Quanti libri si potranno ancora leggere (prima di morire)?

Date:
25 Marzo 2017

Rilanciamo su questo sito un interessante articolo – nel quale ci siamo imbattuti ricercando in rete notizie su un incunabolo – pubblicato da Emily Temple sulla rivista on line «Literary Hub» il 22 marzo e già citato in Italia dalla rivista «Studio. Attualità Cultura Stili di Vita». Il titolo dell’articolo è un compendio magnifico della ricerca condotta da Emily Temple: Quanti libri leggerai prima che sarai morto? Parte della risposta a questa domanda è contenuta nel sottotitolo: dipende da quanto sei vecchio adesso. È il primo, ineludibile, parametro, ma non l’unico, ché infatti Temple ha svolto una vera e propria indagine, partendo innanzitutto dall’analisi dei dati sull’aspettativa di vita tratti dal Social Security Life Expectancy Calculator (l’abbiamo testato personalmente, con risultati lusinghieri). Tali dati riguardano campioni americani, ma possono essere considerati altrettanto significativi anche in altri contesti geografici. Dato per assodato che le donne vivono in media 3/4 anni in più degli uomini, Emily Temple individua tre diverse categorie di lettore: il lettore medio, il lettore “vorace” (legge 50 libri l’anno) e il “super” lettore (80 libri l’anno).

Incrociando i dati snocciolati da Temple nell’articolo, scopriamo così che le più fortunate sono le “super” lettrici oggi venticinquenni che, avendo un’aspettativa di vita di ben 61 anni (la morte arriverebbe per loro a 86 anni), potranno leggere altri 4880 libri! Il meno fortunato è invece il lettore maschio medio oggi ottantenne che nei 9 anni che gli restano da vivere dovrebbe fare una dolorosa – forse – ma necessaria scelta di libri, perché ne potrà leggere soltanto 108.

Alcuni divertenti, altri ironici, i commenti che sono stati postati sul sito della rivista. Molto ci è piaciuta anche l’immagine di “copertina”, nella quale uno scheletro sbircia dei libri, alcuni aperti, altri chiusi, su una mensola alla quale egli stesso s’aggrappa. La prima delle parole chiave in calce all’articolo è morte (death), of course.