1191-1193

Dal Codice Diplomatico Verginiano, a cura di Placido Mario Tropeano (Montevergine, Padri Benedettini, 1985)

 

852. CARTULA LOCATIONIS
1191 (90) – gennaio, ind. IX, Montevergine
Giovanni abate di Montevergine, alla presenza del priore Roberto e di non pochi altri religiosi nonché del giudice Magno, cede in fitto perpetuo a Pellegrino, figlio del notaio Filippo, tutti i beni siti nelle pertinenze di Tocco Claudio, che lo stesso notaio Filippo aveva in precedenza donato al monastero con l’obbligo da parte di Pellegrino di corrispondere il canone annuo di cinque libbre d’olio e con le clausole che, qualora i monaci decidessero di costruire una chiesa o altro edificio su quei terreni, fossero liberi di scegliere il sito più adatto; che Pellegrino ed i suoi eredi rimanessero per sempre uomini ligi del monastero e, in caso di estinzione della casata per mancanza di eredi legittimi, tutti i beni dovessero ritornare sotto il diretto dominio del monastero.
(Originale, PERGAMENA N. 847, mm. 231×310; scrittura beneventana).

853. PAGINA CONFIRMATIONIS
1191 (90) – gennaio, ind. IX, Lapio
Il signore Guglielmo del castello di Lapio, dietro richiesta dell’interessato e di amici comuni, concede e conferma al milite Giaquinto un feudo sito nel territorio di Arianello, già appartenuto ad un certo Poderico ed in seguito assegnato dal signore Guido fratello di Guglielmo a Riccardo figlio di Giaquinto; per tale concessione e conferma il milite Guido è tenuto a versare il canone annuo di 13 once d’oro e rendere grazioso omaggio al detto signore Guglielmo due volte all’anno, cioè in occasione delle festività del Natale e della Pasqua.
(Originale, PERGAMENA N. 846, mm. 295×280; scrittura minuscola rotonda di transizione).

854. CARTULA VENDITIONIS
1191 (90) – febbraio, ind. IX, Sarno
Giacomo Pietro figlio del fu Martino de Lorenzo, alla presenza del giudice Alfano e col consenso della moglie Nigra, vende per il prezzo di 30 tarì di moneta salernitana un pezzo di terreno arbustato, sito nelle pertinenze di Sarno dove si dice Piedimonte, a Giovanni Sutore figlio del fu Maraldo Ariano, il quale già teneva in fitto quel terreno insieme al cognato Enrico figlio del fu Alessio.
(Originale, PERGAMENA N. 848, mm. 385×230; scrittura minuscola corsiva di transizione).

855. CARTULA VENDITIONIS
1191 – marzo, ind. IX, Sarno
Giovanni Piper figlio del fu Pietro Pipirino, alla presenza del giudice Giovanni, vende a Sarno de Angela figlio del fu Pietro de Sasso un terreno palustre, sito nelle pertinenze di Sarno dove si dice Bocca del Bucito, realizzando la somma di 11 tarì di moneta salernitana,.
(Originale, PERGAMENA N. 849, mm. 325×265; scrittura minuscola corsiva di transizione).

856. CARTULA LOCATIONIS
1191 – aprile, ind. IX, Capua
Servato monaco di Montevergine e rettore delle dipendenze monastiche di Capua e di Schiavi, alla presenza del giudice Gilio, concede in fitto perpetuo a Pietro Russo figlio del fu Donato, il quale agisce anche a nome del fratello Palmerio, un terreno in parte già coperto da fabbrica, sita nella città di Capua presso la chiesa di San Marcello Piccolo, con l’obbligo di corrispondere il canone annuo di 5 tarì di moneta salernitana e con la clausola che, qualora le famiglie di Pietro e di Palmerio dovessero estinguersi per mancanza di eredi legittimi, il terreno con relativa fabbrica ed altre eventuali costruzioni, tornerà sotto il diretto dominio del monastero.
(Originale, PERGAMENA N. 850,  mm. 252×354; scrittura minuscola rotonda di transizione).

857. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1191 – maggio, ind. IX, Mercogliano
Assallito e Guglielmo figli del sacerdote Ruggiero, i quali agiscono anche in nome del fratello Mansione, prendono in fitto perpetuo un suolo edificatorio sito nel castello di Mercogliano ed un terreno con orto sito nelle pertinenze dello stesso castello dove si dice Urbiniano, appartenenti alla chiesa di San Pietro Apostolo, rappresentata dall’arciprete Lando e da altri otto sacerdoti, i quali agiscono anche a nome di tutto il restante clero al servizio di quella chiesa; il canone annuo del fitto è stabilito in 3 tarì di moneta salernitana, cioè 2 per il suolo edificatorio ed uno per il terreno con orto; inoltre si concede ai fittavoli la facoltà di costruire una casa e di poterla cedere in fitto e si aggiunge la clausola che, in mancanza di eredi legittimi, tutto il patrimonio sarebbe tornato sotto il diretto dominio della chiesa.
(Originale, PERGAMENA N. 851, mm. 242×280; scrittura minuscola rotonda di transizione).

858. SCRIPTUM VENDITIONIS
1191 – giugno, ind. IX, Mercogliano
Giovanni figlio del fu giudice Pagano, con la diretta partecipazione della moglie Clarizia, vende a Giovanni Rencone figlio del fu Giovanni una casa in muratura, sita nel castello di Mercogliano, realizzando la somma di 80 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 852, mm. 235×222; scrittura minuscola rotonda di transizione).

859. SCRIPTUM VENDITIONIS
1191 – giugno, ind. IX, Mercogliano
Amabile assistita da Riccardo Pellerio, che le funge da mundoaldo, e la figlia Marotta assistita dal cognato Riccardo de Tufania, anche questi nella veste di mundoaldo, costrette da necessità economica, vendono a Nicola figlio del fu Giovanni Auricclito un pezzo di terra con castagneto, sito nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Sala, realizzando la somma di 8 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 853, mm. 303×195; scrittura minuscola rotonda di transizione).

860. MEMORATORIUM [PASTINATIONIS]
1191 – agosto, ind. IX, Mercogliano
Il monaco Giovanni de Gualdo, preposito del monastero di Montevergine, concede in fitto perpetuo a Giovanni figlio del fu Iandalino un pezzo di terra in parte già coperto da alberi di castagno, sito nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Sala, con l’obbligo di incrementare il castagneto e di corrispondere la metà delle castagne, da consegnare ancora verdi alla casa di Loreto.
(Originale, PERGAMENA N. 854, mm. 195×200; scrittura minuscola rotonda di transizione).
torna a inizio pagina

861. INSTRUMENTUM SECURITATIS
1191 – novembre, ind. X, Flumeri
Il diacono Giovanni detto Notaio volendo compensare Giovanni, figlio della fu Maria a sua volta figlia del fu presbitero Giovanni di Staffilo, il quale aveva cooperato alla costruzione di una sua casa con annessa stalla, sita nei pressi della porta detta di Santa Maria di Flumeri, alla presenza del giudice e notaio Pascasio, e di altri testi qualificati, decide di donargli quella stessa casa con annessa stalla; aggiunge tuttavia che, qualora il beneficiario dovesse morire senza lasciare eredi legittimi e senza aver fatto testamento, quei beni saranno devoluti alla chiesa di Santa Maria di Flumeri.
(Originale, PERGAMENA N. 855, mm. 252×335; scrittura minuscola rotonda di transizione).

862. MEMORATORIUM [COMMUTATIONIS]
1192 (91) – gennaio, ind. X, Mercogliano
Amato, figlio di Giovani Truccia, riceve da Roberto, figlio del fu Donnello, e da Guglielmo, figlio del fu Gualamo, un terreno con castagneto sito nella località Villanova ed un secondo pezzo di terra con orto sito nella località Pretazzo, ed in cambio cede tutti i beni stabili, siti nelle pertinenze di Mercogliano ed a lui pervenuti da parte della defunta moglie Maria, ponendo così fine alle accuse mosse contro di lui da Roberto e Guglielmo per un presunto illegale possesso dei detti beni stabili ed ottenendo dagli stessi le opportune garanzie per il quieto possesso di un altro pezzo di terra, che aveva ottenuto da Matteo figlio del milite Silvestro di Avellino.
(Originale, PERGAMENA N. 860, mm. 230×285; scrittura minuscola rotonda di transizione).

863. SCRIPTUM OBLATIONIS
1192 (91) – gennaio, ind. X, Mercogliano
Il sacerdote Guglielmo figlio del fu Giovanni Caputo, per la salvezza dell’anima sua ed in suffragio dei genitori e degli altri suoi parenti, offre alla chiesa di San Pietro Apostolo di Mercogliano, nelle mani del sacerdote Ruggiero, una casa in muratura, sita nello stesso castello di Mercogliano.
(Originale, PERGAMENA N. 856, mm. 251×280; scrittura minuscola rotonda di transizione).

864. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1192 (91) – gennaio, ind. X, Mercogliano
Il monaco Marco, cellerario del monastero di Montevergine, concede in fitto perpetuo a Pietro figlio del fu Dauferio di Stefano un pezzo di terra con orto, sito nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Piano, con l’obbligo di corrispondere il canone annuo di un tarì di moneta salernitana, da versare per la festa mariana del mese di settembre.
(Copia autentica dell’agosto 1232, PERGAMENA N. 1742).

865. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1192 (91) – gennaio, ind. X, Mercogliano
Il monaco Marco, dell’erario del monastero di Montevergine, concede in fitto perpetuo a Falco figlio del fu Giovanni di Sergio un terreno in parte già coperto da alberi di castagno, sito nella località Mandre, con l’obbligo di incrementare il castagneto e di corrispondere la metà delle castagne ed il terratico in ragione di una parte su dieci.
(Copia autentica dell’agosto 1232, PERGAMENA N. 1745)

866. CARTULA VENDITIONIS
1192 (91) – gennaio, ind. X, Castelcicala
Guglielmo figlio del fu Benedetto di Comiziano, alla presenza del giudice Terenzio, vende alla chiesa di Santa Maria del Plesco dipendenza di Montevergine, nelle mani del monaco Alferio priore della stessa dipendenza monastica, un pezzo di terra sito nella località Aurano, realizzando la somma di 11 tarì di moneta amalfitana.
(Copia autentica del gennaio 1233, PERGAMENA N. 1760).

867. MEMORATORIUM [PASTINATIONIS]
1192 (91) – febbraio, ind. X, Mercogliano
Il monaco Marco, cellerario del monastero di Montevergine, concede in fitto perpetuo a Giacomo, figlio del fu Riccardo Pilotta, un pezzo di terra in parte già coperto da alberi di castagno, sito nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Vesta, con l’obbligo di coltivarlo e farlo fruttificare, di trasformarlo totalmente in castagneto nello spazio di venti anni e di corrispondere la metà delle castagne e per i primi venti anni anche il terratico in ragione di un quinto dei seminati.
(Originale, PERGAMENA N. 861, mm. 225×208; scrittura minuscola rotonda di transizione).

868. CARTULA VENDITIONIS
1192 (91) – febbraio, ind. X, Flumeri
Alferano figlio del fu Urso de Roffulo, alla presenza del giudice Pascasio e col consenso sia della moglie che della madre, vende a Giovanni figlio del notaio Giovanni un pezzo di terra con vigna, sei piante d’olivo ed altri alberi fruttiferi, sito nella località detta Negutto, realizzando la somma di 64 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 862, mm. 132×416; scrittura minuscola rotonda di transizione).

869. SCRIPTUM RENUNTIATIONIS
1192 (91) – febbraio, ind. X, Summonte
Cassiano figlio del fu Pietro de Martino, tenendo in fitto perpetuo due pezzi di terra, siti nella località Curti ed appartenenti per metà a non ben identificati uomini di Avellino e per metà al monastero di Montevergine, trova particolarmente gravoso il canone annuo di 5 tarì di moneta salernitana da corrispondere al monastero, per cui, alla presenza del giudice Magno e col consenso del figlio Giacomo, rinunzia al fitto e restituisce nelle mani del monaco e cellerario Marco il terreno di proprietà del monastero di Montevergine.
(Originale, PERGAMENA N. 863, mm. 175×241; scrittura minuscola rotonda di transizione).

870. CARTULA VENDITIONIS
1192 (91) – marzo, ind. X, Oriolo
Giovanni de Stabile, alla presenza del giudice Castorio, vende a Matteo, figlio del fu Pietro, ed al figliastro Giovanni un orto coperto da alberi da frutta, sito nel casale di Oriolo, realizzando la somma di 18 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 864, mm. 271×148; scrittura minuscola di transizione).
torna a inizio pagina

871. SCRIPTUM OBLATIONIS
1192 – marzo, ind. X, Petina
Il signore Ruggiero di Laviano dona al monastero di Montevergine la chiesa di Sant’Onofrio, sita nel casale di Massa, con annessi beni stabili e mobili, una tenuta detta di San Quirico, due mulini ed un battitoio, quest’ultimo diruto ma con facoltà di ricostruirlo; concede inoltre ai monaci la libertà di modificare il corso delle acque del fiume Colonna in rapporto alle loro esigenze e per una migliore utilizzazione dei predetti mulini, nonché il diritto di pascolare, attingere acqua e legnare in tutto il territorio del suo demanio.
(Originale, PERGAMENA N. 865, mm. 392×572; scrittura minuscola cancelleresca).

872. SCRIPTUM VENDITIONIS
1192 – aprile, ind. X, Montefusco
I fratelli Luciano Milone e Pietro figli del fu Pietro, trovandosi in gravi difficoltà economiche ed impossibilitati a liquidare un debito contratto dal defunto genitore, alla presenza del giudice Guarmondo e con la partecipazione della madre Maria, vendono a Malfrido figlio di Centurio un pezzo di terra, sito nelle pertinenze di Montefusco dove si dice San Giovanni a Marcopio, realizzando la somma di 7 romanati.
(Originale, PERGAMENA N. 866, mm. 252×285; scrittura minuscola rotonda di transizione).

873. MEMORATORIUM [PASTINATIONIS]
1192 – aprile, ind. X, Mercogliano
Il monaco Marco, cellerario del monastero di Montevergine, concede in fitto perpetuo a Giovanni figlio del fu Riccardo de Daniele, che agisce anche a nome dei fratelli Finiano e Giacomo Riccardo, un pezzo di terra con oliveto e casa, sito nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Naspa, con l’obbligo di incrementare l’oliveto e di corrispondere la metà delle olive nonché, per l’uso della casa, il canone annuo di un tarì di moneta salernitana da versare per la festa di Santa Maria del mese di settembre.
(Copia autentica dell’agosto 1232, PERGAMENA N. 1741).

874. SCRIPTUM IUDICATI
1192 (91) – maggio, ind. X, Monteforte
I signori di Monteforte, Guglielmo Franco e Mabilia, affidano al giudice Roberto la soluzione di una questione, sorta fra Amico figlio del fu Landone e il maestro Angelo, circa il possesso di un terreno, appartenuto al defunto Giovanni de Gaita, zio della moglie di Amico; questi sosteneva che lo zio aveva assegnato a lui quel terreno col peso di 2 tarì a favore dell’abbazia di Montevergine; mentre Angelo asseriva che lo stesso Giovanni de Gaita aveva annullato quella prima disposizione ed offerto il terreno all’abbazia, dalla quale egli lo aveva ricevuto; il giudice Roberto, avvalendosi di una precedente sentenza del giudice Giacomo di Avellino, il quale aveva trovato legittima la donazione di Giovanni e riconosciuta la piena libertà dell’abbazia nella gestione di quel terreno, emette sentenza a favore del maestro Angelo.
(Originale, PERGAMENA N. 868, mm. 222×246; scrittura minuscola di transizione).

875. CARTULA VENDITIONIS
1192 – maggio, ind. X, Montefusco
Giovanni figlio del fu Girardo, con la partecipazione della moglie Maria, vende a Costantino figlio del giudice Mercurio, alla presenza dello stesso giudice Mercurio e di un altro giudice di nome Riccardo, la dodicesima parte a lui spettante su un mulino, sito nel casale Perticella dove si dice Torricella, realizzando la somma di 3 romanati e 2 tarì di buona  moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 869, mm. 278×265; scrittura minuscola di transizione).

876. SCRIPTUM VENDITIONIS
1192 – maggio, ind. X, Mercogliano
Guglielmo figlio del fu Stefano Dattolino, alla presenza del giudice Riccardo e con la partecipazione della moglie Cara, vende a Doferio figlio del sacerdote Guglielmo Caputo, il quale agisce anche a nome delle sorelle Golizia e Maria, un pezzo di terra con castagneto, sito nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Senolla, realizzando la somma di 21 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 870, mm. 212×300; scrittura minuscola rotonda di transizione).

877. SCRIPTUM VENDITIONIS
1192 – giugno, ind. X, Sant’Angelo a Scala
Riccardo de Airola di Capriglia e la madre Rossana, alla presenza del giudice Giovanni e del viceconte di Capriglia Alferio nonché di altri non pochi testi qualificati, vendono un pezzetto di terra sito nella località Falcibasso, a Riccardo di Monteforte, abitante nel tenimento del castello di Summonte, il quale agisce a nome e per conto della moglie Marotta e del genero Beneincasa, in quanto i 28 tarì per l’acquisto di quel terreno facevano parte della dote di detta Marotta.
(Originale, PERGAMENA N. 871, mm. 235×250; scrittura minuscola di transizione).

878. SCRIPTUM VENDITIONIS
1192 – giugno, ind. X, Mercogliano
Angelo figlio del fu Amato di donno Laudo ed il cognato Giovanni di Avellino, alla presenza del giudice Riccardo e con la partecipazione di Maria sorella di Angelo e moglie di Giovanni, vendono a Giovanni figlio del fu Guglielmo del Giudice un pezzo di terra, sito nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Urbiniano, realizzando la somma di 40 tarì di moneta salernitana; aggiungono inoltre di riservare per sé ed i loro eredi il diritto di prelazione in caso di vendita, pagando 4 tarì in meno del prezzo corrente.
(Originale, PERGAMENA N. 872, mm. 206×348; scrittura minuscola di transizione).

879. SCRIPTUM MEMORIE
1192 – giugno, ind. X, Mercogliano
Giovanni figlio del fu Bernardo Sellitto, alla presenza del giudice Riccardo e con la partecipazione della moglie Marotta, vende a Giovanni figlio del fu Barbato un pezzo di terra con castagneto, sito nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Cerreto, realizzando la somma di 27 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 873, mm. 261×212; scrittura minuscola rotonda di transizione).

880. SCRIPTUM VENDITIONIS
1192 – giugno, ind. X, Mercogliano
I coniugi Ottolino e Maria, alla presenza del giudice Riccardo, vendono al monastero di Montevergine, nelle mani del monaco Marco cellerario di detto monastero, un pezzo di terra con vigna, sito nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Preturo, realizzando la somma di 60 tarì di moneta salernitana,.
(Originale, PERGAMENA N. 874, mm. 238×250; scrittura minuscola di transizione).
torna a inizio pagina

881. SCRIPTUM VENDITIONIS
1192 – giugno, ind. X, Mercogliano
I coniugi Nicola e Romagna, alla presenza del giudice Riccardo, vendono a Giovanni Bove, figlio del fu Malfrido Caputo, un pezzo di terra, sito nelle pertinenze di Mercogliano dove si dice Pretorio e pervenuto a Romagna per diritto ereditario, realizzando la somma di 19 tarì di moneta salernitana.
(Copia autentica dell’agosto 1232, PERGAMENA N. 1738).

882. SCRIPTUM REMISSIONIS
1192 – luglio, ind. X, Ascoli Satriano
Pandolfo figlio del fu Bisanzio, originario di Lavello ed abitante nella città di Ascoli Satriano, alla presenza del giudice Episcopio, cede al cognato Litto figlio del fu David la quarta parte a lui spettante sui beni della sorella Nubiase, moglie del Litto, ed in cambio riceve 8 once d’oro in tarì di moneta siciliana.
(Originale, PERGAMENA N. 876, mm. 215×359; scrittura minuscola di transizione).

883. CARTULA VENDITIONIS
1192 (91) – agosto, ind. X, Oriolo
Il catapano Nicola, abitante nel casale di Oriolo, alla presenza del giudice Catorio, vende al milite Giuseppe di Castelnuovo un orto, sito nei pressi della chiesa di Santa Domenica di Oriolo, realizzando la somma di 6 tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 877, mm. 245×160; scrittura minuscola di transizione).

884. MEMORATORIUM [COMMUTATIONIS]
1192 – [luglio-agosto], ind. X, Taurasi
Il monaco Giovanni preposito del monastero di Montevergine ed il monaco Giovanni priore della grangia di Santa Maria del Fiume, alla presenza del signore Torgisio di Castelvetere e del giudice e straticoto Giovanni di mastro Angelo nonché di altri testi qualificati, si accordano con Galgano figlio del fu Galgano per annullare lo scambio, precedentemente effettuato tra il monastero di Montevergine ed il defunto Galgano; pertanto i due monaci restituiscono a Galgano un pezzo di terra sito nei pressi di Candida ed un vassallo abitante ad Arianello, e Galgano da parte sua restituisce al monastero una casa con annesso suolo edificatorio sita nel castello di Montefusco; inoltre Galgano, non essendo più in possesso dei documenti relativi al primo scambio, s’impegna sotto giuramento a restituirli al monastero qualora dovesse rinvenirli.
(Originale, PERGAMENA N. 880, mm. 364×300; scrittura minuscola di transizione).

885. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1192 – agosto, ind. X, Montefusco
Il monaco Marco, preposito del monastero di Montevergine, alla presenza dei giudici Riccardo e Mercurio e con l’autorizzazione dell’abate Daniele, concede in fitto perpetuo a Gregorio, figlio del fu Urso Pantenolfo, una casa donata al monastero da Rainaldo Corvisiero, sita nel castello di Montefusco nei pressi della chiesa di Santa Maria, con l’obbligo di corrispondere 61 tarì per entratura da servire per l’acquisto di frumento, ed il canone annuo di 3 tarì, da versare per la festa mariana del mese di settembre, ed inoltre con le clausole che Rainaldo conservi il diritto di abitare quella casa fino alla morte e che, qualora Gregorio o i suoi figli dovessero morire senza lasciare eredi legittimi, la stessa casa tornerà di libera collazione del monastero.
(Originale, PERGAMENA N. 878, mm. 272×261; scrittura minuscola di transizione).

886. SCRIPTUM OBLATIONIS
1192 – agosto, ind. X, Montefusco
I coniugi Maria e Salperio, alla presenza dei giudici Riccardo e Mercurio, offrono alla chiesa di Santa Maria di Montevergine, nelle mani del preposito Marco, se stessi, una casa sita nel castello di Montefusco e tutti gli altri beni stabili siti in luoghi diversi; escludono dall’offerta un pezzo di terra acquistato dall’abate di Santa Maria di Montevergine ed aggiungono di voler conservare  per se stessi ed i loro legittimi eredi, anche se nati dopo la morte di uno di loro da un eventuale secondo matrimonio, l’usufrutto versando al monastero il canone annuo di 2 tarì di moneta salernitana, da corrispondere per la festa della natività della Madonna del mese di settembre.
(Originale, PERGAMENA N. 879, mm. 236×180; scrittura minuscola di transizione).

887. SCRIPTUM MEMORIE
1192 – [aprile-agosto], ind. X, Aversa
Il sacerdote Andrea cappellano della chiesa di Santa Maria della Piazza, Roberto Principe milite di Aversa e Pietro de Giordano, alla presenza del giudice Giacomo e di altri testi, ricordano di aver assistito alla stesura del testamento del milite Roberto di Aversa, il quale in fin di vita decise di assegnare al monastero di Montevergine la propria casa con corte, riservandone l’usufrutto ad una sua figlia ancora nubile e ad eventuali di lei legittimi eredi, qualora si fosse sposata, con l’obbligo tuttavia per lei e per gli eventuali eredi di corrispondere al monastero il canone annuo di 4 tarì di moneta amalfitana.
(Originale, PERGAMENA N. 881, mm. 180×165; scrittura minuscola di transizione).

888. SCRIPTUM CONCORDIE
1192 – settembre, ind. XI, Mercogliano
Guglielmo figlio del fu Perrone, alla presenza del giudice Riccardo e col benestare di Turgisio e Goffredo di Mntefalcione signori di Mercogliano, raggiunge un pacifico accordo con Falco figlio del fu Falco Fellicola; egli rinunzia a qualsiasi rivendicazione sui beni posseduti da Falco, e questi gli riconosce il quieto possesso su un podere, ricevuto da Giovanna moglie di Falco.
(Originale, PERGAMENA N. 882, mm. 265×210; scrittura minuscola di transizione).

889. SCRIPTUM LOCATIONIS
1192 – settembre, ind. XI, Mercogliano
I monaci Marco e Ruggiero, rispettivamente nella qualità di preposito e cellerario del monastero di Montevergine, concedono in fitto perpetuo a Matteo, figlio del fu Maraldo, una casa in muratura sita nel castello di Mercogliano dove si dice Urbiniano, con obbligo di versare subito 40 tarì di moneta salernitana come entratura e di corrispondere per l’avvenire il canone annuo di un tarì da versare per la festa di Santa Maria del mese di settembre.
(Originale, PERGAMENA N. 883, mm. 325×195; scrittura minuscola di transizione).

890. CARTULLA OBLATIONIS
1192 – novembre, ind. XI, Mercogliano
Riccardo figlio del fu Riccardo de Durando, alla presenza del giudice Riccardo e col consenso di Turgisio di Montefalcione signore del castello di Mercogliano, offre al monastero di Montevergine, nelle mani del monaco Urso Pellicola, se stesso e un pezzo di terra con vigna sito nella località Padula a lui pervenuto per eredità paterna.
(Originale, PERGAMENA N. 884, mm. 262×196; scrittura minuscola di transizione).
torna a inizio pagina

891. SCRIPTUM VENDITIONIS
1192 – dicembre, ind. XI, Mercogliano
Falco figlio del fu Giovanni ed il figlio Biagio, alla presenza del giudice Ricardo, vendono a Nicola figlio del fu Giovanni Orecchiuto un pezzo di terra con castagneto, sito nella località Sala di Mercogliano, realizzando la somma di 40 tarì di moneta salernitana; alla vendita si associano le donne Marotta e Meliora, rispettivamente moglie di Falco e di Biagio per fornire all’acquirente le opportune garanzie di legge nel quieto possesso di quel castagneto.
(Originale, PERGAMENA N. 885, mm. 262×278; scrittura minuscola di transizione).

892. CARTULA LOCATIONIS
1192 – dicembre, ind. XI, Nocera dei Pagani
Il giudice Leonardo e il fratello Filippo figli del fu milite Alferio de Rocco, alla presenza dei giudici Riccardo e Pietro, concedono in fitto perpetuo un terreno arbustato, sito nelle pertinenze di Nocera dove si dice Toro, per un terzo al sacerdote Martino ed ai suoi nipoti Bartolomeo e Vito, per un terzo a Truda figlia del Fu Rocco, e per un terzo a Sebastiano figlio del fu Leone de Casale ed a Donadeo figlio del fu Giovanni de Mirando, con l’obbligo di coltivarlo e piantare alberi da frutta e di vite, corrispondere due tredicesimi dei seminati, la metà del vino ed una gallina per l’uso del palmento, di fornire il vitto al messo da loro inviato per ritirare la parte del raccolto loro spettante.
(Originale, PERGAMENA N. 886, mm. 470×240; scrittura minuscola di transizione).

893. SCRIPTUM DONATIONIS
1192 – dicembre, ind. XI, Mercogliano
I fratelli Torgisio e Goffredo di Montefalcione figli del fu Bartolomeo, nella loro qualità di signori di Mercogliano ed alla presenza del giudice Riccardo, donano al vassallo mastro Pietro, baiulo del monastero di Montevergine, un suolo edificatorio sito nel castello di Mercogliano.
(Copia autentica dell’agosto 1232, PERGAMENA N. 1739)

894. SCRIPTUM VENDITIONIS
1192 (93) – dicembre, ind. XI, Ascoli Satriano
Urso diacono della chiesa di Santa Maria in Principio, avendo ereditato dal defunto genitore David una casa, sita nel sobborgo della città di Ascoli e precisamente nei pressi dell’ospedale di San Giovanni, da dividersi col fratello Litto, decide di vendere allo stesso fratello la metà a lui spettante realizzando la somma di 12 once d’oro in tarì di moneta salernitana.
(Originale, PERGAMENA N. 888, mm. 235×332; scrittura minuscola di transizione).

895. SCRIPTUM VENDITIONIS
1192 – [marzo-dicembre], ind. [X-XI], Montefusco
Forino figlio del fu Giaquinto Scotto, alla presenza del giudice Guramondo, vende al giudice Mercurio un orto alberato, sito nelle pertinenze di Montefusco, per una certa quantità di moneta siciliana; alla vendita di associa Perugna, moglie di detto Forino, per cedere all’acquirente la quarta parte a lei spettante su quell’orto.
(Originale, PERGAMENA N. 889, mm. 226×157; scrittura minuscola di transizione).

896. CARTULA CONCESSIONIS
1193 (92) – 2 gennaio, ind. XI, Benevento
Il preposito Marco il priore Roberto ed il monaco Giovanni di Capua, in considerazione dei buoni servizi già resi al monastero di Montevergine dal giudice Matteo di Montefusco e di quelli che potrà rendere in futuro, assegnano a lui ed alla moglie una rendita vitalizia consistente nello sfruttamento di un terreno alberato, sito nelle pertinenze di Montefusco dove si dice Rogerone, con la clausola che alla morte di ambedue i coniugi il terreno con le apportate migliorie ritornerà in potere del monastero e con l’obbligo di corrispondere nel frattem, ogni anno per la festa mariana del mese di settembre, il canone di 4 libbre di cera.
(Originale, PERGAMENA N. 891, mm. 245×350; scrittura minuscola di transizione).

897. CARTULA OBLATIONIS
1193 (92) – 2 gennaio, ind. XI, Benevento
Giacomo figlio del fu Audoaldo Sculdasio, alla presenza del giudice Pietro di Benevento e del giudice Matteo di Montefusco, offre al monastero di Montevergine, nelle mani del preposito Marco e del priore Roberto, un fabbricato con relative botteghe ed otto botti in essere contenute, sito nella città vecchia di Benevento, nei pressi della piazza Maggiore e non molto distante dalla chiesa di Sant’Eustasio, escludendo dalla donazione la quarta parte spettante alla moglie Maruccia; ricorda inoltre di aver donato precedentemente allo stesso monastero vigne e terre, site nella località Collina dove si dice Carpino.
(Originale, PERGAMENA N. 890, mm. 325×490; scrittura beneventana).

898. CARTULA PASTINATIONIS
1193 (92) – gennaio, ind. XI, Sarno
Pietro Sutore figlio del fu Bernardo, alla presenza del giudice Giovanni, cede in fitto perpetuo a Bernardo figlio di Giovanni Buscella un pezzo di terra, sito nelle pertinenze di Sarno dove si dice Piedimonte, con l’obbligo di coltivarlo e farlo fruttificare, di trasformarlo nello spazio di otto anni in frutteto e vigneto, di corrispondere la metà del vino e di ogni altro frutto nonché il terratico secondo la consuetudine del luogo, di fornire il vitto al messo che ivi si recherà per ritirare la parte del raccolto a lui spettante e di consegnare allo stesso messo una gallina per l’uso del palmento.
(Originale, PERGAMENA N. 892, mm. 375×251; scrittura minuscola corsiva di transizione).

899. SCRIPTUM VENDITIONIS
1193 – gennaio, ind. XI, Ascoli Satriano
Rodostamo ed il figlio Guglielmo, alla presenza del giudice Episcopo, vendono a Litto figlio del fu David una casa, sita nella città di Ascoli dove si dice Frontino, nei pressi della chiesa di santa Maria in Principio, confinante con la casa dello stesso acquirente, realizzando la somma di 3 once d’oro in tarì di moneta siciliana.
(Originale, PERGAMENA N. 893, mm. 212×292; scrittura minuscola di transizione).

900. SCRIPTUM MANIFESTATIONIS
1193 – marzo, ind. XI, Mercogliano
Matteo figlio del fu Adamo, alla presenza del giudice Riccardo ed in considerazione dei buoni servizi resigli da Pietro, gli concede le opportune garanzie di legge per il quieto possesso di un suolo edificatorio, sito nel castello di Mercogliano e che allo stesso Pietro era stato donato da Turgisio e Goffredo di Montefalcione nella loro qualità di signori di Mercogliano.
(Originale, PERGAMENA N. 895, mm. 255×298; scrittura minuscola di transizione).
torna a inizio pagina