Gennaro Pietra fa notare all’abate generale che per le fatiche sostenute nella causa del monastero di S. Onofrio di Massa col marchese di Auletta, e in quella coi fratelli Senzale per lo stabile Toccoreta, non ha ricevuto ancora alcuna ricompensa, ma può ancora attendere “se la Religione oggigiorno non è nel comodo di soddisfarmi”, purché “l’affare resti stabilito” (cc. 2)