1182-1184
Dal Codice Diplomatico Verginiano, a cura di Placido Mario Tropeano (Montevergine, Padri Benedettini, 1984)
701. SCRIPTUM OFFERTIONIS
1182 – giugno, ind. XV, Montemiletto
Luca Guarna signore del castello di Amando, in suffragio del defunto fratello Guglielmo già arcivescovo di Salerno, offre all’abbazia di Montevergine nelle mani dell’abate Giovanni tre quarti di un terreno sito nell’ambito della sua signoria, la cui quarta parte era già in possesso di detta abbazia.
(Originale, PERGAMENA N. 698, mm. 288×415; scrittura beneventana).
702. CARTULA DONATIONIS
1182 – luglio, ind. XV, Avella
Giovani figlio del milite Artura, per la salvezza dell’anima sua ed alla presenza del giudice Giovanni, offre al monastero di Montevergine, nelle mani dell’abate Giovanni, una terra nelle pertinenze di Avella dove si dice Ortale.
(Originale, PERGAMENA N. 699, mm. 17×220; scrittura minuscola rotonda di transizione).
703. CARTULA DONATIONIS
1182 – ind. XV, Avella
Il signore Roberto di Assalonne e la moglie signora Pellegrina donano al monastero di Montevergine, nelle mani dell’abate Giovanni, un terreno con attiguo boschetto sito nelle pertinenze di Avella dove si dice Cervito, nonché quattro piante d’olivo site rispettivamente due nella località Grumoli e due nella località Turtiboli; inoltre confermano quanto in precedenza aveva donato il signore Eleazaro.
(Originale, PERGAMENA N. 700, mm. 170×260; scrittura minuscola rotonda di transizione).
704. MEMORATORIUM [QUIETATIONIS]
1182 – agosto, ind. XV, Taurasi
Il giudice Magno, figlio del fu Summonte, cita davanti al giudice Pietro di Taurasi, Poto figlio del fu Nicola Galfrido, perché secondo le disposizioni papali gli fosse restituito un terreno, sito nelle pertinenze di Taurasi dove si dice Pozzo, che era stato dato in pegno dal defunto genitore al fu Nicola e che nel frattempo aveva già fruttato prima a Nicola e poi a Poto un utile superiore al prestito; da parte sua Poto, non potendo esibire alcuna documentazione per sostenere la tesi da lui avanzata di un eventuale acquisto da parte del defunto genitore, accetta il consiglio degli amici, riconosce i diritti del giudice Magno e pone fine alla vertenza, senza aspettare la definitiva sentenza del giudice Pietro.
(Originale, PERGAMENA N. 701, mm. 240×365; scrittura beneventana).
705. CARTULA VENDITIONIS
1182 – agosto, ind. XV, Ascoli Satriano
Rao, figlio del fu Urso, vende al fratello Giovanni Bello la parte a lui spettante su una casa ereditaria, sita nella città di Ascoli Satriano dove si dice Frontino; specifica come sia entrano in possesso di tre porzioni di quella casa e riceve dal fratello il prezzo pattuito di 18 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 702, mm. 210×365; scrittura beneventana).
706. CARTULA CONCESSIONIS
1182 – agosto, ind. XV, Avellino
Il milite Guido ed il chierico Giovanni, figli di Guido Raganella, cedono alla badia della Santissima Trinità di Cava, nelle mani dell’abate Benincasa, i diritti loro spettanti su tutti i beni mobili e stabili di Roberto figlio del fu Avellino Gari, ad eccezione di un casalino e di una terra con vigna sita nella località detta Valle di Furone, che lo stesso Roberto aveva ceduto al nipote Giovanni figlio del fratello Risico.
(Originale, PERGAMENA N. 703, mm. 215×195; scrittura beneventana).
707. SCRIPTUM VENDITIONIS
1182 – agosto, ind. XV, Mercogliano
I fratelli Rainone e Martino, figli del fu Guglielmo Caputo, ed un loro nipote di nome Ieconia vendono a Melelao, figlio del notaio Guglielmo, due pezzi di terra siti nella località Macera, realizzando la somma di 17 tarì di moneta salernitana; alla vendita si associano Alferada madre dei fratelli Rainone e Martino, Benesia moglie di Martino, Paribella moglie di Rainone ed Alvara moglie di Ieconia, per concedere all’acquirente le garanzie di legge per il quieto possesso dei due pezzi di terra.
(Originale, PERGAMENA N. 704, mm. 220×320; scrittura beneventana).
708. MEMORATORIUM [QUIETATIONIS]
1182 – ottobre, ind. I, Montefusco
Giovanni Franco Corvisiero cede a Pietro, figlio del fu Ambrogio, un casalino, acquistato da Quintavalle Corvisiero ma che in precedenza era stato di proprietà di Leonardo, figlio del fu Guglielmo di Pietro; in cambio detto Pietro rinunzia ad ogni vertenza per eventuali diritti a lui spettanti su un terreno vacuo antistante l’abitazione di Giovanni e da questi acquistato dal detto Leonardo, nonché sul canone annuo di un tarì cadente sull’abitazione dello stesso Giovanni a favore del predetto Leonardo.
(Originale, PERGAMENA N. 705, mm. 210×165; scrittura minuscola di transizione).
709. SCRIPTUM SECURITATIS
1182 (3) – ottobre, ind. I, Sanza
Riccardo figlio di Roffreda del castello di Sanza, non avendo figli e trovandosi a letto gravemente ammalato ma nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, ad evitare che dopo la sua morte si verifichino contrasti, in conformità alle disposizioni di legge ed alla presenza di testi qualificati tra cui Pietro figlio del signore Riccardo, designa la sorella Clarizia erede universale di tutti i suoi beni mobili e stabili, facendole tuttavia obbligo di consegnare 2 once d’oro nelle mani del cugino sacerdote Ugo e del detto Pietro, perché questi provvedano a distribuirle a favore di opere pie in suffragio dell’anima sua.
(Originale, PERGAMENA N. 706, mm. 164×166; scrittura minuscola rotonda di tansizione).
710. SCRIPTUM OFFERTIONIS
1182 – novembre, ind. I, Taurasi
Ruggiero di Castelvetere, signore di Taurasi e di molti altri luoghi, per la remissione dei suoi peccati, dona all’abbazia di Montevergine, nelle mani dell’abate Giovanni, lo «ius patronatus» che egli possedeva sulla chiesa di San Martino, costruita nelle pertinenze di Taurasi.
711. SCRIPTUM VENDITIONIS
1183 (2) – gennaio, ind. I, Mercogliano
Giovanni, figlio del fu Agostino, vende a Melelao, figlio dei notaio Guglielmo, un pezzo di terra sito nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Macera, realizzando una quantità di tarì salernitani come precedentemente convenuto; alla vendita si associa Agnese, moglie di Giovanni, per concedere all’acquirente le opportune garanzie di legge per il quieto possesso di quel terreno.
(Originale, PERGAMENA N. 708, mm. 220×306; scrittura beneventana).
712. SCRIPTUM VENDITIONIS
1183 (2) – febbraio, ind. I, Mercogliano
Muriano, figlio di Virgilio, vende a Giovanni Rencone, figlio del fu Giovanni, una terra con vigna, sita nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Preturo, per il prezzo di 48 tarì salernitani; alla vendita si associa la moglie Gulizia per concedere all’acquirente le opportune garanzie di legge per il quieto possesso di detta terra con vigna.
(Originale, PERGAMENA N. 709, mm. 215×227; scrittura beneventana).
713. CARTULA VENDITIONIS
1183 (2) – febbraio, ind. I, Sarno
Sergio figlio del fu Urso di Ottaviano, alla presenza del giudice Enrico e col consenso del vescovo Umfrido, vende a Sarno de Angela, figlio del fu Pietro de Sasso, due terreni siti nelle pertinenze di Sarno, dove si dice Atriniano, realizzando la somma di 28 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 710, mm. 380×256; scrittura beneventana).
714. MEMORATORIUM [QUIETATIONIS]
1183 – marzo, ind. I, Montefusco
Giovanni Franco Corvisiero, dietro versamento di un romanato e di 8 denari, ottiene da Leonardo, che era stato suo genero, il ritiro di ogni vertenza giuridica circa gli eventuali diritti a lui spettanti su un terreno con pozzo, che in precedenza gli aveva venduto ed era ubicato davanti alla sua abitazione, come pure la rinunzia alla riscossione del canone annuo di un tarì, cadente sulla casa, che gli era stata venduta dal defunto Guglielmo di Pietro, padre di Leonardo.
(Originale, PERGAMENA N. 712, mm. 225×252; scrittura minuscola di transizione).
715. CARTULA RECORDATIONIS
1183 – marzo, ind. I, Guardia Lombardi
Il monaco Ugo, preposito dell’abbazia di Montevergine, ricorda di aver acquistato da Guglielmo Rapallino, per il prezzo di 20 tarì salernitani, un terreno sito nelle pertinenze di Guardia Lombardi dove si dice Carmassano; prega pertanto lo stratigoto Abione di voler legalizzare tale ricordo a cautela dell’abbazia.
(Originale, PERGAMENA N. 711, mm. 193×305; scrittura beneventana).
715 bis. MEMORATORIUM [EMPTIONIS]
1183 – [marzo], ind. I, Guardia Lombardi
Il monaco Ugo, preposito dell’abbazia di Montevergine, ricorda di aver acquistato da Giovani Bello e dai suoi fratelli un terreno per il prezzo di 21 tarì salernitani; prega pertanto il milite Albione di Guardia Lombardi a voler legalizzare tale ricordo a cautela dell’abbazia.
(Originale, PERGAMENA N. 711; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore documento contenuto nella pergamena n. 711 ).
716. CARTULA VENDITIONIS
1183 – marzo, ind. I, Ascoli Satriano
Maggiora, figlio del fu Samaro di Ascoli, vende al cognato Guglielmo, figlio del fu Poto visconte, la porzione a lui spettante su una vigna, sita fuori la città di Ascoli dove si dice Valle di Risamari, realizzando la somma di 3 once d’oro.
(Originale, PERGAMENA N. 713, mm. 212×410; scrittura beneventana).
717. CARTULA OFFERTIONIS
1183 – marzo, ind. I, Roccabascerana
Riccardo de Pagano dona alla chiesa di San Canio, costruita nel territorio di Roccabascerana, nelle mani dell’abate Bartolomeo, una corte sita nella località Salici con le clausole che il beneficiato riscatti la stessa corte dall’ipoteca di 7 tarì amalfitani, si assuma l’onere di un canone annuo di 2 provisini, gli riconosca l’usufrutto sua vita natural durante e decada dal possesso qualora gli eredi del fratello Cerro dovessero venire ad abitare a Roccabascerana.
(Inserto nella PERGAMENA N. 1779 del dicembre 1233).
718. CARTULA TRADITIONIS
1183 – marzo, ind. I, Mercogliano
Giovanni figlio del fu Gualamo, avendo utilizzato per saldare un debito da lui contratto alcuni tipi di biancheria facenti parte del corredo della moglie, le concede come corrispettivo la metà a lui spettante su una vigna, sita nella località Torelli, che precedentemente aveva acquistato insieme al fratello Pietro.
(Originale, PERGAMENA N. 715, mm. 365×177; scrittura beneventana).
719. CARTULA COMMUTATIONIS
1183 – aprile, ind. I, Tocco Claudio
Il giudice Giovanni Zito, figlio del fu Roberto, e la moglie Griceria cedono all’abbazia di Montevergine, nelle mani del monaco Ugo preposito della stessa abbazia, la quarta parte di due terreni siti nella località Acuniano, di una corte sita nel luogo detto Selva dei Monaci, di un orto sito dove si dice Liuprandi e di un altro terreno sito nella località Sala, nonché la quarta parte di un terreno irrigatorio lungo il fiume Rigino, ed in cambio ricevono un orto sito nei pressi del casale Cacciano ed un’oncia d’oro.
(Originale, PERGAMENA N. 716, mm. 295×242; scrittura beneventana).
720. CARTULA OFFERTIONIS
1183 – aprile, ind. I, Monteforte Irpino
Dionigi figlio del fu Giovanni de Falco, col consenso della moglie, offre a Dio nel monastero di Montevergine, per la salvezza dell’anima sua e di tutti i suoi parenti, un terreno alberato, sito nella località Pozzale.
721.CARTULA VENDITIONIS
1183 – [aprile, ind. I], Nocera
Giovanni de Malgisio, figlio del fu Matteo, vende al signor Riccardo de Menda, figlio del fu giudice Giovanni, un pezzo di terra arbustato, sito nelle pertinenze di Nocera, nella località Barbazzano dove si dice Aiello, realizzando 190 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 718, mm. 378×278; scrittura beneventana).
722. CARTULA DONATIONIS
1183 – luglio, Ind. I, Benevento
Guglielmo figlio del fu Cioffo, avendo acquistato dalla vedova Maruzza una casa attigua alla sua abitazione, sita nella città vecchia di Benevento nei pressi della chiesa di Sant’Andrea di Paleinferno, decide di donarla alla figlia Clarizia moglie di Benedetto, ricevendo come prestazione simbolica un mantello; aggiunge tuttavia che, qualora Clarizia dovesse morire senza lasciare figli, o questi dovessero morire senza raggiungere la maggiore età, la casa per metà rimarrà di proprietà di Benedetto e per metà tornerà di proprietà del donatore o dei suoi eredi, nel caso invece che Benedetto dovesse premorire a Clarizia la casa donata, indipendentemente dalla presenza o meno di figli, rimarrà di esclusiva proprietà della vedova; infine alla donazione si associa Rebecca, moglie di Guglielmo, per cedere a favore della figlia Clarizia la quarta parte a lei spettante su quella casa.
(Originale, PERGAMENA N. 1051, mm. 270×280; scrittura minuscola di transizione).
723. CARTULA CONCESSIONIS
[Settembre 1182 – agosto] 1183, ind. I, Ascoli Satriano
Il camerario regio Coffo affida all’esame dei giudici Rufo Falcone e Guglielmo la richiesta di Giovanni Cito, figlio del fu Ursileo, intesa ad occupare la parte di una pubblica piazza antistante la propria abitazione, per costruirvi un marciapiede coperto e ricavarvi una bottega dalle dimensioni di dodici piedi di lunghezza e due e mezzo di larghezza; i giudici concedono la licenza edilizia dietro versamento di una quarta d’oncia d’oro e l’obbligo di prolungare la copertura in modo che la caduta delle acque piovane non sia di pregiudizio alle sottostanti botteghe demaniali.
(Originale, PERGAMENA N. 719, mm. 198×362; scrittura minuscola di transizione).
724. CARTULA OFFERTIONIS
1183 – settembre, ind. II, Castelcicala
Il milite Guglielmo de Patricio, figlio del fu Lando, alla presenza del signore Aimo de Molinis, del giudice Giordano e di altri testi qualificati, offre all’abbazia di Montevergine, tramite il monaco Vivo priore della dipendenza verginiana di Santa Maria del Plesco, un pezzo di terra sito nelle pertinenze di Casamarciano, con l’obbligo da parte dei monaci di ricordare annualmente l’anniversario della morte sua e della moglie Emma.
(Originale, PERGAMENA N. 720, mm. 180×313; scrittura minuscola rotonda di transizione).
725. CARTULA TRANSACTIONIS
1183 – settembre, ind. II, Capua
Domenico Latrone figlio del fu Canzio, essendo stato accusato da Lando Sparano figlio del fu Pietro di omicidio nella persona del nipote Giovanni Sparano, per evitare la definitiva sentenza del giudice, si accorda con lui cedendogli la terza parte di un territorio, sito nella località Santa Maria la Fossa, ed in cambio riceve l’assicurazione di ritirare l’accusa nonché 40 tarì di moneta salernitana, il tutto da legalizzare mediante un atto da farsi nello studio del notaio Stefano ed alla presenza del giudice Giovanni.
(Originale, PERGAMENA N. 721, mm. 255×421; scrittura minuscola corsiva).
726. CARTULA VENDITIONIS
1183 – dicembre, ind. II, Avellino
Raone Malerba e la moglie Agnese cedono al giudice Giacomo di Avellino i diritti e le proprietà loro spettanti sugli uomini e sui terreni, siti nel casale Pozzo del Sale nei pressi di Montefredane, che Agnese aveva ereditato dai defunti genitori Amato giudice e Mabilia, realizzando la somma di 500 tarì salernitani.
(Originale, PERGAMENA N. 722, mm. 344×246; scrittura beneventana).
727. CARTULA OBLATIONIS
1183 – dicembre, ind. II, Cervinara
Il giudice Lorenzo di Cervinara figlio del fu Giovanni, per la salvezza dell’anima sua e dei suoi cari, offre al monastero di Montevergine, nelle mani del monaco Matteo preposito dello stesso monastero, le terre, le selve e gli altri possedimenti, siti tra Roccabascerana e Pietrastornina e da lui precedentemente acquistati da un cittadino beneventano di nome Formato; si riserva tuttavia l’usufrutto sua vita natural durante, obbligandosi nel contempo a versare al monastero il canone annuo di una libbra di cerca per la festività di Santa Maria di mezz’agosto.
(Originale, PERGAMENA N. 723, mm. 290×375; scrittura minuscola di transizione).
728. CARTULA CENSUS
1183 – dicembre, ind. II, Avellino
Il chierico Giovanni rettore della chiesa di Sant’Antonino, costruita nei pressi di Avellino nella località Balneo, cede in fitto perpetuo a Riccardo di Monteforte, abitante a Summonte, un pezzo di terra vacua con aspro, sito nella località Terolano, con l’obbligo di coltivarlo e farlo fruttificare e di corrispondere il canone annuo di 2 tarì di buona moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 724, mm. 296×195; scrittura beneventana).
729. CARTULA LOCATIONIS
1183 [3 maggio – febbraio 1184, ind. I-II], Marigliano
David riceve in fitto perpetuo dal monaco Giovanni, che agisce a nome dell’abate e dell’intera comunità di Montevergine, dieci pezzi di terra, siti nelle pertinenze di Marigliano in località diverse, con l’obbligo i corrispondere il canone annuo di 10 tarì amalfitani, da versare il giorno 8 settembre in coincidenza con la festa della natività della Vergine Maria, e con la clausola che, qualora David o i suoi eredi dovessero morire senza lasciare prole o liberamente abbandonare i dieci pezzi di terra, questi torneranno di libera collazione dell’abbazia.
(Originale, PERGAMENA N. 725, mm. 396×195; scrittura minuscola rotonda di transizione).
730. CARTULA CENSUS
1184 (83) – gennaio, ind. II, Avellino
Il monaco Giovanni, sacerdote e cellerario del monastero di Montevergine, alla presenza del giudice Filippo e col consenso dell’abate Giovanni, rinnova a Gualtiero Bennato, figlio di Gualtiero il fitto di un pezzetto di terra sito nella località Bairano, trasformandolo in fitto perpetuo al canone annuo di 2 tarì di moneta salernitana, da corrispondere l’otto settembre in coincidenza con la festa della natività della Vergine Maria.
731. CARTULA PASTINATIONIS
1184 (83) – gennaio, ind. II, Castelcicala
Giovanni figlio del fu Giovanni Carbone, avendo preso in fitto da Angelo Porcaro e da Clarizia figlia del fu Riccardo Porcaro un terreno, sito nella località Marchese, con l’obbligo di coltivarlo e farlo fruttificare, di corrispondere la metà del vino, la decima dei cereali fino all’avvenuta crescita degli alberi, una gallina per l’uso del palmento e di fornire il vitto a due operai, cede lo stesso terreno a Giacomo Giovanni figlio del fu Tommaso Mellusi con l’obbligo di piantare viti ed altri alberi da frutta, di seminare con propria semente e di vendemmiare con propri operai, nonché di riconoscere ai legittimi proprietari le spettanze a cui egli stesso si era in precedenza obbligato.
(Originale, PERGAMENA N. 727, mm. 177×250; scrittura minuscola di transizione).
732. CARTULA TRADITIONIS
1184 (83) – gennaio, ind. II, Avellino
Giovanni, abate del monastero di Montevergine, cede in fitto perpetuo a Pietro Guadania di Avellino un nocelleto, sito nel luogo detto Sanguineta, ed un castagneto, sito nella località Torolano, per la metà dei frutti superiori e la decima parte dei seminati; inoltre, tenuto presente che lo stesso Pietro in precedenza aveva offerto tutti i suoi beni al monastero, gli viene concesso in uso anche una casa di proprietà del monastero, sita nella città di Avellino, nei pressi della chiesa di Sant’Andrea.
(Originale, PERGAMENA N. 728, mm. 312×245; scrittura beneventana).
733. CARTULA IUDICATI
1184 (83) – gennaio, ind. II, Mercogliano
Il conte Ruggiero di Andria, nella sua veste di comestabile e giustiziere di Puglia e Terra di Lavoro, dietro richiesta dei fratelli Giovanni e Tristaino figli del giudice Pagano, invia una lettera al baiulo di Mercogliano ed al giudice Guglielmo della stessa cittadina, perché indaghino sulla presunta usurpazione di beni, perpetrata dal defunto conte Ruggiero di Avellino ai danni del detto giudice Pagano, e sul preteso ordine della curia regia palermitana per la relativa restituzione e, una volta constatatane la verità, provvedano di conseguenza; il giudice Guglielmo, dopo aver ascoltato testi qualificati e dopo aver chiesto consiglio al giudice di grado superiore, Giacomo di Avellino, emette sentenza a favore dei fratelli Giovanni e Tristaino.
(Originale, PERGAMENA N. 729, mm. 325×240; scrittura beneventana).
734. MEMORATORIUM [PASTINATIONIS]
1184 (83) – febbraio, ind. II, Mercogliano
Il monaco Matteo, preposito dell’abbazia di Montevergine, concede in fitto perpetuo a Silvio figlio del fu Falcone Golfo un terreno, sito nella località Villanova, con l’obbligo di coltivarlo e farlo fruttificare, di trasformarlo nello spazio di venti anni in castagneto, di corrispondere la metà delle castagne e la decima parte dei seminati e di aiutare a caricare gli animali quando ivi si porteranno i messi del monastero per ritirare la parte del raccolto spettante allo stesso monastero.
(Originale, PERGAMENA N. 730, mm. 375×205; scrittura beneventana).
735. MEMORATORIUM [PASTINATIONIS]
1184 (83) – febbraio, ind. II, Mercogliano
Silvio Golfo, figlio del fu Falcone, riceve in fitto dal monaco Matteo, preposito dell’abbazia di Montevergine, un terreno sito nella località Villanova con l’impegno per sé ed i suoi eredi di coltivarlo e farlo fruttificare, di trasformarlo nello spazio di venti anni in castagneto, di corrispondere la decima parte dei seminati e, dopo i venti anni, la metà delle castagne ed inoltre di aiutare a caricare gli animali quando i messi del monastero ivi si porteranno per ritirare la parte di raccolto spettante allo stesso monastero.
(Originale, PERGAMENA N. 730, mm. 250×252; scrittura beneventana).
736. CARTULA VENDITIONIS
1184 (83) – aprile, ind. II, Sarno
Filippo di Ottaviano e Matteo Burrello, agendo in nome proprio e delle rispettive consorti di nome Sarna figlia del fu Giovanni de Sanda e Marotta figlia del fu Riccardo de Abalsamo, vendono a Sarno de Angela un piccolo appezzamento di terra, sito delle pertinenze di Sarno dove si dice Atriniano, realizzando la somma di 2 tarì di moneta salernitana.
(Falso in forma di originale, PERGAMENA N. 731, mm. 278×210; scrittura beneventana).
737. CARTULA VENDITIONIS
1184 (83) – aprile, ind. II, Eboli
Gemma vedova del fu Bartolomeo Sutore, alla presenza del giudice Pietro ed assistita dal padre Dadacitorre che le funge da mundoaldo, riconosce che il defunto marito aveva concordato con Tommaso, figlio del fu Bartolomeo di Liciniano, la vendita di un terreno per il prezzo di 69 tarì e ricevuto da lui un acconto di 53 tarì, perfeziona pertanto la vendita, ricevendo dal detto Tommaso i restanti 16 tarì e rilasciandogli le opportune garanzie di legge per il quieto possesso del pezzo di terra, sito nella località Palmentata.
(Originale, PERGAMENA N. 732, mm. 280×245; scrittura minuscola rotonda di transizione).
738. MEMORATORIUM [CONCESSIONIS]
1184 – aprile, ind. II, Taurasi
L’abate Giovanni di Montevergine, entrato in possesso di un feudo, sito nelle pertinenze di Arianello, per la morte senza eredi diretti di Urso e del figlio, il sacerdote Nicola, uomini del monastero, concede lo stesso feudo a Ruggiero, nipote del detto sacerdote Nicola, per il canone annuo di 6 tarì salernitani, da corrispondere l’otto settembre per la festa della natività della Madonna, e di 24 giornate di opere personali, da prestarsi in occasione del Natale e della Pasqua a favore della chiesa di Santa Maria del fiume Calore e secondo le richieste del priore di quella dipendenza verginiana; aggiunge inoltre che per qualunque misfatto, compiuto nell’ambito di quel feudo, è competente la curia di Montevergine e che, in caso di morte senza eredi, il feudo tornerà di libera collazione del monastero.
(Originale, PERGAMENA N. 733, mm. 230×364; scrittura beneventana).
739. CARTULA DONATIONIS
1184 – maggio, ind. II, Cervinara
Giovanni figlio del fu Lamprando di Cervinara, alla presenza del giudice Prisciano, del catapano Filippo ed altri testi, dona a Giovanni Foscemario, ugualmente di Cervinara, tutti i beni da lui ereditati ovunque esistenti nel territorio della detta cittadina di Cervinara, ricevendo come launegild un mantello e 24 tarì di moneta amalfitana.
(Copia in forma di originale, PERGAMENA N. 734, mm. 250×250; scrittura minuscola corsiva di transizione).
740. CARTULA COMMUTATIONIS
1184 – giugno, ind. II, Montesarchio
I fratelli Matenulfo ed il giudice Donadeo, figli del fu giudice Vitale di Montesarchio, si accordano per lo scambio di beni, siti nella località Varoni: Matenulfo cede un pezzo di terra attiguo all’abitazione del fratello con facoltà da parte di quest’ultimo di ampliare la propria abitazione e di far cadere l’acqua dei tetti sulla proprietà di Matenulfo; Donadeo da parte sua cede la parte di muro che fa da sfondo ad un casotto di proprietà del fratello e sporge sulla via pubblica con la tacita intesa che Matenulfo possa aprirsi una porta sulla strada.
741. CARTULA CONCESSIONIS
1184 – giugno, ind. II, Montevergine
Il monaco Matteo, preposito del monastero di Montevergine, cede in fitto ai fratelli Giacomo Giovanni Guglielmo e Zaccaria, figli del fu Nicola, precedente fittavolo, la metà di un tenimento di proprietà del monastero sito nel castello di Arianello, per il canone annuo di 12 giornate di opere personali e 3 tarì di moneta salernitana.
(Minuta notarile, PERGAMENA N. 735, mm. 248×230; scrittura beneventana).
742. CARTULA CONCESSIONIS
1184 – giugno, ind. II, Montevergine
Il monaco Matteo, preposito del monastero di Montevergine, cede in fitto a Ruggiero del castello di Arianello la metà di un tenimento di proprietà del monastero, sito in quel castello ed in precedenza tenuto in fitto dal defunto signor Nicola per il canone annuo di 24 giornate di opere personali e 6 tarì di moneta salernitana.
(Minuta notarile, PERGAMENA N. 737, mm. 302×192; scrittura beneventana).
743. BREBE PRESTITI
1184 – luglio, ind. II, Taurasi
Il monaco Giovanni Franco, che agisce a nome e per mandato dell’abate Giovanni di Montevergine, si porta a Taurasi per consegnare 10 once d’oro al signore Ruggiero di Castelvetere, il quale si impegna a restituire il prestito entro lo spazio di due anni, dando nel frattempo in pegno due pezzi di terra di sua proprietà, siti nelle pertinenze di Taurasi dove si dice Pesano, nonché un terreno irriguo sito nei pressi dei suoi mulini; si conviene inoltre che, qualora Ruggiero nei termini stabiliti non fosse in condizione di restituire il prestito, il monastero di Montevergine entrerà in possesso dei due pezzi di terra della località Pesano e, nel caso che questi non raggiungessero il valore di 10 once d’oro, lo stesso monastero avrà facoltà di rifarsi per la differenza sul restante patrimonio di Ruggiero.
(Originale, PERGAMENA N. 738, mm. 214×304; scrittura beneventana).
744. CARTULA VENDITIONIS
1184 – luglio, ind. II, Sicignano degli Alburni
Clario de Amizo figlio di Enrico, abitante nella contrada Sant’Andrea di Sicignano degli Alburni, vende a Dodario de Amando, abitante nella contrada San Pietro della stessa Sicignano, un pezzo di terra, sito nella detta località San Pietro dove si dice Campo, realizzando la somma di 12 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 739, mm. 326×390; scrittura minuscola rotonda di transizione).
745. CARTULA LOCATIONIS
1184 – novembre, ind. III, Avellino
Il monaco Matteo, preposito del monastero di Montevergine, concede in fitto perpetuo a Pietro Guadanna una vigna, sita nella località Vicopennole, sulla quale gravava un canone a favore dell’erario della città di Avellino, con l’obbligo da parte del fittavolo di rispettare i diritti dell’erario e di corrispondere al monastero il canone annuo di un tarì di moneta salernitana da versare nel mese di settembre per la festa della natività della Madonna.
(Originale, PERGAMENA N. 740, mm. 448×143; scrittura beneventana).
746. CARTULA LOCATIONIS
1184 – novembre, ind. III, Avellino
Il monaco Matteo, preposito del monastero di Montevergine, per il canone annuo di 2 tarì di moneta salernitani da corrispondere per la festa di Santa Maria del mese di settembre, cede a Doddede Sutore ed ai suoi eredi la metà di una casa sita nella località Morella di Avellino e appartenente al monastero per una donazione fatta dall’oblato Augusto Lupaione, il quale dà il proprio assenso alla locazione.
(Originale, PERGAMENA N. 741, mm. 247×204; scrittura beneventana).
747. CARTULA CENSUS
1184 – novembre, ind. III, Monteforte
Il monaco Vivo, sacerdote e cellerario dell’ospedale di Montevergine, cede in fitto perpetuo ad Ugo, figlio del fu Guglielmo Scarcella, la quarta parte di un terreno, spettata per diritto matrimoniale alla defunta Lucerna, moglie del detto Guglielmo, e da quella donata al monastero, con l’obbligo da parte del fittavolo di corrispondere il censo annuo di 2 tarì di moneta salernitana, da consegnare per la festa di Santa Maria del mese di settembre.
(Originale, PERGAMENA N. 742, mm. 185×265; scrittura minuscola rotonda di transizione).
748. CARTULA TRADITIONIS
1184 – novembre, ind. III, Sarno
Il giudice Leonardo di Nocera, nella sua qualità di stratigoto di Sarno, cede in fitto a Giovanni figlio del fu Marciano, un pezzo di terra sito nel territorio di San Marzano sul Sarno dove si dice Porta, con facoltà di sfruttarlo a proprio piacimento e con l’obbligo di corrispondere il censo annuo di un tarì di moneta amalfitana, da versare al pubblico erario per la festa di Santa Maria del mese di settembre.
(Originale, PERGAMENA N. 743, mm. 384×205; scrittura beneventana).
749. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1184 – novembre, ind. III, Summonte
Il monaco Matteo, preposito del sacro cenobio di Montevergine, col consenso dell’abate e dell’intera comunità monastica concede in fitto perpetuo a Diotiguardi, figlio di Roberto de Manno, l’interno patrimonio di proprietà del monastero che in precedenza era stato concesso al defunto Pantaleone, e cioè una casa, sita nella località Fontanelle, per la quale deve corrispondere il censo annuo di due braccia di cera; un castagneto e la metà di un secondo, siti entrambi dove si dice Confinio, con l’obbligo di dare al monastero la metà delle castagne e la decima parte dei seminati; ed infine una vigna, sia nella località Agnone, con l’impegno di costruire il palmento ed un pagliaio, dove raccogliere e fare il vino ed il vinello, e con l’obbligo di corrispondere le metà sia del vino che del vinello al monastero, nonché la metà del raccolto di eventuali alberi da frutta e la quarta parte dei cereali in caso di semina tra i filari delle viti; Roberto ed i suoi eredi devono inoltre concorrere ai bisogni del monastero con due giornate mensili di opere personali.