1200-1202
Dal Codice Diplomatico Verginiano, a cura di Placido Mario Tropeano (Montevergine, Padri Benedettini, 1999)
1101. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1200 – agosto, ind. III, Monteforte
Giovanni Francisio, signore del castello di Monteforte del castello di Forino e di molti altri luoghi, ricorda di aver ceduto in fitto perpetuo a Guglielmo figlio del fu Amato di Maiorano, suo uomo ligio residente nel castello di Mercogliano, un pezzo di terra con nocelleto sito nella località Serretella, con l’obbligo di coltivarlo e farlo fruttificare, di corrispondere la metà delle nocciole e la quinta parte dei seminati.
(Originale, PERGAMENA N. 1096, mm. 165×231; scrittura minuscola di transizione).
1102. SCRIPTUM DONATIONIS
1200 – agosto, ind. III, Flumeri
Maria vedova del fu Pagano de Suldano, col consenso del signor Leonardo che le funge da mundoaldo e col permesso del conte Roberto che ne controlla la libera volontà, dona al secondo marito Gualtiero di Melfi una casa, sita dove si dice Piazza degli Ammiragli, a lei pervenuta dal precedente marito Pagano.
(Originale, PERGAMENA N. 1097, mm. 264×300; scrittura gotica).
1103. SCRIPTUM OFFERTIONIS
1200 – settembre, ind. IV (III), Flumeri
Il conte Roberto figlio del fu conte Ruggiero di Andria, per suffragare l’anima del defunto genitore, offre all’abbazia di Montevergine, nelle mani del monaco Pietro priore di San Giovanni di Acquara, un casalino sito nel castello di Flumeri alla Piazza Pagualda.
(Originale, PERGAMENA N. 1098, mm. 200×314; scrittura gotica).
1104. PAGINA AUTENTICA
1200 – settembre, ind. IV, Montefusco
Pietro Pantasia aveva acquistato dal cugino Giovanni parte di una casa sita a Montefusco nei pressi della chiesa di Santa Maria e parte di una vigna sita nella località Pratella; tuttavia prima di vestire l’abito monastico aveva rivenduto la vigna a Giovanni figlio di Elia Testore e la casa agli eredi del notaio Ruggiero, consegnando al primo acquirente il documento di acquisto; pertanto si trova nella necessità di rivolgersi al giudice Guarmundo per avere una copia autentica di quel documento e così soddisfare la giusta richiesta degli eredi del notaio Ruggiero.
(Originale, PERGAMENA N. 1099, mm. 269×219; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1105. CARTULA VENDITIONIS
1200 – ottobre, ind. IV, Sarno
Alla presenza del giudice Alfano, Giovanni figlio del fu Sarno de Angela, vende un pezzo di suolo edificatorio nel distretto del castello di Sarno, realizzando la somma di 40 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 1101, mm. 305×257; scrittura minuscola corsiva di transizione con elementi di beneventana).
1106. CARTULA VENDITIONIS
1200 – ottobre, ind. IV, Sarno
Alla presenza del giudice Giovanni, Giovanni Sutore figlio del fu Stefano, detto di Strigano, vende ad Enrico figlio del fu Alessio un pezzo di terra sito nelle pertinenze di Sarno dove si dice San Bartolomeo, realizzando la somma di 50 tarì di moneta salernitana. La trascrizione e l’integrazione sono state agevolate dal confronto col documento precedente, rogato dallo stesso notaio Alessandro e contenente un’analoga vendita.
(Originale, PERGAMENA N. 1102, mm. 358×190; scrittura minuscola corsiva di transizione con elementi di beneventana).
1107. CARTULA DONATIONIS
1200 – ottobre, ind. IV, Flumeri
Pietro di Melfi e la moglie Maria, residenti nel castello di Flumeri, donano all’abbazia di Montevergine, nelle mani del monaco Pietro priore di San Giovanni dell’Acquara di Castelbaronia, tutti i loro beni mobili e immobili, acquisiti ed acquirendi, riservandosene tuttavia l’usufrutto loro vita natural durante ed escludendo un certo feudo.
(Originale, PERGAMENA N. 1103, mm. 185×420; scrittura gotica).
1108. CARTULA VENDITIONIS
1200 (01) – 8 ottobre, ind. IV, Casalnuovo Monterotaro
Roberto abate del monastero di San Pietro di Terra Maggiore, confortato dal consenso dell’intera comunità ed assistito dagli avvocati di fiducia del monastero, alla presenza del giudice Cataldo, per il prezzo di un’oncia e 10 tarì vende al maestro Pasquale di Casalnuovo una vigna, sita nel tenimento di detto casale e che in precedenza era stata donata al monastero dal presbitero Tommaso di quello stesso casale.
(Originale, PERGAMENA N. 1100, mm. 140×365; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1109. BREBE VENDITIONIS
1200 – novembre, ind. IV (III), Mercogliano
Giovanni di Avellino e la moglie Maria, per la quale lo stesso marito funge da mundoaldo, alla presenza dei giudici di Mercogliano Biagio e Riccardo, vendono a Landone figlio del fu Tulimiero Duno un pezzo di terra coltivato a castagneto, sito nella località Urbiniano di Mercogliano, realizzando la somma di 25 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 1104, mm. 275×175; scrittura minuscola di transizione).
1110. SCRIPTUM COMMUTATIONIS
1200 – novembre, ind. IV, Mercogliano
Il monaco Marco, dietro mandato dell’abate Roberto e dell’intera comunità di Montevergine, cede ad Angelo figlio del fu Amato domni Laudi ed al cognato Giovanni di Avellino una casa ed una vigna di proprietà del monastero, site nei pressi della città di Troia, ed in cambio riceve lo ius patronatus che i due cognati tenevano sulla chiesa di San Giacomo di Mercogliano e quanto loro spettava su un terreno adiacente la stessa chiesa. Il notaio tiene a precisare che lo scambio, in conformità alle disposizioni di legge, era vantaggioso per Montevergine.
1111. SCRIPTUM VENDITIONIS
1200 – novembre, ind. IV, Frigento
I coniugi Falcone figlio del fu Dauferio Falcone e cita figlia del fu Zoffo Rebellese residenti a Frigento, per la donna lo stesso marito funge da mundoaldo, alla presenza dei giudici Tulimiero e Giacobbe vendono a Salberto figlio del fu Rocco la quarta parte di un tenumento che apparteneva a Cita in ragione del morgengabe del suo primo marito, realizzando la somma di un’oncia di oro da utilizzare per i loro bisogni.
(Originale, PERGAMENA N. 1107, mm. 250×330; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1112. SCRIPTUM VENDITIONIS
1200 (01) – novembre, ind. IV, Ascoli Satriano
I fratelli Falcone, Pandulfo e Mazamuto, figli del fu Siconilfo de Giruza, prima dividono fra di loro un terreno ereditato dal defunto genitore, sito a Crusa dove si dice Pozzuoli, attribuendone metà a Falcone e l’altra metà a Pandulfo e Mazamuto; poi di comune accordo decidono di vendere l’intero territorio a Castorio de Grisilio, realizzando in proporzione Falcone un’oncia e mezza d’oro di tarì siciliani, Pandulfo tre parti di un’oncia d’oro e 2 soldi e Mazamuto solo tre parti di un’oncia d’oro.
(Originale, PERGAMENA N. 1105, mm. 275×390; scrittura minuscola di transizione).
1113. CARTULA CAMBII
1113. CARTULA CAMBII
1200 – dicembre, ind. IV, Sarno
Il primicerio Bartolomeo ed il fratello Leonardo, figli del fu Sarno de Angela, alla presenza del giudice Giovanni, procedono allo scambio di terreni con Pietro figlio de fu Ruggiero: Pietro cede un pezzo di terra, sito nelle pertinenze di Sarno dove si dice Campo di Boccacrassa ed in cambio riceve quattro pezzi di terra, siti anch’essi nelle pertinenze di Sarno dove si dice Orto Domnico, ed inoltre 20 tarì di moneta salernitana per la maggiore valutazione del terreno da lui ceduto.
(Originale, PERGAMENA N. 1109, mm. 353×222; scrittura minuscola di transizione).
1114. SCRIPTUM COMMUTATIONIS
1200 – dicembre, ind. IV, Mercogliano
Alla presenza dei giudici di Mercogliano Biagio e Riccardo, Palmerio figlio del fu Riccardo di Forino e la moglie Cara, nonché Urso figlio di primo letto di Cara, procedono ad uno scambio di terreni con Gregorio Racco: questi cede un orto, sito nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Naspa, ed in cambio riceve un pezzo di terra, sito anch’esso nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Padula.
(Originale, PERGAMENA N. 1110, mm. 285×180; scrittura minuscola di transizione).
1115. CARTULA VENDITIONIS
1201 (1200) – gennaio, ind. IV, Sarno
Alla presenza del giudice Giovanni, Ligorio figlio di Pietro, detto de lu Bosco, e la moglie Clarizia figlia del fu Pietro, detto Notari, vendono al primicerio Bartolomeo e al fratello Leonardo, figli del fu Sarno de Angela, due pezzi di terra siti nelle pertinenze di Sarno: il primo dove si dice Corte di Ferrario ed il secondo nell’acquitrino del fiume Foce dove si dice Vicedomini, realizzando la somma di un’oncia ed una quarta d’oro.
(Originale, PERGAMENA N. 1113, mm. 345×232; scrittura minuscola corsiva di transizione con elementi di beneventana).
1116. CARTULA VENDITIONIS
1201 (1200) – gennaio, ind. IV, Sarno
Alla presenza del giudice Giovanni, Pietro di Montecorvino vende a Unfrido figlio di Giovanni Ferrando un suolo edificatorio sito nell’ambito del castello di Sarno, realizzando la somma di 11 tarì di moneta salernitana. Il notaio prima di chiudere il documento aggiunge che Retta, moglie del venditore Pietro, si presenta al giudice per ratificare l’operato del marito per quanto di sua competenza.
(Originale, PERGAMENA N. 1114, mm. 360×250; scrittura minuscola corsiva di transizione con elementi di beneventana).
1117. BREBE DONATIONIS
1201 – 24 gennaio, ind. IV, Bitonto
Il presbitero Leone Piglio di Mauro, rettore col titolo di abate della chiesa di San Luca di Bitonto, alla presenza del giudice Maione ed assistito dall’avvocato di fiducia Marino di Capo Zappato, dona alla chiesa di Santa Maria di Montevergine, nelle mani del diacono Antibisio figlio di Nicola, una casa destinata a deposito ed ogni altra sua pertinenza, compresi due cortili in uno dei quali è scavato un pozzo, senza alcun onere di tributo ma con l’onere di un debito di 6 once di tarì siciliani; se ne riserva l’usufrutto sua vita natural durante, accollandosi il debito delle 6 once di tarì; aggiunge la clausola che, qualora dovesse decidere di monacarsi, l’abbazia di Montevergine è tenuta a riceverlo nella sua congregazione; precisa infine che dopo la sua morte gli eredi dovranno consegnare all’abbazia di Montevergine quella casa libera da ogni tributo e da ogni debito, in caso di inadempienza la stessa abbazia potrà rivalersi su un’altra casa di uguale valore da lui posseduta in un altro sito della stessa città di Bitonto.
(Originale, PERGAMENA N. 1112, mm. 215×265; scrittura minuscola di transizione).
1118. CARTULA CONCESSIONIS
1201 – gennaio, ind. IV, Avella
Tommaso nella veste di abate e rettore della chiesa di Santa Maria a Cappella di Avella, alla presenza del giudice Bartolomeo e di altri testi qualificati, cede allo stesso giudice Bartolomeo un casalino di proprietà della chiesa, sito nel fortilizio di Avella ai piedi della torre maestra e propinquo alla casa del giudice, per il canone annuo di un tarì.
(Originale, PERGAMENA N. 1115, mm. 215×225; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1119. CARTULA VENDITIONIS
1201 (1200) – 25 febbraio, ind. IV, Benevento
Manasse figlio di Pietro di Tocco, alla presenza del giudice Pietro, vende al fratello Buonincontro la parte a lui spettante su una casa lignea, sita nella città nuova di Benevento nei pressi della cloaca coperta detta de Iamprandisiis, realizzando la somma di 12 tarì di buona moneta amalfitana; alla vendita si associa Palmera moglie di Manasse per cedere al cognato Buonincontro quanto a lei spettante su quella casa in forza del morgengabe.
(Originale, PERGAMENA N. 1116, mm. 400×220; scrittura minuscola di transizione con qualche elemento di beneventana).
1120. BREBE TESTAMENTI
1201 (1200) – febbraio, ind. IV, Mercogliano
Alla presenza dei giudici di Mercogliano, Biagio e Riccardo, Giovanni figlio del fu Urso Stabanato, di comune accordo con la sorella Marotta e con la madre Sardena, per le quali egli stesso funge da mundoaldo, nonché col cognato Prezioso marito dell’altra sorella Sardena presente e consenziente, vende a Riccardo figlio del fu Giovanni de Truccia un pezzo di terra coperta da alcuni alberi d’olivo sito nella località Preteta di Mercogliano, realizzando la somma di mezza oncia d’oro.
1121. BREBE TRADITIONIS
1201 (1200) – febbraio, ind. IV (II), Avella
Il monaco Paolo, priore e rettore della casa verginiana di Baiano, col consenso dell’abate Roberto II ed alla presenza di testi qualificati, concede in fitto perpetuo a Bartolomeo Baxi l’intero feudo che fu di Giovanni amico, donato a Montevergine dal signore Gisulfo per il canone annuo di 6 tarì di moneta amalfitana, da corrispondere in tre rate di 2 tarì ciascuna in coincidenza del Natale, del Carnevale e dell’Assunta.
(Copia autentica del marzo 1242, PERGAMENA N. 1916).
1122. SCRIPTUM VENDITIONIS
1201 – febbraio, ind. IV, Taurasi
Giovanni di Taurasi figlio del fu Malgerio, col consenso del figlio Bartolomeo e del signore locale Matteo, alla presenza dello stratigoto Galfrido e di altri testi qualificati, vende a Giovanni di Montemarano una chiusa coltivata a vigneto sita nella località Casadalto di Taurasi, realizzando la somma di un’oncia d’oro e 12 tarì di buona moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 1118, mm. 200×295; scrittura corsiva minuscola di transizione).
1123. SCRIPTUM VENDITIONIS
1201 – marzo, ind. IV, Montefusco
Andrea figlio del fu Pisano ricorda di aver ceduto in fitto a Martino figlio del fu Urso Ballegrima un suolo edificatorio, su cui Martino nel frattempo aveva costruito la sua abitazione, per cui decide di vendergli quel suolo al prezzo di 32 tarì di buona moneta salernitana; alla vendita si associa Sibilia, moglie del detto Pisano, e concede all’acquirente le garanzie di legge per il quieto possesso di quel terreno.
(Originale, PERGAMENA N. 1122, mm. 255×210; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1124. CARTULA RENUNTIATIONIS
1201 – marzo, ind. IV, Mercogliano
Nicola figlio del fu Tulimiero Duno rinunzia a favore dei suoi fratelli Landone e Giovanni alla porzione che gli spettava su una casa, sita sotto il castello di Mercogliano nei pressi della porta Mazzocca; alla rinunzia si associano, per quanto di loro spettanza in forza del morgengabe, la madre dei tre fratelli di nome Mabilia e la moglie di Nicola di nome Maria con la clausola che Mabilia possa continuare ad abitare quella casa sua vita natural durante.
(Originale, PERGAMENA N. 1123, mm. 205×230; scrittura minuscola di transizione).
1125. SCRIPTUM VENDITIONIS
1201 (02) – marzo, ind. IV, Taurasi
Pietro Castello di Taurasi figlio del fu Giovanni, alla presenza del giudice e stratigoto Galfrido e di altri testi qualificati, vende a Roberto già abitante nel castello di San Mango una casa sita fuori del castello di Taurasi dove si dice San Giacomo, realizzando la somma di 79 tarì di buona moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 1120, mm. 230×300; scrittura corsiva minuscola di transizione).
1126. INSTRUMEMTUM CONCESSIONIS
1201 (02) – marzo, ind. IV, Avella
Roberto di Arienzo, canonico cantore della cattedrale di Nola e rettore della chiesa di Santa Marina di Avella, cede al giudice Bartolomeo e al fratello Guglielmo due pezzi di terra appartenenti a quella chiesa, siti rispettivamente a Campo di Pietro e a Cisterna di Aisone, per il canone annuo di una caraffa d’olio.
(Originale, PERGAMENA N. 1121, mm. 145×222; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1127. SCRIPTUM DONATIONIS [TRANSUMPTUM]
101 – aprile, ind. IV, Benevento
Bartolomeo Barbarisi, alla presenza dei giudici Canturberio di Benevento e Magno di Summonte, dona all’abbazia di Montevergine nelle mani del monaco Giovanni de Palermo tre possedimenti terrieri, siti nelle pertinenze del castello di Summonte: un primo nei pressi del casale delle Fontanelle, un secondo dove si dice Leo nei pressi delle selve dominicali dette Palombolete, e un terzo dove si dice Alemanni.
(Inserto nella PERGAMENA N. 1133 del settembre 1201.
1128. CARTULA OBLATIONIS
1201 – maggio, ind. IV, Maddaloni
Polcara figlia del fu Barbato e moglie di Giovanni di Sant’Agata, il quale è consenziente all’azione della moglie e le funge da mundoaldo, alla presenza del giudice Riccardo dona alla chiesa di Santa Maria di Montevergine, nelle mani del monaco Giovanni di Trentenaria priore dell’ospedale di Maddaloni soggetto a Montevergine, una corte sita nella località Scorbito, appositamente acquistata dal padre e a lei assegnata come faderfio; riserva tuttavia per sé e per il marito l’usufrutto loro vita natural durante, versando nel frattempo al monastero il canone annuo di una libbra di cera per la festa della Candelora.
(Originale, PERGAMENA N. 1124, mm. 430×290; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1129. CARTULA OFFERTIONIS
1201 – maggio, ind. IV, Avella
Il milite Gerardo di Avella, alla presenza del giudice Bartolomeo e di altri testi qualificati, offre alla chiesa di Santa Maria di Montevergine in cui presiede l’abate Roberto, nelle mani del monaco Paolo priore della casa di Baiano, tutti i beni che furono del fuggitivo Riccardo de Argenta, precisando che, qualora detto Riccardo o un suo legittimo erede dovesse ritornare, potrà rientrare in possesso dei suoi beni, riconoscendo alla chiesa di Montevergine i diritti in precedenza riservati ai signori di Avella.
(Copia coeva, PERGAMENA N. 1125, mm. 255×258; scritura minuscola rotonda di transizione).
1130. CARTULA OFFERTIONIS
1201 – luglio, ind. IV, Montoro
Il sacerdote Roberto figlio del fu Rapuano, alla presenza del giudice Guerrasio, dona al monastero di Montevergine in cui presiede l’abate Roberto, nelle mani del monaco Maraldo sacerdote e preposito dello stesso monastero, una terra con relativa abitazione per metà ereditata dal padre e per metà acquistata dal fratello Giovanni, riservando per sé e per Riccardello, un trovatello da lui accolto e fatto crescere in casa, il diritto di continuare ad abitare in quella casa loro vita natural durante, versando nel frattempo al monastero il canone annuo di 2 tarì per la festa del Natale; affida infine alla bontà dei monaci la possibilità che anche gli eventuali legittimi eredi di Riccardello abbiano in fitto quel terreno e quella casa.
(Originale, PERGAMENA N. 1126, mm. 240×330; scrittura minuscola di transizione con elementi in beneventano).
1131. CARTULA IUDICATI
1131. CARTULA IUDICATI
1201 – luglio, ind. IV, Avella
Il monaco Paolo, priore della casa di Baiano soggetta a Montevergine, cita in giudizio Roberto Cazaro per essersi indebitamente impossessato di un terreno precedentemente donato a Montevergine dal giudice Giovanni; il signore Giacomo da San Severino affida al castellano Vassallo, al giudice Bartolomeo e al baiulo Guerrusio la discussione della causa; gli incaricati, dopo aver ascoltato le parti e i testi addotti, si riuniscono in camera di consiglio col signore Giacomo e decidono che il terreno ritorni in possesso del monastero e che al Cazaro sia riconosciuta una qualche cosa in cambio.
(Copia coeva, PERGAMENA N. 1127, mm. 285×404; scrittura rotonda di transizione).
1132. SCRIPTUM VENDITIONIS
1201 (02) – agosto, ind. IV, Taurasi
Salatiel figlio del fu Alamo, abitante nel castello di Taurasi, alla presenza di testi qualificati, vende al maestro Gilio una casalina sita nelle pertinenze di detto castello dove si dice alle Fosse, realizzando la somma di un’oncia d’oro, da utilizzare per la necessità in cui si trova.
(Originale, PERGAMENA N. 1128, mm. 245×220; scrittura minuscola corsiva di transizione).
1133. CARTULA OFFERTIONIS
1201 – settembre, ind. V, Summonte
Nicola Malerba signore di Summonte, alla presenza del giudice Magno e di altri testi qualificati, dona al Monastero di Santa Maria di Montevergine, nelle mani dell’abate Roberto, le prestazioni annuali a lui dovute da Bartolomeo Barbarisi, inoltre conferma e convalida la donazione fatta dallo stesso Bartolomeo a favore di Montevergine (cfr. doc. n. 1127), riservandosi il solo giuramento di fedeltà da parte degli abitanti delle terre donate, come solevano giurare gli altri abitanti del casale delle Fontanelle soggetto a Montevergine.
(Originale, PERGAMENA N. 1133, mm. 400×225; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1134. SCRIPTUM CONCESSIONIS
1201 (03) – settembre, ind. V, Roccabascerana
Il monaco Roberto preposito del monastero di Santa Maria di Montevergine, col consenso del suo abate, alla presenza del giudice Giacomo e di altri testi qualificati, nel concedere a Patrizio figlio del fu Nectalia il quieto possesso di una selva e di due terreni, già appartenuti al patrimonio di Maione Porcario, ribadisce che su quei beni gravava il canone annuo di 2 tarì di moneta amalfitana, per cui impegna Patrizio a versare regolarmente detto canone per la festa del Natale.
(Inserto nella PERGAMENA N. 1779 del dicembre 1233).
1135. SCRIPTUM VENDITIONIS
1201 – novembre, ind. V, Mercogliano
I fratelli Guglielmo, Giovanni, Pietro e Nicola figli del fu Capuano, vendono a Giovanni de Sergio una casa in muratura regolarmente coperta, sita nel castello di Mercogliano nei pressi della chiesa di San Pietro, realizzando la somma di 53 tarì di moneta salernitana; alla vendita si associano la madre e le mogli dei venditori per assicurare all’acquirente il quieto possesso di quella casa.
(Originale, PERGAMENA N. 1137, mm. 275×445; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1136. SCRIPTUM CONCESSIONIS
1201 – novembre, ind. V, Mercogliano
Alla presenza del giudice Biagio di Mercogliano, il monaco di Montevergine Urso Fellicola procuratore di Mercogliano, col consenso dell’abate Roberto cede in fitto perpetuo a Gualtiero figlio del fu Giordano Stabanato un pezzo di terra con orto, sito nella località Urbiniano, per il canone annuo di 4 tarì di buona moneta salernitana, da versare al monastero per la festa di Santa Maria del mese di settembre.
(Originale, PERGAMENA N. 1138, mm. 238×295; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1137. CARTULA VENDITIONIS
1201 – novembre, ind. V, [Eboli]
Alla presenza del giudice Simone, Giordano Macellaro figlio del fu Pietro vende a Giovanni Coco figlio del fu Matteo tutti i suoi terreni lavorativi, siti nella località Macchia de Gillo, con relativi dieci munimen, ricevendo ventitré maiali valutati 4 once d’oro e una quarta; nella vendita viene inclusa anche la concessione di un terreno che lo stesso Giordano teneva in fitto dal monastero di Santa Maria del Vetro.
(Originale, PERGAMENA N. 1139, mm. 395×185; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1138. CARTULA LOCATIONIS
1201 – dicembre, ind. V, Montevergine
Il monaco Andrea cellerario del monastero di Montevergine, col consenso dell’abate Roberto, cede in fitto perpetuo a Pietro Pezzalonga figlio del fu Marino due pezzi di terra in parte già coperti da alberi di castagno, siti nelle pertinenze di Summonte rispettivamente nei pressi della chiesa di Santa Maria del Preposito e nella località Terlano, con l’obbligo di coltivarli e farli fruttificare, di aumentare il numero delle piante nello spazio di venti anni e di corrispondere al monastero la metà delle castagne raccolte e seccate ed il terratico in ragione della decima parte dei seminati, ed inoltre di prestare una giornata di lavoro personale ogni mese.
(Originale, PERGAMENA N. 1140, mm. 215×240; scrittura minuscola di transizione).
1139. SCRIPTUM VENDITIONIS
1201 – dicembre, ind. V, Montefusco
Giacomo figlio del fu giudice Mercurio, avendo ereditato dalla madre Maria una porzione della quarta di una casa, sita a Montefusco nei pressi della piazza pubblica dove si dice Stallata, decide di venderla al fratello Giovanni per il prezzo di 40 tarì di moneta salernitana; alla vendita si associa la moglie di Giacomo Isabella, per concedere al cognato Giovanni le garanzie di legge per il quieto possesso di quel pezzo di casa.
(Originale, PERGAMENA N. 1141, mm. 315×223; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1140. CARTULA VENDITIONIS
1201 – dicembre, ind. V, Mercogliano
Nicola figlio del fu Stanzione d’Asclittino, alla presenza del giudice Biagio di Mercogliano, vende ai fratelli Giovanni, Giacomo, Roberto e Stefano figli del fu Asclittino, nonché ai figli del fu Preiati di nome Giovanni, Pietro, Maria e Marotta ed alla madre di questi ultimi di nome Multobona, un pezzo di terra con orto, piante d’olive e casalino, sito nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Toppetelle, realizzando la somma di un’oncia d’oro e 14 tarì di moneta salernitana; alla vendita si associa Benedetta moglie del venditore per assicurare agli acquirenti il quieto possesso di quei beni.
1141. SCRIPTUM VENDITIONIS
1202 (01) – gennaio, ind. V, Mercogliano
Giovanni figlio del fu Maggio de Dardano, alla presenza del giudice Biagio di Mercogliano, vende a Massimiano figlio di don Ruggiero un pezzo di terra con orto e piante d’olivo, sito nel luogo detto Urbiniano, realizzando la somma di 50 tarì di moneta salernitana; alla vendita si associa la moglie di Giovanni, di nome Amata, per concedere all’acquirente le garanzie di legge per il quieto possesso di quel terreno.
(Originale, PERGAMENA N. 1145, mm. 115×320; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1142. BREBE VENDITIONIS
1202 (01) – gennaio, ind. V, Mercogliano
Roberto figlio di Giacomo Giovanni e la moglie Trotta figlia del fu Gualtiero Banioso, constatando le difficoltà economiche in cui versano i minori loro parenti Giovanni e Bruna figli dello stesso defunto Gualtiero, col consenso del giudice Biagio di Mercogliano nonché di Riccardo Banioso e Guglielmo di Abricio, tutori degli stessi minori, vendono a Pietro figlio del fu Giovanni Racco un pezzo di terra dei detti minori, sito nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice San Basilio, realizzando la somma di 60 tarì di moneta salernitana; alla vendita si associa Vitalia che fu moglie di Gualtiero ed ora passata in seconde nozze con Giovanni di Ariberto, per concedere all’acquirente gli eventuali suoi diritti su quel terreno.
(Originale, PERGAMENA N. 1147, mm. 240×285; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1143. SCRIPTUM VENDITIONIS
1202 (01) – gennaio, ind. V, Forenza
Un certo Ainardo abitante di Forenza, alla presenza del giudice Demetrio e di altri testi qualificati, vende a Gualdino di Potenza ma abitante a Forenza una casa con annesso casalino, realizzando la somma di un’oncia d’oro di tarì siciliani meno 3 soldi.
(Originale, PERGAMENA N. 1146, mm. 185×368; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1144. CARTULA VENDITIONIS
1202 – 22 gennaio, ind. V, Troia
Ruggiero figlio del fu Pietro Felice di Troia, avendo ereditato una casa nella città di Troia, ubicata tra le due stradine dette rispettivamente del giudice Giovanni Leporino e di Barancello, alla presenza del giudice Nicola decide di venderla a Bartolomeo figlio del fu Giovanni de Malfido, realizzando la somma di 4 once e mezza di tarì siciliani.
(Originale, PERGAMENA N. 1144, mm. 250×470; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1145. INSTRUMENTUM VENDITIONIS
1202 (01) – febbraio, ind. V, Mercogliano
Simone Martino figlio del fu Riccardo Martino, alla presenza del giudice Biagio di Mercogliano, vende al prete Maggio figlio del fu giudice Maggio Sasso un pezzo di terra con vigna, sito nella località San Giovanni, realizzando la somma di un’oncia d’oro e 20 tarì; alla vendita si associa la moglie di Simone, di nome Giseldruta, per dare all’acquirente le opportune garanzie di legge per il quieto possesso di quel terreno.
(Originale, PERGAMENA N. 1148, mm. 205×290; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1146. SCRIPTUM COMMUTATIONIS
1202 (01) – febbraio, ind. V, Mercogliano
Alla presenza del giudice Biagio di Mercogliano, Urso monaco di Montevergine e procuratore di Mercogliano col consenso dell’abate Roberto e dell’intera comunità monastica procede ad uno scambio di beni con Simone Pellicola figlio del fu Falcone: a nome del monastero cede due pezzi di terra con vigna, siti rispettivamente nella località Toppetella e ad Urbiniano, e riceve un altro pezzo di terra con orto.
(Originale, PERGAMENA N. 1150, mm. 215×310; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1147. CARTULA VENDITIONIS
1202 (01) – febbraio, ind. V, Aversa
Urso Ferraro figlio del fu Filippo, abitante ad Aversa nella parrocchia di San Paolo, avendo ereditato una casa sita nel distretto della parrocchia di Sant’Eudeno, alla presenza del giudice Giacomo e di altri testi qualificati, secondo le consuetudini della città di Aversa, cede e vende quella casa ai fratelli uterini Giovanni e Sabatino Casolla figli del fu Giovanni di Sant’Elpidio, a nome anche degli altri due loro fratelli uterini di nome Donadio e Matteo, per il prezzo di un’oncia d’oro ed il canone annuo di 3 tarì di moneta amalfitana, da liquidare nella festa di San Paolo del mese di giugno.
(Originale, PERGAMENA N. 1149, mm. 225×420; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1148. SCRIPTUM LOCATIONIS
1202 – marzo, ind. V, Montevergine
Il monaco Andrea cellerario del monastero di Montevergine, col consenso dell’abate Roberto cede in fitto perpetuo a maestro Glorioso un pezzo di terra in parte già coperto da alberi di castagno, sito nelle pertinenze di Summonte dove si dice Confinio, con l’obbligo di coltivarlo e farlo fruttificare, di incrementare il castagneto nello spazio di venti anni e di corrispondere al monastero la metà delle castagne e il terratico in ragione della decima parte dei seminati.
(Originale, PERGAMENA N. 1151, mm. 280×195; scrittura minuscola rotonda di transizione).
1149. CARTULA LOCATIONIS
1202 – marzo, ind. V, Nocera
I coniugi Marcolino Teutonico e Maria de Menda, nonché Gaitelgrima madre di Maria e vedova di Riccardo de Menda, alla presenza del giudice Buscerio, concedono a Bartolomeo figlio del fu Costanzo un pezzo di terra, sito nelle pertinenze di Nocera dove si dice Torano, con l’obbligo di coltivarlo e farlo fruttificare, di corrispondere la quarta parte dei seminati e di provvedere al vitto del messo che si porterà a riscuotere detta quarta parte; inoltre, qualora Bartolomeo decidesse di lasciare quel terreno, potrà farlo restituendolo con i miglioramenti verificatisi e portandosi dietro eventuali beni mobili.
(Originale, PERGAMENA N. 1152, mm. 275×265; scrittura minuscola di transizione).
1150. CARTULA VENDITIONIS
1202 – marzo, ind. V, Mercogliano.
Alla presenza del giudice Pietro di Mercogliano, i coniugi Pietro figlio del fu Capuano e Maria vendono a Nicola figlio del fu giudice Maggio un pezzo di terra con nocelleto, sito nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Macera, realizzando la somma di 14 tarì di buona moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 1153,mm. 250×260; scrittura minuscola di transizione).