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Monastero di S. Maria della Visitazione – S. Maria La Nova – S. Maria delle Grazie (Marigliano)

possessore

Dettagli

  • Personale/Collettivo: Collettivo
  • Codice: TC Timbri conventuali e di ordini religiosi
  • Pid: NAPP003321

Descrizione

Timbro (sul frontespizio): S. M. DELLA NOVA DI MARIGLIANO

Nota manoscritta (sul frontespizio): ex libris Bibliothecae Monasteris S. M.ae Gratiarum Terrae Mariliani Cong.is Montis Virginis

 

S. MARIA DELLA VISITAZIONE – S. MARIA LA NOVA – S. MARIA DELLE GRAZIE

La nascita del monastero di Santa Maria della Visitazione di Marigliano può essere fatta risalire al testamento di Orlando Menescalco, di Marigliano, il quale il 10 dicembre 1292, lasciò a Montevergine le sue case con corte e orto contiguo, site in Marigliano, e le sue case o taverne davanti alla porta del paese, stabilendo che in esse venisse edificata una chiesa e un ospedale per quattro poveri, con letti, coperte ecc.: come pure lasciava tutte le terre che possedeva in Faibano e in Marigliano (Reg. 2532). Montevergine poté entrare in possesso di questi beni solo 4 anni dopo, a causa dell’opposizione del conte di Acerra, per intercessione di Filippo, principe di Taranto. A partire dal XVII secolo si è sviluppata una storiografia che vuole il primo insediamento verginiano in zona come risalente al 1134, secondo quando riportato dall’abate generale di Montevergine, Giovanni Giacomo Giordano nelle “Croniche di Monte Vergine”. Pubblicate a Napoli nel 1649, in esse il Giordano afferma che re Ruggiero donò alcune terre in Castelcisterna a S. Guglielmo dove vi edificò una chiesa con poche celle che furono utilizzate per poco tempo dai monaci, a causa del luogo insalubre posto accanto alla strada, dove erano vessati dai soldati e da briganti; lasciato questo posto i verginiani si spostarono circa di due miglia nel paese di Marigliano, dove si godeva di aria buona e di silenzio ed è qui che fu edificata una chiesa chiamata Santa Maria delle Grazie. Tuttavia, prima del XIV secolo non si hanno documenti certi per poter affermare che sia veramente esistito un monastero verginiano in Castello di Cisterna o nel territorio di Marigliano, anche se in quella zona Montevergine aveva interessi economici (Reg. 1410) e vassalli (Reg. 2131: bolla di Urbano IV, del 13 gennaio 1264).
La denominazione di S. Maria della Visitazione è quella più antica risalente alla prima chiesa edificata a seguito del testamento del Menescalco; in seguito la chiesa fu spostata e assunse il nome di S. Maria la Nova, come la troviamo citata per la prima volta nella sacra visita dell’abate Perugino nel 1594. Infine, dalla metà del XVIII secolo assunse il nome di S. Maria delle Grazie.
Per tutto il corso del XVI secolo si susseguono lavori di ricostruzione, ampliamento e consolidamento del monastero, ed è probabile che S. Maria la Nova, sia quella edificata da fra Cola da Sanseverino, come attesta l’abate Izzi.
Il 19 maggio 1611 il monastero fu elevato ad abbazia, con bolla di Paolo V, e rimase tale fino alla soppressione napoleonica; era dotato di una cospicua biblioteca ad uso monastico.
Dopo la soppressione del 1807, l’archivio del monastero fu trasferito in parte alla casa madre di Montevergine, in parte all’Archivio di Stato di Napoli, mentre gli altri beni dell’ordine e lo stesso monastero divennero proprietà della Generale Direzione dei Demani che li trasferì al comune. Dopo l’unità d’Italia, fu adibito a scuola e negli anni Trenta del Novecento divenne sede definitiva del Comune di Marigliano, che provvide al restauro e alla realizzazione della nuova facciata neoclassica, ad opera dell’ingegnere Fausto Iodice. Dopo il terribile terremoto del 1980 al complesso sono stati apportati necessari interventi interni, che tuttavia ne hanno alterato l’aspetto architettonico. .
A seguito del nostro ritrovamento del timbro della congregazione di S. Maria della Nova, posto su una nota di possesso del volume “De i difetti della giurisprudenza trattato di Lodovico Antonio Muratori … 1743”, si evince che anche se la chiesa nel Settecento si chiamasse ormai S. Maria delle Grazie, i monaci bibliotecari continuassero a usare sui volumi il vecchio timbro della congregazione.

 

(Giordano G. G., Croniche di Monte Vergine, Napoli 1649)
(Le Dipendenze verginiane nel periodo angioino. Mostra bibliografico-documentaria. Catalogo, Montevergine, 2003, pp. 15-19)
(Mongelli G., L’Archivio storico dell’abbazia benedettina di Montevergine : inventario, v. 2, Gli archivi dei monasteri verginiani, Roma 1974, pp. 107-108)
(Rinaldi G., I Verginiani a Marigliano e la chiesa di S. Maria la Nova, sede dell’arciconfraternita del SS. Sacramento, Marigliano 2002)

 

 

Collocazione