Non c’e’ futuro senza memoria
Date:
29 Gennaio 2014
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il resoconto della giornalista Rosy Cefalo del Giorno della Memoria celebrato dalla Biblioteca Statale di Montevergine lunedì 27 gennaio 2014
Non c’è futuro senza memoria
(di Rosy Cefalo)
Nel Giorno della Memoria, la Biblioteca di Montevergine ha ricordato la tragedia della Shoah. L’iniziativa si è svolta nella mattinata del 27 gennaio scorso, presso il salone degli Arazzi del Palazzo Abbaziale di Loreto. Un convegno che ha coinvolto le scuole dei comuni di Mercogliano, Montefredane e Manocalzati. Una buona occasione, per rinsaldare quei valori che sempre di più devono guidare il cammino delle nuove generazioni.
Ad aprire i lavori è stato padre Andrea Davide Cardin, direttore della Biblioteca Statale di Montevergine: “Il 27 gennaio è la data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz – ha affermato padre Cardin – serve a ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte”. Una data simbolica per rievocare la tragedia dello sterminio nazista: vittime oltre sei milioni di ebrei e avversari politici, omosessuali, rom, sinti e altre etnie ritenute, dalla follia nazista, inferiore rispetto alla razza ariana. Ricordare è un dovere affinché gli errori del passato siano un monito per il presente e il futuro: “Oltre che gli ebrei ad opera dei nazisti, sono stati tanti i popoli della terra vittime nel tempo di questi feroci crimini e di eccidi inenarrabili – ha ricordato il direttore della biblioteca – come i genocidi del popolo armeno ad opera dei turchi, quelli in Cambogia, la strage dei Curdi, le vittime dello stalinismo, gli eccidi in Ruanda”. Tragedie che potrebbero ripetersi se abbassiamo la guardia.
“Questa giornata della memoria trova significato e ragione, se evitiamo che diventi una parentesi irrigidita nei libri di scuola” ha precisato Donatella De Bartolomeis della casa editrice “Il Papavero” che ha presentato il volume Tragende: un fiore tra la cenere.
Il recupero delle testimonianze e della documentazione in questo senso è stato possibile grazie alla consulenza storica della professoressa Teresa Colamarco, che ha ripercorso le vicende di una pagina così nefasta della storia dell’umanità. Un vero e proprio viaggio nelle fonti per scoprire il vero volto di quella pazzia collettiva che fu il nazifascismo. Soffermandosi sul sistema concentrazionario durante la Seconda Guerra Mondiale. “Esistevano tre campi di concentramento nella nostra provincia – ha raccontato Colamarco – il più grande era quello di Ariano Irpino che ospitava circa 130 prigionieri, l’altro era quello di Monteforte Irpino e il campo di concentramento femminile di Solofra”. A seguire, c’è stata la proiezione di un video di grande impatto, toccante.
I terribili ricordi sono riemersi attraverso la testimonianza e la commozione di Alessandro D’Acquisto sul fratello Salvo, intervistato da Maria Ianniciello della rivista “Cultura & Culture” in occasione della fiera del libro dello scorso anno (il video è consultabile sul canale you tube della casa editrice Il Papavero).
Le conclusioni sono state affidate alla giornalista Rosy Cefalo che ha tratteggiato la figura del carabiniere D’Acquisto, medaglia d’oro al valore militare. “Un vero eroe che appartiene ormai alla memoria collettiva degli italiani – ha detto la giornalista – che ha superato gli egoismi umani e che ha fatto della propria vita un dono per gli altri”.