Platea di mercogliano

(di Anna Battaglia)

Le splendide platee dell’Archivio storico di Montevergine sono state più volte oggetto di studio da parte di privati o di istituzioni pubbliche; a tal proposito un cenno meritano le importanti ricerche del Laboratorio di Cartografia e Toponomastica Storica dell’Università di Salerno, che ha utilizzato le fonti cartografiche dell’abbazia, non solo come documentazione del paesaggio geografico, ma anche come indice della civiltà del luogo. Tali documenti sono espressione delle conoscenze acquisite in molteplici campi e si prestano perciò agli studi più disparati. È stato messo in evidenza, nell’occasione, l’importanza delle denominazioni toponimiche che le corredano, in quanto rappresentano veri e propri indicatori territoriali ed hanno perciò un enorme ed insostituibile valore identitario dei luoghi. Esse, spesso, sono rara testimonianza di particolari radici del passato e per tale ragione meritano di essere diffuse e salvaguardate.

Molto importante per la cittadina di Mercogliano, nella cui giurisdizione territoriale ricade la Biblioteca Statale di Montevergine con annesso Archivio storico, è la platea custodita nella busta n. 1, poco conosciuta, che fa riferimento agli stabili e ai territori che il monastero possedeva nella zona, nel secolo XVII. Le piante di tale manoscritto, come recita la c. 1, furono realizzate, dal medesimo autore delle monumentali platee n. 2 e 4, Bartolomeo Cocchi o Cocca, che si firma come beneventano, ma in realtà originario di Colle Sannita, trasferitosi poi a Benevento. Egli le realizzò, ancor prima di cimentarsi nella stesura di quelle dell’inizio del secolo XVIII, per l’abbazia di Montevergine, commissionategli dagli abati dell’epoca. L’agrimensore fu tenuto in grande considerazione non solo negli ambienti laici, ma anche in quelli ecclesiastici e sembra, sebbene non si conosca molto della sua biografia, che abbia avuto una grande devozione verso il santuario mariano. Nella platea dei territori in Mercogliano, le sue rappresentazioni grafiche non sono tavole acquerellate, ma semplici schizzi o tratteggi dei territori con gli stabili presenti; al centro la croce che vuol rappresentare la rosa dei venti (nelle composizioni successive, invece, spiccano le numerose variazioni che egli esegue sul tema della rosa dei venti e nel disegno delle scale) e le misure in moggi e metri dei vari appezzamenti, distribuite sul perimetro delle tavole. La parte scritta, relativa ai cenni storici degli strumenti notarili, con descrizione sommaria delle costruzioni presenti, inoltre, precede o è inframmezzata ai disegni. L’incartamento si compone complessivamente di 163 fogli, anche se la vera e propria platea si estende nella parte centrale; i rimanenti sono occupati dalle tabelle di tutte le messe che si devono celebrare presso il monastero di Montevergine,  secondo gli usi antichi e moderni, e dalle Notizie dei capitali nella terra di Mercogliano. A tal proposito è opportuno ricordare che nel passato una delle manifestazioni più costanti dell’attaccamento dei fedeli al santuario di Montevergine era quella di costituire dei legati pii, di lasciare cioè dei beni mobili o immobili in suffragio delle anime del Purgatorio, con l’obbligo, da parte dei religiosi, di preghiere e soprattutto di sante messe. Tali beni venivano a costituire i capitali che l’abbazia possedeva nel territorio, ad esempio, di Mercogliano, come quelli qui presentati, che furono successivamente in parte oggetto dell’importante platea n. 4. In quest’ultima, redatta al tempo dell’abate P. Ramiro Giradi, nel 1721, sono disegnati gli appezzamenti delle terre che l’abbazia possedeva non solo nella cittadina irpina di Mercogliano, ma anche …  nel casale di Valle, città di Avellino, Atripalda, Aiello, Cesinali e Tavernole, Montefredane, Monteforte, Baiano, Mugnano, Cervinara, Pietrastornina, Pandarano, Rocca Bascerana.

All’inizio della platea di Mercogliano qui descritta, la rubrica riporta in ordine alfabetico i toponimi dei territori dell’abbazia di Montevergine nella zona della cittadina irpina e la pagina di riferimento. Tali denominazioni possono essere considerati veri e propri documenti della storia locale; ad esse corrisponde un’esatta ubicazione di luoghi sul territorio che si riscontrano anche attualmente e che si è cercato, per quanto possibile, di localizzare, fornendo indicazioni desunte dagli studi del passato. Non si può fare a meno di ricordare  p. Tropeano e p. Mongelli a cui va tutta la nostra gratitudine per averci trasmesso tali conoscenze e dato modo di comprendere quanto sia importante lo studio dei documenti, non solo per il valore culturale intrinseco, ma anche per illuminarci sui luoghi del nostro quotidiano. Un contributo considerevole è stato fornito dagli amministratori del comune di Mercogliano, dal  geometra Giovanni Romano, grazie al quale è stato possibile consultare stradari e carte topografiche, oppure affidarsi alla  sua memoria storica per rintracciare toponimi non più conosciuti. Si è messo inoltre in evidenza quando questi ultimi sono apparsi per la prima volta nella documentazione pergamenacea e cartacea dell’archivio storico di Montevergine, accennandone in breve al contenuto; alcuni sono molto antichi e se ne riscontra la presenza ancor prima sul territorio, come documentato dagli storici locali (Scandone, Mansi, Zigarelli …).

Di seguito sono riportate le località, senza alcun ordine alfabetico, cronologico o topografico, così come appaiono nel documento. Esse sono precedute dalla scheda informativa che comprende la trascrizione del documento in corsivo, con la relativa pianta dei possedimenti dell’abbazia. A volte i toponimi sono ripetuti anche perché fanno riferimento alle diverse proprietà che l’abbazia possedeva nella zona.

Si è voluto qui offrire un modesto contributo il cui intento è quello di rivalutare la conoscenza di “cose antiche”, che varrebbe forse la pena, soprattutto per noi locali, di ricordare, per non perdere la memoria storica delle nostre zone. Le indicazioni fornite sono di carattere spicciolo e pratico e non hanno alcuna pretesa di indagine storica o scientifica e sono perciò suscettibili delle modifiche o delle aggiunte che si riterranno opportune. Può essere considerato, forse, come una prima traccia per ulteriori approfondimenti per i tanti spunti da cogliere in ciascun documento. Se ne cita solo qualcuno legato alle famiglie locali, alle chiese di Mercogliano, alle confraternite, ai notai, alla forma dei pagamenti in uso, all’urbanistica dell’epoca  e quelli relativi alla parte tecnica delle rappresentazioni grafiche.

La trascrizione della platea è stata curata da Anna Battaglia; all’implementazione di questo modulo hanno lavorato Lucia Palmisano e Sabrina Tirri, e Domenico D. De Falco

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