1125-1132
Dal Codice Diplomatico Vergininiano, a cura di Placido Mario Tropeano (Montevergine, Padri Benedettini, 1978)
147. CARTULA VENDITIONIS
1125 – maggio, ind. III, Avellino
Roberto, figlio del fu Giovanni Grima, per il prezzo di 126 tarì d’oro vende a Dauferio, figlio di Riso, due pezzi di terra in parte già trasformati a castagneto, siti lungo il vallone Vairano, là dove si dice Cerreta.
(Originale, PERGAMENA N. 144, mm. 200×680; scrittura beneventana).
147 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1125 – maggio, ind. III, Avellino Dauferio, figlio di Riso, avendo acquistato da Roberto, figlio del fu Giovanni, due pezzi di terra siti lungo il vallone Vairano, là dove si dice Cerreta, si fa rilasciare da Trotta e da Marotta, rispettivamente madre e moglie di Roberto, le opportune garanzie contro ogni eventuale ripensamento da parte loro e dei loro eredi. (Originale, PERGAMENA N. 144; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 144).
147 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1125 – maggio, ind. III, Avellino Dauferio, figlio di Riso, avendo acquistato da Roberto, figlio del fu Giovanni, due pezzi di terra siti lungo il vallone Vairano, là dove si dice Cerreta, si fa rilasciare da Trotta e da Marotta, rispettivamente madre e moglie di Roberto, le opportune garanzie contro ogni eventuale ripensamento da parte loro e dei loro eredi. (Originale, PERGAMENA N. 144; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 144).
148. CARTULA OFFERTIONIS
1125 – settembre, ind. IV, Summonte
Roffrid, figlio di Madelfrid, col consenso del figlio Marino offre una terra con castagneto, sita nel luogo detto Mandre, a Dio nel nuovo monastero di Santa Maria, costruito sulla cima del monte detto Vergine, dove si dice Acqua del Colombo e vi è rettore e custode il signore Guglielmo.
(Originale, PERGAMENE NN. 145-146, mm. 220×530; scrittura beneventana. Si tratta di due spezzoni di pergamena facenti parte inizialmente della stessa membrana).
148 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS]
1125 – settembre, ind. IV, Summonte
Il notaio Amato, nella qualità di avvocato del monastero, si fa rilasciare da Candida, sposa di Marino, le opportune garanzie di legge per il quieto possesso di una terra con castagneto, donata all’abbazia da Roffrid e dal figlio Marino.
(Originale, cfr. documento precedente).
149. CARTULA VENDITIONIS 1125 – novembre, ind. IV, Avellino I fratelli Giovanni e Alferio, figli del fu Magio, per il prezzo di 100 tarì salernitani vendono a Biagio, figlio di Riccardo, un pezzo di terra con castagneto, sito nella località Terolano. (Originale, PERGAMENA N. 147, mm. 200×690; scrittura beneventana).
149 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1125 – novembre, ind. IV, Avellino Biagio figlio di Riccardo, avendo acquistato dai fratelli Giovanni e Alferio un pezzo di terra dagli stessi ereditato dal defunto genitore, si fa rilasciare dalla madre e dalla sorella dei venditori nonché dalla moglie di Giovanni le opportune garanzie contro ogni eventuale futuro contrasto. (Originale, PERGAMENA N. 147, scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 147).
150. CARTULA OFFERTIONIS 1125 – novembre, ind. IV, Summonte Maggio, figlio di Landolfo offre al monastero di Montevergine, nelle mani dello stesso fondatore, una terra con castagneto, sita nel luogo detto Mandre. (Originale, PERGAMENA N. 148, mm. 221×355; scrittura berneventana).
151. CARTULA OFFERTIONIS 1125 – novembre, ind. IV, Summonte Pietro, figlio di Giovanni Toderico di Summonte e la moglie Gemma, per la salvezza delle anime loro e di quelle dei loro genitori offrono a Dio nel nuovo monastero di Santa Maria, costruito sulla cima del monte detto Vergine, una terra con castagneto sito nella località Mandre, con l’obbligo da parte del monastero di versare al fisco il canone annuo di 4 denari d’argento. (Originale, PERGAMENA N. 149, mm. 260×360; scrittura beneventana).
152. CARTULA OFFERTIONIS 1125 – novembre, ind. IV, Avellino Madelfrid, figlio di Madelfrid detto Stiparello della città di Avellino, dona al nuovo monastero di Santa Maria, costruito sulla cima del monte detto Vergine, una terra con castagneto, sita nella località Mandre. (Originale, PERGAMENA N. 150, mm. 222×291; scrittura beneventana).
153. CARTULA VENDITIONIS 1125 – 21 novembre, ind. IV, Napoli Cesario e Pietro, figli del fu Urso Romano, i quali agiscono anche a nome del fratello Gregorio assente, e la nipote Sica figlia dell’altro loro fratello Giovanni già defunto, la quale assistita dal marito Deusdedit agisce anche a nome della madre Marotta, vendono per il prezzo di 25 tarì amalfitani metà di una casa diroccata, sita nel vico Ercolano della regione Forcella di Napoli, a Maria e Gregorio figli del fu Gregorio Muschino e ai coniugi Giovanni ed Anna rispettivamente figlia e nuora di Pietro Muschino, i cui figli, cioè i già detti Giovanni ed il defunto Gregorio ed un terzo di nome Romano, avevano in precedenza acquistato l’altra metà della stessa casa; gli acquirenti inoltre si impegnano ad escludere Maria dalla proprietà, qualora dovesse sposare un uomo estraneo al nucleo familiare dei Muschino, restituendole tuttavia il denaro da lei versato per l’acquisto e la riparazione della casa. (Originale, PERGAMENA N. 151, mm. 170×670; scrittura curiale napoletana).
154. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1126 – marzo, ind. IV, Montevergine Guglielmo, custode e rettore del nuovo monastero di Santa Maria costruito sulla cima del monte detto Vergine, dove si dice Acqua del Colombo, si fa rilasciare da Bella, figlia di Bisanzio e moglie di Maggio, le opportune garanzie per il quieto possesso di una terra con castagneto, sita nella località Mandre, precedentemente donata al monastero dallo stesso Maggio (cfr. doc. 150). (Originale, PERGAMENA N. 152, mm. 220×240; scrittura beneventana).
155. SCRIPTUM SECURITATIS 1126 – maggio, ind. IV, Avellino Il vescovo di Avellino, Giovanni, dietro esplicita richiesta di un religiosissimo cristiano di nome Guglielmo, che sul monte detto Vergine aveva costruito un ospizio, una chiesa ed un monastero, gli concede l’esenzione dalla giurisdizione episcopale, riservandosi l’annuo censo di una libbra di cera. (Originale, PERGAMENA N. 153, mm. 490×650; scrittura beneventana).
156. MEMORATORIUM [SPONSALIUM] 1126 – giugno, ind. IV, San Mango Giacinto figlio di Giacinto del castello di San Mango, nel concedere la figlia Maria in moglie a Giovanni figlio di Giovanni, chiede che tutti i beni del genero vengano assegnati a Maria ed ai figli che da questa nasceranno. (Originale, PERGAMENA N. 154, mm. 205×345; scrittura beneventana).
157. CARTULA OFFERTIONIS 1126 – luglio, ind. IV, Summonte Alferio, figlio di Alferio detto Bove, per la salvezza dell’anima sua e di quella dei suoi genitori e di tutti gli altri suoi parenti, offre a Dio nel nuovo monastero di Santa Maria, costruito sulle cime del monte detto Vergine, due pezzi di terra coltivati a castagneto ed altri alberi, siti nel luogo detto Mandre. (Originale, PERGAMENA N. 155, mm. 178×440; scrittura beneventana).
158. CARTULA DONATIONIS 1126 – luglio, ind. IV (V), San Mango Guido, stratigota del castello di San Mango, avendo ricevuto dal signore del luogo Guglielmo la facoltà di poter disporre liberamente dei beni demaniali, dietro richiesta del vice conte Ruggiero, dona a Riccardo figlio di Riso un suolo edificatorio, ricevendo 6 tarì di moneta salernitana. (Originale, PERGAMENA N. 156, mm. 180×275; scrittura beneventana).
159. MEMORATORIUM [LOCATIONIS] 1126 – dicembre, ind. V, Benevento I fratelli Dauferio, Giovanni, Alfano ed Ederrado, figli del conte Ederrado detto Capuano, locano a Giovanni, figlio di Poto, una terra con vigna sita fuori la città di Benevento nei pressi della chiesa di San Gennaro, confinante con i beni della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo; precisano inoltre che la locazione si intende valida per due generazioni se Giovanni avrà figli legittimi, altrimenti alla morte dello stesso, e comunque alla morte dei suoi figli, il terreno sarà riconsegnato ai locatori o ai loro eredi. (Originale, PERGAMENA N. 157, mm. 258×125; scrittura beneventana).
160. MEMORATORIUM [DIVISIONIS] 1126 – dicembre, ind. V, Benevento Paolo, figlio del fu Odoaldo e marito di Adelicia, si accorda con Matteo, figlio del chierico Pietro e marito di Pamfilia, per procedere alla divisione di alcuni beni siti in località Roseto, che le rispettive consorti possedevano in comune. (Originale, PERGAMENA N. 158, mm. 270×375; scrittura beneventana).
161. CARTULA OBLATIONIS 1127 (6) – gennaio, ind. V, Cervinara Giovanni figlio di Giovanni Albo e la moglie Amatra abitanti nel castello di Cervinara, per la remissione dei loro peccati e la salvezza di tutti i fedeli defunti offrono a Dio nella chiesa di San Biagio costruita sul monte Tolino, dove è rettore il sacerdote Roffrid, un pezzo di terra sito nel luogo detto Prato di Pellone. (Originale, PERGAMENA N. 159, mm. 257×275; scrittura beneventana).
162. CARTULA OFFERTIONIS 1127 (6) – gennaio, ind. V, Summonte Alferio, figlio di Giovanni Toderico del castello di Summonte, offre a Dio nel nuovo monastero di Santa Maria, costruito sulle cime del monte detto Vergine, nelle mani del custode e rettore Guglielmo la sua persona, un castagneto nel luogo detto Mandre e tutti gli altri suoi beni mobili, presenti e futuri. (Originale, PERGAMENA N. 160, mm. 290×415; scrittura beneventana).
163. CARTULA VENDITIONIS 1127 – marzo, ind. V, Montemiletto Angelo di Montefusco, figlio del fu Sichenolfo detto Ronca, per il prezzo di 24 denari vende a Silvio figlio di Machenolfo un pezzo di terra, sito nella località Viturano. (Originale, PERGAMENA N. 161, mm. 220×425; scrittura beneventana).
164. CARTULA COMMUTATIONIS 1127 – aprile, ind. V, Avellino Maraldo, figlio di Maraldo Bisanzio di Avellino, cede al rettore e custode della chiesa di Santa Maria, costruita sulle cime del monte detto Vergine una terra con relativa vigna, castagneto ed altri alberi da frutta, sita nelle pertinenze di Summonte vicino alla chiesa di Santa Maria del Preposito e in cambio riceve una terra con relativo castagneto sita nel luogo detto Capo di Botte; per la differenza di valore riceve anche 112 tarì salernitani e l’assicurazione che il fittavolo Giovanni figlio di Poto non venga licenziato. (Originale, PERGAMENA N. 162, mm. 370×565; scrittura beneventana).
164 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1127 – maggio, ind. V, Avellino Amato, chierico e notaio, nella sua qualità di avvocato del monastero, dopo aver partecipato alla stipula del contratto e sottoscritto il documento della permuta dei terreni tra Montevergine e Maraldo figlio di Maraldo, si fa rilasciare dalla signora Maria, moglie dello stesso Maraldo, le opportune garanzie di legge contro ogni eventuale futuro contrasto. (Originale, PERGAMENA N. 162; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 162).
165. CARTULA OFFERTIONIS 1127 – maggio, ind. V (VI), Summonte Raone Malerba, signore del castello di Summonte, per la salvezza dell’anima sua e di quella dei genitori e di tutti gli altri suoi parenti, offre all’abbazia di Montevergine nelle mani del fondatore Guglielmo un suo vassallo di nome Iacono Pietro con relativa famiglia ed eredi, compresi i loro averi e gli oneri spettanti alla curia di Summonte. (Falso in forma di originale, PERGAMENA N. 168, mm. 260×370; scrittura beneventana. Il documento fu trascritto dall’archivista Guglielmo da Manocalzati nel 1642).
166. CARTULA DIVISIONIS 1127 – ottobre, ind. VI, Montoro Urso de Inga figlio di Falco, alla presenza del giudice Alferio, assegna al figlio Urso un vigneto ed un castagneto, siti in località Sant’Agata ed un querceto sito in località Valle della Mela, impegnandolo a contribuire al pagamento delle tasse in ragione di 2 tarì annui e a non avanzare ulteriori pretese sugli altri beni paterni da destinarsi agli altri eredi. (Originale, PERGAMENA N. 163, mm. 165×420; scrittura beneventana).
167. CARTULA VENDITIONIS 1127 – dicembre, ind. VI, Benevento Pietro, figlio di Pietro Saraceno, per il prezzo di 8 denari vende al rettore della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo un suolo edificatorio sito dietro la stessa chiesa nei pressi della piazza pubblica da cui si va alla porta Iscardi. (Originale, PERGAMENA N. 164, mm. 245×365; scrittura beneventana).
167 bis. SCRIPTUM MANIFESTATIONIS 1127 – dicembre, ind. VI, Benevento Grusa, moglie di Pietro, rilascia al rettore della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo di Benevento, le opportune garanzie di legge per il quieto possesso di un suolo edificatorio sito dietro la stessa chiesa e dal marito venduto al rettore Angelo. (Originale, PERGAMENA N. 164; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 164).
168. SCRIPTUM MORGINCAP 1128 (7) – gennaio, ind. VI, Montoro Romualdo figlio di Giaquinto la mattina successiva alla prima notte di matrimonio sanziona le nozze con la sposa Mabilia, figlia di Giovanni del castello di Montoro, donandole la quarta parte di tutti i suoi beni mobili e stabili, presenti e futuri. (Originale, PERGAMENA N. 167, mm. 182×330; scrittura beneventana).
168 bis. MEMORATORIUM [MORGINCAP] 1128 (7) – gennaio, ind. VI, Montoro Pagano figlio del fu Dodo, nella sua qualità di cognato e mundoaldo di Mabilia, nel dare il proprio consenso al matrimonio della stessa Mabilia con Romualdo figlio di Giaquinto, chiede le garanzie di rito, consistenti nella promessa di assicurare alla sposa vitto e alloggio, di riservarle un tenore di vita conforme al suo rango sociale, di rispettare il vincolo matrimoniale e di trascorrere insieme a lei una vita serena e tranquilla. (Originale, PERGAMENA N. 167; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 167).
169. SCRIPTUM RESTAURATIONIS 1128 (7) – gennaio, ind. VI, Benevento Il cardinale Guglielmo, nella sua qualità di rettore di Benevento, confisca a Giovanni di Guiso, visconte e suffeudatario di Ugo Infante avversario del papa, una casa sita nella città vecchia di Benevento nei pressi della porta Iscardi e la concede a Riccardo Paccone, fedele alla causa della chiesa, quale risarcimento dei danni dallo stesso subiti nei suoi terreni della località Pino. (Originale, PERGAMENA N. 166, mm. 225×305; scrittura beneventana).
170. CARTULA VENDITIONIS 1128 – maggio, ind. VI, Avellino Goffredo figlio di Alferio, avendo ereditato dai genitori insieme ai due fratelli Ruggiero ed Alferio una terra con castagneto sito nella località Terolano nelle pertinenze di Avellino, vende la sua terza parte al fratello Alferio per il prezzo di 40 tarì. (Originale, PERGAMENA N. 169, mm. 133×630; scrittura beneventana).
170 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1128 – maggio, ind. VI, Avellino Alferio figlio di Alferio, avendo acquistato dal fratello Goffredo una terra con castagneto, sita nella località Terolano nelle pertinenze di Avellino, chiede alla cognata Trotta moglie dello stesso Goffredo di volergli rilasciare le opportune garanzie contro ogni eventuale futuro contrasto. (Originale, PERGAMENA N. 169; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 169).
171. CARTULA VENDITIONIS 1128 – giugno, ind. VI, Eboli I fratelli Giovanni, Pietro e Guglielmo, figli di Cozulo, e Giorgio, figlio di Urso greco, per il prezzo di 100 tarì d’oro vendono a Ruggiero figlio di Asclettino la quarta parte di un mulino da costruirsi su un terreno di loro proprietà utilizzando la strada e le acque ivi esistenti; specificano inoltre che, una volta costruito il mulino, Ruggiero avrà il diritto di prelazione sulle restanti tre parti, qualora saranno messe in vendita, pagando 4 tarì in meno del prezzo corrente. (Originale, PERGAMENA N. 170, mm. 305×230; scrittura beneventana).
172. MEMORATORIUM [PLACITI] 1129 – gennaio, ind. VII, Ascoli Satriano Baldovino, in seguito alla morte della moglie Bella, viene citato in giudizio dal figliastro Falco, nato da Bella e da Maraldo, per la quarta parte a lui spettante sui beni della defunta; davanti ai giudici Ioannoccaro e Maragdo, Baldovino insieme al fratello Giaquinto mette a tacitare il figliastro cedendogli dieci moggia di grano, metà di una vigna, sita a Lurano nella località detta Laurito, e parte di una seconda vigna, sita nella località Valle dei Martiri Giovanni e Paolo, riservando per sé e per i suoi eredi un’altra vigna sita nella stessa località Valle dei Martiri. (Originale, PERGAMENA N. 171, mm. 210×350; scrittura beneventana).
173. CARTULA OBLIGATIONIS 1129 (8) – gennaio, ind. VII, [Salerno] Pietro figlio del fu Giovanni, davanti al giudice Alfano riconosce di essere debitore di 100 tarì salernitani nei confronti di Alferio Curiale, figlio del fu Alferio, e si impegna a restituirglieli nello spazio di due anni con l’interesse annuo del 20%; aggiunge che, qualora dopo i due anni non sarà in condizione di estinguere il debito, potrà rinnovarlo allo stesso tasso di interesse; infine col consenso della moglie accetta l’ipoteca su due terreni con relativi negozi, siti nella parte occidentale della città nei pressi della piazza pubblica dove si tiene il mercato. (Originale, PERGAMENA N. 172, mm. 355×238; scrittura beneventana).
174. CARTULA LOCATIONIS 1129 – aprile, ind. VII, Avella Rainaldo signore di Avella, figlio di Riccardo detto Mosca, concede in fitto al giudice Roberto, figlio di Maledotto, un pezzo di terra che egli possedeva in comune con altri signori, sito nella località Cirbito, per il canone annuo di un sestaro di olio, da consegnarsi nel mese di dicembre. (Originale, PERGAMENA N. 173, mm. 155×300; scrittura beneventana).
175. CARTULA PASTINATIONIS 1129 – giugno, ind. VII, Avella Il signore Osberno, figlio di Ardoino della stirpe dei Franchi, ed ora abitante in Avella, insieme al figlio Gerardo concede in fitto a Raulino fabro, figlio di Cicero Casale un oliveto e tre pezzi di terra vacua con l’obbligo di trasformare questi ultimi in altrettanti oliveti, di corrispondere il terratico in ragione della quarta parte dei cereali, di consegnare a tempo debito la metà delle olive e di provvedere al vitto di due operai che egli invierà sul posto per cooperare alla raccolta delle stesse olive. (Originale, PERGAMENA N. 174, mm. 170×375; scrittura beneventana).
176. SCRIPTUM ROBBERTI 1129 – giugno, ind. VII (IX), Capua Il principe di Capua Roberto II, dietro richiesta di Odoaldo camerario, Cansolino, Landone ed altri signori della corte, concede a Pietro detto Barbella un pezzo di terra nelle pertinenze di Nocera e propriamente nella località Agella. (Falso in forma di originale, PERGAMENA N. 175, mm. 430×525; scrittura di transizione con elementi di beneventana).
177. CARTULA DONATIONIS 1129 – agosto, ind. VII, Avellino Davanti al giudice Amato il prete Alferio, figlio di Falco, dona a Gustabile, figlio di Sellitto, la porzione di una casa a lui spettante, sita nella città di Avellino e confinante con un’altra casa dello stesso Gustabile, ricevendo un mantello. (Originale, PERGAMENA N. 176, mm. 200×300; scrittura beneventana).
178. CARTULA OFFERTIONIS 1129 – agosto, ind. VII, Avella Il signore Guglielmo e la sorella Bigolenda, abitanti a Baiano in territorio di Avella, offrono alla chiesa di Santa Maria di Montevergine, un pezzo di terra sito nella località di Sagnanu; il prete Eustachio, anch’esso di Baiano, offre alla stessa chiesa una terra con sette alberi d’olivo; a quest’ultimo infine si associa il fratello Angelo Cornelio con l’offerta di un’altra pianta di olivo. (Originale, PERGAMENA N. 177, mm. 160×400; scrittura beneventana).
179. CARTULA OFFERTIONIS 1129 – agosto, ind. VII, Avellino Giaquinto, figlio di Giaquinto de Grisa, offre all’episcopio di Santa Maria di Avellino ed al monastero di Santa Maria, costruito sul monte detto Vergine, tutti i beni da lui posseduti nella località Toro di Gaidone, pervenutigli dal suocero Guido, detto Noce. (Originale, PERGAMENA N. 178, mm. 315×228; scrittura beneventana).
180. CARTULA OBLATIONIS 1129 – agosto, ind. VII, Taurasi Alamo, signore del castello di Taurasi figlio del fu Torgisio, dona al monastero di Santa Maria costruito sul monte detto Vergine un pezzo di terra, sito nel luogo detto Speneta, con la facoltà di costruirvi un mulino; a tale fine concede anche l’uso delle acque del fiume Calore e delle altre sue attrezzature per il funzionamento dello steso mulino; per gli abitanti del luogo riserva sul costruendo mulino gli stessi diritti, che avevano sugli altri mulini di sua proprietà. (Originale, PERGAMENA N. 179, mm. 325×438; scrittura beneventana).
181. CARTULA DONATIONIS 1129 – settembre, ind. VIII, Avellino Giovanni, figlio di Giovanni Napolitano, dona alla sorella Gemma, vedova di Gerardo figlio di Alferio Bonando, una casa sita a Vignola e la metà di alcuni altri beni mobili, che a lui erano pervenuti dal defunto cognato, ricevendo un mantello. (Originale, PERGAMENA N. 180, mm. 165×440; scrittura beneventana).
182. CARTULA VENDITIONIS 1129 – novembre, ind. VIII, Avellino Il minorenne Nicola, figlio del fu Giovanni di Amato, detto Iocularo, non avendo di che nutrirsi e vestirsi, chiede alla curia di Avellino l’autorizzazione per la vendita di un pezzo di terra con vigna da lui ereditato dai genitori ed ubicato a Baiano nei pressi della chiesa di San Marco; il giudice Amato ed il vice conte Roberto passano per competenza la pratica al notaio Romano, incaricato della tutela dei minorenni; questi, dopo aver dato il giusto valore al terreno, assiste il fanciullo nella relativa vendita a Giovanni Greco per il prezzo di 24 tarì salernitani. (Originale, PERGAMENA N. 181, mm. 230×435; scrittura beneventana).
183. CARTULA VENDITIONIS 1130 – gennaio, ind. VIII, Nusco Giovanni di Nusco, figlio del fu Bruno, per il prezzo di 8 tarì d’oro vende a Musando, figlio del fu Giovanni e a Sasso figlio dello stesso Musando un pezzo di terra sito nel luogo detto Virdi. (Originale, PERGAMENA N. 182, mm. 130×585; scrittura beneventana).
184. CARTULA VENDITIONIS 1130 – marzo, ind. VIII, Mercogliano I fratelli Maraldo e Maggio, figli di Maraldo Mazzocca, per il prezzo di 20 tarì salernitani vendono a Pietro Fellicola figlio di Pietro un pezzo di terra con castagneto, sito nella località Urbiniano nei pressi della chiesa di San Modestino. (Originale, PERGAMENA N. 183, mm. 210×420; scrittura beneventana).
184 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1130 – marzo, ind. VIII, Mercogliano Pietro Fellicola, avendo acquistato dai fratelli Maraldo e Maggio un pezzo di terra con castagneto nella località Urbiniano, chiede a Marotta moglie di Maraldo di volergli rilasciare le opportune garanzie di legge contro ogni eventuale futuro contrasto. (Originale, PERGAMENA N. 183; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 183).
185. CARTULA MORGINCAP 1130 – aprile, ind. VIII, Mercogliano Madelfrid, figlio del fu Giovanni detto Tanco, la mattina successiva alla prima notte del matrimonio, davanti ai parenti ed agli amici sanziona le nozze con la spossa Audelenda figlia di Grimoaldo, donandole la quarta parte di tutti i suoi beni mobili ed immobili, presenti e futuri. (Originale, PERGAMENA N. 184, mm. 170×345; scrittura beneventana).
185 bis. MEMORATORIUM [MORGINCAP] 1130 – aprile, ind. VIII, Mercogliano Giovanni de Roma, quale mundoaldo della sorella Audelenda promessa sposa a Madelfrid figlio di Giovanni Tanco, chiede al futuro cognato le garanzie di rito consistenti nella promessa, vincolata da pene pecuniarie, di assicurare alla sposa vitto e alloggio, di garantirle un tenore di vita conforme al suo rango sociale e alle sue possibilità economiche, di rispettare l’unità e l’indissolubilità del vincolo matrimoniale e di trascorrere insieme alla moglie una vita serena e tranquilla. (Originale, PERGAMENA N. 184; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 184).
186. MEMORATORIUM [OFFERTIONIS] 1130 – maggio, ind. VIII, Taurasi Lando, religioso del monastero di Santa Maria di Montevergine, assistito da Giovanni Garardo avvocato dello stesso monastero, si fa rilasciare da Alamo signore di Taurasi le opportune garanzie, perché l’abbazia entro il natale prossimo venturo possa prendere effettivo possesso del molino offerto dallo stesso Alamo; ricorda che tutte le spese per le attrezzature, come per la futura manutenzione ordinaria, rimangono a carico dell’offerente, mentre in caso di distruzione totale per eventi bellici o calamità naturali le spese della riedificazione e delle relative attrezzature saranno sostenute dalle due parti; infine aggiunge che il ricavato della molitura sarà diviso in due parti uguali e che alla morte dell’offerente e della moglie Rachele il molino passerà in totale proprietà dell’abbazia di Montevergine. (Originale, PERGAMENA N. 185, mm. 235×325; scrittura beneventana).
187. CARTULA OFFERTIONIS 1130 (1) – maggio, ind. VIII, Avella Angelo, abitante nella località Sirignano del territorio di Avella, insieme a Pietro, suo figlio adottivo originario di Castel San Giorgio, offre alla chiesa di Santa Maria costruita sul monte detto Vergine, un pezzo di terra, escludendo dalla donazione la cisterna ed un vecchio palmento ed impegnandosi per il futuro a continuare la coltivazione della stessa terra in conformità ai suggerimenti del rettore della chiesa e secondo la consuetudine locale. (Originale, PERGAMENA N. 186, mm. 130×265; scrittura beneventana).
188. CARTULA DONATIONIS 1130 (20) – giugno, ind. VIII, Monteforte Riccardo figlio di Guglielmo, alla presenza e col consenso di Guglielmo signore di Monteforte, dona a Giovanni Malfitano figlio di Pietro un casalino sito dentro il castello di Monteforte, un orto nel luogo Acqua di Rocca dove si dice Acqua del Pero e tutti i beni che furono di Giovanni de Vito, ricevendo 100 tarì salernitani. (Originale, PERGAMENA N. 187, mm. 195×228; scrittura beneventana).
189. CARTULA OFFERTIONIS 1130 – agosto, ind. VIII, Avellino Madelfrid figlio di Mari e la moglie Sica, figlia di Alfio, offrono a Dio nel monastero di Santa Maria costruito sulla cima del monte detto Vergine, per la salvezza delle anime loro e dei loro parenti, un castagneto nella località Fenestrella e la porzione loro spettante di una vigna sita nella località Valle di Mercogliano, dove si dice Villa Nova. (Originale, PERGAMENA N. 188, mm. 315×345; scrittura beneventana).
190. CARTULA OFFERTIONIS 1130 – ottobre, ind. IX, Lapio Ruggiero, signore di Lapio e figlio di Aldoino della stirpe normanna, ed il prete Lando, figlio di Raidolfo, offrono al monastero di Montevergine una chiesa, dal titolo di Santa Maria costruita nei pressi del fiume Calore, con tutti i suoi beni e paramenti sacri, aggiungono inoltre una vigna ed un oliveto nel luogo detto Auciliano ed un orto nei pressi della chiesa di San Felice. (Originale, PERGAMENA N. 189, mm. 320×575; scrittura beneventana).
191. MEMORATORIUM [VICARIATIONIS] 1131 (30) – marzo, ind. IX, Lapio Lando, priore del monastero di Montevergine, dimorando nella dipendenza monastica di Santa Maria costruita presso il fiume Calore, procede ad uno scambio di terra con Bonifacio figlio di Franco; tuttavia, perché la vigna ceduta all’abbazia in località Sala era migliore di quella in località Giovanni Adoaldi ceduta a Bonifacio, questi riceve la differenza valutata in 16 tarì salernitani. (Originale, PERGAMENA N. 190, mm. 225×355; scrittura beneventana).
192. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1131 – aprile, ind. IX, Avellino Roberto, figlio di Giovanni Grima, si fa rilasciare dal vescovo Roberto, assistito dall’avvocato Romano e confortato dal consenso del capitolo, le opportune garanzie per il quieto possesso di tutti i beni mobili e stabili a lui pervenuti da Avellino, figlio di Giovanni Dona, ad eccezione di un casalino che egli stesso aveva precedentemente donato all’episcopio. (Originale, PERGAMENA N. 191, mm. 225×325; scrittura beneventana).
193. CARTULA ALIENATIONIS 1131 – giugno, ind. IX, Capua Giovanni, figlio di Giovanni Roffi, cede a favore di Pandolfo Campolazio, figlio di Landolfo della città di Capua, il potere domestico che egli esercitava sulla figlia di nome Trotta e sui beni a lei spettanti. (Originale, PERGAMENA N. 192, mm. 175×267; scrittura beneventana).
194. CARTULA OFFERTIONIS 1131 – novembre, ind. X, Serra Ugo, figlio di Raone e signore del castello di Serra, si unisce al figlio Perrone per offrire al monastero di Montevergine due pezzi di terra una volta appartenuti a Giovanni figlio di Musando, ed ora tenuti da Giovanna figlia dello stesso Giovanni e da Amato figlio di Maggio che era nipote della predetta Giovanna. (Originale, PERGAMENA N. 193, mm. 190×430; scrittura beneventana).
195. CARTULA VENDITIONIS 1131 – novembre, ind. X, Avellino Guglielmo, detto Alamanno e figlio di Madelfrid, per il prezzo di 24 tarì salernitani vende allo stratilate Robberto, figlio di Giovanni Alvu, la metà di un castagneto sito nella località Mandre. (Originale, PERGAMENA N. 194, mm. 190×480; scrittura beneventana).
195 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1131 – novembre, ind. X, Avellino Lo stratilate Robberto, figlio di Giovanni Alvu, si fa rilasciare da Trotta, figlia di Stefano e moglie di Guglielmo detto Alamanno, le opportune garanzie di legge per il quieto possesso del castagneto sito in località Mandre e da lui acquistato dallo stesso Guglielmo, marito di Trotta. (Originale, PERGAMENA N. 194; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 194).
196. MEMORATORIUM [CONVENTIONIS] 1132 (1) – gennaio, ind. X, Benevento Martino, figlio del fu Maraldo, dietro compenso di 2 romanati ottiene dal minorenne Sabino, che agisce col permesso del giudice Landolfo e col consenso del tutore Vitale, la facoltà di praticare fori nel muro comune alle loro abitazioni, site nella città vecchia di Benevento nei pressi della chiesa di San Quirico, per poggiarvi nuove travature e sostituirle secondo le necessità, obbligandosi tuttavia a risarcire gli scassi, a meno che non si tratti di rifare l’intero muro, perché in tal caso le spese dovranno essere sostenute in parti uguali dai due proprietari. (Originale, PERGAMENA N. 195, mm. 215×245; scrittura beneventana).
197. MEMORATORIUM [LOCATIONIS] 1132 – aprile, ind. X, Monteforte Guglielmo, figlio di Riccardo, signore di Monteforte di Forino e di altri luoghi, concede in fitto perpetuo ad Alferio, figlio di Stefano, ed ai suoi eredi un pezzo di terra, sito nella località Mandre ed in parte già coltivato a castagneto con l’obbligo di completare nell’arco di 20 anni la piantagione dei castagni e di corrispondere permanentemente la metà delle castagne. (Originale, PERGAMENA N. 196, mm. 255×265; scrittura beneventana).
198. CARTULA OBLATIONIS 1132 (3) – aprile, ind. X, Avella Il nobilissimo milite Eleazaro, figlio del fu Adelardo originario di Sant’Arcangelo di Aversa ed ora abitante ad Avella, e la moglie Bigolenda, col consenso e la diretta partecipazione del signore locale Rainaldo, donano al monastero di Montevergine nelle mani del rettore Alberto una terra con piante di olivi ed altri alberi, sita nel vico Baiano dove si dice Agella; inoltre Eleazaro offre il ricavato a lui spettante su alcuni terreni del demanio pubblico, dati a coltivare a sei distinti coloni con la clausola che, qualora detti coloni lascino o muoiano senza eredi, le stesse terre passeranno automaticamente in proprietà del monastero. (Originale, PERGAMENA N. 197, mm. 175×360; scrittura beneventana).
199. CARTULA VICARIATIONIS 1132 – maggio, ind. X, Ascoli Satriano Giovanni Malfitano ed il figlio Costantino procedono ad uno scambio di casa con il chierico Giaquinto, figlio di Giovanni chierico e notaio; tuttavia, poiché la casa da loro ceduta in località Serra era migliore di quella ricevuta in località Frontino, ricevono anche dal chierico Giovanni la differenza valutata in 3 soldi e mezzo. (Originale, PERGAMENA N. 198, mm. 258×555; scrittura beneventana).
200. CARTULA DONATIONIS 1132 (3) – agosto, ind. X, Rocca San Felice Sasso dona alla chiesa di Santa Maria di Montevergine due pezzi di terra siti nelle pertinenze del castello di San Felice, a lui pervenuti dal suocero Teuzio. (Originale, PERGAMENA N. 199, mm. 175×330; scrittura beneventana).
149. CARTULA VENDITIONIS 1125 – novembre, ind. IV, Avellino I fratelli Giovanni e Alferio, figli del fu Magio, per il prezzo di 100 tarì salernitani vendono a Biagio, figlio di Riccardo, un pezzo di terra con castagneto, sito nella località Terolano. (Originale, PERGAMENA N. 147, mm. 200×690; scrittura beneventana).
149 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1125 – novembre, ind. IV, Avellino Biagio figlio di Riccardo, avendo acquistato dai fratelli Giovanni e Alferio un pezzo di terra dagli stessi ereditato dal defunto genitore, si fa rilasciare dalla madre e dalla sorella dei venditori nonché dalla moglie di Giovanni le opportune garanzie contro ogni eventuale futuro contrasto. (Originale, PERGAMENA N. 147, scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 147).
150. CARTULA OFFERTIONIS 1125 – novembre, ind. IV, Summonte Maggio, figlio di Landolfo offre al monastero di Montevergine, nelle mani dello stesso fondatore, una terra con castagneto, sita nel luogo detto Mandre. (Originale, PERGAMENA N. 148, mm. 221×355; scrittura berneventana).
151. CARTULA OFFERTIONIS 1125 – novembre, ind. IV, Summonte Pietro, figlio di Giovanni Toderico di Summonte e la moglie Gemma, per la salvezza delle anime loro e di quelle dei loro genitori offrono a Dio nel nuovo monastero di Santa Maria, costruito sulla cima del monte detto Vergine, una terra con castagneto sito nella località Mandre, con l’obbligo da parte del monastero di versare al fisco il canone annuo di 4 denari d’argento. (Originale, PERGAMENA N. 149, mm. 260×360; scrittura beneventana).
152. CARTULA OFFERTIONIS 1125 – novembre, ind. IV, Avellino Madelfrid, figlio di Madelfrid detto Stiparello della città di Avellino, dona al nuovo monastero di Santa Maria, costruito sulla cima del monte detto Vergine, una terra con castagneto, sita nella località Mandre. (Originale, PERGAMENA N. 150, mm. 222×291; scrittura beneventana).
153. CARTULA VENDITIONIS 1125 – 21 novembre, ind. IV, Napoli Cesario e Pietro, figli del fu Urso Romano, i quali agiscono anche a nome del fratello Gregorio assente, e la nipote Sica figlia dell’altro loro fratello Giovanni già defunto, la quale assistita dal marito Deusdedit agisce anche a nome della madre Marotta, vendono per il prezzo di 25 tarì amalfitani metà di una casa diroccata, sita nel vico Ercolano della regione Forcella di Napoli, a Maria e Gregorio figli del fu Gregorio Muschino e ai coniugi Giovanni ed Anna rispettivamente figlia e nuora di Pietro Muschino, i cui figli, cioè i già detti Giovanni ed il defunto Gregorio ed un terzo di nome Romano, avevano in precedenza acquistato l’altra metà della stessa casa; gli acquirenti inoltre si impegnano ad escludere Maria dalla proprietà, qualora dovesse sposare un uomo estraneo al nucleo familiare dei Muschino, restituendole tuttavia il denaro da lei versato per l’acquisto e la riparazione della casa. (Originale, PERGAMENA N. 151, mm. 170×670; scrittura curiale napoletana).
154. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1126 – marzo, ind. IV, Montevergine Guglielmo, custode e rettore del nuovo monastero di Santa Maria costruito sulla cima del monte detto Vergine, dove si dice Acqua del Colombo, si fa rilasciare da Bella, figlia di Bisanzio e moglie di Maggio, le opportune garanzie per il quieto possesso di una terra con castagneto, sita nella località Mandre, precedentemente donata al monastero dallo stesso Maggio (cfr. doc. 150). (Originale, PERGAMENA N. 152, mm. 220×240; scrittura beneventana).
155. SCRIPTUM SECURITATIS 1126 – maggio, ind. IV, Avellino Il vescovo di Avellino, Giovanni, dietro esplicita richiesta di un religiosissimo cristiano di nome Guglielmo, che sul monte detto Vergine aveva costruito un ospizio, una chiesa ed un monastero, gli concede l’esenzione dalla giurisdizione episcopale, riservandosi l’annuo censo di una libbra di cera. (Originale, PERGAMENA N. 153, mm. 490×650; scrittura beneventana).
156. MEMORATORIUM [SPONSALIUM] 1126 – giugno, ind. IV, San Mango Giacinto figlio di Giacinto del castello di San Mango, nel concedere la figlia Maria in moglie a Giovanni figlio di Giovanni, chiede che tutti i beni del genero vengano assegnati a Maria ed ai figli che da questa nasceranno. (Originale, PERGAMENA N. 154, mm. 205×345; scrittura beneventana).
157. CARTULA OFFERTIONIS 1126 – luglio, ind. IV, Summonte Alferio, figlio di Alferio detto Bove, per la salvezza dell’anima sua e di quella dei suoi genitori e di tutti gli altri suoi parenti, offre a Dio nel nuovo monastero di Santa Maria, costruito sulle cime del monte detto Vergine, due pezzi di terra coltivati a castagneto ed altri alberi, siti nel luogo detto Mandre. (Originale, PERGAMENA N. 155, mm. 178×440; scrittura beneventana).
158. CARTULA DONATIONIS 1126 – luglio, ind. IV (V), San Mango Guido, stratigota del castello di San Mango, avendo ricevuto dal signore del luogo Guglielmo la facoltà di poter disporre liberamente dei beni demaniali, dietro richiesta del vice conte Ruggiero, dona a Riccardo figlio di Riso un suolo edificatorio, ricevendo 6 tarì di moneta salernitana. (Originale, PERGAMENA N. 156, mm. 180×275; scrittura beneventana).
159. MEMORATORIUM [LOCATIONIS] 1126 – dicembre, ind. V, Benevento I fratelli Dauferio, Giovanni, Alfano ed Ederrado, figli del conte Ederrado detto Capuano, locano a Giovanni, figlio di Poto, una terra con vigna sita fuori la città di Benevento nei pressi della chiesa di San Gennaro, confinante con i beni della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo; precisano inoltre che la locazione si intende valida per due generazioni se Giovanni avrà figli legittimi, altrimenti alla morte dello stesso, e comunque alla morte dei suoi figli, il terreno sarà riconsegnato ai locatori o ai loro eredi. (Originale, PERGAMENA N. 157, mm. 258×125; scrittura beneventana).
160. MEMORATORIUM [DIVISIONIS] 1126 – dicembre, ind. V, Benevento Paolo, figlio del fu Odoaldo e marito di Adelicia, si accorda con Matteo, figlio del chierico Pietro e marito di Pamfilia, per procedere alla divisione di alcuni beni siti in località Roseto, che le rispettive consorti possedevano in comune. (Originale, PERGAMENA N. 158, mm. 270×375; scrittura beneventana).
161. CARTULA OBLATIONIS 1127 (6) – gennaio, ind. V, Cervinara Giovanni figlio di Giovanni Albo e la moglie Amatra abitanti nel castello di Cervinara, per la remissione dei loro peccati e la salvezza di tutti i fedeli defunti offrono a Dio nella chiesa di San Biagio costruita sul monte Tolino, dove è rettore il sacerdote Roffrid, un pezzo di terra sito nel luogo detto Prato di Pellone. (Originale, PERGAMENA N. 159, mm. 257×275; scrittura beneventana).
162. CARTULA OFFERTIONIS 1127 (6) – gennaio, ind. V, Summonte Alferio, figlio di Giovanni Toderico del castello di Summonte, offre a Dio nel nuovo monastero di Santa Maria, costruito sulle cime del monte detto Vergine, nelle mani del custode e rettore Guglielmo la sua persona, un castagneto nel luogo detto Mandre e tutti gli altri suoi beni mobili, presenti e futuri. (Originale, PERGAMENA N. 160, mm. 290×415; scrittura beneventana).
163. CARTULA VENDITIONIS 1127 – marzo, ind. V, Montemiletto Angelo di Montefusco, figlio del fu Sichenolfo detto Ronca, per il prezzo di 24 denari vende a Silvio figlio di Machenolfo un pezzo di terra, sito nella località Viturano. (Originale, PERGAMENA N. 161, mm. 220×425; scrittura beneventana).
164. CARTULA COMMUTATIONIS 1127 – aprile, ind. V, Avellino Maraldo, figlio di Maraldo Bisanzio di Avellino, cede al rettore e custode della chiesa di Santa Maria, costruita sulle cime del monte detto Vergine una terra con relativa vigna, castagneto ed altri alberi da frutta, sita nelle pertinenze di Summonte vicino alla chiesa di Santa Maria del Preposito e in cambio riceve una terra con relativo castagneto sita nel luogo detto Capo di Botte; per la differenza di valore riceve anche 112 tarì salernitani e l’assicurazione che il fittavolo Giovanni figlio di Poto non venga licenziato. (Originale, PERGAMENA N. 162, mm. 370×565; scrittura beneventana).
164 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1127 – maggio, ind. V, Avellino Amato, chierico e notaio, nella sua qualità di avvocato del monastero, dopo aver partecipato alla stipula del contratto e sottoscritto il documento della permuta dei terreni tra Montevergine e Maraldo figlio di Maraldo, si fa rilasciare dalla signora Maria, moglie dello stesso Maraldo, le opportune garanzie di legge contro ogni eventuale futuro contrasto. (Originale, PERGAMENA N. 162; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 162).
165. CARTULA OFFERTIONIS 1127 – maggio, ind. V (VI), Summonte Raone Malerba, signore del castello di Summonte, per la salvezza dell’anima sua e di quella dei genitori e di tutti gli altri suoi parenti, offre all’abbazia di Montevergine nelle mani del fondatore Guglielmo un suo vassallo di nome Iacono Pietro con relativa famiglia ed eredi, compresi i loro averi e gli oneri spettanti alla curia di Summonte. (Falso in forma di originale, PERGAMENA N. 168, mm. 260×370; scrittura beneventana. Il documento fu trascritto dall’archivista Guglielmo da Manocalzati nel 1642).
166. CARTULA DIVISIONIS 1127 – ottobre, ind. VI, Montoro Urso de Inga figlio di Falco, alla presenza del giudice Alferio, assegna al figlio Urso un vigneto ed un castagneto, siti in località Sant’Agata ed un querceto sito in località Valle della Mela, impegnandolo a contribuire al pagamento delle tasse in ragione di 2 tarì annui e a non avanzare ulteriori pretese sugli altri beni paterni da destinarsi agli altri eredi. (Originale, PERGAMENA N. 163, mm. 165×420; scrittura beneventana).
167. CARTULA VENDITIONIS 1127 – dicembre, ind. VI, Benevento Pietro, figlio di Pietro Saraceno, per il prezzo di 8 denari vende al rettore della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo un suolo edificatorio sito dietro la stessa chiesa nei pressi della piazza pubblica da cui si va alla porta Iscardi. (Originale, PERGAMENA N. 164, mm. 245×365; scrittura beneventana).
167 bis. SCRIPTUM MANIFESTATIONIS 1127 – dicembre, ind. VI, Benevento Grusa, moglie di Pietro, rilascia al rettore della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo di Benevento, le opportune garanzie di legge per il quieto possesso di un suolo edificatorio sito dietro la stessa chiesa e dal marito venduto al rettore Angelo. (Originale, PERGAMENA N. 164; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 164).
168. SCRIPTUM MORGINCAP 1128 (7) – gennaio, ind. VI, Montoro Romualdo figlio di Giaquinto la mattina successiva alla prima notte di matrimonio sanziona le nozze con la sposa Mabilia, figlia di Giovanni del castello di Montoro, donandole la quarta parte di tutti i suoi beni mobili e stabili, presenti e futuri. (Originale, PERGAMENA N. 167, mm. 182×330; scrittura beneventana).
168 bis. MEMORATORIUM [MORGINCAP] 1128 (7) – gennaio, ind. VI, Montoro Pagano figlio del fu Dodo, nella sua qualità di cognato e mundoaldo di Mabilia, nel dare il proprio consenso al matrimonio della stessa Mabilia con Romualdo figlio di Giaquinto, chiede le garanzie di rito, consistenti nella promessa di assicurare alla sposa vitto e alloggio, di riservarle un tenore di vita conforme al suo rango sociale, di rispettare il vincolo matrimoniale e di trascorrere insieme a lei una vita serena e tranquilla. (Originale, PERGAMENA N. 167; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 167).
169. SCRIPTUM RESTAURATIONIS 1128 (7) – gennaio, ind. VI, Benevento Il cardinale Guglielmo, nella sua qualità di rettore di Benevento, confisca a Giovanni di Guiso, visconte e suffeudatario di Ugo Infante avversario del papa, una casa sita nella città vecchia di Benevento nei pressi della porta Iscardi e la concede a Riccardo Paccone, fedele alla causa della chiesa, quale risarcimento dei danni dallo stesso subiti nei suoi terreni della località Pino. (Originale, PERGAMENA N. 166, mm. 225×305; scrittura beneventana).
170. CARTULA VENDITIONIS 1128 – maggio, ind. VI, Avellino Goffredo figlio di Alferio, avendo ereditato dai genitori insieme ai due fratelli Ruggiero ed Alferio una terra con castagneto sito nella località Terolano nelle pertinenze di Avellino, vende la sua terza parte al fratello Alferio per il prezzo di 40 tarì. (Originale, PERGAMENA N. 169, mm. 133×630; scrittura beneventana).
170 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1128 – maggio, ind. VI, Avellino Alferio figlio di Alferio, avendo acquistato dal fratello Goffredo una terra con castagneto, sita nella località Terolano nelle pertinenze di Avellino, chiede alla cognata Trotta moglie dello stesso Goffredo di volergli rilasciare le opportune garanzie contro ogni eventuale futuro contrasto. (Originale, PERGAMENA N. 169; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 169).
171. CARTULA VENDITIONIS 1128 – giugno, ind. VI, Eboli I fratelli Giovanni, Pietro e Guglielmo, figli di Cozulo, e Giorgio, figlio di Urso greco, per il prezzo di 100 tarì d’oro vendono a Ruggiero figlio di Asclettino la quarta parte di un mulino da costruirsi su un terreno di loro proprietà utilizzando la strada e le acque ivi esistenti; specificano inoltre che, una volta costruito il mulino, Ruggiero avrà il diritto di prelazione sulle restanti tre parti, qualora saranno messe in vendita, pagando 4 tarì in meno del prezzo corrente. (Originale, PERGAMENA N. 170, mm. 305×230; scrittura beneventana).
172. MEMORATORIUM [PLACITI] 1129 – gennaio, ind. VII, Ascoli Satriano Baldovino, in seguito alla morte della moglie Bella, viene citato in giudizio dal figliastro Falco, nato da Bella e da Maraldo, per la quarta parte a lui spettante sui beni della defunta; davanti ai giudici Ioannoccaro e Maragdo, Baldovino insieme al fratello Giaquinto mette a tacitare il figliastro cedendogli dieci moggia di grano, metà di una vigna, sita a Lurano nella località detta Laurito, e parte di una seconda vigna, sita nella località Valle dei Martiri Giovanni e Paolo, riservando per sé e per i suoi eredi un’altra vigna sita nella stessa località Valle dei Martiri. (Originale, PERGAMENA N. 171, mm. 210×350; scrittura beneventana).
173. CARTULA OBLIGATIONIS 1129 (8) – gennaio, ind. VII, [Salerno] Pietro figlio del fu Giovanni, davanti al giudice Alfano riconosce di essere debitore di 100 tarì salernitani nei confronti di Alferio Curiale, figlio del fu Alferio, e si impegna a restituirglieli nello spazio di due anni con l’interesse annuo del 20%; aggiunge che, qualora dopo i due anni non sarà in condizione di estinguere il debito, potrà rinnovarlo allo stesso tasso di interesse; infine col consenso della moglie accetta l’ipoteca su due terreni con relativi negozi, siti nella parte occidentale della città nei pressi della piazza pubblica dove si tiene il mercato. (Originale, PERGAMENA N. 172, mm. 355×238; scrittura beneventana).
174. CARTULA LOCATIONIS 1129 – aprile, ind. VII, Avella Rainaldo signore di Avella, figlio di Riccardo detto Mosca, concede in fitto al giudice Roberto, figlio di Maledotto, un pezzo di terra che egli possedeva in comune con altri signori, sito nella località Cirbito, per il canone annuo di un sestaro di olio, da consegnarsi nel mese di dicembre. (Originale, PERGAMENA N. 173, mm. 155×300; scrittura beneventana).
175. CARTULA PASTINATIONIS 1129 – giugno, ind. VII, Avella Il signore Osberno, figlio di Ardoino della stirpe dei Franchi, ed ora abitante in Avella, insieme al figlio Gerardo concede in fitto a Raulino fabro, figlio di Cicero Casale un oliveto e tre pezzi di terra vacua con l’obbligo di trasformare questi ultimi in altrettanti oliveti, di corrispondere il terratico in ragione della quarta parte dei cereali, di consegnare a tempo debito la metà delle olive e di provvedere al vitto di due operai che egli invierà sul posto per cooperare alla raccolta delle stesse olive. (Originale, PERGAMENA N. 174, mm. 170×375; scrittura beneventana).
176. SCRIPTUM ROBBERTI 1129 – giugno, ind. VII (IX), Capua Il principe di Capua Roberto II, dietro richiesta di Odoaldo camerario, Cansolino, Landone ed altri signori della corte, concede a Pietro detto Barbella un pezzo di terra nelle pertinenze di Nocera e propriamente nella località Agella. (Falso in forma di originale, PERGAMENA N. 175, mm. 430×525; scrittura di transizione con elementi di beneventana).
177. CARTULA DONATIONIS 1129 – agosto, ind. VII, Avellino Davanti al giudice Amato il prete Alferio, figlio di Falco, dona a Gustabile, figlio di Sellitto, la porzione di una casa a lui spettante, sita nella città di Avellino e confinante con un’altra casa dello stesso Gustabile, ricevendo un mantello. (Originale, PERGAMENA N. 176, mm. 200×300; scrittura beneventana).
178. CARTULA OFFERTIONIS 1129 – agosto, ind. VII, Avella Il signore Guglielmo e la sorella Bigolenda, abitanti a Baiano in territorio di Avella, offrono alla chiesa di Santa Maria di Montevergine, un pezzo di terra sito nella località di Sagnanu; il prete Eustachio, anch’esso di Baiano, offre alla stessa chiesa una terra con sette alberi d’olivo; a quest’ultimo infine si associa il fratello Angelo Cornelio con l’offerta di un’altra pianta di olivo. (Originale, PERGAMENA N. 177, mm. 160×400; scrittura beneventana).
179. CARTULA OFFERTIONIS 1129 – agosto, ind. VII, Avellino Giaquinto, figlio di Giaquinto de Grisa, offre all’episcopio di Santa Maria di Avellino ed al monastero di Santa Maria, costruito sul monte detto Vergine, tutti i beni da lui posseduti nella località Toro di Gaidone, pervenutigli dal suocero Guido, detto Noce. (Originale, PERGAMENA N. 178, mm. 315×228; scrittura beneventana).
180. CARTULA OBLATIONIS 1129 – agosto, ind. VII, Taurasi Alamo, signore del castello di Taurasi figlio del fu Torgisio, dona al monastero di Santa Maria costruito sul monte detto Vergine un pezzo di terra, sito nel luogo detto Speneta, con la facoltà di costruirvi un mulino; a tale fine concede anche l’uso delle acque del fiume Calore e delle altre sue attrezzature per il funzionamento dello steso mulino; per gli abitanti del luogo riserva sul costruendo mulino gli stessi diritti, che avevano sugli altri mulini di sua proprietà. (Originale, PERGAMENA N. 179, mm. 325×438; scrittura beneventana).
181. CARTULA DONATIONIS 1129 – settembre, ind. VIII, Avellino Giovanni, figlio di Giovanni Napolitano, dona alla sorella Gemma, vedova di Gerardo figlio di Alferio Bonando, una casa sita a Vignola e la metà di alcuni altri beni mobili, che a lui erano pervenuti dal defunto cognato, ricevendo un mantello. (Originale, PERGAMENA N. 180, mm. 165×440; scrittura beneventana).
182. CARTULA VENDITIONIS 1129 – novembre, ind. VIII, Avellino Il minorenne Nicola, figlio del fu Giovanni di Amato, detto Iocularo, non avendo di che nutrirsi e vestirsi, chiede alla curia di Avellino l’autorizzazione per la vendita di un pezzo di terra con vigna da lui ereditato dai genitori ed ubicato a Baiano nei pressi della chiesa di San Marco; il giudice Amato ed il vice conte Roberto passano per competenza la pratica al notaio Romano, incaricato della tutela dei minorenni; questi, dopo aver dato il giusto valore al terreno, assiste il fanciullo nella relativa vendita a Giovanni Greco per il prezzo di 24 tarì salernitani. (Originale, PERGAMENA N. 181, mm. 230×435; scrittura beneventana).
183. CARTULA VENDITIONIS 1130 – gennaio, ind. VIII, Nusco Giovanni di Nusco, figlio del fu Bruno, per il prezzo di 8 tarì d’oro vende a Musando, figlio del fu Giovanni e a Sasso figlio dello stesso Musando un pezzo di terra sito nel luogo detto Virdi. (Originale, PERGAMENA N. 182, mm. 130×585; scrittura beneventana).
184. CARTULA VENDITIONIS 1130 – marzo, ind. VIII, Mercogliano I fratelli Maraldo e Maggio, figli di Maraldo Mazzocca, per il prezzo di 20 tarì salernitani vendono a Pietro Fellicola figlio di Pietro un pezzo di terra con castagneto, sito nella località Urbiniano nei pressi della chiesa di San Modestino. (Originale, PERGAMENA N. 183, mm. 210×420; scrittura beneventana).
184 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1130 – marzo, ind. VIII, Mercogliano Pietro Fellicola, avendo acquistato dai fratelli Maraldo e Maggio un pezzo di terra con castagneto nella località Urbiniano, chiede a Marotta moglie di Maraldo di volergli rilasciare le opportune garanzie di legge contro ogni eventuale futuro contrasto. (Originale, PERGAMENA N. 183; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 183).
185. CARTULA MORGINCAP 1130 – aprile, ind. VIII, Mercogliano Madelfrid, figlio del fu Giovanni detto Tanco, la mattina successiva alla prima notte del matrimonio, davanti ai parenti ed agli amici sanziona le nozze con la spossa Audelenda figlia di Grimoaldo, donandole la quarta parte di tutti i suoi beni mobili ed immobili, presenti e futuri. (Originale, PERGAMENA N. 184, mm. 170×345; scrittura beneventana).
185 bis. MEMORATORIUM [MORGINCAP] 1130 – aprile, ind. VIII, Mercogliano Giovanni de Roma, quale mundoaldo della sorella Audelenda promessa sposa a Madelfrid figlio di Giovanni Tanco, chiede al futuro cognato le garanzie di rito consistenti nella promessa, vincolata da pene pecuniarie, di assicurare alla sposa vitto e alloggio, di garantirle un tenore di vita conforme al suo rango sociale e alle sue possibilità economiche, di rispettare l’unità e l’indissolubilità del vincolo matrimoniale e di trascorrere insieme alla moglie una vita serena e tranquilla. (Originale, PERGAMENA N. 184; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 184).
186. MEMORATORIUM [OFFERTIONIS] 1130 – maggio, ind. VIII, Taurasi Lando, religioso del monastero di Santa Maria di Montevergine, assistito da Giovanni Garardo avvocato dello stesso monastero, si fa rilasciare da Alamo signore di Taurasi le opportune garanzie, perché l’abbazia entro il natale prossimo venturo possa prendere effettivo possesso del molino offerto dallo stesso Alamo; ricorda che tutte le spese per le attrezzature, come per la futura manutenzione ordinaria, rimangono a carico dell’offerente, mentre in caso di distruzione totale per eventi bellici o calamità naturali le spese della riedificazione e delle relative attrezzature saranno sostenute dalle due parti; infine aggiunge che il ricavato della molitura sarà diviso in due parti uguali e che alla morte dell’offerente e della moglie Rachele il molino passerà in totale proprietà dell’abbazia di Montevergine. (Originale, PERGAMENA N. 185, mm. 235×325; scrittura beneventana).
187. CARTULA OFFERTIONIS 1130 (1) – maggio, ind. VIII, Avella Angelo, abitante nella località Sirignano del territorio di Avella, insieme a Pietro, suo figlio adottivo originario di Castel San Giorgio, offre alla chiesa di Santa Maria costruita sul monte detto Vergine, un pezzo di terra, escludendo dalla donazione la cisterna ed un vecchio palmento ed impegnandosi per il futuro a continuare la coltivazione della stessa terra in conformità ai suggerimenti del rettore della chiesa e secondo la consuetudine locale. (Originale, PERGAMENA N. 186, mm. 130×265; scrittura beneventana).
188. CARTULA DONATIONIS 1130 (20) – giugno, ind. VIII, Monteforte Riccardo figlio di Guglielmo, alla presenza e col consenso di Guglielmo signore di Monteforte, dona a Giovanni Malfitano figlio di Pietro un casalino sito dentro il castello di Monteforte, un orto nel luogo Acqua di Rocca dove si dice Acqua del Pero e tutti i beni che furono di Giovanni de Vito, ricevendo 100 tarì salernitani. (Originale, PERGAMENA N. 187, mm. 195×228; scrittura beneventana).
189. CARTULA OFFERTIONIS 1130 – agosto, ind. VIII, Avellino Madelfrid figlio di Mari e la moglie Sica, figlia di Alfio, offrono a Dio nel monastero di Santa Maria costruito sulla cima del monte detto Vergine, per la salvezza delle anime loro e dei loro parenti, un castagneto nella località Fenestrella e la porzione loro spettante di una vigna sita nella località Valle di Mercogliano, dove si dice Villa Nova. (Originale, PERGAMENA N. 188, mm. 315×345; scrittura beneventana).
190. CARTULA OFFERTIONIS 1130 – ottobre, ind. IX, Lapio Ruggiero, signore di Lapio e figlio di Aldoino della stirpe normanna, ed il prete Lando, figlio di Raidolfo, offrono al monastero di Montevergine una chiesa, dal titolo di Santa Maria costruita nei pressi del fiume Calore, con tutti i suoi beni e paramenti sacri, aggiungono inoltre una vigna ed un oliveto nel luogo detto Auciliano ed un orto nei pressi della chiesa di San Felice. (Originale, PERGAMENA N. 189, mm. 320×575; scrittura beneventana).
191. MEMORATORIUM [VICARIATIONIS] 1131 (30) – marzo, ind. IX, Lapio Lando, priore del monastero di Montevergine, dimorando nella dipendenza monastica di Santa Maria costruita presso il fiume Calore, procede ad uno scambio di terra con Bonifacio figlio di Franco; tuttavia, perché la vigna ceduta all’abbazia in località Sala era migliore di quella in località Giovanni Adoaldi ceduta a Bonifacio, questi riceve la differenza valutata in 16 tarì salernitani. (Originale, PERGAMENA N. 190, mm. 225×355; scrittura beneventana).
192. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1131 – aprile, ind. IX, Avellino Roberto, figlio di Giovanni Grima, si fa rilasciare dal vescovo Roberto, assistito dall’avvocato Romano e confortato dal consenso del capitolo, le opportune garanzie per il quieto possesso di tutti i beni mobili e stabili a lui pervenuti da Avellino, figlio di Giovanni Dona, ad eccezione di un casalino che egli stesso aveva precedentemente donato all’episcopio. (Originale, PERGAMENA N. 191, mm. 225×325; scrittura beneventana).
193. CARTULA ALIENATIONIS 1131 – giugno, ind. IX, Capua Giovanni, figlio di Giovanni Roffi, cede a favore di Pandolfo Campolazio, figlio di Landolfo della città di Capua, il potere domestico che egli esercitava sulla figlia di nome Trotta e sui beni a lei spettanti. (Originale, PERGAMENA N. 192, mm. 175×267; scrittura beneventana).
194. CARTULA OFFERTIONIS 1131 – novembre, ind. X, Serra Ugo, figlio di Raone e signore del castello di Serra, si unisce al figlio Perrone per offrire al monastero di Montevergine due pezzi di terra una volta appartenuti a Giovanni figlio di Musando, ed ora tenuti da Giovanna figlia dello stesso Giovanni e da Amato figlio di Maggio che era nipote della predetta Giovanna. (Originale, PERGAMENA N. 193, mm. 190×430; scrittura beneventana).
195. CARTULA VENDITIONIS 1131 – novembre, ind. X, Avellino Guglielmo, detto Alamanno e figlio di Madelfrid, per il prezzo di 24 tarì salernitani vende allo stratilate Robberto, figlio di Giovanni Alvu, la metà di un castagneto sito nella località Mandre. (Originale, PERGAMENA N. 194, mm. 190×480; scrittura beneventana).
195 bis. MEMORATORIUM [DEFENSIONIS] 1131 – novembre, ind. X, Avellino Lo stratilate Robberto, figlio di Giovanni Alvu, si fa rilasciare da Trotta, figlia di Stefano e moglie di Guglielmo detto Alamanno, le opportune garanzie di legge per il quieto possesso del castagneto sito in località Mandre e da lui acquistato dallo stesso Guglielmo, marito di Trotta. (Originale, PERGAMENA N. 194; scrittura beneventana. Si tratta di un ulteriore atto contenuto nella pergamena n. 194).
196. MEMORATORIUM [CONVENTIONIS] 1132 (1) – gennaio, ind. X, Benevento Martino, figlio del fu Maraldo, dietro compenso di 2 romanati ottiene dal minorenne Sabino, che agisce col permesso del giudice Landolfo e col consenso del tutore Vitale, la facoltà di praticare fori nel muro comune alle loro abitazioni, site nella città vecchia di Benevento nei pressi della chiesa di San Quirico, per poggiarvi nuove travature e sostituirle secondo le necessità, obbligandosi tuttavia a risarcire gli scassi, a meno che non si tratti di rifare l’intero muro, perché in tal caso le spese dovranno essere sostenute in parti uguali dai due proprietari. (Originale, PERGAMENA N. 195, mm. 215×245; scrittura beneventana).
197. MEMORATORIUM [LOCATIONIS] 1132 – aprile, ind. X, Monteforte Guglielmo, figlio di Riccardo, signore di Monteforte di Forino e di altri luoghi, concede in fitto perpetuo ad Alferio, figlio di Stefano, ed ai suoi eredi un pezzo di terra, sito nella località Mandre ed in parte già coltivato a castagneto con l’obbligo di completare nell’arco di 20 anni la piantagione dei castagni e di corrispondere permanentemente la metà delle castagne. (Originale, PERGAMENA N. 196, mm. 255×265; scrittura beneventana).
198. CARTULA OBLATIONIS 1132 (3) – aprile, ind. X, Avella Il nobilissimo milite Eleazaro, figlio del fu Adelardo originario di Sant’Arcangelo di Aversa ed ora abitante ad Avella, e la moglie Bigolenda, col consenso e la diretta partecipazione del signore locale Rainaldo, donano al monastero di Montevergine nelle mani del rettore Alberto una terra con piante di olivi ed altri alberi, sita nel vico Baiano dove si dice Agella; inoltre Eleazaro offre il ricavato a lui spettante su alcuni terreni del demanio pubblico, dati a coltivare a sei distinti coloni con la clausola che, qualora detti coloni lascino o muoiano senza eredi, le stesse terre passeranno automaticamente in proprietà del monastero. (Originale, PERGAMENA N. 197, mm. 175×360; scrittura beneventana).
199. CARTULA VICARIATIONIS 1132 – maggio, ind. X, Ascoli Satriano Giovanni Malfitano ed il figlio Costantino procedono ad uno scambio di casa con il chierico Giaquinto, figlio di Giovanni chierico e notaio; tuttavia, poiché la casa da loro ceduta in località Serra era migliore di quella ricevuta in località Frontino, ricevono anche dal chierico Giovanni la differenza valutata in 3 soldi e mezzo. (Originale, PERGAMENA N. 198, mm. 258×555; scrittura beneventana).
200. CARTULA DONATIONIS 1132 (3) – agosto, ind. X, Rocca San Felice Sasso dona alla chiesa di Santa Maria di Montevergine due pezzi di terra siti nelle pertinenze del castello di San Felice, a lui pervenuti dal suocero Teuzio. (Originale, PERGAMENA N. 199, mm. 175×330; scrittura beneventana).