L’oro di Avellino. In ricordo di Giuseppe Marotta

Date:
17 Ottobre 2013

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un breve resoconto di Paolo Speranza, curatore del volume La memoria ricorrente. L’Irpinia letteraria di Giuseppe Marotta, presentato presso la Biblioteca di Montevergine giovedì 10 ottobre 2013

L’oro di Avellino. In ricordo di Giuseppe Marotta

(di Paolo Speranza)

Ripeto, perdonami e fammi perdonare. Facciamo corna, ma spero che la cara Avellino si ricordi di me quando si tratterà di commemorarmi, e che m’intitoli il vico Casale, dove fui bambino e felice. Così Giuseppe Marotta, uno tra i maggiori narratori italiani del secondo Novecento, scriveva in una lettera del 1960 all’amico giornalista Carlo Barbieri. Questo brano ha ispirato l’iniziativa della casa editrice Mephite (già apprezzata e condivisa dall’assessore alla Cultura del Comune di Avellino Nunzio Cignarella) per dedicare – come sostenne perMarotta primo, nell’ottobre del ’63, lo stesso Barbieri – quella strada all’autore di L’oro di Napoli, scomparso il 12 ottobre di cinquant’anni fa, e di pubblicare in questa ricorrenza il primo studio organico sul rapporto tra Marotta e la città di origine: La memoria ricorrente. L’Irpinia letteraria di Giuseppe Marotta.

Il volume è stato presentato nel salone della Biblioteca Statale di Montevergine nel palazzo abbaziale di Loreto a Mercogliano, nell’ambito della manifestazione Voci e note d’autore, promossa dalla Biblioteca, giovedì 10 ottobre 2013, alle ore 16.

Sono intervenuti: la dottoressa Bianca Corcione, della Biblioteca Statale di Montevergine, curatrice della rassegna; l’attrice Angela Caterina, che ha curato un reading di pagine scelte del volume; Raffaele La Sala, storico e critico letterario; Paolo Speranza, curatore del volume.

Avellino, per Giuseppe Marotta, resterà sempre la città dell’infanzia, prima spensierata e poi, d’improvviso, difficile e sofferta; del padre, spesso assente ma sempre desiderato e rimpianto; di quelle suggestioni genuinamente primordiali e agresti che nelle due metropoli del Nord e del Sud non avrebbe mai più rivissuto; delle prime esperienze giornalistiche e letterarie; della nostalgia per l’innocenza troppo presto perduta e per quella serenità che forse solo in Irpinia, a tratti, aveva effettivamente conosciuto.

Il volume, edito da Mephite, ricostruisce il rapporto tra Marotta e la sua terra d’origine con un’analisi complessiva e l’antologia finora più completa dei testi letterari in prosa (racconti, capitoli, memorie) ispirati dalla sua permanenza in Irpinia, integrate da Viaggio simbolico in Irpinia, prezioso saggio dell’italianista e critico cinematografico Gualtiero De Santi sul film di De Sica e Zavattini tratto dal best seller di Marotta, e da rare immagini dall’archivio del curatore.