I bibliotecari hanno un santo patrono?
Date:
24 Agosto 2016
(di Sabrina Tirri)
Scorrendo nella giornata del 10 agosto la home di facebook, il social più frequentato del momento, una serie di immagini, commenti, riflessioni rimandava alla tanto attesa notte di San Lorenzo durante la quale, nel cielo, le stelle cadenti sono le protagoniste. Giovani, adulti, famiglie sperano in una notte sgombra di nuvole al fine di cogliere la “caduta” di una stella ed esprimere un desiderio. E su queste speranze e desideri una notizia ha preso il sopravvento, destando un certo interesse: “10 agosto, S. Lorenzo martire, protettore dei bibliotecari ed archivisti”. Inevitabile la reazione: “Anche i bibliotecari hanno un santo protettore”? Urgeva un approfondimento. Le notizie però ricavate da quelle che possono considerarsi le fonti più autorevoli, quali la Bibliotheca sanctorum e l’Enciclopedia cattolica, non vanno oltre la storia del santo, spesso mista a leggenda, e il culto, molto diffuso a Roma e in altre zone d’Italia. Dalle schede emerge una figura di un santo caritatevole, sempre accanto ai poveri e ai bisognosi, definiti “i tesori” della Chiesa. Con la persecuzione dell’ordine religioso da parte di Valeriano nel 258, Lorenzo, in qualità di diacono di Roma, fu messo a morte su una graticola arroventata. Ed è la graticola, strumento del martirio, l’elemento iconografico che ricorre nelle rappresentazioni del santo (sebbene ricerche recenti dimostrino che sia stato decapitato) affiancato da altri attributi quali la croce, il libro dei salmi, e la borsa dei tesori distribuiti ai poveri. Proseguendo riscontriamo qualche riferimento alle città di cui è patrono come Grosseto, Tivoli, ma nessuno accenno ai mestieri di cui si fa protettore. Solo aprendo le diverse pagine del web si viene a conoscenza delle categorie di lavoratori che si rivolgono a lui: cuochi, pasticceri, lavoratori del vetro, rosticceri, vermicellai, pompieri e tutti coloro che per lavoro rischiano le bruciature, diaconi (e in quanto patrono di questi ultimi viene raffigurato con la dalmatica, la lunga veste liturgica), e per finire, archivisti e bibliotecari. Le informazioni sono piuttosto vaghe, senza riscontri bibliografici. Andando avanti nella nostra ricerca ci imbattiamo ad un certo punto in un articolo uscito nel 1996 su Biblioteche oggi, dal titolo “Chi è il patrono dei bibliotecari?”, a firma di Merker, che sembra proprio fare al caso nostro. Scopriamo che la questione sul patronato dei bibliotecari era già molto sentita negli anni 40 tanto da trovare spazio su alcuni quotidiani nazionali. La SS. Annunziata veniva individuata come possibile protettrice degli operatori del settore, quali archivisti, bibliotecari e librai, perché l’iconografia tradizionale del mistero dell’Annunciazione tendeva a raffigurare la Madonna quasi sempre con un libro, sia esso un rotolo, un piccolo libro o un grande corale. La proposta non trovava tutti d’accordo e, in particolare, veniva respinta dal giornale del Vaticano, L’Osservatore Romano. Perché bocciare tale proposta? Il motivo si disvela di lì a poco: i bibliotecari e gli archivisti hanno già un santo patrono: San Lorenzo, appunto, probabilmente considerato tale perché essendo stato uno dei sette diaconi di Roma aveva in carico l’amministrazione dei beni della Sede apostolica, tra cui anche libri e documenti o per lo spirito documentario con cui raccoglieva ed elaborava documenti relativi ai protocristiani. Sembrava essere giunti alla conclusione della questione quando all’improvviso in altri punti del web leggiamo che c’è stato qualcuno che è andato più a fondo, contattando la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, che si occupa proprio della «conferma dei patroni celesti». Si legge che, allo stato attuale, gli archivisti non hanno ancora un santo patrono e neanche i bibliotecari ce l’hanno, sebbene per loro si riconosca in maniera ufficiosa San Lorenzo. Il caso rimane aperto, e al momento, fino a quando non ci saranno comunicazioni ufficiali, il santo delle stelle cadenti resta quello più idoneo a proteggere la professione bibliotecaria.