947-1045

Dal Codice Diplomatico Verginiano,  a cura di Placido Mario Tropeano (Montevergine, Padri Benedettini, 1977)

  
1. CARTULA DONATIONIS
947 – maggio, ind. V, Teano
Adalgisa, figlia del fu Urso, col consenso di Adalgiso e Pietro suoi figli e mundoaldi, dona ai nipoti Unelgari e Adelsassi figli di Adalgiso i beni mobili e immobili a lei pervenuti quale morgengabe del defunto marito, riservandosene l’usufrutto e ricevendo due tarì.
(Originale, PERGAMENA N. 1, mm. 151×610; scrittura beneventana).

2. CARTULA DONATIONIS
948 – agosto, ind. VI, [Benevento]
Sapaticio, figlio del fu Giovanni, e la moglie Lucia donano a Giovanni diacono, figlio di Santiperto, una terra con vigna e pastino, sita a Montecalvo in località Terrata, escludendo una piccola parte già donata al genero Dacuperto, e ricevono 12 soldi.
(Originale, PERGAMENA N. 3, mm. 198×810; scrittura beneventana).

3. CARTULA DONATIONIS
967 – gennaio, ind. X, Benevento
Sadelberto, figlio di Sindelperto, e i fratelli Grimoaldo, Pietro e Britto, figli di Grimperto, donano a Giaquinto una terra, sita fuori la porta Somma di Benevento, che essi possedevano in comune con Sichelgardo, padre di Giaquinto, fratello di Sadelberto e zio dei fratelli Grimoaldo, Pietro e Britto.
(Originale, PERGAMENA N. 4, mm. 211×303; scrittura beneventana).

4. CARTULA DONATIONIS
967 – giugno, ind. X, Benevento
Urso, figlio del fu Ladelchiso, col consenso della moglie Marta, dona al giudice Pando, figlio del fu Radoaldo, alcuni beni ereditati dalla nonna Adelgrima, siti nelle località Ranzano e Melitunio di Telese; in cambio riceve una tunica.
(Originale, PERGAMENA N. 5, mm. 264×466; scrittura beneventana).

5. CARTULA VICARIATIONIS
971 – settembre, ind. XV, Benevento
Il chierico Miro si accorda col cugino Grimoaldo e, col consenso e la partecipazione delle rispettive consorti, procedono allo scambio di alcune terre situate fuori la città di Benevento nella località Roseto.
(Originale, PERGAMENA N. 6, mm. 269×571; scrittura beneventana).

6. CARTULA VICARIATIONIS
977 – gennaio, ind. V, Benevento
Grima, vedova di Iocaro e figlia del fu Alboino, con il consenso del figlio Giovanni suo mundoaldo, cede a Urso una terra con vigna sulle sponde del fiume Serretella, poco distante dalla chiesa di San Gennaro, ed in cambio riceve una terra ed una vigna in località Cupolo.
(Originale, PERGAMENA N. 7, mm. 265×550; scrittura beneventana).

7. CARTULA DONATIONIS
979 – agosto, ind. VII, Benevento
Giovanni figlio del fu Iocaro, con il consenso della moglie Todora, dona ad Urso Franco, figlio del fu Romano, una terra, ereditata dalla madre Grima (cfr. documento precedente), sita lungo il fiume Serretella nei pressi della chiesa di San Gennaro, ricevendo due soldi.
(Originale, PERGAMENA N. 8, mm. 230×644; scrittura beneventana).

8. MEMORATORIUM [IUDICATI]
982 – maggio, ind. X, Avellino
Amata figlia di Lamprando, essendo contrastata nel quieto possesso di un terreno da lei acquistato da Adelchisi nel casale di Mercogliano, assistita dal fratello Grimoaldo, ricorre in giudizio davanti al conte Adelferio, il quale, dopo le necessarie inchieste, condanna Adelchisi a concedere le mallevarie previste dal contratto.
(Originale, PERGAMENA N. 9, mm. 322×193; scrittura beneventana).

9. CARTULA IUDICATI
985 – gennaio, ind. XIII, [Nocera]
Il giudice Leone, chiamato a dirimere una questione sorta tra il presbitero Giaquinto e lo zio paterno Mari circa il possesso di una terra sita in località Tostazzo, dopo aver esaminato i documenti ed ascoltato i testi, emette sentenza a favore di Mari e dei suoi eredi.
(Originale, PERGAMENA N. 10, mm. 215×401; scrittura beneventana).

10. BREBE DIVISIONIS
987 – febbraio, ind. XV, Avellino
Giaquinta figlia del fu Urso, assistita dal marito Falco, si accorda con la madre Grisa, passata a seconde nozze con Basso, circa la divisione dell’asse ereditario, accettando ed entrando in possesso di un terzo dei terreni siti alle falde del monte Vergine e lasciando in proprietà della madre gli altri due terzi.
(Originale, PERGAMENA N. 11, mm. 188×673; scrittura beneventana).
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11. CARTULA DONATIONIS
987 – agosto, ind. XV, Benevento
Poto figlio del fu Roffrid, con la partecipazione e il consenso della moglie Adeltruda, dona al conte Audoaldo figlio del fu Aldemaro alcune terre site fuori la città di Benevento nella località Calcara, ricevendo un mantello e quattro soldi.
(Originale, PERGAMENA N. 12, mm. 203×694; scrittura beneventana).

12. CARTULA DONATIONIS
988 – aprile, ind. I, Benevento
Pietro, figlio di Dauferio, dona al conte Audoaldo, figlio del fu Aldemaro, alcune terre da lui ereditate dalla moglie Aloara, site nelle località Calcara e Pantano nei pressi di Benevento, ricevendo un mantello e quattro soldi.
(Originale, PERGAMENA N. 13, mm. 255×704; scrittura beneventana).

13. MEMORATORIUM [DONATIONIS]
990 – agosto, ind. III, Benevento
Il conte Audoaldo, figlio del fu Aldemaro, alla presenza dei conti Magenolfo e Aldemaro, versa otto monete a Poto, figlio di Giovanni Sapaticio, perché d’accordo con la moglie faccia un legale atto di donazione della vigna ereditata dal suocero Dauferio, sita fuori la città di Benevento nei pressi della chiesa di San Cosma, ad una persona da lui indicata.
(Originale, PERGAMENA N. 14, mm. 190×339; scrittura beneventana).

14. CARTULA DONATIONIS
991 – marzo, ind. IV, Ariano Irpino
Pietro, figlio di Giovanni, e la moglie Alperga donano al suddiacono Pietro, figlio del fu Simeo, un pezzo di terra con annessa una piccola vigna in località Padule, ricevendo un mantello e tre monete d’oro.
(Originale, PERGAMENA N. 15, mm. 209×507; scrittura beneventana) 

15. CARTULA VENDITIONIS
993 – febbraio, ind. VI, Avellino
Pietro, figlio del fu Garamo, vende a Falco, figlio di Sellitto, la metà di una casa con terrazzo nei pressi della piazza maggiore di Avellino per il prezzo di una giovenca e quattro tarì d’oro.
(Originale, PERGAMENA N. 16, mm. 329×523; scrittura beneventana)

16. CARTULA DONATIONIS
993 – agosto, ind. VI, Avellino
I conti Madelfrid e Adelferio, figli del fu Adelferio, donano a Ludovico, figlio di Ermengardo, un suolo edificatorio presso le mura di cinta della città di Avellino con facoltà di utilizzare le stesse  mura di cinta sia coll’aprirvi una porta sia col poggiarvi le travature, in cambio ricevono un mantello.
(Originale, PERGAMENA, N. 17, mm. 301×393; scrittura beneventana)

17. CARTULA DONATIONIS
994 – ottobre, ind. VIII, Avellino
Leone, figlio di Donodeo, dona una terra a Ponte Campolo a Pietro suo servo nato in casa e da lui affrancato, ricevendo una tunica e riservandosi il diritto di prelazione, qualora la stessa terra sarà messa in vendita.
(Originale, PERGAMENA N. 18, mm. 159×586; scrittura beneventana).

18. CARTULA VENDITIONIS
994 – novembre, ind. VIII, Ascoli Satriano
Spinti dal bisogno, Riso, figlio di Domnando, e la moglie Daufalda, figlia di Gualperto, abitanti nella città di Ascoli Satriano, vendono a Urso Franco una loro vigna sita in località Valle di Mega per il prezzo di sette monete d’oro, tre moggi di grano ed un paio di calzari.
(Originale, PERGAMENA N. 23, mm. 273×640; scrittura beneventana).

19. CARTULA DONATIONIS
1001 – luglio, ind. XIV, Montella
Urso, figlio di Guiselperto, col consenso di altri signori locali, dona a Giovanni, come benservito, due pezzi di terra, uno in località Fontana e l’altro in località Bagnoli, gli concede inoltre il diritto di escatico e di erbatico sugli altri suoi terreni e quello di molitura nel suo mulino costruito sul fiume Calore ed in cambio riceve una tunica.
(Originale, PERGAMENA N. 19, mm. 194×354; scrittura beneventana).

20. CARTULA DONATIONIS
1003 – agosto, ind. I, Telese
Madelberto presbitero ed il nipote Giovanni, insieme a Ragemberto e Crescenzio, donano ai conti Aldemaro e Audoaldo, figli del fu Audoaldo, i beni che possedevano in comune a Telese nelle località Cortesano, Titerno e Piscinola e ricevono un mantello.
(Originale, PERGAMENA N. 20, mm. 161×675; scrittura beneventana).
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21. SCRIPTUM MORGINCAP
1006 – marzo, ind. IV, Pianillo
Antofano figlio del fu Roffrid, abitante nella contrada Pianillo, la mattina successiva alla prima notte di matrimonio sanziona le nozze con la sposa Pota, figlia di Maraldo, donandole la quarta parte di tutti i suoi beni mobili e immobili, presenti e futuri.
(Originale, PERGAMENA N. 21, mm. 159×384; scrittura beneventana).

22. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1007 – agosto, ind. V, Benevento
Il presbitero Leone ed il chierico Paolo, rettori della chiesa dei santi Filippo e Giacomo, costruita nella città nuova di Benevento, concedono per 25 anni a Pietro Ascolese, padre dello stesso chierico Paolo, un suolo edificatorio di proprietà della chiesa per il canone di due miliarensi e mezzo follaro, con facoltà di costruire su quel terreno una casa di legno e la clausola che, dopo i 25 anni, la casa sia disfatta e sul legname di risulta, in caso di vendita, la chiesa eserciti il diritto di prelazione.
(Originale, PERGAMENA N. 22, mm. 147×570; scrittura beneventana).

23. CARTULA DONATIONIS
1009 – dicembre, ind. VIII, Benevento
Martino Ferraro, col consenso e la partecipazione della seconda moglie Giaquinta, dona a Paolo diacono una vigna sita presso il fiume Serretella poco distante dalla chiesa di San Gennaro, precedentemente ereditata dai genitori della sua prima moglie Gemma.
(Originale, PERGAMENA N. 24, mm. 178×710; scrittura beneventana).

24. CARTULA VICARIATIONIS
1013 – novembre, ind. XII, Avellino
Bernardo figlio di Truppoaldo, soprannominato Racco, cede ad alcuni suoi confinanti un pezzo di terra alberato, staccandolo dal proprio fondo, sito in località Plaiora di Avellino nei pressi del torrente Fornata, ed in cambio riceve la sponda dello stesso fiume, che costeggia i suoi territori con relativa palizzata e terrapieno.
(Originale, PERGAMENA N. 25, mm. 241×388; scrittura beneventana).

25. CARTULA DONATIONIS
1014 – novembre, ind. XIII, Benevento
Leone presbitero ed abate, soprannominato Caro, dona a Dauferio, figlio di Sichelpoto, due pezzi di terreno siti fuori la città di Benevento nella località San Gennaro di Serretella, ricevendo un mantello e 14 soldi.
(Originale, PERGAMENA N. 26, mm. 319×631; scrittura beneventana).

26. MEMORATORIUM [DIVISIONIS]
1021 – aprile, ind. IV, Benevento
Roffrid si accorda col fratello Cennamo e procedono alla divisione di alcune vigne e terre, site in località Pino, ereditate dal defunto genitore Giona, fino a quel momento possedute in comune.
(Originale, PERGAMENA N. 27, mm. 313×308; scrittura beneventana). 

27. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1022 – agosto, ind. V, Benevento
Urso figlio di Martino, per costruirsi una casa di legno, prende in fitto da Sichenolfo un suolo edificatorio presso il muro di cinta della città nuova di Benevento per la durata di sedici anni, col canone annuo di due miliarensi e mezzo follaro; dopo i sedici anni la casa sarebbe stata disfatta ed a Sichenolfo si riconosceva il diritto di prelazione sul legname di risulta, qualora fosse stato messo in vendita.
(Originale, PERGAMENA N. 28, mm. 180×480; scrittura beneventana).

28. MEMORATORIUM [DIVISIONIS]
1023 – novembre, ind. VII, Nocera
Guiso figlio di Domnando e Giovanni figlio di Cicero, avendo preso in fitto dai fratelli Alfano, Landenolfo, Giovanni e Pietro, figli del conte Atenolfo, un territorio sito nella località Toro presso Barbazzano di Nocera, di comune accordo decidono di dividere quel fondo in due parti uguali, in modo che ciascuno potesse operare autonomamente, e ne danno comunicazione ai proprietari.
(Originale, PERGAMENA N. 29, mm. 210×312; scrittura beneventana).

29. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1024 – agosto, ind. VII, Benevento
Pietro, figlio di Giovanni, prende in fitto per sei anni da Paolo, rettore della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo di Benevento, una terra con vigna e bosco, sita nei pressi del fiume Serretella, con l’obbligo di coltivarla e farla fruttificare, di corrispondere il terratico secondo le consuetudini locali e consegnare a tempo debito la metà del vino e degli ortaggi.
(Originale, PERGAMENA N. 30, mm. 190×516; scrittura beneventana).

30. MEMORATORIUM [DIVISIONIS]
1025 – marzo, ind. VIII, Benevento
Ilderado, figlio del fu Pietro, si accorda col fratello Rodenando e con lo zio Aldemaro per la divisione di una terra posseduta in comune nel luogo detto Rotula nei pressi del campo Neputaro, scambiandosi i relativi documenti e le garanzie di legge.
(Originale, PERGAMENA N. 31, mm. 251×471; scrittura beneventana).
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31. CARTULA VENDITIONIS
1025 – aprile, ind. VIII, Avellino
Il chierico Giaquinto ed il fratello Giovanni, ancora minorenne, ottenuta la prescritta autorizzazione dal conte Giovanni, vendono a Maraldo figlio di Gaugo alcuni beni ereditati dal padre Giaquinto in Summonte, ricavando la somma di 35 tarì d’oro, necesssari per liquidare un debito contratto predecentemente dallo stesso genitore.
(Originale, PERGAMENA N. 32, mm. 208×790; scrittura beneventana).

32. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1026 – luglio, ind IX, Avellino
Riso diacono e notaio, figlio di Arnolfo, riceve a mezzadria per 29 anni dai fratelli Alamanno e Disigio, figli di Risando, un terreno sito nella località Piano di Avellino, specificando che per la coltivazione del lino, qualora i proprietari contribuiranno con la metà del concime e delle sementi, egli darà la metà del prodotto, altrimenti corrisponderà il terratico secondo la consuetudine del luogo.
(Originale, PERGAMENA N. 33, mm. 210×350; scrittura beneventana).

33. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1030 – aprile, ind. XIII, Benevento
Il chierico Paolo, custode della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo di Benevento, concede ai fratelli Magelgardo e Flodenolfo, figli di Giovanni, una terra sita lungo il fiume Serretella non molto lontano dalla chiesa di San Gennaro, perché nello spazio di sette anni e la prevista proroga di un triennio, provvedano a piantarvi una vigna ed eventualmente un saliceto e un viridiario tra i filari delle viti, con l’obbligo di corrispondere per i primi sette anni il terratico secondo la consuetudine del luogo, di aggiungere un quarto del raccolto del vino per i tre anni di proroga; mentre dopo il decimo anno lo stesso fondo sarà diviso in due parti uguali, riconoscendo a Paolo ed ai suoi successori il diritto di prelazione sulla parte toccata ai fittuari in caso di vendita.
(Originale, PERGAMENA N. 34, mm. 223×669; scrittura beneventana).

34. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1030 – aprile, ind. XIII, Benevento
I fratelli Magelgardo e Flodenolfo, figli di Giovanni, ricevono dal chierico Paolo, custode della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo di Benevento, un fondo sito lungo il fiume Serretella non molto lontano dalla chiesa di San Gennaro, con l’obbligo di trasformarlo, nello spazio di sette anni o al massimo dieci, in un vigneto con eventuale saliceto e viridiario tra i filari delle viti e di corrispondere per il primo settennio il terratico secondo la consuetudine del luogo, nel triennio successivo aggiungere al terratico anche un quarto del vino raccolto; mentre dopo i dieci anni la stessa vigna sarà divisa in due parti uguali, riconoscendo a Paolo ed ai suoi successori il diritto di prelazione sulla parte toccata ai fittuari in caso di vendita.
(Originale, PERGAMENA N. 35, mm. 220×665; scrittura beneventana).

35. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1033 – marzo, ind. I, Avellino
Il presbitero Sindo, sua vita natural durante, riceve da alcuni consorti il beneficio della chiesa di Sant’Angelo, costruita sul monte detto Vergine, col pieno godimento dei beni ad essa pertinenti nella località Urbiano e delle eventuali offerte dei fedeli, e si impegna a corrispondere l’annuo censo di due oblate […] nella festa titolare del mese di maggio ed a provvedere alla manutenzione ed all’ufficiatura della chiesa.
(Originale, PERGAMENA N. 59, mm. 290×490; scrittura beneventana).

36. CARTULA VENDITIONIS
1035 – maggio, ind. III, Nocera
Iubiano, figlio del fu Urso, vende a Guiso figlio di Domnando la metà di una terra, sita in località Acciara presso San Marzano di Nocera, e contemporaneamente vende l’altra metà a Pietro figlio di Guiso.
(Inserto nel doc. n. 46).

37. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1037 – aprile, ind. V, Avellino
Giovanni figlio del fu Giaquinto e Pietro figlio del fu Garamo prendono in fitto per 15 anni dall’abate di San Modesto di Benevento l’intera grancia di Summonte con la sola esclusione di un castagneto e delle piante di gelsi e si impegnano a corrispondere un canone annuo di 5 tarì salernitani, un paio di oblate ed un cero, di provvedere alla manutenzione e all’ufficiatura della chiesa di Santa Maria e di fornire alloggio e vino agli operai inviati dal monastero per la raccolta delle castagne; si impegnano inoltre a coltivare e raccogliere i bachi da seta, a seccare e conservare nelle proprie case le castagne fino a quando il monastero non crederà opportuno ritirarle, e per queste ultime prestazioni ricevono la metà del serico.
(Originale, PERGAMENA N. 37, mm. 230×519; scrittura beneventana). 

38. CARTULA VENDITIONIS
1037 – agosto, ind. V, Avellino
Il diacono Giaquinto, figlio del fu Giaquinto arcidiacono, vende a Maraldo figlio di Gaugo una terra con castagneto, sita nella località Summonte, per il prezzo di quattro tarì d’oro.
(Originale, PERGAMENA N. 38, mm. 209×551; scrittura beneventana).

39. CARTULA VENDITIONIS
1037 – dicembre, ind. VI, Nocera
Giovanni, figlio del fu Amato, abitante a San Marzano di Nocera, vende per due tarì d’oro a Guiso detto Maio ed al figlio Pietro la parte a lui spettante su alcuni beni, che possedeva in comune con loro nelle località Filettino e Fratta.
(Originale, PERGAMENA N. 39, mm. 188×362; scrittura beneventana).

40. CARTULA DONATIONIS
1038 – gennaio, ind. VI, Benevento
Il maestro Rodenando figlio di Pietro, col consenso e la partecipazione della moglie Gaitelgrima, dona al fratello Ilderado una terra con vigna sita in località Rotule presso Benevento e gli rilascia la metà, a lui spettante, di altri beni che possedevano in comune, ricevendo un mantello e trecento tarì d’oro.
(Originale, PERGAMENA N. 40, mm. 306×647; scrittura beneventana).
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41. CARTULA PROMISSIONIS
1038 – febbraio, ind. VII, Lauro
Mari figlio del fu Stefano, abitante a Lauro nella località Ima, riceve dal presbitero Mari, custode e rettore della locale chiesa di San Potito, tre appezzamenti di terra con l’esplicito impegno di ararle e farle fruttificare, di piantarvi un vigneto, un castagneto ed altri alberi da frutta; promette di corrispondere il terratico secondo la consuetudine del luogo, di raccogliere a proprie spese il vino e le castagne riservandosene metà per la chiesa, di fornire il vitto al messo inviato dalla chiesa per ritirare il vino e di consegnare allo stesso messo un pollo per il rettore della chiesa; assicura infine che, qualora il rettore coopererà con la metà del lavoro e delle sementi, anche i cereali saranno divisi in due parti uguali.
(Originale, PERGAMENA N, 41. mm. 210×653; scrittura beneventana).

42. CARTULA DONATIONIS
1038 – giugno, ind. VI, Avellino
Prezio, figlio del fu Ildemanno, e la moglie Amata, figlia di Mundo, donano a Giovanni, figlio del presbitero Angelo, una casa in muratura a Pusterola e tutti i beni stabili da loro posseduti a Vicopennole e nel circondario della città di Avellino, ricevendo un mantello e sedici tarì d’oro; dalla donazione sono esclusi due pezzi di terra della località Vicopennole, già venduti ai fratelli Amato e Gaugo, ed una casa a Pusterola, già venduta al conte Madelfrid.
(Originale, PERGAMENA N. 42, mm. 220×721; scrittura beneventana).

43. CARTULA DONATIONIS
1039 – ottobre, ind. VIII, Nocera
Iubiano, figlio del fu Urso, abitante a San Marzano di Nocera, dona al nipote Pietro, figlio di Guiso, la metà dei beni da lui ereditati in località Bagnara, e la quarta parte da lui acquistati nella stessa località.
(Inserto nel doc. n. 46).

44. CARTULA VENDITIONIS
1040 – gennaio, ind. VIII, Nocera
Gli orfanelli Iannulo Malfredola e Maraldello insieme con la madre Nibia, vedova del fu Lando, si rivolgono al giudice Pietro ed ottengono la necessaria autorizzazione per vendere a Guiso ed al figlio Pietro tre pezzi di terreno del valore di sette tarì d’oro, onde poter liquidare un debito contratto precedentemente dallo stesso loro parente defunto.
(Originale, PERGAMENA N. 44, mm. 209×635; scrittura beneventana).

45. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1041 – febbraio, ind. IX, Avellino
I fratelli Giovanni e Giaquinto ricevono da Giovanni, figlio di Riso, una selva, sita nella località Sariano, con l’obbligo di trasformarla nello spazio di dodici anni da ceduo a castagneto e di corrispondere, durante questo periodo, la metà dei frutti superiori ed il terratico; a trasformazione avvenuta, qualora il proprietario deciderà di vendere la selva, essi si riservano il diritto di prelazione, pagando un soldo in meno dal valore corrente e comunque avranno il diritto ad un soldo di buona uscita.
(Originale, PERGAMENA N. 45, mm. 240×372; scrittura beneventana).

46. CARTULA IUDICATI
1041 – maggio, ind. IX, Nocera
Il gastaldo Lando, chiamato a dirimere una questione sorta tra Iubiano, figlio del fu Urso, ed il nipote Pietro, figlio di Guiso, circa la proprietà di alcune terre site in località Acciara e Bagnara, dopo aver dato lettura di due documenti presentati da Pietro e riconosciuti autentici dallo stesso Iubiano, emette sentenza a favore di Pietro e dei suoi eredi.
(Originale, PERGAMENA N. 46, mm. 274×536; scrittura beneventana).

47. PRECEPTUM GUAIMARII
1041 – 20 giugno, ind. IX, Capua
Il principe Guaimario IV, su richiesta del conte di Caiazzo Landenolfo, concede a Grimoaldo, conte del palazzo di Capua, due nuclei familiari di ebrei, residenti nella stessa città di Capua, con tutti i loro beni e gli oneri dovuti allo Stato.
(Originale, PERGAMENA N. 47, mm. 546×397; scrittura beneventana).

48. MEMORATORIUM [DIVISIONIS]
1041 – novembre, ind. X, Benevento
Il conte Rodelpoto figlio di Potone, a nome proprio e dei fratelli, si accorda con la contessa Gaitelgrima, assistita dal marito Ademaro, e procede alla divisione di alcune terre e vigneti fino a quel momento posseduti in comune, ubicati fuori la città di Benevento al di là del fiume Serretella nella località Plesco di Calcara; tuttavia, essendo rimasta ancora in comune la fontana capitata nella parte a lui spettante, concede alla contessa ed ai suoi eredi il diritto di passare liberamente attraverso il suo terreno per recarsi ad attingere l’acqua.
(Originale, PERGAMENA N. 48, mm. 310×481; scrittura beneventana).

49. PRECEPTUM PANDOLFI ET LANDOLFI
1043 – 8 aprile, ind. XI, Benevento
I principi Pandolfo III e Landolfo VI, su richiesta del conte Aldemario, concedono l’immunità da ogni onere fiscale ai sudditi Donato, Berenardo, Giaquinto e Roffrid, al nucleo familiare di Landone, al presbitero Giovanni, al chierico Andrea ed a tutti i loro eredi, sottraendoli dal potere dei pubblici ufficiali e dei conti locali.
(Originale, PERGAMENA N. 49, mm. 517×622; scrittura beneventana).

50. CARTULA DONATIONIS
1045 – maggio, ind. XIII, Castello di Serra
Domnanda, figlia di Giovanni Menao, col consenso dello zio materno Gizzo suo mundoaldo, dona ai fratelli Giovanni e Dauferio, figli di Diletto, la quota a lei spettante su un pezzo di terreno, ubicato lungo il ruscello di Candida in località Casale, ricevendo un mantello e sette tarì.
(Originale, PERGAMENA N. 50, mm. 201×416; scrittura beneventana).

51. MEMORATORIUM [COMMUTATIONIS]
1045 – maggio, ind. XIII, Benevento
Il maestro Ilderado, figlio del fu Pietro, possedendo nelle località Rotule, Campo Neputaro e Caprulano un terreno adiacente al vallone che portava l’acqua ai mulini, siti lungo il fiume Sabato, di proprietà del signor Atenolfo, figlio di Landolfo già principe di Benevento, gli concede la facoltà di scavare nel suo territorio altri corsi d’acqua, riservandosi il diritto di piantare un saliceto sulla sponda opposta del vallone, proporzionato al terreno occupato, di attingere l’acqua per tutte le sue necessità e di costruire un ponte sullo stesso vallone per il trasporto del legname.
(Originale, PERGAMENA N. 51, mm. 359×407; scrittura beneventana).
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