Dettagli
- Personale/Collettivo: Personale
- Codice: EL Ex libris
- Pid: NAPP001467
Descrizione
Cartiglio con stemma (sul verso della copertina), mm 48×50; scudo araldico partito con incavati al capo e con i due bordi laterali che scendono in forma di un arco a sesto acuto capovolto; incorniciato dal cappello ecclesiastico con due cordoni laterali da cui si apre una fioccatura di nappe; a sinistra stemma di Montevergine (sulla base dei tre monti, si erge una duplice Croce, di cui la superiore, cerchiata, simboleggia la Vergine SS.ma, che dà alla luce il Figlio di Dio incarnato, rimanendo vergine. Le lettere puntate M. V. si svolgono in Monte Vergine); a destra una torre, sulla cui sommità una figura maschile girata di trequarti con elmo, lancia e scudo (l’arcangelo Michele) schiaccia i serpenti.
Raffaele De Cesare, abate di Montevergine dal 25 aprile 1847 al 9 gennaio 1850. Originario di Chieti, nacque nel 1763 e nel decennio successivo fu ricevuto in monastero, poi studente in molte case verginiane, lettore scolastico, sacerdote a Napoli ed alla fine degli anni ’90 archivista a Montevergine; prima di ricoprire la carica di abate generale fu anche penitenziere apostolico. Il suo governo non fu segnato da avvenimenti di particolare rilievo. Nel 1848 il De Cesare inaugurò a Montevegine il nuovo organo, che fu ritenuto il più grande organo orchestrale di tutta Italia, opera di Nicola Criscuoli, nativo di Venafro, e realizzò nel Palazzo Abbaziale di Loreto la grande vasca in mezzo al giardino, dove sarebbe dovuta sorgere la torre che, nei piani del primo progettista del palazzo, l’architetto Domenico Antonio Vaccaro, doveva servire da residenza dell’abate.
(Giovanni Mongelli, Storia di Montevergine e della Congregazione Verginiana, VI, 1971, pp. 534-655)