Il cibo “verginiano”: ieri ed oggi

Date:
5 Luglio 2015

(di Domenico D. De Falco)

Il cibo verginiano_1Discreto interesse ha suscitato l’apertura al pubblico della mostra documentaria e bibliografica Il cibo “verginiano”: ieri ed oggi, allestita presso la Biblioteca Statale di Montevergine nell’ambito del progetto delle 6 aperture straordinarie domenicali che la Biblioteca ha organizzato in collaborazione con la Comunità Benedettina di Montevergine e il Comune di Mercogliano. La mostra si inserisce nel contesto di EXPO Milano 2015, la grande esposizione mondiale alla quale il Comune di Mercogliano e la Comunità Benedettina hanno partecipato nella giornata del 31 maggio; in quell’occasione anche la Biblioteca di Montevergine ha avuto una preziosa finestra sul mondo, per cogliere la quale era stata approntata una nuova edizione di un opuscolo informativo sulla Biblioteca, redatto anche in inglese (qui la copia digitale). Trattando EXPO il delicato tema del cibo, è sembrato opportuno alla Biblioteca di Montevergine offrire una testimonianza sull’alimentazione dei monaci.

Attraverso i documenti esposti si coglie chiaramente la grande attenzione che i monaci avevano nei confronti del cibo per nutrire il corpo, cui veniva dedicata la stessa cura di quello dell’anima. D’altra parte, le prescrizioni della stessa Regula di san Benedetto sono al riguardo esplicite. In mostra è esposta un’edizione della Regola del 1554, insieme con il documento forse più importante per Montevergine, il codice della Legenda della vita e dei miracoli di san Guglielmo da Vercelli, fondatore di Montevergine e poi patrono d’Irpinia.

I rapporti molto stretti che la Congregazione di Montevergine ha sempre intrattenuto con potenti e imperatori d’ogni tempo consentirono ai monaci di poter integrare la dieta di tipo quaresimale la cui osservanza era loro imposta in maniera abbastanza rigida, soprattutto grazie alle periodiche donazioni di anguille provenienti dal lago di Lesina e di tonno dal Tirreno. Soltanto in tempi recenti, i monaci di Montevergine hanno chiesto e ottenuto una dispensa dal Vaticano che attenua in parte la rigidità delle disposizioni in fatto di alimentazione.

D’altronde, la particolarità della dieta alimentare dei monaci di Montevergine ha consentito in qualche modo di affrontare in maniera corretta una delle questioni più critiche riferite al cibo, e cioè l’enorme sproporzione tra le quantità di cibo di cui intere aree geografiche possono disporre a scapito di altre aree cui manca addirittura l’essenziale; inoltre, strettamente connesso a questa tematica è lo spreco del cibo e l’impossibilità di recuperare ciò che quotidianamente si butta via.

La questione dell’alimentazione dei monaci di Montevergine ha avuto una vasta eco soprattutto nei secoli XVI-XVII, quando i cronisti verginiani affidarono alle loro pubblicazioni resoconti storici, leggende e finanche una curiosa e interessante aneddotica che doveva avere lo scopo di garantire il rispetto dei divieti alimentari. Sono esposti in mostra Felice Renda, Vincenzo Verace, Tommaso Costo e poi Giovanni Giacomo Giordano, abate di Montevergine, con le sue famose Croniche.

La mostra resterà visitabile fino al fine anno 2015. Nella sezione di questo sito riservata alle copie digitali si può consultare una versione in formato .pdf del catalogo. Inoltre, nella sezione Documentazione un breve video fa da guida alla mostra.

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