Dettagli
- Personale/Collettivo: Personale
- Codice: TP Note, dedica, postille e note di possesso manoscritte
- Pid: NAPP000412
Descrizione
Nota manoscritta sul verso del frontespizio: ad usum Guilielmi de Cesare
Cartiglio con stemma (sul verso della copertina), mm 48×50; scudo araldico bipartito in senso verticale, incorniciato dal cappello ecclesiastico con due cordoni laterali da cui si apre una fioccatura di nappe; a sinistra stemma di Montevergine (sulla base dei tre monti, si erge una duplice Croce, di cui la superiore, cerchiata, simboleggia la Vergine SS.ma, che dà alla luce il Figlio di Dio incarnato, rimanendo vergine. La corona che sormonta la Croce cerchiata indica la protezione regia e imperiale di cui godeva Montevergine fino all’Unità d’Italia. Le lettere puntate M. V. si svolgono in Monte Vergine); a destra una torre, sulla cui sommità una figura maschile con elmo e lancia (l’arcangelo Michele?) schiaccia i serpenti
Guglielmo De Cesare, nome secolare Francesco, Antonio, Pasquale, nacque a Campobasso il 28 marzo 1812; fu nominato abate di Montevergine il 15 maggio 1859. Resse l’abbazia per circa 25 anni ed eseguì diversi lavori edilizi e di restauro sia al santuario sia al palazzo abbaziale, iniziò i lavori della strada rotabile portati a compimento solo fino a metà montagna e “abbozzò una minuta di contratto per l’installazione di un tram a vapore o funicolare o altra trazione meccanica dal comune di Ospedaletto all’abbazia”. In seguito alla soppressione degli ordini religiosi, Montevergine fu soppresso come monastero e tutti i suoi beni furono incamerati; nel 1868 l’abbazia fu riconosciuta ufficialmente come Monumento nazionale e nel 1879 De Cesare sostenne l’unione della congregazione verginiana con quella sublacense, il cui decreto fu confermato solennemente dal papa Leone XIII con un breve pontificio dell’8 agosto. Fu assassinato nel 1884 dal suo fidato cameriere, Ferdinando Vajo, a Roma, dove si recava spesso in quanto postulatore per la causa di beatificazione della serva di Dio, Maria Cristina di Savoia.
(Giovanni Mongelli, Storia di Montevergine e della Congregazione Verginiana, VI, 1971, pp. 534-655)