Raccontiamoci… fino a “Voci e note 2014”

Date:
2 Dicembre 2014

(di Bianca Corcione)

Questo articolo non vuole essere un’autocelebrazione per gli eventi che l’istituto è riuscito ad organizzare e portare a termine nell’anno corrente, ma un modo per ringraziare tutti coloro che hanno collaborato con la biblioteca per la buona riuscita degli stessi. Il programma di valorizzazione e promozione del 2014  è stato caratterizzato da mostre, convegni, presentazioni di testi di novelle, storia, poesia, ricordi di attori con la “A” maiuscola che hanno fatto sorridere generazioni mature e meno con la loro comicità basata su elementi di vita vissuta senza dover mai ricorrere a sollecitazioni volgari e modi di dire scabrosi.

Corre ringraziare Angela Caterina, Luigi Frasca e l’associazione “Igor Stravinsky” per il continuo supporto dato all’istituto; Armando Montefusco che con le sue carrozzelle ci ha fatto rivivere l’Avellino dell’Ottocento; Teresa Colamarco e Donatella De Bartolomeis, responsabile delle Edizioni Il papavero, che hanno contribuito alla giornata della memoria e del ricordo con la presentazione del libro Tragende:un fiore tra la cenere; Paolo Matarazzo e Pompilio Dottore per la partecipazione all’incontro dal titolo Attimi di riflessioni tra storia e attualità in occasione della Giornata internazionale della donna; Oscar Luca D’Amore che, durante le sue vacanze estive, prima di far ritorno in America dove vive e lavora, ha presentato il suo libro autobiografico dal titolo al di qua del Pacifico. Nel mese di agosto la sala Auditorium era gremita di poeti di tutt’Italia venuti per la premiazione finale del concorso Radici poetiche, concorso di poesie dialettali in onore di Massimo Troisi. Settembre ci ha visti esclusi dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per quanto riguarda la partecipazione di archivi e biblioteche alle Giornate Europee del Patrimonio. Ottobre è stato invece un mese surriscaldato. Il giorno tre si è dato inizio a Voci e Note d’autore IV edizione  e domenica  cinque, in ottemperanza alla manifestazione nazionale Domenica di carta, è stato presentato il testo di Margherita Capobianco Holly e il torneo d’estate con la partecipazione del fratello Pellegrino, in arte Crinos, e la vivace e coinvolgente partecipazione dei giovani dell’Istituto Medico Psicopedagogico “Maria Santissima Annunziata” di Prata Principato Ultra (Av). 

Ora però diamo giusto spazio agli attori che hanno fatto grande ottobre 2014. Il 3 ottobre Valentina Basile con il suo scritto Il volo del falco ha illustrato ad attente scolaresche della scuola primaria di Aiello del Sabato la vita del  giovane imperatore Federico II di Svevia, figlio di Enrico VI e Costanza d’Altavilla, nipote del Barbarossa. Il suo lavoro è un  testo teatrale in quattro atti; si alternano sulla scena ben 14 personaggi rappresentativi e importanti nella realtà della vita del mitico Federico II, imperatore del Sacro Romano Impero, lo Stupor mundi, personaggio principale. La vicenda tratta del rapporto non certo idilliaco tra Federico II, già imperatore, e la Chiesa che lo odia e lo fa odiare definendolo l’Anticristo, solo per la sua lungimiranza, per le sue innovazioni, per l’accettazione delle diversità, degli usi e religioni di tutti, per apportare pace e benessere ai popoli da lui governati. Intorno a lui ruotano intrighi, rancori, maldicenze ma anche amicizia incondizionata, amore, considerazione e fiducia nel suo operato. Federico è l’Anticristo per la Chiesa perché lotta contro una chiesa cattiva,  ipocrita, potente che in nome del Cristo porta avanti assurde crociate, una chiesa che vuole dominare. È la Chiesa delle crociate, guerre sanguinose e crudeli, portate avanti nel nome di Cristo per liberare Gerusalemme, liberazione che invece lo scomunicato Federico otterrà  grazie ad un accordo con il sultano al-Kamil.  Il testo evidenzia questo personaggio con tutte le sue sfumature, di tanto in tanto fanno capolino i ricordi della sua fanciullezza palermitana, ricordi dolci, a tratti tristi, ricordi di bambino piccolo tra i vicoli di Palermo, di un uomo, seppur imperatore, che resta comunque tale, al di là del sogno di ricomporre il Sacro Romano Impero, legato alla Puglia e alla Sicilia, predilezione mai accettata dal popolo tedesco… Durante la presentazione la flautista Francesca Masciandaro ha eseguito degli intermezzi musicali scegliendo brani di musica celtica (qui il link al video pubblicato a cura dell’editrice Il Papavero).

Pennacchio_MassaroDal Medioevo con un salto acrobatico arriviamo alla storia locale del secolo XIX con il testo di Andrea Massaro Filomena Pennacchio: la brigantessa ritrovata. Leggere la vita di questa donna nata a San Sossio Baronia nel 1845 e morta a Torino nel 1915 è davvero avvincente. Piccola orfana di una umile famiglia, nel 1862, mentre era a servizio nella masseria di Nicola Misso, conosce Giuseppe Schiavone, già famoso brigante, che la cattura e l’arruola nella sua banda. Tra i due nasce un profondo amore tanto che quando Filomena resta incinta, per tutelarla la allontana dal pericolo accompagnandola a Melfi presso la levatrice Angela Battista di Prato. Successivamente lo Schiavone viene arrestato su denuncia di Rosa Giuliani, amante tradita, condannato alla fucilazione e come ultimo desiderio chiede di incontrare la sua donna e questo farà sì che Filomena,  dopo il parto di un bel  maschietto registrato presso il comune di Melfi  come trovatello il 12 febbraio 1865 a cui il sindaco Vincenzo Mandina  darà il cognome di Prigioniero, verrà arrestata, condannata ai lavori forzati  presso il carcere duro delle Fenestrelle, successivamente accolta dalle suore dell’Opera Pia  Barolo di Torino che si prendono cura e istruiscono la giovane. A Torino la vita di questa fiera, volitiva, coraggiosa brigantessa cambia drasticamente. Conosce e sposa  il 10 aprile 1883  il giovane Antonio Maria Valperga di alcuni anni più giovane. Passa da una vita di stenti ad una vita di agi; dedica la sua vita, priva della gioia di figli, all’accoglienza ed aiuto agli orfani, ai carcerati, ai poveri. Per queste opere meritevoli il parroco della parrocchia di Nostra Signora  delle Grazie nota come chiesa della Crocetta oltre a somministrarle il sacramento della penitenza  fa sì che  a Filomena Papa Benedetto XV impartisca la benedizione papale.  

Ecco una pseudo-biografia di due grandi attori napoletani, Carlo e Nino Taranto; chi l’Tarantoha scritta è il figlio e  nipote, Corrado Taranto. Il testo si intitola Noi…I Taranto ovvero Nino, Carlo e Corrado. È un piacevole, divertente e melanconico trovarsi e ritrovarsi in aneddoti di vita vissuta in gioie, dispiaceri ma mai soli, oltre alla famiglia, gli amici, quelli veri,  il grande Totò, il principe, che da signore qual era, aiuta Nino che aveva perso tutto nell’incendio del teatro Politeama appena acquistato non offrendogli soldi bensì scritturandolo per sei film. Poi è tutto un susseguirsi di incontri tra i grandi, c’è tutto il mondo degli artisti che dagli anni ’50 ad oggi  hanno fatto la storia  del teatro, cinema e musica.

Religioni a confronto è il tema affrontato durante il quarto incontro di Voci e note d’autore con la presentazione del libro su nuovi movimenti religiosi dal titolo Avventisti, Christian Science, Mormoni, Testimoni di Geova, di Giovanni Sarubbi. Sarubbi in questo suo lavoro, dedicato  ai quattro movimenti religiosi nati nell’Ottocento negli Stati Uniti, da arguto ricercatore, oltre che scrittore, scruta e traccia le origini storiche, la geografia, la teologia e l’organizzazione di ciascun movimento. Ricostruisce il contesto politico-economico degli Stati Uniti del diciannovesimo secolo, che favorirà il diffondersi di nuovi fermenti religiosi come risposta alla crisi del loro tempo. Individua le peculiarità di ogni movimento che venne ad affermarsi a poco a poco, come una nuova religione a sé stante, si sofferma sulla loro presenza storica in Italia, del resto l’autore è convinto che ogni religione tragga la sua importanza e la sua esistenza dalla funzione sociale che svolge sul territorio e nel mondo. La religione è tale solo se è libera da ipocrisie e preconcetti, se è capace di accogliere e non allontanare, se è pronta a sostenere, non abbandonare. Di qui nasce la necessità di conoscere in profondità le varie religioni per capirne le dinamiche interne, i punti fondamentali, le loro debolezze o i loro punti forza.

Alla presenza di due classi dell’Istituto Agrario di Avellino viene presentato Le novelle del Partenio di Alfonso Carpentieri meglio conosciuto con lo pseudonimo di Don Ramiro, novelle inedite, rese pubbliche grazie alla decisione del prof. Antonio Marano, proprietario del dattiloscritto. Questo regalo ricevuto ai tempi del liceo da uno zio del prof. Marano resta dimenticato fino al 2012 nelle scansie della biblioteca personale, ritrovato, viene finalmente pubblicato. È una raccolta di sedici novelle suddivise nell’arco della giornata: novelle dell’alba, del meriggio e del tramonto. Sono scene di vita quotidiana raccontate con un tratto leggero, signorile, arguto, piacevole alla lettura. Racconti che rappresentano l’Avellino e l’Irpinia del primo Novecento, racconti dove vieni a contatto  con credenze, usi, costumi  e pregiudizi di una intera comunità, dove ritrovi la gioia, la spensieratezza dell’infanzia, le paure, le preoccupazioni e i dolori dei giovani diventati adulti prima del tempo. Esse rappresentano uno spaccato della vita dell’avvocato Alfonso Carpentieri giorrnalista, collaboratore del «Corriere dell’Irpinia», di cui assume la direzione nel 1925, ma soprattutto  fine scrittore.

Conosciamo uno spaccato di vita mercoglianese grazie a L’internamento civile a Mercogliano (1937–1945). Documenti e ricordi di Francesco Di Nardo. La presentazione è affidata alle parole del prof. Fiorenzo Iannino, che evidenzia come la verità storica dei documenti si unisca al ricordo personale dell’autore in un tutt’uno inscindibile, la lucida presentazione di alcuni internati minuziosamente descritti e di come erano più o meno ben accetti dagli abitanti. In questo scritto l’autore riesce a coniugare in modo semplice e scorrevole la ricerca documentaria e i propri ricordi, ricostruisce in maniera organica e completa il microcosmo concentrazionario di Mercogliano del fascismo nell’ultima fase del regime, a partire dalla fine della guerra d’Etiopia. Il volume non è un saggio storico, lo stesso Di Nardo nella nota introduttiva precisa di aver voluto fornire agli storici un materiale prezioso per ricostruire profili ed aspetti poco conosciuti della nostra storia locale.

Da documenti inediti del secolo XX torniamo alla storia medioevale, presentiamo una parte del nostro patrimonio pergamenaceo, con il XXXVI volume del Codice Diplomatico Pugliese, edito dalla Società di Storia Patria per la Puglia dal titolo  Le pergamene di Ascoli Satriano conservate nella Biblioteca di Montevergine a cura di Teresa Colamarco. Il volume raccoglie ben 118 documenti riguardanti la storia di Ascoli Satriano, cittadina della Capitanata, dove i monaci verginiani di Montevergine ebbero due dipendenze: la chiesa di San Pietro in Piano e il priorato di San Donato. I documenti coprono un ampio arco di tempo, dall’anno 994 al 1354.

Ricordiamo infine il grande Massimo Troisi con Oltre il respiro : Massimo  Troisi mio fratello, di Rosaria Troisi e Lilly Ippoliti. A presentare e parlare di episodi di vita di Massimo è Donatella De Bartolomeis aiutata dalla proiezione di una intervista fatta a Rosaria, grande assente della giornata. Con questo libro Rosaria, metabolizzato il dolore per la prematura morte del  fratello,  riesce ad esternare i ricordi così tenacemente tenuti nascosti nel suo cuore. Ci presenta  Massimo non uomo di spettacolo ma il suo Massimo, un ragazzo timido, schietto, che riusciva a comunicare anche solo con lo sguardo. Vuole parlare di Massimo osservato  nella sua quotidianità, partendo dalla sua infanzia, dalla sua famiglia da cui scaturisce la sensibilità dell’attore napoletano  amato per la sua semplicità, per la sua spontaneità, per la sua filosofia di vita, per la arguta difesa della sua napoletanità. La sua è la storia di un timido ragazzo di San Giorgio a Cremano che ha sfidato la sua malattia e il suo destino, dai primi passi in televisione con la Smorfia, fino alla fine della sua carriera cinematografica con Il Postino. Film che avrebbe dovuto girare dopo quell’intervento urgente da praticare nel 1994 da lui rinviato perché, come riportato da tutti, quel film lo voleva interpretare con il suo cuore; rinvio che purtroppo renderà vana ogni possibilità di salvezza perché 12 ore dopo la fine delle riprese l’attore muore nella casa della sorella Anna Maria ad Ostia (qui il link al video dell’intervista a Rosaria Troisi e e Renato Scarpa). La giornata del 31 ottobre si è conclusa con il concerto sulle colonne sonore dei film di Massimo Troisi, e non solo, organizzato dalla Associazione Stravinsky in onore dell’abate ordinario di Montevergine Luca Riccardo Guariglia. Con questa presentazione legata al ricordo di questo nostro attore tanto amato da tutti si è chiusa la rassegna, che come un archetto di violino ha toccato le varie corde del cuore e della mente umana.