1046-1102
Dal Codice Diplomatico Verginiano, a cura di Placido Mario Tropeano (Montevergine, Padri Benedettini, 1977)
53. CARTULA PROMISSIONIS 1048 – febbraio, ind. I, Castello di Lauro Pietro figlio di Sabino riceve a mezzadria dal giudice Roffrid del castello di Lauro un ampio appezzamento di terreno, si impegna ad ararlo e farlo fruttificare, ad incrementare l’oliveto, il castagneto ed il vigneto ed a piantarvi altri alberi da frutta; promette di consegnare la metà delle castagne, delle olive e degli altri frutti, portandoli a proprie spese fino alla casa del giudice, di conservare nella propria cantina la metà del vino spettante a Roffrid e di fornire il vitto all’operaio che provvederà a ritirarlo, di corrispondere il terratico secondo la consuetudine del luogo e, se il proprietario collaborerà con la metà delle sementi e del lavoro, anche i cereali saranno divisi in due parti uguali; si riserva infine la facoltà di costruire su quel terreno una casa per le proprie necessità e, una volta lasciato il fondo, il diritto preferenziale di ritornarvi nello spazio di tre anni. (Originale, PERGAMENA N. 53, mm. 179×597; scrittura beneventana).
54. CARTULA DONATIONIS 1051 – marzo, ind. IV, San Mango sul Calore I fratelli Alfano e Landolfo, abitanti a San Mango sul Calore, avendo precedentemente dato in pegno a Giaquinto figlio di Sillitto un pezzo di terra, sito nella località Bernara e non avendo la possibilità economica per riscattarlo, decidono di donarlo allo stesso Giaquinto, ricevendo un mantello e dieci tarì d’oro. (Originale, PERGAMENA N. 54, mm. 227×334; scrittura beneventana).
55. CARTULA VENDITIONIS 1051 – agosto, ind. IV, Ascoli Satriano Argenta figlia del presbitero Angelo, trovandosi in gravi difficoltà economiche, dopo aver chiesto l’autorizzazione al giudice Giovanni, col consenso del marito Domenico e di altri parenti, che fungono da mundoaldi, vende a Dauferio figlio di Samaro una terra sita nella località Limite nei pressi della città di Ascoli, realizzando la somma di 14 tarì d’oro. (Originale, PERGAMENA N. 55, mm. 166×418; scrittura beneventana).
56. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1052 – settembre, ind. VI (V), Avellino Maraldo, figlio di Ado, volendo prevenire eventuali contrasti nel quieto possesso di una terra e di una vigna che aveva acquistato nelle pertinenze di Mercogliano dai coniugi Sichenolfo e Gemma, cita davanti al giudice Bisanzio gli stessi coniugi e si fa rilasciare le garanzie di legge. (Originale, PERGAMENA N. 56, mm. 173×247; scrittura beneventana).
57. CARTULA VENDITIONIS 1052 – settembre, ind. VI, Avellino Mari, figlio di Mari, per il prezzo di 26 tarì d’oro, vende a Falco figlio di Riso un vigneto ed una terra alberata, che egli possedeva a Mercogliano nella località Urbiniano, poco distante dalla chiesa di San Modestino. (Originale, PERGAMENA N. 57, m. 240×368; scrittura beneventana).
58. MEMORATORIUM [LOCATIONIS] 1053 – gennaio, ind. VI, Avellino Falco, figlio del fu Riso diacono e notaio, riceve a censo per sé e per i suoi eredi dal vescovo di Avellino Truppoaldo un terreno di proprietà dell’episcopio, sito nel luogo detto Selva dell’Abate, si obbliga a lavorarlo e farlo fruttificare ed a corrispondere la quarta parte dei frutti superiori ed inferiori. (Originale, PERGAMENA N. 58, mm. 200×374; scrittura beneventana).
59. CARTULA DONATIONIS 1054 – maggio, ind. VII, [Sanseverino Rota] Il presbitero Citro, figlio del fu Giaquinto, dona a Falco, figlio del fu Falco monaco, una terra con castagneto sita nella località Sant’Agata di Sanseverino Rota, ricevendo una tunica. (Originale, PERGAMENA N. 60, mm. 202×366; scrittura beneventana).
60. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1055(4) – febbraio, ind. VIII, Benevento Landolfo, figlio di Onzelgari e Giovanni figlio del fu Giaquinto si fanno rilasciare da Porpora, legalmente assistita dal marito Indelaupo, le dovute garanzie per il quieto possesso di una casa, ubicata nella città vecchia di Benevento nei pressi di porta Rufina e da loro precedentemente acquistata dallo stesso Indelaupo. (Originale, PERGAMENA N. 61, mm. 260×570;scrittura beneventana).
60 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1055(4) – febbraio, ind. VIII, Benevento Landolfo, figlio di Onzelgari e Giovanni figlio del fu Giaquinto, in conformità ai documenti già in loro possesso, chiedono al chierico Indelaupo, da cui avevano acquistato una casa nella città vecchia di Benevento nei pressi di porta Rufina, di volergli rilasciare le opportune garanzie di legge contro ogni futuro eventuale disturbatore. (Originale, PERGAMENA N. 61; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 61).
61. CARTULA VENDITIONIS 1061 – ottobre, ind. XV, Avellino Il diacono Giaquinto ed il fratello Giovanni, figli del fu Giaquinto arcidiacono, vendono per otto tarì al presbitero Giaquinto una terra con castagneto, sita a Summonte nella località Mandre o Selva di Adulo, poco distante dalla chiesa di Santa Maria. (Originale, PERGAMENA N. 62, mm. 270×357; scrittura beneventana).
61 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1061 – ottobre, ind. XV, Avellino Il presbitero Giaquinto figlio di Giovanni chiede al diacono Giaquinto ed al fratello Giovanni, dai quali aveva acquistato una terra con castagneto nella località Mandre di Summonte, di volergli rilasciare le opportune garanzie di legge contro ogni eventuale futuro disturbatore. (Originale, PERGAMENA N. 62; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 62).
62. CARTULA DONATIONIS 1063 (2) – febbraio, ind. I, Avellino I fratelli Giovanni e Faraco, figli del fu Faraco, e la madre di nome Maria, figlia di Cerestino e vedova del defunto Faraco, essendo rimasti proprietari di una casa, sita fuori le mura di cinta della città di Avellino lungo la strada pubblica che mena al carbonario, di comune accordo decidono di donarla ad un certo Audoaldo figlio di Lando, ricevendo come launegildo un mantello e 82 denari. (Originale, PERGAMENA N. 63, mm. 200×645; scrittura beneventana).
62 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1063 (2) – febbraio, ind. I, Avellino Audoaldo figlio di Lando chiede a Maria vedova di Faraco ed ai figli Giovanni e Faraco, dai quali aveva acquistato una casa fuori le mura di cinta della città di Avellino, di volergli rilasciare le opportune garanzie di legge contro ogni eventuale futuro disturbatore. (Originale, PERGAMENA N. 63; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 63).
63. MEMORATORIUM [LOCATIONIS] 1063 – marzo, ind. I, Avellino Il presbitero Costantino, figlio del fu Costantino d’origine greca, riceve da Maraldo figlio di Maraldo, per sé e per i suoi eredi, una terra nelle pertinenze di Avellino lungo la strada maggiore; si impegna a metterla a cultura, a farla fruttificare ed a piantarvi alberi da frutta dove risulta ancora scoperta; si obbliga a corrispondere il terratico, la quarta parte dei seminari e la metà dei frutti superiori; e una volta messo a cultura, egli entrerà in possesso di un terzo di quel terreno, assicurando a Maraldo il diritto di prelazione in caso di vendita. (Originale, PERGAMENA N. 64, mm. 170×448; scrittura beneventana).
64. CARTULA DONATIONIS 1064 – luglio, ind. II, Benevento Gemma, figlia di Bisanzio e moglie del chierico Angelo, col consenso del marito, dona a Giovanni figlio di Giovanni Grasso una terra con vigna sita fuori la città di Benevento nella località Pino, ricevendo un mantello e 45 tarì d’argento. (Originale, PERGAMENA N. 65, mm. 251×541; scrittura beneventana).
65. CARTULA VENDITIONIS 1065 (4) – gennaio, ind. III, Avellino Giovanni figlio di Giovanni, possedendo in comune con Giaquinto una casa in muratura nella città di Avellino, decide di vendere la parte a lui spettante al presbitero Costantino per il prezzo di uno sclifato e mezzo. (Originale, PERGAMENA N. 66, mm. 351×293; scrittura beneventana).
65 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1065 (4) – gennaio, ind. III, Avellino Il presbitero Costantino chiede a Giovanni figlio di Giovanni, che gli aveva venduto una casa dentro la città di Avellino, di volergli rilasciare le opportune garanzie di legge contro ogni eventuale futuro disturbatore. (Originale, PERGAMENA N. 66; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 66).
66. MEMORATORIUM [FENERATIONIS] 1065 – aprile, ind. III, Nocera I fratelli Giovanni Grimoaldo, Pietro e Machenolfo, figli di Machenolfo, davanti al giudice Mirando, concedono per otto anni ai coniugi Giovanni ed Altruda un prestito di 39 tarì d’oro; come interesse ottengono lo sfruttamento della quarta parte di un terreno ed aggiungono la clausola che qualora il capitale non sarà restituito nei termini degli otto anni e secondo altre modalità inserite nel contratto, rimarranno definitivamente proprietari del territorio. (Originale, PERGAMENA N. 67, mm. 214×481; scrittura beneventana).
67. CARTULA VENDITIONIS 1065 – luglio, ind. III, Avellino Sichelgrima vedova di Nanni, dopo aver ottenuto in conformità alla legislazione longobarda l’assenso del giudice Giaquinto, si associa al figlio Urso, che nel contratto funge anche da mundoaldo della madre, ed insieme vendono a Giovanni figlio di Giovanni una loro proprietà ereditaria, sita nella località Sariano, per il prezzo di 5 tarì d’oro. (Originale, PERGAMENA N. 68, mm. 272×471; scrittura beneventana).
67 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1065 – luglio, ind. III, Avellino Giovanni figlio di Giovanni chiede a Sichelgrima, vedova del giudice Nanni, ed al figlio Urso, dai quali aveva acquistato una proprietà nella località Sariano, di volergli rilasciare le opportune garanzie di legge contro ogni eventuale futuro disturbatore. (Originale, PERGAMENA N. 68; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 68).
68. CARTULA DONATIONIS 1066 – maggio, ind. IV, Avellino Urso figlio di Nanni e la madre di nome Sichelgrima, figlia di Aldemari e vedova del predetto Nanni, dopo aver venduto a Giovanni figlio di Giovanni un primo lotto di terreno, da loro ereditato nella località Sariano (cfr. doc. 67), di comune accordo decidono di donare alla stessa persona un secondo lotto di terra, sito nella stessa località e confinante col precedente, ricevendo come launegildo un mantello e 20 tarì d’oro. (Originale, PERGAMENA N. 69, mm. 280×409; scrittura beneventana).
68 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1066 – maggio, ind. IV, Avellino Giovanni figlio di Giovanni chiede alla vedova Sikelgrima ed al figlio Urso, che gli avevano donato una proprietà ereditaria nella località Sariano, di volergli rilasciare le opportune garanzie di legge contro ogni eventuale futuro disturbatore. (Originale, PERGAMENA N. 69; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 69).
69. CARTULA DONATIONIS 1067 – ottobre, ind. VI, Ascoli Satriano Il maestro Sindo figlio di Dalfio, dopo aver venduto a Datto figlio di Giaquinto Miro una vigna nella località Monte Mediano, riservandosi la quarta parte del palmento, della pila e della corte, ora decide di donargli quel che si era riservato e riceve una caia di serico. (Originale, PERGAMENA N. 70, mm. 164×308; scrittura beneventana).
70. CARTULA VICARIATIONIS 1068 – 10 gennaio, ind. VI, Nola Giovanni vescovo di Nola cede a Garamo e Salegrimo, zio e nipote, abitanti a Castelcicala un territorio confinante con la loro proprietà e poco distante dalla loro abitazione, ed in cambio riceve due pezzi di terra recintata, siti nelle località di Circlo e di Carolone. (Originale, PERGAMENA N. 2, mm. 166×740; scrittura beneventana).
71. MEMORATORIUM [LOCATIONIS] 1068 – giugno, ind. VI, Avellino I fratelli Dauferio e Giovanni, figli di Tuderico, ricevono per 20 anni da Imetanco, figli di Ademaro, una terra con castagneto, sita nella località Mandre di Summonte, con l’obbligo di coltivarla e farla fruttificare, di incrementare il castagneto, di raccogliere le castagne e farle seccare, di corrispondere la metà delle castagne e di versare il terratico sull’eventuale semina di cereali e verdure. (Originale, PERGAMENA N. 71, mm. 239×320; scrittura beneventana).
72. MEMORATORIUM [LOCATIONIS] 1070 (69) – gennaio, ind. VIII, Avellino I fratelli Giovanni e Mari, figli di Maio, concedono in perpetuo ad Angelo, figlio di Giovanni, una terra in parte già trasformata in castagneto, sita nella località Pietracorvo, con l’obbligo di lavorarla e farla fruttificare, di corrispondere l’annuo censo di una gallina e di una focaccia, di consegnare a tempo debito la metà delle castagne, di seminare il terreno non alberato e dare il terratico secondo la consuetudine del luogo; inoltre nel rispetto del castagneto si riservano il diritto di legnare. (Originale, PERGAMENA N. 72, mm. 210×295; scrittura beneventana).
73. MEMORATORIUM [LOCATIONIS] 1072 (3) – aprile, ind. X, [Nocera] I fratelli Giovanni, Grimoaldo, Pietro e Machenolfo, figli di Machenolfo, concedono a Mirando, figlio del fu Giovanni Gualperto, due terre, site nella località Pratella di Nocera, con l’obbligo di coltivarle e farle fruttificare, di corrispondere il terratico per i seminati, di dare la metà delle nocciole e del vino e di fornire il vitto all’operaio che si recherà a ritirare la parte dei frutti loro spettanti. (Originale, PERGAMENA N. 73, mm. 263×215; scrittura beneventana).
74. CARTULA DONATIONIS 1076 – dicembre, ind. XV, Benevento Pietro figlio del fu Poto dona ad Alegrima, moglie di Adelferio, la quarta parte di una casa solariata con relativa scala di accesso, sita nella città nuova di Benevento, che dichiara di aver ricevuto in dono dallo stesso Adelferio; in ambedue le donazioni, come oggetto di controprestazione simbolica, compare un mantello. (Originale, PERGAMENA N. 74, mm. 349×373; scrittura beneventana).
75. CARTULA VENDITIONIS 1077 – marzo, ind. XV, Avellino Il minorenne Guarnerio, per saldare un debito contratto dal defunto genitore Giaquinto, col consenso del giudice Amato vende a Falco, figlio di Riso, parte dell’eredità e precisamente tre terre, di cui due site nella località Preturo e la terza in località Senolla, realizzando i 5 sclifati d’oro necessari per liquidare il debito. (Originale, PERGAMENA N. 75, mm. 330×632; scrittura beneventana).
75 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1077 – marzo, ind. XV, Avellino Falco figlio di Riso chiede al minorenne Guarnerio, che gli aveva venduto tre terre site nelle località Preturo e Senolla, di volergli rilasciare le opportune garanzie di legge contro ogni eventuale futuro disturbatore. (Originale, PERGAMENA N. 75; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 75).
76. CARTULA VENDITIONIS 1080 – febbraio, ind. III, Ascoli Satriano Leteramo figlio di Leone monaco, costretto da necessità economiche, vende al presbitero Nicola una vigna, sita nella località Lurano, realizzando la somma di 24 denari d’argento. (Originale, PERGAMENA N. 76, mm. 248×634; scrittura beneventana).
77. CARTULA DONATIONIS 1081 – maggio, ind. IV, Avellino Adelferio, figlio del fu Disigio, le sorelle Gemma e Porpora figlie di Adelferio, ed i fratelli Madelfrid e Ioffo, figli di Riso, donano ai fratelli Madelfrid e Garardo, figli di Pandenolfo, un pezzo di trerra alberata, che essi possedevano nella località Valle di Eregaro nei pressi della chiesa dei Santi Cosma e Damiano, ricevendo un mantello. (Originale, PERGAMENA N. 77, mm. 268×371; scrittura beneventana).
77 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1081 – maggio, ind. IV, Avellino I fratelli Madelfrid e Garardo figli di Pandenolfo, avendo ricevuto da Adelferio figlio del fu Disigio, dalle sorelle Gemma e Porpora figlie di Adelferio e dai fratelli Madelfrid e Ioffo, figli di Riso, una terra alberata sita nella località Valle di Eregaro nei pressi della chiesa dei Santi Cosma e Damiano, chiedono agli stessi donatori di voler rilasciare le opportune garanzie di legge contro ogni eventuale futuro disturbatore. (Originale, PERGAMENA N. 77; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 77).
78. CARTULA VENDITIONIS [1075 – 1087?], Benevento Maio figlio del chierico Giovanni vende a Stefano Sculdascio, per il prezzo di 8 soldi d’oro pari a 40 denari d’argento, la metà di una vigna e di una terra con annesso palmento e botte in muratura, site nella località detta Montecalvo. (Originale, PERGAMENA N. 1066, mm. 290x?; scrittura beneventana).
79. CARTULA VENDITIONIS 1085 – febbraio, in. VIII, Avellino Adelferio figlio di Dauferio vende a Bisanzio figlio di Bisanzio una terra con vigna, castagneto ed altri alberi da frutta, sita nelle località Scrofeta e Gualdo. (Inserto nella PERGAMENA N. 234, mm. 257×211; scrittura beneventana).
80. CARTULA OBLATIONIS 1085 – agosto, ind. VIII, Benevento Il chierico Giovanni ed il fratello Adelferio e le loro rispettive consorti Monda e Gemma offrono a Dio nelle mani di Giovanni, custode della chiesa di San Nazzaro, la metà di due terre ubicate nella località Collina. (Originale, PERGAMENA N. 79, mm. 167×399; scrittura beneventana).
81. MEMORATORIUM [CAUSATIONIS] 1095 – dicembre, ind. IX, [Benevento] I fratelli Urso, Madelfrid e Burrello, figli del maestro Pietro, possedevano una terra nella località Collina, dove si dice Caprulano e Campo Neputaro, confinante con i terreni di Giovanni, figlio di Berenardo, il quale li accusa di aver sconfinato, cavando fossi, rompendo la siepe e tagliando alberi; la lite viene portata davanti al gastaldo e giudice Giovanni di Benevento, il quale, prima di emettere la sentenza, ordina un sopralluogo. (Originale, PERGAMENA N. 80, mm. 134×792; scrittura beneventana).
81 bis. MEMORATORIUM [CAUSATIONIS] 1085 – dicembre, ind. XI, [Benevento] I fratelli Urso e Madelfrid e Burrello, figli del maestro Pietro che possedevano una terra nella località Collina, dove si dice Caprulano e Campo Neputaro, accusano Giovanni figlio di Berenardo di aver sconfinato nella loro proprietà, cavando fossi, rompendo le siepi e tagliando gli alberi; la lite viene portata davanti al gastaldo e giudice Giovanni di Benevento, il quale, prima di emettere la sentenza, ordina un sopralluogo. (Originale, PERGAMENA N. 80; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 80).
81 ter. MEMORATORIUM [IUDICATI] 1085 – dicembre, ind. IX, [Benevento] I fratelli Urso, Madelfrid e Burrello, figli del maestro Pietro, accusano il confinante Giovanni figlio di Berenardo di aver sottratto e nascosto i documenti relativi alle loro proprietà; la lite viene portata davanti al gastaldo e giudice Giovanni di Benevento, il quale ordina a Giovanni di ritrovare gli atti e di porre fine alla lite in conformità al loro contenuto. (Originale, PERGAMENA N. 80; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 80).
82. CARTULA DONATIONIS 1086 (5) – febbraio, ind. IX, Avellino Il presbitero Ademario dona a Maralda, figlia di Giaquinto, e a Dauferio, figlio di Giovanni, i beni ereditati dai genitori, specificati in una casa dentro la città di Avellino, terreni e stabili nelle località Balneo, Urbianino e altrove nei dintorni della stessa città di Avellino, ricevendo un mantello; aggiunge infine la clausola che, qualora Dauferio riceverà nella sua casa Maralda e la servirà convenientemente, entrerà in possesso di tutti i beni, altrimenti Maralda sarà libera di disporre a proprio piacimento della metà a lei spettante. (Originale, PERGAMENA N. 81, mm. 293×303; scrittura beneventana).
83. CARTULA TRADITIONIS 1088, ind. XI, Boiano Rodolfo de Molisio, conte di Boiano, dà e concede alla chiesa di Santa Croce di Isernia, per la salvezza dell’anima sua e di tutti i suoi parenti vivi e defunti, l’intero territorio del castello di Balneo, che egli dice di aver acquistato da un certo cavaliere di nome Beraldo per il prezzo di 2.600 tarì di moneta amalfitana. (Falso in forma di originale, PERGAMENA N. 82, mm. 406×627; scrittura rotonda minuscola di transizione).
84. CARTULA DONATIONIS 1089 – marzo, ind. XII, Mercogliano Amato figlio di Giovanni ed i fratelli Riso ed Urso figli di Crescenzio donano al presbitero Giaquinto la metà di un terreno e di un castagneto, siti nella località Selva di Adulo, ricevono un mantello ed impegnano Giaquinto a coltivare per loro anche l’altra metà della proprietà (Originale, PERGAMENA N. 83, mm. 183×558; scrittura beneventana).
85. CARTULA VENDITIONIS 1091 – aprile, ind. XIV, Avellino Imetanco figlio di Imetanco, alla presenza dei giudici Amato e Giovanni, vende a Giovanni figlio di Ferrando e ad Urso figlio di Iso una terra arbustata sita nella località Plaiora, realizzando la somma di 224 tarì amalfitani. (Originale, PERGAMENA N. 84, mm. 184×341; scrittura beneventana).
86. CARTULA VENDITIONIS 1092 (1) – febbraio, ind. XV, Avellino Enrico detto anche Riccardo vende al presbitero Niceta, figlio del presbitero Costantino, una terra con castagneto nella località Balneo, dove si dice Albaneta, per il prezzo di 18 sclifati e 12 tarì; nella vendita è compreso il diritto di passaggio e la facoltà di attingere da un ruscello tutta l’acqua necessaria ai bisogni dell’acquirente. (Originale, PERGAMENA N. 85, mm. 334×551; scrittura beneventana).
86 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1092 (1) – febbraio, ind. XV, Avellino Il presbitero Niceta, figlio di Costantino presbitero d’origine greca, avendo acquistato una terra con castagneto da Enrico, figlio di Giovanni e marito di Rolegrima, riceve da quest’ultima le opportune garanzie di legge per il quieto possesso di quei beni. (Originale, PERGAMENA N. 85; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 85).
87. CARTULA DONATIONIS 1092 – marzo, ind. XV, Carpinone Il conte del Molise Rodolfo di Boiano insieme ai figli Ugo e Ruggiero, alla presenza del vescovo e del vice conte di Isernia, dona all’abbazia di Montecassino nelle mani dell’abate Oderisio la chiesa di Santa Croce ed i casali di Plesco e di Balneo, che egli dice di aver avuto per concessione dai principi di Capua Riccardo e Giordano. (Falso in forma di copia autentica, PERGAMENA N. 86, mm. 327×487; scrittura gotica).
88. CARTULA COMMUTATIONIS 1093 – giugno, ind. I, Avellino Martino figlio di Giovanni dà a Guaiferio figlio di Isengaro una terra con vigna sita nella località Macera confinante con gli altri beni dello stesso Guaiferio ed in cambio riceve un’altra terra con vigna sita nella località Mercogliano. (Originale, PERGAMENA N. 87, mm. 237×438; scrittura beneventana).
89. MEMORATORIUM [MORGINCAP] 1094 – aprile, ind. II, Avellino Mari Franco di Mercogliano riceve da Toderico di Summonte la richiesta di voler sposare la figlia Alferada con l’esplicita promessa di fedeltà e concessione del morgengabe secondo la consuetudine della gente longobarda; inoltre dal presbitero Giaquinto, padre del futuro suo genero, riceve l’assicurazione che i giovani sposi potranno abitare con lui sempre che lo vorranno e che nei loro confronti si regolerà come ha già fatto con l’altro figlio e l’altra nuora. (Originale, PERGAMENA N. 88, mm. 315×512; scrittura beneventana).
89 bis. SCRIPTUM MORGINCAP 1094 – aprile, ind. II, Avellino Toderico del castello di Summonte la mattina successiva alla prima notte di matrimonio sanziona le nozze con la moglie Alferada di Mercogliano, donandole il libello del morgengabe alla presenza degli amici e del padre Giaquinto, il quale, a sua volta, si impegna a dare alla nuora Alferada la quarta parte dell’eredità spettante al figlio Toderico, qualora questi dovesse morire prima di lui. (Originale, PERGAMENA N. 88; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 88).
90. CARTULA OFFERTIONIS 1095 – marzo, ind. III, Avellino Roberto, figlio di Uberto del castello di Forino, per la salvezza dell’anima sua e di quella dei suoi parenti, dona alla chiesa di San Basilio di Mercogliano un pezzo di terra alberata, che egli possedeva nella stessa località di Mercogliano. (Originale, PERGAMENA N. 89, mm. 232×421; scrittura beneventana).
91. CARTULA OFFERTIONIS 1096 (5) – maggio, ind. IV, Avellino Mari figlio di Maraldo, per rimedio dell’anima sua e di quella dei suoi parenti, dona alla chiesa di San Basilio di Mercogliano una terra con castagneto ed altri alberi da frutta che egli possedeva nel luogo detto Chiusa. (Originale, PERGAMENA N. 90, mm. 174×526; scrittura beneventana).
92. CARTULA TRADITIONIS 1097 – maggio, ind. V, Nocera I coniugi Giaquinto e Nucerina danno ai fratelli Romualdo e Mirando, figli di Doferio, la pianta di casa e relative pareti di loro proprietà sita nel castello di Nocera per il prezzo di 3 tarì d’oro. (Originale, PERGAMENA N. 91, mm. 214×326; scrittura beneventana).
93. CARTULA PASTINATIONIS 1098 – agosto, ind. VI, Cimitile I preti Benedetto e Pietro, custodi della chiesa di Santa Maria di Cicala, concedono al presbitero Giovanni una terra con l’obbligo di coltivarla e farla fruttificare, di piantarvi un vigneto e altri alberi, di corrispondere il terratico in ragione di un quarto del raccolto, di dare la metà del vino e di fornire vitto e alloggio a due operai che saranno inviati sul posto al tempo della vendemmia. (Originale, PERGAMENA N. 92, mm. 156×364; scrittura beneventana).
94. CARTULA OFFERTIONIS 1099 – novembre, ind. VIII (VII), Avellino Mari figlio di Maraldo, per la salvezza dell’anima sua e di quella dei suoi parenti, offre alla chiesa di Santa Margherita costruita nel luogo detto Urbiniano, una terra con castagneto e altri alberi da frutta, che egli possedeva nella stessa località di Urbiniano. (Originale, PERGAMENA N. 93, mm. 180×489; scrittura beneventana).
95. MEMORATORIUM [DONATIONIS] 1101 – marzo, ind. IX, Avellino Il sacerdote Lando ed i nipoti Giovanni e Ruggiero ricevono in perpetuo da Giovanni figlio di Pietro la porzione dei diritti che questi possedeva sui beni e sulla chiesa di San Basilio, ubicata nei pressi del castello di Mercogliano; senza specificare in quale proporzione, i diritti acquistati consistevano nella facoltà di far ordinare preti, chierici e monaci; di officiare la chiesa nel modo migliore, servendosi dei libri e dei paramenti sacri ad essa appartenenti; di usufruire delle offerte dei fedeli, di abitare le case e di lavorare a proprio vantaggio i terreni di proprietà della stessa chiesa. (Originale, PERGAMENA N. 94, mm. 241×349; scrittura beneventana).
96. CARTULA DONATIONIS 1101 – aprile, ind. IX (XI), Padula Gisulfo e Landolfo, signori di Padula, avendo concesso a Pietro, figlio di Stefano, l’uso di alcuni beni di persone morte senza eredi legittimi, dietro richiesta dello stesso Pietro legalizzano la donazione, concedendo un regolare documento di donazione in cui viene riportato l’elenco degli stessi beni, consistenti in un palazzo in Padula che fu di Lando Capuano, in un vigneto nei pressi di Acquasparta che fu di Landolfo Maiolfi, in un pezzo di terra appartenuto ai fratelli Landolfo e Maggio Zappolla, in un secondo pezzo di terra che fu di Maraldo fratello del presbitero Amato ed in una grossa eredità di Pietro figlio di Ammirato. (Originale, PERGAMENA N. 104, mm. 225×420; scrittura beneventana).
97. CARTULA VENDITIONIS 1101 – ottobre, ind. X, Benevento Pandolfo figlio del fu Ademario vende a Dauferio figlio di Dauferio, per il prezzo di 40 denari, due case, di cui una in muratura e l’altra in legno, ed un pezzo di suolo edificatorio dentro la città nuova di Benevento, nei pressi della chiesa di Santa Tecla, confinante da una parte con le mura di cinta della città e dall’altra con l’abitazione di alcuni suoi parenti, per cui gli concede la facoltà, in caso di futura costruzione, di poter utilizzare quelle mura per poggiarvi le travature, senza tuttavia recar danni e provvedendo a chiudere i fori con muratura. (Originale, PERGAMENA N. 95, mm. 260×500; scrittura beneventana).
98. CARTULA DONATIONIS 1102 (1) – febbraio, ind. X, Avellino Chira Nastasa, vedova del prete di rito greco Costantino, essendo passata in seconde nozze con Sparano detto Alfarano, con il consenso di questi, dona ai figli di primo letto Giovanni Leone e Todaro la quarta parte a lei spettante, secondo la carta del morgengabe del defunto marito, su alcune terre e vigneti in località Strata. (Originale, PERGAMENA N. 96, mm. 151×599; scrittura beneventana).
99. MEMORATORIUM [LOCATIONIS] 1102 (1) – febbraio, ind. X, Avellino Il signore di Monteforte Riccardo figlio del normanno Raone cede in perpetuo ai fratelli Giovanni e Toderico figli del prete Giaquinto una terra con casa nei pressi del castello di Summonte per il canone annuo di 2 tarì d’oro in moneta salernitana o di altra moneta corrente, da corrispondere nel giorno della natività della Madonna nel mese di settembre. (Originale, PERGAMENA N. 97, mm. 228×283; scrittura beneventana).
100. MEMORATORIUM [LOCATIONIS] 1102 – marzo, ind. X, Avellino Mari, Pietro ed il chierico Giovanni, fratelli e figli di Sparano, insieme al cugino Amando, figlio di Alferio, prendono in fitto perpetuo da Riccardo signore di Monteforte una terra sita in località Preturo nei pressi della chiesa di San Giovanni con l’obbligo di coltivarla e trasformarla in castagneto e si impegnano a corrispondere la decima parte dei seminati fino a quando la nuova piantagione di alberi non comincerà a portare frutti, perché da quel momento in poi daranno solo la metà delle castagne raccolte. (Originale, PERGAMENA N. 98, mm. 167×453; scrittura beneventana).