Di alcune cinquecentine acquisite dalla Biblioteca di Montevergine
Date:
12 Gennaio 2014
(di Domenico D. De Falco)
A fine anno 2013 la Biblioteca di Montevergine ha acquisito alcune edizioni del XVI secolo -provenienti da una collezione privata- che vengono così a incrementare il già consistente fondo delle cinquecentine della Biblioteca, ricco di 1016 edizioni. La raccolta delle edizioni del XVI secolo della Biblioteca di Montevergine è presente ai diversi cataloghi on line, a cominciare da sbnonline (http://www.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/free.jsp) e dal catalogo della Biblioteca (all’indirizzo http://polosbn.bnnonline.it/SebinaOpac/Opac?sysb=NAPMV), per finire al catalogo di Edit 16 (http://edit16.iccu.sbn.it/web_iccu/ihome.htm), dove sono consultabili le cinquecentine stampate in Italia o in lingua italiana, con un ricco corredo di immagini dei frontespizi e dei colophon (molte di queste immagini sono tratte dagli esemplari posseduti da Montevergine). Il fondo delle edizioni del XVI secolo della Biblioteca di Montevergine è molto importante perché concorre, insieme con l’altrettanto vasto patrimonio documentario, a meglio definire la storia della Congregazione di Montevergine e dell’esteso contesto territoriale su cui si esercitò l’«opera civilizzatrice» dei monaci dall’abito bianco (per citare uno dei più autorevoli studiosi di cose verginiane, il mai dimenticato padre Placido Mario Tropeano, già direttore della Biblioteca di Montevergine, scomparso nel 2008). Al tempo stesso, la raccolta delle cinquecentine, benché nessuna sia uscita dallo Scrittorio Verginiano, sta in ogni caso a testimoniare l’attività intensa dei monaci di Montevergine che quando ha smesso di avere un ruolo centrale nella produzione, comunque ha assunto quello non meno importante di custodia, ciò che è in fondo ancor oggi la prerogativa e la vocazione della Biblioteca di Montevergine.
A questo importante fondo librario pertanto si sta ancora dedicando la dovuta attenzione; infatti, concluso il lavoro di sistematico inserimento delle notizie relative agli esemplari posseduti nella rete nazionale SBN (da dove queste notizie sono transitate nei cataloghi on line prima citati), si sta ora continuando a lavorare per la redazione di un catalogo a stampa, la cui presentazione (speriamo in tempi ragionevoli, condizionati tuttavia dal sovrapporsi di tanti impegni a carico del ridotto personale della Biblioteca), dovrà poi essere occasione per una giornata di studio in cui saranno da noi chiamati a commentare la raccolta delle nostre cinquecentine studiosi, locali e non, i quali tutti offriranno sicuramente numerosi spunti di riflessione che spetterà poi ai bibliotecari di Montevergine approfondire con l’attenzione e la passione che fin qui ha caratterizzato il lavoro.
Per tornare dunque alle recentissime acquisizioni di cui dicevamo in apertura, si tratta di esemplari tutti in buono stato di conservazione, se si fa eccezione per inevitabili macchie d’umido e per l’impronta dei denti di un topo sulla copertina di uno di essi; sono tutte copie complete, la cui integrità è stata riscontrata dalla descrizione presente nella base dati di SBN e, per quelli stampati in Italia, in Edit 16. Diamo di seguito -in rigoroso ordine cronologico per data di stampa- la descrizione di ciascuno di questi esemplari, corredandola con l’immagine del frontespizio.
La più antica risale al 1558 ed è un’edizione belga stampata a Lovanio; questa la scheda:
Aa, Peter : van der
Prochiron, siue Enchiridion iudiciarium quatuor libris comprehensum, auctore Petro Vanderano iuriscons. Cui adiecta est De iudicijs veterum vtilissima præfatio. – Louanii : ex officina Stephani Valerij typogr., 1558. – [8], 326 [i.e. 325], [3] p. ; 8º ((Segn.: A4 B-X8 Y4. – Carattere corsivo, greco, romano. – Marca non censita sul frontespizio. – Variante B: sul frontespizio manca il titolo: Cui adiecta est De iudicijs veterum vtilissima præfatio, il cui testo e comunque presente nell’opera. Impronta: moin i-eu u-et Reab (3) 1558 (A). Identificativo della notizia in SBN: RAVE015444.
Collocazione: CINQ 002 289
Al di là di particolari molto tecnici sui quali non ci intratteniamo qui (qual è ad esempio l’impronta, una sorta di carta d’identità del volume attraverso l’individuazione di un numero fisso di caratteri in parti anch’esse più o meno fisse del volume), ci sembra qui più interessante soffermarci su alcuni particolari curiosi e significativi tipici dei libri del Cinquecento.
Il testo di questo Prochiron si trova interamente riprodotto su google libri, ma non è presente ai principali cataloghi collettivi on line, compreso KBR (Bibliothéque Royale de Belgique); nel catalogo nazionale sbnonline è presente con solo tre localizzazioni: questo non vuol dire che in Italia il volume sia posseduto solo da tre biblioteche (Montevergine compresa), perché si tratta solo di quelle biblioteche i cui cataloghi sono consultabili on line, tuttavia il dato è significativo di una non diffusa presenza del volume. Si tratta di una raccolta giuridica del giureconsulto Peter van der Aa (1530-1594).
Il volume è in ottime condizioni, a testimoniare ancora una volta che il tipo di carta utilizzata nel corso del Cinquecento e anche del Seicento era veramente di ottima fattura; inevitabili le tracce di umido, ma si tratta di poca cosa. L’esemplare della Biblioteca di Montevergine è una “variante”, presenta ovvero una difformità che nel nostro caso particolare è rappresentata dalla mancanza nel titolo della specificazione Cui adiecta est De iudicijs veterum vtilissima præfatio…, anche se poi la “prefazione” è regolarmente presente nell’opera. Questa particolarità delle “varianti” rappresenta una caratteristica che si riscontra in numero veramente notevole nelle raccolte di libri antichi, e consente di identificare tutte le probabili edizioni o tirature di un’opera, le quali non danno luogo a tante descrizioni diverse nella rete bibliotecaria, ma ad una sola, alla quale si aggiungono, quando occorre, particolarità che appartengono solo a determinati esemplari; ciascuna biblioteca che “cattura” la notizia darà anche indicazione del proprio posseduto, specificando l’eventuale variante.
Il volume è stampato a Lovanio da Valerius Stephanus.
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Poulvé, Adrien
Adriani Puluaei … *Ad edictum de alienatione iudicij mutandi causa facta,déque litigiosis, & actionum cessione, liber singularis, in quo edictumLudouici Francorum regis 12. de scholasticorum priuilegiis explicatur. EiusdemCommentatio in l. interpositas, C. De transact. – Lugduni : apud GulielmumRouillium, sub scuto Veneto, 1560. – [2], 3-103, 1! p. ; 8º. ((Marca (S216) sul front. – Cors. ; gr. ; rom. -Segn. : a-f8 g4. – Iniziali e fregi xil.
Identificativo della notizia in SBN: URBE017405
Collocazione: CINQ 002 290(1
Da ricerche effettuate presso i cataloghi in linea della principali biblioteche (Biblioteca Apostolica Vaticana, Biblioteca Nazionale di Francia, RERO-catalogo delle biblioteche svizzere, British Library, Library of Congress…) non risultano molte notizie su Adrien Poulvé e sulle sue pubblicazioni. Forse proprio SBN on line è il catalogo on line che elenca più notizie a lui legate, ben 6.
Il libro è stampato a Lione da Guillaume Rouillé, editore e libraio che era stato apprendista a Venezia presso i famosi editori Giolito de’ Ferrari. A Lione lavorò nel periodo dal 1546 al 1588; la sua bottega era all’insegna dello Scudo di Venezia. Alla sua morte, nel giugno 1589, nel commercio librario gli successe la sua primogenita Drivonne. Insieme con Venezia, Lione fu un centro fiorentissimo della produzione libraria; le edizioni del XVI secolo possedute dalla Biblioteca di Montevergine stampate a Lione sono 177, su un totale di 1458.
Interessante la marca, censita nel repertorio di Louis-Catherine Silvestre, Marques typographiques, ou Recueil des monogrammes, chiffres, enseignes, emblèmes, devises, rébus et fleurons des libraires et imprimeurs… (Parigi, 1853); è l’immagine di un’aquila frontale ad ali spiegate che sormonta un globo con ai lati due serpenti. Motto: In virtute, et fortuna.
Il volume, che ha una legatura in pergamena, sul cui dorso compare l’indicazione dell’autore Pulvei, è legato con un’altra opera di Poulvé, De aduacotorum... del 1560, di cui diamo la descrizione di seguito.
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Poulvé, Adrien
Adriani Puluaei … *De aduocatorum priuilegiis fori, oratio. ad amplissimum ordinem. – Lugduni : apud Gulielmum Rouillium, sub scuto Veneto, 1560. – 111 [i.e. 101, 3] p. ; 8º. ((Marca (S216) sul front. – Cors. ; gr. ; rom. – Segn.: A-F%u2078 G%u2074. – Iniziali e fregi xil. – Var. B: bianche le c. G3v.-4
Identificativo della notizia in SBN: BVEE009719
Collocazione: CINQ 002 290(2
Anche questa notizia presenta la particolarità di una variante, che consiste in due carte bianche (il verso della G3 e G4), che invece contengono rispettivamente la lettera del tipografo al lettore (G3v) e l’errata corrige (G4).
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Riccoboni, Antonio
Antonii Riccoboni Rhodigini *De historia commentarius. Cum fragmentis ab eodem Antonio summa diligentia collectis. M. Porcii Catonis Censorii, Q. Claudii Quadrigarii, L. Sisennae, C. Crispi Salustii, M. Terentii Varronis. Et scholiis eiusdem Antonii in eadem fragmenta. – Venetiis : apud Ioannem Barilettum, 1568 (Venetiis : apud Ioannem Barilettum, 1568). – 278, [2] c. ; 8º. ((Marche sul front. n.c. e in fine (Z985). – Cors. ; gr. ; rom. – Segn: A-2M%u2078 (bianca 2M8). – Iniziali e fregi xil. – Var.B.: Inserito fasc. *%u2074 tra i fascicoli A e B recante Verba Graeca Latinis expressa e errata corrige.
Identificativo della notizia in SBN: RMLE005713
Collocazione: CINQ 002 291
Antonio Riccoboni, nato a Rovigo nel 1541 e morto nel 1599, fu un umanista e teorico letterario; fu anche professore di eloquenza a Padova, di cui fu il primo storiografo. Di Riccoboni la Biblioteca di Montevergine possiede altre due edizioni del XVI secolo: il solo primo volume (quasi sicuramente l’unico pubblicato) delle Orazioni dell’editore padovano Paolo Meietti del 1592 (Orationum volumen primum. Secundum editum…) e il secondo volume (Antonii Riccoboni Orationum volumen secundum…) pubblicato nel 1581 a Padova da Lorenzo Pasquato. Queste notizie sono consultabli anche nel catalogo in linea Edit 16 (http://edit16.iccu.sbn.it), il censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo, dove di trovano anche quasi tutti i frontespizi e i colophon (di Riccoboni si possono vedere, inviati dalla Biblioteca di Montevergine, il frontespizio del primo volume delle Orazioni del 1592 e il colophon del secondo volume del 1591).
Il codice identificativo del De historia di Riccoboni in Edit 16 è CNCE30776.
L’esemplare del De historia commentarius di Riccoboni acquisito dalla Biblioteca di Montevergine è molto interessante; vi vengono citati Catone, l’annalista Claudio Quadrigario, lo storico Lucio Cornelio Sisenna, ma anche Sallustio e Varrone, come solo un umanista erudito, quale fu Riccoboni, avrebbe saputo fare. Il volume è stampato da Giovanni Bariletto che, originario della Riviera di Salò, operò tra il 1559 e il 1576 a Venezia, che fu uno dei centri più straordinari della produzione libraria del Cinquecento (per farsi un’idea della quantità di volumi date alle stampe a Venezia specialmente nel corso del XVI secolo, si pensi che delle 1458 cinquecentine possedute dalla Biblioteca di Montevergine, ben 705 sono quelle stampate a Venezia).
Bariletto utilizza come marca tipografica l’immagine di una donna, la Prudenza, declinata in forme diverse. In quest’edizione di Riccoboni, è presente sul frontespizio una donna -appunto la Prudenza- che si riflette in uno specchio, in una cornice xilografica, senza il motto, la cui sigla, ricercabile in Edit16, è U470 (U corrisponde al repertorio delle marche di Edit 16).
Invece, in fine, compare, a tutta pagina, ancora una donna, sempre la Prudenza, che si specchia, in una posa diversa, che non vuol essere di vanità, senza la cornice e che regge con la mano sinistra un nastro su cui si legge il motto: Prudentia negotia non fortuna ducat. La citazione standard di questa marca è Z985, dove “Z” sta per Zappella, Le marche dei tipografi e degli editori italiani del Cinquecento : repertorio di figure, simboli e soggetti e dei relativi motti (Milano, 1986) dal quale trascriviamo: «la personificazione di questa virtù (la Prudenza, ndr) si presenta nelle marche in due diverse esecuzioni (donna che si guarda allo specchio e donna bicipite con due serpenti) che sono in quache modo così sintetizzate nell’Iconologia del Ripa: “Donna coll’elmo dorato in capo, avrà due facce… nella sinistra terrà lo specchio nel qual mirando contempla se stessa”. Ancora una volta evidenziamo la sorprendente analogia di questa figura, così come si presenta nelle marche, con l’arte figurativa del tempo … Lo specchio, attributo tradizionale della Prudenza, “significa la cognizione del prudente non poter mai regolare le sue azioni, se i propri suoi difetti non conosce e corregge. E questo intendeva Socrate quando esortava i suoi scolari a riguardar se medesimi ogni mattina nello specchio” (Ripa). Hall (James Hall, Dizionario dei soggetti e dei simboli nell’arte, ndr) conferma che “lo specchio è un elemento acquisito nel tardo Medioevo e allude alla capacità dell’uomo savio di vedersi qual è”» (G. Zappella, Le marche dei tipografi… Repertorio di figure cit., p. 313).
Il volume è di piccole dimensioni (alto 15 cm), in buone condizioni; presenta una legatura in pergamena discretamente conservata, tranne che per uno strappo circoscritto e diverse note manoscritte sul frontespizio. In questo caso le annotazioni manoscritte, peraltro di non agevole interpretazione perché in parte cancellate, non possono dar luogo a ricerche in quanto si tratta di nomi difficilmente riferibili alle nostre zone. Ma sono moltissime e particolarmente significative quelle note che si ritrovano soprattutto sui libri antichi, si tratti di annotazioni manoscritte, o di timbri, oppure di articolati cartigli o stemmi. Neanche il fondo antico della Biblioteca di Montevergine fa eccezione, tanto che si è tratto da queste particolarità un nutrito elenco di “possessori” dei volumi che hanno voluto lasciare traccia della presenza dei libri nella loro biblioteca guadagnandosi dunque la ribalta di una scheda a loro dedicata che abbiamo redatto e che pubblicheremo a breve su queste pagine in una sezione dedicata.
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Duns Scotus, Ioannes
Ioannis Duns Scoti … *In vniuersam Arist. Logicam exactissimae quaestiones. Quibus singulis perutiles quaedam adiectae sunt dubitationes, cum earum solutionibus; nec non & Tractatus de secundis intentionibus. Nuper à fratre Constantio Sarnano … in studiosorum gratiam editus. Accedunt denique ipsius doctoris subtilis formalitates; … nunc denuò omnia ab ipsomet fratre Constantio Sarneno summo recognita studio ac diligentia. – Venetiis : apud Franciscum Franciscium Senensem, 1583. – [4], 501, [7] c. ; 8º. ((Il Tractatus de secundis intentionibus non sembra essere stato mai pubblicato in questa ed. – Marca sul front. – Cors. ; rom. – Segn.: a%u2074A-3R%u20783S%u2074. – Iniziali xil.
Identificativo della notizia in SBN: BVEE008306
Collocazione: CINQ 002 293(1
È questo forse il “pezzo” più importante del ristretto gruppo di cinquecentine, perché si tratta di un’opera del noto teologo e filosofo francescano Giovanni Duns Scoto, beato, “dottore dell’Immacolata”; nato in Scozia intorno al 1265, morì a Colonia nel 1308. Di Duns Scoto la Biblioteca di Montevergine possiede altre cinque edizioni del Cinquecento, tutte opere teologiche, tre del 1517 e due del 1530. Inoltre, a testimonianza del culto del beato Duns Scoto fortemente radicato nella zona tra la provincia di Avellino e Nola, a Roccarainola si stampa la rivista «Atti del Circolo culturale B. G. Duns Scoto di Roccarainola», che la Biblioteca di Montevegine pure possiede.
L’edizione è stampata a Venezia dal tipografo e lbraio Francesco De Franceschi, attivo a Venezia tra il 1561 e il 1599, ma anche a Bergamo (1584-86), a Bologna (1597-99), a Ferrara (1565-91), a Modena, a Pavia (1591) e Verona (1587). De Franceschi lavorò spesso con altri tipografi e partecipò ad alcune società per la stampa di opere giuridiche; la sua produzione fu rivolta principalmente a edizioni di diritto e di scienze varie. Quando morì, nel 1599, gli successero i figli Giovanni Antonio e Giacomo.
Una delle innumerevoli marche utilizzate abitualmene da De Franceschi è quella che compare su quest’edizione di Duns Scoto, e cioè una rappresentazione allegorica della pace, una donna seduta accanto a una colonna, con ramo d’olivo nella destra e fiaccola capovolta nella sinistra; sulla colonna: PAX. L’immagine è iscritta in una cornice figurata. La marca, il cui codice identificativo è U212, compare sul frontespizio, com’è in questo caso, senza il motto, ma esiste anche una versione con il motto per me qui si riposa e’n ciel si gode.
Al commento di Duns Scoto di Aristotele, segue il trattatello di Costanzo Boccadifuoco De secundis intentionibus secundum doctrinam Scoti…; in SBN le due notizie sono state trattate separatamente, anche se è quasi certo che l’esemplare dovè uscire dalla tipografia di De Franceschi proprio come ci si presenta. All’interno di Edit 16 infatti alla notizia CNCE17878 corrisponde la descrizione di Duns Scoto cui si fa seguire la descrizione della seconda parte, corrispondente al De secundis intentionibus secundum doctrinam Scoti… di Costanzo Boccadifuoco (che noi diamo nella scheda successiva per fornire un maggior numero di informazioni). La legatura è in pergamena, sicuramente di epoca successiva, con ciò che rimane di due legacci.
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Boccadifuoco, Costanzo
*De secundis intentionibus secundum doctrinam Scoti. Tractatio. In hoc materia duo sunt articuli pertractandi: primus quid sit prima, & quid sit secunda intentio, quomodo & unde ambae originentur. Secundus verò quomodo prima, & secunda intentio inuicem praedicentur. Fr. Constantij Conuentualis Franciscani à Sarnano. – Venetiis : apud Franciscum de Francisci Senensem, 1584. (Ex aedibus D. Antonij, 1582). – 48 p. ; 8°. ((Segn.: A-C8. – 1 v.; legato con Ioannis Duns Scoti… In vniversam Arist… 1584
Identificativo della notizia in SBN: UBOE015908
Collocazione: CINQ 002 293(2
Come già detto, questo trattatello di Costanzo Boccadifuoco De secundis intentionibus secundum doctrinam Scoti. Tractatio… è legato insieme con *In vniuersam Arist. Logicam exactissimae quaestiones di Giovanni Duns Scoto.
Dall’anagrafe degli autori di Edit 16 apprendiamo che Boccadifuoco era un cardinale, filosofo e teologo, nato a Sarnano (Macerata) nel 1531 e morto a Roma nel 1595; il suo vero nome era Costanzo Torri. Curata dal Boccadifuoco, la Biblioteca di Montevergine possiede un’edizione del 1600 (stampata a Venezia presso Giovanni Zenaro) delle Quæstiones in quatuor Sententiarum libros… di Pietro da l’Aquila, teologo francescano, inquisitore apostolico a Firenze e vescovo di Sant’Angelo dei Lombardi (in provincia di Avellino) nel 1347. La produzione di Costanzo Boccadifuoco non fu estesissima, ma fu comunque molto interessante: una sua edizione lionese del 1590, Conciliatio dilucida omnium controversiarum, quae in doctrina duorum summorum theologorum S. Thomae, et subtilis Ioannis Scoti passim luguntur.., attualmente vale sul mercato dell’antiquariato librario poco meno di 800 euro.
La bella marca tipografica di Francesco De Franceschi è una ennesima variazione sul tema della Pace, una donna in piedi con ramo d’olivo nella destra e fiaccola capovolta nella sinistra, anche questa in una più articolata cornice, anche questa con e senza il motto (per me qui si riposa, e’n ciel si gode). Il codice di questa marca è Z920, ancora una volta il repertorio di Giuseppina Zappella Le marche dei tipografi e degli editori italiani del Cinquecento…, dal quale citiamo: «La figura della Pace, allegoricamente rappresentata da una donna seduta con ramoscello d’olivo, variamente atteggiata (suoi attributi tradizionali sono anche la cornucopia e la face capovolta) e animata da diversi motti, è una delle più frequentemente ricorrenti in marche tipografiche rinascimentali e tradisce forse quella profonda aspirazione alla pace e alla concordia … senza le quali le arti non possono prosperare … Il ramoscello d’olivo e la cornucopia sono attributi tradizionali della personificazione della Pace. Nota, infatti, in proposito il Ripa: “Il cornucopia significa l’abbondanza, madre e figliuola della pace, non mantenendosi la carestia senza la guerra, né l’abbondanza del vitto senza l’abbondanza di pace… Il ramo dell’olivo dinota la mitigazione degli animi adirati”» (p. 277-278).