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Bacio Terracina, Girolamo

possessore

Dettagli

  • Personale/Collettivo: Personale
  • Codice: TP Note, dedica, postille e note di possesso manoscritte
  • Pid: NAPP003147

Descrizione

Nota manoscritta (in calce al frontespizio): Ad usum D. Hieronymi Basio Terracina Cong.nis M.tis Vir.is


L’antica famiglia BACIO TERRACINA di origine bresciana, il cui cognome in origine era Rosa, si trasferì a Roma nel XIII secolo, dove ottenne privilegi e giurisdizione su Terracina da cui prese il cognome, legandosi ai Colonna e poi ai Corsini in lotta contro il papa intento a reprimere queste potenti famiglie. Da Roma passarono a Napoli ottenendo altrettanti privilegi dagli Angiò; fu poi con Musa da Terracina, nel XVI secolo, che avendo militato nel Regio esercito, divenne Signore di Vatio o Batio in Provincia di Capitanata, anteponendo al proprio cognome quello di Bacio. I Bacio Terracina nel corso dei secoli hanno ottenuto molti titoli nobiliari: in Sicilia, Benevento, Manfredonia, Napoli (fuori seggio). Vi sono monumenti funebri della famiglia nella chiesa di S. Lorenzo e nel duomo di Napoli, nella chiesa di S. Anna di Benevento, e nel duomo di Crotone. Entrarono nell’ordine di Malta nel 1528 ed ottennero il titolo di marchese da Papa Pio VI. L’arma di tale famiglia è costituita da uno stemma azzurro con un leone d’argento, col capo d’oro caricato da un giglio rosso tra due rocchi dello stesso. Tra i membri illustri della casata c’è la poetessa Laura Bacio Terracina ed a un ramo della stessa appartiene anche il monaco benedettino della congregazione di Montevergine Girolamo, vissuto tra il XVII e XVIII secolo.
Anacleto Bacio Terracina nacque a Casalnuovo di Napoli; nel 1690 entrò nella congregazione verginiana di Montevergine e qui ebbe luogo la vestizione e prese il nome di Girolamo. Nel 1691 fece la professione temporanea e dal 1692 al 1696, fu studente a Casamarciano, Napoli e Aversa. L’anno seguente fu consacrato sacerdote a Montevergine e dal 1698 ricoprì diversi incarichi nelle varie dipendenze verginiane. Fu lettore di morale, sacrista e sacerdote a Marigliano in anni diversi; sacrista a Capua; compagno del procuratore a Napoli; nel 1702-1703 vicario di Montefalcione; 1704-1706 cellerario a Roma; nel 1707 ancora lettore di morale a Marigliano.
Nel 1708 lasciò l’abito e morì nel 1733 fuori dalla congregazione benedettina.

(Archivio di Montevergine)

(B. Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d’Italia, 1875-1882)

(Nobili napoletani, http://www.nobili-napoletani.it/, ultima data di consultazione 11 maggio 2022)

(voce Bacio Terracina, Laura in Enciclopedia Treccani)


Collocazione