENA N. 951, mm. 215×230; scrittura minuscola di transizione).

956. SCRIPTUM VENDITIONIS
1195 (94) – febbraio, ind. XIII, Mercogliano
Basuino figlio del fu Guglielmo Durante, alla presenza del giudice Biagio e con la partecipazione della moglie Parabella, vende al monastero di Montevergine, nelle mani del monaco Urso Fellicola priore della casa di Loreto, un pezzo di terra sito nella località Fontana di San Nicola, realizzando la somma di 60 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 952, mm. 248×235; scrittura minuscola di transizione).

957. CARTULA OFFERTIONIS
1195 (94) – febbraio, ind. XIII, Castelcicala
I fratelli Pietro e Stefano, figli del fu Riccardo di Saviano, per la salvezza delle anime loro, alla presenza del giudice Giordano, offrono alla chiesa di Santa Maria del Plesco, tramite il monaco Giacomo priore di quella dipendenza monastica d Montevergine, tre pezzi di terra siti nella località detta Iuniva.
(Originale, PERGAMENA N. 953, mm. 221×338; scrittura minuscola di transizione).

958. CARTULA OBLATIONIS
1195 (94) – febbraio, ind. XIII, Mercogliano
Guglielmo, figlio del fu Sabatino Gabilone, alla presenza del giudice Biagio, per la salvezza dell’anima sua e dei suoi cari, offre al monastero di Montevergine, nelle mani del monaco Giovanni da Nusco cellerario dello stesso monastero, due pezzi di terra, l’uno con vigna sito nella località detta Fontana di San Nicola e l’altro con orto sito nel luogo detto Cupone.
(Originale, PERGAMENA N. 954, mm. 259×255; scrittura minuscola di transizione).

959. SCRIPTUM VENDITIONIS
1195 – marzo, ind. XIII, Apice
Giovanni de Coffo, alla presenza del giudice Giovanni, vende a Gerardo, figlio del fu Spenendeo, un orto coperto da alberi da frutta ed infruttiferi, sito nelle pertinenze del castello di Apice dove si dice Cornipando, realizzando la somma di 26 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 942, mm. 244×328; scrittura minuscola di transizione).

960. CARTULA VENDITIONIS
1195 – 20 marzo, ind. XIII, Benevento
Bernardo figlio naturale del fu Bartolomeo de Guiselgardo, alla presenza del giudice Luca, vende a Ruggiero Malanima, figlio del fu Pietro, due case site nella città nuova di Benevento, nei pressi della porta Iscardo, realizzando la somma di 5 romanati di buona moneta; aggiunge inoltre di aver consegnato all’acquirente anche un documento, riguardante una delle due case, scritto per mano dal notaio Rebello.
(Originale, PERGAMENA N. 955, mm. 302×460; scrittura minuscola corsiva di transizione).
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961. CARTULA VENDITIONIS
1195 – 20 marzo, ind. XIII, Benevento
Pandilfo Guiselgardo figlio del fu Bernardo, possedendo sei casalini in comune con la nipote Armena, figlia del suo defunto fratello Bartolomeo, della quale egli detiene il mundio, alla presenza del giudice Luca, decide di venderli a Ruggiero Malanima, figlio del fu Pietro, realizzando, per sé e per la nipote, 11 romanati di buona moneta; alla vendita si associa Clemenza moglie di Pandilfo per cedere all’acquirente i diritti a lei spettanti sugli stessi canalini.
(Originale, PERGAMENA N. 970, mm. 372×380; scrittura minuscola corsiva di transizione).

962. SCRIPTUM MEMORIE
1195 – marzo, ind. XIII, Montefusco
Il monaco Matteo, dietro mandato dell’abate Daniele e della comunità di Montevergine, chiede al giudice Gioacchino di Montefusco di voler ascoltare alcuni testi e rilasciare, per cautela del monastero, un documento legale riguardante la revoca dello scambio di beni tra lo stesso monastero e Galgano figlio del fu Galgano, già verificatasi nell’agosto 1192 (cfr. documento n. 884); il giudice, prima di rilasciare il presente «scriptum memorie», interroga il notaio Doferio, che scrisse il precedente atto, il giudice Giovanni di mastro Angelo e Giovanni Galfrido, i quali presenziarono e sottoscrissero quello stesso atto notarile.
(Originale, PERGAMENA N. 957, mm. 256×374; scrittura minuscola rotonda di transizione).

963. SCRIPTUM VENDITIONIS
1195 – marzo, ind. XIII, Montefusco
Martino, figlio del fu Robertino, e la sorella Floriadasa, moglie di Gualtiero, per la quale lo stesso marito funge da mundoaldo, alla presenza del giudice Filippo, vendono a Costantino, figlio del giudice Mercurio, un pezzetto di terra, sito nelle pertinenze di Montefusco dove si dice Farisei, realizzando la somma di 7 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 958, mm. 310×252; scrittura minuscola di transizione).

964. SCRIPTUM VENDITIONIS
1195 – marzo, ind. XIII, Mercogliano
Mario Pellerio, il figlio Giovanni ed  il genero Attone, con la partecipazione delle loro rispettive consorti di nome Salaffia, Trotta e Disbia, vendono al monastero di Montevergine, tramite il monaco Urso priore della casa di Loreto, un pezzo di terra sito nella località Villanova, realizzando la somma di 50 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 959, mm. 258×375; scrittura minuscola di transizione).

965. CARTULA OBLATIONIS
1195 – marzo, ind. XIII, Capua
I coniugi Robberto, figlio del fu Andrea Sponnola, e Basilia, figlia del fu giudice Basilio di Caserta, offrono al monastero di Montevergine, tramite il monaco Matteo priore delle dipendenze monastiche di Capua e di Schiavi, un pezzo di terra sito nella località Gualdo, ricevendo a titolo di carità 25 tarì di moneta amalfitana, da scalare sulle 6 once d’oro che lo stesso giudice doveva al monastero per l’acquisto di un terreno, sito nella borgata di Maddaloni, donato al monastero da Tommaso Frainella.
(Originale, PERGAMENA N. 960, mm. 255×345; scrittura minuscola di transizione).

966. PRIVILEGIUM HENRICI SEXTI
1195 (94) – 30 marzo, ind. XIII, Bari
Enrico VI, imperatore e re di Sicilia, prende sotto la sua protezione l’abbazia di Montevergine e le sue dipendenze con tutti i beni mobili e stabili; concede ai monaci l’esenzione da un qualunque tributo per il trasporto di tutto ciò che potranno acquistare o vendere; concede la libertà di pascolo per gli animali del monastero su tutto il territorio dell’impero e del regno di Sicilia senza riconoscere ad alcuno il diritto dell’erbatico del glandatico e dell’acquatico; esenta inoltre tutti gli uomini del monastero da ogni gravame fiscale.
(Originale, PERGAMENA N. 956, mm. 365×500; scrittura cancelleresca minuscola).

967. CARTULA VENDITIONIS
1195 – aprile, ind. XIII, Sicignano degli Alburni
Bornichello de Salvia, alla presenza del giudice Riccardo, vende a Florio de Salvia un orto, sito nella località Santa Maria, realizzando la somma di 65 tarì di moneta salernitana; dalla vendita è esclusa una pianta d’olivo sita nella parte settentrionale dell’orto, già di proprietà del milite Sadoc.
(Originale, PERGAMENA N. 961, mm. 225×253; scrittura minuscola di transizione).

968. CARTULA COMMUTATIONIS
1195 – aprile, ind. XIII, Rocca Anniana
Guglielmo figlio del fu Fulco de Benedetto, alla presenza del giudice Maccabeo, cede a Giovanni de Guido, figlio del fu Guido de Benedetto, un terreno sito nella località Fiume, ed in cambio riceve un altro pezzo di terra sito nella località Vigna di Accetore e 20 tarì di moneta amalfitana per la differenza di valore.
(Originale, PERGAMENA N. 962, mm. 190×220; scrittura minuscola di transizione).

969. SCRIPTUM VENDITIONIS
1195- aprile, ind. XIII, Montefusco
I fratelli Compagnone e Giovanni, figli del fu Giovanni de Dauferio, non avendo altre possibilità per provvedere al vitto e al vestito dei nipoti, Giovanni e Maria ancora minorenni, figli del loro defunto fratello Riccardo, il quale per testamento aveva affidato loro la tutela dei minori, decidono di vendere per conto dei minori a Costantino, figlio del giudice Mercurio, una piccola vigna sita nelle pertinenze di Montefusco, dove si dice Farisei, realizzando la somma di 12 tarì di moneta salernitana; alla vendita si associa Floradasa per cedere all’acquirente la quarta parte a lei spettante su detta vigna.
(Originale, PERGAMENA N. 964, mm. 275×300; scrittura minuscola rotonda di transizione).

970. SCRIPTUM VENDITIONIS
1195 – aprile, ind. XIII, Montefusco
Emanuele ed il fratello Ruggiero ancora minorenne, figli del fu Ruggiero Plova, costretti da necessità economiche e con la partecipazione di Rosafresca moglie di Emanuele, alla presenza del giudice Guarmondo, vendono a Costantino figlio del fu giudice Mercurio parte di una casa di loro proprietà, sita nel castello di Montefusco nei pressi della piazza Stallata, realizzando la somma di 7 romanati e mezzo; all’acquirente viene riservato il diritto di prelazione, in caso di vendita, sulla restante parte di casa, pagando un soldo in meno del prezzo corrente; inoltre Emanuele si impegna a rispondere in proprio qualora il fratello Ruggiero, divenuto maggiorenne, dovesse opporsi alla vendita.
(Originale, PERGAMENA N. 963, mm. 320×183; scrittura minuscola rotonda di transizione).
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971. SCRIPTUM VENDITIONIS
1195 – aprile, ind. XIII, Montefusco
Pietro, figlio del fu Doferio de Paritulo, ed il nipote Pietro, figlio del defunto fratello Doferio, alla presenza del giudice Guarmondo, vendono al giudice Riccardo, figlio del fu Giovanni, un terreno di comune proprietà, sito nella località Parituli di Montefusco e più esattamente dove si dice Valle di Bertaccio, realizzando la somma di 3 once d’oro.
(Originale, PERGAMENA N. 965, mm. 256×255; scrittura minuscola rotonda di transizione).

972. CARTULA TESTAMENTI
1195 – aprile, ind. XIII, Avellino
Pietro de Anatra, sul letto di morte ma nel pieno possesso delle sue facoltà, alla presenza del giudice Bartolomeo, fa testamento, lasciando alla moglie Galizia tutti i suoi beni mobili, ad eccezione di una botte destinata ad un certo Virgilio; alla moglie concede anche la facoltà di continuare ad abitare fino allo scadere del fitto una casa di proprietà della chiesa di San Leone, pagando il relativo canone; infine lascia alla chiesa di San Leone una casa di sua proprietà sita nella località Fornillo di Avellino, riservandone tuttavia l’usufrutto alla moglie sua vita natural durante e nel rispetto della quarta parte spettante alla stessa donna.
(Originale, PERGAMENA N. 966, mm. 300×192; scrittura minuscola di transizione).

973. SCRIPTUM TRANSACTIONIS
1195 – aprile, ind. XIII, Mercogliano
Un gruppo di dodici persone, che detenevano lo «ius patronatus» sulla chiesa di Sant’Angelo costruita sul monte detto Vergine, affidano al sacerdote Gionatasio, figlio del fu Guglielmo Duno, l’ufficiatura e la manutenzione della stessa chiesa, con facoltà di sfruttare la metà del patrimonio terriero ad essa appartenente e di utilizzare a suo piacimento la metà delle offerte dei fedeli, esclusi eventuali oggetti donati per ornamento e decoro della stessa chiesa.
(Inserto nella PERGAMENA N. 1686 del marzo 1231).

974. CARTULA VENDITIONIS
1195 – 20 maggio, ind. XIII, Troia
Concilio, figlio del fu Roberto Conciario, e la moglie Mattia vendono ad Ursengario Piscitelli una vigna, sita nelle pertinenze di Troia dove si dice Foresta Mallanisio, realizzando la somma di due once d’oro in tarì di moneta siciliana.
(Originale, PERGAMENA N. 968, mm. 190×392; scrittura minuscola di transizione).

975. CARTULA CONCESSIONIS
1195 – maggio, ind. XIII, Candida
Raone, signore del castello di Serra, figlio del fu Pietro, concede ad Osmundo di Serra, suddito e collega, figlio del fu Raone, un pezzo di terra con sterpeto, sito nella località Corneto.
(Originale, PERGAMENA N. 969, mm. 220×255; scrittura minuscola di transizione).

976. PACTUM TRANSACTIONIS
1195 – maggio, ind. XIII, Mercogliano
Marotta figlia del fu Pasquale Racco, spinta da necessità economiche ed assistita dal baiulo Leonardo, il quale reggeva la curia di Mercogliano per conto dell’abate di Montevergine e come tale deteneva il mundio della donna, rinunzia ai diritti a lei spettanti su un casalino, posseduto da Enrico Pellerio ma che in precedenza era stato donato al padre Pasquale da Turgisio di Montefalcione quando era signore di Mercogliano; per tale rinunzia Marotta riceve da Enrico Pellerio 7 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 971, mm. 195×295; scrittura minuscola di transizione).

977. CARTULA QUIETATIONIS
1195 – maggio, ind. XIII, Castelcicala
Giovanni de Marino e la madre Marotta, non potendo più lavorare la metà di una corte, sita nella località San Pietro a Cabula, che tenevano in fitto dal giudice Giordano di Cicala, decidono di restituirla al legittimo proprietario, rinunziando agli eventuali diritti da loro maturati; come buona uscita ricevono dallo stesso giudice Giordano la somma di 24 tarì di moneta amalfitana.
(Originale, PERGAMENA N. 972, mm. 186×305; scrittura minuscola di transizione).

978. CARTULA VENDITIONIS
1195 – giugno, ind. XIII, Mercogliano
Truda, vedova di Amato Nasolungo, costretta da gravi necessità economiche, alla presenza dei giudici Biagio e Riccardo di Mercogliano che ne controllano la libera volontà ed uno di essi, il giudice Riccardo, le funge da mundoaldo, vende al monastero di Montevergine, tramite il monaco Urso priore della casa di Loreto, un pezzo di terra con vigna, sito nella località Copone ed a lei pervenuto quale morgengabe del defunto marito, realizzando la somma di 5 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 973, mm. 340×266; scrittura minuscola di transizione).

979. CARTULA OFFERTIONIS
1195 – giugno, ind. XIII, Casacugnano
Marino figlio del fu Giovanni, alla presenza del giudice Giacomo per la salvezza dell’anima sua e dei suoi parenti e per la partecipazione ai meriti delle preghiere dei monaci, offre alla chiesa di Santa Maria di Montevergine, tramite il monaco Riccardo priore della casa monastica di Casacugnano, un pezzo di terra sito nelle pertinenze di Aversa dove si dice Gualdo Pelvico,
(Originale, PERGAMENA N. 974, mm. 210×372; scrittura minuscola corsiva di transizione).

980. SCRIPTUM OBLATIONIS
1195 – giugno, ind. XIII, Montefusco
Maria, figlia del fu Giovanni Bove e vedova di Riccardo Sarlatto, col consenso del cognato Giovanni che le funge da mundoaldo, offre al monastero di Montevergine, nelle mani del monaco Gioacchino, se stessa, i beni stabili ereditati dal padre ed i beni mobili di cui era o sarebbe venuta in possesso; di tali beni si riserva un moderato uso, versando al monastero il canone annuo di una libbra d’olio; inoltre impegna il monastero a soccorrerla in vita in caso di necessità e, dopo la morte a trasferire e seppellire il cadavere nella chiesa di Montevergine; infine precisa di rimanere usufruttuaria della quarta parte a lei spettante sui beni del defunto marito e chiede che dopo la sua morte la stessa quarta venga assegnata, col beneplacito dell’abate, al detto cognato Giovanni
(Originale, PERGAMENA N. 975, mm. 235×250; scrittura minuscola di transizione).
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981. CARTULA COMMUTATIONIS
1195 – giugno, ind. XIII, Montoro
Ruggiero de Spina, figlio del fu Doferio, ed il figlio Ruggiero, alla presenza del giudice Riccardo, cedono a Stasio, figlio del fu Roberto de Inga, un pezzo di terra con castagneto, sito nei pressi di Sant’Agata dove si dice Selva o Corte di Ramanni, ed in cambio ricevono la metà di un altro castagneto, sito nelle pertinenze di Montoro dove si dice Serra.
(Originale, PERGAMENA N. 976, mm. 358×280; scrittura minuscola corsiva di transizione).

982. CARTULA OFFERTIONIS
1195 – luglio, ind. XIII, Castelcicala
Roberto Pennarello, alla presenza del giudice Giordano, dona alla chiesa di Santa Maria del Plesco, dipendenza di Montevergine, nelle mani del monaco Giacomo priore di quella dipendenza monastica, il diritto di pastino su un pezzo di terra sito nella località Arbusto, salvo facendo i diritti di pastino spettanti ad altri uomini di Cimitile sullo stesso pezzo di terra.
(Originale, PERGAMENA N. 977, mm. 226×320; scrittura minuscola rotonda di transizione).

983. CARTULA QUIETATIONIS
1195 – 22 agosto, ind. XIII, Troia
Giovanni di Coffo, figlio del fu Alferio de Odone, avendo per conto della moglie Luca mosso lite contro l’abate Daniele di Montevergine, per una presunta irregolarità nella gestione, affidatagli dal notaio Ruggiero zio di Luca, della tutela e dei beni della donna, dopo molte discussioni, per amore di Dio e della Vergine Maria, alla presenza del giudice Nicola, rinunzia ad ogni ulteriore azione giudiziaria e rilascia regolare quietanza nelle mani del monaco Roberto, preposito del monastero di Montevergine.
(Originale, PERGAMENA N. 978, mm. 265×345; scrittura minuscola di transizione).

984. SCRIPTUM VENDITIONIS
1195 – agosto, ind. XIII, Ascoli Satriano
Nicola, figlio del fu Giaquinto Troiano, originario di Ascoli Satriano e residente a Melfi, alla presenza del giudice Alferio, vende a Gualtiero de Maurella un piccolo pezzo di terreno con cava, ereditato dal defunto genitore, sito fuori la città di Ascoli dove si dice Piano di San Giovanni, realizzando la somma di tre quarti di un’oncia d’oro in tarì di moneta siciliana.
(Originale, PERGAMENA N. 979, mm. 158×466; scrittura minuscola corsiva di transizione).

985. CARTULA VENDITIONIS
1195 – agosto, ind. XIII, Sarno
Gennaro Frecentese, con la partecipazione dei figli Matteo e Boninfante, nonché del nipote Giovanni, figlio del fu Furtino Frecentese, vende a Giacomo, figlio del fu Giovanni de Laura, un pezzo di terra, sito nelle pertinenze di Sarno dove si dice Corte del Papa, già tenuto in fitto perpetuo dall’acquirente, realizzando la somma di 160 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 980, mm. 392×260; scrittura minuscola corsiva di transizione).

986. CARTULA VENDITIONIS
1195 – agosto, ind. XIII, Sarno
Gennaro Frecentese, con la partecipazione dei figli Matteo e Boninfante, nonché del nipote Giovanni, figlio del fu Furtino Frecentese, alla presenza del giudice Giovanni, vende a Giacomo, figlio del fu Giovanni de Laura, un pezzo di terra, sito nelle pertinenze di Sarno dove si dice Corte del Papa, già tenuto in fitto perpetuo dall’acquirente, realizzando la somma di 148 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 981, mm. 368×250; scrittura minuscola corsiva di transizione).

987. SCRIPTUM VENDITIONIS
1195 – agosto, ind. XIII, Mercogliano
Giovanni figlio del fu Grifone, alla presenza del giudice Biagio e con la partecipazione della moglie Trotta, vende al monastero di Montevergine, nelle mani del monaco Urso priore della casa di Loreto, un pezzo di terra, sito nella località Valle di San Nicola, realizzando la somma di 10 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 982, mm. 336×222; scrittura minuscola di transizione).

988. SCRIPTUM VENDITIONIS
1195 – agosto, ind. XIII, Montefusco
Il milite e comestabile Erberto di Montefusco, figlio del fu Milone Pagano, alla presenza del giudice Filippo, vende a Giovanni Maraldo, figlio del fu Maraldo, un pezzo di terra sito nelle pertinenze di Montefusco dove si dice Campofreddo, realizzando la somma di 3 once d’oro; inoltre lo stesso Erberto s’impegna a che il figlio Milone confermi tale vendita.
(Originale, PERGAMENA N. 983, mm. 256×215; scrittura minuscola corsiva di transizione).

989. SCRIPTUM VENDITIONIS
1195 – agosto, ind. XIII, Ascoli Satriano
I fratelli Lodoiso e Tommaso, figli del fu Goffredo, vendono a Giovanni Gionata tre quarti di una vigna, loro pervenuta per un legato testamentario del defunto fratello Graziano, per il prezzo di 3 once d’oro meno 7 soldi e mezzo di provesini di tarì siciliani; si precisa inoltre che la rimanente quarta parte, ereditata per diritto matrimoniale da Rosa moglie di Graziano, era attualmente passata alla figlia Alferana, nipote dei detti venditori.
(Originale, PERGAMENA N. 984, mm. 222×436; scrittura minuscola corsiva di transizione).

990. SCRIPTUM VENDITIONIS
1195 – settembre, ind. XIV, Montefusco
Nunzio figlio del fu Gualtiero de Ademario, per il prezzo di 13 tarì e mezzo, vende un terreno, sito nelle pertinenze del casale Lucireolo di Montefusco, al giudice Matteo, figlio del fu giudice Matteo, il quale agisce per conto dell’abbazia di Montevergine e con l’intesa di rimanere usufruttuario del terreno sua vita natural durante; alla vendita si associa Flora, moglie di Nunzio, per cedere all’acquirente la quarta parte di sua competenza.
(Originale, PERGAMENA N. 985, mm. 235×232; scrittura minuscola rotonda di transizione).
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991. CARTULA OFFERIONTIS
1195 – settembre, ind. XIV, Aversa
Silvestro di San Giovanni, figlio del fu sacerdote Martino, e la moglie Maria, figlia del fu Roberto Merulo, alla presenza del giudice Giacomo, per la salvezza delle anime loro e dei loro parenti e per la partecipazione ai meriti delle preghiere dei monaci, offrono alla chiesa di Santa Maria di Montevergine, tramite il  monaco Riccardo priore della casa monastica di Casacugnano, un fondo sito nel casale omonimo.
(Originale, PERGAMENA N. 986, mm. 233×298; scrittura minuscola corsiva di transizione).

992. CARTULA LOCATIONIS
1195 – ottobre, ind. XIV, Mercogliano
Il sacerdote Riccardo Sfolia, figlio del fu Bisanzio, rettore e custode della chiesa di San Nicola di Villa Nova, cede in fitto perpetuo a Basuino figlio del fu Guglielmo Durante, a Gregorio figlio del fu Barone Racco ed alle sorelle Dena e Laurella figlie del fu Giovanni Sfolia, cognate dei detti Basuino e Gregorio, un pezzo di terra in parte già coperto da alberi di castagno, sito nella località Plaiora, con l’obbligo di incrementare il castagneto e di corrispondere il canone annuo di un tarì di moneta salernitana, da consegnare per la festa di Santa Maria del mese di settembre.
(Originale, PERGAMENA N. 987, mm. 280×222; scrittura minuscola di transizione).

993. CARTULA DISPOSITIONIS
1195 – ottobre, ind. XIV, Lapio
Il sacerdote Coffo del castello di Lapio, sentendosi vicino alla morte ma ancora nel pieno possesso delle sue facoltà, col consenso del figlio Porfilio ed alla presenza del giudice Rainone e di altri testi qualificati, per la salvezza dell’anima sua lascia alla chiesa di Santa Maria di Montevergine un legato pio, consistente in una casa con terreno adiacente, sita fuori lo stesso castello di Lapio.
(Originale, PERGAMENA N. 988, mm. 330×270; scrittura minuscola di transizione).

994. SCRIPTUM IUDICATI
1195 – ottobre, ind. XIV, Loreto di Montevergine
Corrado duca di Spoleto, nella sua qualità di vicario generale del regno di Sicilia, invia una lettera all’abate di Montevergine, dandogli mandato di esaminare le eventuali ragioni dei fratelli Goffredo ed Enrico di Sant’Angelo a Scala, i quali si ritenevano i parenti più stetti del defunto zio giudice Aminadab e come tali eredi dei suoi beni; l’abate a sua volta dà mandato al monaco Roberto, preposito del monastero, di riunire la curia nella casa di Loreto e di affidare la soluzione del problema ai giudici di Mercogliano Riccardo e Biagio, i quali, dopo aver ascoltato non pochi testi, trovano valide le ragioni dei detti fratelli Goffredo ed Enrico e li immettono nel possesso dell’eredità del fu giudice Aminadab.
(Originale, PERGAMENA N. 989, mm. 335×268; scrittura minuscola di transizione).

995. INSTRUMENTUM MANIFESTATIONIS
1195 – novembre, ind. XIV, Mercogliano
Solimita, vedova di Deodato Sfolia, col consenso del padre Enrico che le funge da mundoaldo, alla presenza del giudice Riccardo, concede a Basuino figlio del fu Guglielmo Durante ed a Gregorio figlio del fu Barone Racco le garanzie di legge per il quieto possesso sulla quarta parte a lei spettante su tutti i beni del defunto marito, siti nelle pertinenze di Mercogliano ed altrove, ricevendo 20 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 990, mm. 195×260; scrittura minuscola di transizione).

996. CARTULA TESTIFICATIONIS
1196 (95) – gennaio, ind. XIV, Nocera
Riccardo de Menda, figlio del fu giudice Giovanni, convoca alla presenza del giudice Alamo cinque testimoni, per dimostrare il legittimo possesso su quattro pezzi di terra; i testi, singolarmente interrogati dal giudice, sono concordi nell’asserire, e di essere disposti a confermare con giuramento, che Riccardo, come prima il defunto genitore Giovanni, sia nel quieto possesso, per diritto ereditario, di un pezzo di terra, sito nei pressi della sua abitazione ad Agello di Barbazzano, e di altri tre pezzi di terra nella località Mattina, e precisamente uno dove si dice Vespertilione e due al di là del fiume Dragonteo dove si dice Scafati.
(Originale, PERGAMENA N. 991, mm. 235×193; scrittura minuscola corsiva di transizione).

997. SCRIPTUM CONCESSIONIS
1196 (95) – gennaio, ind. XIV, Taurasi
Perrona già contessa di Avellino ed il figlio Matteo di Castelvetere, nella qualità di signori del castello di Taurasi, concedono al vassallo Taurasino un casalino, sito nello stesso castello dove si dice Stalla, assicurandosi i buoni servizi del vassallo e ricevendo da lui 33 tarì di buona moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 992, mm. 228×340; scrittura minuscola corsiva di transizione).

998. CARTULA REDDITUS
1196 (95) – gennaio, ind. XIV, Castelcicala
Il monaco Giacomo, priore della chiesa di Santa Maria del Plesco, dipendenza monastica di Montevergine, cede in fitto perpetuo a Deodato, figlio del fu Giorgio di Casamarciano, i terreni donati a quella chiesa dal signore Ruggiero de Molinis, ed altri 3 pezzi di terreno, siti a Piedimonte e donati alla stessa chiesa dai fratelli Matteo e Rinaldo Arpagese, con l’obbligo di corrispondere il reddito annuo di 15 tarì da versare in tre rate uguali e cioè a Natale, a Pasqua e nel mese di agosto.
(Originale, PERGAMENA N. 993, mm. 198×390; scrittura minuscola corsiva di transizione).

999. LIBELLUM VENDITIONIS
1196 – 2 febbraio, ind. XIV, Forenza
Andrea Racapaldo di Forenza, alla presenza del signore locale Anzolino e del catapano Aliduco, vende al giudice Demetrio una vigna libera da ogni gravame, sita fuori del castello nei pressi della chiesa di Santa Maria degli Armeni, realizzando la somma di una quarta di oncia d’oro.
(Originale, PERGAMENA N. 994, mm. 215×255; scrittura minuscola rotonda di transizione).

1000. CARTULA FRANCHISIE
1196 – marzo, ind. XIV, Mercogliano
Il monaco Roberto, preposito del monastero di Montevergine, dietro mandato dell’abate Daniele e col consenso dell’intera comunità monastica, affranca Guglielmo Racco ed i suoi discendenti da ogni prestazione feudale, in considerazione dei buoni servizi resi all’abbazia da lui e dai suoi antenati; detto Guglielmo, in segno di riconoscenza per la libertà conseguita, offre a Dio nel monastero il figlio Giacomo e due pezzi di terra siti nella località Macera.
(Originale, PERGAMENA N. 995, mm. 305×420; scrittura minuscola corsiva di transizione).
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