1151-1156

Dal Codice Diplomatico Verginiano, a cura di Placido Mario Tropeano (Montevergine, Padri Benedettini, 1980)

 

301. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1151 – luglio, ind. XIV, Summonte
Il monaco Giovanni, priore del monastero di Montevergine, concede in fitto perpetuo a Giovanni figlio di Giovanni Alferada, un pezzo di terra con castagneto ceduo, sito nelle pertinenze di Summonte dove si dice Confinio ed Agnone, con l’obbligo di coltivarlo e trasformare nello spazio di venti anni il ceduo in castagneto da frutta, di corrispondere la quarta parte dei cereali e la metà delle castagne; aggiunge inoltre che, qualora il fittavolo dovesse morire senza eredi legittimi o allontanarsi dal castello di Summonte, il terreno tornerà di libera collazione del monastero.
(Originale, PERGAMENA N. 301, mm. 146×352; scrittura beneventana).

302. CARTULA VENDITIONIS
1151 – agosto, ind. XIV, Avellino
Unrico, figlio di Alferio Bove, per il prezzo di 100 tarì salernitani, vende a Filippo, figlio di Ragerio di Candida, un pezzo di terra con vigna, sito nel luogo detto Cerbaro.
(Originale, PERGAMENA N. 302, mm. 200×503; scrittura beneventana).

302 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS]
1151 – agosto, ind. XIV, Avellino
Filippo, figlio di Ragerio di Candida, si fa rilasciare da Alessandra le opportune garanzie di legge per il quieto possesso di un pezzo di terra con vigna, che egli aveva acquistato da Unrico, marito di detta Alessandra.
(Originale, PERGAMENA N. 302; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 302).

303. CARTULA VENDITIONIS
1151 – novembre, ind. XV, Maddaloni
Rainaldo Benedetto, figlio del fu Pietro, per una vacca del valore di 26 tarì vende a Giovanni Bacellerio un pezzo di terra sito nel luogo detto Campo Maggiore di Maddaloni.
(Originale, PERGAMENA N. 303, mm. 167×310; scrittura minuscola di transizione).

304. CARTULA TRADITIONIS
1151 – novembre, ind. XV, San Severino Rota
Giovanni Sessa, priore della chiesa di Sant’Andrea di Padula, col consenso dell’abate Alferio concede ad Angelo Nucerino, figlio del fu Giovanni, la metà degli alberi di castagno esistenti su un terreno già dato in locazione agli eredi di Urso di San Giovanni; aggiunge che Angelo sua vita natural durante non ha alcun obbligo verso la chiesa, mentre i suoi eredi verseranno la decima del raccolto, qualora invece dovesse morire senza eredi gli alberi torneranno di libera collazione della chiesa.
(Originale, PERGAMENA N. 304, mm. 196×281; scrittura beneventana).

305. CARTULA OFFERTIONIS
1151 (52) – dicembre, ind. XV, Castelcicala
Il milite Roberto, figlio del fu Roberto de Molinis, offre alla chiesa di Santa Maria, costruita sul monte Virgilio, nelle mani dell’abate Alferio, un pezzo di terra sito nelle pertinenze di Casamarciano.
(Originale, PERGAMENA N. 312, mm. 200×578; scrittura beneventana).

306. CARTULA COMMUTATIONIS
1152 – aprile, ind. XV, Avellino
Giovanni e Battaglia, figli del fu Guerrerio, ed Alferio, figlio di Alferio Palagruso, tramite lo stratigoto Romano cedono al conte di Avellino Riccardo de Aquila, un pezzo di terra con arbusto e iscla, sito nei pressi del castello, e la parte loro spettante su un molino, anch’esso sito nei pressi del castello sulle sponde del rivo Cupo; in cambio ricevono tre altri pezzi di terra con vigna, dei quali uno sito nel luogo detto Alipergo e due a Valle; Alferio per il maggior valore della sua parte riceve altri sedici  tarì salernitani; alla permuta infine danno il loro consenso la madre di Giovanni e Battaglia, la madre di Alferio, nonché la moglie di Giovanni.
(Originale, PERGAMENA N. 306, mm. 178×376; scrittura beneventana).

307. CARTULA COMMUTATIONIS
1152 – maggio, ind. XV, Avellino
Vitale, figlio di Amato Pappasungia, tramite lo stratigoto Romano cede al conte di Avellino Riccardo de Aquila un pezzo di terra con orto, sito nei pressi del castello lungo il Rivo Cupo, ed in cambio riceve una casa sita nei pressi della chiesa di San Lorenzo.
(Originale, PERGAMENA N. 307, mm. 200×238; scrittura beneventana).

308. CARTULA OPFFERTIONIS
1152 – giugno, ind. XV, Avellino
Il signore di Summonte Boamondo Malerba trasforma il legato pio di 200 tarì, lasciato al monastero di Montevergine dal padre Raone e dalla sorella Isabella, nell’offerta di due suoi vassalli con relative famiglie e beni.
(Originale, PERGAMENA N. 308, mm. 299×330; scrittura beneventana).

309. CARTULA VENDITIONIS
1152 (53) – agosto, ind. XV, Padula
Padulano Papaleo, per il prezzo di 11 tarì, vende al sacerdote Guglielmo ed al fratello Pietro, figli di Giovanni Saracino, un pezzo di terra con vigna, sito nelle pertinenze di Padula non molto distante dalla chiesa di San Lorenzo.
(Originale, PERGAMENA N. 309, mm. 200×315; scrittura minuscola di transizione).

310. SCRIPTUM MEMORIE
1152 – novembre, ind. I, Mercogliano
Chiamato a dirimere una questione sorta tra il chierico Gustabile, figlio di Sellitto, e Bernardo, figlio di Ademario, circa la proprietà di due pezzi di terra siti nella località Cervaro dove si dice Iscleto, il giudice Amato, dopo aver ascoltato le parti e letta una «cartula venditionis» presentata dal chierico Gustabile, decide che questi deve considerarsi a tutti gli effetti proprietario di quelle terre ed ordina a Bernardo di concedergli le dovute garanzie di legge.
(Originale, PERGAMENA N. 310, mm. 250×294; scrittura beneventana).
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311. CARTULA PASTINATIONIS
1152 (53) – novembre, ind. I, Nola
L’abate Alferio, col consenso degli altri monaci di Montevergine, concede in fitto perpetuo a Rotundo D’Arpaia, abitante a Cimitile, due pezzi di terra fra di loro contigui, siti nelle pertinenze di Cimitile, con l’obbligo di coltivarli e farli fruttificare, di corrispondere per il primo pezzo la metà del raccolto sia dei seminati che del vino, un tarì annuo per il vinello ed il servizio personale di una giornata ogni settimana; per il secondo pezzo di terra invece la metà dei seminati, il servizio personale di una giornata ogni settimana, nonché un tarì e cinque misure di fagioli all’anno.
(Falso in forma di originale, PERGAMENA N. 311, mm. 164×416; scrittura beneventana).

312. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1152 – novembre, ind. I, Mercogliano
Il presbitero Bisanzio, figlio del fu Mari, rettore della chiesa di San Nicola di Villanova, concede in fitto perpetuo a Guglielmo, figlio di Durante, un pezzo di terra con vigna ed altri alberi da frutta con l’obbligo di coltivarlo, farlo fruttificare e circondarlo di siepe; di corrispondere a tempo debito la metà del vino e del vinello, la metà dei frutti superiori ad un sesto dei seminati.
(Originale, PERGAMENA N. 313, mm. 145×363; scrittura beneventana).

313. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS]
1153 – gennaio, ind. I, Avellino
Riccardo, figlio di Giovanni Coliandro, versando 20 tarì salernitani, si fa rilasciare da Machenolfo, figlio di Ademario, le opportune garanzie di legge per il quieto possesso di un terreno con nocelleto, sito nel luogo detto Aramperto, che egli aveva precedentemente acquistato da Ruggiero, figlio di Recupiro.
(Originale, PERGAMENA N. 314, mm. 164×380; scrittura beneventana).

314. CARTULA MORGINCAP
1153 – gennaio, ind. I (III), Petina
Giovanni, figlio di Nicola de Basilio di Petina, sanziona le nozze con la moglie Cona, figlia di Maria e di Urso Trimarco, donandole la quarta parte di tutti i suoi beni mobili ed immobili, presenti e futuri; assicura il milite Arneczuno, che ne detiene il mundio, di riservare alla sposa un tenore di vita conforme al suo rango sociale e di rimanerle fedele; aggiunge inoltre che, qualora Cona dovesse morire prima di lui senza lasciare eredi e senza aver avuto la possibilità di disporre dei beni a lei donati, questi sarebbero passati al mundoaldo con facoltà di utilizzarli nei limiti consentiti dalla legge.
(Originale, PERGAMENA N. 315, mm. 150×500; scrittura beneventana).

315. MEMORATORIUM [REMISSIONIS]
1153 – [marzo – agosto], ind. I, Montefusco
Davanti al comestabile Guerrerio, allo stratigoto Desiderio ed ai giudici Matteo e Giovanni il milite Umfrido sostiene che, in conformità alla consuetudine vigente tra i cittadini beneventani ed i signori di Montefusco, sull’eredità di 40 denari lasciati alla chiesa di Montevergine da Gemma Sofia a lui spettino 9 denari, come già si era verificato tra il padre di Gemma ed i suoi genitori; viceversa il priore di Montevergine Giovanni Pantasia nega che il padre di Gemma abbia mai pagato quel canone ed aggiunge che la chiesa di Montevergine, essendo ubicata nel dominio regio e non beneventano, deve considerarsi esente da quella prestazione. I giudici, senza prendere in esame l’eccezione avanzata dal priore, decidono di sottoporre a giuramento uno dei testi di Umfrido; senonché questi nelle more per i preparativi del giuramento raggiunge un accordo col priore Giovanni e rinunzia spontaneamente ai nove denari.
(Originale, PERGAMENA N. 316, mm. 260×388; scrittura beneventana).

316. CARTULA CONCESSIONIS
1153 – settembre, ind. II, Monteforte
Guglielmo, signore di Monteforte e di Forino, figlio di Riccardo, rinnova a Spenendeo il fitto di un terreno con arbusto, sito nel luogo detto Rivo Maggiore, già dato in fitto al padre Pietro nell’aprile 1127, chiedendogli come entratura 16 tarì salernitani e come canone annuo la decima dei seminati e la quarta del vino e del vinello.
(Originale, PERGAMENA N. 317,  mm. 223×384; scrittura beneventana).

317. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
[1153 – 1162, ind. II – X], Mercogliano
Il monaco Giovanni, priore del monastero di Montevergine, col consenso dell’abate Alferio e degli altri religiosi concede in fitto perpetuo a Maraldo, un pezzo di terra con castagneto con l’obbligo di coltivarlo e corrispondere il terratico in ragione della quinta parte, di trasformare il ceduo in castagni da frutta nello spazio di venti anni e di corrispondere la metà delle castagne; aggiunge inoltre che, qualora Maraldo dovesse morire senza eredi legittimi o allontanarsi dal dominio dell’abate, il terreno tornerà di libera collazione del monastero.
(Originale, PERGAMENA N. 1068,  mm. 155×313; scrittura beneventana).

318. MEMORATORIUM [DIVISIONIS]
1153 – dicembre, ind. II, Mercogliano
Alferio, figlio di Cioffi si accorda con la cognata Alburga, vedova del milite Milo ed agente anche a nome della sorella Mabilia, procede alla divisione in tre parti dei beni lasciati dal defunto suo suocero Guglielmo Goffredo, padre delle donne, ed entra in possesso di undici pezzi di terra a diversa cultura, siti nelle pertinenze di Mercogliano; precisa inoltre che quell’eredità era stata loro confermata da un diretto intervento di re Ruggiero.
(Originale, PERGAMENA N. 318, mm. 165×450; scrittura beneventana).

319. CARTULA DONATIONIS
1153 – dicembre, ind. II, Monteforte
Guglielmo, signore di Monteforte, di Forino e di molti altri luoghi, concede e conferma a Giovanni un pezzo di terra, sito nel luogo detto Castelluzzo, ricevendo nove prosciutti.
(Originale, PERGAMENA N. 319,  mm. 212×210; scrittura beneventana).

320. CARTULA ALIENATIONIS
1154 – gennaio, ind. II, Capua
Ambrogio, figlio del fu Giovanni Sandalo, proveniente da Capua ed abitante a Fondi, vende al presbitero Giovanni, figlio del fu Pietro Ceperano, un suolo edificatorio, sito nel luogo detto Savignano; ed aggiunge che, qualora egli in seguito non si trovasse in condizioni di difendere la vendita, l’acquirente potrà rifarsi su un altro pezzo di terreno di sua proprietà, sito nella stessa località di Savignano, dove si dice Maceratella.
(Originale, PERGAMENA N. 320,  mm. 254×373; scrittura beneventana).
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321. CARTULA DONATIONIS
1154 – gennaio, ind. II, Ascoli Satriano
Pao, figlio di Poto, abitante in Ascoli Satriano, dona al consanguineo Landinulfo, figlio di Maggiore, una terra sita nei pressi della chiesa di San Demetrio martire, ricevendo un mantello.
(Originale, PERGAMENA N. 321,  mm. 232×340; scrittura beneventana).

322. CARTULA VENDITIONIS
1154 – aprile, ind. II, Avellino
Urso, figlio di Pietro, per il prezzo di 232 tarì salernitani, vende a Guglielmo, figlio del fu Maggio Faccialato, sei torne e mezzo di una terra con castagneto, sita nel luogo detto Agrifoglieta ed Albaneta.
(Originale, PERGAMENA N. 322,  mm. 314×365; scrittura beneventana).

323. CARTULA VENDITIONIS
1154 – maggio, ind. II, Taurasi
Urso, figlio di Poto, per il prezzo di 67 tarì salernitani, vende ad Alferio, figlio di Lieto, un orto con alberi, sito nelle pertinenze del castello di Taurasi dove si dice Piana.
(Originale, PERGAMENA N. 323,  mm. 175×415; scrittura beneventana).

324. CARTULA IUDICATI
1154 – maggio, ind. II, Ascoli Satriano
I giudici Petracca e Vescovo, chiamati a derimere una questione sorta tra il notaio Lupo e Russo, figlio di Nicola, circa il possesso di un muro, dopo aver ascoltato le parti e letto un documento di acquisto da parte di Russo, emettono la sentenza a favore di quest’ultimo.
(Originale, PERGAMENA N. 324,  mm. 250×407; scrittura beneventana).

325. MEMORATORIUM [PASTINATIONIS]
1154 – luglio, ind. II, Summonte
Giovanni, figlio di Giovanni Bonande, prende in fitto perpetuo dal signore di Summonte, Boamondo Malerba, figlio di Raone, un pezzo di terra con l’impegno di coltivarlo e trasformarlo nello spazio di venti anni in castagneto e con l’obbligo di corrispondere la metà delle castagne.
(Originale, PERGAMENA N. 326, mm. 300×246; scrittura beneventana).

326. CARTULA DONATIONIS
1154 – luglio, ind. II, Ascoli Satriano
Guisenolfo, figlio di Leone Cennamo, proprietario di tre parti di un casolare sito fuori la città di Ascoli già appartenuto ad un suo servitore di nome Domenico, decide di farne dono alla vedova Pufana, proprietaria della restante quarta parte; da parte sua Pufana gli condona il morgengabe a lei spettante sugli altri beni lasciati dal marito e gli restituisce i 24 ducati da lui presi in prestito per i funerali del defunto.
(Originale, PERGAMENA N. 327,  mm. 198×298; scrittura beneventana).

327. CARTULA OFFERTIONIS
1154 (55) – settembre, ind. III, Castelcicala
Il signore del castello di Cicala, Aimo, figlio del fu Gualtiero de Molino, offre alla chiesa di Santa Maria di Montevergine, nelle mani dell’abate Alferio, un pezzo di terra sito nei pressi di Comiziano, dove si dice Alarbusto Domnico.
(Originale, PERGAMENA N. 328,  mm. 310×335; scrittura beneventana).

328. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS]
1154 – ottobre, ind. III, Avellino
Bernardo, figlio di Bernardo, avendo acquistato da Riccardo, figlio di Guglielmo, un pezzo di terra sito nella località Terrolano, si fa rilasciare dal confinante Alferio, fratello del predetto Riccardo, le opportune garanzie di legge per il quieto possesso di quel terreno, e riconosce giusta l’apposizione delle pietre, che ne delimitano i confini.
(Originale, PERGAMENA N. 329,  mm. 208×219; scrittura beneventana).

329. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS]
1154 – dicembre, ind. III, Benevento
Tancredi, figlio del fu Dauferio, avendo acquistato da un certo Dauferio una casa in muratura, sita dentro la città nuova di Benevento, nei pressi della chiesa di San Giovanni, si accorda con Giovanni e Palermo figli del venditore e con Lucia, moglie dello stesso, i quali vantavano dei diritti su quella casa, e dietro compenso di 3 romanati si fa rilasciare le opportune garanzie di legge contro ogni eventuale futuro contrasto.
(Originale, PERGAMENA N. 330,  mm. 245×430; scrittura beneventana).

330. SCRIPTUM IUDICATI
1155 – gennaio, ind. III, Ascoli Satriano
I giudici di Ascoli Satriano, Petracca e Vescovo, alla presenza del capalano Eustasio, discutono l’accusa avanzata dal notaio Lupo contro Russo, che si sarebbe appropriato di una casa demaniale, ceduta in uso al padre Nicola dallo stratigoto Gualtiero al tempo del duca Guglielmo; gli stessi giudici, dopo aver ascoltato le ragioni del Russo, dopo aver letto il documento d’acquisto da lui presentato e dopo averlo sottoposto a giuramento, gli riconoscono la legittimità del possesso, ed il catapano ordina al notaio Simone di rilasciare allo stesso Russo le opportune garanzie per il quieto possesso di quella casa.
(Originale, PERGAMENA N. 331,  mm. 203×388; scrittura beneventana).
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331. CARTULA VENDITIONIS
1155 – aprile, ind. III, Avellino
Guglielmo Greco ed il figlio Urso, per il prezzo di 104 tarì salernitani, vendono ad Alferio di Sparano, figlio di Urso della Prata, una casa, sita fuori la città di Avellino nei pressi della chiesa di San Pietro Apostolo, da loro costruita su un suolo di proprietà del monastero di San Benedetto; il compratore pertanto è tenuto a versare ogni anno nel mese di marzo al detto monastero il canone di 2 tarì amalfitani, gravante su quella casa per l’occupazione del suolo.
(Originale, PERGAMENA N. 333,  mm. 181×578; scrittura beneventana).

331bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS]
1155 – aprile, ind. III, Avellino
Alferio di Sparano, figlio di Urso della Prata, avendo acquistato da Guglielmo Greco e dal figlio Urso una casa, sita fuori la città di Avellino nei pressi della chiesa di San Pietro Apostolo, si fa rilasciare da Truda, moglie del predetto Urso, le opportune garanzie di legge per il quieto possesso di quella casa.
(Originale, PERGAMENA N. 333; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 333).

332. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1155 – aprile, ind. III, Avellino
Guglielmo, figlio di Giovanni di Laudato, prende in fitto perpetuo dal monaco Giovanni, priore del monastero di Montevergine, una terra con castagneto ceduo con l’obbligo di trasformare il greccoleto in alberi da frutta e corrispondere la metà delle castagne; aggiunge che, qualora dovesse morire senza eredi legittimi o allontanarsi volontariamente da quel terreno, questo tornerà di libera collazione del monastero.
(Originale, PERGAMENA N. 334, mm. 140×429; scrittura beneventana).

333. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1155 – aprile, ind. III, Avellino
Giovanni Cortese, figlio di Urso, prende in fitto perpetuo dal monaco Giovanni, priore del monastero di Montevergine, un pezzo di terra con castagneto ceduo, sito nel luogo detto Confinio ed Agnone, con l’obbligo di coltivarlo e corrispondere il terratico in ragione della quinta parte, di trasformare il greccoleto in alberi da frutta nello spazio di venti anni e corrispondere la metà delle castagne; aggiunge inoltre che, qualora dovesse morire senza eredi legittimi o allontanarsi da Summonte, il terreno tornerà di libera collazione del monastero.
(Originale, PERGAMENA N. 335, mm. 169×273; scrittura beneventana).

334. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1155 – aprile, ind. III, Avellino
Il monaco Giovanni, priore del monastero di Montevergine, concede in fitto perpetuo a Giovanni Cortese, figlio di  Urso, un pezzo di terra con castagneto ceduo, sito nel luogo detto Confinio ed Agnone, con l’obbligo di coltivarlo e di corrispondere il terratico in ragione della quinta parte, di trasformare nello spazio di venti anni il greccoleto in alberi da frutta e corrispondere la metà delle castagne; aggiunge inoltre la clausola che, qualora il fittavolo dovesse morire senza eredi legittimi o allontanarsi spontaneamente da Summonte, il terreno tornerà di libera collazione del monastero.
(Originale, PERGAMENA N. 336, mm. 164×282; scrittura beneventana).

335. CARTULA VENDITIONIS
1155 – giugno, ind. III, Avellino
Pietro, figlio del fu Giovanni Sillitto, per il prezzo di 19 tarì salernitani vende a Guglielmo, chierico e notaio figlio del fu Giovanni Sasso, la metà di un terreno con vigna, sito nelle pertinenze di Mercogliano nei pressi della chiesa di San Basilio.
(Originale, PERGAMENA N. 337, mm. 170×603; scrittura beneventana).

335 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS]
1155 – giugno, ind. III, Avellino
Guglielmo, chierico e notaio, figlio del fu Giovanni Sasso, avendo acquistato da Pietro, figlio del fu Giovanni Sillitto, la metà di un terreno con vigna, sito nelle pertinenze di Mercogliano nei pressi della chiesa di San Basilio, si fa rilasciare da Marotta, moglie del detto Pietro, le opportune garanzie di legge per il quieto possesso di quel terreno.
(Originale, PERGAMENA N. 337; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 337).

336. MEMORATORIUM [REDDITI]
1155 – giugno, ind. III, Avellino
Guglielmo, chierico e notaio figlio del fu Giovanni Sasso, avendo acquistato da Pietro, figlio del fu Giovanni Sellitto la metà di una terra con vigna, sita nelle pertinenze di Mercogliano nei pressi della chiesa di San Basilio, sulla quale gravava un canone annuo in vino da consegnare alla curia di quel paese, chiede ed ottiene dal venditore che quel canone venga ufficialmente trasferito su un altro pezzo di terra con vigna da lui posseduto nella località Racanella.
(Originale, PERGAMENA N. 338, mm. 190×255; scrittura beneventana).

337. CARTULA LOCATIONIS
1155 – giugno, ind. III, Avella
Il giudice Guglielmo cede in fitto perpetuo a Guglielmo Blancardo di Tissone ed al fratello Carbone un pezzo di terra con oliveto, sito nel luogo detto Beterina, per il censo annuo di una caraffa d’olio da corrispondere nel mese di dicembre e da portare fino alla casa del proprietario.
(Originale, PERGAMENA N. 339, mm. 120×324; scrittura latina rotonda di transizione).

338. CARTULA VENDITIONIS
1155 – agosto, ind. III, Ascoli Satriano
Nicodemo, figlio del fu Guglielmo, trovandosi in gravi difficoltà economiche, per il prezzo di 3 ducati vende un casolare, sito fuori la città di Ascoli, ad Imetanco, il quale ne era già entrato in possesso della quarta parte, a lui pervenuta in seguito alla morte della figlia Musanda, moglie di Nicodemo.
(Originale, PERGAMENA N. 340, mm. 233×498; scrittura beneventana).

339. CARTULA DISPOSITIONIS
1155 – novembre, ind. IV, Mercogliano
Ruggiero, figlio di Roffrid, trovandosi gravemente infermo ma nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, dispone che dopo la sua morte i diritti a lui spettanti sulla chiesa di San Nicola, costruita nella località Villanova di Mercogliano, passino in proprietà del monastero di Montevergine; allo stesso monastero lascia anche un suo pezzo di terra, sito nella stessa località.
(Originale, PERGAMENA N. 341, mm. 160×460; scrittura beneventana).

340. MEMORATORIUM [TRADITIONIS]
1156 (55) – gennaio, ind. IV, Capriglia
Il presbitero Ruggiero, figlio di Guglielmo, riceve da Ruggiero e dal nipote Guglielmo, il quale agisce anche a nome degli altri suoi fratelli, la metà di un suolo edificatorio, sito nel castello di Capriglia accanto alla chiesa  di San Nicola, impegnandosi a costruire per i donatori una casa di legno sulla restante metà del suolo.
(Originale, PERGAMENA N. 342, mm. 215×286; scrittura beneventana).
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341. MEMORATORIUM [MANIFESTATIONIS]
1156 (55) – gennaio, ind. IV, Mercogliano
Urso, figlio del fu Urso Tata, dietro compenso di 8 tarì salernitani, riceve dal fratello Roberto e dalla cognata Trotta, moglie dello stesso Roberto, la porzione loro spettante su alcuni beni ereditari, fino a quel momento rimasti indivisi, e cioè un castagneto sito nella località Toccoreta ed un casalino in Mercogliano.
(Originale, PERGAMENA N. 343, mm. 182×161; scrittura beneventana).

342. CARTULA VENDITIONIS
1156 – febbraio, ind. IV, Ascoli Satriano
Giovanni Zito, figlio del fu Sergio, avendo ricevuto in dono da Boamondo, figlio di Giovanni, una casa sita nella città di Ascoli Satriano dove si dice Frontino, vende la stessa casa al suocero Giovanni Pipero, realizzando la somma di 12 ducati.
(Originale, PERGAMENA N. 344, mm. 200×522; scrittura beneventana).

343. CARTULA OBLATIONIS
1156 (52) – marzo, ind. IV, Avella
Eleazaro di Sant’Arcangelo e Domenico, figlio del fu Baiano offrono alla chiesa di Santa Maria di Montevergine due pezzi di terra ciascuno, siti nelle pertinenze di Avella e confinanti con altri terreni già di proprietà di quella chiesa.
(Copia imitativa, PERGAMENA N. 305, mm. 142×404; scrittura minuscola di transizione).

344. MEMORATORIUM [LOCATIONIS]
1156 – marzo, ind. IV, Mercogliano
Il presbitero Bisanzio, figlio del fu Mari detto Folia, concede in fitto perpetuo a Giovanni figlio di Durante un pezzo di terra in parte ancora incolto ed in parte coltivato a vigneto, appartenente alla chiesa di San Nicola della località Villanova, con l’obbligo di coltivarlo e farlo fruttificare, di corrispondere la metà del vino e del vinello, un quinto dei cereali, un terzo degli ortaggi e la metà del raccolto degli alberi da frutta.
(Originale, PERGAMENA N. 345, mm. 200×599; scrittura beneventana).

345. CARTULA OBLATIONIS
1156 – marzo, ind. IV, Tufo
Enrico, signore del castello di Tufo, trasferisce alle dipendenze del monastero di Montevergine un suo uomo di nome Bernardo, figlio del fu Giovanni Amore, con l’obbligo da parte di questi di rendere al monastero i servizi che in precedenza era solito prestare ai signori di Tufo; concede inoltre a Bernardo, nel rispetto dei diritti del monastero e suoi, la facoltà di poter comportarsi come tutti gli altri uomini liberi della sua signoria.
(Originale, PERGAMENA N. 346, mm. 241×315; scrittura beneventana).

346. CARTULA DONATIONIS
1156 – aprile, ind. IV, San Severo
Gilberto, conte di San Severo, dona all’eremita Giovanni ed ai suoi monaci la chiesa di Santa Maria del Gualdo e le terre circostanti con facoltà di costruire su quelle terre altre chiese o case monastiche; concede inoltre ad essi ed ai loro successori il diritto di legnare e pascolare nei boschi demaniali di San Severo.
(Copia, PERGAMENA N. 347, mm. 222×350; scrittura minuscola rotonda di transizione).

347. CARTULA VENDITIONIS
1156 – maggio, ind. IV, Mercogliano
Giovanni, figlio del fu Giovanni di Montefalcione, per il prezzo di 14 tarì salernitani vende a Pagano, figlio di Pietro detto Stabanato, un pezzo di terra con orto, sito nella località Portella.
(Originale, PERGAMENA N. 348, mm. 331×383; scrittura beneventana).

347 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS]
1156 – maggio, ind. IV, Mercogliano
Pagano, figlio di Pietro detto Stabanato, avendo acquistato un pezzo di terra da Giovanni, figlio del fu Giovanni detto di Montefalcione, si fa rilasciare da Trotta, moglie del venditore, le opportune garanzie di legge per il quieto possesso di quel terreno.
(Originale, PERGAMENA N. 348; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 348).

348. SCRIPTUM OFFERTIONIS
1156 – maggio, ind. IV, Aversa
Il milite Giovanni Francisio di Castelcicala, col consenso del barone di Aversa, Aimo de Molinis, offre alla chiesa della beata vergine Maria dell’Arco, costruita nel territorio di Villa Cintura, due pezzi di terra, siti nella stessa località dove si dice a Sant’Arcangelo ed a Privato.
(Originale, PERGAMENA N. 349, mm. 248×412; scrittura minuscola latina).

349. CARTULA OBLATIONIS
[115]6 – giugno, ind. IV (II), Avella
Magauda, vedova di Roberto Barolo, in suffragio dell’anima del defunto marito offre al monastero di Montevergine, nelle mani dell’abate Alferio, un pezzo di terra con dodici piante d’olivo, facente parte dei suoi beni dotali, sito nella località Sirignano, dove si dice l’Oliveto di Lupinato.
(Falso in forma di originale, PERGAMENA N. 325, mm. 150×267; scrittura minuscola rotonda di transizione).

350. CARTULA VENDITIONIS
1156 (57) – dicembre, ind. V, Padula
Sublima ed il fratello Giovanni di Guido, per il prezzo di 24 tarì, vendono al presbitero Guglielmo ed al fratello Pietro, figli di Giovanni Saraceno, una vigna sita non lontano dalla chiesa di San Lorenzo.
(Originale, PERGAMENA N. 350, mm. 206×240; scrittura beneventana).
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